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Autore Topic: articoli sulla bicicletta  (Letto 29304 volte)

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Offline DJ

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« Risposta #30 il: Maggio 15, 2013, 03:43:10 pm »
Ma, se invece di voler incentivare i piccoli negozi del vicinato, si vogliono favorire i grandi centri commerciali (come capita spesso) che vengono costruiti a più non posso (a Modena ad esempio ne abbiamo ben 3 di ipermercati) e dove vai in auto e stai possibilmente dentro tutto il giorno così più stai lì più spendi, allora la bici viene vista come mezzo antitetico nonchè dannoso a questo tipo di politica commerciale.
E' un problema non solo di cultura, ma anche di grandi interessi che ci stanno dietro..
DJ
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Offline veeg

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« Risposta #31 il: Maggio 15, 2013, 03:54:58 pm »
Vero,
ma nel caso specifico della città di Como, la ZTL allargata riguarda proprio il centro e pare assurdo che la mobilità sostenibile parta dall'amministrazione pubblica. Eppure i negozianti (piccoli di vicinato) non riescono a capirne l'opportunità.

Offline NessunConfine

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« Risposta #32 il: Maggio 15, 2013, 04:53:07 pm »
E' successo anche qua a Bologna con l'introduzione della zona T (le vie principali del centro storico limitate a pedoni e biciclette ogni sabato e domenica). Subito come dice veeg sono insorte le varie Confcommercio, Confartigianato..etcc.. che hanno addirittura tirato dalla loro parte delle persone disabili che dichiaravano un disagio enorme per accedere al centro, con la complicità dei faziosi giornali locali. Però un giornalista bolognese disabile (della repubblica mi pare) ha smentito con grande facilità le teoriche difficoltà tecniche che impedivano ai disabili di accedere facilmente in centro. Molti negozianti erano contrari, sempre come dice veeg, non carpivano le opportunità ed il guadagno che ci potesse essere dietro a questa scelta. Ad oggi a quanto pare la maggior parte dei negozianti è felicissima di questa situazione, ogni tanto le scelte "impopolari" sono più che necessarie per far comprendere.
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Offline Vittorio

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« Risposta #33 il: Maggio 15, 2013, 04:56:01 pm »
La cosa paradossale è che succede quasi sempre così, da Milano a Bologna a Bari (ne parlavamo domenica con Hopton): dopo che la pedonalizzazione è stata fatta, passato al massimo qualche mese la gente si accorge che in quella via è diventato più piacevole passeggiare e guardare le vetrine e quindi anche i negozianti scoprono che fanno affari come prima se non meglio di prima. Ma riuscire a farglielo capire prima della pedonalizzazione è un'impresa....
Ci vogliono amministratori che invece di navigare a vista abbiano un minimo di coraggio per affrontare le opposizioni iniziali e preconcette in vista di un beneficio futuro... che poi è lo scopo primario di ogni buona amministrazione.

Vittorio
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Offline DJ

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« Risposta #34 il: Maggio 15, 2013, 05:17:43 pm »
convengo anche io: qui a Modena ci sono lamentele per l'eliminazione delle auto in Piazza Roma e la pedonalizzazione della piazza: sono i commercianti stessi che si lamentano e paventano un calo delle persone che poverine dovranno affrontare qualche metro in più a piedi per venire in centro..non capiscono che un centro pedonale è meglio sia per loro che per la vivibilità della città stessa e del centro.
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Offline Sbrindola

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« Risposta #35 il: Maggio 15, 2013, 05:25:53 pm »
tipico... succede ogni volta..... prova poi dopo 6 mesi di isola pedonale a dirgli di tornare indietro e vedi quanti hanno cambiato idea!

