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Autore Topic: bici (pieghevoli) costruite in Europa e/o artigianali  (Letto 52343 volte)

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Offline lukasan

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Re:bici (pieghevoli) costruite in Europa e/o artigianali
« Risposta #15 il: Aprile 17, 2012, 06:35:31 am »
e poi ne potevi mettere pure una sopra all'altra...oONDAAAAA SU oONDAAAAAAA....

 ;D ;D ;D

Ingegnè, me fai morì ...  ;D ;D

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Re:bici (pieghevoli) costruite in Europa e/o artigianali
« Risposta #16 il: Aprile 20, 2012, 10:22:22 pm »
i contributi sulla oonda sono stati spostati nella discussione dedicata, dove rigiro chi fosse interessato:
prototipo Oonda
http://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=210.msg10114#msg10114

:)
Federico
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Offline occhio.nero

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Re:bici (pieghevoli) costruite in Europa e/o artigianali
« Risposta #17 il: Maggio 09, 2012, 02:13:10 pm »
Federico
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Re:bici (pieghevoli) costruite in Europa e/o artigianali
« Risposta #18 il: Ottobre 23, 2012, 08:25:48 am »
Roma, 22 ott. - (Adnkronos) - Il Rinascimento ciclistico italiano ha da oggi un tassello in più: la ricerca dell'eccellenza artigianale nella telaistica, diffuso patrimonio italiano fino a qualche decennio fa e oggi in stato di semiabbandono. A raccogliere testimonianze attuali di quella che nel resto del mondo è considerata la vera patria dei costruttori di biciclette hi-end è "Ciclopedia", una nuova iniziativa del sito specializzato Bicisnob. Vette artigianali in primo piano, ma non solo, avverte il primo post della neonata iniziativa -che coinvolgerà anche i blogger ciclisti più attenti alla qualità: ognuno potrà proporre questa o quella "bottega riscoperta"-: "Ciclopedia è una rassegna aperiodica e soggettiva delle cose migliori che ruotano attorno alla bicicletta e della bicicletta intera".
Aperiodica, avvisa Bicisnob, perché "verrà aggiornata quando ho tempo. Soggettiva perché parte da conoscenze e criteri di valutazioni assolutamente personali che, per fornire indicazioni efficaci e precise a chi legge queste pagine, hanno bisogno di essere completati e integrati dalla soggettività di altre persone, dai loro commenti e dalle loro valutazioni dirette". Da qui l'appello agli altri blogger 'cintura nera' di qualità pedalante: "Questo spazio è aperto alle collaborazioni e ha bisogno di essere arricchito da chi lo legge per diventare una guida utile".
I primi a essere recensiti in Ciclopedia sono stati i fratelli Barco di Piazzola sul Brenta nel padovano, maestri di telai in acciaio, inox e carbonio. "La seconda tappa sarà bresciana con un'altra coppia di fratelli che realizzano bici da corsa e mtb molto interessanti (Isaia Profeta Biciclette). A Milano invece, ben quattro tappe: Rossignoli, storico e centralissimo negozio di biciclette di Brera, Orco Cicli, neonata bottega di Giò Pozzo, Ciclistica e la Stazione delle Biciclette. Poi si cercherà di fare un salto da Dario Pegoretti in Trentino, un altro da Biascagne, uno dal primo telaista-attivista-artista del nuovo corso italiano, Rotafixa a Roma, poi Filiberto e Zio Bici sempre a Roma. Senza dimenticare la ciclominiera delle ciclofficine. "Poi si vedrà -si legge sul blog-. Intanto cominciate anche voi a segnalare i posti migliori per un ciclista, urbano e non".
Ciclopedia insomma è "un viaggio alla ricerca della sparuta pattuglia di artigiani che in Italia ancora mantengono viva la professione -scrive Bicisnob-. Persone che hanno saputo conservare viva la professione, le sue tecniche, i suoi saperi, ma che continuano a "studiare", a fare ricerca e innovazione per tirare fuori il meglio dai diversi materiali, da un telaio e dalle suo geometrie".
Anche se può sembrare assurdo quello dell'artigiano della bicicletta è un mestiere in via d'estinzione: come ricorda un altro sito molto attento alle nuove evoluzioni del mondo delle due ruote, www.amicoinviaggio.it, il nostro paese è il maggior produttore europeo di biciclette con 2,3 milioni di pezzi l'anno (circa il 20% del mercato) davanti alla Germania (19%) e all'Olanda che realizza 1,2 milioni di due ruote. Eppure i telaisti che fanno prodotti di qualità sono solo poche decine in tutto, visto che la stragrande maggioranza delle bici marchiate Made in Italy è assemblata con materiali d'importazione, prima di tutto asiatici.

