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Autore Topic: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)  (Letto 90520 volte)

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Offline beaturbano

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demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
« Risposta #15 il: Maggio 07, 2012, 05:16:20 pm »
Io invece uso il campanello per avvisare della mia presenza, in modo che la pista venga liberata per tempo .
Poi sorrido e ringrazio.
:)

è una cosa che faccio anche io, ma la maggior parte delle volte utilizzano il tempo che gli do per guardarsi intorno, rendersi conto che c'è spazio per essere circumnavigati e non si spostano.
ps: non voglio essere frainteso, "li travolgo" era per modo di dire... diciamo che se vedo che non si spostano di proposito gli passo un po' vicino ma non troppo...
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Offline occhio.nero

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demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
« Risposta #16 il: Maggio 08, 2012, 07:57:54 pm »
gli passo un po' vicino ma non troppo...

attento al lato oscuro della bici (pieghevole)  :D
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Offline beaturbano

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demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
« Risposta #17 il: Maggio 09, 2012, 09:39:55 am »
gli passo un po' vicino ma non troppo...

attento al lato oscuro della bici (pieghevole)  :D
hai ragione, devo usare la forza in modo positivo. il lato oscuro pieghevole non vincerà. altrimenti poi la forza diventerà sforzo!
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Offline Sbrindola

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demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
« Risposta #18 il: Maggio 09, 2012, 01:18:43 pm »
e siccome non erano ancora abbastanza, ecco la nuova iniziativa

New York: Bike Sharing con Mega Finanziamento della Banca

nche New York avrà il bike sharing. E siccome agli americani, si sa, piace fare le cose in grande, il sindaco Michael R. Bloomberg ha ufficializzato nella giornata di lunedì il raggiungimento di un accordo con la banca Citigroup per sponsorizzare il più imponente servizio di bici a noleggio degli Stati Uniti, con un investimento pari a 41 milioni di dollari.
I numeri annunciati della nuova flotta a pedali parlano di 600 stazioni di prelievo alimentate a pannelli solari e circa 10 mila biciclette.

Il nuovo servizio si chiamerà Citibike e sarà disponibile dalla prossima estate a Manhattan e nei distretti di Brooklyn e Queens. Il primo cittadino della Grande Mela ha dichiarato che il nuovo bike sharing non riceverà un dollaro di fondi pubblici e rappresenta un?importante occasione di miglioramento della mobilità a New York: ?ci saranno meno auto in circolazione e metropolitane e mezzi pubblici più liberi?.

Le nuove biciclette blu in dotazione sono simili per tipologia a quelle del bike sharing londinese sponsorizzato dalla Barclays, molto pesanti e con il logo della banca su una parte di telaio che copre per metà la ruota posteriore. L?abbonamento annuale al servizio avrà un costo di 95 dollari, oppure, per periodi più brevi, 25 dollari a settimana o 10 al giorno. Per quanto riguarda i tempi di noleggio, gratuiti i primi 45 minuti in caso di abbonamento annuale e i primi 30 per quello settimanale.
Infine, per scongiurare i tentativi di eludere il servizio ? ha spiegato il commissario ai trasporti Jannette Sadik-Kahan ? al termine del tempo gratuito a disposizione scatterà un intervallo di qualche minuto che ne renderà impossibile l?utilizzo.

Offline NessunConfine

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demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
« Risposta #19 il: Agosto 11, 2012, 11:25:33 am »
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segnalo

l'elenco delle discussioni legate al tema "bici e auto" recuperabile cliccando sul tag "auto_bici" in fondo a questa discussione

--- ADMIN OFF


Il mercato dell'auto è in crisi nera. Aiuti, sussidi, sgravi e incentivi, sono ormai puro accanimento terapeutico. Storia di una crisi che nessuno sembra avere la volontà di affrontare. E, magari, superare.

Qui si parla di bicicletta, non ci piove.

