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Autore Topic: demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)  (Letto 90502 volte)

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demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
« Risposta #45 il: Settembre 24, 2012, 11:54:47 pm »
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VERONA - "L'auto è troppo penalizzata da tasse e costi di gestione altissimi e le vendite continueranno a scendere fino alla fine dell'anno. La verità è che in Italia, per la prima volta, siamo in una fase di demotorizzazione e non vedo ragioni di cambiamento nel breve tempo". Analisi lucida e implacabile. Ancor di più se a formularla è Massimo Nordio, da pochi mesi alla guida del gruppo Volkswagen Italia che con cinque marchi (Volkswagen, Audi, Skoda, Seat e veicoli commerciali) è il leader indiscusso tra i costruttori esteri nel nostro paese. Un gruppo in grado di produrre utili e modelli a raffica e che tiene ancora lontana la crisi a livello mondiale (a luglio le vendite sono cresciute del 10,3%) ma che in Europa comincia a rallentare
il suo cammino.

Una crisi inarrestabile. Per l'Italia, poi, sembra davvero la peggiore di sempre. Che succede?

"Da gennaio il calo delle vendite segna un ritmo crescente e questo all'inizio dell'anno quasi nessuno l'aveva previsto tanto che tutti parlavano di un mercato finale di circa un milione e seicentomila auto. Invece chiuderemo a 1,4, probabilmente anche meno".

Ma a un certo punto questa discesa si fermerà?

"La stabilità dovrebbe arrivare con l'inizio del 2013 e durerà per almeno tre anni ".

Sempre con gli stessi numeri? Che vuol dire quasi un milione di auto in meno rispetto ad appena cinque anni fa.

"Non    vedo ragioni di cambiamento anche se la crisi economica verrà superata. Il nostro è ormai un mercato di sostituzione dove per la prima volta si è ridotto il parco circolante. Vuol dire, dunque, che siamo in piena demotorizzazione".
E come siamo arrivati a tutto questo?

"I motivi sono essenzialmente due. C'è innanzitutto una fortissima penalizzazione per chi acquista un'auto che si traduce in un costo di gestione sempre più alto dovuto a tasse, benzina, assicurazione e tutto il resto. Poi c'è un fenomeno di cui al momento possiamo solo prenderne atto: il cambiamento, anzi chiamiamolo pure stravolgimento, del rapporto con l'automobile, soprattutto per le nuove generazioni".

Partiamo da questo secondo punto.

"Oggi ci sono i voli low cost che con trenta euro ti portano dall'altra parte del-l'Italia e anche all'estero. Con tre ore di treno è possibile raggiungere Milano o Verona partendo da Roma. L'auto, dunque, non è più competitiva, quindi nemmeno necessaria. Non solo, a cambiare le carte in tavola si aggiungono anche i social network, skype e gli smartphone, tutti elementi che hanno contribuito a stravolgere il rapporto tra i giovani e l'auto. Oggetti che rendono tutti più vicini, che si utilizzano per un periodo breve e poi si cambiano. Un fenomeno che tra l'altro sta portando le nuove generazioni ad essere più interessate all'utilizzo che alla proprietà".

Esattamente l'opposto del sistema d'acquisto di un'automobile.

"Proprio così. Nel largo consumo si tende a pagare solo ciò che si usa quindi anche l'auto dovrà al più presto adeguarsi e fare suo questo concetto. Dovrà cambiare il sistema di vendita e anche il nostro settore dovrà al più presto adottare il "pay per view" della tv. Sarà questa una delle chiavi per superare la crisi".

Anche con l'attuale rete di vendita?

L'impressione è che questi nuovi processi di acquisto si fermino sempre dal concessionario che cerca di vendere l'auto tutta e subito. Anche la rete dovrà cambiare. Perché è cambiato il percorso d'acquisto. Prima, per scegliere la macchina andavano tutti dal concessionario, anche gli indecisi. Era lì che si vedeva il modello, ci si faceva consigliare. Oggi tutto questo avviene
fuori dai saloni. Ci si informa sui siti, sui blog. È in rete che si configura il modello con i vari accessori e con tanto di preventivo. Mentre dal concessionario si va quasi sempre solo per comprare. Quindi è evidente che l'attuale organizzazione di vendita va rivista in base a queste nuove esigenze".

