bicipieghevoli

rassegna stampa => sulla mobilità in generale => Topic aperto da: alek78 - Marzo 31, 2012, 09:52:23 am

Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: alek78 - Marzo 31, 2012, 09:52:23 am
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Marchionne annuncia che le vendite di auto nel mse di marzo 2012 sono scese del 38/40 per cento,
secondo voi è una buona o una cattiva notizia  ?

http://www.repubblica.it/motori/attualita/2012/03/30/news/mercato_auto_al_tracollo_marchionne_lancia_l_allarme-32480718/
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Fero - Marzo 31, 2012, 11:49:40 am
Purtroppo siamo tutti legati a filo doppio all'andamento della produzione industriale.
Il sistema capitalista-consumista nel quale siamo immersi prevede che
se, per qualsiasi motivo (aumento della benzina, risveglio di una coscienza
ecologica, meno soldi da spendere...), il mercato dell'auto si ferma, i primi
a farne le spese siano gli operai che rischiano il posto di lavoro.

In Italia, dove FIAT e l'indotto rappresentano una percentuale importante
del PIL, il problema è particolarmente sentito. O si pensa a un piano
di riconversione della produzione automobilistica in modo da effettuare
un atterraggio morbido, pilotando la riduzione dei volumi, oppure si innesca
la catena della crisi.

Grosso problema, ma prima o poi bisognerà affrontarlo senza continuare
a ricorrere ai palliativi degli incentivi per spingerci a sostituire automobili
ancora perfettamente funzionanti e quindi a sostenerne artificiosamente
la produzione.

Ciao,
fero


Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Gianni65 - Marzo 31, 2012, 10:52:21 pm
La tendenza in Europa è inesorabile perché ormai ci sono più auto che automobilisti, però per il bene del nostro Paese e di chi ci vive (o sopravvive) in questo momento sarebbe senz'altro meglio che calassero le vendite delle auto di importazione e dei grossi SUV. Nel nostro Paese c'è già abbastanza crisi.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: sim1 - Aprile 01, 2012, 10:51:39 am
Buona o cattiva notizia?

Secondo me splendida.

Vi spiego il motivo. Ovviamente il mio ragionamento non vuole essere contro gli operai italiani (mio papà è un operaio in pensione). Ma sono contento che il settore sia in crisi in Italia (e lo è perchè la Fiat abbassa la media Europea).

In Germania la VW ha fatto il record di utile ed è diventata la prima casa automobilistica mondiale superando la Toyota.
La BMW è tranquillamente con un fatturato positivo.
L'AUDI ha fatto il record di vendite nella sua storia.
Queste tre case automobilistiche hanno passato dieci anni di crisi, ma investendo nell'innovazione del loro prodotto e cambiando il modo di gestire le aziende introducendo nelle decisioni (e quindi nel rischio) le associazioni degli operai. Nei momenti di crisi gli operai hanno tirato la cinghia nello stesso modo dei manager.
Bene, quest'anno la VW ha dato un bonus produzione di 7500 euro ad operaio. Ed il manager ha preso la solita percentuale degli utili che però quest'anno è stata quasi 15 milioni di euro.
L'unica fabbrica in crisi è la Mercedes perchè in questi anni ha investito poco sul prodotto, ma si è adagiata sugli allori. Ma ha cambiato rotta, e lo dice anche il suo amministratore.

Quindi non è un problema di numero di macchine, anche perchè la media di possessori di automobili negli altri paesi è simile alla nostra. Se mi danno la possibilità di cambiare la mia macchina con una più performante (ed economica/ecologica) mi pare più che ovvio che la cambierei, ma in Italia, a causa del gruppo FIAT, ciò non è possibile.

Spiegatemi il motivo logico per cui una VW, BMW, AUDI nel paese dove la producono costa meno ed invece le macchine del gruppo FIAT costino uguale (se non di più) in Italia. E non mi venite a dire la solita frase "perchè gli operai italiani hanno uno stipendio più alto" visto che il nostro è metà degli altri stati.

Quindi io spero vivamente che, o si danno una svegliata, o l'Italia capisca che il futuro non è l'automobile FIAT nè l'edilizia (ed io son un ing. Edile).

Saluti!

P.S. se avete opinioni diverse dalle mie mi piacerebbe discuterne.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: beaturbano - Aprile 02, 2012, 10:43:46 am
l'altro giorno sentivo che il pil del 2012 è sotto le aspettative e che i consumi sono in picchiata.
secondo il loro modo di ragionare se il pil è basso io sono più povero.
da dicembre non ho consumato un solo litro di benzina, ho riso ad ogni aumento, ho risparmiato e ho fatto moto.
ho riattivato i muscoli risparmiando sulla palestra e ho dato una mano all'ambiente.
da novembre compro quasi tutto tramite gruppo di acquisto popolare: risparmio, mangio meglio, abbatto la filiera comprando quasi tutto a 0km, pago il contadino il giusto. ci guadagniamo i produttori (il contadino, il pastaio, il casaro), io e l'ambiente. ci perdono le multinazionali dell'alimentazione, i petrolieri, e quelli che non fanno ma comprano e rivendono ricavandoci il proprio ingiustificato guadagno.
Da ottobre ho smesso di fumare: i miei polmoni ringraziano, lo Stato no perché ha dovuto rinunciare al guadagno immediato sul pacchetto di sigarette e quello a lungo termine delle spese sanitarie per curarmi più in la quello che mi sono procurato ieri.
Il Pil si è abbassato. Io non mi sento più povero. E neanche in colpa.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Marcopie - Aprile 02, 2012, 11:56:57 am
Secondo me notizia ottima.
Come popolo siamo incapaci di rinsavimento, ma i limiti del pianeta possono darci una mano a comportarci meglio.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: catorcio - Aprile 21, 2012, 10:23:13 pm
da una parte sono contento per Marchionne,dall'altra mi dispiace, perchè se andiamo avanti cosi mi devo vendere anche la bici.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: sim1 - Aprile 21, 2012, 10:38:26 pm
Concordo in pieno con catorcio.

Marchionne però, prima di emigrare da dove è venuto potrebbe regalarti un'ambasciatrice del design italiano (guardare post relativo...)
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Maggio 05, 2012, 11:13:24 am
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Citazione
(http://cdn.ecologiae.com/wp-content/uploads/2012/05/biciclette-a-new-york-300x148.jpg)

Missione compiuta, o quasi, per l?amministrazione cittadina di New York. Da anni infatti i vari sindaci che si sono succeduti hanno tentato in tutti i modi di ridurre il traffico automobilistico. Trattandosi della città con più anime, comprendendo non solo gli abitanti, ma anche i milioni di pendolari che ci lavorano, farli girare tutti in auto sarebbe stato un disastro. E così, dopo aver potenziato i trasporti pubblici e deciso di innalzare a dismisura le tariffe dei parcheggi, ora la mossa vincente è stata quella di favorire le biciclette.
Secondo un recente studio del New Jersey Department of Transportation infatti, il numero delle due ruote ha ripreso a salire dopo la quasi ?estinzione? del dopoguerra, quando il benessere economico ha fatto registrare il boom delle automobili ed ha di fatto tolto dalla strada le bici. Oggi in parte questo benessere è venuto meno, in parte le limitazioni, ma soprattutto le varie associazioni ed iniziative in favore delle due ruote hanno riportato la bici di moda. Una moda che sembra non debba finire almeno per ora.
Tornando allo studio, sembra che all?interno dei confini dell?area metropolitana di New York che porta fuori città nel momento di picco, e cioè il sabato pomeriggio, le biciclette siano il 47% dei veicoli in giro per le strade, cioè quasi quanto le automobili. In un periodo di tre giorni invece nella stessa zona il numero medio di biciclette è il 35%, più di un terzo dei veicoli.
Ci sono momenti in cui nella Route 9W si contano praticamente lo stesso numero di biciclette e di veicoli a motore. E? importante che i funzionari pubblici soddisfino questa domanda con infrastrutture adeguate per girare in bicicletta al sicuro

ha affermato Paul Steely White, direttore esecutivo di Transportation Alternatives. E se ci riesce New York
non vediamo perché non ci dovremmo riuscire anche noi che siamo più ecologisti come popolo.
Citazione
Fonte: http://www.ecologiae.com/biciclette-new-york-quanto-auto/56512/
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: beaturbano - Maggio 05, 2012, 08:07:52 pm
perché non ci dovremmo riuscire anche noi che siamo più ecologisti come popolo.

la vedi la foto?  ::) la vedi la gente tutta a sinistra che se ne sta nel proprio spazio al sicuro?  ::) la vedi la pista ciclabile che è solo disegnata eppure è sgombra ed occupata solo da ciclisti?  ??? ecco, questa foto non potrebbe essere stata mai scattata in italia.  :-[ :-X :'( >:(
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Sammy Street Style - Maggio 06, 2012, 02:17:01 am
Ce anche da dire che negli USA, le leggi sono più severe che qui in italia e vengono rispettate e fatte rispettare!!!
Chi trasgredisce, va in galera (e non per modo di dire!!), non ci pensano tanto su!!!
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Slot - Maggio 06, 2012, 10:49:55 am
perché non ci dovremmo riuscire anche noi che siamo più ecologisti come popolo.

la vedi la foto?  ::) la vedi la gente tutta a sinistra che se ne sta nel proprio spazio al sicuro?  ::) la vedi la pista ciclabile che è solo disegnata eppure è sgombra ed occupata solo da ciclisti?  ??? ecco, questa foto non potrebbe essere stata mai scattata in italia.  :-[ :-X :'( >:(

E' vero!!!  ;D
A me capita spesso di transitare su marciapiedi magari larghissimi, la gente cammina tutta sulla pista ciclabile disegnata per terra.
A volte mi domando se dovrei esortare la gente a camminare nei propri spazi (e dare inizio magari a qualche discussione) oppure lasciar peredere.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: beaturbano - Maggio 07, 2012, 10:03:23 am
per forza, una passeggiata sul red carpet non se la vuole negare nessuno!

io non mi sposto mai, o si spostano o li travolgo dopo aver suonato. suono all'ultimo momento, per non dargli il tempo di mandarmi a quel paese. vedo ciclisti che si spostano sulla parte riservata ai pedoni quando incontrano i pedoni sulla pista ma non lo trovo giusto, né educativo.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Fero - Maggio 07, 2012, 03:28:37 pm
Assolutamente d'accordo:
stirarne uno per educarne cento!

:)
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: occhio.nero - Maggio 07, 2012, 03:42:43 pm
Io invece uso il campanello per avvisare della mia presenza, in modo che la pista venga liberata per tempo .
Poi sorrido e ringrazio.
:)


-------------------

da altra discussione:

Un futuro senza auto?
da Internazionale (http://www.internazionale.it/notizie/ric-beziat/2017/03/29/futuro-senza-auto) del 29 marzo 2017

“Vogliamo rimettere l’auto al posto giusto”: è così che Najdovski spiega la politica in corso a Parigi, che non passerà senza resistenze e polemiche in quanto prevede la chiusura al traffico automobilistico di una parte di strada sulla riva destra della Senna, provvedimento entrato in vigore dall’estate del 2016.

Parigi non è la prima grande città a lanciarsi nella limitazione delle automobili. In Europa – dal piccolo centro urbano alla grande metropoli – sempre più città stanno proponendo disposizioni antiauto: divieto di transito nel centro storico, pedaggi per entrare, zone riservate ai veicoli elettrici. Questi sono solo alcuni degli esempi: Oslo vieterà l’ingresso alle automobili nel centro storico a partire dal 2019; Pontevedra, una città costiera della Galizia, in Spagna, ha fatto praticamente sparire le auto dal suo perimetro urbano; Stoccarda vieterà le auto diesel dall’anno prossimo; Parigi farà lo stesso entro il 2020. La tendenza è forte, a livello mondiale.

Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: beaturbano - Maggio 07, 2012, 05:16:20 pm
Io invece uso il campanello per avvisare della mia presenza, in modo che la pista venga liberata per tempo .
Poi sorrido e ringrazio.
:)

è una cosa che faccio anche io, ma la maggior parte delle volte utilizzano il tempo che gli do per guardarsi intorno, rendersi conto che c'è spazio per essere circumnavigati e non si spostano.
ps: non voglio essere frainteso, "li travolgo" era per modo di dire... diciamo che se vedo che non si spostano di proposito gli passo un po' vicino ma non troppo...
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: occhio.nero - Maggio 08, 2012, 07:57:54 pm
gli passo un po' vicino ma non troppo...

attento al lato oscuro della bici (pieghevole)  :D
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: beaturbano - Maggio 09, 2012, 09:39:55 am
gli passo un po' vicino ma non troppo...

attento al lato oscuro della bici (pieghevole)  :D
hai ragione, devo usare la forza in modo positivo. il lato oscuro pieghevole non vincerà. altrimenti poi la forza diventerà sforzo!
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Sbrindola - Maggio 09, 2012, 01:18:43 pm
e siccome non erano ancora abbastanza, ecco la nuova iniziativa

New York: Bike Sharing con Mega Finanziamento della Banca (http://www.amicoinviaggio.it/new-york-bike-sharing-con-mega-finanaziamento-della-banca/)

nche New York avrà il bike sharing. E siccome agli americani, si sa, piace fare le cose in grande, il sindaco Michael R. Bloomberg ha ufficializzato nella giornata di lunedì il raggiungimento di un accordo con la banca Citigroup per sponsorizzare il più imponente servizio di bici a noleggio degli Stati Uniti, con un investimento pari a 41 milioni di dollari.
I numeri annunciati della nuova flotta a pedali parlano di 600 stazioni di prelievo alimentate a pannelli solari e circa 10 mila biciclette.

Il nuovo servizio si chiamerà Citibike e sarà disponibile dalla prossima estate a Manhattan e nei distretti di Brooklyn e Queens. Il primo cittadino della Grande Mela ha dichiarato che il nuovo bike sharing non riceverà un dollaro di fondi pubblici e rappresenta un?importante occasione di miglioramento della mobilità a New York: ?ci saranno meno auto in circolazione e metropolitane e mezzi pubblici più liberi?.

Le nuove biciclette blu in dotazione sono simili per tipologia a quelle del bike sharing londinese sponsorizzato dalla Barclays, molto pesanti e con il logo della banca su una parte di telaio che copre per metà la ruota posteriore. L?abbonamento annuale al servizio avrà un costo di 95 dollari, oppure, per periodi più brevi, 25 dollari a settimana o 10 al giorno. Per quanto riguarda i tempi di noleggio, gratuiti i primi 45 minuti in caso di abbonamento annuale e i primi 30 per quello settimanale.
Infine, per scongiurare i tentativi di eludere il servizio ? ha spiegato il commissario ai trasporti Jannette Sadik-Kahan ? al termine del tempo gratuito a disposizione scatterà un intervallo di qualche minuto che ne renderà impossibile l?utilizzo.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Agosto 11, 2012, 11:25:33 am
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Il mercato dell'auto è in crisi nera. Aiuti, sussidi, sgravi e incentivi, sono ormai puro accanimento terapeutico. Storia di una crisi che nessuno sembra avere la volontà di affrontare. E, magari, superare.

Qui si parla di bicicletta, non ci piove.

A volte, però, questioni che apparentemente non c?entrano nulla prendono strade che, alla fine, vanno a incrociarsi e a sovrapporsi con quelle delle biciclette. Una di queste, per esempio, è l?Area C milanese che settimana scorsa è stata sospesa in seguito a una sentenza del Consiglio di Stato volta a tutelare gli interessi economici di un parcheggio del centro, danneggiato economicamente dal provvedimento dell?amministrazione comunale. E pazienza se il provvedimento aveva portato a una riduzione di inquinamento, traffico e incidenti. Questi sono interessi secondari. No comment.

Un?altra questione su cui invece vorrei soffermarmi un attimo sono i dati delle immatricolazioni degli ultimi mesi. Già, si parla di automobili. A giugno ci sono state 128.388 immatricolazioni (il 24,4% in meno rispetto al 2011). A luglio, ed è notizia di ieri, le nuove auto consegnate sono state 108.826 (-21,4%). Il rosso vivo degli ultimi mesi non è un fulmine a ciel sereno, ma una tendenza che, dall?inizio dell?anno, si è attestata intorno al 20%, con una perdita nei primi sette mesi del 2012 di quasi un milione di nuove immatricolazioni.

A questi dati fanno eco dichiarazioni che destano sconcerto. Ma anche ilarità. Jacques Bousquet, Presidente dell?Unrae, l?Unione nazionale rappresentante autoveicoli esteri, sostiene che: «La pausa estiva trova il settore auto con 230.000 vetture perse rispetto allo scorso anno e lo Stato con 1,5 miliardi di euro di mancato introito Iva, conseguenze di una serie di leggi inefficaci per le finanze dello Stato, come il superbollo e l?aumento delle Imposte provinciali di trascrizione, ma devastanti per il mondo dell?auto». Per l?Anfia, Associazione nazionale filiera industria automobilistica, la preoccupazione è «che il piano di sostegno al settore automotive varato in Francia, in assenza di interventi analoghi in Italia, contribuisca ad accentuare il gap competitivo del nostro sistema paese nel confronto europeo». Non si è fatta attendere neppure la reazione di Federauto, per voce del suo presidente Filippo Pavan Bernacchi: «Il mercato degli autoveicoli in Italia è entrato in un tunnel di cui non si vede l?uscita. Anzi, grazie ai disincentivi varati dal Governo Monti e del completo disinteresse del mondo politico rispetto ai temi della mobilità, il tunnel dell?automotive rischia di crollare seppellendo un comparto che occupa, con l?indotto, 1.200.000 addetti, partecipa al gettito fiscale nazionale per il 16,6% e ha un fatturato pari all?11,4% del Pil».

Non vado avanti, anche se l?elenco delle associazioni che tutelano gli interessi dell?industria automobilistica è ancora lungo. Tanto il tono e i contenuti sono più o meno sempre gli stessi. In sostanza: di automobili non se ne vendono più, lo Stato ci aiuti a tirare avanti. C?è un piccolo problema, però. Secondo gli ultimi dati dell?Aci, in Italia, circolano oltre 37 milioni di automobili, il che significa oltre 600 auto ogni mille abitanti, neonati, non vedenti e incapaci di intendere e volere compresi. Un dato che ci pone al primo posto in Europa per tasso di motorizzazione (in realtà siamo secondi dietro al Lussemburgo, che però fa poco testo vista l'inconsistenza dei suoi numeri). E allora, mi domando, a chi le dobbiamo vendere le nuove automobili? E, poi, dove potremmo metterle visto che le città esplodono? Nessuno, tra i tanti che in questi giorni (e negli ultimi mesi) riflettono sulla crisi dell?auto, si azzarda a porsi queste semplici domande. Nessuno prende atto che la curva è destinata inevitabilmente ad appiattirsi, per ragioni economiche, ma anche culturali. Nessuno riflette sul fatto che il trasporto pubblico italiano, uno dei più sgangherati d?Europa, rappresenti una grande possibilità di investimento nel momento in cui le persone sembrano pronte a rinunciare all?automobile.

Nessuno, infine, pensa che molte aziende automobilistiche erano nate per fare tutt?altro. La Rover, per esempio, costruiva biciclette.

PS - Giuro, il fatto che abbia scritto di auto nella stessa settimana in cui Quattroruote si è occupata di biciclette è un puro caso.

fonte: http://blog.wired.it/labicicletta/2012/08/03/lauto-e-morta-lo-dicono-i-numeri.html
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Hopton - Agosto 11, 2012, 12:16:05 pm
Non conoscevo questo blog, interessante, grazie per la segnalazione.  :)
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Madeira - Settembre 17, 2012, 02:51:24 pm
http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/caro_benzina_crisi_bicicletta_bici_mezzi_alternativi/notizie/219941.shtml (http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/caro_benzina_crisi_bicicletta_bici_mezzi_alternativi/notizie/219941.shtml)
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Inserito da: beaturbano - Settembre 17, 2012, 03:06:16 pm
in uno Stato normale l'amministrazione pubblica leggerebbe questo trend come una cosa positiva e lo asseconderebbe con investimenti adeguati...
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: catorcio - Settembre 17, 2012, 04:59:12 pm
la causa purtroppo non è positiva, quando (se) supereremo questa crisi gli efetti potrebbero essere molto positivi,perche la gente si abituera ad usare la bicicletta ed anche se torneranno momenti migliori continuera ad usarla.io se fossi la Fiat prenderei la palla al balzo e mi occuperei seriamente di biciclette, rotamando la Fiat 500 Pop e facendo dei modelli all'altezza del gusto itallico.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Hopton - Settembre 17, 2012, 08:53:32 pm
la gente si abituera ad usare la bicicletta ed anche se torneranno momenti migliori continuera ad usarla.
Speriamo che vada così.  ::)
Nel caso degli americani, sarebbe anche interessante vedere se alla fine questa lunga crisi li indurrà, oltre a comprare qualche bicicletta in più, ad assumere comportamenti "innovativi" tipo andare in giro con auto di "soli" 2000 cc di cilindrata anziché di 6000/7000 cc, o in estate regolare il condizionatore a 23/24 gradi anziché a 18. Ma forse questo sarebbe sperare davvero troppo...
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: beaturbano - Settembre 18, 2012, 10:15:13 am
chi fa una scelta perché costretto, appena potrà ritornerà per la strada vecchia, vedrete. vuoi perché si è di nuovo capaci di spendere, vuoi perché ci si è rassegnati o abituati.
lo vedo in queste ultime 2 settimane a torino: nonostante non sia migliorato nulla (come potrebbe) le persone hanno ripreso l'auto e io osservo meno bici di giugno e luglio scorsi.

in uno stato illuminato, in cui oltre all'impatto immediato della minor vendita delle auto si calcolano anche le spese sanitarie diminuite, la qualità dell'aria migliorata, il tempo di usura delle strade ridotta, il benessere fisico della popolazione più in forma e pronta a reagire alle avversità, e chissà quante altre cose positive innescate dall'uso incrementato della bici e del mezzo pubblico in altrenativa all'auto, l'amministrazione dovrebbe cogliere l'occasione (in questo senso ho parlato di positività) per trasformare quella che è una necessità (dovuta a cause negative) non troppo comoda in una opportunità, investendo in infrastrutture, in promozione, in industria della bici (in italia abbiamo il 30 o più % della produzione di bici e componenti e accessori per bici del mercato mondiale, perché non valorizzarlo?)

in tale maniera non appena la benzina scenderà, o la "crisi" sarà finita (!), il cittadino costretto ad andare in bici non scapperà subito alle vecchie abitudini ma continuerà ad usare la bici incentivato dai benefici che avrà osservato e di cui avrà giovato.

un'amministrazione lungimirante è quella che non subisce i cambiamenti della società ma li asseconda e li incanala in un flusso virtuoso.

Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Settembre 18, 2012, 11:34:37 am
chi fa una scelta perché costretto, appena potrà ritornerà per la strada vecchia, vedrete.
Solo un piccolo appunto se me lo permetti su questa frase, dispiace per chi agisce in questo modo ma le risorse oltre che ad essere limitate sono in via di esaurimento e non avremo possibilità di "ritornare indietro" di "superare la crisi", per ricreare le falde petrolifere ci vogliono secoli ed il petrolio è agli sgoccioli. E lasciatemelo dire almeno qui, nonostante possa capire le conseguenze che questo sistema economico porta sulle persone ma la crisi è il giovamento più grande per noi stessi e per la terra. Uno può dire..si ma le auto elettriche? se tu guardi il ciclo produttivo, di consumo e di smaltimento di una macchina elettrica -considerando il ritmo di produzione attuale- dipende sempre grosso modo dal petrolio ed in linea generale è insostenibile. Spero non perchè costretti o con l'acqua alla gola ma consapevoli dei cambiamenti dovremo cambiare radicalmente modo di vivere, siccome io credo nell'homo sapiens e vedo -partendo da questo forum- un cambio di abitudini, io penso che la consapevolezza abbraccerà chi ha il coraggio di guardare il mondo in una prospettiva diversa, nonostante le apparenze.  ;)
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: beaturbano - Settembre 18, 2012, 12:03:50 pm
ma io sono completamente d'accordo con te! immaginavo, da pessimista che sono, il ragionamento di quelli che non vedono al di la del proprio naso, che credono che una crisi possa finire come è cominciata senza lasciare sul terreno enormi cambiamenti. il ragionamento che hai esposto tu dovrebbe essere abbracciato da un'amministrazione, libera di operare da lobbies, falsi miti, ignoranza e idee retrograde.
un'amministrazione che riesca a guidare e aiutare chi da solo non ce la fa a capire che cambiare il proprio stile di vita vuol dire progredire.
ma visto che siamo in italia, che si è costretti a vedere che le cose virtuose vengono ostacolate e osteggiate se non arricchiscono caio o non fanno fare bella figura a tizio, dobbiamo essere noi, con il nostro modo di vivere, ad avere la convinzione di poter cambiare le cose, dando il buon esempio, "diffondendo il verbo", innescando un circolo vizioso positivo.
e infatti siamo qui a parlarne. noi siamo l'unica speranza che mi rimane.  :D
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Inserito da: occhio.nero - Settembre 18, 2012, 01:11:30 pm
Cosa fa un imprenditore che ha saturato un mercato? Si riconverte per sintonizzarsi sulle nuove esigenze di una società che cambia?...No, molto più facile fare le valigie e spostarsi su un altro  territorio da ingolfare.

"[...] la gente non ha più potere d'acquisto, magari ha perso il lavoro, i risparmi se ne sono andati, non ha prospettive per il futuro. Ci rendiamo conto? L'auto nuova è proprio l'ultima cosa, non ci pensano nemmeno, si tengono la vecchia ben stretta. [...]"

(Ezio Mauro intervista Marchionne, Repubblica 18.9.12 (http://www.repubblica.it/economia/2012/09/18/news/fiat_intervista_marchionne-42748612/))
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: beafolding - Settembre 18, 2012, 01:12:48 pm
Avevo letto da qualche parte che anche a Copenhagen, durante gli anni settanta, la FIAB locale dovette darsi parecchio da fare, con numerose proteste, per ottenere attenzione e, quindi, soldi e infrastrutture. Insomma il processo di conversione non è automatico né indolore.
Forse è il caso di spingere, di fare lobby, di rompere le scatole agli amministratori delle nostre città (sono convinta che la realtà locale abbia un ruolo privilegiato nella spinta al cambiamento), di collaborare con le scuole e offrire nuovi possibili modelli di riferimento che non siano l'auto piccoletta da guidare senza patente a 16 anni per esempio!
E poi...rompere il muro dell'ignoranza: in ferie parlando con un ex amministratore comunale di mobilità sostenibile, come al solito è venuto fuori il lamento dei soldi mancanti, del comune in difficoltà, che non si riescono ad assicurare i servizi primari figuriamoci le ciclabili. Quando gli ho detto che ciclabile può essere anche una porzione di carreggiata delimitata da una striscia bianca e due segnali, quello verticale blu e la bici bianca in terra, mi ha guardato come se avessi pronunciato una verità universale. Poi però ha fatto spallucce perchè, in fondo, chi usa la bici è uno di quelli alternativi no global anticonformisti forse pure comunista vegetariano animalista bizzarro ecc. ecc. che magari manco va a votare per protesta.

Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Val_Ter - Settembre 18, 2012, 01:29:20 pm
Il mercato dell'auto e' in fase decrescente, ma la fine dell'auto e' ancora ben lontana. Il fatto che non si vendano piu' auto significa che vengono tenute in esercizio quelle vecchie, e in giro il traffico e' sempre lo stesso. E' vero che per avvertire la differenza non basta un 10% di auto in meno in circolazione, percentuale che sembra venir fuori dalla contrazione dei consumi pertoliferi ( vedi qui (http://mondoelettrico.blogspot.it/2012/09/ancora-piu-giu-i-consummi-di-petrolio.html)) ma servirebbe almeno un buon 50%, ma e' anche vero che se andiamo a vedere i dati sul traffico ad esempio a Torino (qui (http://www.5t.torino.it/5t/it/traffico/flussi.jsp)) non si rileva alcuna contrazione, neppure minima.
A mio avviso l'unico evento che potra' diminuire il traffico in tempi brevissimi sara' un'improvvisa penuria di carburanti, con inevitabile ricorso al razionamento.
L'auto morira' di sete, non certo per spontaneo abbandono.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: catorcio - Settembre 18, 2012, 01:30:09 pm
(e io osservo meno bici di giugno e luglio scorsi.) non sarà perche sono finite le ferie?
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Val_Ter - Settembre 18, 2012, 01:50:07 pm
(e io osservo meno bici di giugno e luglio scorsi.) non sarà perche sono finite le ferie?

Temo che molte di quelle bici acquistate siano finite, passato il primo momento di entusiasmo, su qualche balcone o in cantina. E poi si sa che da settembre fa freddo, e andare in bici non si puo' piu'.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: beaturbano - Settembre 18, 2012, 02:13:28 pm
i dati parlano di una rottamazione maggiore rispetto alla vendita di nuovo e usato. evidentemente c'è chi si è sbarazzato della seconda (o terza, sic!) auto senza rimpiazzarla.
a Torino c'è una politica strana: si raddoppia il costo del parcheggio in centro per incentivare a lasciare l'auto a casa e poi si aumentano in contemporanea il costo del biglietto dell'autobus, così che a conti fatti le cose non sono cambiate di molto.
poi mettici una certa resistenza storica alle cose che vanno in direzione contraria alla normalità storica....

è cronaca di oggi: http://torino.repubblica.it/cronaca/2012/09/16/news/fiat_stoppa_il_car_sharing_elettrico_offerto_da_mercedes_e_renault-42619144/ (http://torino.repubblica.it/cronaca/2012/09/16/news/fiat_stoppa_il_car_sharing_elettrico_offerto_da_mercedes_e_renault-42619144/)

Citazione
Fiat stoppa il car sharing elettrico offerto da Mercedes e Renault
Le due case automobilistiche hanno proposto un servizio chiavi in mano. Il Lingotto si è opposto. L'assessore Enzo Lavolta: "L'azienda dovrebbe essere una risorsa, qui invece è un tappo"

"Le città che ospitano le sedi delle principali case automobilistiche  -  sostiene Lavolta  -  trovano in queste un partner per lo studio e la realizzazione di sistemi di mobilità intelligente. Per tutti la mobilità sostenibile è un impegno e un fiore all'occhiello, che fa crescere anche il sistema dell'indotto. A Torino tra l'altro si concentrano grandi capacità competitive. Le auto che vengono utilizzate a Parigi sono prodotte dalla Cecomp di La Loggia. Volkswagen per cercare innovazione non è andata in America, India e Cina, ma è venuta ad incontrare 30 aziende piemontesi. La Fiat su questo particolare filone però non investe".
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Sbrindola - Settembre 18, 2012, 02:24:50 pm
a Torino c'è una politica strana: si raddoppia il costo del parcheggio in centro per incentivare a lasciare l'auto a casa e poi si aumentano in contemporanea il costo del biglietto dell'autobus....

a cui va aggiunta la "razionalizzazione" delle corse .... leggi tagli, basta leggere QUI (http://www2.lastampa.it/2012/09/13/cronaca/meno-corse-orari-precisi-e-davvero-cosi-CTLy4sPz6mj7evChT5TQ8O/index.html)
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Rick - Settembre 18, 2012, 05:04:36 pm
Se alzare il prezzo del biglietto servisse ad avere un servizio almeno decente ben venga... ma dubito che sia così. Ho visto un servizio su un tg regionale e parlavano di un aumento delle vendite di biciclette pari al  70%!! Qualcosa si sta muovendo...
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: beaturbano - Settembre 18, 2012, 05:12:52 pm
Se alzare il prezzo del biglietto servisse ad avere un servizio almeno decente ben venga... ma dubito che sia così. Ho visto un servizio su un tg regionale e parlavano di un aumento delle vendite di biciclette pari al  70%!! Qualcosa si sta muovendo...
si, alla fine la bici è l'unica risposta plausibile all'aumento dell'autobus e del parcheggio e della benzina. ma molti, dopo l'acquisto della bici da 70euro al supermercato (investimento basso), appena si renderanno conto che la ciclabilità è difficoltosa e lo spazio te lo devi ritagliare, che nulla ti è dovuto e che sei considerato un ospite per strada, come cercavo di dire nell'altra discussione, ne rimarranno scoraggiati.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Hopton - Settembre 18, 2012, 05:45:26 pm
a cui va aggiunta la "razionalizzazione" delle corse .... leggi tagli, basta leggere QUI (http://www2.lastampa.it/2012/09/13/cronaca/meno-corse-orari-precisi-e-davvero-cosi-CTLy4sPz6mj7evChT5TQ8O/index.html)
Leggendo quest'articolo ho rivissuto anni di tribolazioni, la dinamica è sempre quella, non importa che nel mio caso si trattasse di Monza: corse sempre più diradate anno dopo anno, mezzi che arrivano con 30 minuti di ritardo e seguiti a ruota dal successivo (quindi uno dei due viaggia vuoto), orari cambiati senza poter trovare alcuna informazione attendibile alle fermate. Ogni tanto ho dei flashback e rivivo l'incubo, poi mi ricordo che ho una pieghevole e tiro un lungo sospiro di sollievo. :)
A proposito, giovedì scorso ero in un paesino sul lago di Zurigo per lavoro: all'ora di punta (dalle 7:30 alle 8:00) era impressionante quante poche macchine ci fossero in giro, e stiamo parlando di aree densamente popolate e piene di attività industriali e commerciali. In quelle zone si ha veramente l'impressione che l'auto privata sia giunta all'epilogo. Ovunque una miriade di mezzi pubblici e di bici... Un sacco di gente che abbina bici con trenini regionali, che vanno ovunque con cadenze di 15 minuti nelle ore di punta, di 30 min. negli altri orari, e viaggiano anche di notte. Mi chiedo quanti anni ci vorranno prima che l'Italia colmi il gap con l'Europa più avanzata.
Per finire, vi mostro un'immagine più che eloquente relativa al mio viaggio:
(http://img.tapatalk.com/d/12/09/18/yjymy4eb.jpg)
La didascalia dice "Sattelfest für unsere Stadt", cioè "saldamente in sella per la nostra città". In pratica questa signora è candidata come consigliera comunale al municipio di Jona-Rapperswil, e per fare la sgargiante con una foto che mostri che lei è una persona splendida e degna di essere votata
ha pensato bene di farsi ritrarre in sella a una bici. Ovviamente è solo un manifesto elettorale e la signora in questione potrebbe benissimo essere un politico bugiardo che finge di andare in bici ma in realtà si muove solo in suv, noi non possiamo saperlo. Ma il punto è che lì per apparire credibili ci si mostra in bici, vi rendete conto?
Mario
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: alek78 - Settembre 18, 2012, 06:35:01 pm
Piccolo spaccato del misero pensiero italico:

[...] i piccoli consumatori risparmiano e i consumi di gasolio e benzina inevitabilmente calano,
anche perché chi è al volante, Tutor o non Tutor, ormai ci va col piede ?leggero?.
Addirittura, come leggete oggi in un?altra sezione del nostro sito,
nel 2012 sono aumentate le vendite di biciclette, nuove ed usate,
di ben 200 mila pezzi (sui 2 milioni totali)!


http://motori.ilmessaggero.it/motori/economia/news_calano_in_italia_consumi_carburante_ma_il_fisco_incassa_di_pi/notizie/219997.shtml

Ragazzi, qui si parla di "ADDIRITTURA", cioè signoramia dove andremo a finire
ma che razza di affermazione sarebbe >:( >:(
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: INTERmodale - Settembre 18, 2012, 06:45:19 pm
Per il viaggio di nozze io e mia moglie abbiamo scelto la norvegia con una tappa di due giorni a copenaghen. La cosa che piú ci ha colpiti è lo stupore che abbiamo provato nel visitare una città "civile". Una città, copenaghen, a misura d'uomo e, soprattutto, di bicicletta. In metro e nei treni tradizionali si viaggia con le bici normali (sono talmente spaziosi che ci stanno tranquillamente).
Piste ciclabili IN OGNI VIA della città, parcheggi per bici disseminati ovunque. Li i padroni sono i cliclisti (e i tassisti a dire il vero). Una realtà così l'avevo vissuta solo ad amsterdam. Io amo l'italia e adoro milano, ma quando vedo queste cose mi monta una rabbia mista allo sconforto che non vi posso dire. Qui ti mandano a quel paese se fai notare ad un pedone che sta passeggiando su una ciclabile, li c'è convivenza civile e rispetto per tutti (a parte i tassisti che sono odiati da chiunque). Allora mi domando, arriveremo mai ad avere anche solo un decimo della loro civiltà? Io ci spero tanto (per natura sono ottimista).
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: DJ - Settembre 18, 2012, 07:02:36 pm
Io l'estate 2001 l'ho passata ad Amsterdam e Copenaghen, il top per le due ruote...Come li rimpiango... :'(
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Settembre 18, 2012, 10:46:33 pm
La nota stampa dell'Ancma (Associazione nazionale dei produttori di biciclette) per l'apertura dell'Esposizione Internazionale del Ciclo di Verona segnala un sensibile aumento della vendita di biciclette in Italia - nel 2012 sono state vendute oltre 2 milioni di biciclette, con un incremento di oltre 200.000 pezzi rispetto al 2011.
Questa crescita si pone in parallelo al significativo calo di acquisti di auto nuove.
D'altra parte con il costante incremento del costo dei carburanti la spesa per i trasporti è diventata, ormai dal 2011, la principale voce di spesa delle famiglie, superando anche la spesa per l'alimentazione.
Una parte crescente di italiani, specie nelle città e nelle regioni dove esiste una maggiore predisposizione all'uso della bicicletta, facilitata dalla presenza anche di un minimo di infrastrutture, si rivolge alla bicicletta per gli spostamenti quotidiani, per il tempo libero e per il turismo.
E' il segno che la crisi costringe a ripensare l'organizzazione della mobilità e ci spinge verso i modelli dell'Europa sviluppata del centro nord, dove le biciclette sono più numerose e più usate dell'automobile.
Quello che preoccupa in Italia è che la politica governativa, anche quella più seria, che dice di guardare all'Europa, nonostante la lettera di sostegno di Monti all'iniziativa Salvaciclisti, non ha ancora messo in agenda piani e progetti ambiziosi per avvicinarsi, anche per la mobilità ciclistica, ai paesi più virtuosi.
L'esempio, anche in questo caso potrebbe venire dalla Germania, dove il ministro dei trasporti del governo della cancelliera Angela Merkel ha presentato recentemente il "Piano nazionale della mobilità ciclistica 2020", con l'obiettivo ambizioso di aumentare ancora di più la rete delle infrastrutture ciclabili, e quindi la sicurezza per i ciclisti e la diffusione dell'uso della bicicletta.
In Italia, solo alcune regioni si stanno muovendo in questo senso, e ci auguriamo che la Toscana, grazie alla recente legge regionale 27/2012 e con il PRIIM in via di definizione, voglia seguire gli esempi virtuosi e davvero sostenibili dei paesi del centro e nord Europa e quindi progetti per il 2020 un Granducato davvero a misura di bicicletta.

fonte: http://www.greenreport.it/_new/index.php?lang=it&page=default&id=17843

la frase sottolineata esige dei dati che mi piacerebbe vedere, se qualcuno ha i dati segnali  :)
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Ragadorn - Settembre 19, 2012, 10:57:12 am
Per il viaggio di nozze io e mia moglie abbiamo scelto la norvegia con una tappa di due giorni a copenhagen.
[STAFF: la citazione riportata è stata rimossa per non  appesantire la lettura  :-\ Per non abusare del comando  "citazione" leggete qui (http://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=2420.0) ).  La comunità vi ringrazia. ;) ]

Io non ci sono mai stato ma mi ha sempre intrigato, è molto costosa copenaghen come città? (ovviamente viaggiando senza pretese di 5 stelle eh :P)
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: INTERmodale - Settembre 19, 2012, 12:29:44 pm
[STAFF: la citazione riportata è stata rimossa per non  appesantire la lettura  :-\ Per non abusare del comando  "citazione" leggete qui (http://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=2420.0) ).  La comunità vi ringrazia. ;) ]
Io non ci sono mai stato ma mi ha sempre intrigato, è molto costosa copenaghen come città? (ovviamente viaggiando senza pretese di 5 stelle eh :P)

Ti rispondo in privato così non intasiamo il forum :)
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Gianni65 - Settembre 19, 2012, 09:52:31 pm
Cosa fa un imprenditore che ha saturato un mercato? Si riconverte per sintonizzarsi sulle nuove esigenze di una società che cambia?...No, molto più facile fare le valigie e spostarsi su un altro  territorio da ingolfare.

Sottoscrivo in pieno.

Vi rinvio ad una storia emblematica. Ne parlò una trasmissione di Report che ora non riesco più a recuperare.

Con una idea dimenticata dalla Fiat nei cassetti per quarant'anni ora VWagen fa soldi a palate :-\
http://paoblog.wordpress.com/2010/05/10/cogeneratore/
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Settembre 24, 2012, 11:54:47 pm
--- ADMIN ON

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--- ADMIN OFF

VERONA - "L'auto è troppo penalizzata da tasse e costi di gestione altissimi e le vendite continueranno a scendere fino alla fine dell'anno. La verità è che in Italia, per la prima volta, siamo in una fase di demotorizzazione e non vedo ragioni di cambiamento nel breve tempo". Analisi lucida e implacabile. Ancor di più se a formularla è Massimo Nordio, da pochi mesi alla guida del gruppo Volkswagen Italia che con cinque marchi (Volkswagen, Audi, Skoda, Seat e veicoli commerciali) è il leader indiscusso tra i costruttori esteri nel nostro paese. Un gruppo in grado di produrre utili e modelli a raffica e che tiene ancora lontana la crisi a livello mondiale (a luglio le vendite sono cresciute del 10,3%) ma che in Europa comincia a rallentare
il suo cammino.

Una crisi inarrestabile. Per l'Italia, poi, sembra davvero la peggiore di sempre. Che succede?

"Da gennaio il calo delle vendite segna un ritmo crescente e questo all'inizio dell'anno quasi nessuno l'aveva previsto tanto che tutti parlavano di un mercato finale di circa un milione e seicentomila auto. Invece chiuderemo a 1,4, probabilmente anche meno".

Ma a un certo punto questa discesa si fermerà?

"La stabilità dovrebbe arrivare con l'inizio del 2013 e durerà per almeno tre anni ".

Sempre con gli stessi numeri? Che vuol dire quasi un milione di auto in meno rispetto ad appena cinque anni fa.

"Non    vedo ragioni di cambiamento anche se la crisi economica verrà superata. Il nostro è ormai un mercato di sostituzione dove per la prima volta si è ridotto il parco circolante. Vuol dire, dunque, che siamo in piena demotorizzazione".
E come siamo arrivati a tutto questo?

"I motivi sono essenzialmente due. C'è innanzitutto una fortissima penalizzazione per chi acquista un'auto che si traduce in un costo di gestione sempre più alto dovuto a tasse, benzina, assicurazione e tutto il resto. Poi c'è un fenomeno di cui al momento possiamo solo prenderne atto: il cambiamento, anzi chiamiamolo pure stravolgimento, del rapporto con l'automobile, soprattutto per le nuove generazioni".

Partiamo da questo secondo punto.

