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Autore Topic: Video vari sulla sicurezza stradale  (Letto 6487 volte)

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Video vari sulla sicurezza stradale
« il: Ottobre 11, 2012, 05:24:54 pm »
Topic da utilizzare per video vari sulla sicurezza stradale, sulla divulgazione di questo argomento, su incontri e dibattiti che si tengono sempre più spesso. Se un topic a parte è troppo e potrebbe essere benissimo integrato in un altro topic esistente fatemelo presente  ;)

http://www.youtube.com/watch?v=CnvFPQwK2K0


http://www.suva.ch/QhRPm9q
Cruiser e Bella - Il film: una love story tra un'auto e una bicicletta. Per superare le rotatorie in sicurezza, basta sapere come comportarsi.
« Ultima modifica: Dicembre 03, 2012, 10:05:44 pm by NessunConfine »
Lorenzo - Tern Link P9

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Re:Re:Prevenire gli incidenti
« Risposta #1 il: Ottobre 12, 2012, 12:09:25 am »
Lorenzo - Tern Link P9

Offline riccardo

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Re:Re:Prevenire gli incidenti
« Risposta #2 il: Ottobre 20, 2012, 09:22:12 am »
Ho visto questo video, mi sembra interessante, anche se non ho ben capito come fanno a sopravvivere in Idaho http://bikeportland.org/2009/01/14/idaho-stop-law-faq-13387 e ]

Offline NessunConfine

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Lezioni sulla sicurezza stradale by Rai Educational
« Risposta #3 il: Dicembre 02, 2012, 10:30:27 pm »
Ho scoperto che Rai Educational (o Rai scuola) crea dei mini-video dove divulga in modo molto semplificato temi importanti come la sicurezza sulla strada quando si è in bici.

[Ho avuto problemi a visualizzare alcuni video a causa del sistema Silverlight che tutto il comparto RAI utilizza sui suoi siti, se qualcuno avvertisse lo stesso problema, purtroppo non c'è molto da fare. Esiste comunque un plugin per firefox per bypassare silverlight riproducendo i contenuti multimediali sul proprio riproduttore installato sul computer]

Approfondimenti. Il caschetto del ciclista.

http://www.raiscuola.rai.it/articoli/approfondimenti-il-caschetto-del-ciclista/14337/default.aspx

Versione TXT del video:
Citazione
IL CASCO PER CICLISTI

La regola ci dice che l’uso del casco, quando si circola in strada a bordo di una bicicletta, non è obbligatorio o per esser più precisi non esiste alcuna regola che in qualche modo ci dica qualcosa. Cosa fare allora! Applicare la regola del buon senso e infilarsi il casco. Quando si parla di casco, così come per quello usato dai motociclisti, si parla dello strumento di protezione per eccellenza della testa e quindi varrà la pena spendere utilmente un po’ di tempo per conoscerlo al meglio.

Un buon caschetto è spesso dotato di una piccola tesa che consente al ciclista di proteggersi da eventuali spruzzi d’acqua e di fango quando vengono percorse strade sterrate, ma una delle cose più importanti di cui tener conto è sicuramente l’omologazione. Che cos’è l’omologazione e come si riconosce un casco omologato!?

Innanzitutto omologare significa certificare, convalidare, approvare e dunque, un casco omologato non è altro che uno strumento sul quale sono state fatte delle prove meccaniche a seguito delle quali quel casco è stato dichiarato valido e quindi idoneo per essere venduto e sicuro da potere essere indossato. Per riconoscerne l’omologazione, all’acquirente sarà sufficiente dare uno sguardo all’interno dove un’etichetta incollata alla calotta in polistirolo, riporterà dati alfa-numerici che indicheranno il marchio di qualità del casco stesso.

Un casco sicuro ha senza dubbio nel sistema di sgancio del cinturino, uno dei suoi punti di forza. Deve essere di colore rosso, e quindi di facile individuazione, per favorire lo sgancio da parte di un potenziale soccorritore in caso di incidente e una volta agganciato, con le dita pollice e indice di entrambe le mani si afferra il nastro e si effettua un movimento di trazione ad uscire, per provare la resistenza del sistema di chiusura.

