Visto che i giorni passano e nessuna delle numerose apparecchiature di ripresa presenti ha finora mostrato i propri frutti, parto io.
Tutto compreso nel mio nuovo ruolo di organizzatore, mi sono fatto lo scrupolo di farmi trovare a Lodi per primo, per accogliere chi arrivava, con qualunque mezzo arrivasse, e così mi sono mosso in leggero anticipo, partendo da San Donato con il treno S1 delle 9.10 anziché da Rogoredo con il più veloce RV 2275 utilizzato da Hopton, Menegodado e Peo (
«allora dillo, se ti fa schifo viaggiare con noi» ha commentato qualcuno…).
In realtà c’era dietro un bieco calcolo opportunistico: San Donato dista solo 1 km da casa, Rogoredo “ben” 2,7 km, e in più il biglietto per Lodi costa 2,90 € contro 4,00! Mica cotiche…
Arrivato puntualissimo a Lodi alle 9.37, mi sono appostato sul piazzale fuori dalla stazione e ho cominciato a guardarmi intorno; la prima cosa che mi ha colpito è stata la bici di un ignoto socio FIAB incatenata a un palo: targa personalizzata, sella bichiappa, attacco Klickfix sul manubrio, cestino: questo è uno che la bici la usa sul serio.
Piano piano, alla spicciolata, cominciano ad arrivare gli altri: per primo Veeg che, non sembrandogli abbastanza 30 km, ha pensato bene di parcheggiare l’auto a Castiglione d’Adda e farsi una ventina di km giusto per riscaldamento. Ma lui fa così….
Poi Leo “Aviator” ed Emy, costretti al suolo dalle effemeridi e che recano la ferale (per noi) notizia del loro prossimo trasferimento in Indonesia. Peccato per noi, che perderemo il piacere della loro compagnia nelle prossime gite, buon per loro e tanti auguri per la loro nuova vita. Vorrà dire che il forum acquisterà una sezione “Asia”…
Arrivano anche Stelio, Aldo e Gina, anche loro in auto, mancano solo i tre moschettieri del 2275; il treno mi risulta arrivato regolarmente alle 9.46, ma loro compaiono solo alle 9.59 (e non voglio sapere che cosa hanno fatto nel frattempo…); per chi non li conoscesse, Peo è quello con la borsa della spesa, Hopton quello col triangolo e Menegodado quello alto e nero.
Svelato subito il mistero della borsa di Peo: sono due copertoni Schwalbe Kojak destinati ad Aviator, sulla cui Brompton in effetti fa brutta mostra di sé un’imbarazzante toppa applicata all’esterno della gomma, una cosa che la comune decenza mi impedisce di mostrare.
No, va bene, non ho pensato a fotografarla, altrimenti altrochè se la pubblicavo…
Ci siamo tutti; 10, numero perfetto (“non era tre il numero perfetto?” “sì, ma io ho sei colpi qui dentro”). Ok, non c’entra, però (
*). Subito vengo preso in castagna quando mi si chiede un bar per cornetto, cappuccio & sosta tecnica. Viaggiando a lume di naso e chiedendo al primo pensionato di passaggio approdiamo a questo chiosco
No, la signorina bionda non faceva parte del gruppo, ma sarebbe stata accettata volentieri anche se non aveva una pieghevole.
Espletate tutte le incombenze (tra cui i montaggi particolarmente laboriosi, per me della Nilox, per Hopton delle luci) si parte e in poche pedalate siamo già fuori città. Aldo si ritrova subito in testa al gruppo; non è che lo faccia apposta, ma la sua pedalata più lenta è comunque più veloce di quella di molti altri.
Raggiunta e attraversata la SP 26, eccoci nel nostro regno, una delle ciclabili di pianura più gradevoli che io conosca; da sinistra a destra, un cicloturista che ci viene incontro, Menegodado, Gina, Aldo, Emy e Aviator; sull’estrema sinistra la discarica di Soltarico, ormai quasi completamente rinaturalizzata.
L’itinerario
“dummy-proof” (ci sono cartelli indicatori con le distanze da tutte le parti) e la conoscenza del percorso da parte di Veeg, che c’è passato meno di un’ora prima, mi permettono di non stare in testa e di restare indietro a chiacchierare con Hopton (tanto si sa che noi due finiamo sempre in coda al gruppo…); effetto collaterale della cosa è che chi sta tirando non si ferma mai e così i km scorrono veloci: qui siamo già oltre Turano Lodigiano, dove il percorso incomincia a farsi un po’ più vario: Veeg mi fa segno “tutto ok” mentre davanti a noi Gina macina tranquilla.
Oltrepassiamo Colombina, non senza prendere nota di una trattoria dall’aria interessante, ma poco dopo c’è un punto dove a tutti viene spontaneo fermarsi: il ponte sulla Muzza, che qui forma un laghetto in corrispondenza di uno sbarramento e di un piccolo salto d’acqua.
Qui si scatena il “me la fai provare?” ai danni della Strida di Hopton: è il turno di Stelio.
L’andatura spedita e senza soste tenuta fin qui ha fatto sì che siamo in largo anticipo sulla tabella di marcia, e così ci fermiamo un po’ a chiacchierare, provare la Strida di Hopton, fotografare, provare ancora la Strida di Hopton…
Un’altra foto di gruppo, con Hopton (appoggiato alla spalletta) che attende pazientemente il ritorno del suo triangolo, in questo momento cavalcato da Aldo o Stelio (i due che mancano nell’inquadratura)…
… mentre Peo armeggia nella sua borsina (che è l’equivalente cicloturistico del gonnellino di Eta Beta: c’è dentro tutto!).
Vi eravate forse chiesti chi era stato impallato da Menegodado nella foto di gruppo?
Emy!
Dopo la foto di gruppo “ufficiale”, che vedremo chissà quando (visto che Peo deve ancora pubblicare quelle del November Porc….) ma che posso assicurare che esiste
(questo è il backstage), si riparte e il resto della gita lo lascio illustrare agli altri fotografi e operatori video: la scalinata di Castiglione d’Adda, lo sterrato di Cavacurta, la trappola di sabbia che ho vilmente dimenticato di preannunciare, l’incontro con Mrs. e Ms. Hopton e soprattutto la mangiata all’agriturismo, dove è nuovamente emersa la mia inesperienza di organizzatore, dato che ho clamorosamente sottostimato il tempo che avremmo trascorso a tavola…
Sul far del crepuscolo, un po’ appesantiti nello stomaco e un po’ alleggeriti nel portafoglio (davvero ci siamo scolati più di 120€ di vino?!?), ci siamo separati: il gruppo
hard-core (Aldo e Gina, Peo, Veeg, Stelio, Aviator e Emy) ha pensato bene di rifarsela in senso inverso fino a Lodi (ma Stelio aveva una mezza idea di proseguire fino a Milano, se non fosse stato che da Lodi non ci sono alternative alla via Emilia, il che è troppo perfino per lui); Hopton si è comodamente spaparanzato in auto con le sue donne, asserendo che dopo 25 e passa km di Strida non aveva più nulla da dimostrare a nessuno; io e Menegodado abbiamo pazientemente atteso al freddo e al gelo il treno per Milano delle 17.42, dal quale io sono sceso a Lodi mentre Peo, arrivato in stazione in orario perfetto, ci saliva.
L’ultima foto, con il sorriso e il pollice alzato di Stelio, credo e spero che possa sintetizzare la giornata.
Alla prossima, e intanto Buone Feste a tutti!
Vittorio
(
*) consueto karma + in palio...