Un cambiamento che dipenderà soprattutto da voi. Non sarà la stessa cosa per quanto riguarda, invece, i costi di gestione dell'auto, le tasse insostenibili e la benzina oltre i due euro.

"Purtroppo è così. Su questo fronte che è anche il motivo numero uno dell'attuale crisi di vendite, possiamo fare ben poco. La nostra associazione di categoria, l'Unrae, sta cercando di mettere pressione sul governo per ridurre soprattutto il carico fiscale sull'automobile. Ma al momento i risultati non ci sono. Dobbiamo dunque tenerne conto e trovare contromisure da altre parti e come dicevo prima attraverso nuove forme di acquisto e offerte sempre più vantaggiose per chi vuole comprare una nuova macchina".

Quindi, almeno per il momento andiamo a finire sui soliti sconti?

"Riusciamo a fare meglio del mercato grazie ai prodotti. L'offerta è sempre più ampia. I concorrenti sono molti e sempre in aumento per questo noi dobbiamo sempre migliorare".

Ci riuscite bene con Volkswagen e Audi. Non altrettanto con Skoda, -26% nei primi sette mesi e Seat addirittura a -32. Perché?

"Skoda ci preoccupa meno mentre Seat è più in difficoltà. Anche se in pieno cambiamento di modelli. Dalla nuova Ibiza e Leon ci aspettiamo una svolta. Per crescere bene ci vuole sempre il prodotto giusto".

Chiudiamo con il Motor Show di Bologna. Cominciano a circolare voci che quest'anno sarà a rischio.

"Se venisse annullato sarebbe un danno per tutti. Dal nostro punto di vista è una vetrina importante per venire a contatto soprattutto con i giovani. La forza del Motor Show resta la sua formula diversa da tutti gli altri saloni, sempre in grado di inventare e cambiare qualcosa nel mondo dell'automobile. E mai come in questo periodo ne abbiamo bisogno...".

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« Ultima modifica: Agosto 17, 2013, 07:31:14 pm by occhio.nero »
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Offline Val_Ter

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demotorizzazione (sorpasso vendite bici su auto)
« Risposta #46 il: Settembre 25, 2012, 08:25:49 am »
Bene.

Quando leggo articoli come questo, e negli ultimi tempi se ne leggono parecchi, la prima cosa che penso e' "speriamo".
Dico "speriamo" perche' nonostante l'auto venga da piu' parti data per morta essa e' invece ancora viva, anzi vivissima sulle strade.
Quando iniziai ad andare al lavoro in bici nel 2004 ero praticamente l'unico lungo la strada, ebbene stamattina ho contato i ciclisti che ho incrociato: dieci. In compenso il traffico sullo sfondo e' sempre lo stesso, e nessuna diminuzione e' apprezzabile almeno sull'itinerario che percorro io, nell'ora in cui mi ci trovo.
Sono disposto a credere che altrove la situazione sia diversa e ne sono lieto, tuttavia e' con quelle mille macchine che incrocio tutti i giorni e non con quei dieci neo-ciclisti che mi devo confrontare.
L'auto sara' anche morta negli articoli di giornale ma continua a uccidere la gente sulle strade e, con l'inquinamento che causa, anche nei letti d'ospedale : vedo pochi motivi per rallegrarsi di una simile situazione.
I mutamenti cui fa cenno l'articolo faranno sentire i loro effetti concreti su una scala di tempo dell'ordine degli anni, mentre io -e tutti voi- in strada ci scendiamo ogni mattina e ogni sera e sappiamo che spesso e' solo una questione di fortuna poterlo rifare il giorno dopo. Non so voi ma io vorrei vedere un cambiamento concreto subito, perche' mi sono stufato di giocare alla roulette russa ogni mattina e ogni sera. Per questo dico "speriamo": speriamo che si sbrighino a farla finita con questa follia.
« Ultima modifica: Settembre 25, 2012, 08:28:24 am by Val_Ter »
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« Risposta #47 il: Settembre 25, 2012, 09:09:12 am »
all'estero le aziende stanno cominciando a dare servizi, e non puntano più solo a vendere l'auto finita. in italia il mercato è indietro, vuoi per miopia degli imprenditori, vuoi per ritrosia dell'italiano medio che è stato educato a possedere (e quindi a desiderare di possedere). nel caso dell'auto poi siamo sempre stati spinti a pensare all'auto come il prolungamento della nostra casa (e, per qualcuno, del nostro corpo).
ancora ricordo quando parlai a un mio amico del car charing: sollevò il problema che nell'auto in affitto non avrebbe potuto ritrovare i suoi cd, o la sua stazione radio memorizzata. sono limiti insormontabili.
quando si estese l'uso del cellulare all'estero si affittava: era un vantaggio per l'utente che aveva il telefono sempre nuovo e al passo con i tempi, un vantaggio per il costruttore perché produceva di più, per il fornitore di servizi che avendo a disposizione un parco utenti aggiornato poteva offrire soluzioni e servizi sempre nuovi. noi italiani invece siamo stati colpiti dal bisogno di possedere l'oggetto ed è stato così fino all'avvento degli smartphone.