"Oggi ci sono i voli low cost che con trenta euro ti portano dall'altra parte del-l'Italia e anche all'estero. Con tre ore di treno è possibile raggiungere Milano o Verona partendo da Roma. L'auto, dunque, non è più competitiva, quindi nemmeno necessaria. Non solo, a cambiare le carte in tavola si aggiungono anche i social network, skype e gli smartphone, tutti elementi che hanno contribuito a stravolgere il rapporto tra i giovani e l'auto. Oggetti che rendono tutti più vicini, che si utilizzano per un periodo breve e poi si cambiano. Un fenomeno che tra l'altro sta portando le nuove generazioni ad essere più interessate all'utilizzo che alla proprietà".

Esattamente l'opposto del sistema d'acquisto di un'automobile.

"Proprio così. Nel largo consumo si tende a pagare solo ciò che si usa quindi anche l'auto dovrà al più presto adeguarsi e fare suo questo concetto. Dovrà cambiare il sistema di vendita e anche il nostro settore dovrà al più presto adottare il "pay per view" della tv. Sarà questa una delle chiavi per superare la crisi".

Anche con l'attuale rete di vendita?

L'impressione è che questi nuovi processi di acquisto si fermino sempre dal concessionario che cerca di vendere l'auto tutta e subito. Anche la rete dovrà cambiare. Perché è cambiato il percorso d'acquisto. Prima, per scegliere la macchina andavano tutti dal concessionario, anche gli indecisi. Era lì che si vedeva il modello, ci si faceva consigliare. Oggi tutto questo avviene
fuori dai saloni. Ci si informa sui siti, sui blog. È in rete che si configura il modello con i vari accessori e con tanto di preventivo. Mentre dal concessionario si va quasi sempre solo per comprare. Quindi è evidente che l'attuale organizzazione di vendita va rivista in base a queste nuove esigenze".

Un cambiamento che dipenderà soprattutto da voi. Non sarà la stessa cosa per quanto riguarda, invece, i costi di gestione dell'auto, le tasse insostenibili e la benzina oltre i due euro.

"Purtroppo è così. Su questo fronte che è anche il motivo numero uno dell'attuale crisi di vendite, possiamo fare ben poco. La nostra associazione di categoria, l'Unrae, sta cercando di mettere pressione sul governo per ridurre soprattutto il carico fiscale sull'automobile. Ma al momento i risultati non ci sono. Dobbiamo dunque tenerne conto e trovare contromisure da altre parti e come dicevo prima attraverso nuove forme di acquisto e offerte sempre più vantaggiose per chi vuole comprare una nuova macchina".

Quindi, almeno per il momento andiamo a finire sui soliti sconti?

"Riusciamo a fare meglio del mercato grazie ai prodotti. L'offerta è sempre più ampia. I concorrenti sono molti e sempre in aumento per questo noi dobbiamo sempre migliorare".

Ci riuscite bene con Volkswagen e Audi. Non altrettanto con Skoda, -26% nei primi sette mesi e Seat addirittura a -32. Perché?

"Skoda ci preoccupa meno mentre Seat è più in difficoltà. Anche se in pieno cambiamento di modelli. Dalla nuova Ibiza e Leon ci aspettiamo una svolta. Per crescere bene ci vuole sempre il prodotto giusto".

Chiudiamo con il Motor Show di Bologna. Cominciano a circolare voci che quest'anno sarà a rischio.

"Se venisse annullato sarebbe un danno per tutti. Dal nostro punto di vista è una vetrina importante per venire a contatto soprattutto con i giovani. La forza del Motor Show resta la sua formula diversa da tutti gli altri saloni, sempre in grado di inventare e cambiare qualcosa nel mondo dell'automobile. E mai come in questo periodo ne abbiamo bisogno...".

fonte: Link (http://www.repubblica.it/motori/attualita/2012/09/03/news/siamo_in_demotorizzazione_ma_dal_2013_mercato_stabile-41889647/)
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Val_Ter - Settembre 25, 2012, 08:25:49 am
Bene.

Quando leggo articoli come questo, e negli ultimi tempi se ne leggono parecchi, la prima cosa che penso e' "speriamo".
Dico "speriamo" perche' nonostante l'auto venga da piu' parti data per morta essa e' invece ancora viva, anzi vivissima sulle strade.
Quando iniziai ad andare al lavoro in bici nel 2004 ero praticamente l'unico lungo la strada, ebbene stamattina ho contato i ciclisti che ho incrociato: dieci. In compenso il traffico sullo sfondo e' sempre lo stesso, e nessuna diminuzione e' apprezzabile almeno sull'itinerario che percorro io, nell'ora in cui mi ci trovo.
Sono disposto a credere che altrove la situazione sia diversa e ne sono lieto, tuttavia e' con quelle mille macchine che incrocio tutti i giorni e non con quei dieci neo-ciclisti che mi devo confrontare.
L'auto sara' anche morta negli articoli di giornale ma continua a uccidere la gente sulle strade e, con l'inquinamento che causa, anche nei letti d'ospedale : vedo pochi motivi per rallegrarsi di una simile situazione.
I mutamenti cui fa cenno l'articolo faranno sentire i loro effetti concreti su una scala di tempo dell'ordine degli anni, mentre io -e tutti voi- in strada ci scendiamo ogni mattina e ogni sera e sappiamo che spesso e' solo una questione di fortuna poterlo rifare il giorno dopo. Non so voi ma io vorrei vedere un cambiamento concreto subito, perche' mi sono stufato di giocare alla roulette russa ogni mattina e ogni sera. Per questo dico "speriamo": speriamo che si sbrighino a farla finita con questa follia.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: beaturbano - Settembre 25, 2012, 09:09:12 am
all'estero le aziende stanno cominciando a dare servizi, e non puntano più solo a vendere l'auto finita. in italia il mercato è indietro, vuoi per miopia degli imprenditori, vuoi per ritrosia dell'italiano medio che è stato educato a possedere (e quindi a desiderare di possedere). nel caso dell'auto poi siamo sempre stati spinti a pensare all'auto come il prolungamento della nostra casa (e, per qualcuno, del nostro corpo).
ancora ricordo quando parlai a un mio amico del car charing: sollevò il problema che nell'auto in affitto non avrebbe potuto ritrovare i suoi cd, o la sua stazione radio memorizzata. sono limiti insormontabili.
quando si estese l'uso del cellulare all'estero si affittava: era un vantaggio per l'utente che aveva il telefono sempre nuovo e al passo con i tempi, un vantaggio per il costruttore perché produceva di più, per il fornitore di servizi che avendo a disposizione un parco utenti aggiornato poteva offrire soluzioni e servizi sempre nuovi. noi italiani invece siamo stati colpiti dal bisogno di possedere l'oggetto ed è stato così fino all'avvento degli smartphone.

Citazione
Poi c'è un fenomeno di cui al momento possiamo solo prenderne atto: il cambiamento, anzi chiamiamolo pure stravolgimento, del rapporto con l'automobile, soprattutto per le nuove generazioni

quanto mi piace questa frase, mi da coraggio e speranza, anche se, come dice Valter, non se ne trova riscontro nella vita di tutti i giorni.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: catorcio - Settembre 25, 2012, 11:53:41 am
"La stabilità dovrebbe arrivare con l'inizio del 2013 e durerà per almeno tre anni " a queste previsioni ci credo poco,mi ricordo ancora la Marcegalia che 3 anni fà affermava-siamo fuori dal tunnelll-x non parlare dell'ex pelato.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Settembre 25, 2012, 04:06:27 pm
tu ci credi poco catorcio, io non ci credo affatto  ;D

Una diminuzione visibile all'occhio io personalmente l'ho notata ma nella vita di tutti i giorni è stressante ugualmente, proprio in questi giorni mi è venuto da pensare che molti accessori per bici esistono in funzione dell'esistenza del traffico automobilistico, quindi un'eventuale spesa fatta per una bicicletta si abbasserebbe se, considerando un mondo ideale, non ci fossero auto ne camion.

Per quanto riguarda il Motorshow, ormai il terreno florido automobilistico dell'emilia-romagna ha fatto il suo corso, è ora che Ferrari, Lamborghini, Maserati, Ducati..etc si decidano a cambiare l'offerta di merci in funzione di una nuova società demotorizzata.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: occhio.nero - Ottobre 01, 2012, 10:54:14 am
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Sorpasso bici, nelle vendite superano le auto

da Bicisnob (http://bicisnob.wordpress.com/2012/10/01/sorpasso-bici-nelle-vendite-superano-le-auto/)

(http://bicisnob.files.wordpress.com/2012/10/budapest_cm.jpg?w=300&h=199)

Non l’avevano prevista nemmeno i Maya. Nel 2011 in Italia si sono vendute più biciclette che automobili. Un sorpasso storico che non accadeva dal Dopoguerra. Le auto immatricolate sono state 1.748.143, le bici vendute 1.750.000. Quasi duemila pezzi in più.UNO scarto minimo, se la si butta in matematica. In realtà simbolico di come le due ruote stiano marciando alla conquista del cuore degli italiani. Perché è vero, la crisi, e sì, c’è maggiore attenzione all’ambiente, ma quel dato racconta una rivoluzione degli stili di vita.

Inizia così l’articolo apparso in prima pagina sulla Repubblica di oggi. Un segnale incoraggiante nella settimana che vedrà centinaia di persone incontrarsi a Reggio Emilia per gli Stati Generali della Bicicletta e della Mobilità Nuova organizzati da #salvaiciclisti, Legambiente, Anci e Fiab. Ecco cosa scrive Fabio Tonacci nel suo articolo: un’occasione per cambiare stili di vita.

Ripeteva in continuazione lo scrittore inglese di fantascienza Herbert George Wells: “Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per il genere umano ci sia ancora speranza”. La fantascienza è diventata realtà, la bicicletta oggi si vende più della macchina. E anche se dall’altro lato della medaglia si scorge la più grave crisi del settore automobilistico degli ultimi decenni (il mercato è ripiombato ai livelli del 1964, ad agosto si è avuta la nona contrazione consecutiva a due cifre, con un meno 20 per cento di vendita rispetto al 2011), qualcosa si muove in avanti.
Anche perché alle biciclette vendute vanno aggiunti 200 mila restauri. Racconta Pietro Nigrelli, direttore del settore cicli di Confindustria Ancma: «Sempre più gente decide di recuperare vecchi modelli ritrovati in garage o in cantina. Con 100-150 euro i negozi specializzati, ce ne sono 2700 sparsi in Italia, ti propongono un restyling completo, seguendo le mode del momento: manubrio dritto, ruote colorate con lo scatto fisso, telaio riverniciato. Così si valorizzano bici vecchie ma che erano fatte su misura, con telai d’acciaio».
Insomma, ci piacciono talmente tanto che andiamo a recuperarle tra i bauli e la polvere delle cantine. Ma perché? Cos’è cambiato? La crisi, il prezzo della benzina arrivato a 2 euro al litro e i 7 mila euro all’anno (calcolati da Federconsumatori) per mantenere l’auto ci hanno sicuramente convinto a pedalare di più. «Ma non è solo questo — sostiene Nigrelli — il segreto del successo sta nel fatto che la bici è easy, facile da usare, costa poco, è maneggevole, comoda, oggi anche hi-tech nelle versioni ibride ed elettriche. Su un tratto di 5 km batte qualsiasi altro mezzo». Sarà per questo che è l’unico mezzo di trasporto privato che non ha subito un crollo di vendita. I produttori ne fanno di pieghevoli, a tre ruote, rétro, anfibie, senza pedali, placcate d’oro e in pelle di struzzo per chi vuole sì pedalare, ma con glamour.
Si usa per andare al lavoro, per spostarsi in città, per fare le gite. Eccolo, un altro motivo del successo: la vacanza a pedali. «La tendenza è quella di ricercare sempre di più il “turismo personalizzato” — dice Franco Isetti, presidente del Touring Club Italiano — le persone scelgono da sole mete e itinerari non omologati, che uniscono la visita ai beni culturali, il tour enogastronomico e il contatto con l’ambiente e i centri storici. La bicicletta è il mezzo ideale, il più semplice per coniugare tutto questo. Oltretutto, con i modelli ibridi la pedalata assistita e la possibilità di sfruttare anche il motore elettrico, si è aperto il mercato ai più anziani».
Il sorpasso della bicicletta sull’automobile è avvenuto anche in Germania. C’era da aspettarselo, lì le città sono decisamente “bikefriendly”,
grazie al record europeo: 40 mila km di piste ciclabili. In Italia l’ultimo finanziamento ad hoc risale a 13 anni fa. «Questo rinnovato amore — ragiona Antonio Della Venezia, presidente della Federazione italiana amici della bicicletta — aprirà la mentalità a chi ha sempre usato soltanto l’auto. Non credo che l’Italia tornerà ai livelli di vendita di auto precedenti al 2008. È l’occasione per cambiare stile di vita».
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: beaturbano - Ottobre 01, 2012, 11:11:45 am
è una notizia bellissima!

ps: in Piemonte ci sono dei fondi europei dedicati alla mobilità leggera, vediamo se decideranno di perderli nonostante la necessità di rispondere ad un'utenza sempre più numerosa.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Jimmy - Ottobre 01, 2012, 11:13:30 am
Dai ragazziiii!!!!...avanti!!....spingete sui pedali!!.....la rivoluzione è lì lì... 8) ;D ;D ;D ;D :P
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: pingpong - Ottobre 01, 2012, 12:39:49 pm
Confermato anche qui:
http://www.ecoblog.it/post/33305/la-vendita-di-biciclette-sorpassa-la-vendita-di-auto-in-italia?

-PingPong
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Sbrindola - Ottobre 03, 2012, 01:51:32 pm
QUI (http://petrolio.blogosfere.it/2012/10/mobilita-vittoria-delle-bici-o-sconfitta-dellauto.html?fb_comment_id=fbc_451277181577592_5019377_451299564908687#f3ac70d764) invece un altro punto di vista.

Citazione
Grande risalto in Rete per lo storico sorpasso che ha raccontato Repubblica cartaceo lo scorso weekend: in Italia, per la prima volta, si sono vendute più biciclette che automobili, 1.748.000 autovetture contro 1.750.000 biciclette.
La notizia è di quelle clamorose, e molti commentatori si sono abbandonati all'entusiasmo. Gli italiani, finalmente, abbandonano la macchina e optano per una mobilità sostenibile, economica ed ecologica; costretti forse dalla crisi, ma anche da un'istintiva e sacrosanta ribellione verso i costi ormai stellari che implica il mantenere quello che è spesso uno status symbol ormai del tutto fuori moda. C'è rimasta solo gente come Fiorito, ad avere la "passione per le quattro ruote" e a rovinarsi pur di sfoggiare la jeep o il cabriolet.

Ma le cose stanno davvero così come raccontano? Mi sembrava un evento talmente storico che ho voluto andare a verificare: e, ahimé, ho scoperto che la questione è un pochino diversa. So che gli amici ciclisti mi odieranno, ma al momento è ancora presto per entusiasmarsi.

Se andate sul sito dell'ANCMA, l'associazione che raccoglie i produttori di biciclette e motociclette, trovate la serie storica della produzione, dell'export, dell'import e quindi della disponibilità per il mercato interno. Il dato 2011, pari a 1.750.000 bici, è ahinoi inferiore a quello del 2010, 1.777.000, oltre che a quello del 2009 che ha visto sul mercato 1.927.000 due ruote. In precedenza, una flessione nel 2008, ma nel 2007 e 2006 si era quasi a 2 milioni di biciclette.

Insomma, la crisi non ha massacrato le biciclette e questa è una buona notizia; ma non c'è neppure il boom di cui si parla in questi giorni. In realtà, è il mercato automobilistico ad essere crollato a tal punto da scendere sotto quello ciclistico, e basterà aspettare un pochino per vedere anche il sorpasso ad opera dei tricicli, dei pattini a rotelle e degli skateboard.

Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: beaturbano - Ottobre 03, 2012, 02:39:57 pm
vabbè dai, però molti hanno semplicemente smesso di cambiare l'auto e ripreso la bici che avevano in cantina! c'è speranza! 200mila restauri sono da aggiungere alle bici nuove e poi c'è da contare le bici funzionanti comprate negli anni precedenti.
in altre parole: il mercato dell'auto nuova è in flessione, nonostante l'aumento delle rottamazioni, e la gente non ha comprato molte bici ma ha cominciato ad usare quella che aveva già. è un ragionamento che non sta in piedi?
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Fero - Ottobre 03, 2012, 02:46:54 pm
Speriamo non diano troppa importanza alla cosa,
altrimenti arrivano targhe, RC obbligatoria e altre pastoie burocratiche per fare cassa.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Hopton - Ottobre 03, 2012, 02:59:33 pm
Mi sento di condividere il cauto ottimismo di Broono, anche perché le bici subiscono un deperimento mooolto più lento, quindi c'è ancora in giro gente con bici acquistate 20 e più anni fa, tutt'ora in perfetto stato (quando non addirittura di uno splendore abbagliante, come la Dahon Classic III di Peo 😎).
Mario
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: beaturbano - Ottobre 03, 2012, 03:04:02 pm
Speriamo non diano troppa importanza alla cosa,
altrimenti arrivano targhe, RC obbligatoria e altre pastoie burocratiche per fare cassa.

su quello contaci, dicono che siamo una lobby, ma mica così forte....
nel momento in cui 8 mesi fa abbiamo cominciato ad alzare la voce io ho messo in conto questa mossa da parte degli altri.
io credo di essere nel giusto, per cui salperò sulla nave dei ribelli (immaginate la musica di Gundam in sottofondo) boicottando la gabella.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Ottobre 07, 2012, 09:33:13 am
Modificare i dati per attenuare il cambiamento, desisterlo, oppure semplice svista di scrittura?
Dal resto del carlino di Pesaro un'articolo, confrontate i dati di questo articolo con i dati sopra citati, le cifre risultano invertite:
Pesaro, 7 ottobre 2012 - Le bici sorpassano in corsa le auto. Non solo perché per spostarsi in città le due ruote sono molto più pratiche e veloci. C’è di più. Negli ultimi tempi sono talmente amate dagli italiani, che nel 2011 il numero di biciclette vendute ha raggiunto quello delle auto, rischiando addirittura di superarlo. E c’è già chi giura che oggi il sorpasso dei pedali sia già avvenuto.Il confronto tra i dati delle immatricolazioni fornite dall’Aci e il numero di bici vendute secondo l’Ancma parla chiaro. Sono 1.750.000 le auto vendute, contro 1.748.143 di biciclette. Il dato poi, non prende in considerazione la moda che vede migliaia di persone intente a restaurare vecchie bici d’epoca tornate prepotentemente di moda. [...]
articolo completo: http://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/2012/10/07/783001-bici-sorpasso-vendite-auto.shtml (http://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/2012/10/07/783001-bici-sorpasso-vendite-auto.shtml)
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Ottobre 07, 2012, 10:17:24 am
"dallapartedichiguida" un blog sulla mobilità insostenibile scrive un articolo in merito al sorpasso delle bici sulle auto, a mio parere il tono usato è di chi non vede futuro in questa forma di spostamento e non solo, non vede futuro neanche nell'uomo, ormai destinato ad essere succube delle sue debolezze immutabili e dei suoi traffici impossibili da evitare.
Citazione
Nella vita dell'uomo non si può dire la parolaccia «ormai»: si può e si deve sempre ricominciare, perché le persone hanno energie impensabili di bontà da stanare e far crescere, mettere a disposizione e canalizzare. Domenico Sigalini (http://it.wikiquote.org/wiki/Domenico_Sigalini)




NOTIZIA

La notizia ha iniziato a fare il giro del web un paio di giorni fa e subito ha scatenato entusiasmi e gioia. Nel 2011 sono state vendute in Italia più biciclette che automobili. Evviva, siamo un popolo ecosostenibile! O forse no?

Come scrive Debora Billi sul blog Petrolio: "Boom della bicicletta? Non proprio: in realtà è un crollo dell'automobile". E ha perfettamente ragione. Perché non si illudano i paladini dell'ecologia e dell'ecosostenibilità, ma gli italiani non sono diventati più ecologici. Semplicemente sono con le pezze al culo.

Infatti i numeri raccontano la realtà dei fatti. Dal 2006 al 2011 le automobili vendute in Italia sono passate da oltre 2 milioni a 1.750mila unità. Un vero e proprio crollo, dovuto alla crisi, al caro carburanti e ai costi - sempre più insostenibili - di assicurazione e bollo. Chi può non compra la macchina e chi può la usa il meno possibile. E i dati degli ultimi mesi confermano, in peggio, questo trend.

Ecco, dunque, la conversione alla bicicletta. Che non è una conversione a un vivere più ecologico, mi spiace, ma un semplice adattamento. O siete davvero convinti che per decenni - durante il regime comunista - i cinesi fossero tutti eco-friendly? No, semplicemente non avevano una lira!

fonte: http://dallapartedichiguida.blogosfere.it/2012/10/mobilita-sostenibile-la-bufala-del-boom-delle-biciclette.html (http://dallapartedichiguida.blogosfere.it/2012/10/mobilita-sostenibile-la-bufala-del-boom-delle-biciclette.html)
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Fero - Ottobre 07, 2012, 02:29:49 pm
Qualcuno dice che l'evoluzione di un popolo si vede non quando i poveri posseggono automobili,
ma quando i ricchi usano mezzi pubblici e biciclette...

http://marcobaccanti.nova100.ilsole24ore.com/2012/09/un-paese-%C3%A8-sviluppato-non-quando-i-poveri-posseggono-automobili-ma-quando-i-ricchi-usano-mezzi-pubblici-e-biciclette.html
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: beaturbano - Ottobre 08, 2012, 08:35:37 am
gli italiani passano alla bici non per ecologia? e che fa, magari poi si abituano... gli usi e costumi nascono anche dalle necessità.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Jimmy - Novembre 07, 2012, 11:41:43 am
http://www.amicoinviaggio.it/secondo-il-times-e-cominciata-lera-della-bicicletta/

semino per raccogliere opinioni/critiche/pensieri a "ruota libera" o Fixed B-)
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Novembre 07, 2012, 11:55:45 am
amplio sul forum l'articolo:

Dopo il picco definitivo dell’automobile, il cui uso è già in declino, i ciclisti, da sempre considerati gli ultimi tra gli utenti della strada, dovranno venire per primi. Siamo forse entrati nel regno dei cieli? No, secondo il Times semplicemente è appena cominciata «l’era della bicicletta» e, che piaccia o no, benvenuti a tutti.

