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la mia pieghevole / Re:Jeby's Mu Uno+ (su base Dahon Mu Uno+ MY 2013)
« Ultimo post by jeby il Ottobre 11, 2024, 05:32:56 pm »
Bel lavoro! Come mai il logo FS?

Vittorio

fa parte della storia familiare :-D l'ho trovato per casa, probabilmente protato dalla mia compagna
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la mia pieghevole / Re:Jeby's Mu Uno+ (su base Dahon Mu Uno+ MY 2013)
« Ultimo post by Vittorio il Ottobre 10, 2024, 02:19:16 pm »
Bel lavoro! Come mai il logo FS?

Vittorio
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la mia pieghevole / Re:Jeby's Mu Uno+ (su base Dahon Mu Uno+ MY 2013)
« Ultimo post by jeby il Ottobre 09, 2024, 01:45:33 pm »
Carissimi, riesumo il thread... tanto tempo è passato... ma anche tante modifiche ho fatto alla mitica Mu Uno+

Dopo anni e anni sono finalmente riuscito a mettere a punto la mia idea di manubrio drop sulla mia pieghevole. Che però, come forse ricorderete, ha il freno a contropedale. Che farne della leva (anzi: leve, perché ho installato anche le leve ausiliarie stile xc) che avanza? ho pensato ad usarla per agire sullo stesso caliper, ma mi sembrava uno spreco... quindi... ho unito capra e cavoli: ci aziono il campanello!

L'idea non è nuova, e la realizzazione è stata abbastanza semplice, ma per fare le cose "come dico io" ho realizzato una staffa personalizzata da montare al posto dei classici cargo adapter, per tenere su il campanello, completata da un ulteriore braccetto che facesse da cable stopper.

Quindi ho recuperato il manubrio della mia Scott Speedster Gravel (che da tempo ne ha ricevuto un altro), lever road SRAM, cross top tektro, nastro selle italia, e con un po' di pazienza, una molla da cesoia, e una morsettiera mammooth ho creato un piccolo mostro gioiello.















ecco un breve video del funzionamento del dispositivo:

https://imgur.com/vsynIPb

https://youtube.com/shorts/arRyQJB5qh4?si=bMCjFWCcnV_UCRrY

È ancora pieghevole (ma bisogna smontare il manubrio)



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Lo smacco della tappa forzatamente abbreviata non mi era andato giù, e così la domenica successiva eccomi di nuovo in Valcamonica per percorrere la parte mancante della ciclovia, da Capo di Ponte a Darfo.
https://www.komoot.com/it-it/tour/1875900382?share_token=as5QTBcqCMzA3ek0u0jYVtWIm7QBVZkgeC13hbspHRe10QLPGy&ref=
Stavolta però, visto che il punto di partenza era più vicino e che il percorso si presentava meno ostico (solo 110 m di dislivello a salire, contro i 210 della volta prima), ho optato per un avvicinamento più comodo: auto fino alla stazione di Darfo-Corna in tempo per prendere il treno R 922 delle 10.12, quello successivo rispetto a quello utilizzato per arrivare a Edolo.
L’idea originaria era di approfittare della toilette del treno e poi prendere un caffè a Capo di Ponte prima di cominciare a pedalare, ma nel frattempo il richiamo della natura si fa sempre più pressante (l’età...) e così svolgo entrambe le funzioni al bar della stazione, poi è ora di aspettare il treno, che come previsto è uno dei moderni ATR.125.

Stavolta punto dritto sullo spazio bici, che però è già occupato da due MTB che ingombrano anche il passaggio per raggiungere lo spazio invalidi che avevo già utilizzato. Una rapida ricerca e individuo i proprietari, una coppia di turisti tedeschi più o meno della mia età; lui gentilmente sistema la bici in modo da farmi passare e una volta sistematomi scambiamo due parole (per mia fortuna parlano benissimo italiano); scopro così che sono diretti a Edolo e intendono ridiscendere la valle fino a Lovere, sulla sponda bergamasca del lago d’Iseo. Chapeau! Sono più di 60 km, con in più le contropendenze del primo tratto. Cerco di metterli in guardia, suggerendo di aggirare il tratto più brutto percorrendo la statale, ma mi rassicurano di conoscere il percorso per esserci già stati in precedenza. Rinnovo i complimenti e mi godo il resto del breve viaggio.
A Capo di Ponte imbocco la discesa su via Stazione, un viale alberato con la prospettiva sulla Pieve di San Siro, una chiesa romanica dell’XI-XII secolo (informazioni avute dal turista tedesco; è imbarazzante come riescano a conoscere le attrazioni del nostro paese meglio di noi),

e dopo aver attraversato l’Oglio su un ponticello ciclopedonale

mi inerpico per qualche metro nei vicoli acciottolati della frazione Réla

poi mi volto brevemente per una panoramica

e finalmente imbocco il percorso indicato, in leggera discesa e su un’alternanza di sterrato scorrevole e asfalto un po’ ruvido.
     
