Seconda Parte
Come va, cosa non va e cosa sarebbe meglio modificare.
Chiusura del telaiohttp://www.bicipieghevoli.net/index.php?board=2.0Come spiegatomi da Marco di BiciShop la chiusura e l'apertura della bici devono avvenire secondo una sequenza ben precisa, ovvero:
1) Abbassare quasi completamente il tubo reggisella
2) Ruotare in avanti la barra manubrio in modo che le leve freno risultino verticali
3) Girare di 180° in senso antiorario il manubrio
4) Sganciare il nottolino di sicurezza, aprire la maniglia dello snodo centrale e piegare il telaio in senso antiorario fin quando i magneti posti in prossimita' dei mozzi non si agganciano
5) Sganciare il nottolino di sicurezza, aprire la maniglia dello snodo del manubrio e ruotare lo stesso verso il basso
6) Fermare il tubo manubrio col cinghietto di gomma fissato sul lato inferiore del tubo orizzontale del telaio
Per riaprire la bici si seguono esattamente gli stessi passi in ordine inverso.
Il tutto richiede una quindicina di secondi, di piu' o di meno dipende dall'abitudine ai gesti.
Lo snodo centrale sembra sufficientemente robusto, tuttavia i ripetuti apri e chiudi fanno si' che ben presto insorgano giochi che e' necessario recuperare quanto prima per evitare di danneggiare il telaio. E' consigliabile quindi controllare i giochi ogni due o tre giorni.
Trasferimento passivo ed ingombriAlcuni utenti hanno lamentato la scarsa trasportabilita' da chiusa della bici e la propensione dei magneti di chiusura a sganciarsi con la bici chiusa in fase di trascinamento.Per quanto mi riguarda non ritengo che si tratti di un difetto di progettazione. Data la bonta' generale delle soluzioni tecniche adottate e del perfezionismo esecutivo sarei piu' propenso a credere che sia il frutto di una concezione del mezzo simile ma complementare a quella della Brompton.
Considerando le differenze strutturali delle due bici - ruote da 16" e telaio in tubi tondi d'acciaio con tre snodi ed ammortizzatore posteriore per le Brommies, ruote da 20" e telaio oversize rigido in alluminio con due snodi per le Tern - mi verrebbe da pensare che i progettisti delle Brommies abbiano puntato tutto sull'intermodalita' totale e privilegiando il comfort d'uso alle prestazioni mentre in casa Tern abbiano preferito costruire una bici le cui prestazioni in assoluto non lascino nulla a desiderare e che comunque consenta il trasporto facilitato in treno ed una sistemazione agevolata in spazi ristretti.
A naso il sistema di chiusura delle Brompton appare progettato per compattare il piu' possibile la bici e per consentirne il trasporto prolungato da chiusa mentre quello della Tern sembra fatto piu' per ridurre l'ingombro e solo in condizioni statiche. Altrimenti non si spiega il perche' le ruote della Tern a bici chiusa non siano ne' perfettamente affiancate ne' parallele ed i magneti di chiusura siano debolucci, combinazione che ne rende penoso il trascinamento. Mi rifiuto di pensare che gli ingegneri Tern siano incorsi in grossolani svarioni e tutto risulta piu' chiaro se si ipotizza che la Tern debba essere trasportata da chiusa sollevandola di peso solo per brevissimi tratti per restare appoggiata sul treno o parcheggiata sotto un tavolo ed essere spinta da aperta e pedalata quanto prima possibile. Se la bici da chiusa non dev'essere trascinata ma star ferma, le ruote disassate ed i magneti deboli non hanno alcuna importanza, basta che stia in piedi.
Personalmente non lo trovo un inconveniente perche' non sono interessato all'intermodalita' totale, almeno non per adesso. A me interessa poter portare la bici su qualsiasi treno senza pagare supplementi e senza essere relegato nel ghetto ristretto dei regionali predisposti al trasporto bici. Portarla sul bus non m'interessa. Anzi, uso la bici proprio per non usare il bus. Senza contare che nell'ora di punta salire su certi bus con la pieghevole foss'anche una Brompton e' un'impresa impossibile. Chi e' di Genova e prende il 17 nelle ore di punta sa cosa intendo. Per chi non e' di Genova, il 17 non e' una linea normale ma un'insaccatura dello spazio-tempo in cui alcune regole della fisica vengono sovvertite. Accade quindi che gli autobus contengano inspiegabilmente un numero di passeggeri il cui volume complessivo e' sempre superiore al volume interno dei mezzi.