(http://www.amicoinviaggio.it/wp-content/uploads/2012/11/era-della-bici-times.png)

L’infografica in alto, realizzata dal Dipartimento dei Trasporti della Gran Bretagna e dall’ente Transport for London, parla chiaro: dal 1998 ad oggi, ed in particolare dal 2005, l’uso della bicicletta è in costante aumento nella capitale inglese e sta lentamente ma progressivamente sostituendo quello dell’auto privata la cui presenza nelle città, sempre secondo il Times, ha ormai raggiunto un punto di non ritorno. Per i sostenitori della teoria del Peak car il futuro della mobilità è già disegnato: all’orizzonte biciclette, pedoni e trasporto pubblico integrato scalzeranno il dominio imperante dell’automobile per far spazio, con buona pace di tutti, alla Mobilità Nuova.

Un po’ di cifre: nel 2008 il volume di traffico in tutta la Gran Bretagna è sceso per la prima volta dal 1973, anno della crisi petrolifera, diminuito ulteriormente nel 2009 e 2010, ma lievemente aumentato lo scorso anno. La distanza percorsa in auto pro capite è diminuita ogni anno dal 2005 ed è scesa in totale del 6% rispetto a dieci anni fa. Nel centro di Londra il livello del traffico è diminuito del 19% tra il 2000 e il 2009, il numero di auto nella medesima area ha raggiunto il picco nel 1990, ed è sceso del 37% dal 2000 ad oggi. La stessa capacità di ospitare le automobili nella City è venuta meno col passare degli anni: con l’ampliamento dei marciapiedi, delle corsie preferenziali e delle aree pedonali, si stima si sia ridotta del 30% dal 2000.

Ma i detrattori della Mobilità Nuova, con in testa le lobby automobilistiche, non mollano, e continuano a sostenere che la recessione del settore è legata alla crisi economica mondiale e che quando l’economia si riprenderà, anche il mercato auto tornerà a fiorire. Per i funzionari di Trasport for London invece i motivi sono anche altri, culturali e sociali oltre che economici. L’invecchiamento della popolazione, il restringimento dei nuclei familiari, il telelavoro, la caduta del mito dell’auto come simbolo di indipendenza e libertà, anche tra i giovanissimi, sono tutti indizi che fanno presagire che non ci sarà ripresa che tenga: il futuro della mobilità corre sulle due ruote a pedali. E certamente, l’aumento del prezzo dei carburanti, il costo del bollo e dell’assicurazione, fanno il resto. Ora il compito più difficile per urbanisti ed accademici esperti di trasporti è spiegare la faccenda a politici ed amministratori, convincerli a ripensare le strade e ridisegnare una strategia della mobilità urbana efficiente e pulita, veloce ed economica, conveniente.

Secondo una diversa corrente di pensiero sostenuta da alcuni funzionari del Dipartimento dei Trasporti, nel lungo periodo invece il numero di automobili aumenterà proporzionalmente all’aumento della popolazione, raggiungendo nel 2035 le 38 milioni di unità dalle 28 milioni di oggi. In tal caso le conseguenze sarebbero ancora peggiori e l’immobilismo della politica potrà costare caro a tutti: le città saranno ancora più congestionate e la rapidità degli spostamenti calerà entro lo stesso periodo dell’8%. Insomma, comunque la si metta, cambiare strada sembra l’unica via.

fonte Times UK: http://www.thetimes.co.uk/tto/public/cyclesafety/article3591103.ece
fonte: http://www.amicoinviaggio.it/secondo-il-times-e-cominciata-lera-della-bicicletta/
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: veeg - Novembre 07, 2012, 12:40:01 pm
I mezzi pubblici ci sono,
le pieghevoli le abbiamo,
manca questo:
.....Ora il compito più difficile per urbanisti ed accademici esperti di trasporti è spiegare la faccenda a politici ed amministratori, convincerli a ripensare le strade e ridisegnare una strategia della mobilità urbana efficiente e pulita, veloce ed economica, conveniente.....

Chiudiamo i centri, creiamo aree pedonali, mettiamo parcheggi periferici a pagamento, benzina a 3euro/l, trasformiamo intere vie in zone ciclo/pedonali con l'esclusione dei mezzi a motore......
Ma tutto questo deve partire dalla politica locale e basta dar retta a lobby automobilistiche come l'ACI che nel 2013 con una media velocistica dell'auto di 22 Km/h, continuano a pubblicare libri e articoli su "come è bello il nostro paese da girare in automobile"......
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: beaturbano - Novembre 07, 2012, 01:02:38 pm
Chiudiamo i centri, creiamo aree pedonali, mettiamo parcheggi periferici a pagamento, benzina a 3euro/l, trasformiamo intere vie in zone ciclo/pedonali con l'esclusione dei mezzi a motore......
Ma tutto questo deve partire dalla politica locale e basta dar retta a lobby automobilistiche come l'ACI che nel 2013 con una media velocistica dell'auto di 22 Km/h, continuano a pubblicare libri e articoli su "come è bello il nostro paese da girare in automobile"......
e glielo dici tu all'aci che in centro a torino gestisce i parcheggi sotterranei che permettono di aggirare la ztl che quest'anno è stata anche ridotta, in contemporanea alla cancellazione di un terzo delle linee di autobus il cui biglietto è aumentato del 50%? ho scritto cancellazione, scusate, volevo dire, come l'hanno chiamata qui, ottimizzazione...
;D ;D ;D
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: veeg - Novembre 07, 2012, 01:28:24 pm
 ??? non ho capito cosa vuoi dire...

in ogni caso io prendo i mezzi pubblici da 20 anni e ti posso assicurare che ne ho provate sulla mia pelle di ogni e che quasi a cadenza annuale subisco l'aumento di biglietti/abbonamenti. Nel 2012 abbiamo anche toccato il record di due aumenti a distanza di 1 mese l'uno dall'altro. Nel 2014, a parità di percorso spenderò 15 euro in più rispetto ad anni fa e continuerò a subire scioperi, ritardi cronici, sovraffollamento e sporcizia.
Nonostante questo non voglio usare la macchina per venire a Milano a lavorare.

Anche sulle mie tratte hanno cancellato un sacco di mezzi, però hanno ottimizzato meglio: più mezzi nelle fasce di punta e meno nel resto del giorno dove i treni viaggiavano semivuoti. Forse qui sono più intelligenti che a torino, non so.....

Ripeto però il mio pensiero: tutto deve partire dalle politiche locali, altrimenti torniamo tutti in macchina perchè tanto i mezzi non ci sono, l'autobus arriva tardi, il treno si rompe, il biglietto costa troppo e tanta aria fritta che sento quotidianamente
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: beaturbano - Novembre 07, 2012, 05:24:15 pm
??? non ho capito cosa vuoi dire...
che nella città della fiat le apparenze fanno sembrare che la politica cittadina e regionale lavori in senso contrario a quello che detterebbe il buon senso, cioè il senso che hai espresso tu.
viene fuori un quadro in cui le lobby, i poteri forti, gli investimenti fatti per incentivare l'auto sembrano essere ritenuti troppo importanti per cambiare rotta radicalmente come dovrebbe essere fatto. ci rimane di sperare...  :-\
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Novembre 13, 2012, 02:53:56 pm
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Mercato Auto: 2012, l’anno più nero. Per tutti?

(http://www.6sicuro.it/wp-content/uploads/2012/10/mercato-auto.jpg)

Il 2012 si chiuderà come l’anno più nero per il mercato automobilistico europeo, cosa che si rifletterà anche sulle vendite dei primi mesi del 2013. Una situazione in bilico in cui c’è sempre il catastrofista cronico e il super ottimista. AlixPartners, nella migliore delle ipotesi, ritiene il 2016 il possibile anno di ripresa per il mercato delle auto, mentre il presidente Toyota Europa guarda al 2013 come l’anno per la risalita. Come sempre la verità è nel mezzo, ma come sono messe le case automobilistiche europee e americane?

Fiat/Chrysler – Il Gruppo Fiat ha dichiarato un terzo trimestre positivo, con un utile netto raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ma con un utile netto negli ultimi nove mesi sceso di circa 350 milioni di euro. La casa italiana ha registrato una perdita di 800 milioni rispetto allo steso periodo del 2011, anche se la controllata Chrysler recupera mercato segnando un rialzo dell’80% su base annua che ha permesso un ridimensionamento dell’indebitamento industriale. Dopo la chiusura di Termini Imerese, Fiat corre ai “rimedi” riducendo i ritmi produttivi di altri stabilimenti, in attesa di eventuali accordi con altri costruttori per ritornare alla normalità. Si cerca di fronteggiare il calo di vendite europee, soprattutto italiane, ma senza puntare su nuovi modelli che potrebbero rilanciare il brand.

Ford – Le vendite nel vecchio continente sono calate del 12% nell’ultimo anno, che porteranno a una perdita di circa un miliardo di euro. Un salasso che ha costretto il Gruppo a varare un piano per risparmiare 400 milioni annui e che comprende la chiusura dello stabilimento belga di Genk entro il 2014. Una chiusura dovuta al ridimensionamento generale, ma soprattutto alle poche vendite del modello Mondeo (modello di punta dello stabilimento) che subirà un aggiornamento nel prossimo anno. La Ford ridistribuirà i modelli agli stabilimenti spagnoli e tedeschi (tornano a “casa” visto che la ragione sociale europea è Ford AG). Infine sposterà la produzione dei veicoli commerciali, in particolare il Transit, negli stabilimenti turchi in cui la manodopera è più economica. Oltre alla nuova Mondeo (a inizio 2014 anche ibrida), Ford punta sulla B-Max,  la nuova Kuga, la Focus elettrica e per la prima volta in Europa la Mustang.

Wolkswagen Group– Nell’ultimo trimestre ha goduto di una crescita di vendite mostruosa, ma che non si accompagna a una crescita degli utili (in calo dell’1,6%).  Resta comunque il terzo Gruppo automobilistico per quanto riguarda le vendite mondiali, preceduto solo da GM e Toyota, risultando le auto più vendute nel Vecchio Continente. Audi ha superato il milione di vetture vendute, Skoda supera i 550 mila modelli e anche Seat mostra un +18%  di vendite. Chiude la classifica la Bentley con poco più di 7 mila modelli venduti. Il Gruppo dovrebbe chiudere l’anno con i conti in positivo, con una piccola crescita ma con grandi investimenti sul comparto innovazioni.

BMW Group – Il mese di settembre è stato d’oro per il Gruppo a livello mondiale, con 177.716 BMW, Mini e Rolls-Royce vendute a livello mondiale. Anche in Europa le vendite incrementano del 4.8% a livello mensile, ma solo dello 0.8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. A spingere il Gruppo tedesco è il mercato asiatico dove, solo nella crescente Cina, c’è stato un +33.5% nei primi nove mesi.

Renault – Mercato europeo in contrazione anche per la casa francese, che nel terzo trimestre vede una perdita del 5,8% per quanto riguarda le vendite. Un calo inaspettato anche sul territorio nazionale, mentre in ambito internazionale c’è un +7.7% per il terzo trimestre. La crisi che colpisce Spagna, Italia e Francia blocca le vendite europee, dove crescono solo i veicoli commerciali del brand, ma nel resto del mondo c’è un ritorno del marchio francese. Per la prima volta più della metà delle vetture Renault sono state vendute fuori dall’Europa.

Mercedes Group – Soffre anche la casa di Stoccarda, un tempo numero uno mondiale delle vetture premium e oggi costretta al terzo posto dopo BMW e Audi, che annuncia una perdita trimestrale dell’11%  e di poco più del 9% rispetto all’anno precedente. Non hanno versato nessuna lacrima, ma stabilito già tagli per un miliardo di euro nel 2013 e di due entro il 2014. Pronti a riconquistare il mercato premium, in mano ai competitor tedeschi in Europa e finito ai giapponesi di Lexus per quanto riguarda il mercato Usa, con il lancio di ben 30 nuovi modelli. Un piano, completamente opposto a quello del Gruppo Fiat, che punta sul rinnovamento della gamma.

PSA Peugeot Citroën – Il gruppo avverte la crisi annunciando la chiusura, entro il 2014, dello storico stabilimento di Aulnay-sous-Bois alle porte di Parigi. A rischio più di 8 mila posti di lavoro per cui si è subito mosso il governo francese, opponendosi alla chiusura, parlando (in modo poco chiaro) di un piano di riqualificazione e riposizionamento del personale. La cosa sembra essere stata una provocazione da parte del Gruppo, ma anche lo stabilimento bretone di La Janais sembra sotto i riflettori dei tagli aziendali. La perdita effettiva a fine anno, annunciata dal Gruppo PSA, sarà di circa 3 miliardi di euro visto che anche il terzo trimestre si è chiuso in perdita (-6,3%). La ripesa economica del gruppo punta sulla partnership con la GM, che detiene già il 7% del Gruppo PSA, attraverso la produzione di quattro modelli in “fusione” con Opel.

Saab – Il 2012 era iniziato malissimo per il mercato dell’auto. L’annunciato fallimento della storica casa svedese, di proprietà olandese, aveva quasi delineato l’andamento futuro del mercato. Anche se sembrava l’unica soluzione, dopo nove mesi di stop alla produzione e l’abbandono dei compratori cinesi, un tassello di automobilismo europeo è venuto meno.

La situazione sembra critica quasi per tutti i gruppi automobilistici, ovvio visto il calo di vendite del 25,7%, ma la curiosità sta nel vedere i differenti modi di affrontare la crisi.

fonte: http://www.6sicuro.it/news/vendite-auto-2012

Ecco come la Volkswagen affronta il periodo di "crisi", spingendo nei mercati emergenti come il Brasile, che ad oggi è diventato il terzo mercato mondiale dell'automobile:

Il gruppo automobilistico tedesco Volkswagen (VW) punta a crescere sul mercato brasiliano per far fronte al calo delle vendite in Europa. "Il Brasile è la 'pietra angolare' della strategia 2018 -ha spiegato il presidente del gruppo, Martin Winterkorn, in occasione del Salone dell'Auto di San Paolo-. Il mercato automobilistico brasiliano ha un enorme potenziale di crescita e vediamo anche un grande potenziale nel mercato delle auto usate".

Il Brasile è diventato il secondo mercato per Volkswagen dopo la Cina. In cinque anni, il gruppo automobilistico ha aumentato di quasi il 40 per cento le vendite nel Paese, superando i 700.000 veicoli all'anno. Fino al settembre 2012, VW ha venduto 573.700 vetture, in crescita dell'8,1 per cento rispetto a un anno fa. Il gruppo è presente in Brasile dal fine degli anni '50.

"Il Brasile è stato il nostro punto di partenza nella nostra strategia globale", ha ricordato Winterkorn. Volkswagen ha quattro stabilimenti nel Paese. E prevede la costruzione di un nuovo stabilimento nello Stato di San Paolo che sfrutta l'energia idroelettrica per il quale ha stanziato 66 milioni di euro.

fonte: http://www.repubblica.it/motori/auto/sezioni/attualita/2012/10/22/news/brasile_nuovo_paradiso_dell_auto_vw_pietra_angolare_della_crescita-45077391/

SAN PAOLO – Il Brasile è diventato il terzo mercato automobilistico mondiale nello scorso mese di agosto, con 405.513 unità vendute, scavalcando il Giappone, fermo a 367.312 unità, secondo dati forniti dalla Jato Dynamics e riportati dalla stampa brasiliana.
Al primo posto si conferma la Cina, con 1.290.729 immatricolazioni e un aumento del 10,8 per cento rispetto allo stesso mese del 2011. Dietro la Cina si confermano gli Stati Uniti, con un aumento del 19,8 per cento rispetto allo stesso mese dello scorso anno. La Russia scavalca la Germania al quinto posto della classifica, che vede al settimo posto l’India, seguita da Canada, Thailandia e Francia. Tra le marche più vendute, la Toyota mantiene saldamente il primo posto davanti alla Volkswagen mentre la Chevrolet scavalca la Ford al terzo posto.

fonte:
http://www.blitzquotidiano.it/economia/brasile-terzo-mercato-mondiale-auto-1368879/


India

 – Milano, 22 ott – Dopo anni di costante accelerazione, l’industria dell’auto registra una brusca frenata. Per il secondo mese consecutivo le vendite sono diminuite. L’eclatante flessione di agosto (-19% sullo stesso mese dell’anno precedente), e’ continuata a settembre (-5%). Secondo la Siam (Society of Indian Automobile Manufacturers) le previsioni di un aumento delle vendite compreso tra il 9 e l’11% nell’anno fiscale 2012-13 saranno ridimensionate all’1-3%. E’ un grido di dolore e di allarme, che fa giustizia di previsioni ottimiste e forse superficiali. Le motivazioni sono complesse ma la novita’ risiede nella combinazione di fattori negativi a fronte di un mercato tutt’altro che saturo. L’industria dell’auto deriva il suo andamento da quello dell’economia nel suo complesso. La crescita indiana si e’ affievolita ed il Pil nel 2012 e’ previsto cresca soltanto del 4,9%, secondo le piu’ recenti previsioni del Fondo monetario, ben al di sotto dunque dei tassi ai quali l’In dia aveva abituato. Un’altra causa risiede nell’aumento del prezzo della benzina, deciso dal governo per alleviare la spesa pubblica per i sussidi ai carburanti. Anche le recenti vertenze sindacali nel settore, che hanno visto cruenti episodi di cronaca, hanno rallentato la produzione. Vanno considerate infine le vendite ridottissime della Tata Nano – che aveva l’intenzione di motorizzare il paese con un’automobile dai bassi costi – e l’annosa situazione delle infrastrutture stradali. La viabilita’ e’ condizionata dalla mancanza di strade, autostrade, ponti, corridoi veloci per i passeggeri e le merci. Il traffico nelle grandi citta’ e’ altamente congestionato, anche per il numero dei veicoli in circolazione. A New Delhi l’Alta Corte ha recentemente confermato la regolarita’ del BRT (Bus Rapid Transit) che riserva al trasporto pubblico una serie di corsie preferenziali. Le automobili private nella capitale sono cresciute infatti in maniera dirompente e disordinata, piu’ che raddoppia ndo dai 3,3 milioni del 2000 ai 7 milioni del 2011. Il pessimismo delle previsioni riflette probabilmente una crisi di crescita. L’India aveva raggiunto in pochi anni livelli una relativa eccellenza, ponendosi come uno dei giganti dell’industria mondiale. La sua ascesa negli ultimi anni e’ stata inferiore soltanto a quella cinese. E’ ora il sesto produttore mondiale con 4 milioni di autovetture prodotte ed ha superato in graduatoria paesi con maggiori tradizioni come la Francia, l’Italia, la Spagna e il Brasile. Le piu’ grandi multinazionali operano nel paese, quasi sempre in joint-venture. Le esportazioni indiane sono aumentate e le destinazioni si sono ora estese verso gli esigenti mercati europei, oltre a quelle tradizionali dell’Africa e del Sub-continente. Questa affermazione trova ora un ostacolo nella congiuntura economica. Ancora una volta la soluzione del problema risiede a New Delhi, nell’Esecutivo che dovrebbe smaltire il traffico dei problemi e non subirlo.

* Presidente Comitato Scientifico Osservatorio Asia

Radiocroniste

http://www.santalmassiaschienadritta.it/2012/10/taccuino-da-mumbay-3.html
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: FoldingStyle - Novembre 14, 2012, 02:18:49 pm
Salve,
ho trovato alcuni dati interessanti sulla produzione e la vendita delle bici in Europa nel 2011

(http://s13.postimage.org/il2afzk9v/553686_544529075562015_295300346_n.jpg) (http://postimage.org/image/il2afzk9v/), (http://s9.postimage.org/de7nwsi0b/575306_544529175562005_2058006120_n.jpg) (http://postimage.org/image/de7nwsi0b/)

per maggiori approfondimenti lascio il link con il pdf dell'ultimo dossier "Association of the European Two-wheeler Parts' & Accessories' Industry" risalente ad Agosto 2012 con le statistiche complete del 2011 clicca qui (http://www.colibi.com/docs/issuu/European%20Bicycle%20Market%20&%20Industry%20Profile%20-%20Edition%202012.pdf)

Buona giornata!
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Novembre 14, 2012, 04:56:40 pm
Chessenedica..ma amo questo paese, l'italia. il 20% della produzione è in Italia ma si utilizza relativamente poco come mezzo di spostamento rispetto ai Paesi Bassi che hanno invece un 10%. La Germania invece ha un coerente rapporto produzione interna/utilizzo  ;D
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: veeg - Novembre 14, 2012, 05:42:34 pm
C'è una cosa importante da dire:
il 20 % della produzione del nostro paese è composto da aziende che al 98% assemblano componenti provenienti dall'oriente.
Così facendo si fregiano della dicitura "made in italy" e nel compartimento biciclette figura che il nostro paese "costruisce" un sacco di bici, quando in realtà il sistema produttivo così perpetrato genera pochissimo lavoro interno al paese.