fonte: http://www.adnkronos.com/IGN/Sostenibilita/Professioni/Nasce-Ciclopedia-viaggio-reportage-tra-gli-artigiani-italiani-della-bicicletta_313816734663.html
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Re:bici (pieghevoli) costruite in Europa e/o artigianali
« Risposta #19 il: Novembre 01, 2012, 09:56:31 am »
da altra discussione, sulla Dahon Mu XL 




se lo dicono loro che sono tedeschi di germania, si avrà da credergli: costruita in europa e a mano^_^...alluminio 7005, che non ho la più pallida idea in cosa differisca da altro alluminio....ma il numero mi piace...vi basti sapere solo questo: ...comuqneu l'impressione è di ottima fattura e robustezza


da altra discussione:
La Sturmey Archer era una storica marca inglese, che circa 10 anni fa ha chiuso i battenti per decisione dell'allora proprietario, una multinazionale americana (non ricordo il nome), che un giorno ha deciso che la S.A. non costituiva più un comparto strategico del loro gruppo (per usare il linguaggio tipico di questi simpatici comunicati), decidendo così di seppellire un secolo di gloriosa storia industriale, nonostante non risulta che producesse in perdita. Dopo circa un annetto di tribolazione e di ricerca affannosa di un nuovo compratore, si è fatta avanti la SunRace di Taiwan. Dopodiché i macchinari sono stati spostati dall'Inghilterra all'Asia.
Il mozzo BWR è stato progettato e disegnato dalla stessa Brompton qualche anno dopo, da un progettista inglese che in precedenza lavorava per la Sturmey Archer e che poi è stato assunto dalla Brompton. La SunRace produce quindi il mozzo BWR su disegno della Brompton, che ne ha perciò l'esclusiva.
Per la cronaca, anche sulla mia vecchia Hoptown c'era scritto Made in China sul telaio, nonostante avessi letto da qualche parte che venivano assemblate a Lille in Francia. Infatti la mia osservazione non era volta a rimarcare che la Hoptown non è prodotta in Cina e invece la Bfold sì, ma solo che sono bici prodotte da aziende diverse, anche se entrambe vendono tramite Decathlon (almeno da noi, non so altrove). Anzi credo che la B'twin sia proprio un marchio della Decathlon, ma non posso giurarlo. Invece la mia battuta sulla "prestigiosa" azienda asiatica non voleva essere un riferimento al fatto che essendo cinese è necessariamente di bassa qualità. Ci sono ad es. molte Dahon prodotte in Cina e sono di ottima qualità, per non parlare della Strida... L'aggettivo "prestigiosa" in senso ironico era un riferimento non alla produzione cinese in quanto tale ma specificamente a quella della Matex, visto che ho notato che ad es. già dopo pochi mesi i bulloni tendono a ossidarsi, cosa che alla Hoptown non succede, per non parlare di tante altre caratteristiche evidenziate in questo forum da varie persone, che fanno tutte supporre che con la componentistica della Bfold siano andati un po' più al risparmio. Del resto non ci trovo nulla di scandaloso, visto che la Hoptown costava di più.
Mario
« Ultima modifica: Aprile 08, 2013, 08:37:13 pm by occhio.nero »
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Re:bici (pieghevoli) costruite in Europa e/o artigianali
« Risposta #20 il: Dicembre 08, 2012, 11:02:00 am »
UltraCicli | Biciclette moderne pensate a mano



Saranno circa tre o quattro settimane che non vado in bicicletta. Il motivo è semplice: non sono più il giovane ragazzo di campagna che ero una volta. Sono scivolato su un muretto mentre raccoglievo delle olive. Nulla di che per carità, però la botta c’è stata e ho preferito non pedalare poiché le strade di Catania sono piene di buche e poco uniformi. Sollecitazioni su sollecitazioni. Ho evitato.
Quindi meno bici, più voglia di bici. Più voglia di bici, più ricerca di bici. Più ricerca di bici, più bici trovate. Più bici trovate, più “ultra bici”.