Offline Hopton

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« Risposta #36 il: Maggio 15, 2013, 07:49:46 pm »
Allucinante poi che ci sia una polemica del genere proprio a Como, dove gli effetti benefici sul piccolo commercio nella ZTL è sotto gli occhi di tutti. Il centro storico di Como (la cosiddetta città murata) è una zona a traffico limitato e brulica letteralmente di negozi e negozietti, e in giro c'è sempre un sacco di gente che fa shopping. Io e mia moglie abitiamo a 30 km da Como e ci andiamo varie volte l'anno a passeggiare, facciamo spese, o magari ci compriamo un gelato, etc. Perché lo facciamo? Ovviamente per il piacere di passeggiare tranquilli nelle vie di uno stupendo centro storico, senza auto tra gli zebedei...
Per rimanere in tema, domenica sono entrato in una farmacia a Lecco, vicino all'ospedale, e ho avuto la bella sorpresa che stanno facendo una raccolta firme contro una ciclabile, tra via Oslavia e viale Adamello. Dicono che bisogna fermare il Comune e salvare il commercio nei quartieri periferici, da notare che non c'è nessuna proposta di pedonalizzare quelle vie, ma solo di aggiungerci una ciclabile...
P.S. Se tra Lecco e Como ci fosse un collegamento ferroviario degno di questo nome ci andremmo anche più spesso a Como, invece che quella specie di presa in giro che c'è adesso: 2 treni al giorno che ci mettono 1 ora per percorrere 30 km... Conosco una persona che già molti anni fa faceva parte di una commissione incaricata di fare uno studio per rendere quella linea ferroviaria molto più efficiente, avevano studiato tutto nei dettagli ed erano giunti alla conclusione che per una spesa totale contenuta si sarebbe avuto una linea ferroviaria come si deve, con un bacino d'utenza potenziale enorme...
Mario
« Ultima modifica: Maggio 15, 2013, 07:56:28 pm by Hopton »
"La città è fatta per le persone, non per scatole di metallo". (Ayfer Baykal, assessore all'ambiente, comune di Copenhagen)
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Offline DJ

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« Risposta #37 il: Settembre 03, 2013, 07:10:35 pm »
Un anno di vita dell'autostrada per bici in Danimarca:
Da
 http://www.architetturaecosostenibile.it/curiosita/varie/autostrade-biciclette-danimarca-481.html
Un anno di sperimentazione è bastato per confermare e celebrare il grande successo delle autostrade per biciclette in Danimarca: la prima delle “Bike Highways”, nata nell’aprile dello scorso anno per collegare Copenhagen alla periferia, lasciò immaginare la buona riuscita del progetto anche in base alla presenza di numerosi pendolari che si spostavano per il lavoro o per la scuola percorrendo massimo 5 chilometri, e che hanno trovato nel servizio loro offerto una possibilità alternativa di spostamento, ecologica ed economica.
Lars Gaardhøj, presidente del Comitato ambiente e crescita verde di Copenaghen, sottolinea come, a differenza delle piste ciclabili, in Danimarca l’autostrada per bicicletteconsente di ridurre possibili situazioni di rallentamento: la frequenza degli incroci, le curve che allungano il tragitto, la contemporanea presenza di altre vetture o l’eventuale accumulo di neve sul tracciato (è attribuita massima priorità alla pulizia, come accade per le autostrade destinate ad autoveicoli). Con il progressivo miglioramento dell’infrastruttura secondo le esigenze emergenti, verranno presto introdotti servizi aggiuntivi, come la presenza di pompe ad aria ogni chilometro e mezzo e l’aumento dell’illuminazione pubblica.
Gli urbanisti danesi hanno pensato a questo progetto con la volontà di incrementare l’uso della bici in un Paese in cui già la metà
dei residenti usa la bici per spostarsi. Frutto di un piano in evoluzione, che prevede la realizzazione di numerose altre arterie stradali destinate alla viabilità ciclistica, la superstrada è dotata di tutti i comfort per i biker pendolari.

Il responsabile del settore viabilità di Copenhagen è consapevole dei buoni risultati raggiunti, ma dichiara apertamente la propria volontà di incrementare i servizi per accrescere la diffusione di questa buona pratica.
Per realizzare il progetto della superstrada, Copenhagen e le 21 circoscrizioni locali si sono accordate per garantire il collegamento e l’armonizzazione delle autostrade, fino ad un raggio di 20 chilometri dalla capitale, fino alla città di Albertslund, secondo un percorso pensato per essere il più diretto possibile; il progetto gode del sostegno trasversale di tutti i parlamentari (che si spostano regolarmente in bici).
Dopo un anno di sperimentazione, sono già 29 i tratti di autostrada gratuita per biciclette.
Oltre che in Danimarca, anche in Germania e Regno Unito progetti di questo tipo stanno acquistando grande rilievo e supporto da parte dei cittadini e degli amministratori locali e nazionali.L'obiettivo finale è di estendere il progetto a livello di Unione Europea.