Un dato di produzione 100% italiano realistico, a spanne dovrebbe aggirarsi intorno al 2%, ma questo pugno di aziende artigiane costruisce per un mercato totalmente di nicchia, a costi proibitivi per i più.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: FoldingStyle - Novembre 14, 2012, 06:07:35 pm
A parte la produzione delle bici al 20%, il grafico a pag.15 mostra la produzione italiana di pezzi di ricambio e accessori al 32%, il doppio della Germania. Anche a me sembra un po strano :o... anche se pensandoci bene: dovunque si assemblano componenti provenienti dall'oriente (e la qualità non è sempre così scadente), ma comunque in giro per il mondo si incontrano moltissime bici italiane, ed in tutti i negozi stranieri è pieno di componenti "made in Italy".
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Hopton - Novembre 14, 2012, 06:23:17 pm
Da quel che so (ma non ho a disposizione dati ufficiali) vengono prodotti all'estero soprattutto i telai delle marche italiane di biciclette. Qualcuno è rimasto che fa ancora telai nel nostro paese, ultimi eredi di una gloriosissima tradizione, ma purtroppo soni rimasti in pochi.
Per i componenti invece, se si pensa anche solo a Campagnolo ed ad altre aziende molto attive (soprattutto in Veneto), allora l'importanza percentuale del made in Italy non deve stupire.
Mario
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: veeg - Novembre 14, 2012, 06:29:47 pm
Avevo dato una mezza risposta anche qui http://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=3215.msg26374#msg26374 (http://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=3215.msg26374#msg26374) circa la produzione italiana.

Bisogna capire che grazie alle leggi che abbiamo, tu puoi far costruire appositamente in cina, farti spedire la roba e mettere un operaio ad assemblare il tutto. Fatto questo puoi stampare sopra al prodotto finito "made in italy".

Se vuoi ti faccio un elenco delle pochissime aziende che utilizzano prodotti italiani, progettati e costruiti in italia.
Il problema di questa produzione è che solo un telaio mtb base in alluminio arriva a costare 2000 euro. Aggiungi tutto il resto 100% italiano e ti salta fuori una pregevolissima bicicletta da 8.000 euro.

Per quanto riguarda i componenti made in italy è lo stesso discorso: tu leggi quella scritta, ma vengono fatti all'estero.
Non crediate che campagnoli faccia tutto in italia!
Solo alcuni componenti di altissima gamma (ad es. per il ciclismo competitivo) vengono fatti nel nostro paese, ma fanno 50 pezzi e ognuno costa migliaia di euro.

E questo vale per tutto il made in italy che non sia alimentare.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Hopton - Novembre 14, 2012, 06:40:53 pm
Purtroppo hai perfettamente ragione... Me ne accorgo ogni volta che partecipo a una fiera: lavoro in un'azienda metalmeccanica, e chi non ci conosce fa sempre fatica a credere che produciamo tutto in due stabilimenti entrambi in Italia, e tra l'altro la gran parte dei nostri fornitori di componenti sono italiani. Quando vedo l'espressione incredula dell'interlocutore di turno lo invito a farci visita in azienda, così si convince. Ma questa diffidenza da parte di operatori economici la dice lunga sullo stato della nostra industria...
Comunque alla luce di tutto ciò si arriva a comprendere meglio perché una Brompton costa sui 1200/1300 euro.
Mario
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Novembre 14, 2012, 08:45:34 pm
ogni singolo componente della brompton viene fatto negli UK? veeg ma nel calcolo non dovrebbe essere inclusa anche l'estrazione delle materie prime?
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Hopton - Novembre 14, 2012, 10:00:16 pm
Che io sappia circa i 3/4" dei componenti delle Brompton, tra cui il telaio, vengono prodotti dalla stessa Brompton, e molti componenti acquistati sono prodotti in altri paesi dell'Unione Europea.
Ma bisogna comunque intendersi su cosa vuol dire che un articolo è prodotto in Italia. La questione, specie al giorno d'oggi, non è così lineare...

Se considerassimo anche i materiali grezzi, cioè da dove vengono estratti, allora forse quasi niente proviene dall'Europa, del resto le materie prime provengono dai paesi che le hanno, e l'Italia non ha quasi per niente materie prime. Ma da un punto di vista industriale credo che si consideri piuttosto la successiva trasformazione/lavorazione per decidere dove viene prodotto un componente.
Esempio: l'azienda italiana A può produrre un articolo utilizzando vari componenti, come dei dadi in ottone filettati. Può comprare questi dadi dal produttore italiano B (tantissimi sono in Lombardia) che a sua volta produce i dadi utilizzando barre di ottone fabbricate dall'azienda C, che può essere a seconda dei casi un'azienda ubicata in Germania o in Italia, entrambi paesi che hanno una produzione di barre di ottone. Probabilmente l'azienda C avrà comprato il materiale grezzo da un paese extaeuropeo che ha miniere dei materiali richiesti per fare l'ottone (soprattutto il rame) per poi lavorarlo nel suo stabilimento in Italia o Germania fino a produrre le barre d'ottone. Se alla fine di tutto questo diciamo che il prodotto finale di A, che progetta e produce in Italia, è un prodotto italiano, secondo me non commettiamo una forzatura. Il problema si pone quando non solo i materiali grezzi provengono dall'estero (del resto l'Italia ha pochissime materie prime), ma quando sia C sia B producono in Cina o altrove, e l'azienda A progetta in Italia ma produce/assembla altrove. Quest'ultimo caso, che è quello sottolineato da Veeg, è in effetti il più frequente, e viene spesso spacciato come made in Italy anche se non è molto corretto. Normalmente in un qualsiasi centro commerciale italiano non troviamo i prodotti dell'azienda A, ma quelli di un'altra azienda italiana che non produce e nemmeno progetta in Italia, semplicemente applica al prodotto l'etichetta o il blister con cui il prodotto viene esposto negli scaffali del centro commerciale. Questo prodotto sarà stato fabbricato in Cina, e l'azienda cinese avrà utilizzato componenti come i dadi a loro volta fabbricati in Cina, utilizzando barre di ottone lavorate in Cina. Nel migliore dei casi l'azienda italiana avrà disegnato il prodotto (compiandolo da altri), e questo basterà per sbandierarlo come made in Italy...
Noto però che in alcuni settori merceologici, tipo le scarpe, questo sta cambiando, grazie ai produttori italiani che si stanno finalmente organizzando per tutelare il vero made in Italy. Per le bici penso invece che siamo lontani anni luce da tutto ciò, prevale la furbizia.
Mario
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: veeg - Novembre 15, 2012, 08:50:03 am
Ottimo post hopton!

A proposito della brompton: se questa fosse una ditta italiana con il medesimo sistema produttivo, il modello base invece di 900 euro costerebbe 1900... è il "sistema produzione" nazionale che non è competitivo e obbliga le aziende a delocalizzare la produzione.

@NessunConfine:
nel calcolo percentuale produttivo del manifatturiero non viene mai tenuto conto della materia prima.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Novembre 15, 2012, 11:54:13 am
Mah, sono veramente perplesso su questo argomento, possibile che l'estrazione quindi aggiunta di capitale umano, lo stoccaggio ed il trasporto dai paesi produttori ai paesi importatori abbia un costo e sia un fattore generale così irrisorio da non rappresentare nemmeno una voce?

Questo modello dovrà per forza cambiare mi viene in mente, leggo sempre più spesso di paesi che si accaparrano quantità percentuali elevatissime di materie prime, che per quanto sembrino infinite così non sono. L'alluminio ad esempio si è iniziato a riciclare in grande quantità ai giorni nostri rispetto ad una volta, i treni come Italo mi pare che siano composti al 98-99% da materiali riciclati, come l'alluminio. Hopton se sai qualcosa illuminami!

Non voglio andare OT rispetto al topic ma a mio avviso è interessante capire gli sviluppi futuri dei materiali che utilizzeremo anche nelle nostre biciclette, oggi abbiamo a disposizione il greggio che ci permette di spostare, modificare ed elaborare in modo incredibile i materiali, ma quando finirà?
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Hopton - Novembre 18, 2012, 07:19:59 pm
Non conosco i dati precisi, ma ci sono alcuni fattori che indicano chiaramente la tendenza di questi anni, che è quella di un riciclo sempre maggiore dei metalli e delle materie prime in generale, cito in ordine sparso come mi vengono in mente:
– Qualche anno fa la Svizzera ha introdotto un referendum (loro fanno referundum popolari molto più di frequente di noi, e non solo quelli abrogativi) per introdurre delle norme che mirano a riciclare il 100% dell'alluminio di scarto. Misure analoghe sono state introdotte in molti altri paesi, e del resto anche da noi ora si ricicla l'alluminio, anche se con percentuali ancora ben lontane dal 100%. Ma le cose stanno cambiando rapidamente, ad es. da me a Lecco si è iniziato a riciclarlo da un paio d'anni.
– I fabbricanti di minuterie metalliche tipo raccordi per installazioni idrotermosanitarie già da anni non buttano via nemmeno il minimo scarto di lavorazione. Se per produrre un raccordo maschio prendono una barra diam. 14 e la lavorano fino ad ottenere il raccordo voluto, tutto lo scarto viene accuratamente recuperato e rilavorato per produrre altri pezzi. Quando si disegna un componente si studia con molta attenzione (molto più che qualche anno fa) come impiegare giusto la quantità di metallo davvero necessaria, ovviamente senza esagerare, altrimenti si rischia di comprometterne solidità e resistenza (poi magari qualcuno esagera, e per questo alle volte ci si spezzano dei pezzi metallici tra le mani come se noi fossimo Hulk...)
– In alcuni casi un componente metallico è a rischio di rottura perché per es. è sottoposto a stress da carico in punti critici (come gli snodi delle pieghevoli...), e magari la parete del metallo è un po' sottile, e magari la lega metallica non è particolarmente resistente (piccole variazioni percentuali dei componenti comportano notevoli variazioni nella durezza e resistenza della barra metallica). In questi casi sempre più spesso ci cerca di irrobustire il pezzo metallico a rischio non aumentandone gli spessori, ma "ricuocendolo". La ricottura è un processo mediante il quale un metallo viene portato ad elevate temperature (diverse per ciascun tipo di lega metallica), affinché la sua struttura molecolare si ricomponga in una maniera più omogenea e regolare. (Chiedo scuso per la spiegazione approssimativa, non sono un tecnico.) Questo fa sì che il metallo acquisisca una durezza e resistenza ben superiori a quelle che aveva prima della ricottura. Ecco perché non sempre lo spessore di un componente metallico è sufficiente da solo a dedurre se è resistente a sufficienza o no.
– Inoltre anche l'accuratezza del disegno di un componente metallico aiuta a evitare possibili future rotture. Ad es. un componente soggetto a carico elevato e che abbia un angolo retto subisce uno stress particolarmente elevato proprio in prossimità dell'angolo, motivo per cui quando è possibile si preferisce curvare i metalli anziche piegarli bruscamente a 90 gradi. Due esempi per chiarire meglio: pensate al tubo del telaio della Bromton, c'è un video che mostra quanta sapienza artigianale occorra per dargli quella curva così "morbida" e uniforme). Oppure ad esempio si pensi alla cura che mette la Tern nel disegnare i suoi telai con certe forme e curve: è evidente la preoccupazione di distribuire i carichi in maniera ottimale.
– Fino a qualche anno fa, più o meno il 2005, il costo di metalli fondamentali per l'industria come l'ottone e l'acciaio (inox o no) era soggetto a lievi variazioni/aumenti, poi di colpo il mercato è impazzito e certe leghe sono arrivate a costare nel giro di un anno il doppio o il triplo... I motivi addotti sono l'enorme consumo di metalli in Cina e forse anche un po' di speculazione internazionale. Adesso questa "febbre" dei prezzi di metalli sembra essersi un po' calmata, ma anche se i prezzi non subiscono impennate ogni giorno comunque il livello medio dei prezzi è rimasto altino, e quindi si cerca di evitare sprechi.


Da questo punto di vista il mercato dell'auto è fondamentale, visto che necessita di enormi quantitativi di metalli vari. Ora se è vero che si dice sempre che è un mercato in flessione in questi anni, bisogna considerare che se anche in Europa e Nord America si vendono meno auto ci sono sempre Cina, India e altri paesi emergenti dove prima quasi nessuno usava l'auto e ora se ne vendono a milioni...


In quanto all'interrogativo di Lorenzo sul fatto che il costo dei materiali in sé sia irrisorio sul totale dei costi: in realtà l'andamento "pazzerello" di questi anni ha dimostrato che tanto irrisorio non è, semmai, considerando che generalmente i metalli vengono estratti da minatori in paesi del terzo mondo, bisogna vedere quanto di questi aumenti si traduca in un effettivo miglioramento delle loro condizioni di vita. Ben poco io temo, e questo è ciò che fa ancora più rabbia: questi aumenti di costi spesso finiscono solo per arricchire speculatori e multinazionali che erano già straricchi prima. Non è un caso se poi leggiamo che il tale magnate russo dell'alluminio faccia venire una pop star strafamosa a cantare a casa sua per una festa privata (esempio inventato, ma per capirci, visto che sono cose che succedono realmente...)


Mario
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Novembre 19, 2012, 11:29:17 am
Auto, mercato in calo del 20 per cento
«Chiude una concessionaria al giorno»


VENEZIA - Un crollo delle vendite in Veneto del 20 per cento. La crisi mette la retromarcia alle vendite di automobili. È quello che emerge dai dati Unrae, alla base del convegno organizzato dal Gruppo Auto-Moto di Confcommercio Veneto e dedicato al settore e alle strategie future per arginare il fenomeno della de-motorizzazione in atto anche nella nostra regione. La crisi dell'autoin Veneto si traduce in una percentuale di vendite, da gennaio a ottobre, pari a -20,68% rispetto allo stesso periodo del 2011. In particolare, il mese di ottobre 2012 si chiude con un -14,02% di vendite rispetto allo stesso mese del 2011.

Il dato negativo (negativo? ;) ) più evidente dei primi 10 mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo del 2011, riguarda la provincia di Belluno, che registra un -25,92% di vendite, seguita dalla provincia di Vicenza con -22,10%, e poi, a ruota, Verona con -21,06%, Treviso con -20,64%, Padova con -19,78%, Venezia con -19,15% e Rovigo con -17,04%. In termini numerici, da gennaio a ottobre 2012, in Veneto sono state vendute 91.304 vetture contro le 115.111 dello stesso periodo del 2011. «Alla luce di questi risultati - commenta il direttore di Confcommercio Veneto, Eugenio Gattolin - è evidente come sia concreto il rischio che un'intera categoria si trovi in mezzo a una strada, insieme a tutti i lavoratori del settore. Nel 2010 le concessionarie d'auto presenti nel Veneto, comprese le sedi secondarie di punti vendita, erano 276; oggi sono 206, con un calo del 25% in due anni». «Attualmente in Italia sta chiudendo una concessionaria al giorno - aggiunge il presidente del Gruppo AutoMoto, Giorgio Sina - Il Veneto non fa eccezione, con conseguenti ricadute sul fronte occupazionale oltre che imprenditoriale». (Ansa)

fonte: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/economia/2012/15-novembre-2012/auto-mercato-calo-20-centochiude-concessionaria-giorno--2112717948127.shtml
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Novembre 28, 2012, 10:54:32 pm
(http://static.blogo.it/02blog/1/167/critical-mass-586x379.jpg)
Vogliamo prendere a prestito la teoria dell’Effetto Farfalla, celebre paradigma che si basa sulla teoria del caos. Cuore della teoria è che piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema. In pratica, rielaborando il tutto, si potrebbe ipotizzare che se un uomo in Cina compra un’automobile, a Milano un altro uomo compra una bicicletta.
Dopo l’abbuffata dei decenni scorsi si torna a preferire mezzi più dolci e decisamente meno inquinanti. E’ quello che fotografa l’Agenzia di mobilità e ambiente del Comune in occasione dell’aggiornamento del Piano generale del traffico urbano (Pgtu). In pratica rispetto al 2003 ci sono 74mila auto in meno e il 50 per cento in più di ingressi di biciclette in centro. Obiettivo del piano?
estendere gli ambiti riservati alla mobilità dolce (aumentando le zone 30 e la rete di ciclabilità), riqualificare il centro storico riducendo la congestione, migliorare e potenziare il trasporto pubblico (con l’estensione delle corsie riservate, alcune inserite nel Piano triennale delle opere pubbliche, e il preferenziamento semaforico), riqualificare ambiti locali periferici, razionalizzare la distribuzione delle merci (anche passando dalle attuali 1.350 piazzole carico/scarico a 2.400), estendere la regolamentazione della sosta (aumentata dal 2003 del 73 per cento per i residenti e dell’87 per cento per le strisce blu), valorizzare la fruizione dei parcheggi in struttura già presenti sul territorio.
Tutto il documento lo potete trovare qui. Da qui in poi verranno raccolte e recepite le osservazioni e dopo 60 giorni il Pgtu verrà definitivamente reso operativo. Sulla stessa pagina si possono scaricare i tre documenti, “Stato attuazione e aggiornamento Pgtu”, “Rapporto Ambientale” e “Sintesi non tecnica” e le osservazioni possono essere inviate all’indirizzo di posta certificata pianificazionemobilita@cert.comune.milano.it.
Inoltre il 20 dicembre, presso l’Acquario civico, ci sarà il confronto pubblico, suddiviso in due momenti: la Conferenza di VAS con i soggetti istituzionali e il Forum con le associazioni.

fonte: http://www.02blog.it/post/14545/dal-2003-a-milano-74mila-auto-in-meno-50-di-bici-e-tante-isole-ambientali
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Dicembre 13, 2012, 12:25:06 pm
I dati dei precedenti post facevano riferimento ad ottobre mentre questi sono riferiti a novembre:

Roma, 3 dic. (Adnkronos) - Non si ferma il crollo del mercato automobilistico: a novembre i dati diffusi dalla Motorizzazione mostrano immatricolazioni per 106.491 autovetture, con un calo del 20,1% rispetto allo stesso mese del 2011, quando le immatricolazioni furono 133.284. I dati odierni mostrano un peggioramento rispetto al trend emerso a ottobre, quando sono state invece immatricolate 117.322 autovetture, -12,06% sull'ottobre 2011.
Dall'inizio dell'anno le immatricolazioni sono state 1.314.868 (-19,72% sulle 1.637.812 registrate nello stesso periodo del 2011).
Più limitato il calo sul mercato dell'usato: a novembre infatti sono stati registrati 374.122 trasferimenti di proprietà con una variazione di -4,27% rispetto allo stesso mese 2011, durante il quale ne furono registrati 390.822. Nel mese di novembre 2012 il volume globale delle vendite (480.613 autovetture) ha dunque interessato per il 22,16% auto nuove e per il 77,84% auto usate.
A livello di singoli marchi i risultati di novembre mostrano cali pressoché generalizzati, ma di entità molto differente. Se Fiat argina le perdite con 23.269 unità vendute (pari al 21,85% del mercato e un calo del 13,73% sulle 26.971 vetture dello stesso mese del 2011), nel gruppo torinese Alfa chiude con -25,74% e 2.649 unità, mentre Lancia segna un -23,42% e 5.188 vetture vendute. Infine Chrysler-Jeep-Dodge si attesta a 543 unità immatricolate (con -11,42% sul novembre 2011 ma una quota in salita allo 0,51%).
Dietro Fiat, Ford riconquista per poche unità la seconda posizione sul mercato italiano, con 7.762 vetture vendute (-20,98% su novembre 2011) contro le 7.742 di Volkswagen, penalizzata da un calo annuo del 26,73%. Fra i marchi premium, solo Bmw (-5,62% a 3.681 unità) limita le perdite, grazie all'introduzione di nuovi modelli, portando anzi la sua quota al 3,37%, mentre Audi perde il 17,31% scendendo a 3.587 vetture e Mercedes crolla del 26,54% a 3.051 vetture, aspettando l'effetto del lancio della nuova Classe A.
Solo tre marchi chiudono il mese in attivo: sono i coreani di Kia (+9,74% a 2.310 unità, ma dall'inizio dell'anno il progresso è del 42,63%), la britannica Land Rover (ma controllata dall'indiana Tata) che sale del 18,57% (+39,02% da gennaio a oggi) e Peugeot che, grazie alla buona accoglienza alla best-seller 208, torna in positivo, con 5.780 vetture immatricolate (+5,86%).

fonte: http://www.adnkronos.com/IGN/News/Economia/Mercato-auto-a-novembre-nuovo-crollo-delle-immatricolazioni--201_313956586836.html?utm_medium=twitter&utm_source=twitterfeed
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: battle71 - Dicembre 22, 2012, 07:07:45 pm
--- ADMIN ON

segnalo

l'elenco delle discussioni legate al tema "bici e auto" recuperabile cliccando sul tag "auto_bici" in fondo a questa discussione

--- ADMIN OFF


Ho letto e riporto questo interessante articolo:

http://www.greenme.it/muoversi/bici/9291-rapporto-censis-aci-biciclette-auto
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Hopton - Dicembre 22, 2012, 11:44:55 pm
Su questo tema rimando anche all'analogo topic (http://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=2792.0) sui dati del 2011.
Mario
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Gennaio 03, 2013, 10:52:26 am
Auto, nel 2012 crollo del 20% Il mercato torna al 1979

MILANO - Un anno da dimenticare per le quattroruote. Le immatricolazioni hanno fatto un balzo indietro nel tempo di trentatrè anni. Un crollo avvenuto in Italia quanto nel resto d'Europa, un mercato che stenta a ripartire. La motorizzazione ha immatricolato, nel mese di dicembre 2012, 86.735 autovetture, il 22,51% in meno rispetto a dicembre 2011, durante il quale ne furono immatricolate 111.928 (a novembre la variazione era stata del -19,78% rispetto allo stesso mese del 2011). Nell'intero 2012 le nuove immatricolazioni sono state poco più di 1,4 milioni, con una variazione del -19,87% rispetto al 2011, durante il quale ne furono immatricolate 1,75 milioni. Si è così tornati ai livelli di mercato fatti segnare nel 1979.

