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Autore Topic: Dahon speed, Diario di un restauro  (Letto 19738 volte)

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Offline occhio.nero

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Dahon speed, Diario di un restauro
« il: Luglio 16, 2011, 11:30:17 am »
Riporto di seguito il diario che mi ha inviato Simone, ciclomeccanico romano.
Che dire.... attendo impaziente le foto conclusive  :o
(e segnalo la sezione sui modelli storici)
Federico


Diario di un restauro
Come resuscitare una bici data per spacciata...


16 aprile 2011
Oggi mentre effettuavo un sopralluogo di lavoro alla sponda sud della foce del Tevere sono rimasto fulminato da una presenza inattesa.
Abbandonata tra un mucchio di rottami accatastati accanto al cancello di una casa, tra vecchie travi di legno, calcinacci e sanitari anni '70, spiccava con la sua verniciatura giallo cangiante una bici a dir poco particolare.
Sulle prime credevo si trattasse del rottame di una delle moltissime bici pieghevoli da quattro soldi che dopo un mese d'utilizzo diventano un concerto di cigolii e movimenti sinuosi di snodi che cedono indecorosamente ma guardando meglio mi sono reso conto che si trattava di ben altra pasta.
Prima ancora di avvicinarmi per indagare sui particolari, sono andato a recuperare l'auto e un po' furtivamente ma con decisione e fermezza mi sono arrampicato sulla catasta e una volta liberata delle macerie, ho caricato la trovatella altrimenti destinata ad una indignitosa fine in chissà quale discarica o ferrivecchio.
Giunto ad Ostia con un certo anticipo sull'orario d'appuntamento di lavoro, mi soffermo ad esplorare il relitto adagiato nella mia auto. E' una Dahon Speed, leggo tra gli adesivi che addobbano il telaio.
Abituato alle fattezze della mia pieghevole Atala, una Folding monomarcia e alla mia precedente compagna di lavoro, una DiBlasi R50, quella che mi si para davanti sembra uscita da un film di fantascienza: il telaio è d'acciaio al Cromo Molibdeno (della serie 4130) a tubi sottilissimi


e saldature Tig eseguite magistralmente e anche tutto il resto sembra rendere onore alle pregevolezze del telaio. Sono allibito perché la bici è ridotta in modo osceno, abbandonata alle intemperie in vicinanza del mare, ogni parte ha risentito degli effetti nefasti di umidità e salsedine. Ma intravedo margini di recupero.
Provo a ripiegarla, ne studio i movimenti. Non sembra disperata la situazione. La ripongo piegata nell'auto


e vado a lavoro. La mente già è partita sul da farsi per il recupero... impossibile fermare i pensieri che lavorano in sottofondo :-)


19 aprile 2011
Ho lentamente iniziato l'opera di ripristino




che se tutto va bene la vedrà diventare la mia bici da lavoro portandola a sostituire la piccola ed ultra economica Atala... E pensare che una pieghevole  come la Dahon in recupero (databile al 1998) attualmente viene venduta attorno ai 900 Euro... il consumismo e la superficialità di alcuni riserva dei piccoli vantaggi agli accattoni come me :-)


20 aprile 2011
I lavori proseguono con la prima pulita del mezzo







che, tra l'altro, comincia a subire le prime modifiche (rimozione dei vecchi e inutilizzabili: pneumatici; cavalletto; sellino).
Appena possibile comincio ad occuparmi del cannotto reggisella, essenzialmente lo renderò telescopico modificando il vecchio (inspiegabilmente mozzato) e infilandogliene un altro all'interno per poter poi riuscire ad alzare la sella del necessario.


21 aprile 2011
Il povero mozzo anteriore anche dopo l'operazione versa in condizioni pietose :-/ però ora è fuori pericolo


Nel mio tentativo di ridare dignità alla ruota anteriore ho ricentrato il cerchio (previa lubrificazione dei nippli bloccati dall'ossidazione della zincatura) e raddrizzato il perno del mozzo... un lavoro disperato.