Comfort di guidahttp://www.bicipieghevoli.net/index.php?board=101.0Una volta saliti in sella, se non si guarda verso il basso non si notano differenze apprezzabili rispetto ad una bici normale, salvo la postura piu' eretta e quindi piu' rilassata. Guardando verso il basso si ha l'impressione di stare seduti su uno sgabello da bar e, guardando il proprio riflesso nelle vetrine si puo' scorgere un adulto che pedala su una bici giocattolo, ma e' solo un impressione fugace.
Infatti in termini di prestazioni la piccolina non ha nulla da invidiare alle bici tradizionali.
Per cominciare, data la minor inerzia, le ruote piu' piccole favoriscono l'accelerazione.
In pianura i rapporti molto ben spaziati e le gomme scorrevoli consentono di raggiungere velocita' di tutto rispetto per una bici di questo tipo. Tuttavia avendo minor inerzia e' un pochino piu' difficile mantenere costante la velocita' acquisita.
In salita dato il minor raggio ruota la forza di gravita' esercita un momento minore (il braccio e' piu' corto) in opposizione al moto, quindi risulta meno faticoso pedalare e le partenze da fermo sono facilitate.
In discesa la bici e' un pochino piu' lenta rispetto ad una tradizionale a ruote alte. Prende bene velocita' ma il limite arriva prima. Oltre una certa velocita' iniziano a pesare fattori prima trascurabili come la resistenza aerodinamica ed il maggior attrito volvente (inversamente proporzionale al raggio ruota) oltre al minor momento esercitato dalla gravita' (tira meno in senso contrario quando si sale ma favorisce meno in discesa).Con le mie gambe il rapporto piu' duro 53-11 e' praticamente impossibile da tirare in piano anche dopo un lungo lancio e in discesa la differenza tra 53-11 e l'immediatamente successivo 53-12 e' risibile e comunque spingere troppo in discesa con questa bici mi sembra inutilmente rischioso. Allo stesso tempo sulle salite piu' dure il 53-32 e' insufficiente, non tanto in citta' quanto nell'entroterra. Considerando le salite che ci sono dalle mie parti come quella che dalla Val Fontanabuona porta al Passo della Scoglina, una continua, asfissiante salita di 15 Km da 70 a 920 metri di quota che non permette mai di rifiatare e con pendenze che arrivano al 12% mi viene da pensare che una corona da 46 sarebbe stata una scelta piu' appropriata e che per i casi peggiori una da 42 potrebbe anche andar meglio.
Sollecitazioni e rumorihttp://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=5519.0Come intuibile, il carro posteriore si dimostra piuttosto rigido e l'energia della pedalata viene trasmessa molto bene alla ruota.
Il carro anteriore pur rimanendo abbastanza rigido e preciso nella parte inferiore vede il lunghissimo tubo sterzo infulcrato molto in basso flettere sotto sforzo emettendo il caratteristico gemito.
I rimedi qui sono almeno tre: il primo e' di registrare al meglio i giochi. Il secondo e' quello suggerito da altri utenti, ovvero di lubrificare lo snodo con uno spray al teflon. Il terzo e' di tenere a mente quello che diceva Bernard Hinault, il quale avendo vinto in tempi non sospetti cinque Tour, tre Giri e due Vuelte era uno che probabilmente di bici se ne capiva abbastanza, ovvero: "Bisognerebbe poter suonare il piano andando in bici". Il che non significa che si dovrebbe agganciare una tastiera al manubrio e strimpellare solfeggi ma che la parte superiore del corpo deve essere mantenuta quanto piu' possibile rilassata, senza strangolare il manubrio e senza aggrapparvisi disperatamente cercando di svellerlo, ma usando le braccia e le mani solo per mantenere la direzione e per cambiare velocita' o per frenare, lasciando che tutta l'energia di cui si e' capaci venga lasciata disponibile alle gambe.
Inoltre con la Tern si deve ricorrere il meno possibile alla pedalata fuorisella e comunque calibrare bene le movenze, perche' se da un lato regala temporaneamente piu' potenza all'azione, dall'altro la pedalata in fuorisella con le ruote piccole tende a disunire il movimento e a stressare il manubrio.
