Con il recente acquisto della Dahon Dash P18 (http://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=1346) anche io ho potuto analizzare un po' più da vicino l'Andros Stem.
Colpisce innanzitutto il carattere poderoso della struttura, per certi versi anche fin troppo vistoso (il confronto con le ruotine potrebbe suscitare qualche stonatura).
Ma il passato deve aver insegnato che questo componente è troppo strategico per essere sottovalutato/sottodimensionato.
Le due leve sommitali permettono di variare la postura in maniera continua, lungo un ampio angolo d'azione.
Con la prima ("a") si decide il tipo di guida (più sportiva con il manubrio tutto in avanti/in basso; viceversa più comoda e rilassata tirandolo tutto sù).
La seconda leva ("b") permette di riallineare il manubrio in funzione della regolazione della prima, perchè le leve freno/cambio siano ergonomicamente accessibili senza dover intervenire con le brugole sul loro corretto orientamento (come invece accade in tutti gli altri casi).
Il limite superiore è poco inferiore alla perpendicolare al terreno, quando la leva "a" non riesce più a chiudersi correttamente a causa dell'ostacolo rappresentato dal "ponte" (vedere dettaglio n.1).
(http://www.bicipieghevoli.net/img/andros_stem_collage.jpg)
dettagli dell'Andros Stem
In fase di manutenzione, sganciando la morsa superiore ( dettaglio n.2) si mette in luce l'asse di rotazione.
La vistosa zigrinatura (già sottolineata in un contributo precedente) sembra garantire l'accoppiamento necessario ad evitare che il manubrio possa ruotare accidentalmente durante la pedalata (i primi test su strada confermano una sensazione di generale solidità).
Questo a condizione che il "nottolino inferiore" (in figura, indicata dalla freccia viola) sia correttamente stretto (come tutti già possono sperimentare nella classica regolazione dell'altezza del sellino).
In celeste ho invece evidenziato le 3 viti su cui intervenire nel caso si voglia sostituirlo con una pipa standard (con le due laterali esterne si regola il giusto allineamento del manubrio con la ruota, la terza permette invece di sfilarlo dal tubo sterzo).
Concordo con quanto detto sopra: una volta individuata l'inclinazione più vicina al proprio stile, ho qualche dubbio che si senta la necessità di regolarlo frequentemente.
Considerazione che renderebbe superfluo tutto il marchingegno (senza considerare l'aumento della vulnerabilità di un sistema regolabile rispetto ad uno fisso).
Fanno eccezione, a mio avviso, i seguenti due scenari, quando cioè la bici sia utilizzata:
- spesso da più persone (ognuna con le proprie esigenze in termini di postura)
- per parecchie ore al giorno (come talvolta accade nel cicloturismo), con il corpo che potrebbe ottenere sollievo da una decisa variazione della postura
La presenza dell'Andros Stem mi sembra però strategica nel caso in cui, in fase di piega, si voglia agevolmente sfilare il manubrio per guadagnare in termini di ingombro laterale.
A quel punto rimarrebbe però penzolante (senza contare il rischio di sporcarsi con il grasso che ricopre l'asse zigrinato o di perdere il nottolino inferiore, che regola la presa della morsa).