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Autore Topic: bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)  (Letto 47248 volte)

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Foldan

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Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
« Risposta #15 il: Giugno 19, 2012, 04:51:26 pm »
Foldan...non è che mi nascondi che sei il figlio di Antonio Rossi?  ;D
Io no. Anche per questioni anagrafiche.  ;)
 
Citazione
Io non la butto in politica... dicevo di essere anarchico individualista
Vabbè allora smettila di buttarla in geografia.

Citazione
Io assolutamente non calunnio Antonio Rossi. Io dico semplicemente la verità. I politici (tutti, suvvia evitiamo il politicamente corretto) rubano. Fosse anche il loro stipendio. Ma non è calunniare questo, è una considerazione personale.
E questa cos'è? anti-geografia! :D

Citazione
Il problema, ti ripeto, è che io non stavo assolutamente parlando di politica
Allora è davvero geografia.

Citazione
Mentre penso che tu te la sia presa magari perché ho offeso il politico che è in te
Hai offeso piuttosto l'intelligenza che è in me.  :P

Citazione
E magari della stessa sponda di Rossi
Ho remato sulle stesse (un tempo meravigliose) sponde geografiche. Se invece ti riferisci alla politica... allora dobbiamo cercare un posto più adatto che non il forum dedicato alle bici pieghevoli. Qui non ci dovrebbero interessare i pregiudizi sociopolitici. Dovremmo limitarci a valutare obbiettivamente le questioni attinenti il ciclismo pieghevole (turistico, sportivo o della ciclabilità intermodale) o riguardanti la sicurezza stradale, le leggi da rispettare in strada e non.
E comunque sempre nel rispetto degli altri, innanzitutto evitando gli insulti a chi non la pensa come noi (il giornalista della Stampa di cui non ricordo nemmeno il nome), o la pensa come noi sulla ciclabilità ma per qualche motivo non lo vorremmo dalla nostra parte (Antonio Rossi, Pisapia, Fassino, Rutelli, Alemanno, Pizzarotti...  e gli altri che manco ci ricordiamo).
 :)


Offline Hopton

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Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
« Risposta #16 il: Giugno 19, 2012, 06:43:30 pm »
A me quel cartello piace (e sti cazzi direte voi :) ).

Chi non va in bici non ha idea di quanto sia pericoloso lo spostamento d'aria per un ciclista,
magari così può trovare uno spunto per capirlo.
Io alla fine di tutta questa discussione rimango mooolto scettico sull'utilità di questa iniziativa, ma se devo trovare un possibile aspetto favorevole è questo che cita Alek. Purtroppo molti automobilisti, specie quando guidano su alcune strade provinciali, non si ricordano nemmeno dell'esistenza di un'entità chiamata ciclista. Se un cartello dovesse riuscire a ricordarglielo per qualche attimo, facendo appello non a cose come prudenza, senso civico ecc. ma solo alla sua convenienza personale (perché investire un ciclista non conviene a nessuno, si rischia un processo e di dover pagare danni, e anche se si tratta di conseguenze ridicolmente lievi rispetto all'entità del danno causato, sono comunque cose che ognuno eviterebbe volentieri), e se infine tale cartello fosse stato pagato il giusto, cioè molto poco, allora direi che l'iniziativa forse non sarà utilissima ma nemmeno condannabile.
Per quanto riguarda stato delle strade etc, ricordo che Rossi è assessore allo sport e non alla viabilità, a prescindere da come la si pensi sulla sua giunta (che io non ho votato, ma questo non c'entra qui).
« Ultima modifica: Giugno 19, 2012, 06:46:29 pm by Hopton »
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Offline Hopton

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Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
« Risposta #17 il: Giugno 19, 2012, 06:44:37 pm »
@Sim: comunque ho capito il tuo bieco gioco. Purtroppo per te temo che non funziona, e dovrai rimanere a -4. ;D
« Ultima modifica: Giugno 19, 2012, 07:07:30 pm by Hopton »
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Offline sim1

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Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
« Risposta #18 il: Giugno 20, 2012, 09:24:44 am »
@Hop: ovviamente quello è il mio scopo principale  ;)

Però tutto ciò che ho scritto sull'inutilità (mio parere) dell'iniziativa rimane valido. Compresi gli annessi e i connessi. Anzi...parliamo in politichese...senza se e senza ma.
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Offline occhio.nero

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Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
« Risposta #19 il: Giugno 20, 2012, 09:40:52 am »
io mi prometto sempre di scrivere di meno e di parlare di più.... di persona.. magari davanti ad una fetta di cocomero.  ;)

tutta questa virtualità ho paura ci distolga dalla bici e dalla strada.... e questo non credo faccia bene ai nostri equilibri.   ???


