Appena saputo che Lorenzo aveva comprato la Bullhead, galvanizzato dalle foto dettagliate che aveva pubblicato e memore della mia passata infatuazione per il modello SmoothHound.... come un implacabile cane da tartufo ho cominciato un lento ed instancabile lavoro di tampinamento che mi ha portato al fatidico incontro.
Con me, la gloriosa (ha qualche anno ma se li porta benissimo!)
Dahon Mu P24, in versione "nuda".
La Bullhead appartiene alla famiglia delle "
mini biciclette", da cui eredita il telaio. La Dahon però ha aggiunto una caratteristica interessante: la possibilità di piegarla per ridurre gli ingombri durante il rimessaggio (vedasi le discussioni nella sezione "caratteristiche tecniche e funzionali" per una introduzione alla piega e al parcheggio).
Delle Dahon che siamo abituati a vedere in giro, condivide le ruote (da 20") e le dimensioni: il confronto con la Dahon MuP24 rivela che il triangolo manubrio-movimento-sellino risulta pressocchè identico. La riduzione della lunghezza del tubo orizzontale viene compensata dalla presenza della pipa manubrio (assente nella P24) in modo che la distanza sellino-manubrio sia comparabile (circa 62 cm per la taglia "large" che ha comprato Lorenzo).
Come primo risultato, proprio grazie all'introduzione della pipa, ho percepito un miglioramento del comfort di guida: lo sterzo è meno "nervoso" di quello della P24.
il confronto tra la Dahon MuP24 e la Bullhead
A mio avviso la Dahon ha voluto diversificare la produzione orientandosi a modelli che privilegino una maggiore robustezza, questo ovviamente a scapito degli ingombri da piegata.
Nella foto seguente si vede come lo spazio occupato dalla Bullhead ecceda delle zone gialla e rossa, quest'ultima annullabile a patto di sfilare completamente il manubrio.
gli ingombri a confronto
La maggiore robustezza sarebbe a mio avviso garantita:
- dalla geometria a quadrilatero che duplica lo snodo centrale e riduce le leve applicate dal manubrio e dal sellino. Immagino che lo stress sulle giunture e sui punti di saldatura sia quindi inferiore, a tutto vantaggio delle sezioni (e gli spessori?) del telaio.
- dall'assenza dello snodo manubrio e dalla presenza di una pipa di caratteristiche simili a quelle montate sulle city bike: è possibile regolarne l'altezza e l'inclinazione attraverso la chiave a brugola fornita in dotazione.
(dettaglio di uno dei due snodi centrali, della pipa manubrio e della chiave a brugola necessaria per regolarli)
Lorenzo ha già spiegato approfonditamente le azioni da compiere per piegare il manubrio: sono possibili solo due posizioni (pipa dritta o ruotata di 90gradi) garantite dalle due guide. In alternativa, è possibile sfilarlo e lasciarlo penzoloni (per eliminare l'ingombro individuato dalla zona rossa della figura precedente).
Intendo aggiungere qualcosa sulla tecnologia dei due snodi centrali (identici, se non per la diversa inclinazione).
Al contrario di quanto si possa pensare, è sufficiente mezzo giro (od un quarto, non ricordo), affinchè lo snodo venga sbloccato. Questo grazie all'adozione (suppongo) di un "albero a camme" (vedere lo schema nella figura seguente). La bontà della chiusura non è quindi legata a quanto forte stringo le brugole, ma alla rotazione dell'albero che alza ed abbassa il perno verticale (blu in figura) e quindi serra i segmenti frastagliati del telaio, portati a combaciare.
(dettaglio di uno dei due snodi centrali)
L'unica manutenzione necessaria sembra essere quella applicabile alla ghiera inferiore (n.2, colorato viola in figura), che regola la battuta del perno verticale.
Un suo allentamento a mio avviso rischierebbe di creare di pericolosi giochi, con la conseguente frizione (e consumo) dei due segmenti.
Resta da verificare, con il tempo, la bontà di questa soluzione.
Qualche interrogativo sul perno verticale nero demandato alla rotazione dei segmenti una volta liberati. E' sufficientemente robusto per assorbire eventuali stress del telaio piegato?
La Bullhead pesa qualche chilo in più della P24. Il cambio interno Nexus ad 8 marce risulta vistosamente più grande di quello SRAM a 3 marce.
(i mozzi posteriori delle due bici)
L'assenza del deragliatore permette di nascondere la catena sotto il corrugato, a tutto vantaggio della pulizia (dei vestiti e della bici). Aumenta un po' il rumore e l'attrito, ma niente che non sia tollerabile. Comunque sia, il corrugato è facilmente rimovibile.
(il dettaglio del corrugato copri catena)
La bici è equipaggiata con copertoni maggiorati (Schwalbe 2x2.0 se non ricordo male), a tutto vantaggio del comfort di guida.
L'attacco sellino montato permette un maggior arretramento della sella, rispetto a quello della MuP24, per adattarsi meglio alle persone più alte.
Il trasferimento passivo si realizza controllando la bici dal sellino, con entrambe le ruote libere di rotolare (almeno in avanti).
(la bici nel trasporto passivo e nel confronto da piegata)
Il meccanismo di piega è sensibilmente più lento, non tanto per lo sblocco dei due snodi centrali, quanto per la rotazione del manubrio, che và allentato (con l'apposita brugola), sfilato, ruotato, infilato stretto di nuovo.
Considerata l'importanza della suddetta chiave a brugola (senza la quale è impossibile piegare la bici), mi sarei aspettato che trovasse naturale alloggiamento nel telaio. Nella realtà invece viene fornita "sciolta". Che ognuno trovi il modo di portarla con sè.
Concludendo, la Bullhead interpreta a mio avviso le esigenze di chi è più attento alla robustezza che
all'intermodalità (dove sono preferibili una piega veloce ed ingombri ridotti).
Una utenza consapevole di disporre di un mezzo che all'occorrenza riesce a "scomparire", senza per questo concedere troppo ai compromessi che le altre bici pieghevoli invece chiedono come tributo.
PS: chiedo aiuto a Lorenzo, per correzioni/aggiunte/osservazioni...