In buona sostanza il cigolio diviene una sorta di cicalino d'allarme che significa "sei troppo contratto, ti muovi male e stai tirando il collo al manubrio per niente, molla e rilassati".Questa bici costringe a rivedere il proprio modo di pedalare e molto probabilmente il minor senso di fatica che ho sperimentato nell'uso dipende anche da questo, oltre che dalla postura piu' eretta che, a prezzo della minor aerodinamicita', stressa meno la muscolatura del collo e della schiena e, consentendo un angolo piu' aperto tra busto e gambe, permette una migliore respirazione e quindi una maggiore ossigenazione dei muscoli.
La bici e' di una maneggevolezza straordinaria. Il minor effetto giroscopico delle ruote piccole unitamente all'avancorsa ridotta fanno si' che sia possibile curvare in un fazzoletto e cambiare repentinamente traiettoria.
Le stesse caratteristiche la rendono pero' piuttosto nervosa. Nulla di preoccupante, la bici e' molto precisa, in rettifilo va dritta come un fuso e in curva mantiene senza esitazioni la traiettoria impostata ma a condizione di tenere entrambe le mani sul manubrio. Infatti e' sensibilissima alle asperita' del manto stradale e andare senza mani vuol dire rischiare parecchio.
Sullo sconnesso la bici geme, soffre e soprattutto fa soffrire. Tra la rigidita' del telaio, le ruote piccole e la sezione ridotta delle gomme gonfiate ad alta pressione (le mie viaggiano a circa 4.5 bar/70 PSI), ogni asperita' viene trasmessa senza sconti al ciclista. La bici mantiene la direzione ma certamente non e' facile da portare e diventa opportuno alzarsi un po' sui pedali mantenendo le gambe flesse a mo' di ammortizzatori. Il criterio di guida sullo sconnesso e' simile a quello che si usa per affrontare la tôle ondulée: o a velocita' ridotta e con precauzione o alla massima velocita' possibile per aumentare al massimo la frequenza dei sobbalzi per cercare di renderli piu' sopportabili. La prudenza suggerisce senz'altro la prima.
La frenata e' ottima, per non dire esuberante. I pattini sono ben dimensionati, i V-brake si dimostrano molto efficaci e gli spazi di arresto sono piuttosto ridotti. Tuttavia, nonostante il peso arretrato, gia' sull'asciutto e sul dritto nelle frenate piu' brusche e' facile mandare la ruota posteriore in skidding. Quindi massima attenzione sul bagnato e in curva!
A proposito di curve, anche se la bici si mantiene precisa in traiettoria e' bene ricordare che con le ruote piccole l'effetto giroscopico e' minore quindi e' prudente cercare di limitare l'angolo di piega tantopiu' che il baricentro e' piu' basso rispetto al normale e quindi non e' necessario inclinare tanto.
Casomai sarebbe utile imparare a curvare cercando di mantenere la bici piu' verticale possibile sporgendo il busto verso l'interno della curva. In questa maniera, anche se la bici "parte" di posteriore comunque si mantiene in piedi invece di partire per la tangente in scivolata assieme al ciclista.
Pedalihttp://www.bicipieghevoli.net/index.php?board=62.0I pedali forniti di serie sono dei simpatici plasticoni che possono essere ripiegati per diminuire l'ingombro trasversale, con un grip abbastanza scarso e che tendono a flettere sotto sforzo. E anche se e' probabilmente un timore ingiustificato,
continuo a pensare che siano dei pedali ad orologeria nel senso che quando uno meno se l'aspetta cedono di schianto ed il disgraziato ciclista finisce col muso per terra. Quindi li ho subito sostituiti con un paio di pedali clipless in alluminio dentellati da MTB, solidi ed economici.
Lucihttp://www.bicipieghevoli.net/index.php?board=47.0La bici viene fornita con due lucine mignon BioLogic a due LED ed un catarifrangente anteriore bianco. Le lucine sono simpatiche ma assolutamente insufficienti sia dal punto di vista della sicurezza che da quello dell'illuminazione della strada. Possono giusto andar bene per segnalare la propria posizione quando si e' fermi ai semafori, ma nulla di piu'.
