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Autore Topic: ricordi in bici (tango e le storie tese)  (Letto 8358 volte)

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Offline beaturbano

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ricordi in bici (tango e le storie tese)
« il: Marzo 20, 2012, 10:19:22 am »
ho scoperto questo blog
http://tangoelestorietese.blogspot.it/

trovando l'ultimo articolo riguardante la bici e i ricordi molto ben fatto.
è l'articolo giusto per la festa del papà di ieri.
ps: quello che dice sulle bici "usate" lo condivido in pieno.

http://tangoelestorietese.blogspot.it/2012/03/flores-del-alma-ricordi.html

Citazione
C?erano quelle volte che pioveva, allora mettevo la mantella; sotto il cappuccio il berretto con la visiera altrimenti l?acqua arrivava in faccia e non vedevo più niente. Sopra i pantaloni mettevo il guscio leggero dei pantavento da montagna, i piedi infilati in due sacchetti di plastica annodati.
 Per le mani niente, l?unica cosa è tirarsi su bene le maniche. Finiti i preparativi salivo in bici e partivo sotto l?acquazzone. Pedalare di sera sotto l?acquazzone è una figata, non c?è in giro nessuno, ci sei solo tu, l?acqua che scroscia e la bicicletta, l?unico inconveniente è che salta l?impianto elettrico della dinamo e non hai più i fanali. Tu, l?acqua, la bici e mezzora di strada per arrivare dalla fidanzata.


C?è stata l?estate calda del 92 o del 93 che ero a Xxxxxx. Caldo da impazzire, tutti erano partiti ma io ero restato in città per dare ancora un esame. Non dormivo più, mi addormentavo alle 3:00 ed ero sveglio alle 6:00, mi addormentavo sudato e mi svegliavo sudato, dormivo sul pavimento.
 L?unico modo per dormire un pochino era stancarsi. Allora prendevo la bici e pedalavo.
 Di notte quando non c?era più il sole, due, tre ore, almeno c?era un po? di aria, calda ma aria.
 Poi la doccia e sul pavimento col cuscino.
 
 Poi arrivò anche il giorno che finì con la fidanzata pianista.
 L?unico modo per dormire un pochino era stancarsi. Allora prendevo la bici e pedalavo.
 Forte, fortissimo, lungo il canale della Xxxxxxxxx, col Walkman a tutto volume ascoltando Vivaldi e il Flauto Magico di Mozart. Forte, costante, coi quadricipiti che bruciavano ma senza mai calare il ritmo, un pedale dopo l?altro, cercare di mantenere la cadenza, concentrarsi sul movimento, aria dentro dal naso e fuori dalla bocca. Quando scendevo tremavano le gambe.


C?è stato l?anno del servizio civile. Mi prendeva l?astinenza da arrampicata allora prendevo la bici, bloccavo le scarpette nel portapacchi, e in pausa pranzo andavo ai giardini di Xxxxx Xxxxxxx dove ci sono le muraglie di conglomerato e stavo lì con qualche altro disperato che veniva lì ad allenarsi a fare i traversi. A un certo punto le avevano cintate col nastro bianco e rosso perché avevano derattizzato e c?era il veleno. Ma dopo la prima pioggia abbiamo ricominciato ad andarci lo stesso.
 
 Quella era la bici di mio padre. Mio padre è sempre stato geloso delle sue cose, guai a toccargli i suoi pennarelli, guai a toccargli le sue tempere coi suoi pennelli, guai a toccargli la sua macchina fotografica? Quella era la sua bici, me la prestava sempre, ma si vedeva che soffriva. Me l?ha mollata una delle prime volte un sabato per andare al liceo che avevo scassato la mia.
 Bon vado, poi mi dimentico che ero andato in bici e me ne torno a casa col tram.
 Mio padre che mi aveva visto arrivare dalla finestra mi fa: ?Come sei tornato a casa?? ?Col tram? ?E come sei andato a scuola?? ?Col tr?? e lì mi sono ricordato.
 
 Due volte mi hanno aperto la portiera, una volta mi hanno tamponato all?incrocio. Quella volta che mi hanno tamponato ho sentito una forte propulsione in avanti e verso l?alto e sono decollato, un po? come nel film di ET, prima la ruota davanti e poi quella dietro, volavo. Distorsione del polso dx.
 Incredibilmente ho scoperto che si poteva arrampicare anche col polso distorto, anzi aiuta a rinforzare il muscolo e la benda in tensoplast evita i movimenti bruschi.
 
 Gli anni dell?università ero sempre lì che la portavo a cambiare i raggi, sdeng, sdeng, saltavano continuamente. Colpa del pavè e del lastricato. Ogni due settimane ne partiva uno, tenevo duro fino a quando non ne mancavano troppi e la ruota cominciava a deformarsi, poi dovevo portarla dal ciclista che me la teneva bloccata per uno o due giorni e dovevo andare in giro coi mezzi.