 QUALI SONO I VANTAGGI DELLA BICICLETTA?
In Danimarca per ogni 10 chilometri percorsi in bici piuttosto che in auto, è possibile evitare l’emissione di 31-32 libbre di diossido di carbonio, e 9 cent di spesa in assistenza sanitaria, peruna riduzione dei costi sanitari danesi pari a circa 40 milioni di euro.

"È un detto comune tra i medici che il miglior paziente è il paziente che non si vede mai. Qualsiasi cosa possiamo fare per avere meno inquinamento e meno traffico può rendere più sano, forse più felice, la gente."ha dichiaratoLars Gaardhøj.

Valore aggiunto immateriale incommensurabile è relativo al benessere derivante dall’andare in bici. Henrik Dam Kristensen, Ministro dei Trasporti, grande sostenitore delle superstrade per biciclette, afferma: “Quando vai in bici per 30 minuti, ti senti veramente bene. Ti godi davvero un bicchiere di vino perché te lo sei meritato!”


Copenhagen è inoltre teatro di sperimentazione per nuove tecnologie legate al mondo della mobilità sostenibile:

vengono testate pedane ed “Onde verdi”  in grado di sincronizzare i semafori nelle ore di punta, adattandoli alle esigenze dei ciclisti;
sono stati posizionati bidoni dell’immondizia inclinati, per un utilizzo più facile ed immediato durante gli spostamenti;
sono state introdotte “corsie di conversazione”, ove i ciclisti possono procedere pedalando uno vicino l’altro mentre conversano.
Vengono inoltre condotte campagne ambientaliste, come la “karma campaign” durante le quali impiegati comunali vanno in giro con scatole di cioccolato per gratificare i ciclisti che si adeguano alle cinque regole d’oro della bici: esser educati, segnalare, stare a destra, sorpassare con prudenza e usare il campanello!
« Ultima modifica: Settembre 03, 2013, 10:31:35 pm by Hopton »
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Offline MariaAdriana

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« Risposta #38 il: Settembre 03, 2013, 10:38:51 pm »
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Poveri Italiani.

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Alessandra
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Offline catorcio

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« Risposta #39 il: Settembre 03, 2013, 11:03:25 pm »
se in Italia ci sarà vento li superiamo!o ho capito male.

Offline cascade

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« Risposta #40 il: Settembre 04, 2013, 12:27:54 am »
Qui si parla di un altro mondo, siamo distanti anni luce da questa gente!


E vuoi mettere la TAV? Altro che autostrade delle bici, è ora di crescere.

Sigh.

Offline occhio.nero

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« Risposta #41 il: Settembre 05, 2013, 08:14:29 pm »
Bikenomics: la bicicletta vale 200 miliardi di euro
(5 settembre 2013, di Paolo Pinzuti, da bikeitalia)

Che la bicicletta facesse bene all’economia è cosa nota: tra risparmio economico individuale, contenimento delle emissioni inquinanti, riduzione della mortalità stradale e del traffico, ma fino a questo momento ci si è basati sul buon senso più che su calcoli definiti.

La European Cyclists’ Federation ha però di recente pubblicato uno studio all’interno del quale sono stai fatti i “conti della serva” per valutare in euro a quanto ammonti il valore economico generato dall’uso della bicicletta nei paesi dell’EU-27.

infograficaI risultati sono impressionanti: secondo lo studio realizzato, l’utilizzo della bicicletta genererebbe ogni anno 200 miliardi di euro, una cifra pari al PIL della Danimarca.

Di questa cifra, oltre la metà (110 miliardi di euro) dipende dal risparmio in termini sanitari derivanti dalla riduzione dell’incidentalità stradale: questa cifra è stata estrapolata utilizzando lo strumento di valutazione HEAT, messo a punto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per valutare il benificio economico derivante da forme di mobilità attiva. Se questa stima può sembrare esagerata, è sufficiente pensare al nostro paese dove ogni anno circa 4000 persone perdono la vita sulle strade generando un danno economico (oltre che sociale, è ovvio) compreso tra i 24  e i 31 miliardi di euro. A questo si aggiunge poi il dato reso noto da uno studio pubblicato da Lancet lo scorso anno che evidenzia come l’inquinamento atmosferico generato dal traffico motorizzato genera ogni anno oltre 5 milioni di morti in tutto il mondo.