Per quanto riguarda il gruppo Fiat, le vendite in dicembre sono scese del 20,2% a 25.385 unità, mentre nell'intero 2012 il Lingotto ha immatricolato esattamente 100 mila auto in meno che nel 2011, per una flessione del 19,4% a 414.925. La quota di mercato della casa torinese è salita così al 29,26% in dicembre (dal 28,42% di un anno prima) e al 29,59% per l'intero 2012 (29,43% nel 2011). Fiat ha specificato in una nota che nel 2012 è stata la Panda la vettura più venduta in Italia, con quasi 118 mila immatricolazioni e il 44% di quota nel segmento A, dove è stabilmente l'auto più richiesta. Alle sue spalle la Punto (quasi 80 mila le vetture registrate nell'anno) con una quota del 18,7% nel segmento B, dove è sempre l'auto più venduta. Positivi risultati anche per la 500, registrata nell'anno in 43 mila esemplari, che ottiene il 16% di quota nel segmento A.

Secondo il centro studi Promotor il dato italiano "appare ancora più drammatico se si considera che il mercato mondiale delle autovetture dovrebbe aver fatto registrare nel 2012 un nuovo record ed è previsto ancora in crescita nel 2013. La crisi dell'auto interessa infatti soltanto l'area euro ed è una diretta conseguenza dell'effetto depressivo sull'economia reale delle politiche di austerity". Per l'analisi degli esperti la crisi dell'economia "è indubbiamente il principale fattore di freno delle vendite di auto, ma nel 2012 anche altri elementi hanno fortemente compresso le immatricolazioni: il caro-carburanti, il caro-assicurazioni, le difficoltà di accesso al credito, un'overdose di imposte e anche la forte caduta degli indicatori di fiducia Istat delle imprese e dei consumatori". Quanto al futuro, anche per le quattro ruote molto sarà legato alle elezioni: "Se il risultato che uscirà dalle urne sarà tale da rassicurare, non solo i mercati finanziari, ma anche i consumatori, si può ipotizzare che il conseguente recupero di fiducia potrebbe determinare a partire da aprile-maggio una inversione di tendenza".

Il tracollo del 2012, secondo Federauto, equivale a un mancato fatturato di circa 7 miliardi. "La diffusa disoccupazione, le aziende che chiudono, la pressione fiscale, il drastico calo del consumo interno, l'incertezza politica, il prossimo aumento dell'Iva previsto a luglio: tutto questo insieme ci fa prevedere, per il 2013, un mercato vicino a 1,33 milioni di unità", concludono dall'Osservatorio Federauto.

fonte: http://www.repubblica.it/economia/2013/01/02/news/immatricolazioni_italia_2012-49821815/
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Febbraio 02, 2013, 06:43:11 pm
Aggiornamenti dal mercato automobilistico 2013

Auto, il 2013 apre con un nuovo tonfo: vendite in calo del 17%

ROMA - Il 2013 apre con un nuovo tonfo del mercato dell'auto in Italia. A gennaio le nuove immatricolazioni sono state 113.525, in flessione del 17,58% rispetto alle 137.745 unità di un anno fa. A Dicembre 2012 il calodelle vendite era stato del 22,51%. Lo comunica il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture.

In progresso, invece, il mercato dell'usato. A gennaio - sottolinea il ministero dei Trasporti - sono stati registrati 370.141 trasferimenti di proprietà di auto usate, con un progresso del 5,99% rispetto a gennaio 2012 quando ne furono registrati 349.222. A dicembre 2012 i trasferimenti di proprietà erano stati invece 324.531, in flessione del 16,08% rispetto a dicembre 2011. Quindi, a gennaio 2013 il volume globale delle vendite si è attestato a 483.666 autovetture, di cui il 23,47% auto nuove e il 76,53% auto usate.

Sempre a gennaio 2013 il gruppo Fiat ha immatricolato in Italia 34.123 nuove autovetture, in flessione del 15,76% rispetto alle 40.508 di un anno fa. A dicembre 2012 le vendite del gruppo torinese erano scese del 20,2% a 25.384 unità. Nel mese il gruppo ha accresciuto la propria quota di mercato in Italia dello 0,65% rispetto al gennaio 2012. È quanto rileva in una nota Fiat commentando i dati sulle immatricolazioni auto. In particolare, il brand Fiat ha una quota del 22,7%, in progresso di 2,1 punti percentuali rispetto a gennaio 2012. Inoltre, Panda, Punto e Ypsilon sono al vertice della 'top ten' di vendita e la 500L, con 34 mila ordini già raccolti in Europa, è la «media» più venduta.

Prima tra le marche estere in Italia si conferma a gennaio Volkswagen con una quota del 7,52%, nonostante un calo del 22% delle immatricolazioni (a 8.533 unità). Seconda in classifica è Ford, con il 5,82% ed un crollo del 44,33% delle vendite (a 6.603), e al terzo posto c'è Opel con il 5,77%. La controllata europea di General Motors è però una delle poche case in controtendenza, con vendite in progresso dello 0,82% a 6.551 unità.

Tra le tedesche di lusso, conferma il suo primato Audi al 4,02% (-13,58% a 4.562), seguita da Mercedes al 3,27% (-8,5% a 3.713) e Bmw al 3,02% (-10,46% a 3.424).

fonte: http://www.ilmessaggero.it/economia/auto_immatricolazioni_in_calo_a_gennaio/notizie/248613.shtml
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Febbraio 16, 2013, 01:26:39 pm
[Treviso] Istat: in 10 anni aumentato del 6 per cento l'uso della bicicletta

(http://farm1.staticflickr.com/27/54403250_e795c5e65f_z.jpg)

Sarà la crisi o una sensibilità più "verde", ma sembra che i trevigiani preferiscano lasciare l'auto in parcheggio e muoversi sulle due ruote più ecologiche: la bicicletta.

Secondo i dati dell'ultimo censimento Istat, in dieci anni nel capoluogo della Marca l'uso della bici è incrementato del 6 per cento, mentre l'impiego dell'auto, per spostarsi, è sceso dell'8 per cento e quello dei mezzi pubblici resta invariato.

La percentuale dei ciclisti, però, potrebbe salire fino all'8 per cento, non appena i dati saranno completati da quelli del censimento sul web.

I motivi che spingono i trevigiani ad abbracciare la filosofia dei pedali sono molteplici:la crisi che non lascia spazio all'acquisto di un'auto nuova, il prezzo del carburante alle stelle, il traffico intenso in certi punti e orari, la diffusione di comportamenti ecologici.

Al di là degli elogi ai trevigiani, la nuova tendenza in fatto di trasporti (ri)apre la spinosa questione delle piste ciclabili, nota più che dolente di Treviso.

Lo stesso assessore comunale alla Mobilità, Stefano Pimpolari, ammette che "il dato è forte e il Comune deve tenerne conto".

"Dopo le elezioni di maggio - osserva l'assessore - chiunque amministrerà la città, dovrà inserire nei piani delle opere pubbliche in media un milione di euro l'anno per costruire nuove piste ciclabili".

La nuova giunta comunale, dunque, dovrà invertire la tendenza: spendere meno in strade e investire di più per la sicurezza dei sempre più numerosi ciclisti.

fonte: http://www.trevisotoday.it/economia/biciclette-treviso-dati-istat.html
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Febbraio 24, 2013, 11:44:58 pm
[Treviso] Sul Put 6 mila auto in meno E aumentano bici e pedoni

Sempre meno auto lungo il Put. Erano 34.518 al giorno nel 2005, nel 2011 sono state 29.280. In sei anni, oltre 6 mila auto in meno al giorno, oltre 250 all’ora: considerando le ore di punta, quasi 7-800 veicoli in meno lungo l’anello esterno.
Effetto dell caro benzina? Secondo l’ufficio Mobilità del Comune, diretto da Michela Mingardo, che ha presentato il dossier alla giunta, la diminuzione del traffico comincia prima della crisi: è il risultato dei miglioramenti viari alla grande viabilità del capoluogo, ovvero la realizzazione dei cavalcavia di Silea e dell’ospedale (fra 2005 e 2006) e poi il cavalcavia della Noalese. Ma il più recente contributo alla diminuzione del traffico è giunto dalla formula pedibus per gli alunni delle scuole primarie e dal bike sharing. Certo, adesso è arrivato anche il caro benzina...
In 10 anni, peraltro, cala del 10% anche l’uso di veicoli a motore negli spostamenti casa lavoro o casa scuola nel comune. Nel 1991 usava l’auto privata il 66%, nel 2001 il 62,79%, oggi il 54,27%. Ed è sceso il numero di chi guida un veicolo a motore, nel 2011. Ma non cresce nemmeno l’uso del trasporto pubblico: stabile fra 8 e 9 per cento, fra 2001 e 2011. Invece, viva la bici e il sano camminare: lo faceva il 34,96% dei pendolari nel 2001l, oggi il 45,44%. La città è più ecologica.

fonte: http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2013/02/22/news/sul-put-6-mila-auto-in-meno-e-aumentano-bici-e-pedoni-1.6583693
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Marzo 08, 2013, 10:27:08 am
[Svizzera] Le vendite di bici superano quelle delle auto

(http://www.rinnovabili.it/wp-content/uploads/2013/03/3791518786_3e3e16f908_z.jpg)

Gli svizzeri hanno consolidato la propria passione per la bicicletta, trasformando il rappresentante numero uno della mobilità dolce in uno dei loro mezzi di trasporto preferiti. Una preferenza  così decisa d’aver fatto sì che, nel 2012, le vendite di bici elettriche, city bike e quelle da corsa superassero addirittura il numero di nuove auto immatricolate: 348.600 due ruote contro le 328.139 automobili.
 
I dati appartengono a Velosuisse, l’associazione che rappresenta i fornitori elvetici di biciclette e che nella sua statistica annuale mostra i trend di crescita del parco svizzero delle due ruote. “Sia per i loro spostamenti quotidiani o che nel tempo libero, gli svizzeri utilizzano la bici per mantenersi in forma, muoversi, fare shopping”, spiega l’associazione fornendo i dati per ogni tipologia di prodotto. Nel dettaglio nel 2012 si è registrato un incremento per le e-bike (+6,7%) per 52.900 nuove unità e le mountain bike (+2,7%) con 128.000 unità, mentre sono calate le vendite di biciclette da città (-5,8% – 95.800 unità) e quelle da corsa (-3,7% – 16.300 unità).

fonte: http://www.rinnovabili.it/mobilita/svizzera-le-vendite-di-bici-superano-quelle-delle-auto600/
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Maggio 08, 2013, 05:20:57 pm
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Avevamo assistito nel 2012 al sorpasso storico della vendita di biciclette rispetto alle auto riferito all'anno 2011 (http://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=2792), un nuovo dato del 2012 conferma il trend:


La vendita delle bici sorpassa quella delle auto nel 2012

(http://i.thestar.com/images/da/e2/53ede4ee43d1968e67818f10df92.jpg)

Oltre 1,6 milioni le biciclette vendute in Italia nel 2012, circa 1,4 milioni le auto: il sorpasso era già avvenuto lo scorso anno e il 2012, complice anche il perdurare della crisi economica, ha confermato la tendenza nonostante la battuta d'arresto subita dal mercato delle due ruote a pedali. Nel 2012 si sono vendute infatti in Italia 1,75 milioni di biciclette in meno rispetto al 2011 (-8,2%) e la produzione è calata del 9,8%, vale a dire 2,19 milioni di bici in meno.

In parallelo, sono aumentate però le esportazioni di parti di biciclette, generalmente pezzi di alta qualità per il mercato professionistico: il fatturato ha raggiunto i 463 milioni di euro, per una crescita del 15%. L'import di parti di biciclette (per lo più pezzi di basso valore) secondo i dati forniti da Confindustria Ancma ha totalizzato nel 2012 302 milioni di euro, registrando un incremento del 9% sul 2011. Nel complesso la bilancia commerciale del settore è risultata in attivo per 161 milioni di euro (+4,5% rispetto all'anno precedente).

Nel complesso delle vendite, city bike e biciclette tradizionali hanno rappresentato insieme il 42% del mercato, superando le mountain bike (30%); stabili le bici da bambino (18%) e i prodotti da corsa (7%). In crescita la fetta occupata dalle biciclette a pedalata assistita (+9,5%), in espansione soprattutto nelle grandi città; di nicchia ma in crescita anche le bici pieghevoli, con circa 20 mila pezzi venduti ogni anno.

A livello geografico, si pedala di più nel Nord Est, dove sono state vendute oltre 532 mila biciclette tra gli 11,6 milioni di abitanti, anche grazie a una rete più estesa di piste ciclabili; più indietro il Nord Ovest, con 425 mila bici spalmate su oltre 16,1 milioni di abitanti. Tra il Sud Italia e le isole, zona che risulta apprezzare più di altre le due ruote a pedalata assistita, sono state vendute nel 2012 414 mila biciclette; solo 234 mila, invece, al centro.

Piste ciclabili la priorità secondo il 63% degli amanti della bicicletta. "Al nuovo governo chiediamo provvedimenti che vadano in questa direzione e che puntino a rendere l'Italia un Paese in linea con gli standard delle best practice europee", afferma Corrado Capelli, presidente di Confindustria Ancma. "Studi internazionali dimostrano che un euro investito in ciclabilità ne restituisce 4 o 5 alla collettività intera".

"Oggi le due ruote a pedali costituiscono una nuova mobilità - commenta Pier Francesco Caliari, direttore generale di Confindustria Ancma - c'è molto da lavorare sulle infrastrutture, non solo quelle cittadine ma soprattutto per lo sviluppo del cicloturismo, che genera ogni anno in Germania un fatturato di 9 miliardi di euro. Bicicletta e auto non sono in competizione, ma i dati rivelano che è in atto un fenomeno di costume".

Foto | http://www.democraticunderground.com/
Fonte | http://www.italiaoggi.it/news/dettaglio_news.asp?id=201305071439598998&chkAgenzie=ITALIAOGGI
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Hopton - Maggio 08, 2013, 10:24:53 pm
Oltre 1,6 milioni le biciclette vendute in Italia nel 2012, circa 1,4 milioni le auto: il sorpasso era già avvenuto lo scorso anno e il 2012, complice anche il perdurare della crisi economica, ha confermato la tendenza nonostante la battuta d'arresto subita dal mercato delle due ruote a pedali. Nel 2012 si sono vendute infatti in Italia 1,75 milioni di biciclette in meno rispetto al 2011 (-8,2%) e la produzione è calata del 9,8%, vale a dire 2,19 milioni di bici in meno.
Forse sono io che sono stanco...
Se nel 2012 si sono vendute 1,6 milioni di bici, con un calo rispetto all'anno prima del 8,2%, allora vuol dire che nel 2011 si sono vendute 1,743 milioni di bici (1,743 - 8,2% = 1,6). Quindi nel 2012 si sono vendute 1.743.000 - 1.600.000 = 143.000 bici in meno rispetto al 2011, e non 1,75 milioni... ??? Penso che volesse dire 1,75 IN TUTTO, non in meno.
Mario
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Maggio 17, 2013, 07:27:08 pm
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Meno auto, più bici: chi vince e chi perde

17.05.13
Andrea Boitani e Francesco Ramella

Domenica 12 maggio si è svolta la quarta edizione della Giornata nazionale della bicicletta. La diffusione di questo mezzo di trasporto, soprattutto nelle città, è un obiettivo largamente condiviso. Ma i benefici non sono automatici. Miglioramento della sicurezza e decongestionamento delle strade.

L’AUTO NON PAGA TUTTI I COSTI

Non vi è dubbio che, in città, solo una quota parte (http://www.lavoce.info/chi-paga-i-costi-del-traffico/) dei costi esterni derivanti dall’utilizzo dell’auto è internalizzata tramite l’imposizione fiscale: la conseguenza è che il livello complessivo della mobilità privata motorizzata eccede quello socialmente ottimale.
In tabella 1 si riportano alcune stime relative ai costi esterni unitari in ambito metropolitano (aree urbane con popolazione superiore a 500mila abitanti) per le due tipologie di auto che rappresentano la parte largamente maggioritaria del parco circolante: alimentazione a benzina di cilindrata inferiore a 1,4 l e alimentazione a gasolio di cilindrata inferiore ai 2,0 l. Stando a queste stime le esternalità ambientali rappresentano una percentuale modesta e in declino rispetto al totale dei costi esterni, tra i quali la congestione fa la parte del leone (dal 51 all’80 per cento dei costi esterni totali).

Tabella 1 – Costi esterni unitari [€cent/veicolo-km] e imposizione fiscale in ambito metropolitano

(http://oi42.tinypic.com/5tf2f.jpg)
Fonte: elaborazione su dati Beria, Grimaldi e Ponti M. (2012), “Comparison of social and perceived marginal costs of road transport in Italy”, Economics and Policy of Energy and the Environment, Special Issue “Transport economics and the environment”, 2/2012.

IL MERCATO POTENZIALE DELLA BICICLETTA

“La bici – ha sottolineato il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando – è il simbolo della mobilità sostenibile e intelligente, fa bene all’ambiente e alla salute”. La bicicletta non inquina l’aria, non fa rumore, occupa poco spazio e quindi non congestiona. Un maggior utilizzo delle due ruote avrebbe perciò svariate ricadute positive per le città. Accanto agli innegabili benefici vi sarebbero però alcune conseguenze indesiderabili da non trascurare.
Proviamo dunque a immaginare le conseguenze di un più ampio ricorso alla bici. Usiamo come termine di paragone il caso dei Paesi Bassi dove si riscontra il più elevato utilizzo delle due ruote in ambito europeo. Gli olandesi percorrono complessivamente circa 15 miliardi di chilometri in bicicletta all’anno, equivalenti a poco meno di mille chilometri pro-capite a fronte dei 200  chilometri in Italia. Immaginiamo che nell’arco di un decennio l’uso della bicicletta nel nostro paese si porti al livello olandese e che tutti i chilometri in più percorsi con le bici siano sottratti all’auto nelle città (in realtà le due ruote competono anche, se non di più, con i mezzi pubblici): si determinerebbe una riduzione della mobilità privata dell’ordine del 7 per cento (da 11.500 a 10.700 km/anno per abitante).

GLI EFFETTI SU QUALITÀ DELL’ARIA E SICUREZZA


La riduzione della mobilità comporterebbe una riduzione dell’inquinamento atmosferico che si può stimare essere dell’ordine di un microgrammo/metro cubo di polveri sottili, ossia di entità quasi impercettibile se paragonata alla evoluzione di lungo periodo della qualità dell’aria (i dati sopra riportati evidenziano come per un’auto alimentata a gasolio il passaggio dallo standard Euro 1 a Euro 5 comporta una riduzione dell’82 per cento del costo esterno dell’inquinamento atmosferico).
Quali gli effetti per la sicurezza stradale? L’eventuale cambio modale determinerebbe sia benefici che svantaggi. Da un lato, si avrebbe un minor numero di morti e feriti fra i preesistenti pedoni, ciclisti e conducenti/passeggeri coinvolti in incidenti causati da automobili; dall’altro, aumenterebbero gli incidenti isolati, con altre biciclette o con i mezzi motorizzati (solo il 20 per cento del totale) fra i ciclisti.
Due recenti studi hanno tentato di fare un bilancio di questi due effetti giungendo a conclusioni molto simili: in presenza di una riduzione del 10 per cento del traffico automobilistico, il numero complessivo di persone che perdono la vita rimarrebbe pressoché invariato, mentre quello dei feriti gravi aumenterebbe intorno al 3 per cento. (1) L’analisi è stata condotta con riferimento alla realtà olandese che presenta livelli di sicurezza per i ciclisti molto superiori alla media europea. (2)
Gli autori così sintetizzano i risultati delle ricerche condotte: l’effetto neutrale in termini di numero di vittime in incidenti stradali è il risultato di più fattori: a) l’elevato rischio di essere coinvolti in incidenti mortali per i ciclisti; b) il minor numero di auto in circolazione; c) la minor distanza percorsa (per uno spostamento con identica origine e destinazione) da coloro che scelgono di spostarsi in bici invece che in auto; d) il cosiddetto fenomeno della “safety in numbers” (il rischio per i ciclisti diminuisce al crescere del loro peso sul totale del traffico).
Gli effetti del cambio modale sarebbero di segno opposto per i due gruppi di età, da 18 a 64 anni e oltre i 65 anni: il numero di decessi si ridurrebbe per la prima classe e aumenterebbe per la seconda. Il maggior numero di feriti gravi è conseguente all’incremento del numero di ciclisti coinvolti in incidenti che non interessano mezzi motorizzati. Nonostante una maggior probabilità di essere vittime di incidenti stradali, coloro che optassero per la bicicletta, grazie alla maggiore attività fisica, godrebbero di effetti positivi per le proprie condizioni di salute.