 
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Offline sim1

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Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
« Risposta #20 il: Giugno 20, 2012, 09:46:29 am »
Sono perfettamente d'accordo con te Federico.

Infatti stavo ponderando la mia uscita dal forum e rimanere solo in "ascolto" per eventuali raduni e fette di cocomero.

Per me, che non son un utilizzatore di faccine, è complicato (non complesso) farmi capire.

Quindi, annuncio ufficialmente un silenzio stampa (e sti cazzi direte voi, come disse un profeta...), che interromperò solo nei casi più estremi.

Saluti a tutti.
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Offline occhio.nero

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Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
« Risposta #21 il: Giugno 20, 2012, 09:48:48 am »
consiglio a tutti (me compreso) un sano periodo di disintossicazione da www.bicipieghevoli.net   ;D
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Offline Jimmy

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Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
« Risposta #22 il: Giugno 20, 2012, 09:52:59 am »
più che cocomero....proporrei banane....noi ciclisti abbiamo bisogno di potassio nevvero?....è stato scritto anche un libro di cicloturismo che cade a "fagiuolo"....la mia bici và a potassio: consigliatissimo 8)
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Offline Hopton

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Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
« Risposta #23 il: Giugno 20, 2012, 08:24:47 pm »
consiglio a tutti (me compreso) un sano periodo di disintossicazione da www.bicipieghevoli.net   ;D
Federico io non ho paura che il forum mi risucchi nella virtualità, anzi l'ho sempre trovato uno stimolo ad incrementare pedalate, vita all'aria aperta, incontri, esplorazioni ecc.  :)   È una delle (tante) cose che apprezzo di www.bicipieghevoli.net. Sarà che lo visito quando sono in treno, o la sera prima di addormentarmi (grazie al tablet), o appena torno dal lavoro, cioè quando comunque sono un'ameba per una mezz'oretta. Insomma non mi priva di nulla che possa concernere la vita reale, e mi auguro che sia così anche per gli altri.


@Sim: sei pazzo che vuoi ritirarti dal forum!  :o  Se non ci fossi bisognerebbe inventarti! Basta solo che non ti fai invischiare in discussioni interminabili... Se vedi che qualcuno è in disaccordo con te, prendine atto e infischiatene, mica ci si può sempre trovare d'accordo su tutto con tutti.  :)
Ma NON abbandonare il forum, non puoi, sei probabilmente il primo ternista d'Italia, i giovani ternisti a chi mai possono chiedere consiglio se te ne vai? E quelli che hanno voglia di scatafasciarsi sulla neve in Alto Adige, a chi possono rivolgersi se non a te?  ;D  E i cori di benvenuto, chi può farli se non tu?  :)


P.S. Poco fa sono sceso dal treno tornando dal lavoro, mi attendeva la signora Hopton e abbiamo pedalato verso le tue parti, cioè a Malgrate, e abbiamo notato un altro di questi famigerati cartelli. ;)


Mario
« Ultima modifica: Giugno 20, 2012, 08:26:21 pm by Hopton »
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Offline giannib

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Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
« Risposta #24 il: Giugno 21, 2012, 10:52:24 pm »
Dico la mia sperando di non attizzare il fuoco sotto la cenere...(bugia?)
Anche a me quei cartelli non dispiacciono, male non fanno...ma capisco e appoggio in pieno Sim1 quando si incxxxa (senza peraltro essere stato violento mi pare,la violenza secondo me è altro).Da utente di quella strada,mi pare di capire,ma comunque da da cicloutente di tutte le strade in generale ,come me,coglie il rischio che quotidianamente corriamo, un rischio serio,che "amerebbe"...fosse affrontato altrettanto seriamente da chi si occupa della politica;seriamente o... pè gnente!Già,dalla politica,non da altro.È difficile rimanere neutrali,parlare di bici,di leggi,di pneumatici...e non sfiorare mai la politica,quando la scelta di pedalare è prima di tutto una scelta politica.Forse non avrei detto le stesse cose,e forse non nello stesso modo,non lo so, ma il bello del rapporto interumano è tutto qui,nella diversità.Un pó di pepe non puó far male...La politica invece,se fatta male, ammazza.
A presto Sim1,e grazie ancora del coro dell'altro giorno.
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Offline beaturbano

