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Autore Topic: bici e solidarietà  (Letto 4682 volte)

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bici e solidarietà
« il: Luglio 21, 2012, 12:25:20 pm »

Citazione
NEW YORK, 18 luglio 2012 - Andrà da Washington D.C. a Vancouver in bicicletta per raccogliere fondi contro la leucemia. Non è l?impresa di un benefattore sportivo, ma la sfida di un paziente malato. Luigi Laraia, 37 anni, nato a Potenza e cresciuto a Bologna, vive a Washington da due anni e da quattro mesi gli è stata diagnosticata una leucemia.

Da qui è nata in lui la voglia di poter essere di nuovo l?uomo sportivo che è sempre stato e l?idea della traversata solitaria: il 26 luglio partirà in sella alla sua bicicletta dai giardini dell?ambasciata italiana a Washington verso la città canadese. Circa 200 chilometri al giorno, attraverso 12 stati, per 35 giorni per un totale di 7mila chilometri. ?Sono sempre stato molto attivo ? racconta Luigi - e un vero appassionato di sport estremi, quindi la diagnosi della malattia è stata per me un vero shock. Tra tutte le paure, il timore più grande è stato il pensiero di non poter più fare ciò che mi rende felice: lo sport. Per questo ho deciso di dimostrare a me stesso che posso ancora farcela?.

Dopo la diagnosi, Laraia si è sottoposto alle sedute di chemioterapia e a maggio, quattro settimane dopo la fine del trattamento, gli è venuta l?idea di una traversata in bicicletta per raccogliere fondi, accolta con entusiasmo dalla Società no-profit di linfomi e leucemia (LLS). ?All?inizio ero molto scettico perché la ripresa dalla chemio è stata difficile e frustrante. Poi ho visto pian piano che miglioravo e la voglia di provarci è diventata sempre più forte: mi è nato un istinto di sopravvivenza e una forza d?animo che non pensavo di avere, anche grazie alla famiglia e gli amici che mi sono stati vicini?.

Appena tre mesi dopo la chemioterapia, che dovrà ripetere a ottobre, Laraia si lancerà nell?impresa benefica che, oltre a raccogliere fondi per l?organizzazione no-profit che studia le malattie del sangue, vuole essere un esempio per tanti altri malati. ?Vorrei mandare un messaggio di speranza ? confessa Luigi - a tutti colore che scoprono di essere malati all?improvviso. Io ho sempre avuto abitudini sane e sono sempre stato bene, quindi scoprire di avere la leucemia è stato un tuffo al cuore: so cosa si passa e vorrei dimostrare che è possibile continuare a vivere felici, anche mentre si combatte per la propria vita?.

Un cambio di vestiti e un computer con cui aggiornare il suo diario di bordo (http://luigilaraia.blogspot.com/) sono gli unici oggetti con cui partirà Luigi Laraia alla rotta di Vancouver, che raggiungerà a fine agosto pedalando circa 8 ore al giorno. ?Non è mai successo che una persona clinicamente malata s?imbarcasse in una simile impresa, ma i medici mi hanno assicurato che le mie difese immunitarie non ne risentiranno, a patto che segua i bisogni del mio corpo?.

Una pazzia? ?Forse. Non voglio essere un eroe. Rendere pubblica la mia malattia all?inizio mi ha reso più vulnerabile, ma poi capisci che è più importante ciò che dimostri a te stesso e la speranza che riesci a trasmettere agli altri?.
fonte: http://qn.quotidiano.net/esteri/2012/07/18/745910-bici_contro_leucemia.shtml
« Ultima modifica: Febbraio 09, 2017, 06:59:27 pm by occhio.nero »
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Re:bici e solidarietà
« Risposta #1 il: Novembre 09, 2012, 09:02:04 pm »