Ovviamente il cinturino non deve aprirsi. Per controllare che il casco sia ben allacciato, sarà sufficiente infilare il dito indice della propria mano tra il mento ed il sottogola del cinturino per controllare che vi entri precisamente, oppure, con il dito pollice, provare a togliersi il cinturino stesso dal mento senza ovviamente doverci riuscire.


Decima lezione - Fari, freni e pneumatici

http://www.raiscuola.rai.it/articoli/decima-lezione-fari-freni-e-pneumatici/18920/default.aspx

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Citazione
I DISPOSITIVI VISIVI E DI ILLUMINAZIONE

I dispositivi visivi e di illuminazionenon sono altro che i fari della bicicletta.

Prima di conoscerli a fondo va detto per correttezza di informazione che la loro presenza e il loro funzionamento sono obbligatori solo nelle ore notturne e in ogni caso in cui la visibilità sia insufficiente; come a dire che di giorno della presenza dei fari si può fare a meno.

Le luci della bicicletta possono essere indifferentemente di colore bianco o giallo nella parte anteriore, cioè davanti, e di colore rosso nella parte posteriore, ovverosia dietro.

Il loro funzionamento può essere a batteria attraverso l’uso di tasti ON e OFF e a corrente dinamica, cioè data da uno strumento a forma di “bottiglietta” chiamato DINAMO, che accostato al pneumatico della ruota produce corrente e la invia ai fari anteriore e posteriore.

Ma vediamo più precisamente qual è il procedimento di accensione e di spegnimento, a corrente, di un faretto:

Col dito pollice della mano si preme il pulsante che si trova collegato alla DINAMO, e uno scatto avvicinerà la parte superiore, chiamato “tappo”, al pneumatico della ruota che, assieme al movimento uguale e contrario del tappo stesso, produrrà, attraverso i filamenti in rame presenti in questo strumento, corrente dinamica.

Si dice dinamica in quanto i fari emetteranno tanta più luce in relazione a quanta potenza la DINAMO riceverà dalla pedalata del ciclista.

Ovviamente più potente è la pedalata tanta più luce verrà emessa.

Per spegnere il faretto della bicicletta è sufficiente smettere di pedalare e aver cura di allontanare lo strumento Dinamo dal pneumatico.

I DISPOSITIVI FRENANTI E PNEUMATICI

E infine i pneumatici e il dispositivo frenante,cioè le ruote e i freni.

Va chiarita subito una cosa: l’argomento dei freni è strettamente collegato a quello dei pneumatici in quanto l’efficienza degli uni non può e non deve prescindere dalla funzionalità degli altri.

In termini strettamente legati alla sicurezza ciò significa che freni consumati e pneumatici perfetti non potranno mai garantire al ciclista un equilibrio corretto in sella ad una bicicletta, cosi come non lo potrà mai garantire una situazione analoga e contraria e quindi, per avere una bicicletta sicura, stabile e in grado di farci circolare tranquilli, dovremo avere freni e pneumatici perfettamente in ordine.

L’organo frenante è composto dalle manopole in ferro che sollecitate dal movimento delle mani azionano le cordicelle tiranti di acciaio che a loro volta vanno ad agire sui tasselli di gomma (elemento terminale del sistema frenante) che agiscono in pressione sul cerchio della ruota e fanno fermare la bicicletta.

Quest’ultimo elemento è sicuramente quello che merita maggiore attenzione; d’altra parte le manopole e le cordicelle tiranti sono in acciaio e quindi difficilmente usurabili se non in un tempo molto lungo, mentre i tasselli in gomma sono quelli più sollecitati. La loro parte superiore infatti, quella dentata, si consuma facilmente e quindi non dovremo permetterne la totale usura per non correre il rischio di ritrovarsi a frenare con la parte inferiore, che è in ferro, e che quindi andrebbe ad influire negativamente sulla frenata della bicicletta oltre a creare rumori fastidiosissimi.

Ovviamente un sistema così perfettamente funzionante ha necessariamente bisogno di un pneumatico altrettanto efficiente e dunque  non consumato e ben gonfiato.