Primi di Maggio 2011
Stasera ho dedicato un paio d'ore all'elaborazione della piccola Dahon trovatella.
In pratica ho lavorato su alcuni particolari significativi:

- Attacco manubrio sostituito in modo da avanzare la linea manubrio per ottenere una postura più adeguata alla mia conformazione fisica, non posso ancora salire in bici quindi faccio ipotesi ad occhio. Per far ciò ho modificato/creato un adattatore/spessore per accoppiare il tubo porta pipa al piantone ripiegabile del manubrio. Tale tubo è stato poi "abbracciato" tenacemente dalla bellissima pipa (roba da palati fini) che andrà a sorreggere un manubrio che devo ancora rimediare (magari tagliandone uno a misura)


- Chiusura dei lavori sulla ruota anteriore installando dei "nuovi" parapolvere (che solo su strada vedrò se possono tenere o meno) sui coni del mozzo e ricreando una nuova fascia para nippli ben inserita nel canale del cerchio;
- Sostituzione/aggiunta di due nuovi sganci rapidi alle fascette che serrano rispettivamente il cannotto reggisella e il tubo porta pipa;
- Creazione di un para colpi applicato all'apice inferiore del cannotto reggisella (questa è stata proprio una chicca... un vezzo, che potevo anche risparmiarmi...).
- Inizio ripristino dei comandi freno (i particolari sono un concentrato di ruggine... e i registri erano  piegatissimi :-/ )

E qui si sono fermati i lavori, ma non vedo l'ora di riprenderli, ho molte idee nuove per il piccolo gioiellino.
Fino ad ora non ho speso un euro ma presto dovrò comprare: un cannotto sella da inserire nel vecchio troppo corto; un sellino; e un po' di altri pezzetti micragnosi difficili da trovare...
Ovviamente tenterò di trovare quanto ancora m'occorre tra la gran mole di ciarpame che da sempre metto da parte per tali occasioni o in qualche Ciclofficina ma temo che non riuscirò a trovare veramente tutto tra le robe di "recupero".
Staremo a vedere ;-/


Metà Maggio 2011
La settimana scorsa sono finalmente riuscito a superare lo scoglio dei pezzi di ricambio difficili da scovare. Ho copertoni (dalle assurde misure di 20 pollici per 1 3/8) e camere d'aria adatti ai cerchi rimessi a nuovo.
Ho acquistato un reggisella da 27,2 mm di diametro esterno e l'ho inserito nel vecchio cannotto da 34 mm, frapponendo tra i due tubi un adattatore/spessore e raccordandoli con un nuovo collarino. Il collarino blocca il nuovo cannotto grazie ad un'asola che ho praticato nel mastodontico vecchio cannottone da 34 mm: un lavoraccio che non consiglio a nessuno, sia perché si fa troppa fatica, sia perché è alto il rischio di andare storti durante il taglio, che va comunque lavorato poi con lime e carta vetrata.
Fino ad ora ho speso circa 40 euro e credo che non avrò altre spese.


5 luglio 2011
Mi è faticosamente riuscito di scavalcare il grosso ostacolo del manubrio pieghevole


da sostituire in qualche modo (il vecchio ha infatti un grosso difetto di progettazione risolto poi nelle serie successive). In pratica


ho lavorato un altro vecchio attacco pieghevole (molto robusto e ben fatto) che avevo da tempo fra le robe di scarto e l'ho adattato al mostruosamente grande alloggiamento della forcella che usa una serie sterzo dal diametro veramente enorme. E' stato un lavoraccio segare e limare tutte le parti da modificare ma il risultato è pregevolmente solido e non dovrebbe fare brutte sorprese d'affidabilità (anche perché se, l'attacco nel punto d'inserimento della forcella, si spezza mentre guido in velocità sono cavoli molto molto amari...).