Dopo neanche 3 km, primo strappetto in salita per riguadagnare una ventina di metri scarsi, fino a un incrocio, dominato dal massiccio della Concarena (2500 m) seminascosto dalle nuvole, dove l’itinerario è ben segnalato.

Un paio di centinaia di metri ed ecco la seconda e ultima contropendenza, un po’ più lunga e ripida della precedente (ma tanto me le faccio a spinta entrambe),

che porta all’attraversamento del torrente Blè, praticamente poco più di un guado sommariamente tombato.

Da qui in poi è tutta discesa, inizialmente ripida e un po’ sconnessa, fino al livello del fiume, fra Cerveno e Losine.

Il percorso è gradevole e tranquillamente pedalabile, solo con qualche dolce saliscendi sotto l’abitato di Losine,

per poi riadagiarsi nel fondovalle a livello del fiume.

All’altezza di Breno, ma a quota sensibilmente minore, si attraversa l’Oglio su un ponte sospeso e si prosegue in riva al fiume. Oltre che da ciclisti (ne ho già incontrati alcuni), la zona è frequentata anche da appassionati di equitazione.

Il percorso alterna tratti ricavati da preesistenti stradine secondarie e altri di nuova costruzione, sempre con pendenze minime e senza mai scostarsi dal fiume.
     
Poco prima di Cividate Camuno, una sorpresa: una galleria ciclopedonale, peraltro ben illuminata, mi offre il destro di sfoggiare la potenza del mio faretto da 350 lumen.
     
All’uscita, dopo un arco che non può non ricordarmi quello dell’impiccagione del fratello di Armonica in “C’era una volta il West”,

un piccolo belvedere offre una bella panoramica sul paese.

A questo punto non è ancora mezzogiorno e mi concedo una breve deviazione per una divagazione fotografica: attraverso il ponte di legno dedicato ai Marinai d’Italia (accanto al quale una lapide ricorda i nomi di quattro ragazzi partiti da questi monti per morire nelle acque di Capo Matapan o dell'Asinara) che collega Cividate a Malegno

e raggiungo la stazione comune ai due paesi, dove stazionano i treni cantiere impiegati nei lavori che richiedono l’interruzione di questo breve tratto di linea dal lunedì al venerdì.
     
La locomotiva della seconda foto è un pezzo di storia, una ex V 200 tedesca, costruita intorno alla metà degli anni cinquanta (come me) per sostituire la trazione a vapore in testa ai treni più veloci.
Da qui in poi la valle è molto più larga e il percorso scorrevole, a tratti gradevolmente ombreggiato, visto che finalmente il sole sta facendo capolino dal cielo grigio.

Dopo aver costeggiato il grande ospedale di Esine, principale polo sanitario della valle, riattraverso l’Oglio e ripercorro un tratto di ciclovia che avevo già fatto qualche anno fa, prima costeggiando la ferrovia

e poi in riva al fiume.

A questo punto nella mia pianificazione ho un po’ esagerato: per seguire più da vicino il fiume, invece di costeggiare il rilevato della statale sul percorso ufficiale, ho tracciato una variante che però si rivela tutto meno che liscia e scorrevole (e per di più il fiume non si vede nemmeno per sbaglio!),
           
ma dopo tutto la biciclettona l’ho comprata proprio per questo genere di strade, no?
Ritrovo infine l’asfalto ai piedi del colle del Castelletto

e ormai comincia a essere ora di mettere le gambe sotto il tavolo. Apro Google Maps per vedere che cosa c’è nei dintorni: appena dietro il colle c’è Boario, non dovrebbe essere un problema.
E invece no: praticamente tutti i ristoranti e trattorie segnalati nei dintorni sono chiusi di domenica e i pochi aperti, o sono lontani o sono alberghi!
Ormai manca veramente poco a Darfo, dove ho lasciato l’auto, e sulla strada sembra esserci una pizzeria aperta (meglio di niente), quindi proseguo. Altra delusione: la pizzeria è chiusa e sembra abbandonata da tempo (Google, aggiornati!), in compenso c'è un bello scorcio sul lungofiume
     
e anche un bel colpo d’occhio sul ponte ferroviario. Mancano pochi minuti al transito del R 940 per Edolo, sarebbe un delitto sprecare l’occasione…

Ultimo attraversamento del fiume, un breve tratto sulla sponda opposta

e poi riprendo la ricerca, ma scopro che purtroppo Darfo offre ancora meno opportunità di Boario e dopo aver inutilmente vagato per una ventina di minuti non mi resta che il Caffè Italia, di fronte alla stazione (non quello della mattina, perché nel frattempo ha chiuso…), per una triste piadina e un’acqua minerale.
     
Da notare che l’acqua minerale Maniva viene dalla fonte omonima di Bagolino, a quasi 130 km di distanza (o 50 ma con in mezzo un passo alto 1600 m), quando lo stabilimento Ferrarelle di Boario ne dista poco più di 2: misteri della logistica…
Riassumendo: un giretto di 30 km, comodamente accessibile col treno, nessuna difficoltà tecnica insormontabile, bei panorami: ci si potrebbe tornare, però con l’accortezza di evitare la domenica, o portarsi i panini da casa!