La ruota liscia è facilmente individuabile a occhio.

Diversa è invece la situazione per il controllo della pressione. Un pneumatico perfettamente gonfiato lo si può considerare tale solo quando l’operazione è stata effettuata con una pompa dotata di manometro e la misura delle atmosfere che devono essere presenti all’interno del pneumatico la si può trovare stampata sul bordo del pneumatico stesso. Attenzione, non è sempre uguale; varia a seconda del tipo di ruota e generalmente non supera le quattro atmosfere.


Promosso o bocciato? La sicurezza in bicicletta

http://www.raiscuola.rai.it/articoli/promosso-o-bocciato-la-sicurezza-in-bicicletta/14371/default.aspx


Citazione
Scopriamo alcune delle norme del codice della strada dedicate ai ciclisti.


Ottava puntata - Grugliasco.....e il progetto "TI MUOVI"

http://www.raiscuola.rai.it/articoli/ottava-puntata-grugliasco-e-il-progetto-ti-muovi/18738/default.aspx

Citazione
Ottavo  appuntamento della nuova serie di “A ruota libera”, il programma di Rai Educational dedicato all'Educazione Stradale, in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università' e della Ricerca, per sensibilizzare e formare i docenti ad insegnare ai ragazzi le regole sulla sicurezza di guida.

In questa puntata, dal titolo “Ti muovi”, le telecamere di “A ruota libera” sono andate a Grugliasco in provincia di Torino. Protagonista della puntata e’ l’Istituto Comprensivo  "66 Martiri".

La scuola ha realizzato dei “Percorsi di continuità” che prevedono diversi temi di educazione stradale e che rappresentano lo sviluppo del progetto pluriennale “Ti MUOVI”.


Nona lezione - Dispositivo acustico e catarifrangenti

http://www.raiscuola.rai.it/articoli/nona-lezione-dispositivo-acustico-e-catarifrangenti/18817/default.aspx

Versione TXT del video:

Citazione
IL DISPOSITIVO ACUSTICO E I DISPOSITIVI CATARIFRANGENTI

Prima di affrontare nei minimi particolari questo argomento è bene riproporre e sottolineare un concetto molto importante: esistono regole scritte e regole dettate dall’uso del buon senso e quindi anche per i dispositivi obbligatori della bicicletta non sarà fatta eccezione alla regola.                                                                                                                                    Va chiarito innanzitutto che per “dispositivi obbligatori” si intendono soprattutto quegli elementi meccanici di cui una bicicletta è dotata e che se usati possono in alcuni casi salvare la vita a chi la guida. Di alcuni non è sempre obbligatoria la dotazione, che è comunque fortemente consigliabile anche per non ritrovarsi a doverne rimpiangere l’assenza nel momento del bisogno.

I freni e i pneumatici, i catarifrangenti, i fari e il campanello.

Eccoli gli elementi essenziali che una bicicletta deve avere quando viene fatta circolare nell’ambiente strada.

Il dispositivo acustico, meglio conosciuto come “campanello” è un elemento che serve a farsi sentire nei momenti in cui, circolando nella strada, siamo in presenza di un pericolo. È evidente quindi che deve essere usato correttamente e senza abusarne. L’uso ingiustificato può creare nella migliore delle ipotesi dei rumori molto fastidiosi e nel peggiore dei casi può ritenersi parte attiva nell’aumento del tasso di inquinamento acustico-ambientale.

Il perfetto funzionamento è dato da una sua periodica manutenzione che peraltro è semplice e molto veloce.

È sufficiente svitare il tappo, lubrificare con dell’olio usato anche per le macchine da cucire, gli ingranaggi, e dopo aver “scampanellato” a vuoto per qualche secondo si richiude il tappo; et voilà…il gioco è fatto.

I dispositivi catarifrangenti, sono elementi che vivono di luce riflessa, ovverosia per funzionare devono essere illuminati da una fonte luminosa esterna. Vale a dire che non servono per vedere ma per essere visti e quindi è ben comprensibile quanto sia importante la loro presenza.

