Quello che difficilmente vediamo in un ciclista della domenica (su strada o per sentieri), diventa di importanza strategica nell'uso metropolitano della bicicletta: la borsa.
I motivi sono facilmente intuibili: negli spostamenti quotidiani è importante disporre velocemente degli oggetti personali (chiavi, portafoglio, cellulare,..) senza però che questo intralci la pedalata.
A maggior ragione nel caso di una bici pieghevole, il cui utilizzo è spesso subordinato ad un
approccio intermodale, e quindi alla necessità di passare dalla bici, al mezzo pubblico, alla camminata..
Faccio seguito al post di Lukasan, ringraziandolo per aver allargato l'orizzonte degli accessori che un uomo (e una donna) pieghevole sarebbe opportuno tenesse a mente.
A mio avviso, le caratteristiche che deve avere la borsa sono le seguenti:
capiente per contenere gli oggetti ingombranti (indumenti, notebook, recipiente per il pranzo,.....) ma anche
compartimentata per recuperare agevolmente gli oggetti minuti (chiavi, cellulare,...)
resistente (per un uso intenso, movimentato),
visibile (specie per le macchine che vengono da dietro, su cui abbiamo scarsa consapevolezza),
impermeabile (per proteggere il contenuto dalle intemperie).
ancorabile alla bici durante la pedalata (in modo da alleggerire la persona) e
solidale con il corpo nei trasferimenti passivi (quando la bici si piega e diventa un "peso morto")
polivalente, in grado cioè di passare dall'ufficio, al ristorante, al teatro
Scartate le classiche borse da bici (che appena vengono sganciate dal portapacchi si rivelano spesso molto scomode) e gli zaini (che durante la pedalata rischiano di diventare una vera tortura per la traspirazione della schiena), la tendenza a livello mondiale sembra individuare nelle borse a tracolla la soluzione ottimale.
In particolare, questa scelta garantisce due caratteristiche:
accesso veloce al carico (facendo scivolare la borsa dalla schiena alla pancia senza doverla togliere di dosso)
comfort di utilizzo poichè la singola tracolla e il posizionamento sulla zona lombare non ostacolano la traspirazione delle "parti calde" e scaricano la maggior parte del peso su distretti corporei secondari
Lo devono saper bene i bike messenger ("people who work for courier companies carrying and delivering items by bicycle", tratto da
Wikipedia)
che a forza di pedalare km e km per le sterminate metropoli, sono diventati una unica entità uomo-borsa-bici.
http://www.youtube.com/v/sj1-218EnvY?fs=1&hl=en_USEd è proprio da questa selezionata stirpe di super-uomini (chissà, magari anche super-donne) che deriva la messenger-bag, un articolo entrato a far parte anche dell'uso quotidiano di molti ciclisti "normali" (per quanto possa essere considerato normale un uomo in bici in un giorno lavorativo in Italia
) che pur non sfrecciando per le strade di san Francisco a folle velocità, sentono l'esigenza di una borsa con determinate caratteristiche.
La mia esperienza di messenger-bag è partita abbastanza da lontano, con due borse a tracolla da pescatore, comprate da Decathlon. :blink:
il primo che individua le borse da pescatore vince una fetta di cocomero trasteverino
Entrambe l'ho scartate dopo un periodo di prova in cui hanno rivelato tutti i loro limiti.
In primis i materiali e la lavorazione economici (tessuto stracciato e cuciture saltate) e la scarsa stabilità durante la pedalata (che ovviamente non era prevista pensando al pescatore con la canna in mano
).
La frequentazione di altri ciclisti mi ha aperto un mondo, così da spingermi ad acquistare sul mercato on-line (a distanza di un anno l'una dall'altra) le seguenti borse:
la
Timbuk2 Classic messenger ballistic fabric taglia media 21 litri (euro 90 + 37 dogana dagli USA)
http://www.youtube.com/v/ogDC1Jxh4ck?fs=1&hl=en_USe la
Cocotte Alfredo 34 litri (euro 120 + 30 dogana dal Canada)
Sviluppate espressamente per la bicicletta, sono disponibili in varie misure e in vari colori (ma io le ho scelte entrambe rosse per enfatizzare la "visibilità") e sono dotate di alcuni accorgimenti che le distinguono dalle borse a tracolla classiche:
il meccanismo di accorciamento della tracolla (per adattare velocemente la borsa ai differenti carichi e per consentire l'accesso frontale alla borsa)
gli inserti riflettenti (per aumentare la visibilità notturna)
l'aggancio per la luce posteriorela fascia di contenimento (per stabilizzare la borsa durante la pedalata, vedasi il video seguente)
http://www.youtube.com/v/CPidjsVsWkw?fs=1&hl=en_USLa seconda l'ho comprata pensando ad una maggiore capacità di carico (molto utile d'inverno, quando è necessario portare con se abbigliamento per ogni occasione e condizione meteo: dalla brina periferica al caldo della metropolitana, dal sole mattutino al temporale serale, dal ristorante al cinema) e ad una maggiore robustezza (grazie alla scelta di materiali che ritengo più resistenti).
Entrambe hanno dei compartimenti per la minuteria, mentre per organizzare meglio lo spazio condiviso (in cui finisce per regnare il disordine), uso custodie di diverso volume (molto utile a tal proposito la sacca portascarpe comprata da Decathlon, nella foto seguente).
Se la Timbuk2 si distingue per una linea più rifinita e "fashion", la Cocotte la preferisco per la robustezza (geniale il meccanismo di accorciamento della tracolla, che a differenza della Timbuk2, lo trovo più affidabile, veloce e compatto).
Alcune note in coda:
la Cocotte la spediscono con posta ordinaria. Ci ha messo più di un mese per arrivare (!), con l'ansia che si perdesse per strada (la posta ordinaria non è tracciabile, ma dal momento che alla consegna c'è da pagare la dogana anticipata da Mamma Poste, è difficile che "scompaia" durante il tragitto).
la Cocotte sembra molto simile alla Bagaboo di Lukasan, forse meno accessoriata.
le ridotte dimensioni della Timbuk2 (io ho preso la taglia Media) permettono di fissarla al manubrio, nel caso di lunghe pedalate, per un maggiore comfort di guida (vedasi foto seguente, tratta dalla discussione sui
sui carichi[/i][/center])
l'ancoraggio della borsa, tratto dalla discussione sui carichi