… E QUELLI PER LA FINANZA PUBBLICA


Assumendo che il cambio modale avvenga in assenza di interventi pubblici volti a favorire la mobilità ciclabile e, quindi, di spesa aggiuntiva, il settore pubblico subirebbe un saldo negativo per la riduzione degli introiti derivanti dall’imposizione fiscale sui carburanti che ammonterebbe a circa 2,6 miliardi di euro per anno (si ipotizza invariato il tasso di motorizzazione e il gettito relativo all’acquisto e al possesso dei veicoli). (3) I cittadini, usando meno l’auto, pagherebbero meno tasse, il che certamente li farebbe felici, ma la collettività vedrebbe ridursi il flusso di risorse garantito dal prelievo fiscale sui carburanti. (4)

POLITICHE MIRATE

Per accrescere gli effetti positivi e ridurre quelli negativi, dunque, non c’è bisogno di una “generica” politica di cambio modale, ma di una politica che abbia come target esplicito le generazioni meno anziane e che sia innervata da iniziative (e spese) per accrescere la sicurezza dei ciclisti: piste ciclabili, corsie preferenziali, rafforzamento dei diritti dei ciclisti previsti nel codice della strada, repressione dei comportamenti rischiosi anche degli stessi ciclisti, strade a velocità ridotta a 30 km/h, e così via. Bisognerebbe anche studiare soluzioni che consentano di separare il più possibile il traffico automobilistico di lunga percorrenza urbana (sopra i 5 chilometri, che deve rimanere relativamente veloce) da quello di breve percorrenza, dove è ragionevole far crescere l’uso della bici e dove le auto possono e devono essere rallentate. Perciò, la costruzione mirata di tunnel a pagamento riservati alle auto, ai camion e ai pullman turistici dovrebbe essere presa in considerazione come una delle soluzioni possibili, senza pregiudizi ideologici da una parte e dall’altra.
I maggiori beneficiari dello spostamento di traffico dall’auto alla bici sarebbero proprio gli automobilisti e, in misura più limitata, gli utenti dei trasporti pubblici di superficie, grazie alla riduzione dei tempi di viaggio consentita dalla minore congestione. Per ridurre ancora di più questa esternalità e recuperare risorse (da destinare alla sicurezza dei ciclisti ma anche degli automobilisti), la soluzione preferibile è allora quella di estendere l’uso di strumenti come la “congestion charge” utilizzata per esempio a Milano, Londra e Goteborg. Mentre un ritocco verso l’alto delle tariffe dei servizi di trasporto pubblico non dovrebbe essere considerata come lesa maestà, visto il miglioramento qualitativo del servizio permesso dai più numerosi ciclisti.

(1) Schepers, J, P. e E. Heinenb (2013), “How does a modal shift from short car trips to cycling affect road safety?”, Accident  Analysis and Prevention, 50, 1118–1127; Stipdonk, H. e M. Reurings (2012), “The Effect on Road Safety of a Modal Shift From Car to Bicycle”, Traffic Injury Prevention, 13:4, 412-421.
(2) Il tasso di mortalità – numero di decessi per 100milioni di km percorsi – è pari a 90 contro un valore di 250 per la Gran Bretagna, che pure eccelle in Europa quanto a sicurezza stradale complessiva.
(3) Ottenuto come risultato della seguente operazione: 5,37 * 10-2 [imposizione fiscale media sul carburante in ambito urbano] x 800 [riduzione della percorrenza procapite]  x 60,6 * 106 [n. di abitanti in Italia].
(4) Teoricamente vi sarebbe anche un risparmio conseguente alla riduzione dei costi di produzione dei servizi di trasporto (stimabile intorno ai 500 milioni di euro con un aumento della velocità commerciale del 20 per cento). Nella realtà, finora, ogni qualvolta è stata adottata una misura – ad esempio, istituzione di corsie riservate/congestion charge – che ha determinato un aumento della velocità dei mezzi pubblici ai risparmi non è seguito un taglio di risorse, in alcuni casi perché è stato aumentato il numero delle corse.


Fonte | http://www.lavoce.info/meno-auto-e-piu-bici-chi-vince-e-chi-perde/
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Jimmy - Maggio 18, 2013, 11:31:16 am
non che non ci creda, lungi dalla mia persona...ma questi passaggi proprio non li capisco...o per lo meno non capisco l'argomentazione che ci stà dietro come sostegno!

in presenza di una riduzione del 10 per cento del traffico automobilistico, il numero complessivo di persone che perdono la vita rimarrebbe pressoché invariato, mentre quello dei feriti gravi aumenterebbe intorno al 3 per cento


l’effetto neutrale in termini di numero di vittime in incidenti stradali è il risultato di più fattori: a) l’elevato rischio di essere coinvolti in incidenti mortali per i ciclisti; b) il minor numero di auto in circolazione; c) la minor distanza percorsa (per uno spostamento con identica origine e destinazione) da coloro che scelgono di spostarsi in bici invece che in auto; d) il cosiddetto fenomeno della “safety in numbers” (il rischio per i ciclisti diminuisce al crescere del loro peso sul totale del traffico).


qualche lume?!?
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Hopton - Maggio 18, 2013, 05:50:41 pm
Beh provo a rispondere a quelli facili. ;D
Punto d, "safety in numbers": quante più persone scelgono la bici al posto dell'auto nei loro spostamenti quotidiani tanto meno sarà il traffico automobilistico, e il (maggior) numero di ciclisti in circolazione avrà minori probabilità in percentuale di essere arrotato da un auto.
Punto c: parte dal presupposto che gli spostamenti in bici coinvolgono un minor numero di km di quelli in auto. Questo però non tiene conto delle bici pieghevoli, come del resto tutti questi sondaggi: chi li fa non ha mai sentito parlare di quei diabolici mezzi che a quanto pare si piegano e si ficcano in treno / bus / metro / traghetto / pallone aerostatico etc., e quindi permettono di percorrere tanti km grazie all'intermodalità. ;)
Riguardo ad affermazioni tipo un aumento del 3% degli incidenti mortali, presumo che abbiano sviluppato un modello matematico che tiene conto che banalmente più gente è in giro in bici maggiori sono gli incidenti. Non so però se hanno considerato un fattore "psicologico": se io autosauro guido vedendo al massimo un ciclista al mese, neanche mi preoccupo della loro esistenza e guido senza pensare che potrei stenderli. Se invece sempre io autosauro incomincio a vedere spesso dei ciclisti, inizierò per forza di cosa a porre un'attenzione diversa. Per esempio a Monza ci sono delle ciclabili su marciapiedi, condivise con i pedoni. Agli incroci qualche anno fa le auto giravano per es. a destra senza porsi il problema che dal marciapiede poteva sbucare un ciclista, che per altro avrebbe la precedenza anche sulle striscie, perché sono quelle disegnate in maniera tale da far sì che lì sopra il ciclista abbia la precedenza, alla stregua di un pedone che passa sulle strisce pedonali. Ora invece noto che la maggior parte delle auto su quei viali prima di girare a destra guardano se per caso sta sbucando un ciclista, perché oramai lo sanno che sul marciapiede c'è anche una ciclabile, per altro sempre molto utilizzata (vedo molte signore monzesi anche anzianotte andare a far la spesa con bici & cestino).
Mario
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: NessunConfine - Giugno 22, 2013, 01:28:12 pm



I giovani e l'auto: fine di un amore?

(http://www.montaguebikes.com/folding-bikes-blog/wp-content/uploads/2012/05/fit-over-head.jpg)

Ansa - In un Paese come l'Italia che mostra ''segnali di incipiente demotorizzazione'', cala l'appeal delle quattro ruote tra i giovani, di cui solo uno su sei comprerebbe un'auto avendo la disponibilità economica, mentre si diffondono modalità di trasporto alternative, più economiche ed eco-friendly, come la bici.
È questo il quadro che emerge dal Rapporto "Automotive 2013", una ricerca a livello europeo da AlixPartners, i cui risultati sono stati illustrati a Roma nel corso della manifestazione Missione Mobilità. Lo studio registra la contrazione del parco auto circolante, con il 2012 che ha visto per la prima volta un saldo negativo tra nuove immatricolazioni e radiazioni (-38.000 veicoli). Nonostante ciò, in Italia la concentrazione di vetture per abitante resta tra le più alte d'Europa, 608 ogni mille abitanti contro una media europea di 497. Alla base della tendenza alla 'demotorizzazione' c'è il fattore economico, con la minore disponibilità di spesa, l'aumento della pressione fiscale e dei costi di gestione dell'auto, che in Europa sono cresciuti in media del 4,5% passando da 3.278 a 3.425 euro annui, mentre il prezzo del carburante è salito del 16%.
Ma a influire è anche il minore appeal dell'auto, soprattutto tra i giovani. Se avesse a disposizione 30mila euro, solo il 16% dei 18-29enni comprerebbe un'auto nuova. Il 36,2% si concederebbe una vacanza da sogno e il 27,6% li conserverebbe sul proprio conto bancario. La conseguenza è che in Italia le vendite di bici hanno superato quelle di auto, sebbene il paese, con 440 velocipedi ogni mille abitanti, mantenga una delle percentuali europee più basse di diffusione (sono 1.010 nei Paesi Bassi e 900 in Germania). E sebbene solo il 5% degli italiani consideri la bici il mezzo principale di trasporto, l'uso dell'auto si riduce passando dalle dalle 5,1 volte a settimana del 2010 alle 4,4 del 2012, sostituito dalle due ruote e dai mezzi pubblici.
A contrarsi non sono solo l'acquisto e l'uso delle auto, ma anche la loro produzione. Dal 2000 al 2012 i principali Paesi europei, ad eccezione della Germania (+16%), hanno registrato una notevole riduzione nella produzione di volumi: - 13% in Gran Bretagna, -34% in Spagna, -37% in Francia e -50% in Belgio, fino al -62% dell'Italia.

Foto | http://www.montaguebikes.com
Fonte | http://www.corriereitaliano.com/Attualita/Italia/2013-06-21/article-3285754/I-giovani-e-lauto%3A-fine-di-un-amore/1
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: occhio.nero - Agosto 19, 2013, 04:29:21 pm
La fine della motorizzazione di massa: storie americane
(Pietro Spirito, Esperto Economia dei trasporti, 19/08/2013, www.huffingtonpost.it (http://www.huffingtonpost.it/pietro-spirito/la-fine-della-motorizzazione-di-massa-storie-americane_b_3778168.html?ncid=edlinkusaolp00000003))

Un numero crescente di cittadini statunitensi non vuole più vivere nei "suburbs", nei sobborghi delle aree metropolitane che hanno caratterizzato il paesaggio urbano degli Usa nel ventesimo secolo. Per un lungo tratto di storia la borghesia americana aveva abbracciato un modello di vita caratterizzato dal progressivo abbandono dei centri urbani, a vantaggio delle città satellite delle periferie metropolitane, costruite secondo uno schema che prevedeva villette unifamiliari sempre più estese, ricorso all'automobile come unico mezzo di trasporto, diffusione della urbanizzazione su un territorio vasto, grandi centri commerciali (malls).

Nasceva così lo "sprawl", l'espansione urbanistica che ha condotto ad un profondo cambiamento negli stili di vita e nei modelli di consumo delle società occidentali, con una trasformazione che non ha riguardato solo gli Stati Uniti, ma si è estesa poi, in forme diverse, anche nelle grandi aree metropolitane europee.

Negli anni recenti, per effetto della crisi economica ma non solo, questo modello è entrato in crisi e si avvertono i segni di una radicale inversione di tendenza, che non mancherà di lasciare profonde tracce sulla evoluzione dei comportamenti sociali nel ventunesimo secolo.

Si occupa di questo tema una approfondita inchiesta giornalistica curata da Leigh Gallagher, "The end of the suburbs: where American dream is moving", Penguin, 2013. I sobborghi hanno costituito il tratto dominante della crescita residenziale in America nel secolo passato. Circa la metà di 132 milioni di case costruite negli Usa sono collocate nelle periferie urbane. Nella seconda metà del ventesimo secolo la porzione di popolazione che è andata a vivere nelle periferie è fortemente cresciuta, passando dal 31% del 1960 al 51% del 2010: 158 milioni di americani vivono oggi nelle aree residenziali delle periferie metropolitane.

Questo modello insediativo ha determinato drastici cambiamenti nelle scelte di vita. In questa sede ci occupiamo solo dei riflessi che si sono generati sul sistema dei trasporti. Tra il 1969 ed il 2009 le miglia percorse per abitante annualmente sono aumentate del 60%, e molte periferie sono collocate così lontane dall'area metropolitane che la parola stessa rischia di perdere completamente il suo significato originario: Ridgecrest è distante 112 miglia da Bakersfield, l'area metropolitana della California della quale è ufficialmente parte. In posti come Atlanta meno del 10% dei residenti vivono nell'area centrale della città: nel 2000 l'estensione territoriale della città si era più che raddoppiata rispetto al 1970.

Gli ottanta milioni di Millennians, vale a dire gli americani nati tra il 1977 ed il 1995, preferiscono vivere, per il 77%, nelle aree urbane, e mostrano modelli di consumo radicalmente diversi dalle tendenze storiche dei passati decenni. Nel 1980, il 66% dei diciassettenni aveva una patente di guida, contro il 47% del 2010.

Questo dato incrina un modello di sviluppo fondato sulla motorizzazione di massa, che era iniziato agli albori del ventesimo secolo, quando le registrazioni di automobili erano passate dalle 8 mila del 1905 ai 17 milioni del 1925. Sviluppo della motorizzazione e crescita delle periferie urbane sono processi che sono andati di pari passo: tra il 1921 ed il 1936 sono state costruite negli Stati Uniti più di 420.000 miglia di autostrade, e tra il 1923 ed il 1927 sono state costruite più di 900.000 case all'anno.

Nel secondo dopoguerra questa tendenza si è accentuata ulteriormente, al punto che negli anni Cinquanta il tasso di crescita delle periferie metropolitane è stato dieci volte superiore a quello delle aree centrali delle città: non è un caso che nel 1956 il Presidente Dwight Eisenhower firmò il Federal-Aid Highway Act, con il quale furono realizzate altre 41.000 miglia di autostrade.

L'83% dei viaggi degli americani avviene oggi in automobile, il tasso più elevato del mondo, così come è il più elevato al mondo il tasso di consumo individuale di gasolio, a fronte di una politica fiscale sugli idrocarburi che non incorpora, a differenza di quanto accade in Europa, i costi delle esternalità: mentre in Norvegia il costo del gasolio per gallone è pari a 10 dollari, negli Stati Uniti tale valore è pari a 4 dollari, e la differenza la fa tutta il fisco.

I residenti nelle periferie metropolitane negli Usa percorrono annualmente in media tra le 15.000 e le 18.000 miglia all'anno: nei casi estremi si arriva alle 25.000 miglia, con un tempo di viaggio giornaliero di pendolarismo superiore alle 3 ore al giorno: sono 3,5 milioni di Americani in questa condizione.
La crisi economica ha certamente giocato un ruolo rilevante nel mutamento in corso: nel 2008 gli abitanti dei suburbs hanno speso per la benzina il doppio rispetto al 2001.


La gran parte delle famiglie che vivono nelle periferie spendono la metà del loro reddito per la casa ed i trasporti. Nelle famiglie con un reddito annuale tra i 20.000 ed i 50.000 dollari, questo valore sfiora il 60%. Solo per il gasolio, un residente nella periferia spendeva nel 2003 1.422 dollari, mentre nel 2008 la cifra era salita a quasi 3.000 dollari.

Negli ultimi cinquanta anni, il numero delle miglia percorse dagli americani era costantemente cresciuto di anno in anno: a partire dal 2007 questa tendenza si è invertita; nel 2011 le miglia mediamente percorse dagli Americani si sono ridotte del 6% rispetto al dato del 2004.
Leigh Gallagher, dopo averci condotto in un viaggio complesso all'interno di una profonda trasformazione sociale, conclude sottolineando che probabilmente non esiste più un singolo Sogno Americano, quello che aveva condotto ad una realtà molto standardizzata di sviluppo basato sull'automobile, sulla diffusione abitativa in spazi estesi, sul modello di consumo dei grandi centri commerciali.

Esistono molteplici Sogni Americani, e si tratterà di capire come si svilupperanno e verso quali forme nuove di convivenza sociale ed economica condurranno nei prossimi decenni. Quello delle periferie metropolitane è alle nostre spalle.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: occhio.nero - Agosto 29, 2013, 11:53:12 am
sulla falsariga


Stati Uniti, il ritorno in città
28 agosto 2013, Pietro Spirito
http://www.unipd.it/ilbo/content/stati-uniti-il-ritorno-citta


I cambiamenti della geografia metropolitana costituiscono sempre una cartina al tornasole dei mutamenti sociali. Come scrive Bernardo Secchi, il territorio metropolitano “è stato di volta in volta macchina di integrazione o di esclusione sociale”.

Negli Stati Uniti è in corso un processo di riorganizzazione profondo degli spazi urbani. Un numero crescente di cittadini americani sta lasciando i “suburbs”, i sobborghi delle aree metropolitane che hanno caratterizzato il paesaggio urbano degli Usa nel ventesimo secolo. Per un lungo tratto, la middle class aveva abbracciato un modello caratterizzato dal progressivo abbandono dei centri urbani a favore delle città satellite delle periferie, costruite secondo uno schema che prevedeva villette unifamiliari sempre più estese, diffusione dell'urbanizzazione su un territorio vasto, ricorso all’automobile come unico mezzo di trasporto, grandi centri commerciali (malls). Era lo “sprawl”, l’espansione urbanistica che ha condotto a un profondo cambiamento negli stili di vita e nei modelli di consumo delle società occidentali.

I sobborghi hanno costituito il tratto dominante della crescita residenziale in America nel secolo passato: dei 132 milioni di case costruite negli Usa, il 51% sono collocate qui, e fra il 1960 e il 2010 la porzione di popolazione che vi risiede è passata dal 31% al 51%; con 158 milioni di abitanti. Tra il 1969 e il 2009 le miglia all'anno per residente  sono aumentate del 60%, e molte periferie sono collocate così lontane dalle città che la parola stessa rischia di perdere il suo significato originario: Ridgecrest è a 112 miglia da Bakersfield, l’area metropolitana della California della quale fa ufficialmente parte.

Negli anni recenti questo modello è entrato in crisi, e si avvertono i segni di una radicale inversione di tendenza, come testimonia una approfondita inchiesta giornalistica curata da Leigh Gallagher, “The end of the suburbs: where American dream is moving” (Penguin, 2013). Tra il 2010 e il 2011 la popolazione dei suburbs è cresciuta solo dello 0,4%, molto meno del tasso registrato dalle aree metropolitane centrali: è la prima volta che accade da un secolo a questa parte. Mentre 20 anni fa solo il 7% dei permessi di costruzione di New York riguardava il centro urbano, e più del 70% invece la periferia metropolitana, nel 2008 le percentuali erano invertite: solo il 9% nelle periferie, e più del 70% nella città. La popolazione del Loop di Chicago – il distretto centrale – si è triplicata nel corso dell’ultimo decennio.

Lo sprawl residenziale era stato accompagnato anche da uno sprawl delle blue chip companies: Ibm si era spostata da New York a Armonk, General Electric a Faifiled (Connecticut), Motorola da Chicago a Schaumburg (Illinois). A fine anni Novanta, due terzi degli spazi di ufficio erano collocati fuori dalle aree centrali delle città. Ora assistiamo al fenomeno inverso: a Chicago, la United Airlines ha lasciato Elk Grove per tornare a downtown, così come Hillshire Brands si sta spostando da Downers Grove al centro della città; lo stesso a S. Francisco, che attira nelle sue aree centrali le aziende del comparto high tech, prima collocate nella Silicon Valley (Twitter, Dropbox, Pintister).

Gli stessi grandi centri commerciali che hanno caratterizzato il panorama dei suburbs stanno cambiando le proprie scelte insediative. Dal 2006 negli Stati Uniti si è aperto un solo nuovo grande mall, mentre in quelli esistenti i tassi di occupazione si stanno riducendo e le grandi catene progettano investimenti di tipo completamente diverso, come i Neighborhood Markets di Walmart, con una dimensione pari a un quarto dei tradizionali supercenters.

I sobborghi delle metropoli, già luogo di elezione della borghesia, si stanno trasformando anche nella composizione sociale: nel 2010 15,3 milioni di residenti dei suburbs vivevano sotto la linea della povertà, con una crescita pari all’11,5% rispetto all’anno precedente e al 53% rispetto al 2000. Con un tasso di impoverimento più che doppio rispetto a quello delle città, I suburbi Usa sembrano quindi destinati a diventare aree di insediamento per i nuovi poveri, mentre si affermano stili di vita che mettono in crisi il modello della società motorizzata di massa.

Gli 80 milioni di Millennians, vale a dire gli americani nati tra il 1977 ed il 1995, preferiscono vivere, per il 77%, nelle aree urbane, e mostrano modelli di consumo radicalmente diversi dal passato: nel 1980, il 66% dei diciassettenni aveva una patente di guida, contro il 47% del 2010. Si inverte una tendenza iniziata agli albori del ventesimo secolo, quando le automobili erano passate dalle 8.000 del 1905 ai 17 milioni del 1925.

Motorizzazione e crescita delle periferie urbane sono processi paralleli: tra il 1921 ed il 1936 gli Stati Uniti hanno costruito più di 420.000 miglia di autostrade, e più di 900.000 case all’anno tra il 1923 ed il 1927. L’83% degli spostamenti degli americani avviene oggi in automobile, il tasso più elevato del mondo, così come quello di consumo individuale di benzina, a fronte di una politica fiscale sugli idrocarburi che non incorpora, a differenza che in Europa, i costi delle esternalità. Se in Norvegia il costo della benzina per gallone è pari a 10 dollari, negli Stati Uniti è di 4, e la differenza la fa tutta il fisco. I residenti nei sobborghi percorrono in media tra le 15.000 e le 18.000 miglia all’anno e in molti casi fino a 25.000 miglia (più di 40.000 km) con oltre 3 ore al giorno di guida.

