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Autore Topic: La bicicletta nella resistenza  (Letto 4283 volte)

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Offline NessunConfine

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La bicicletta nella resistenza
« il: Aprile 25, 2013, 10:56:33 am »
La bicicletta nella resistenza



Sin dalle sue origini la bicicletta fu ampiamente usata dagli strati popolari, non soltanto per motivi di lavoro, ma anche in funzione politica e, nel corso della lotta di Liberazione, per compiere azioni di vario tipo, contro i nazifascisti.

In Italia la paura della bicicletta da parte dei reazionari ha una data certa e molto antica e una firma tanto famosa quanto odiata dalle forze popolari: quella del generale Fiorenzo Bava Beccaris, nelle vesti di Regio Commissario Straordinario, durante i moti del maggio del 1898 a Milano. Oltre ad ordinare una sanguinosa repressione, il generale fece affiggere un manifesto che decretava il divieto nell'intera provincia di Milano della «circolazione delle Biciclette, Tricicli e Tandems e simili mezzi di locomozione».



Più o meno con gli stessi termini, oltre alla minaccia della fucilazione, i nazifascisti proibiranno durante la loro dominazione sul territorio italiano, in funzione anti-partigiana, l'uso della bicicletta. Quel divieto, però, avrebbe significato in città come Milano o Torino, il blocco della produzione, giacché la maggior parte degli operai la usava per recarsi al lavoro e così, persino i nazisti, spietati nelle loro decisioni, dovettero fare marcia indietro.

Nell'immediato dopoguerra, la bicicletta fu molto diffusa, specialmente nelle campagne. Per i braccianti era l'unico mezzo di locomozione, usato, oltre che per il lavoro, in occasione di grandi manifestazioni o degli scioperi indetti dalla Lega dei braccianti. In quelle giornate di lotta, masse imponenti si radunavano per impedire ai crumiri di recarsi nei posti di lavoro. Contro le biciclette, appoggiate nelle sponde dei fiumi, si accanivano con particolare durezza, schiacciandole e rendendole inutilizzabili, le camionette della "Celere" di Scelba, una polizia di pronto intervento, utilizzata soprattutto in occasione degli scioperi operai. Questa furia devastatrice non arrestò però lo svilupparsi di grandi battaglie per ottenere migliori forme di vita. Una storia di sacrifici, di miseria, di lotte, che sarebbe importante far meglio conoscere alle nuove generazioni. [...]

Fonte | http://www.arterigere.it/libri/01_collana_++La_Memoria++/La_bicicletta_nella_Resistenza/


Durante i seicento giorni della Resistenza in Italia, la bicicletta fu il mezzo più importante per trasportare documenti/stampa clandestina/rapporti e ordini tra le brigate e per coordinare scioperi e agitazioni.

Fonte | http://www.anpi.it/la-bicicletta-nella-resistenza/

Foto | Partigiane in bicicletta a Ferrara - 25 aprile
« Ultima modifica: Aprile 25, 2013, 11:11:07 am by NessunConfine »
Lorenzo - Tern Link P9

Offline bromptonian

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Re:La bicicletta nella resistenza
« Risposta #1 il: Aprile 25, 2013, 04:46:34 pm »
Grazie per questo post Nessun Confine, davvero "dovuto" in una giornata importante come quella che si commemora oggi.
bromptonian

Offline Jimmy

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Re:La bicicletta nella resistenza
« Risposta #2 il: Aprile 25, 2013, 10:55:32 pm »
...d'altronde, lo stesso Bartali fece spola con la sua bici da corsa con i documenti falsi nascosti nel suo tubo sella rischiando più volte ai controlli...B-)
Dahon Vitesse D7 HG....Full HG!!B-)

Offline pierfa78

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  • ... pedala pieghevole, non piegarti al traffico ..
R: La bicicletta nella resistenza
« Risposta #3 il: Aprile 26, 2013, 11:08:39 am »
... due ruote di Libertà ... !! ... scusate se vado OT, ma vorrei fare un saluto a tutti quelli che sono caduti sulle due ruote e non per riportare la pace e la democrazia anche a costo della vita... Ai partigiani di tutto il mondo di ieri e di oggi che hanno lottato ieri contro le dittature x i diritti dei cittadini e che lottano oggi x ricordarci quanto è facile perderli....

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Tags: storia