Oltre all’aspetto sanitario, lo studio entra nel merito del risparmio generato dalla riduzione della congestione all’interno delle città, stimata attorno ai 24 miliardi di euro. Anche in questo caso la stima sembra essere stata realizzata approssimando il dato per difetto: il Libro Bianco dei Trasporti realizzato da Confcommercio nel 2012 aveva infatti individuato come la congestione stradale nella sola Italia sia responsabile della perdità di oltre 50 miliardi di euro all’anno, pari al 3% dell’intero PIL nazionale.

Un ulteriore risparmio generato dall’uso della bicicletta deriverebbe ovviamente anche dal mancato uso del petrolio che, secondo lo studio in oggetto, ammonterebbe a una cifra compresa tra i 2,8 e i 5,7 miliardi di euro l’anno (ipotesi basata sul petrolio a 100 $ all barile)


 
Il risparmio generato dalla riduzione dell’inquinamento ambientale e acustico è invece stimata in una cifra complessiva di poco superiore al miliardo di euro.

Al di là di indurre al risparmio economico, però, l’uso della bicicletta è anche in grado di generare crescita economica, come evidenzia il caso del settore cicloturismo che ogni anno in Europa smuove 44 miliardi di euro, 12 dei quali solamente in Germania.

Anche la produzione e vendita di biciclette e accessori entrano nel computo dello studio e che è stimata per una cifra che si aggira attorno ai 18 miliardi di euro all’anno. Proprio l’Italia, in quanto primo produttore europeo di bicilette e accessori, risulterebbe essere quindi tra i principali beneficiari di un aumento della ciclabilità giacché circa 3.500 persone lavorano in questo settore dell’industria metalmeccanica.

L’aspetto più interessante dello studio è però il rapporto costo-benefici individuato: anche nei paesi in cui la bicicletta è più diffusa, l’investimento necessario per godere dei benefici dell’uso della bici è decisamente contenuto. Giusto per capire l’ordine di grandezza, basti pensare che in Olanda ogni anno vengono investiti in ciclabilità 25 € pro-capite, in Gran Bretagna 2,35 €, in Ungheria 3 €. A livello aggregato, in tutta l’Unione Europea vengono investiti una media di 5-6 € pro capite per generare un beneficio economico di 400 € pro-capite. Il rapporto tra costi e benefici è quindi di circa 1:70.

Lo studio presentato dalla Federazione dei Ciclisti Europei non fa quindi che confermare ulteriori studi realizzati in passato sulla materia che potremmo definire bikenomics (bike + economics): l’ultima edizione del Bicycle Account pubblicata dalla città di Copenhagen aveva infatti individuato come ogni km pedalato generasse un beneficio di 0,16 euro per la società, mentre a ogni km percorso in automobile corrispondesse un danno pari a 0,10 euro.

Quello che lo studio presentato omette di considerare sono però i vantaggi per le piccole economie locali delle zone interessate da particolari investimenti in ciclabilità: rivelazioni effettuate a New York lo scorso dicembre avevano evidenziato come le attività commerciali di vendita al dettaglio che si affacciavano su reti ciclabili avessero ottenuto un aumento delle vendite di circa il 49%.

Un’altro aspetto non considerato è quello della creazione di green jobs grazie allo sviluppo della ciclabilità e che solo in Francia vale 16.500 posti di lavoro. Per colmare questa lacuna l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta attualmente lavorando alla realizzazione di uno strumento in grado di stimare quanti posti di lavoro possano essere generati da interventi di ciclopedonalizzazione.