Vittorio
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Lombardia / Re:Lombardia - piste ciclabili
« Ultimo post by Vittorio il Settembre 28, 2024, 06:25:51 pm »
Le cose sono andate ancora più velocemente di quanto mi aspettassi: da oggi il tratto nuovo della ciclabile Pisogne-Toline è ufficialmente aperto, anche se l’inaugurazione ufficiale avverrà probabilmente a metà ottobre.

Vittorio
6
Brompton / Re:Brompton: prossime novità?
« Ultimo post by Matt-o il Settembre 24, 2024, 12:25:22 pm »
Concordo con la tua analisi. Ma resta bella  ;D
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pompe / Re:Quasi tutto su alcuni gonfiatori
« Ultimo post by Vittorio il Settembre 21, 2024, 10:17:19 am »
Grazie della presentazione ma avrei due domande:
hai avuto modo di verificare la precisione del manometro?
hai un’indicazione del prezzo, anche approssimativa?
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pompe / Re:Quasi tutto su alcuni gonfiatori
« Ultimo post by gialud il Settembre 21, 2024, 10:08:18 am »
                                             Quasi tutto su alcuni gonfiatori.

PRIMA PUNTATA: le pompe da pavimento.

Dopo avere evidenziato nella introduzione il misterioso e dispersivo mondo (non standardizzato) delle valvole iniziamo la prima puntata dedicata ai gonfiatori da pavimento ma prima è d’obbligo, visto che citeremo quasi sempre queste sigle, chiarire la differenza tra Bar e PSI.

La scritta PSI che troviamo sulle coperture indica la pressione massima alla quale esse devono essere gonfiate.

E’ una unità di misura anglosassone che significa “Pound Square Inch” (libbre per pollice quadrato): 453,59 grammi/6,452 cm² rappresentano il valore di una unità PSI.

Per avere il valore in Bar di una pressione espressa in PSI è necessario moltiplicare il numero indicato per 0,068.

Per esempio, se la pressione in PSI è di 105 la stessa pressione convertita in Bar sarà 105x0,068 = 7,14 Bar





















Come avremo modo di vedere nel prosieguo, questo bocchettone di raccordo (ricambio LEZYNE denominato “ABS-1 Pro Hp”) per le sue ottime qualità e adattabilità è stato utilizzato su altri gonfiatori di marca diversa che recensiremo.













                                                     CONCLUSIONI:

1.   Affidabilità e la qualità dei componenti: 8
2.   Durata nel tempo rapportata alla normale usura: 8
3.   Comodità di utilizzo e trasporto: 7
4.   Peso e lunghezza: 7
5.   Compatibilità per l’aggancio ai vari tipi di valvole: 9
6.   Facilità nel pompaggio dell’aria: 7
7.   Possibilità di trovare alcuni pezzi di ricambio adatti al tipo di pompa esaminato: 6
8.   Numero necessario di pompate per portare alla corretta pressione prevista per il tipo di copertone utilizzato: 8

TOTALE PUNTEGGIO: 60

Seguirà la seconda puntata sempre dedicata alle pompe da pavimento.

Saluti
9
Brompton / Re:Brompton: prossime novità?
« Ultimo post by lelebass il Settembre 20, 2024, 09:02:05 am »
La Bromtpon G line bella è bella, ma con quel peso e con quel prezzo si va a scontrare con altre pieghevoli da 20''.

Qualcuno in rete la confronta con Tern BYB, ma per una 20'' robusta (anche troppo visto il peso) e con i freni a disco si può spendere decisamente di meno:

https://www.lastazionedellebiciclette.com/prodotto/tern-link-b8/

Certo non è prodotta in UK. La stessa Tern produce ancora credo la Verge Si8 che somiglia molto come caratteristiche (anche se poco più "economica") alla G line:

https://www.ternbicycles.com/it/bikes/471/verge-s8i

Poi se Tern aggiornasse la Link D8 con i freni a disco ne farebbe una fantastica pieghevole da viaggio, e con il costo di una G line probabilmente che ne starebbero dentro almeno due. Io la sceglierei senza dubbi rispetto alla G line, anche perché permette di montare portapacchi con borse standard, cosa che non so sia possibile con la G line.

Quello che vorrei far notare in genere è che la G line perdendo la compattezza da chiusa, pesando 14 kg e costando quello che costa, entra in un mercato di 20'' "non economiche" che non la rendono esclusiva. Anche Vello ad esempio diventa un'opzione del tutto comparabile, anzi forse più economica.
Poi magari ne venderanno molte, perché sono bravi, ma mentre nel caso della Brompton "tradizionale" con ruote 349 non ci sono alternative della stessa qualità con le stesse caratteristiche, con ruota 406 le cose secondo me cambiano.

Comunque anche io non vedo l'ora di provarne una...  ;D

Ciao,
Daniele
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Brompton / Re:Brompton: prossime novità?
« Ultimo post by Matt-o il Settembre 19, 2024, 01:08:23 pm »
Non sarà la soluzione ideale per intermodalità, ma a me piace un sacco... Sarò di parte...  ;D
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