Citazione
Poi c'è un fenomeno di cui al momento possiamo solo prenderne atto: il cambiamento, anzi chiamiamolo pure stravolgimento, del rapporto con l'automobile, soprattutto per le nuove generazioni

quanto mi piace questa frase, mi da coraggio e speranza, anche se, come dice Valter, non se ne trova riscontro nella vita di tutti i giorni.
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Offline catorcio

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« Risposta #48 il: Settembre 25, 2012, 11:53:41 am »
"La stabilità dovrebbe arrivare con l'inizio del 2013 e durerà per almeno tre anni " a queste previsioni ci credo poco,mi ricordo ancora la Marcegalia che 3 anni fà affermava-siamo fuori dal tunnelll-x non parlare dell'ex pelato.

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« Risposta #49 il: Settembre 25, 2012, 04:06:27 pm »
tu ci credi poco catorcio, io non ci credo affatto  ;D

Una diminuzione visibile all'occhio io personalmente l'ho notata ma nella vita di tutti i giorni è stressante ugualmente, proprio in questi giorni mi è venuto da pensare che molti accessori per bici esistono in funzione dell'esistenza del traffico automobilistico, quindi un'eventuale spesa fatta per una bicicletta si abbasserebbe se, considerando un mondo ideale, non ci fossero auto ne camion.

Per quanto riguarda il Motorshow, ormai il terreno florido automobilistico dell'emilia-romagna ha fatto il suo corso, è ora che Ferrari, Lamborghini, Maserati, Ducati..etc si decidano a cambiare l'offerta di merci in funzione di una nuova società demotorizzata.
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Offline occhio.nero

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« Risposta #50 il: Ottobre 01, 2012, 10:54:14 am »
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Sorpasso bici, nelle vendite superano le auto

da Bicisnob



Non l’avevano prevista nemmeno i Maya. Nel 2011 in Italia si sono vendute più biciclette che automobili. Un sorpasso storico che non accadeva dal Dopoguerra. Le auto immatricolate sono state 1.748.143, le bici vendute 1.750.000. Quasi duemila pezzi in più.UNO scarto minimo, se la si butta in matematica. In realtà simbolico di come le due ruote stiano marciando alla conquista del cuore degli italiani. Perché è vero, la crisi, e sì, c’è maggiore attenzione all’ambiente, ma quel dato racconta una rivoluzione degli stili di vita.

Inizia così l’articolo apparso in prima pagina sulla Repubblica di oggi. Un segnale incoraggiante nella settimana che vedrà centinaia di persone incontrarsi a Reggio Emilia per gli Stati Generali della Bicicletta e della Mobilità Nuova organizzati da #salvaiciclisti, Legambiente, Anci e Fiab. Ecco cosa scrive Fabio Tonacci nel suo articolo: un’occasione per cambiare stili di vita.