A volte, però, questioni che apparentemente non c?entrano nulla prendono strade che, alla fine, vanno a incrociarsi e a sovrapporsi con quelle delle biciclette. Una di queste, per esempio, è l?Area C milanese che settimana scorsa è stata sospesa in seguito a una sentenza del Consiglio di Stato volta a tutelare gli interessi economici di un parcheggio del centro, danneggiato economicamente dal provvedimento dell?amministrazione comunale. E pazienza se il provvedimento aveva portato a una riduzione di inquinamento, traffico e incidenti. Questi sono interessi secondari. No comment.

Un?altra questione su cui invece vorrei soffermarmi un attimo sono i dati delle immatricolazioni degli ultimi mesi. Già, si parla di automobili. A giugno ci sono state 128.388 immatricolazioni (il 24,4% in meno rispetto al 2011). A luglio, ed è notizia di ieri, le nuove auto consegnate sono state 108.826 (-21,4%). Il rosso vivo degli ultimi mesi non è un fulmine a ciel sereno, ma una tendenza che, dall?inizio dell?anno, si è attestata intorno al 20%, con una perdita nei primi sette mesi del 2012 di quasi un milione di nuove immatricolazioni.

A questi dati fanno eco dichiarazioni che destano sconcerto. Ma anche ilarità. Jacques Bousquet, Presidente dell?Unrae, l?Unione nazionale rappresentante autoveicoli esteri, sostiene che: «La pausa estiva trova il settore auto con 230.000 vetture perse rispetto allo scorso anno e lo Stato con 1,5 miliardi di euro di mancato introito Iva, conseguenze di una serie di leggi inefficaci per le finanze dello Stato, come il superbollo e l?aumento delle Imposte provinciali di trascrizione, ma devastanti per il mondo dell?auto». Per l?Anfia, Associazione nazionale filiera industria automobilistica, la preoccupazione è «che il piano di sostegno al settore automotive varato in Francia, in assenza di interventi analoghi in Italia, contribuisca ad accentuare il gap competitivo del nostro sistema paese nel confronto europeo». Non si è fatta attendere neppure la reazione di Federauto, per voce del suo presidente Filippo Pavan Bernacchi: «Il mercato degli autoveicoli in Italia è entrato in un tunnel di cui non si vede l?uscita. Anzi, grazie ai disincentivi varati dal Governo Monti e del completo disinteresse del mondo politico rispetto ai temi della mobilità, il tunnel dell?automotive rischia di crollare seppellendo un comparto che occupa, con l?indotto, 1.200.000 addetti, partecipa al gettito fiscale nazionale per il 16,6% e ha un fatturato pari all?11,4% del Pil».

Non vado avanti, anche se l?elenco delle associazioni che tutelano gli interessi dell?industria automobilistica è ancora lungo. Tanto il tono e i contenuti sono più o meno sempre gli stessi. In sostanza: di automobili non se ne vendono più, lo Stato ci aiuti a tirare avanti. C?è un piccolo problema, però. Secondo gli ultimi dati dell?Aci, in Italia, circolano oltre 37 milioni di automobili, il che significa oltre 600 auto ogni mille abitanti, neonati, non vedenti e incapaci di intendere e volere compresi. Un dato che ci pone al primo posto in Europa per tasso di motorizzazione (in realtà siamo secondi dietro al Lussemburgo, che però fa poco testo vista l'inconsistenza dei suoi numeri). E allora, mi domando, a chi le dobbiamo vendere le nuove automobili? E, poi, dove potremmo metterle visto che le città esplodono? Nessuno, tra i tanti che in questi giorni (e negli ultimi mesi) riflettono sulla crisi dell?auto, si azzarda a porsi queste semplici domande. Nessuno prende atto che la curva è destinata inevitabilmente ad appiattirsi, per ragioni economiche, ma anche culturali. Nessuno riflette sul fatto che il trasporto pubblico italiano, uno dei più sgangherati d?Europa, rappresenti una grande possibilità di investimento nel momento in cui le persone sembrano pronte a rinunciare all?automobile.

Nessuno, infine, pensa che molte aziende automobilistiche erano nate per fare tutt?altro. La Rover, per esempio, costruiva biciclette.

