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Autore Topic: salvaiciclisti (Salviamo i ciclisti)  (Letto 101372 volte)

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Foldan

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salvaiciclisti (Salviamo i ciclisti)
« Risposta #135 il: Giugno 14, 2012, 11:07:13 am »
C'è anche un'altra prospettiva dalla quale vedere le cose, senza cercare nemici, senza radicalizzare conflitti, senza invocare giustizie sommarie e lapidazioni pubbliche.
Se il conducente della Smart avesse rispettato le leggi del codice della strada non sarebbe accaduta la tragedia. Ma le parole poi sono importanti. Capisco che il coinvolgimento emotivo in una tragedia possa togliere lucidità al ragionamento. Ma chi muore d'incidente non è stato assassinato. E dare dell'assassino a chi a ucciso senza volerlo è un inutile e sproporzionato accanimento. Grillo è stato condannato a 3 mesi di carcere per aver ucciso in un incidente stradale una famiglia di tre persone. Ovviamente non è un assassino, nè una persona eticamente scorretta. Anzi l'etica, lasciamola a chi ne ha una, o a chi sa cosa significhi. La questione non riguarda l'etica ma la giustizia e precisamente la legalità.
Ognuno viva secondo la propria etica. Ma tutti abbiamo le stesse leggi da rispettare. Non voglio dare lezioni di filosofia morale. Mi limito ad osservare che la civile convivenza in genere, e in specie la convivenza di veicoli diversi e pedoni, può essere garantita semplicemente rispettando *tutti* le leggi del codice della strada.
Si può fare di più. Ma già questo sarebbe un ottimo punto di partenza.

Offline Val_Ter

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salvaiciclisti (Salviamo i ciclisti)
« Risposta #136 il: Giugno 14, 2012, 11:40:01 am »
Il modo piu' semplice per far fuori qualcuno ai giorni nostri e' investirlo con l'auto e poi dire "oh, non l'avevo visto". Mal che vada ci si fa qualche mese di cella, nulla in confronto a quanto si farebbe usando una pistola, un coltello, un bastone o addirittura le mani nude. Ecco: io e' questo che non riesco a capire.
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Offline Jimmy

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salvaiciclisti (Salviamo i ciclisti)
« Risposta #137 il: Giugno 14, 2012, 11:43:30 am »
C'è anche un'altra prospettiva dalla quale vedere le cose, senza cercare nemici, senza radicalizzare conflitti, senza invocare giustizie sommarie e lapidazioni pubbliche.
Se il conducente della Smart avesse rispettato le leggi del codice della strada non sarebbe accaduta la tragedia. Ma le parole poi sono importanti. Capisco che il coinvolgimento emotivo in una tragedia possa togliere lucidità al ragionamento. Ma chi muore d'incidente non è stato assassinato. E dare dell'assassino a chi a ucciso senza volerlo è un inutile e sproporzionato accanimento. Grillo è stato condannato a 3 mesi di carcere per aver ucciso in un incidente stradale una famiglia di tre persone. Ovviamente non è un assassino, nè una persona eticamente scorretta. Anzi l'etica, lasciamola a chi ne ha una, o a chi sa cosa significhi. La questione non riguarda l'etica ma la giustizia e precisamente la legalità.
Ognuno viva secondo la propria etica. Ma tutti abbiamo le stesse leggi da rispettare. Non voglio dare lezioni di filosofia morale. Mi limito ad osservare che la civile convivenza in genere, e in specie la convivenza di veicoli diversi e pedoni, può essere garantita semplicemente rispettando *tutti* le leggi del codice della strada.
Si può fare di più. Ma già questo sarebbe un ottimo punto di partenza.