Per chi fosse interessato ad approfondimenti, il tema della bikenomics sarà affrontato il 28 ottobre a Milano durante il convegno che si terrà all’interno di CityTech, un evento organizzato dal Comune di Milano e dalla Commissione Europea, durante il quale i delegati dell’Organizzazione Monsiale della Sanità, European Cyclsts’ Federation, FIAB e ANCMA presenteranno i risultati dei propri studi e le proiezioni applicate al nostro paese.
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« Risposta #42 il: Ottobre 18, 2013, 02:03:03 pm »
i contributi successivi sono stati dirottati in

commercianti, auto e bici
http://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=6746

:)
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« Risposta #43 il: Novembre 18, 2016, 07:16:08 pm »
Facciamo il nostro dovere e diffondiamo l'uso della bicicletta (anche se qui c'è poco da propagandare). Questo un articolo sul sito ANSA di oggi:
http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/vivere_green/2016/11/18/bikeconomy-leconomia-della-bici-si-racconta-al-maxxi-roma_ddb9b82b-292e-41dc-9ec8-73d423529d99.html
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« Risposta #44 il: Dicembre 25, 2016, 10:42:53 am »

Faticosamente, come per una pedalata in salita, i ciclisti crescono in misura proporzionale all’estensione e alla fruibilità delle piste per le due ruote. Ce lo dice un’indagine del Dipartimento di ingegneria civile, chimica, ambientale e dei materiali (Dicam) dell’Alma Mater diretto da Federico Rupi, eseguita tra il 15 settembre e il 15 ottobre del 2015 e reiterata nel maggio di quest’anno. Se ne 2011 il flusso medio orario sulle piste ciclabili (esclusi coloro che pedalano su strada) era di 1919 passaggi, nel 2014 si era saliti a 2169 e l’anno scorso avevamo raggiunto quota 2244.

Quest’anno, sempre stando a una ricerca del Dicam, la percentuale dei pedalatori era cresciuta di altri dieci punti percentuali. Insomma, se un giorno i ciclisti decidessero di mettersi al volante, paralizzerebbero la città come quando scioperano i bus. Lo studio è molto articolato e per valutare la crescita dell’uso della bicicletta prende in considerazione i flussi negli orari di punta in cui ci si muove per lavoro o per studio, vale a dire tra le 8,30 e le 10,30 e tra 16,30 e le 17,30. I dati sono scaturiti sia da rilevazioni manuali, sia dalle strumentazioni. Nella maggior parte dei casi su piste, in misura minore su strade prive di percorsi ad hoc. In quasi tutte le direttrici l’aumento è sensibile sia nel confronto con il 2011 che con il 2014.

L’aumento è sicuramente stato favorito dall’inaugurazione della “tangenziale delle biciclette” nel settembre dello scorso anno. La crescita maggiore è quella di viale Ercolani con 207 passaggi nelle fasce orarie citate e crescite del 56% rispetto a cinque anni fa e del 63% rispetto al 2014. Rilevante anche l’impennata in viale Pepoli (53% sul 2014), mentre le piste di via Matteotti, Riva Reno e Zanardi vedono crescite tra il 27% e il 40%. Matteotti è anche il tragitto più frequentato con 285 passaggi sempre nelle fasce orarie descritte. Molto movimentata anche via Falegnami con 267 passaggi e sopra i 200 ci sono anche Sabotino (216) ed Ercolani (207). Di tutto rispetto anche le piste di San Donato (191) e Moline (169).

Il monitoraggio si è interrotto tra la fine del primo mandato del sindaco Virginio Merola e la sua rielezione. L’assessora Irene Priolo ha però annunciato la ripresa della collaborazione estendendo l’analisi dei flussi anche agli altri mezzi con la finalità di accumulare dati utili per il nuovo piano del traffico. Nel maggio scorso, tuttavia, il dipartimento del professor Rupi ha eseguito un’altra analisi dei flussi a due ruote per valutare se l’effetto “tangenziale”, con la connessione tra più piste, ha sortito l’effetto di incrementare ulteriormente il traffico a pedali. Stando ai risultati pare di sì. Rispetto all’anno scorso la crescita è stata del 10% con un grado di utilizzo delle piste pari all’86%. Ciò dimostra che gli investimenti pagano. In Emilia-Romagna, tra il 2008 e il 2015 le piste ciclabili sono cresciute del 48,5%, le aree pedonali dell’11,8% e le ztl del 3,8%. Bologna ha incrementato le piste ciclabili del 54,5% nel periodo citato.

Fonte | Link

Un grazie va anche e forse soprattutto alle associazioni che si sbattono per creare una cultura della mobilità sostenibile
Lorenzo - Tern Link P9

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