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Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
« Risposta #25 il: Giugno 22, 2012, 09:44:10 am »
La perplessità per un'iniziativa come questa, che non è inutile né dannosa viene dal fatto che è partita dall'assessorato allo sport e non da quello della viabilità. In alcune città le piste ciclabili sono assegnate all'assessore al verde pubblico!
Quando la mobilità leggera sarà equiparata a quella pesante e considerata affare di chi si occupa di strade, traffico, incroci, e marciapiedi allora indipendentemente da chi sarà l'assessore (perché in effetti non importa chi sia e da cosa sia spinto) si potranno analizzare con più serenità e in maniera asciutta e senza fronzoli personali, le intenzioni di un progetto e i suoi effetti presunti e reali.
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Offline NessunConfine

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Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
« Risposta #26 il: Settembre 14, 2012, 08:15:45 pm »
Citazione
Il settore dell’industria della bicicletta nel nostro paese è un caso unico al mondo.

In Italia ci sono oltre 650 aziende che producono biciclette o accessori* e che danno lavoro a 3.500 persone, questo fa sì che il nostro paese sia il primo produttore europeo di biciclette (20% del mercato) e di accessori (35% del mercato). Ma non sono questi dati che rendono unica al mondo la nostra industria della bicicletta, piuttosto il fatto che l’Italia sia l’unico paese al mondo in cui le principali fiere di settore sono due, che si svolgono a una settimana una dall’altra e a soli 90 km di distanza.

Sto parlando dell’Esposizione Internazionale del Ciclo (EICA) che aprirà i battenti domani a Verona e di Expobici che si terrà dal 22 al 24 settembre alla Fiera di Padova.

Ci vorrebbero giorni e una buona dose di equilibrismo politico per spiegare perché uno dei settori di eccellenza dell’economia italiana sia arrivato a ridursi a una specie di guerra tra bande che, invece di perseguire la massima efficienza per tutti i propri membri, cercano di farsi sgambetti a vicenda. Quello che conta è che al momento i costruttori di biciclette si ritrovano costretti a litigarsi fette di una minuscola torta mentre potrebbero avere accesso ad una torta più grande con cui saziarsi tutti se solo decidessero di collaborare tra loro per ampliare il proprio mercato.

Negli ultimi 6 mesi la FIAB e il movimento #salvaiciclisti si sono impegnati al massimo per portare in evidenza sui media il tema della ciclabilità e per fare pressione sulle istituzioni allo scopo di strappare qualche piccolo risultato a favore di chi si muove in bici. Paradossalmente, mentre i giornali e la politica si dimostravano disponibili al dialogo al di là di qualunque ragionevole aspettativa, chi non ha dimostrato particolare apertura nei confronti di questo tentativo di modificare la nostra mobilità è stato proprio chi avrebbe tratto maggiore vantaggio da un aumento del numero di ciclisti: i costruttori stessi.

Se anche chi produce biciclette si impegnasse a fondo per la promozione della ciclabilità, in Italia si potrebbero ottenere grandi risultati e forse anche riuscire a colmare quel gap enorme che ci separa dai paesi del nord Europa dove la bicicletta viene già considerata un mezzo di trasporto a tutti gli effetti.

È per questo motivo che la Fiera di Padova ospiterà il 23 settembre una tavola rotonda dal titolo “Verso la creazione di un think tank della bicicletta in Italia: sinergie sociali, politiche ed economiche per la promozione dell’uso della bicicletta”. Qui la European Cyclists Federation, #salvaiciclisti e la FIAB lanceranno il progetto di una grande alleanza per trasformare il concetto di mobilità nel nostro paese. Sarà un incontro di preparazione in vista degli Stati Generali della Bicicletta e della Mobilità Nuova che si terranno a Reggio Emilia dal 5 al 7 ottobre.

Tutti i costruttori, i giornalisti e i curiosi sono caldamente invitati a partecipare.

L’appuntamento è alla fiera di Padova, alle ore 15:00 di domenica 23 settembre.

Ci vediamo lì.

*: http://www.finanzaitaliana.it/bene-il-mercato-delle-bici/

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/14/grande-alleanza-per-bicicletta/352108/

Lorenzo - Tern Link P9

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Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
« Risposta #27 il: Settembre 17, 2012, 12:15:47 am »
Un Paese è sviluppato non quando i poveri posseggono automobili, ma quando i ricchi usano mezzi pubblici e biciclette.