Dove? Sui raggi delle ruote e sui pedali di colore arancione e nella parte posteriore insieme al faretto, di colore rosso.

Va detto inoltre che il motivo per cui i catarifrangenti sono presenti in tutte le parti della bicicletta è proprio per il fatto che nelle ore notturne e in ogni altro caso di scarsa visibilità la si  può notare da qualsiasi direzione essa provenga.


Ottava lezione - La bicicletta e il ciclista

http://www.raiscuola.rai.it/articoli/ottava-lezione-la-bicicletta-e-il-ciclista/18758/default.aspx

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Citazione
LA BICICLETTA EIL CICLISTA

Così come detto per il pedone, anche per il ciclista vale lo stesso discorso. I suoi comportamenti in sella ad una bicicletta, quando circola nell’ambiente strada, influiscono nel bene e nel male sulla propria sicurezza e su quella degli altri.

Non si tratta di puntare il dito sul conducente di una particolare età, il problema esiste ed è generalizzato. Molto spesso non ci rendiamo conto che la bicicletta è un veicolo a tutti gli effetti e ci comportiamo perciò come se niente fosse. Ad esempio si scambia il marciapiede per una corsia di marcia ma il marciapiede è riservato al camminamento dei pedoni e quindi se si vuole condurre una bicicletta lo si può fare solo spingendola.

Altro comportamento non corretto è quello di attraversare la strada occupando le strisce pedonali; stessa cosa. Le strisce pedonali rappresentano lo spazio riservato all’attraversamento della strada da parte dei pedoni. E’ evidente dunque che la bicicletta la si può condurre su di esse solo spingendola a mano.

La bicicletta secondo la psicologia umana di molti soggetti non è un veicolo, è un piccolo veicolo e allora si pensa di poterlo far circolare dove si vuole.

È opinione diffusa che la bicicletta non è una automobile, per cui…

C’è il mito della “alternatività” che va protetta come una specie in via d’estinzione! Altro aspetto della bicicletta: secondo alcuni è un giocattolo che può essere usato ovunque e comunque (ricordare lo scippo in bicicletta finito tragicamente, ma esilarante per l’assurdità, nei Soliti Ignoti di Monicelli).

Forse anche per questo è difficile vedere l’uso del caschetto diffuso tra i ciclisti, non è come per il ciclomotore, sembra veramente esagerato, mentre per il ciclomotore si pensava di evitarlo per il contrasto di immagine tra il fighetto (senza) e lo sfigato (con). Osserviamo attentamente cosa succede in molte parti del nostro Paese: quanti portano il caschetto, soprattutto fra gli adulti? Praticamente nessuno. È considerato eccessivo.

Spesso le “preferenze” ricadono sui sensi unici e sulle strade da percorrere contromano; niente di più sbagliato, per la salute e per il portafogli.

Trovare una soluzione è meno difficoltoso di quanto si può pensare; il ciclista deve condurre la bicicletta sulle corsie di marcia riservate alla circolazione dei veicoli mantenendosi il più vicino possibile al margine destro della carreggiata e, dove ve ne è la presenza, all’interno di piste ciclabili riconoscibili dall’apposito cartello stradale e spesso suddivise in corsie di marcia da percorrere, anche in questo caso, a destra.

Occupiamoci infine di un comportamento che nella maggior parte dei casi viene disatteso dai ciclisti: segnalare un cambiamento di marcia.

La bicicletta non è dotata degli indicatori di direzione; per intendersi, le frecce.

E allora ogni volta che il ciclista decide di effettuare un’inversione di marcia, il sorpasso di un altro veicolo, quando esce da un luogo privato per immettersi in un luogo pubblico o quando deve effettuare una manovra di svolta, deve segnalarlo agli altri utenti della strada alzando il braccio destro o sinistro a seconda della direzione che intende prendere.
« Ultima modifica: Dicembre 03, 2012, 10:31:54 pm by NessunConfine »
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Video vari sulla sicurezza stradale
« Risposta #4 il: Dicembre 03, 2012, 12:06:15 pm »
Cicloamici Lecce ZONA 30

http://www.youtube.com/watch?v=3m12miTYg_A

Citazione
Presso il Parco Tafuro di Lecce (4, 6, 8 e 9 settembre 2012) si svolgono quattro giornate di sensibilizzazione e informazione dei cittadini del quartiere Leuca, organizzate dall' Associazione Cicloamici Lecce Fiab sul tema della mobilità dolce, della sicurezza stradale, della riqualificazione del quartiere Leuca e della connessione ecologica tra le due principali aree a verde della zona (Parco Tafuro e Parco delle Cave).