E' stato poi il turno del poverissimo movimento centrale



un miserevole concentrato di sfiga da manuale: il genio che lo ha montato (o manutenuto precedentemente) ha avvitato la calotta destra STORTA! Questa "felice" operazione ha fatto si che anche le boccole di tenuta della polvere lavorassero male, tanto da uscire dalla sede lasciando scoperti i delicati cuscinetti a sfere ingabbiate (vedi figura N)... all'apertura della scatola mi sono sentito quasi come un archeologo alle prese con un sarcofago egizio :-| All'interno ho trovato una mappazza fatta di ruggine, grasso e svariati pezzetti di metallo che un tempo costituivano la gabbietta reggi sfere del cuscinetto destro. Le sfere stesse erano un qualcosa d'inguardabile... in pratica la mummia di un movimento centrale. Purtroppo anche il perno non è risultato essere una meraviglia di conservazione: un po' storto e con le sedi di scorrimento rovinate.
Dopo aver pulito il tutto, lavorato le sedi di scorrimento delle sfere riportandole a nuovo splendore e sostituito le due serie di sfere con delle nuove, ho rimontato l'accrocco ingrassando abbondantemente tutto il possibile. Inutile rimuovere la calotta storta, ormai la filettatura da quel lato è compromessa... confido sul fatto che le sfere in passato hanno pareggiato i conti "costruendosi" una sede di scorrimento allargata proprio dove serve :-/
Dovrò sostituire anche i pedali pieghevoli, belli (quando erano nuovi) ma con i movimenti compromessi da ruggine spietata.
Il restauro del parafango anteriore è andato bene e l'ho rimesso in sede


isolandolo con un gommino antivibrazioni.
Il manubrio originale è tornato nella sua sede dato che la postura che permette non è male, in più è molto ben fatto, come un po' tutti componenti originali di questa Dahon... peccato che le inevitabili sostituzioni non siano di pari livello qualitativo.
Le coperture montate sono quelle ideate per carrozzine... spero di trovare in futuro qualcosa di studiato per le bici.
La trovatella comincia a darmi le prime soddisfazioni, ora è comodamente guidabile e ragionevolmente scorrevole. Presto farò manutenzione al complicato mozzo posteriore (al suo interno, oltre a tutto il resto, ospita un cambio a tre marce), poi toccherà allo snodo del telaio che irrigidirò, e successivamente rimetterò a posto il resto della trasmissione (deragliatore e catena). Per finire il tutto resteranno da rivedere i freni e particolari vari quali: manopole, portapacchi, luci, sistema di blocco della bici ripiegata, impugnature per il trasporto da ripiegata, cavalletto, pedali pieghevoli, contachilometri e borselli. Ovviamente cercando di riusare pezzi già messi da parte :-)
Tra meno di un mese sarà "perfetta" anche per fare viaggi. Originariamente era una bella bici ma tra non molto sarà una super bici pronta a tutto ;-P
« Ultima modifica: Luglio 16, 2011, 11:59:11 am by occhio.nero »
Federico
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Re:Dahon speed, Diario di un restauro
« Risposta #1 il: Luglio 17, 2011, 08:55:20 am »
segnalo questa Dahon, simile a quella di Simone:

(Tratta dal forum Dahon)
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Offline Damiano

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Re:Dahon speed, Diario di un restauro
« Risposta #2 il: Luglio 17, 2011, 09:57:54 am »
Simone, complimenti per la tenacia e l'ingegno!
Torna ad aggiornarci! :)
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Re:Dahon speed, Diario di un restauro
« Risposta #3 il: Luglio 19, 2011, 09:57:43 pm »
Diario di un ciclo-restauro

Come resuscitare una bici data per spacciata...

...Il seguito...


11 luglio 2011
Finalmente ho avuto la possibilità di mettere le mani sul mozzo posteriore: lo studio dei manuali di manutenzione che la Sram/Sachs mette a disposizione degli utenti non lasciava ben sperare... è infatti sconsigliabile anche a meccanici esperti mettere le mani sulla meccanica interna di certi giocattoli, troppo complicati da rimontare specialmente senza attrezzi specifici. Fortunatamente non c'è stato bisogno di smontare il cambio interno dato che i movimenti risultano fluidi e a parte una pulita al cuscinetto del movimento della ruota libera non ho eseguito nessun intervento specifico. Ho però smontato completamente la trasmissione esterna per eseguire una pulizia accurata di tutto il possibile: catena (con l'applicazione di una nuova falsa maglia), pacco pignoni e cambio a parallelogramma.

Rimontare tutto pulito e ben lubrificato è stato un piacere. E' toccata anche ai corpi freno, facili da smontare e veramente affidabili e ben fatti, il movimento dei braccetti è su boccole auto-lubrificanti e a parte la pulizia e il rimontaggio con viti più nuove non hanno richiesto altro.