Ripeteva in continuazione lo scrittore inglese di fantascienza Herbert George Wells: “Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per il genere umano ci sia ancora speranza”. La fantascienza è diventata realtà, la bicicletta oggi si vende più della macchina. E anche se dall’altro lato della medaglia si scorge la più grave crisi del settore automobilistico degli ultimi decenni (il mercato è ripiombato ai livelli del 1964, ad agosto si è avuta la nona contrazione consecutiva a due cifre, con un meno 20 per cento di vendita rispetto al 2011), qualcosa si muove in avanti.
Anche perché alle biciclette vendute vanno aggiunti 200 mila restauri. Racconta Pietro Nigrelli, direttore del settore cicli di Confindustria Ancma: «Sempre più gente decide di recuperare vecchi modelli ritrovati in garage o in cantina. Con 100-150 euro i negozi specializzati, ce ne sono 2700 sparsi in Italia, ti propongono un restyling completo, seguendo le mode del momento: manubrio dritto, ruote colorate con lo scatto fisso, telaio riverniciato. Così si valorizzano bici vecchie ma che erano fatte su misura, con telai d’acciaio».
Insomma, ci piacciono talmente tanto che andiamo a recuperarle tra i bauli e la polvere delle cantine. Ma perché? Cos’è cambiato? La crisi, il prezzo della benzina arrivato a 2 euro al litro e i 7 mila euro all’anno (calcolati da Federconsumatori) per mantenere l’auto ci hanno sicuramente convinto a pedalare di più. «Ma non è solo questo — sostiene Nigrelli — il segreto del successo sta nel fatto che la bici è easy, facile da usare, costa poco, è maneggevole, comoda, oggi anche hi-tech nelle versioni ibride ed elettriche. Su un tratto di 5 km batte qualsiasi altro mezzo». Sarà per questo che è l’unico mezzo di trasporto privato che non ha subito un crollo di vendita. I produttori ne fanno di pieghevoli, a tre ruote, rétro, anfibie, senza pedali, placcate d’oro e in pelle di struzzo per chi vuole sì pedalare, ma con glamour.
Si usa per andare al lavoro, per spostarsi in città, per fare le gite. Eccolo, un altro motivo del successo: la vacanza a pedali. «La tendenza è quella di ricercare sempre di più il “turismo personalizzato” — dice Franco Isetti, presidente del Touring Club Italiano — le persone scelgono da sole mete e itinerari non omologati, che uniscono la visita ai beni culturali, il tour enogastronomico e il contatto con l’ambiente e i centri storici. La bicicletta è il mezzo ideale, il più semplice per coniugare tutto questo. Oltretutto, con i modelli ibridi la pedalata assistita e la possibilità di sfruttare anche il motore elettrico, si è aperto il mercato ai più anziani».
Il sorpasso della bicicletta sull’automobile è avvenuto anche in Germania. C’era da aspettarselo, lì le città sono decisamente “bikefriendly”,
grazie al record europeo: 40 mila km di piste ciclabili. In Italia l’ultimo finanziamento ad hoc risale a 13 anni fa. «Questo rinnovato amore — ragiona Antonio Della Venezia, presidente della Federazione italiana amici della bicicletta — aprirà la mentalità a chi ha sempre usato soltanto l’auto. Non credo che l’Italia tornerà ai livelli di vendita di auto precedenti al 2008. È l’occasione per cambiare stile di vita».
« Ultima modifica: Agosto 17, 2013, 06:33:04 pm by occhio.nero »
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« Risposta #51 il: Ottobre 01, 2012, 11:11:45 am »
è una notizia bellissima!

ps: in Piemonte ci sono dei fondi europei dedicati alla mobilità leggera, vediamo se decideranno di perderli nonostante la necessità di rispondere ad un'utenza sempre più numerosa.
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Offline Jimmy

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« Risposta #52 il: Ottobre 01, 2012, 11:13:30 am »
Dai ragazziiii!!!!...avanti!!....spingete sui pedali!!.....la rivoluzione è lì lì... 8) ;D ;D ;D ;D :P
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« Risposta #54 il: Ottobre 03, 2012, 01:51:32 pm »
QUI invece un altro punto di vista.

Citazione
Grande risalto in Rete per lo storico sorpasso che ha raccontato Repubblica cartaceo lo scorso weekend: in Italia, per la prima volta, si sono vendute più biciclette che automobili, 1.748.000 autovetture contro 1.750.000 biciclette.
La notizia è di quelle clamorose, e molti commentatori si sono abbandonati all'entusiasmo. Gli italiani, finalmente, abbandonano la macchina e optano per una mobilità sostenibile, economica ed ecologica; costretti forse dalla crisi, ma anche da un'istintiva e sacrosanta ribellione verso i costi ormai stellari che implica il mantenere quello che è spesso uno status symbol ormai del tutto fuori moda. C'è rimasta solo gente come Fiorito, ad avere la "passione per le quattro ruote" e a rovinarsi pur di sfoggiare la jeep o il cabriolet.

