la roba cinese non fa bene ne bene a voi che la usate.. ne al cinese che la produce schiavizzato ne all'economia :)
Vi ringrazio nuovamente per la dritta ma, ripeto, che senso archiviare un mezzo per acquistarne uno nuovo, con piu' funzioni e inevitabilmente piu' costoso?
La sfida e' adattarsi il proprio mezzo in modo che duri 100 anni, e non cambiarlo ad ogni voglia/stagione/moda.
Riguardo agli acquisti cinesi, la questione non e' cosi' semplice e limpida, come sostiene Bryanrr.
Puntualizzo perche' e' un punto al quale anche io tengo molto.
Premetto che io sono di stampo, permettetemi il termine, "fascista", con un occhio di simpatia ad uno schema economico autarchico (ma la Di Blasi, pur sforzandomi, purtroppo non puo' andar bene al mio tipo di utilizzo inter-modale!).
E sono di certo convinto che non sia un bene comprare porcherie cinesi.
Ma non per le ragioni espresse da Bryanrr.
Poiche' secondo me questi mezzi (Sbrida, Scrida, quel che e') fanno felice il proprietario che pedala in economia, a patto di non avere grane meccaniche e di essere in coscienza con se' stesso.
E fanno felice il cinese che li ha prodotti, in condizioni assurde per un europeo sindacalizzato.
Ma fantastiche per lui/lei, dato che questo sistema infame li sta portando sulla vetta del mondo.
Chi risente di tutto questo (insano) acquistare porcherie e' la comunita' che ci sta attorno.
Fatta di impiegati, operai, dirigenti di aziende italiane (o, che ne so, la Philips...ultimo baluardo europeo dell'elettronica, che ha ancora un sacco di dipendenti ad Eindhoven, NL) che rimangono a piedi se tutti noi continuiamo ad acquistare prodotti non di marca, fregandocene dell'etichetta e el nostro futuro.
Che poi la Strida non sia piu' prodotta in Europa da tempo e che, ovviamente, alla Ming Cycle, abbiano degli appartamenti loculi sopra la linea di produzione, il sabato forzatamente lavorativo, etc.... be', e' una cosa "normale".
Come cantavano i Pearl Jam "It's evolution, baby!"
Scusate la digressione,
so che in questo forum si dovrebbe pedalare e non fare politica,
ma il Sistema Paese mi sta piu' a cuore del mezzo che uso per spostarmi.
Grazie,
Masa
Compri quello che vuoi, ottieni quello che paghi.
Non è un proverbio cinese ma una semplice regola di economia spicciola.
La mia prima mtb (1990) era simile a quelle delle televendite "col prestigioso cambio SCimano" :D , un bel telaio in ferro che fletteva a ogni pedalata, i tacchetti dei freni che si scioglievano a ogni discesa e un'affidabilità di cui è meglio non parlare. Però la usavo per fare i miei giretti nei boschi con qualche sentiero di buona difficoltà. Il tutto con 270.000 lire di spese contro il milione e mezzo di una mtb decente.
Poi la passione per le ruote grasse sbocciò e cominciai a indebitarmi per avere dei buoni mezzi :P
Adesso sono in trattative per una Strida-clone il cui proprietario, dopo aver sperimentato la bontà del progetto ma anche qualche difetto qualitativo, sta comprando una Strida originale. So benissimo che non avrà le stesse caratteristiche dell'originale ma so anche che spenderò un quarto del suo prezzo.
Il clone cinese non retribuisce l'idea del progettista?
E' vero. Per questo so che non farò una cosa onestissima. Resta il fatto che la versione originale, che remunera quella componente, ha una qualità migliore che molti preferiranno (almeno stando alle impressioni raccolte in giro) e può anche essere che il progetto mi piaccia così tanto da comprare una Strida originale in futuro. Diciamo che si tratta di una prova.
Altra questione è il prezzo delle bici originali. Non conosco i conti della Ming Cycle ma qualche anno fa ho avuto sotto gli occhi quelli di una multinazionale europea degli articoli sportivi che non posso nominare perché ho firmato un patto di riservatezza.
Ebbene, i ricarichi del prezzo di vendita rispetto ai costi di produzione (certi) e quelli di promozione e vendita (stimati ma con ragionevole certezza) erano spaventosi. Parliamo di bici vendute a 2.500.000 lire che all'azienda costavano circa 400.000 lire.
Altro episodio, non molto dissimile: comprai il mio primo telaio mtb full suspended di un'ottima marca americana con un'occasione di fine serie. Il telaio costava di listino 2.800.000. Io lo pagai 450.000 lire dal rivenditore che di certo non ci perdeva. Ho sempre pagato le mie cose quanto dovuto e non ho mai fatto "affari".
La morale?
Non sempre il prezzo elevato deriva da un alto costo dei componenti. Spesso è l'appeal del prodotto che lo rende costoso.
E allora?
Basta sapere cosa si compra, che sia Cinese, Italiano o Americano e pagarlo non quanto è giusto ma quanto si è disposti a pagarlo.