Il progetto prevede la conversione dell'intera area in ZONA 30, al fine di ridurre la velocità di percorrenza delle strade al limite massimo di 30 Km/h; verranno così favoriti i bambini che potranno giocare in strada con meno pericoli, chi si muove in bicicletta, chi va a scuola e anche chi vorrebbe vivere con un traffico più sostenibile sotto casa.

ARTICOLI STAMPA:

http://www.leccedafare.it/home/articoli-archiviati/3009-cicloamici-lecce-zona-30-.html

http://www.leccesette.it/dettaglio.asp?id_dett=8526&id_rub=58

http://www.ilpaesenuovo.it/index.php/territorio/lecce/39167-zona-30-ecco-il-progetto-di-cicloamici-per-il-bando-di-rigenerazione-urbana.html


"A casa ci arrivi...sicuro"

http://www.youtube.com/watch?v=4TeqANnV9I4


LOOK! For Cyclists - NYC DOT

http://www.youtube.com/watch?v=cxBCvLr0mCY

Citazione
http://www.nyc-site.com/newyork/nymag-informazione/3300-a-new-york-la-sicurezza-e-una-questione-di-look.html
« Ultima modifica: Dicembre 03, 2012, 10:05:25 pm by NessunConfine »
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Re:Video vari sulla sicurezza stradale: Venezia e le piste ciclabili
« Risposta #5 il: Dicembre 04, 2012, 12:05:19 am »
Città di VENEZIA: Percorso Ciclabile "Brahim" a Pellestrina, dopo 1 anno ancora senza sicurezza.