Biciclette moderne pensate a mano: così si presentano Marco Donati e Marco Martelli i due founders creativi di UltraCicli. Hanno alle spalle una storia fatta di altro, con esperienze professionali diverse che ad un certo punto, come due rette parallele che prima o poi si incontrano, si sono ritrovate in direzione “bicicletta”, intesa come mezzo di trasporto, ma anche come concetto e stile di vita.

Le loro bici hanno un design ben definito, pieno di carattere, per nulla anonimo pur rimanendo dentro un reticolato minimale, con angolature smussate e curve spigolose. I telai, come scrivono nel sito, sono “in acciaio e brasati a mano”, conferendo quindi ad ogni bici una caratteristica importantissima per ogni ciclista che delle due ruote ne fa una filosofia di vita: l’unicità.

A loro ho rivolto qualche domanda per saperne di più, mentre tenevo gli occhi incollati sulle foto delle bici.



Tre immagini per definire le vostre bici.

Moderne, razionali, sofisticate.

Quante bici avete progettato e quante invece vendute e quanto costano?

Una trentina progettate e vendute.
Costo medio 1000€.



Dove si possono comprare le vostre bici?

Nel nostro negozio di Milano Piazza Risorgimento 3

Mappa

Accessori?

Abbiamo fatto dei manubri e stiamo per fare abbigliamento.



Qual è la bici a cui siete legati di più?

Barona Volata.

Che cos’è per voi la bici nell’essenza più profonda?

Design.



Le vostre bici sono prettamente maschili, perché?

I modelli più inusuali sono da donna: Rondine e Porteur.

A quanti anni avete imparato a pedalare?
3 o 4 anni.

Adesso se volete saperne di più potete leggere la loro storia e svolazzare nel sito dove trovate un bel po’ di info e la galleria di “ultra” bici.
Io vado a fissare per un’altra ora circa la mia preferita: Ultracicli Barona Urbana

Sito Ultracicli: http://ultracicli.com/

fonte: http://www.frizzifrizzi.it/2012/12/07/ultracicli-biciclette-moderne-pensate-a-mano/

« Ultima modifica: Dicembre 08, 2012, 11:14:33 am by NessunConfine »
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Re:bici (pieghevoli) costruite in Europa e/o artigianali
« Risposta #21 il: Dicembre 16, 2012, 01:01:29 pm »
di italiano, oltretutto nella mia stessa regione, c'è anche la cicli Montante e la Lombardo...ma credo che abbiano target differenti...
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Re:bici (pieghevoli) costruite in Europa e/o artigianali
« Risposta #22 il: Aprile 12, 2013, 11:34:51 am »
Secondo me la Nanoo è un ottima bici!!
prova a dare un'occhiata al sito.
http//:www.advancedmobility.eu

Offline occhio.nero

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Re:bici (pieghevoli) costruite in Europa e/o artigianali
« Risposta #23 il: Aprile 12, 2013, 11:39:46 am »
non credo sia prodotta in Europa.  ;)
http://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=816
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Re:bici (pieghevoli) costruite in Europa e/o artigianali
« Risposta #24 il: Maggio 11, 2013, 04:19:21 pm »
L’artigianato delle biciclette che non conosce crisi



di Alessio Sartore

Un mercato italiano di tradizione artigianale che sembra aver sofferto meno degli altri i colpi della crisi è quello della bicicletta. Il 2012 è stato l’anno in cui per la prima volta dal dopoguerra il numero di biciclette vendute ha superato l’immatricolazione di automobili. Nel 2011 le esportazioni sono aumentate del 16,6%.

Molti brand leader nei mercati globali sono pmi di poche decine di dipendenti che battono la concorrenza con la ricerca e l’alta gamma. In questo mercato, che in Italia fattura complessivamente un miliardo di euro, incombe la produzione asiatica a basso prezzo, con costi di produzione inferiori dal 50% al 75% rispetto a quelli italiani.

Piero Nigrelli, segretario di Ancma (l’associazione confindustriale di categoria), sta cercando di arginare il fenomeno con i dazi antidumping, che l’Ue deciderà a giugno se prorogare fino al 2017. In un mercato altamente frammentato in cui l’unica speranza è la nicchia super specializzata, come creare impresa?

Un caso di successo è Italia Veloce, marchio di “velocipedi di pregio” di Parma, che al terzo anno di vita fattura circa 250mila euro con ritmi di crescita del 30% annuo. Italia Veloce ha cavalcato il trend ecologico del ritrovato uso della bicicletta e ci ha unito un’estetica ben precisa. Non solo nel design, ma anche nella comunicazione: il futurismo infatti è la poetica a cui si riferiscono Christian Grande, designer, Massimiliano Rabaglia, responsabile della comunicazione e Max Chiapponi, architetto.