Duecento chilometri in bicicletta nella campagna toscana per raccogliere fondi a favore della "terapia ricreativa" per bambini. È stata presentata oggi nella sede milanese del Coni la Bike Challenge per Dynamo Camp, la "gran fondo" di ciclismo che si terrà il 25 e 26 maggio 2013 fra Firenze e le colline pistoiesi con l'obiettivo di raccogliere fondi per Dynamo Camp, il campus-vacanza dedicato ai bambini affetti da gravi patologie o da malattie croniche.
L'iniziativa, patrocinata dalla Federciclismo è alla sua prima edizione e si ispira al modello americano della Pan Massachussetts Challenge, corsa nata nel 1980 per finanziare la lotta contro il cancro e diventata nel tempo uno degli appuntamenti di fundraising di maggior successo in Nord America. "Dynamo Camp è un progetto nato sull'idea dei summer camp americani e in pochi anni ha trovato un grande seguito in Italia: dai 60 bambini del 2007 siamo arrivati ad ospitarne più di mille – ha spiegato Vincenzo Manes presidente della Fondazione Dynamo – Così abbiamo pensato di importare un'altra idea di successo, quella della "challenge" ciclistica. Ho scoperto la Pan Massachussetts per caso, ma quando mi hanno spiegato che lo scorso anno sono riusciti a raccogliere 36 milioni di dollari, mi sono particolarmente intrigato".
La raccolta fondi avverrà sia attraverso il coinvolgimento delle comunità locali presenti lungo il percorso, sia attraverso la partecipazione dei ciclisti iscritti che dovranno impegnarsi non solo a pedalare per i 200 km complessivi del tracciato, ma anche a diventare fundraiser a loro volta coinvolgendo nell'iniziativa amici e conoscenti. Diversi i traguardi previsti per la gara di solidarietà: con 200 euro, ad esempio, un gruppo di cicloamatori può regalare a un bambino una giornata di vacanza al camp, mentre con 1.500 euro si arriva a una settimana completa.
Dynamo Camp ha contatti con 36 ospedali italiani e 56 associazioni di patologia e ospita bambini da tutta Italia, con il progetto di estendere la rete all'Europa e al bacino del Mediterraneo. La struttura, immersa nell'oasi del Wwf a S. Marcello Pistoiese ha come finalità la "terapia ricreativa" per i suoi piccoli ospiti e cioè la condivisione di esperienze e avventure nella natura che consentano di riscoprire le proprie capacità. Per il funzionamento il camp ha bisogno di circa 3 milioni di euro l'anno, cui una parte importante è raccolta attraverso donazioni individuale e iniziative innovative come la bike challenge.
Un altro obiettivo della gara (che a fianco della "gran fondo" a due tappe per ciclisti amatoriali prevede anche percorsi brevi e una gara di mountain bike giovanile per ragazzi dai 7 ai 14 anni) è proprio quello di far conoscere la struttura e il territorio circostante. Nell'organizzazione insieme alla Fondazione Dynamo c'è anche Federciclismo: "Abbiamo dato con grande convinzione il patrocinio a questa bella iniziativa – ha detto ieri il presidente della federazione Renato Di Rocco – il ciclismo è uno sport inclusivo e solidale per natura". Intanto, in attesa di partire (e di gareggiare un giorno in raccolta fondi con la Pan Massachussetts), la Bike Challenge per Dynamo Camp ha dato vita a un sito con tutte le informazioni sull'iniziativa.

Sito Dynamo Bike Challenge: http://www.dynamobikechallenge.org/
fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-11-09/gara-bicicletta-Dynamo-Camp-182535.shtml?uuid=AbSrIb1G
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Re:bici e solidarietà
« Risposta #2 il: Giugno 22, 2013, 12:46:56 pm »
Duchenne Heroes: in bici per lottare contro la distrofia di Duchenne



“Non vogliamo arrenderci a questa malattia”: lo dicono Milena e Giuliano Verardo, genitori di Jacopo, affetto da distrofia muscolare di Duchenne. Ci sono tanti modi per farlo. C’è anche chi ha scelto la bicicletta. Ha preso la mountain bike e percorso le strade dell’Italia per una settimana. Sono i “Duchenne Heroes”, che è anche il nome della sfida lanciata dall’Associazione Parent Project e raccolta da oltre cento biker da tutta Italia e anche dall’estero, pronti a percorrere 560 chilometri in sette giorni, sulle strade delle Dolomiti, e a raccogliere fondi per la ricerca sulla distrofia muscolare di Duchenne.

La Duchenne Heroes si concluderà oggi a Bolzano e “non è un qualsiasi evento sportivo”, come viene presentato dagli organizzatori, ma un grande tour in mountain bike, tra le Alpi e le Dolomiti appunto, per la ricerca contro la distrofia muscolare di Duchenne, ovvero la forma più grave di distrofia che colpisce i bimbi in età pediatrica e che porta progressivamente, nel corso degli anni, alla completa immobilità dei muscoli, compresi quelli respiratori e cardiaci.
“Lo facciamo per salvare i bambini di oggi e del futuro affetti da Duchenne. Questa grave forma di distrofia muscolare colpisce prevalentemente i maschi e provoca la degenerazione progressiva di tutti i muscoli. I più piccoli incontrano difficoltà a correre, a fare le scale e cadono facilmente; in una fase successiva i problemi di deambulazione si aggravano, per cui devono utilizzare, spesso in tenera età, una sedia a rotelle fino ad arrivare alla carrozzina elettrica. La malattia provoca anche un progressivo indebolimento dei muscoli dell’apparato respiratorio e del cuore. Le aspettative di vita di questi ragazzi fino a dieci anni fa non superavano i 15 anni. Oggi grazie alla ricerca e all’impiego di terapie multidisciplinari le aspettative di vita sono raddoppiate”.

L’evento è organizzato a favore di Parent Project Onlus, organizzazione non profit, che riunisce i genitori di bambini affetti da distrofia muscolare di Duchenne e Becker, e raccoglie fondi per finanziare la ricerca scientifica allo scopo di individuare una cura a questa rara malattia genetica. Parent Project Onlus assolve un ruolo fondamentale nel sostegno delle famiglie diffondendo le conoscenze sulla malattia, sui progressi della ricerca e sulle corrette procedure di terapia.

“Siamo una famiglia Duchenne. Ora abbiamo l’energia necessaria per affrontare un altro anno”: Andrea lo spiega così, semplicemente, quello che gli ha dato Duchenne Heroes. Non solo una corsa in mountain bike.


Fonte | http://paralimpici.gazzetta.it/2013/06/22/duchenne-heroes-in-bici-per-lottare-contro-la-distrofia-di-duchenne/
Duchenne Heroes | http://www.duchenneheroes.it/
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