PS - Giuro, il fatto che abbia scritto di auto nella stessa settimana in cui Quattroruote si è occupata di biciclette è un puro caso.

fonte: http://blog.wired.it/labicicletta/2012/08/03/lauto-e-morta-lo-dicono-i-numeri.html
« Ultima modifica: Agosto 17, 2013, 06:31:50 pm by occhio.nero »
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Offline Hopton

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demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
« Risposta #20 il: Agosto 11, 2012, 12:16:05 pm »
Non conoscevo questo blog, interessante, grazie per la segnalazione.  :)
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Offline beaturbano

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« Risposta #22 il: Settembre 17, 2012, 03:06:16 pm »
in uno Stato normale l'amministrazione pubblica leggerebbe questo trend come una cosa positiva e lo asseconderebbe con investimenti adeguati...
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Offline catorcio

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« Risposta #23 il: Settembre 17, 2012, 04:59:12 pm »
la causa purtroppo non è positiva, quando (se) supereremo questa crisi gli efetti potrebbero essere molto positivi,perche la gente si abituera ad usare la bicicletta ed anche se torneranno momenti migliori continuera ad usarla.io se fossi la Fiat prenderei la palla al balzo e mi occuperei seriamente di biciclette, rotamando la Fiat 500 Pop e facendo dei modelli all'altezza del gusto itallico.

Offline Hopton

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« Risposta #24 il: Settembre 17, 2012, 08:53:32 pm »
la gente si abituera ad usare la bicicletta ed anche se torneranno momenti migliori continuera ad usarla.
Speriamo che vada così.  ::)
Nel caso degli americani, sarebbe anche interessante vedere se alla fine questa lunga crisi li indurrà, oltre a comprare qualche bicicletta in più, ad assumere comportamenti "innovativi" tipo andare in giro con auto di "soli" 2000 cc di cilindrata anziché di 6000/7000 cc, o in estate regolare il condizionatore a 23/24 gradi anziché a 18. Ma forse questo sarebbe sperare davvero troppo...
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Offline beaturbano

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« Risposta #25 il: Settembre 18, 2012, 10:15:13 am »
chi fa una scelta perché costretto, appena potrà ritornerà per la strada vecchia, vedrete. vuoi perché si è di nuovo capaci di spendere, vuoi perché ci si è rassegnati o abituati.
lo vedo in queste ultime 2 settimane a torino: nonostante non sia migliorato nulla (come potrebbe) le persone hanno ripreso l'auto e io osservo meno bici di giugno e luglio scorsi.

in uno stato illuminato, in cui oltre all'impatto immediato della minor vendita delle auto si calcolano anche le spese sanitarie diminuite, la qualità dell'aria migliorata, il tempo di usura delle strade ridotta, il benessere fisico della popolazione più in forma e pronta a reagire alle avversità, e chissà quante altre cose positive innescate dall'uso incrementato della bici e del mezzo pubblico in altrenativa all'auto, l'amministrazione dovrebbe cogliere l'occasione (in questo senso ho parlato di positività) per trasformare quella che è una necessità (dovuta a cause negative) non troppo comoda in una opportunità, investendo in infrastrutture, in promozione, in industria della bici (in italia abbiamo il 30 o più % della produzione di bici e componenti e accessori per bici del mercato mondiale, perché non valorizzarlo?)

in tale maniera non appena la benzina scenderà, o la "crisi" sarà finita (!), il cittadino costretto ad andare in bici non scapperà subito alle vecchie abitudini ma continuerà ad usare la bici incentivato dai benefici che avrà osservato e di cui avrà giovato.

un'amministrazione lungimirante è quella che non subisce i cambiamenti della società ma li asseconda e li incanala in un flusso virtuoso.