Foldan...dimmi dove firmare che sottoscrivo il 99% MA....il non aver rispetatto il rosso e il limite di velocità per la smartista....l'ha posta se non esattamente, moolto vicino alla figura di un omicida, magari colposo ma pur sempre un omicida stradale.....ha usato la macchina come un'arma...punto, basta e su questo non ci piove....e nel 2012 non sapere che usare così un mezzo è altamente pericoloso, per se e per gli altri, è ugualmente esecrabile...la ragazza non voleva uccidere nessuno....ma di fatto ha messo tutta se stessa nella condizione di farlo. ci vuole prevenzione, con la cultura di utilizzo e senso civico...curare poi è più semplice
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Offline beaturbano

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salvaiciclisti (Salviamo i ciclisti)
« Risposta #138 il: Giugno 14, 2012, 11:47:21 am »
Citazione
secondo me è troppo semplice (...e comodo) porre la categoria di cui facciamo parte, i ciclisti,  come strumento per giudicare le altre categorie....lo sforzo e la sfida invece sarebbe quella di confrontare le 2 categorie, citando alcuni esempi come gli incidenti o altro, per poi alla fine far emergere con convinzione la propria idea....

si Jimmy, l'avevo capito, l'ho riportato a beneficio degli altri.
e ti dirò che sono anche d'accordo con te. come ho già scritto altre volte il voler trovare a tutti i costi le differenze non fa altro che inasprire i toni del confronto. l'ideale sarebbe capire e far capire che non esistono categorie differenti, siamo tutti utenti della stessa strada e quando guidiamo/pedaliamo non siamo né in gara né in guerra con gli altri.
purtroppo in passato anche le associazioni di ciclisti hanno contribuito ad aumentare le differenze in quanto spesso con le loro richieste sembrava che privilegiassero il pedalatore sportivo e il pedalatore turistico e ignorassero il pedalatore urbano che usa la bici non per sport o per osservare il lago ma semplicemente per spostarsi.
 :)


riguardo all'esempio della pistola: ho cannato esempio, volevo scrivere coltello che calza meglio.
« Ultima modifica: Giugno 14, 2012, 12:24:14 pm by broono »
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non possiamo pretendere di risolvere i problemi pensando allo stesso modo di quando li abbiamo creati - albert einstein ||| è una questione di qualità - cccp

Offline Jimmy

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salvaiciclisti (Salviamo i ciclisti)
« Risposta #139 il: Giugno 14, 2012, 11:55:11 am »
si Jimmy, l'avevo capito, l'ho riportato a beneficio degli altri.
e ti dirò che sono anche d'accordo con te. come ho già scritto altre volte il voler trovare a tutti i costi le differenze non fa altro che inasprire i toni del confronto. l'ideale sarebbe capire e far capire che non esistono categorie differenti, siamo tutti utenti della stessa strada e quando guidiamo/pedaliamo non siamo né in gara né in guerra con gli altri.
purtroppo in passato anche le associazioni di ciclisti hanno contribuito ad aumentare le differenze in quanto spesso con le loro richieste sembrava che privilegiassero il pedalatore sportivo e il pedalatore turistico e ignorassero il pedalatore urbano che usa la bici non per sport o per osservare il lago ma semplicemente per spostarsi.
 :)
secondo me è troppo semplice (...e comodo) porre la categoria di cui facciamo parte, i ciclisti,  come strumento per giudicare le altre categorie....lo sforzo e la sfida invece sarebbe quella di confrontare le 2 categorie, citando alcuni esempi come gli incidenti o altro, per poi alla fine far emergere con convinzione la propria idea....

riguardo all'esempio della pistola: ho cannato esempio, volevo scrivere coltello che calza meglio.

Grazie ragazzi....il fatto di sentire parlare come se noi, ciclisti,  si fosse in una teca di vetro fragile, isolata dagli altri, autocompiacente....mi provoca irritazione cutanea....noi siamo utenti stradali che, senza piste ciclabili (li mortacci a lì comuni...) siamo conducenti di VEICOLI alla pari degli altri conducenti (pedoni esclusi) e abbiamo DOVERI (luci di notte, mezzi messi a punto, freni indipendenti su i 2 assi etc)....oltre che diritti e quando faremo capire agli altri e capiremo questo...qualcosa cambierà.... nel fratempo buone pedalate a tutti
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Foldan