Ho sostituito, anche al posteriore, i vecchi pattini freno con dei porta pattini a cartuccia lunga... forse ora frena anche troppo.

I forcellini della ruota posteriore sono rivolti all'indietro, quindi il progetto originale non prevedeva affatto un cambio esterno, un particolare strano che avevo trascurato prima. Una tale scelta può rendere antipatico lo smontaggio della ruota quando è anche presente il parafango :-/

12 luglio 2011
Lavori di ripristino generale CONCLUSI!
Sostituiti tutti i cavi e le relative guaine, revisionati i comandi cambio e freno, installazione (dopo il taglio) di ?nuove? manopole, lubrificati tutti i movimenti ?aperti? quali: catena, snodi del cambio a parallelogramma e archetti dei V-brake.
La bici è ora pienamente marciante ed è un piacere da guidare.


E' ancora lontana dall'essere pronta per un vero viaggio ma è ragionevolmente affidabile.
In previsione ci sono diversi lavori da portare avanti: ripristino del cambio nel mozzo (sto aspettando fiducioso l'arrivo della catenella di rinvio di cui avevo solo un frammento), l'irrobustimento dei due bloccaggi/snodi centrali, l'installazione di un portapacchi posteriore, il montaggio di un cavalletto a doppio braccio, creazione di un sistema di bloccaggio a calamita per fermarla in posizione piegata (così come avviene di serie nelle attuali produzioni), realizzazione di un impianto luci (a dinamo?...).

Spero che questo mini resoconto contribuisca a far nascere o ravvivare la voglia in quanti si perdono anche nelle operazioni più semplici di manutenzione della propria bici. Credo infatti che in tutti si "annidi" un piccolo meccanico che non aspetta altro che l'occasione buona per liberarsi dal torpore in cui spesso la paura di sbagliare o anche solo la semplice pigrizia lo hanno relegato. Questo "piccolo meccanico" può crescere assieme a chi lo libera, dando il via a nuovi progetti e nuove prese di coscienza... ma questo è argomento, volendo, di un'altro topic :-)
Buone pedalate a tutti,
    Simone
« Ultima modifica: Luglio 27, 2011, 11:13:38 am by sileno.sc »
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Re:Dahon speed, Diario di un restauro
« Risposta #4 il: Luglio 27, 2011, 05:59:35 pm »
complimenti ancora per la tenacia, la testardaggine e  il restauro  ;)
.....siiiii puooooò faaaaare!!!!!

Federico
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Re:Dahon speed, Diario di un restauro
« Risposta #5 il: Ottobre 05, 2011, 01:27:56 pm »
Aggiorno il "Diario del restauro" :-)

4 ottobre 2011
Purtroppo le coperture montate in luglio non hanno retto nemmeno il primo giro di prova... dopo qualche Km il copertone posteriore ha ceduto di schianto lasciando fuoriuscire la camera d'aria che è esplosa fragorosamente. Non dovevo/potevo aspettarmi di più da copertoni nati per l'impiego su carrozzelle. Fortunatamente non sono caduto ma poteva andarmi molto male...
Da luglio quindi ho iniziato la frustrante ricerca di buoni copertoni e relative camere d'aria ma vista l'assurda misura necessaria (20x1 3/8), i miei sforzi e la mia pazienza sono stati vani.
Durante il periodo d'attesa ho comunque proseguito l'opera con: un nuovo assetto del manubrio, un sistema di blocco della bici piegata, sostituito i pedali con un modello pieghevole, ripristinato il cambio nel mozzo, aggiunto un contachilometri, montato un cavalletto a due bracci della Pletcher e sostituito il sellino. Il tutto usando pezzi che già avevo.
A fine settembre un amico mi ha regalato una vecchia e malconcissima Straffic Steel 20? (a tutti gli effetti una Dahon Impulse del 2003/2004 venduta con un altro marchio) dalla quale ho ?estratto? e restaurato il cannotto sella (dal classico diametro Dahon di 34 mm) e le ruote, con l'intento d'impiegarli nella Speed.
L'ostacolo da superare è stato quello di far arrivare i cerchi nel raggio d'azione dei freni. Per riuscire nel trapianto ho dovuto, quindi, scavare le gole delle punte forcella della Speed di più di un centimetro e non è stata cosa facile data la natura del materiale in questione (acciaio al Cromo Molibdeno).