http://www.youtube.com/watch?v=Yt51MR9R83w

Citazione
di Tello de Marco) A VENEZIA, negli ultimi 15 anni, diversi Uffici Pubblici Comunali, hanno proposto ed approvato il "Bici Plan di VENEZIA", ovvero il programma della mobilità ciclistica, da realizzare nella Città-Capoluogo di Regione. Attraverso il Bici-Plan, quindi, sono stati inseriti, per primo, gli obiettivi da conseguire per aumentare la sicurezza dei ciclisti veneziani, e successivamente, i progetti esecutivi, per la realizzazione di nuove piste ciclabili. Ovviamente, e inutile anche dirlo, che i percorsi riservati alle biciclette, sono stati redatti nel Bici-Plan, per essere realizzati in tutta la Città di VENEZIA, e quindi in modo omogeneo, dai suoi quartieri alle sue isole, compreso nella sua parte di Laguna, dove si prevede il collegamento ciclabile, lungo il Ponte Translagunare, per il Tronchetto o San Basilio. Nello specifico, i progetti avanzati nel piano programma, hanno visto delle richieste iniziali, da parte delle varie associazioni dei ciclisti, una successiva fase di progettazione, dall'Ufficio Tecnico del Municipio, un passaggio d'indirizzo, nelle varie Circoscrizioni della Città, e l'approvazione esecutiva, munita di relativi finanziamenti, votata dalla Giunta e dal Consiglio Comunale. In quest'ottica, negli ultimi sette anni, a VENEZIA, l'Ente Comunale, con la partecipazione attiva delle varie associazioni di riferimento, ha realizzato centinaia di Km di piste ciclabili, e di percorsi riservati al transito dei ciclisti. Ma la totalità di questi interventi, numeri alla mano, sono avvenuti per il 98,5% in una sola parte di VENEZIA, e non in modo analogo in tutta la Città, tanto da essere in contrasto evidente, con gli stessi obiettivi del "Bici-Plan della Città di VENEZIA", se non con lo stesso Piano Urbano della Mobilità (PUM), nel quale è adottato il progetto-programmatico ciclistico. In particolare, dal 2005 ad oggi, a VENEZIA, si sono costruite oltre 100 Km di piste ciclabili, tra Catene-Marghera-Mestre-Zelarino-Campalto e Favaro, e soli 1,8 Km, tra il Lido e Pellestrina, chiaramente con una disparità, palese e visibile a tutti. Nei quartieri, quindi, si sono avute la generalità delle realizzazioni previste nel Bici Plan, giustamente per offrire maggior sicurezza, ai veneziani che viaggiano con le loro biciclette. Mentre, nelle due isole della Città, nessun intervento previsto, dal programma della mobilità ciclistica, è stato realizzato, anche in minima parte, magari solo nelle zone maggiormente residenziali, e caratterizzate da un notevole flusso di mezzi pesanti. Da una parte di VENEZIA, quindi, oggi si contano centinaia di km di percorsi protetti, comprensivi di delimitazioni, di segnaletica adeguata, e di itinerari divisi, tra i residenti ed i frequentatori occasionali. Mentre, dall'altra parte, le piste ciclabili sono praticamente inesistenti, visto i soli 700 metri di pista ciclabile agli Alberoni (ma non nella strada principale!), i 400 metri di Via Selva a San Nicolo', e i 400 metri protetti, degli 800, nel percorso ciclo-pedonale "Brahim Neshid", a Pellestrina. Le ripercussioni, per i ciclisti-veneziani delle due isole, sono state in questi anni drammatiche, per colpa della mancata applicazione del "Bici-Plan di VENEZIA", che invece, dall'altra parte della Città, veniva giustamente fatto rispettare, con gli interventi previsti e finanziati. Conseguenze, terribili, che poi sono derivate anche da un'altro fattore, e dal precedente piano della mobilità, del Lido e di Pellestrina, non affrontato per dodici anni (!) dalla Circoscrizione, e alla fine addirittura bocciato (!!), dallo stesso decentramento. Cosi', prendendo in riferimento solo gli ultimi sette anni, nelle due isole, non sono mancati gli incidenti ai ciclisti, sia per fortuna lievi, che disgraziatamente gravissimi, ed anche luttuosi. In quest'ultima casistica, rientra, purtroppo per noi, anche la morte del piccolo veneziano Brahim Nasib, avvenuta il 15 Aprile 2010, a Pellestrina. Brahim, quel giorno, viaggiava sulla sua biciclettina, lungo la strada Comunale dei Murazzi. E'stato investito, a100 all'ora, da un macchina di un veneziano, nell'unica strada dell'isola, allora come oggi, priva di una pista ciclabile, e di un percorso protetto. A seguito di quel tragico evento, a VENEZIA, finalmente, si è decisa una realizzazione di un percorso ciclo-pedonale, in parte non concluso lungo la Laguna, per metà della sua lunghezza senza protezioni, e carente, se non assente, delle minime segnaletiche verticali ed orizzontali (filmato ). Anche in questa occasione, tragica per la Città, il Bici-Plan non è stato adottato a Pellestrina, se non nell'isola adiacente del Lido, con nessuna pista ciclabile che è stata creata, al fine di preservare l'incolumità, di coloro che viaggiano sulle biciclette. Gli incidenti, difatti, sono continuati anche negli ultimi tre anni, e ancor'oggi non si sono interrotti, come dimostrano i casi recenti del 25 Settembre scorso, a Città Giardino, e del 3 Ottobre a Ca'Bianca.