La frase, pronunciata recentemente dal sindaco della città di Bogotà Gustavo Petro, nella sua apparente forza provocatoria è in realtà molto concreta e moderna, e si presta a considerazioni sulle evoluzioni dello stile di vita nei Paesi più avanzati e sul cambiamento delle scale di valori che stiamo vivendo.

Nella metropoli di un Paese in fase di sviluppo, l?incremento del potere di acquisto dei cittadini si traduce fatalmente nel possesso di più automobili e porta con sé una drastica riduzione della qualità della vita : traffico, inquinamento, stress, tempi di percorrenza lunghi, vita sedentaria e conseguente crescita di obesità, problemi cardiovascolari e diabete?

Il sindaco Petro si è reso conto che lo sviluppo inteso solo come incremento del potere di acquisto, se non accompagnato da una crescita culturale e di senso civico nella popolazione provoca un peggioramento, non un miglioramento, della qualità della vita, della salute, della felicità dei cittadini. E un impatto negativo sulle casse dello stato.

Ma nei Paesi veramente avanzati la frase del sindaco colombiano non suona più come una provocazione, ma è davvero una realtà di fatto. Per esempio, consapevoli dell?importanza dell?esercizio fisico e dell?impatto ambientale delle loro automobili, ormai migliaia di cittadini delle città Scandinave, Svizzere, dei Paesi Bassi per il pendolarismo casa ufficio usano quotidianamente la bicicletta; si tratta di cittadini in tutti gli strati sociali, ma in particolare delle persone più colte, che lì sono in genere anche le più affluenti, per le quali l?uso ingiustificato dell?automobile inizia a diventare un comportamento biasimato.

Negli stessi Paesi l?amministrazione pubblica è veloce ad interpretare ed assecondare i bisogni e sta mettendo a disposizione le infrastrutture necessarie. Ad esempio a Copenhagen sono in costruzione 16 ?highway? per ciclisti (in italiano abbiamo solo il termine ?autostrade?, sintomatico), ovvero strade di collegamento del centro con le varie zone residenziali dedicati solo a ciclisti, con percorsi senza curve, senza pedoni né automobili, con pochi semafori e comunque sincronizzati con la velocità media delle biciclette, con barre per appoggiarsi e pompe a disposizione ad ogni chilometro.

Costa? Certo, ma prima di deliberare l?investimento è stata effettuata una analisi economica mettendo in conto l?effetto benefico sulla salute dei cittadini. E? risultato che l?opera consentirà a 15000 cittadini in più di rinunciare all?automobile ed alla conseguente sedentarietà, quindi calcolando su basi statistiche la riduzione di incidenti cardiovascolari indotta da tale incremento di esercizio fisico, il risparmio diretto in costi sanitari è stato valutato in 60 milioni all?anno, pari al costo di realizzazione di 60 chilometri di ciclo-highway.

E considerando che in Danimarca il sistema sanitario è gestito direttamente dalle municipalità locali, ecco che il costo dell?infrastruttura ed il conseguente risparmio sono partite dello stesso bilancio del Comune di Copenhagen, per il quale pertanto l?intera operazione diventa una semplice partita di giro.


fonte: http://marcobaccanti.nova100.ilsole24ore.com/2012/09/un-paese-%C3%A8-sviluppato-non-quando-i-poveri-posseggono-automobili-ma-quando-i-ricchi-usano-mezzi-pubblici-e-biciclette.html
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Offline beaturbano

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Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
« Risposta #28 il: Settembre 17, 2012, 01:27:17 pm »
interessante analisi. è bello sapere che c'è qualcuno che fa delle scelte per la collettività e per la salute con lungimiranza e non solo per il pil immediato.

ps: se le autostrade sono per le auto, le strade senza alcun prefisso per chi sono?
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Offline Hopton

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« Risposta #29 il: Settembre 17, 2012, 06:24:12 pm »
Il sindaco di Bogotà sembra non essere nuovo a iniziative in favore della mobilità dolce nella sua città, almeno questa era l'impressione che ne avevo ricavato notando che veniva citato ad esempio da www.copenhagenize.com, che monitora costantemente iniziative interessanti in tutto il mondo. Basta andare sulla home page del sito e digitare nella finestra di ricerca in basso Colombia e appariranno diversi articoli al riguardo. :)
Mario
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