Ma le cose stanno davvero così come raccontano? Mi sembrava un evento talmente storico che ho voluto andare a verificare: e, ahimé, ho scoperto che la questione è un pochino diversa. So che gli amici ciclisti mi odieranno, ma al momento è ancora presto per entusiasmarsi.

Se andate sul sito dell'ANCMA, l'associazione che raccoglie i produttori di biciclette e motociclette, trovate la serie storica della produzione, dell'export, dell'import e quindi della disponibilità per il mercato interno. Il dato 2011, pari a 1.750.000 bici, è ahinoi inferiore a quello del 2010, 1.777.000, oltre che a quello del 2009 che ha visto sul mercato 1.927.000 due ruote. In precedenza, una flessione nel 2008, ma nel 2007 e 2006 si era quasi a 2 milioni di biciclette.

Insomma, la crisi non ha massacrato le biciclette e questa è una buona notizia; ma non c'è neppure il boom di cui si parla in questi giorni. In realtà, è il mercato automobilistico ad essere crollato a tal punto da scendere sotto quello ciclistico, e basterà aspettare un pochino per vedere anche il sorpasso ad opera dei tricicli, dei pattini a rotelle e degli skateboard.


Offline beaturbano

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« Risposta #55 il: Ottobre 03, 2012, 02:39:57 pm »
vabbè dai, però molti hanno semplicemente smesso di cambiare l'auto e ripreso la bici che avevano in cantina! c'è speranza! 200mila restauri sono da aggiungere alle bici nuove e poi c'è da contare le bici funzionanti comprate negli anni precedenti.
in altre parole: il mercato dell'auto nuova è in flessione, nonostante l'aumento delle rottamazioni, e la gente non ha comprato molte bici ma ha cominciato ad usare quella che aveva già. è un ragionamento che non sta in piedi?
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« Risposta #56 il: Ottobre 03, 2012, 02:46:54 pm »
Speriamo non diano troppa importanza alla cosa,
altrimenti arrivano targhe, RC obbligatoria e altre pastoie burocratiche per fare cassa.
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« Risposta #57 il: Ottobre 03, 2012, 02:59:33 pm »
Mi sento di condividere il cauto ottimismo di Broono, anche perché le bici subiscono un deperimento mooolto più lento, quindi c'è ancora in giro gente con bici acquistate 20 e più anni fa, tutt'ora in perfetto stato (quando non addirittura di uno splendore abbagliante, come la Dahon Classic III di Peo 😎).
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"La città è fatta per le persone, non per scatole di metallo". (Ayfer Baykal, assessore all'ambiente, comune di Copenhagen)
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« Risposta #58 il: Ottobre 03, 2012, 03:04:02 pm »
Speriamo non diano troppa importanza alla cosa,
altrimenti arrivano targhe, RC obbligatoria e altre pastoie burocratiche per fare cassa.

su quello contaci, dicono che siamo una lobby, ma mica così forte....
nel momento in cui 8 mesi fa abbiamo cominciato ad alzare la voce io ho messo in conto questa mossa da parte degli altri.
io credo di essere nel giusto, per cui salperò sulla nave dei ribelli (immaginate la musica di Gundam in sottofondo) boicottando la gabella.
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« Risposta #59 il: Ottobre 07, 2012, 09:33:13 am »
Modificare i dati per attenuare il cambiamento, desisterlo, oppure semplice svista di scrittura?
Dal resto del carlino di Pesaro un'articolo, confrontate i dati di questo articolo con i dati sopra citati, le cifre risultano invertite:
Pesaro, 7 ottobre 2012 - Le bici sorpassano in corsa le auto. Non solo perché per spostarsi in città le due ruote sono molto più pratiche e veloci. C’è di più. Negli ultimi tempi sono talmente amate dagli italiani, che nel 2011 il numero di biciclette vendute ha raggiunto quello delle auto, rischiando addirittura di superarlo. E c’è già chi giura che oggi il sorpasso dei pedali sia già avvenuto.Il confronto tra i dati delle immatricolazioni fornite dall’Aci e il numero di bici vendute secondo l’Ancma parla chiaro. Sono 1.750.000 le auto vendute, contro 1.748.143 di biciclette. Il dato poi, non prende in considerazione la moda che vede migliaia di persone intente a restaurare vecchie bici d’epoca tornate prepotentemente di moda. [...]
« Ultima modifica: Ottobre 07, 2012, 09:35:26 am by NessunConfine »
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