Parlo per esperienza diretta perchè ho avuto per un certo periodo una Merc che, a prima vista, poteva essere assolutamnente scambiata per una Bromptton originale. L'avevano regalata a un mio amico che, conoscendo la mia passione per le Brompton, me l'aveva ceduta a un prezzo ridicolo. Purtroppo anche il funzionamento del clone era ridicolo. L'unico reale pregio era l'ingombro, praticamente identico a quello della bici inglese. Appena aperta e in assetto di marcia il diverso DNA saltava fuori subito. Scricchiolii e cigoli, rigidità sulle buche, una generale sensazione di legnosita al posto della ben nota (e per me ineguagliabile) scorrevolezza brompton. In breve tutti i difetti venivano alla luce e infatti sono stato ben contento di averla ceduta.
per quanto riguarda la liceità, almeno dei vecchi cloni, anche se la Brompton oggi nega ogni coinvolgimento credo che in passato ci sia stato un accordo commerciale che permetteva alla attuale titolare del marchio Merc di commercializzare, solo in asia, le similbrommy. Poi qualcosa è andato storto e Ritchie e la Anita sono andati per tribunali, forse dopo che alcuni container di Brompton asiatiche erano statii smerciati in inghilterra con comprensibile danno, economico e d'immagine, per la casa madre
La Dahon è americana, ma gli impianti di produzione sono in estremo oriente (Cina, Taiwan etc.. )
Qui si può leggere la storia dell'azienda:
http://www.usa.dahon.com/mainnav/about/our-story.html
Sono prodotti "usa e getta", e la fine che fanno dopo un po' è ad arrugginire legati a qualche palo o direttamente nel cassonetto. E non parlo di una bici in particolare, parlo di migliaia ogni anno. IMHO uno dei tanti (troppi) motivi per cui in questo paese non si va in bicicletta.
Non sono daccordo... All'estero la maggior parte delle bici che si vedono in giro sono di fascia bassa, "da supermercato" o poco più. Il problema da noi è che la mentalità media è che se uno deve spostarsi di pochi metri prende la macchina. Conosco persone che lavorano a 1Km scarso da casa, anche servito dai mezzi pubblici, e ci vanno in macchina, poi alla sera tornano a casa, si cambiano e vanno in palestra (distanza 500 metri) ovviamente in macchina, nonostante solo considerando il tempo che si perde a trovare un parcheggio è chiaro che farebbero prima a piedi (non parliamo in bicicletta). E Torino è una città discretamente ciblabile rispetto ad altre città italiane.
Per tornare alle bici, mia moglie ha usato per due anni una bici (non pieghevole) di Carrefour da 80 Euro, percorrendo circa 15Km al giorno senza mai avere particolari problemi al di fuori di un paio di forature e un po di ordinaria manutenzione (per lo più eseguita da me, che non sono un ciclomeccanico). Mezzo poi sostituito con un altro uguale dopo essere stato rubato (ci sono posti all'estero dove le bici neanche le legano ;)).
Io stesso prima di comprarmi la HopTown andavo in giro con un cancello di mountain bike che ha quasi 30 anni, e il suo problema più grosso è il design un po antiquato :) (certo, conosco anche chi si vergognerebbe a pedalarci;) e qui torniamo alla mentalità, e forse al perché da noi non si va in bicicletta:))
Non tutti possono o vogliono investire grosse cifre per una bicicletta, per cui ben vengano i modelli economici nei supermercati, spero di vedere sempre più ciclisti (pieghevoli o meno:)) per le strade delle nostre città.
tanto per mescolare un po' le carte... ecco quello che è successo, dopo 3 anni dall'acquisto, alla mia Dahon Mu24 2008 (http://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=80), una bici da 700 euro:
Mario!!! Ma le Dahon non sono cinesi? (Scusa, ma non ho saputo trattenermi...) ;)Scusa Gip, leggo dal cellulare e anche un po' di fretta, se mi sono perso un pezzo sorry...
Preferenze: marca italiana o straniera ma non cinese.e tu avevi accennato a Dahon usate (che sono ottime bici). Solo questo. Se hai capito diversamente, mi sono sicuramente espresso male io e ti chiedo scusa. La mia opinione (favorevole) sulle cineserie di qualità l'ho espressa anche troppe volte e non ci torno più sopra. Ciao.
Secondo me con le virgolette il titolo va bene. :)
Vediamo se arrivano eventuali altre proposte.
Mario
Curioso come cambi il significato delle parole nel tempo vero? ???
Insomma il termine "cineserie" significherebbe in origine l'esatto opposto: "prodotti" Europei che imitavano l'arte cinese. :D
Vista la cifra esigua e visto che comunque la bici è utilizzabile, intanto ho fatto l'ordine su aliexpress.
Ma giuro che questa è l'ultima spesa (e perdita di tempo!) che ci dedico, poi parte l'acquisto di una bici decente.
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Premetto di non aver acquistato questa bici pagandola cash: era uno dei premi proposti nel catalogo della mia carta di credito, al raggiungimento di un certo tot di punti. Avendo bisogno di una pieghevole per spostamenti rapidi dal mio ufficio fino al centro (poche centinaia di metri) ho pensato che questa Nilox X0 fosse sufficiente.
E invece la realtà è la seguente: non esiste nessun elemento di questa pieghevole qua che possa anche solo lontanamente essere definito sufficiente. Andiamo dal mediocre al pessimo.
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FTGLR
(http://www.bicipieghevoli.net/img/gallery/thumb_1_13_09_17_1_43_44.jpeg) (http://www.bicipieghevoli.net/img/gallery/1_13_09_17_1_43_44.jpeg)piu che il telaio, che si puo spezzare se maltrattato, cosi come i giunti...io mi riferisco ad altri particolari...tipo questo... :o
salita di villa borghese, in piedi fuorisella...per poco si ammazzava. Questo collega ha comprato una bici economica, per provare...poi si e' trovato talmente bene che ha iniziato tutti i giorni a venirci in ufficio, evitando anche la parte con i mezzi pubblici a favore del pedalare...
ora si e' deciso e l'ha cambiata.