Poi della bici mi sono dimenticato. Quando da Xxxxxx mi sono trasferito a Xxxxxx è finita in cantina, nella casa nuova non si poteva tenere in cortile e così pian piano abituandomi a muovermi con altri mezzi la bici mi è uscita completamente di mente. Uscita di mente fino al giorno in cui vado in un?altra casa dove in cortile c?era lo spazio per metterla; ho visto le bici degli altri e così sono tornato a casa dai miei a riesumare la vecchia bici dalla cantina. Ho staccato la ruota davanti, l?ho cacciata in macchina e l?ho portata a Xxxxxx.
 
 E con la bici è tornata la vecchia vita di una volta, mattino, pomeriggio, sera, notte, sempre pedalando. Il sacchetto di plastica appallottolato sotto il sellino per quando la lasci di fuori all?umido e non bagnarti il sedere, il campanello un po? storto che non suona più bene e bisogna tenerlo un po? svitato, i freni che se schiacci piano devi cominciare a frenare 10 metri prima e che se schiacci forte rischi di tranciare i cavi, la dinamo che quando piove salta l?impianto elettrico.
 Estate, primavera, autunno, inverno, sempre in bici. Casa lavoro, lavoro casa, casa palestra, lavoro aperitivo, casa amici, casa parco per correre.


E con la bici tornano i ricordi.
 Quella volta che il nonno mi ha insegnato ad aggiustare le gomme bucate. Giù in cortile, lui portava la bici, la pompa e tutti i ferri io dovevo portare il catino con l?acqua per scoprire in che punto era il buco ?Fai attenzione a non far cadere l?acqua e a non bagnare in giro.?
 Mi torna in mente ogni volta che devo aggiustare una gomma.
 
 Quella volta che con due miei amici ci siamo fatti 20 km per andare fino a Xxxxxxxxx e altri venti a tornare. Una domenica di primavera, per andare a trovare un?altra delle mie fidanzate che era a casa con la febbre. Volevo farle una sorpresa, invece me l?ha fatta lei: se ne era uscita con un altro.
 
 E? incredibile come ci si possa affezionare a un pezzo di ferro. Al di là di quello che ci hai fatto e che ci fai con la bici, restava la bici di mio padre anche se da trent?anni la usavo io. Ad esempio, qualche anno fa si squarcia un copertone e il ciclista mi fa notare che i copertoni tutti bianchi, come quelli che avevo io non li facevano più e che me ne doveva dare uno bianco di lato ma col battistrada nero. Oh, 'sta storia del copertone non mi è mai andata giù, bianchi erano e bianchi dovevano restare, la bici del papi deve restare la bici del papi.
 
 A un certo punto è arrivato anche il tango. E così ai vecchi tragitti si sono aggiunti i vari, casa milonga, casa lezione, casa stage, casa altra milonga, milonga colazione casa?
 Dietro, pinzate nel portapacchi, le scarpe da tango invece che quelle di arrampicata e tornando a casa ancora la musica nelle orecchie, i pensieri della serata e il profumo delle ballerine che ti è rimasto addosso.


Poi, puf, un giorno esci in strada e non c?è più, te l?hanno rubata.
 Nonostante tutta la cura, l?attenzione e le precauzioni te l?hanno fottuta.
 Una bici vecchia, con dei pezzi arrugginiti, senza cambio, coi freni che vanno male, una bici brutta che magari non avresti mai scelto perché fatta così ma che ti piace solo perché è la bici di tuo padre.
 
 L?ho cercata per cinque settimane a fila, ogni sabato al Xxxxxx, dove vendono le bici rubate. Non c?era.
 Al Xxxxxx si vendono le bici rubate e si comprano le bici rubate. Le ho viste le facce e li ho sentiti i discorsi di chi compra, sono quelli che ?non vale la pena di spenderci dei soldi perché poi te la rubano? e allora la vogliono ?usata?.
 Le bici usate non esistono. Chi vende una bici usata in un mercato?
 O la regali ad amici e conoscenti se proprio non sai che fartene, o se è una bici di valore la rivendi in un circuito sportivo e anche lì basta il passa parola. Non in un mercato.
 Ste stronzate delle cantine svuotate, come se ogni settimana si svuotassero centinaia di cantine piene di bici. Questa ipocrisia di chiamarla ?usata? quando è usata solo nel senso che una volta la usava qualcuno fino a che non gliel?hanno fottuta.
 Lo so chi siete, vi ho visto, feccia universitaria, crociati del ?no-oil? che combattete il capitalismo riciclando le biciclette degli altri.
 Le bici le rubano perché ci siete voi che le comprate.
 Se in questa città si è arrivati al punto che non ci si può comprare una bici che ti piace perché te la rubano appena la leghi in un posto che non sia la casa o il garage dell?ufficio e è perché ci siete voi ad alimentare il commercio.
 