“Produciamo circa 100 bici l’anno – dice Rabaglia – i nostri sono tutti pezzi unici, tutti su misura”. E sembra essere questo il segreto del marchio parmense: nel sito si trova un configuratore che permette di creare la propria bici scegliendo tra due telai e una grande offerta di componenti. Dal momento dell’ordine, la bicicletta è pronta in 15 giorni. Si arriva ad un massimo di 40 giorni se la richiesta di componenti è particolare.

Grande, Rabaglia e Chiapponi sono tre appassionati ciclisti che tre anni fa hanno deciso di aprire un laboratorio a Parma e affidarsi ad artigiani italiani (uno a Reggio Emilia e uno a Bergamo) per costruire biciclette fatte a mano. “L’artigiano di Reggio è forte nella verniciatura – confida Rabaglia – quello di Bergamo è esperto di giunture a vista, ed è questo che cerchiamo, il dettaglio artigiano nel design”.

Un marchio a cui vi siete ispirati? “Pegoretti, un artista della bici. Ma a differenza di Dario Pegoretti, che è la punta della piramide nell’offerta di bici fatte a mano, noi cerchiamo di industrializzare il prodotto. Sebbene ogni pezzo sia unico, per abbassare il prezzo di vendita abbiamo deciso di produrre tre soli tipi di telaio in varie misure e offrire un grande numero di componenti per personalizzare la bici. Italia Veloce offre un prodotto artigianale per tutti”.

L’identificazione non è soltanto estetica ma anche meccanica. Il manubrio Freccia è brevettato e nell’offerta di componenti si trovano anche pezzi d’epoca trovati nei mercatini e rimessi a disposizione dei clienti.

Come per molte aziende del settore, le vendite sono soprattutto all’estero, con un 70% del totale. “All’estero il brand artigianale italiano ha molto valore – conferma Rabaglia – I primi mercati sono Germania, Stati Uniti e Giappone, dove la cultura della bicicletta artigianale italiana è ormai consolidata”.

Per partire non hanno chiesto finanziamenti, ma hanno fatto di tasca propria. “Ognuno di noi ha messo qualcosa – racconta Christian Grande – dalla progettazione alla comunicazione. Non ultimo la propria attività professionale purché partissimo. Finanziati, avremmo potuto fare molto di più, o almeno più velocemente, ma in Italia è difficile”.

Italia Veloce è il classico caso all’italiana in cui la start up nasce più per passione che per approfonditi business plan. Il sapere artigianale è messo a disposizione del design thinking e condito da un utilizzo evoluto della comunicazione. La ricetta giusta per creare quella “piccola economia delle piccole cose”, come ci ricorda Giovanni Sartori in un editoriale.

Fonte | http://nuvola.corriere.it/2013/05/11/lartigianato-delle-biciclette-che-non-conosce-crisi/
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Re:bici (pieghevoli) costruite in Europa e/o artigianali
« Risposta #25 il: Settembre 29, 2016, 10:34:19 am »
Delle Vello che ne pensate?

https://vello.bike

Peso e dimensioni sono buoni. La componentistica però non ne ho idea

Offline Vittorio

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Re:bici (pieghevoli) costruite in Europa e/o artigianali
« Risposta #26 il: Settembre 29, 2016, 01:34:07 pm »
Se ne era già parlato qui:
http://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=8340.msg73229#msg73229

L'unica novità che mi pare di vedere da allora è la possibilità di piegare anche la forcella anteriore per maggior compattezza da piegata, esattamente come sulla Helix.
http://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=8708.msg88478#msg88478

Helix che peraltro ancora non si è vista in circolazione

Vittorio
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Re:bici (pieghevoli) costruite in Europa e/o artigianali
« Risposta #27 il: Settembre 30, 2016, 08:38:26 am »
Per la Helix inizia il preorder il 1° novembre
« Ultima modifica: Settembre 30, 2016, 08:52:33 am by pauser »

Offline Sbrindola

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Re:bici (pieghevoli) costruite in Europa e/o artigianali
« Risposta #28 il: Settembre 30, 2016, 08:57:38 am »
il progetto è stato finanziato ma la data di inizio delle consegne è slittata

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