Dal punto di vista del Codice della Strada la Tern cosi' come viene fornita e' in difetto. Come minimo e' necessario aggiungere un avvisatore acustico e i catarifrangenti gialli alle ruote.
Viaggihttp://www.bicipieghevoli.net/index.php?action=forum#c17Con la facilita' di trasporto viene per ovvia associazione d'idee la possibilita' di fare dei viaggi.
La bici in se' non mi pare concepita per essere il mezzo principale di viaggio, ma per essere piuttosto un eccellente complemento ad altri mezzi di trasporto. Anche se c'e' gente che ha attraversato l'Africa per il lungo con la pieghevole, non mi verrebbe spontaneo pensare a questa bici per tentare la traversata del Deserto del Gobi o della Patagonia. Invece
penserei volentieri a gite a breve o medio raggio portandomi dietro il bagaglio essenziale, trasportando la bici col treno fin dove e' conveniente farlo per poi ripartire a pedali ed esplorare i dintorni in piena indipendenza o viaggiare in souplesse. Qualche esempio: raggiungere Mantova col treno e poi raggiungere Peschiera del Garda lungo il Mincio, raggiungere Ferrara col treno e poi esplorare il Parco del Delta, andare a Vienna col treno e pedalare lungo la Ciclovia del Danubio, raggiungere Aix-en-Provence in treno e poi esplorare la Provenza, eccetera.
Oppure caricare la bici su un camper, far base da qualche parte e poi usare la bici per le piccole commissioni di tutti i giorni e per esplorare i dintorni senza dover smuovere ogni volta il camper. Oppure portare la bici su una barca e poi usarla per andare in giro ogni volta che si attracca.
E' bene ricordare anche che, almeno fin quando si opta per il treno, se si vuol conservare la virtu' principale della bici cioe' la possibilita' di piegarla e di trasportarla agevolmente,
la capacita' di carico resta giocoforza ridotta. Infatti si possono caricare al massimo solo la borsa posteriore destra, un borsino sottosella, la borsa anteriore sinistra e uno zainetto sul portapacchi anteriore montato sulla staffa. Sconsigliati il top sul portapacchi posteriore (da rimuovere prima di abbassare il tubo reggisella) e la borsa al manubrio (da rimuovere prima di ripiegare il manubrio). Mancano inoltre all'appello la borsa posteriore sinistra e l'anteriore destra in presenza delle quali la chiusura sarebbe impossibile salvo rimuoverle, ma manovrare la bici carica da piegata piu' tutte le altre borse a mano sarebbe davvero una galera. E se invece si optasse per viaggiare a pieno carico rinunciando alla possibilita' di piegarla allora perche' incaponirsi a partire con la pieghevole quando esistono le bici da cicloturismo? Tantopiu' che Tern raccomanda di non eccedere il limite massimo di 103Kg di portata. Sottraendo il peso del guidatore, diciamo 75 Kg, restano disponibili 28 kg per il carico. Non sono pochi ma potrebbero risultare insufficienti per lunghe percorrenze, specie se il viaggio si dovesse estendere oltre l'arco di una stagione o svolgersi attraverso diverse zone climatiche.
ConclusioniQuindi?
Fin qua non ho rilevato pecche gravi. La bici ha qualche difettuccio ma e' poca cosa, almeno per me.
E' fatta ed e' rifinita molto bene, e' solida, la componentistica e' di buona qualita', si guida bene, e' divertente da usare, la manutenzione e' semplice, da chiusa occupa poco spazio e grazie alla promozione di Trenitalia e' stato possibile acquistarla con un forte sconto sul prezzo di listino normale.
Per una pieghevole il punto cruciale sono ovviamente gli snodi. La tenuta e l'affidabilita' meccanica sono cose che si potranno stabilire solo col tempo, perche' al momento la bici e la casa produttrice non hanno praticamente storia alle spalle e meno di duecento chilometri in citta' sono troppo pochi perche' possano verificarsi magagne serie a meno di incappare in un esemplare nato male.
Le premesse lasciano ben sperare per un uso prolungato e felice a condizione di non forzare la bici a scopi per i quali non e' stata concepita. E se non si hanno velleita' particolari potrebbe essere l'unica bici di cui avere effettivamente bisogno. Non mi pare poco.