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salvaiciclisti (Salviamo i ciclisti)
« Risposta #140 il: Giugno 14, 2012, 12:00:34 pm »
Il modo piu' semplice per far fuori qualcuno ai giorni nostri e' investirlo con l'auto e poi dire "oh, non l'avevo visto". Mal che vada ci si fa qualche mese di cella, nulla in confronto a quanto si farebbe usando una pistola, un coltello, un bastone o addirittura le mani nude. Ecco: io e' questo che non riesco a capire.
Valter, i professionisti preferiscono la pistola. Per rimanere a Genova, Adinolfi non lo hanno gambizzato investendolo con l'auto. E a differenza di quanto capitato a Grillo, in questo caso non è nemmeno morto nessuno. Eppure è abbastanza evidente che si tratta di qualcosa abissalmente più grave dell'incidente di Grillo.
C'è una differenza enorme tra fare qualcosa deliberatamente e trovarcisi in mezzo, di malgrado, per negligenza, imprudenza, imperizia, o inosservanza delle regole.
Ciò non toglie che se investi deliberatamente con l'auto il tuo nemico, non sarebbe più un incidente e le sanzioni sarebbero ventennali.

Offline Val_Ter

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« Risposta #141 il: Giugno 14, 2012, 12:10:48 pm »
Sara' anche come dici tu ma io non me la sento piu' di derubricare a "incidenti" quelli che sono comunque degli omicidi. Ai parenti delle vittime importa assai che l'investitore "non l'abbia fatto apposta": il risultato per loro e i loro cari non cambia.
Le auto e in generale la motorizzazione di massa hanno fatto negli ultimi decenni molte piu' vittime -dirette e indirette- dei killer "professionisti" e questo dovrebbe essere inaccettabile per qualunque persona dotata di buonsenso. Il fatto che il problema sia taciuto o fatto oggetto di mille distinguo e' una cosa che non mi sta piu' bene, tutto qui.
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Foldan

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« Risposta #142 il: Giugno 14, 2012, 12:17:22 pm »
il non aver rispetatto il rosso e il limite di velocità per la smartista....l'ha posta se non esattamente, moolto vicino alla figura di un omicida, magari colposo ma pur sempre un omicida stradale...
L'ha posta perfettamente dentro l'omicidio colposo. L'assassino commette invece un omicidio doloso. Concordo invece sull'inadeguatezza delle pene rispetto ai delitti colposi, che nella società moderna dovrebbero meritare più attenzione. Ma d'altra parte io in queste cose non credo che la soluzione del problema sia il carcere. Penso che funzionino meglio le pene pecuniarie proporzionate al grado di colpa. Cioè non m'interessa che l'autista della smart vada in galera, per intenderci. Mi basterebbero il ritiro della patente, la confisca di tutti i mezzi intestati al conducente, 5-10 mila euro di sanzione amministrativa, più il risarcimento per la vittima (ma quello lo pagherà l'assicurazione purtroppo).
 ;)

Offline Jimmy

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« Risposta #143 il: Giugno 14, 2012, 12:18:56 pm »
Il modo piu' semplice per far fuori qualcuno ai giorni nostri e' investirlo con l'auto e poi dire "oh, non l'avevo visto". Mal che vada ci si fa qualche mese di cella, nulla in confronto a quanto si farebbe usando una pistola, un coltello, un bastone o addirittura le mani nude. Ecco: io e' questo che non riesco a capire.
Valter, i professionisti preferiscono la pistola. Per rimanere a Genova, Adinolfi non lo hanno gambizzato investendolo con l'auto. E a differenza di quanto capitato a Grillo, in questo caso non è nemmeno morto nessuno. Eppure è abbastanza evidente che si tratta di qualcosa abissalmente più grave dell'incidente di Grillo.
C'è una differenza enorme tra fare qualcosa deliberatamente e trovarcisi in mezzo, di malgrado, per negligenza, imprudenza, imperizia, o inosservanza delle regole.
Ciò non toglie che se investi deliberatamente con l'auto il tuo nemico, non sarebbe più un incidente e le sanzioni sarebbero ventennali.