Senza contare che le ruote della Straffic erano meccanicamente ridotte male ed è stato necessario cambiare le sfere dei cuscinetti del mozzo posteriore, troppo consumate e ossidate.
Oggi ho quindi effettuato il secondo giro di prova constatando l'affidabilità del tutto ed andando a comprare un nuovo e funzionale (usabile anche con borse tradizionali) portapacchi.



Appena possibile cercherò nuovi copertoni e relative camere d'aria, praticamente certo, questa volta, di non incontrare problemi di reperibilità. Ho, infatti, intenzione di comprare delle Schwalbe Marathon da 20x1,75?, buone e relativamente economiche.
Quando avrò avuto modo di provare a lungo la bici pubblicherò, per quello che possono valere, le mie impressioni di guida e di praticità della chimera che sono riuscito a "creare". Per ora posso dire che la bici è, relativamente alle altre pieghevoli che ho avuto modo di provare, molto guidabile e stabile sui fondi cittadini (sampietrinati vari e asfaltature ?sconnesse?), pur avendo montati su degli pneumatici Kenda vecchi e logori (sono un concentrato di crepe e schifezze varie incrostate).
« Ultima modifica: Ottobre 05, 2011, 01:46:07 pm by sileno.sc »
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Re:Dahon speed, Diario di un restauro
« Risposta #6 il: Ottobre 05, 2011, 07:18:22 pm »
sempre la massima ammirazione per il lavoro di cesello  :)

Da luglio quindi ho iniziato la frustrante ricerca di buoni copertoni e relative camere d'aria ma vista l'assurda misura necessaria (20x1 3/8), i miei sforzi e la mia pazienza sono stati vani.

hai provato su internet? Gli www.schwalbe.de/it/it/ si trovano anche su ebay o li puoi ordinare anche al negozio  (ma spesso  con tempi biblici)

Oggi ho quindi effettuato il secondo giro di prova constatando l'affidabilità del tutto ed andando a comprare un nuovo e funzionale (usabile anche con borse tradizionali) portapacchi.

interessante.  ::) Come lo hai selezionato tra i tanti?
Ha delle caratteristiche particolari o è un semplice portapacchi per ruote 26 con qualche adattamento?
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Re:Dahon speed, Diario di un restauro
« Risposta #7 il: Ottobre 06, 2011, 01:48:18 pm »
La difficile reperibilità delle coperture e camere d'aria dalla strana misura mi ha fatto pensare subito alle eventuali problematiche che possono derivarne, specialmente durante un viaggio. Ad esempio, in caso di lacerazione/taglio del copertone o della camera d'aria, piegatura irrecuperabile del cerchio o rottura dello stesso, sarebbero veramente cavoli amari. Con ruote dalle misure diffuse (26, 28, 24 o 20 pollici), invece, i ricambi si trovano con relativa facilità anche dal meno fornito tra i biciai. Ma con le famigerate 20 x 1 3/8 non ci sarebbero speranze... Quindi, appena mi si è presentata l'occasione, mi è balenata subito l'idea di cambiare misura delle ruote, avendo già pronto un "piano di fattibilità" ;-)
Per quanto riguarda il portapacchi, un modello in alluminio e d'altezza regolabile (per ruote da 24" a 28") distribuito dalla RMS, non ho fatto grandi ricerche: sono andato in un negozio ben fornito (fra i tanti presenti a Roma) e ho sbirciato tra quanto disponibile immediatamente e quello scelto si dimostrato perfetto per il mio scopo. Vorrei però irrobustirlo con una barretta che, unendo i montanti laterali poco sopra il parafango, scongiuri o almeno riduca, le poco piacevoli oscillazioni laterali che si possono generare a pieno carico... un po' come si può notare in questo portapacchi originale per intenderci.