La crisi economica ha giocato un ruolo rilevante nel mutamento in corso. Nel 2008 gli abitanti dei suburbs hanno speso per la benzina il doppio rispetto al 2003: da 1.422 a quasi 3.000 dollari. Nella gran parte dei casi, la metà del reddito se ne va per casa e trasporti, una cifra che nelle famiglie tra i 20.000 e i 50.000 dollari annui sfiora il 60%. Secondo Arthur C. Nelson, direttore del centro di ricerca sulle aree metropolitane presso l’Università dello Utah, tendendo conto dei mutamenti demografici e dei cambiamenti nelle preferenze residenziali delle nuove generazioni, entro il 2025 si registrerà negli Stati Uniti un surplus di abitazioni pari a 40 milioni di case, e si porrà il tema della riorganizzazione degli spazi urbani periferici. Alcuni esperimenti sono già in corso: a Lakewood, un sobborgo di Denver, in Colorado, lo shopping mall  "Villa Italia" è stato trasformato in Belmar, una comunità pedonalizzata che ha al suo interno appartamenti, condomini, uffici, studi per artisti, negozi ed una passeggiata che si estende per 22 blocchi urbanizzati.

Pietro Spirito
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: occhio.nero - Settembre 09, 2013, 07:59:31 pm
Addio automobili, non ci servite più
(Laura Lucchini, 9.9.13, su Linkiesta.it (http://www.linkiesta.it/germania-no-auto#ixzz2eIf4p0Yp))

Nella Germania di Bmw-Mercedes-VW i giovani comprano sempre meno auto. E' un cambio culturale



Sebastian Schmidt è un musicista berlinese di 35 anni. Il suo lavoro, come batterista, lo obbliga a muoversi continuamente, tanto in città come fuori. Eppure, secondo quanto racconta, da anni a questa parte ha rinunciato all’automobile. «È una decisione molto consapevole», spiega, «sono troppo rare le volte in cui davvero ho bisogno di un veicolo e possederne uno è semplicemente troppo caro. Può accadere al massimo in cinque occasioni al mese. In questi casi ho varie opzioni: taxi, car sharing, o chiedere un’auto in prestito ad amici».

Schmidt appartiene a una maggioranza tra i suoi coetanei tedeschi. In Germania, patria di Volkswagen e Mercedes, dove l’industria automobilistica continua ad essere un pilastro portante dell’economia, una tendenza si sta confermando con forza: i cittadini con meno di 40 anni danno sempre meno importanza al fatto di possedere un veicolo proprio. Nelle loro scale di valori riguardo agli oggetti di uso comune si impongono smartphone e biciclette. I dati inquadrano una società che si muove verso il futuro e che obbliga l’industria di settore a ripensare i suoi modelli.

Secondo dati del Collaborating Center on Sustainable Consumption and Production (CSCP), citati anche da Der Spiegel, l’età media degli acquirenti di auto in Germania è aumentata, dai 46 anni nel 1995 ai 52 di oggi. A Berlino, il 46 per cento degli abitanti non possiedono un’auto di proprietà. A Monaco, la maggior parte di chi la possiede, non la usa più di 45 minuti al giorno, e il resto del tempo la lascia in garage pur continuando a pagare i costi di assicurazione e mantenimento. Se ci si riferisce poi ai più giovani la tendenza appare ancora più lampante: tra i minori di 25 anni, la macchina «è un mezzo di trasporto come un altro». Solo il 18 per cento dei giovani che appartengono a questo segmento dicono di considerare per il loro futuro di investire denaro in un’auto. Nel 2010, solo il 7 per cento degli acquirenti d’auto aveva meno di 29 anni. Dieci anni prima questo dato era del 15 per cento del totale. La bicicletta invece non conosce crisi: su circa 80 milioni di cittadini in Germania, secondo il Ministero dei trasporti sono 73 milioni coloro che possiedono una bicicletta.

Schmidt crede che nella città del futuro ci sarà spazio per le auto, però in modo molto inferiore a quanto non sia ora e più nella direzione della sharing economy: «abbiamo bisogno di un terzo delle auto di quelle che attualmente abbiamo in città. Se tutti condividessero un’auto invece di possederla avremmo più parcheggi, più spazi liberi e meno inquinamento».

«Non si tratta di rinunciare a un’auto, quanto piuttosto di non possederla ma usarla solo in caso di necessità», spiega a Linkiesta Michael Kuhndt, direttore del CSCP, «l’industria automobilistica osserva già questo fenomeno e prende parte ad esso, per esempio con la partecipazione dei grandi produttori nei servizi di car sharing. In casi come quello di Smart o di BMW con il servizio “car to go” sono loro stessi ad offrirlo».

Secondo Kuhndt, «i produttori di automobili osservano queste tendenze da vicino e si preparano con nuovi modelli di business alle necessità del futuro. Chi possiede un auto spesso non la usa più di un’ora al giorno, e il resto del tempo la lascia in un parcheggio o garage. Ora con uno smartphone posso vedere velocemente dov’è il prossimo veicolo libero e limitare l’uso alle mie reali necessità».

Nella città del futuro la mobilità sarà sempre più basata sulla condivisione e questo vale già da ora oltre che con le macchine, anche con i servizi di bike sharing. Questa tendenza è permessa dall’utilizzo degli Smartphones. «La tedesca SAP ha sviluppato nuovi software che permettono di combinare vari mezzi di trasporto: il treno, gli autobus e il servizio di carsharing. Mi immagino che nel futuro ci saranno software che permetteranno di programmare l’intera giornata: se una persona deve andare da A a B, esso le offrirà una serie di consigli su quale mezzo di trasporto, bicicletta o servizio pubblico, fino al treno ecc».

Se questa è la città del futuro, alcuni la abitano già. È il caso di Georg Streiter, direttore di progetti di una startup digitale a Berlino, che nella sua vita adulta non ha mai avuto una macchina: «In una città come Berlino non ha senso, se mi devo muovere per lavoro da una parte all’altra arrivo prima con i mezzi pubblici», spiega. Non si immagina un futuro totalmente senza auto, bensì uno con pochi veicoli in circolazione. «Uso tutti i giorni una bicicletta nonostante non ne possegga una particolarmente bella». Non può però prescindere dal suo smartphone, un oggetto che gli permette di muoversi velocemente attraverso le application che gli permettono di usare i servizi di car sharing o di sapere le coincidenze esatte dei mezzi.

Per altri ancora, la rinuncia al possesso di una macchina è una questione ideologica. «Comprare una macchina come investimento è un lusso che appartiene al passato del miracolo economico», secondo Ragnar Weber, un architetto berlinese di 40 anni, «nell’attualità, in Europa ci possiamo permettere un’auto solo perché tre quarti della popolazione mondiale non se la possono permettere. È una follia che produce sprechi di materie prime di tutti i tipi (…). Va contro ogni logica economica».
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Hopton - Settembre 10, 2013, 12:56:10 pm
Questo tipo di articoli andrebbe in una sottosezione dal titolo "cronache marziane"...  :-\
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: occhio.nero - Settembre 19, 2013, 04:31:26 pm
un articolo dal Guardian
http://www.theguardian.com/news/datablog/2013/sep/17/recession-transport-bike-sales-overtake-cars

Recession transport: bike sales overtake cars
The European economic cycle appears to have taken on a new dimension - and it's round. Which countries have seen bike sales outpace those for cars? [....]
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: sergiozh - Settembre 19, 2013, 04:42:12 pm
nei paesi industrializzati la gente capisce che troppe auto sono un problema. in cina invece l'auto è uno status simbol e un oggetto del desiderio che fa si che le vendite di auto continueranno ad aumentare in cina ancora per qualche decennio.....
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: cascade - Settembre 19, 2013, 07:26:00 pm
Non sono sicuro che le vendite di auto aumenteranno "per qualche decennio" in un posto come la Cina. Forse accadrà nei paesi in via di sviluppo, considerato il basso livello di vendite da cui si parte, ma in Cina no. Sono abbastanza persuaso, anzi, che ben presto arriveranno a tappo.

Comunque basta aspettare, se ho ragione io non dovremo neanche aspettare dei decenni, ne basterà uno scarso.

Più in generale. Io ho ancora qualche difficoltà a definire questa cosa che stiamo vivendo una "crisi"; mi pare piuttosto una naturale conseguenza delle scelte fatte in passato e che si continuano a fare (non pretendo che tutti siano d'accordo, ma sono fortissimamente convinto che sia così). Tuttavia, questa situazione presenta delle caratteristiche comuni con una "crisi", ad esempio il fatto che alcune opportunità non prese in considerazione prima, diventino accettabili se non addirittura desiderabili.

Andare in bicicletta in Italia si sta trasformando da qualcosa di esotico e scelta per masochisti disposti a farsi maciullare dalle auto in scelta consapevole e funzionale*. Questa soluzione (come altre, per dirla tutta) è sempre stata sotto gli occhi di tutti. Se si deve diventare poveri per riuscire ad apprezzare le soluzioni semplici a problemi generati dalle soluzioni scelte in precedenza (aiuto, mi sto incartando) ben venga diventare poveri.

Solo che la gente sono strani, non vorrei che si finisse col risparmiare sul cibo per pagarsi la benzina...

*oltre che radical chic. Qualche giorno fa un collega (possessore di suv) mi ha dato del fighetto perché arrivo a lavoro in bici. La mia risposta: "E' possibile che io sia un fighetto perché vengo a lavoro in bici; è certo che tu sia un coglione perché vieni in SUV".


Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: DJ - Ottobre 08, 2013, 07:10:17 pm
Fonte:

http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2013/10/08/news/annullato-il-motor-show-di-dicembre-1.7886008

Annullato il Motor Show di dicembre
Tanto clamorosa quanto inevitabile la decisione degli organizzatori che decidono di far saltare la 38esima edizione: totale assenza del mercato automobilistico

Non ci sarà, il prossimo dicembre, il Motor Show a Bologna. È quanti si legge sulla pagina Facebook ufficiale della manifestazione motoristica felsinea, attesa sotto le Due Torri dal 7 al 15 dicembre. «Cari tutti - si legge sulla bacheca - vi comunichiamo che la trentottesima edizione del Motor Show di Bologna è stata annullata. La motivazione di GL events, società organizzatrice dell'evento, sta nella totale assenza delle case automobilistiche, fulcro di un salone dell'automobile».
Pertanto, si legge ancora sulla pagina Facebook del Motor Show, «l'assenza del mercato, ci spinge dunque ad annullare l'edizione 2013 del salone, sia per rispetto verso il pubblico del Motor Show, sia per lavorare in modo produttivo e concreto ad eventi futuri che possano contare di nuovo sulla massiccia presenza del settore. GL events ha investito in modo importante negli ultimi 6 anni per garantire l'unico Salone Italiano dell'Automobile e per dare sostegno al settore auto in un Paese che dal 2007 ha perso oltre il 50% del mercato automobilistico». Ad ogni modo, è la chiosa del post, «GL events si propone di continuare ad operare nel nostro Paese ai fini di offrire un evento all'altezza delle aspettative di investitori e pubblico, che negli anni non ha mai fatto mancare il proprio sostegno».
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: DJ - Ottobre 08, 2013, 07:10:37 pm
le auto calano, le bici crescono :)
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: cascade - Ottobre 08, 2013, 07:28:23 pm
WE ARE WINNING
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Hopton - Ottobre 08, 2013, 07:42:18 pm
Mamma mia che impressione a leggere certe notizie, pochissimo tempo fa sarebbe sembrata fantascienza... A vedere le pubblicità di auto sembra che nulla sia cambiato in decenni, ma forse non è così...
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: occhio.nero - Ottobre 08, 2013, 07:42:58 pm
una svolta epocale  ???
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: naldo - Ottobre 08, 2013, 08:43:02 pm
Si ma il motivo principale non è certo culturale, purtroppo.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Sbrindola - Ottobre 08, 2013, 11:07:06 pm
vero... ma è proprio così che si inculcano nella testa di alcuni i concetti che non riescono ad essere recepiti in altro modo.
Anche in Olanda la svolta nell'uso delle bici è avvenuta con il contributo della recessione economica e l'aumento del costo del carburante.... chissà che non si tratti di un ricorso storico.  :)
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: j.am - Ottobre 09, 2013, 01:39:30 am
secondo me lo sposteranno alla fiera di Milano... sarò cinico ma mi sa di mossa politica (ho in mente la "guerra" SAIE vs MADE nel campo dell'edilizia)
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Sbrindola - Ottobre 09, 2013, 08:46:27 am
non credo: la notizia è stata confermata ufficialmente alle testate giornalistiche internazionali direttamente dal portavoce della società che organizza l'evento (GL Events).  :)
Già lo scorso anno gli espositori erano solo 133 contro i 1000 di Francoforte di quest'anno: sicuramente la situazione non è migliorata e le case automobilistiche sono costrette a selezionare gli eventi a cui partecipare, visti gli investimenti richiesti per farlo a fronte di un netto calo delle entrate.
Almeno per quest'anno non se ne farà nulla: se poi salteranno fuori risorse per farlo altrove potrebbe effettivamente anche essere traslocato altrove.... ma con i chiari di luna che ci sono la vedo dura.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: mancio00 - Ottobre 09, 2013, 09:01:40 am
I faccio il grafico per conto del gruppo Fiat, in particolare alfa romeo, beh, è da almeno 5 anni che non facciamo più materiali quali leaflet, cataloghi legati all'evento, la crisi c'è e si sta facendo sentire ormai da tempo, ma fino anche continueranno a puntare su modelli sempre più cari e costosi dal punto di vista del mantenimento, il mercato non potrà che collassare... Principalmente mancano i fondi, ultimamente ci sono stati drastici cali di lavoro... Puntassero all'ecologico anziché far uscire l'ennesimo su  marginato Maserati, ma chi se lo caga!!! E badate, per il lavoro che faccio non sono nemmeno brutti da fotografare ed impaginare, ma per la sola questione ambientale li detesto...
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: jeby - Ottobre 09, 2013, 09:51:04 am
in questo caso la crisi è del salone, non dell'auto. Il salone più importante in europa è quello di Ginevra, impossibile competere: è un territorio neutro, lo spazio espositivo è bello grande, ottimamente servito con ogni mezzo di trasporto (treno, aereo, auto, ecc...) ed è abbastanza "glam". Parigi e Francoforte sono già di secondo piano, e peraltro in territorio non neutro. Il vero fallimento per l'Italia è stato chiudere quello di Torino. Il MotorShow è sempre stato "altro" da quanto mi dicono, e negli ultimi anni sembra sia diventato più che altro una vetrina per le modelle e un posto frequentato da automobilisti alla fausto e furio... insomma più un "SEMA show" all'italiana. E il biglietto era carissimo!!!

Io sono un grande appassionato di auto (con fondi limitati, purtroppo ;D ) e non sono mai andato al MotorShow di bologna, ma non mi perdo un salone di Ginevra da anni! Facendo la somma di biglietto di ingresso e trasporto sto dentro ai 50 euro...

C'è anche da considerare un'altra cosa. Il mercato automobilistico sta cambiando e si sta notevolmente globalizzando, molto di più che negli anni passati. L'Italia è un mercato marginale anche per il gruppo FGA, i mercati forti sono in parte gli USA, sempre di più la Cina, la Russia per le auto più lussuose. Come siti produttivi, a parte produrre in Cina per vendere in Cina, i più floridi sono e saranno la Turchia, l'est europeo, l'area "NAFTA". Il Brasile / sud america fa storia a sé perché è un mercato praticamente "autarchico", producono e vendono tantissimo solo in loco.

In questa analisi il Vecchio Continente è promotore di tecnologia e sviluppo, ma come volume di vendite è indietro e l'Italia di conseguenza.
Titolo: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: DJ - Dicembre 06, 2013, 03:41:30 pm
Da:
http://life.wired.it/news/mobilita/2013/11/05/l-europa-preferisce-la-bici-perche-rende-felici.html

L'Europa preferisce la bici perché rende felici
25 Paesi su 27 hanno comprato più bici che auto nel 2012. Merito della crisi. E del fatto che più si pedala, più si è contenti

Bici batte auto in quasi tutti i Paesi europei, che per questo sono più felici di chi continua a preferire la macchina, come ad esempio gli americani. Come spiega un report pubblicato di recente - eccetto Belgio e Lussemburgo - tutti i 27 Paesi Ue comprano ormai più biciclette che automobili.

Anche i Paesi produttori di auto scelgono la bici
Qualche esempio. La Grecia ha acquistato, nel 2012, 320mila bici e solo 58mila auto. La Lituania 115mila bici contro 12mila auto. In Romania, 380mila contro 72mila. Meno drastica la differenza nel nostro Paese, ma pur sempre evidente. Anche in Francia (2,8 milioni contro 1,89) e Germania (4 contro 3 milioni) – storici produttori di auto come l'Italia - il 2012 ha segnato un lungo testa a testa, per festeggiare infine il trionfo delle due ruote.

Felici coi capelli al vento
Sarà sicuramente la crisi ad alimentare la voglia di bicicletta, ma come ha sottolineato la European Cyclists’ Federation, il World Happiness Report  stilato ogni anno dall'Onu ci dà buone speranze che l'abitudine si radichi nel vecchio continente. I Paesi più felici corrispondono infatti a quelli dove è stato venduto il maggior numero di bici. Sarà un caso?

Danimarca in testa, Usa tra gli ultimi
Nella lista della felicità la Danimarca si posiziona al primo posto, e guarda caso è anche il Paese che vanta il primato degli spostamenti in bici, del ciclo-turismo, delle vendite di bici e della sicurezza per i ciclisti. Stesso discorso per i Paesi Bassi, la Svezia, Finlandia. Al contrario Malta, che è 27esima in Europa per bici vendute, è anche 18esima per tasso di felicità.

E guarda un po', gli americani, celebri per il loro attaccamento all'auto, e 17esimi nella classifica Onu per tasso di felicità, non girano in bici. L' American Heart Foundation calcola che il 68% degli adulti non fa alcuna attività fisica, mentre un'indagine governativa ha stabilito che solo il 27% va in bici almeno una volta l'anno, mentre solo il 5% la usa per andare al lavoro.
Titolo: Re:demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: occhio.nero - Settembre 11, 2017, 06:26:40 pm
Così a New York - hanno vinto le bici
Le bici sono ormai ovunque, anche se ci vuole fegato per pedalare senza casco (obbligatorio solo fino a 13 anni) in mezzo ai giganteschi Tir che riforniscono i grattacieli

sul corriere del 7 set 2017 (http://www.corriere.it/opinioni/17_settembre_08/cosi-new-york-hanno-vinto-bici-8d5f32b8-93d8-11e7-8bb4-7facc48f24a3.shtml)

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Più bici che auto private: Copenaghen capitale europea del traffico green
da Repubblica del 30 nov 2016 (http://www.repubblica.it/ambiente/2016/11/30/news/piu_bici_che_auto_private_copenaghen_capitale_europea_del_traffico_green-153159125/?ref=fbpr)
Titolo: Re:demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: occhio.nero - Dicembre 08, 2017, 08:04:16 am
Owning a car will soon be a thing of the past
John Harris
(https://i.guim.co.uk/img/media/ac4fcca273ef95d889cc43c5bc75c9a315ebd822/0_0_1772_1063/master/1772.jpg?w=620&q=20&auto=format&usm=12&fit=max&dpr=2&s=b00486b6aa5cb1de6bba3f6de2606dca)
The idea that we will surrender our prized motors can look far-fetched. But as cities clamp down on vehicle use, technology is putting a utopian vision in reach
Guardian 23 ott 2017 (https://www.theguardian.com/commentisfree/2017/oct/23/owning-car-thing-of-the-past-cities-utopian-vision)
Titolo: Re:demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: yumatu - Settembre 10, 2022, 07:40:53 am
Mercato bici: dopo il boom è arrivata la crisi?
Chiunque abbia mai messo le terga su una bicicletta sa bene che dopo la salita arriva sempre la discesa, esattamente come chiunque abbia mai alzato il gomito sa bene che dopo una sbronza arriva necessariamente il mal di testa.
È quello che sta succedendo al settore della bici che, dopo un formidabile 2020 che ha polverizzato ogni record di vendite (in Italia come anche nel resto del mondo) e un 2021 in linea con l’anno precedente, il 2022 sembra a mostrare i primi segni di normalizzazione del mercato che porta con sé una serie di implicazioni che destano una alcune forme di preoccupazione.
Per noi che ci occupiamo di fare informazione sul settore, l’andamento delle vendite è sempre un sorvegliato speciale ed è da diverse settimane che registriamo un crescente livello di scontento da parte di distributori di componenti e di biciclette che raccontano di negozi in cui la coda dei clienti è solamente un ricordo dei tempi che furono.
Ma alle voci di corridoio spesso seguono i fatti: la settimana scorsa il colosso britannico Tandem Group (produttore e distributore di biciclette di bassa-media gamma) ha registrato un forte colpo di assestamento al valore delle proprie azioni alla borsa di Londra. Dopo aver sostituito il proprio CEO, l’azienda ha pubblicato i dati di vendita (-55%) che, essendo in forte calo rispetto alle aspettative del mercato, ha portato il titolo a perdere il 25% del proprio valore nell’arco di poche ore.
https://www.bikeitalia.it/2022/07/01/mercato-bici-dopo-il-boom-e-arrivata-la-crisi/
Titolo: Re:demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
Inserito da: Vittorio - Settembre 14, 2022, 05:50:51 am
Francamente, mi sembra un po’ la scoperta dell’acqua calda: la bicicletta non è un genere di consumo, per cui tranne poche eccezioni chi ne ha comprata una nel 2020 è difficile che ne compri un’altra due anni dopo (mi vengono in mente le martellanti pubblicità delle premiate ditte “Divani & Poltrone” e similari: non è che cambiamo il salotto ogni anno per far piacere a voi…).
In fondo si tratta solo del fisiologico calo che segue ogni picco drogato da incentivi all’acquisto. Anche nel mercato dell’auto, appena termina una campagna di incentivi/rottamazioni, il mese dopo l’industria si lamenta che le vendite sono calate. E grazie …

Vittorio