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« Risposta #26 il: Settembre 18, 2012, 11:34:37 am »
chi fa una scelta perché costretto, appena potrà ritornerà per la strada vecchia, vedrete.
Solo un piccolo appunto se me lo permetti su questa frase, dispiace per chi agisce in questo modo ma le risorse oltre che ad essere limitate sono in via di esaurimento e non avremo possibilità di "ritornare indietro" di "superare la crisi", per ricreare le falde petrolifere ci vogliono secoli ed il petrolio è agli sgoccioli. E lasciatemelo dire almeno qui, nonostante possa capire le conseguenze che questo sistema economico porta sulle persone ma la crisi è il giovamento più grande per noi stessi e per la terra. Uno può dire..si ma le auto elettriche? se tu guardi il ciclo produttivo, di consumo e di smaltimento di una macchina elettrica -considerando il ritmo di produzione attuale- dipende sempre grosso modo dal petrolio ed in linea generale è insostenibile. Spero non perchè costretti o con l'acqua alla gola ma consapevoli dei cambiamenti dovremo cambiare radicalmente modo di vivere, siccome io credo nell'homo sapiens e vedo -partendo da questo forum- un cambio di abitudini, io penso che la consapevolezza abbraccerà chi ha il coraggio di guardare il mondo in una prospettiva diversa, nonostante le apparenze.  ;)
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« Risposta #27 il: Settembre 18, 2012, 12:03:50 pm »
ma io sono completamente d'accordo con te! immaginavo, da pessimista che sono, il ragionamento di quelli che non vedono al di la del proprio naso, che credono che una crisi possa finire come è cominciata senza lasciare sul terreno enormi cambiamenti. il ragionamento che hai esposto tu dovrebbe essere abbracciato da un'amministrazione, libera di operare da lobbies, falsi miti, ignoranza e idee retrograde.
un'amministrazione che riesca a guidare e aiutare chi da solo non ce la fa a capire che cambiare il proprio stile di vita vuol dire progredire.
ma visto che siamo in italia, che si è costretti a vedere che le cose virtuose vengono ostacolate e osteggiate se non arricchiscono caio o non fanno fare bella figura a tizio, dobbiamo essere noi, con il nostro modo di vivere, ad avere la convinzione di poter cambiare le cose, dando il buon esempio, "diffondendo il verbo", innescando un circolo vizioso positivo.
e infatti siamo qui a parlarne. noi siamo l'unica speranza che mi rimane.  :D
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Offline occhio.nero

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« Risposta #28 il: Settembre 18, 2012, 01:11:30 pm »
Cosa fa un imprenditore che ha saturato un mercato? Si riconverte per sintonizzarsi sulle nuove esigenze di una società che cambia?...No, molto più facile fare le valigie e spostarsi su un altro  territorio da ingolfare.

"[...] la gente non ha più potere d'acquisto, magari ha perso il lavoro, i risparmi se ne sono andati, non ha prospettive per il futuro. Ci rendiamo conto? L'auto nuova è proprio l'ultima cosa, non ci pensano nemmeno, si tengono la vecchia ben stretta. [...]"

(Ezio Mauro intervista Marchionne, Repubblica 18.9.12)
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« Risposta #29 il: Settembre 18, 2012, 01:12:48 pm »
Avevo letto da qualche parte che anche a Copenhagen, durante gli anni settanta, la FIAB locale dovette darsi parecchio da fare, con numerose proteste, per ottenere attenzione e, quindi, soldi e infrastrutture. Insomma il processo di conversione non è automatico né indolore.
Forse è il caso di spingere, di fare lobby, di rompere le scatole agli amministratori delle nostre città (sono convinta che la realtà locale abbia un ruolo privilegiato nella spinta al cambiamento), di collaborare con le scuole e offrire nuovi possibili modelli di riferimento che non siano l'auto piccoletta da guidare senza patente a 16 anni per esempio!
E poi...rompere il muro dell'ignoranza: in ferie parlando con un ex amministratore comunale di mobilità sostenibile, come al solito è venuto fuori il lamento dei soldi mancanti, del comune in difficoltà, che non si riescono ad assicurare i servizi primari figuriamoci le ciclabili. Quando gli ho detto che ciclabile può essere anche una porzione di carreggiata delimitata da una striscia bianca e due segnali, quello verticale blu e la bici bianca in terra, mi ha guardato come se avessi pronunciato una verità universale. Poi però ha fatto spallucce perchè, in fondo, chi usa la bici è uno di quelli alternativi no global anticonformisti forse pure comunista vegetariano animalista bizzarro ecc. ecc. che magari manco va a votare per protesta.


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