Comunque, appena realizzo l'idea posto una foto... così sarà più chiaro tutto.
« Ultima modifica: Ottobre 07, 2011, 01:31:24 pm by sileno.sc »
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Re:Dahon speed, Diario di un restauro
« Risposta #8 il: Ottobre 28, 2011, 05:00:30 pm »
E' ancora in fase di studio l'adeguato irrobustimento del portapacchi della Dahon Speed "pre-2000", oggetto di questo post, ma ho già realizzato qualcosa di simile sulla Dahon/Straffic Impulse/Steel che ora uso con grande soddisfazione per i miei spostamenti di lavoro... e non solo. Ecco il particolare dell'accrocco (alla romana) che ha vomitato il mio cervello:

In pratica ho tagliato e filettato una barretta di acciaio inox trovata in giro per caso. Il diametro di questa barretta è di poco inferiore a 5,5 mm ma è stato sufficiente per creare due teste avvitabili (standard M6) su due fascette metalliche fissa-tubi. Il risultato è quasi accettabile anche esteticamente. In più risulta essere anche un buon supporto d'attacco per il parafango.
Buone ciclo-riparazioni a tutti!
     :)
« Ultima modifica: Ottobre 28, 2011, 05:15:08 pm by sileno.sc »
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Re:Dahon speed, Diario di un restauro
« Risposta #9 il: Luglio 09, 2013, 01:48:28 am »
Dopo più di 3000 Km percorsi con questa bici e approfittando dell'allentamento del carico lavorativo in questo periodo, eccomi ad aggiornare questo topic.



Questa vecchia Dahon è stata sottoposta dal sottoscritto a un carico di lavoro non troppo duro ma costante e inesorabile per più di un anno e il risultato è stato lodevole: la bici è risultata affidabilissima e il telaio non ha dato il minimo segno di cedimento.
Va però anche detto che sottopongo questo mezzo ad una corretta e puntuale manutenzione, a questo si deve aggiungere il costante miglioramento di assetto e componentistica. Il tutto finalizzato ad ottenere una bici sempre più leggera e pratica nell'intermodalità (prendo quasi tutti i giorni la metro Roma-Lido) e nelle pedalate veloci di un certo impegno chilometrico (sgroppate Roma-Ostia e/o Roma-Fiumicino).
Per l'assetto ho ripiegato sul manubrio telescopico originale (una bella T d'alluminio) e su delle buone manopole ergonomiche.



Il sellino è un imbottitissimo Selle Bassano con elastomeri e il cannotto sella è ammortizzato. Il tutto per evitare insaccate dolorose a me e strapazzamenti eccessivi al povero vecchio telaio. Le strade di Roma sono tremende! :-/



Un irrobustimento del parafango posteriore che, per le vibrazioni causate dal terrificante fondo stradale che usualmente percorro, si è criccato fin quasi alla completa rottura;



e una bella traversina anti rollio del portapacchi, che funge anche da supporto del paragango ;-)



Le coperture montate sono delle buonissime Schwalbe Marathon Plus da 1.75'', che assorbono bene le vibrazioni e tengono la strada egregiamente.
Insomma, una vecchietta di qualità che se la cava ancora benone e che mi accompagnerà (spero) ancora per parecchi Km.
     Simone :-)
« Ultima modifica: Luglio 09, 2013, 02:07:09 am by sileno.sc »
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Re:Dahon speed, Diario di un restauro
« Risposta #10 il: Luglio 09, 2013, 10:14:09 pm »
si merita una bella fotocopertina  ;)
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Re:Dahon speed, Diario di un restauro
« Risposta #11 il: Luglio 12, 2013, 01:23:55 pm »
Beh!!!... Grazie! La Fotocopertina è un vero onore per me! :-)
Spero che la mia voglia di vivere la bici "a tutto tondo" (intesa come: capacità nella scelta del mezzo, personalizzazione, manutenzione, utilizzo, gratificazione, piacere nel pedalare in più situazioni, condivisione delle idee... ecc., ecc.) sia contagiosa.
Intanto questo forum ha la pregevolezza di essere veramente molto interessante e accessibile a tutti, sia che si tratti di neofiti che di ciclisti esperti. E' ricchissimo e lo sarà sempre di più! Non si finisce mai di leggere e apprendere novità e questo è straordinariamente stimolante già di per se :-)
Buone pedalate a tutti,
      Simone :-)
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Re:Dahon speed, Diario di un restauro
« Risposta #12 il: Luglio 12, 2013, 06:17:06 pm »
merito della comunità, sempre prodiga di informazioni da condividere :)
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