Città di VENEZIA: Inutile pista ciclabile a lato di P.le Parmesan, mentre è assente nella rotonda.

http://www.youtube.com/watch?v=jVC8EN-BdOI

Citazione
(di Tello De Marco) P.le Parmesan, nel quartiere di Marghera, è una sorta di rotonda autostradale, dentro la città. E'difatti, il primo vero "incrocio" che s'incontra, dopo essersi lasciati alle spalle l'autostrada, e la rampa a scorrimento veloce, proveniente dalla cosi chiamata rotonda Agip. E'una rotatoria, quindi, molto pericolosa, per via del notevole traffico di attraversamento, che viaggia in promiscuità anche e sopratutto con le biciclette dei veneziani. Ciclisti, che purtroppo, sono stati vittime nel Piazzale di diversi incidenti, alcuni addirittura mortali. E'difatti storia recente, che due veneziani, in sella alla loro bici, sono morti nell'attraversare questa rotonda, che da molto tempo necessita di maggior sicurezza, e di dividere il flusso veicolare da quello delle due ruote. Insomma, manca la pista ciclabile lungo la rotonda, e le conseguenze sono drammatiche anche in termini di vite, come quella persa da un veneziano-ciclista, nei primi mesi del Settembre scorso. Ma in P.le Parmesan, oltre ad una questione di sicurezza, c'è una situazione di assurdità, visto che una pista ciclabile esiste, ma purtroppo tra Via Beccaria...ed un muro di sconosciuto proprietario. Si', avete letto bene: dentro il P.le Parmesan, non c'è nessuna pista ciclabile. Ma a 5 metri dalla rotonda, esattamente all'angolo con Via Beccaria, esiste una pista ciclabile, lunga circa 150 metri, che s'interrompe per la presenza di un muro, che ovviamente ne impedisce il proseguimento! Non solo. Esiste, a fianco di essa, anche un marciapiede, che corre parallelo al percorso della bicicletta, e che ovviamente s'interrompe anch'esso, una volta giunti davanti al muro in questione. La cosa più drammatica, pero', rimane la pista ciclabile, che dotata anche di segnaletica orizzontale, non è collocata nel Piazzale Parmesan, ma bensi'in un luogo attiguo, che è inutile dal punto di vista della sicurezza stradale. Insomma, fiabetta del giorno: c'è un tecnico, di un certo Ufficio Pubblico, che una mattina, ha pensato bene di costruire una pista ciclabile nel quartiere di Marghera. Ma non dentro la prima rotonda "autostradale", nel cuore della città, ma a qualche metro da essa, in un luogo totalmente inutile, visto la presenza di un bel muro, forse non notato nell'occasione. Chissà, poi, facendo spendere quanti soldi ai contribuenti veneziani, che oggi si ritrovano con un percorso protetto, francamente oggetto di attenzione, da parte dell'amico Moreno Morello, e di Striscia la Notizia. Soldi, che chiederemo di indicare prossimamente alla Corte dei Conti, in un'esposto da parte di venezialagunanostra ed il sottoscritto. Ma che oggi non risolvono la problematica che attanaglia P.le Parmesan. Questo, comunque, succede nel quartiere di Marghera. Mentre, dall'altra parte di VENEZIA, continua la carenza cronica di percorsi ciclabili, e gli incidenti ai ciclisti veneziani. Come successo, al Lido di VENEZIA, nel pomeriggio di martedi'25 Settembre, in via S.Gallo, a pochi metri dal semaforo di Via Fuga, dove, per l'ennesima volta, un ciclista è stato colpito da un mezzo veicolare, mentre viaggiava tranquillamente sulla sua bicicletta. Questi incidenti, continuano a capitare, non solo al Lido, ma anche a Pellestrina, poiché da anni non è stato creato nemmeno un metro di nuove piste ciclabili, sopratutto sulle strade a scorrimento veloce, e di notevole traffico pubblico e privato. Ed oggi, nelle due isole della città, non esistono nemmeno più i recenti "percorsi ciclabili", ovvero le due linee tratteggiate a terra. Queste, difatti, sono oramai non più visibili, sbiadite o addirittura cancellate nella totalità delle zone delle due isole. E a Pellestrina, continua ad esserci la "pista ciclabile" Brahim Nashid, ( nome del bambino veneziano che perse tragicamente la sua vita in bicicletta nel 2009) senza protezioni, con una scarsa se non inesistente segnaletica, e che corre tra parcheggi di automobili non segnalati, e cassonetti dell'immondizia, sollevati sopra di essa. La sicurezza stradale, per i ciclisti-veneziani di Lido e Pellestrina, continua a latitare, nel silenzio generale della politica, e sopratutto delle associazioni amiche, che oramai da tempo, non spendono più nemmeno una parola, per questo argomento. Intanto, venezialagunanostra, continuerà a filmare queste situazioni, e a girarle all'associazione familiari vittime della Strada di VENEZIA, unica realtà, in città, che ha sempre denunciato questa situazione di non sicurezza legate alla mancanza di piste ciclabili.
« Ultima modifica: Dicembre 04, 2012, 12:07:44 am by NessunConfine »
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Re:Video vari sulla sicurezza stradale: La nuova "ciclo-pedonale" di Sellero
« Risposta #6 il: Dicembre 04, 2012, 12:20:28 am »
La nuova "ciclo-pedonale" di Sellero (come spendere male 511.559,00 euro di quattrini pubblici)