 Io ho in tasca una denuncia - furto verso ignoti - che aspetta solo il vostro nome e cognome.
 Ricomincerò a cercarla la bici di mio padre, sta arrivando la primavera, sta tornando il caldo, sarete sempre lì nei soliti posti, il parco del Xxxxxxxxx, a Xxx Xxxxxxxx, al Xxxxxxxxxxxx, quando passerò di lì darò un?occhiata, centinaia e centinaia di bici tutte in un colpo solo, le probabilità aumentano.
 La cercherò con lo stesso metodo e la stessa pazienza con cui faccio le altre cose.
 La riconoscerò anche sotto la vernice che gli avete messo sopra ?per rendere la città meno grigia? perché la conosco tutta, centimetro per centimetro, la mia bici. So in quali parti ci sono le crepe nel metallo, so quali sono i pezzi originali e quali sono quelli sostituiti, so anche quante toppe ci sono sulle camere d?aria.
 Non so se la troverò mai, ma se la troverò vi costerà cara la vostra bici comprata ?usata? per quaranta euro. Per furto c?è il penale, per ricettazione c?è il penale.
 
 Ora magari c?è qualcuno che si sente sereno perché vede che la sua nuova bici ?usata? non è rossa e bianca, non ha i parafanghi rossi con le finiture cromate, non ha i copertoni bianchi.
 Fate male a stare sereni perché le foto che vedete sono della mia bici nuova non di quella vecchia.
 Quella vecchia non vi dico come era fatta, non ve la faccio vedere.
 La so riconoscere anche se l?avete verniciata, ho sempre in tasca la denuncia e ho le mani pesanti.
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ricordi in bici (tango e le storie tese)
« Risposta #1 il: Marzo 20, 2012, 10:51:15 am »
bello.... mi piace lo stile, si fa leggere proprio di corsa. Bella dritta Broono  ;)
E' una mia impressione o siamo a torino? Mercato di bici "usate" al sabato sa tanto di Baloon.... purtroppo. Come non condividere il rancore!
« Ultima modifica: Marzo 20, 2012, 10:53:48 am by Sbrindola »

Offline beaturbano

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« Risposta #2 il: Marzo 20, 2012, 11:18:52 am »
grazie caro.
A Torino, sicuramente l'ultima parte. quando era più giovane invece pedalava lungo i canali...

"L?ho cercata per cinque settimane a fila, ogni sabato al Xxxxxx, dove vendono le bici rubate. Non c?era"
dovrebbe essere
"L?ho cercata per cinque settimane a fila, ogni sabato al Baloon, dove vendono le bici rubate. Non c?era"

"il parco del Xxxxxxxxx, a Xxx Xxxxxxxx, al Xxxxxxxxxxxx, quando passerò di lì darò un?occhiata"
dovrebbe essere
"il parco del Valentino, a San Salvario, al Xxxxxxxxxxxx, quando passerò di lì darò un?occhiata"

non sono riuscito a decifrare l'ultima parola.
comunque il "bon" è tipico piemontese, credo.
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Offline marcododo

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ricordi in bici (tango e le storie tese)
« Risposta #3 il: Marzo 20, 2012, 11:21:07 am »
Veramente un bello scritto, e anche secondo me si sta parlando di Torino, l'ultima parola potrebbe essere quadrilatero o è troppo in ?!?
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Offline beaturbano

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« Risposta #4 il: Marzo 20, 2012, 11:35:11 am »
giusto, AL quadrilatero! mi stavo scervellando... i 2 neuroni ormai erano sfiniti, grazie!
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« Risposta #5 il: Marzo 20, 2012, 11:38:29 am »
in realtà un mio amico a cui hanno rubato 2 bici sgangherate nel cortile di casa a san salvario le ha avvistate su bakeka, vendute da un tizio di moncalieri che aveva in vendita molte bici "usate".
su internet, con tanto di numero di cellulare! altro che baloon!
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Offline marcododo

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« Risposta #6 il: Marzo 20, 2012, 12:08:01 pm »
Penso che posti come BakeKa, Subito,Ebay annunci, siano posti ottimali per vendere roba "piovuta dal cielo"
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« Risposta #7 il: Marzo 20, 2012, 02:52:14 pm »
grazie caro.
A Torino, sicuramente l'ultima parte. quando era più giovane invece pedalava lungo i canali...

"L?ho cercata per cinque settimane a fila, ogni sabato al Xxxxxx, dove vendono le bici rubate. Non c?era"
dovrebbe essere
"L?ho cercata per cinque settimane a fila, ogni sabato al Baloon, dove vendono le bici rubate. Non c?era"

"il parco del Xxxxxxxxx, a Xxx Xxxxxxxx, al Xxxxxxxxxxxx, quando passerò di lì darò un?occhiata"
dovrebbe essere
"il parco del Valentino, a San Salvario, al Xxxxxxxxxxxx, quando passerò di lì darò un?occhiata"

non sono riuscito a decifrare l'ultima parola.
comunque il "bon" è tipico piemontese, credo.

... e la prima parte, potrebbe essere Milano, col canale della Martesana e i giardini di Porta Venezia.

Ben scritto, mi è piaciuto. Grazie per la segnalazione.

Ciao,
fero
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Offline Jaaymz

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« Risposta #8 il: Marzo 20, 2012, 09:19:55 pm »
Anche io ho pensato alla Martesana e ai Giardini di Porta Venezia!
Bellissima segnalazione, grazie broono!
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Tags: cultura