http://www.youtube.com/watch?v=aTaG5OkYLXY

Citazione
Ecco il video girato percorrendo "in auto" (e già questo fatto è a dir poco sconcertante), in andata e ritorno, la nuova pista "ciclopedonale" (poco meno di 3,5 km) che collega le stazioni di Sellero e Cedegolo. Il costo totale dell'opera è stato di euro 511.559,00 (408.736 di contributo da Regione Lombardia e 102.823 di mutuo acceso dal comune di Sellero). Secondo la definizione del Codice della strada (articolo 3, punto 39) una pista ciclabile è: "parte longitudinale della strada, opportunamente delimitata, riservata alla circolazione dei velocipedi". In pratica si tratta di un percorso protetto o comunque riservato alle biciclette, dove il traffico motorizzato è escluso in quanto lo scopo di tali percorsi è separare il traffico ciclabile da quello motorizzato e da quello pedonale per migliorare la sicurezza stradale e facilitare lo scorrimento dei veicoli. Spesso, come dovrebbe essere nel nostro caso, lo stesso percorso può essere condiviso tra ciclisti e pedoni, e viene detto di conseguenza "ciclo-pedonale".
Le norme tecniche di costruzione sono regolate dal decreto ministeriale 30 novembre 1999, n. 557 (G.U. n. 225, 26 settembre 2000, Serie Generale) Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili.

Come si può ben vedere dal filmato la strada in questione non corrisponde a questi requisiti essendo percorribile (e percorsa) per almeno il 99% in automobile.
In pratica l'amministrazione comunale si è limitata ad allargare (peraltro con il contributo oneroso di alcuni privati) il tratto di via Plana (circa 400 metri), ad asfaltar alcuni tratti della preesistente strada di collegamento tra Sellero e Cedegolo (mentre altri tratti presentano un fondo abbastanza dissestato) e a dipingere per terra alcune "biciclette" che dovrebbero fare di una strada percorsa giornalmente da numerose automobili, una "ciclopedonale".
Costo totale dell'opera 511.559,00 euro...
A questo punto sarebbe interessante capire come sono stati effettivamente spesi tutti questi soldi visto che il costo sostenuto pare oggettivamente elevato se rapportato alle opere per "non realizzare" una pista ciclopedonale...
Lorenzo - Tern Link P9

Offline beaturbano

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Re:Video vari sulla sicurezza stradale
« Risposta #7 il: Dicembre 10, 2012, 01:58:43 pm »
None of the cyclists along the side of the lorry in this video can be seen from the driver's seat inside the lorry cab.
Cyclists, lorry blind spots are bigger than you think. Don't undertake lorries at junctions.


http://youtu.be/wzL0Kyk4m-8

 :o :o :o :o :o
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non possiamo pretendere di risolvere i problemi pensando allo stesso modo di quando li abbiamo creati - albert einstein ||| è una questione di qualità - cccp

Offline NessunConfine

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Re:Video vari sulla sicurezza stradale
« Risposta #8 il: Aprile 28, 2013, 11:48:41 am »
http://www.youtube.com/watch?v=WoJJyr0dXz0

Lodevole iniziativa. un appunto: la sola "mobilità naturale" che esiste è la camminata  ;D, il resto sarebbe preferibile chiamarla "mobilità sostenibile"  ;)
Lorenzo - Tern Link P9

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