anche a rischio di apparire noioso e pedante: Foldan per me la differenza, in quel passaggio che citi, non c'è per niente!
se uccidi o tenti di uccidere qualcuno con la car volutamente (è successo) e se lo uccidi passando col rosso, parlando col telefonino, insomma: non rispettando le regole e senso civico....tra questi due casi, il voler trovare differenze di responsabilità, fare i distinguo con i "sì però... ma se..." significa giocare di fioretto....per me non è ammissibile... (scusate il tono imperativo della cosa)
se non rispetti le regole, non ti trovi nel mezzo, non è tuo malgrado, non è sfortuna perché quell'incrocio il color giallo è durato meno rispetto a quanto mi attendevo....NO.....accoppi qualcuno?....sò 'axxi tua.. e purtroppo della vittima e famiglia compresa...
anche noi in sella alle 2 ruote, se investiamo qualche pedone (forse non è mai successo di amazzarlo ma non sai mai come può cadere una persona) e gli procuriamo ferite per negligenza: ovvero senza fari di notte, andare sui marciapiedi, attraversare in sella sulle striscie e non rispettare i colori....siamo alla pari degli automobilisti che accoppano noi ciclisti...se c'è mai una differeza è forse nella statistica: i morti ci sono tra auto e bici e quasi mai tra bici e piedi...
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Offline Jimmy

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« Risposta #144 il: Giugno 14, 2012, 12:22:43 pm »
il non aver rispetatto il rosso e il limite di velocità per la smartista....l'ha posta se non esattamente, moolto vicino alla figura di un omicida, magari colposo ma pur sempre un omicida stradale...
L'ha posta perfettamente dentro l'omicidio colposo. L'assassino commette invece un omicidio doloso. Concordo invece sull'inadeguatezza delle pene rispetto ai delitti colposi, che nella società moderna dovrebbero meritare più attenzione. Ma d'altra parte io in queste cose non credo che la soluzione del problema sia il carcere. Penso che funzionino meglio le pene pecuniarie proporzionate al grado di colpa. Cioè non m'interessa che l'autista della smart vada in galera, per intenderci. Mi basterebbero il ritiro della patente, la confisca di tutti i mezzi intestati al conducente, 5-10 mila euro di sanzione amministrativa, più il risarcimento per la vittima (ma quello lo pagherà l'assicurazione purtroppo).
 ;)

Foldan...attendo ancora che mi indichi lo spazio dove firmare per sottoscrivere la cosa ;D....però poi ricordo a me stesso che siamo in Italia e nonostante la sferzata di aria pulita e nuova che viviamo da 5 mesi a questa parte (nuovo governo)....rimaniamo pur sempre italiani (per fortuna e purtoppo, Saluto a Gaber)
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Foldan

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« Risposta #145 il: Giugno 14, 2012, 12:31:57 pm »
Sara' anche come dici tu ma io non me la sento piu' di derubricare a "incidenti" quelli che sono comunque degli omicidi. Ai parenti delle vittime importa assai che l'investitore "non l'abbia fatto apposta": il risultato per loro e i loro cari non cambia.
Le auto e in generale la motorizzazione di massa hanno fatto negli ultimi decenni molte piu' vittime -dirette e indirette- dei killer "professionisti" e questo dovrebbe essere inaccettabile per qualunque persona dotata di buonsenso. Il fatto che il problema sia taciuto o fatto oggetto di mille distinguo e' una cosa che non mi sta piu' bene, tutto qui.
La rivoluzione industriale ha comportato un'infinità di omicidi colposi. Concordo. Da quando l'uomo ha cominciato a circondarsi di macchine per qualsiasi funzione, lavare, stirare, cucinare, telefonare, muoversi... il pericolo che una distrazione sfoci in tragedia è sempre più elevato. Dunque la soglia di responsabilizzazione di produttori ed utilizzatori di macchine non può essere la stessa delle società preindustriali. Ed ovviamente bisogna anche punire di più l'omicidio colposo.
Ma non distinguere un delitto doloso da uno colposo... significa non avere chiara la differenza tra il caso Grillo e la gambizzazione di Genova.

Offline beaturbano

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« Risposta #146 il: Giugno 14, 2012, 01:06:17 pm »
Salvaiciclisti non si ferma, per oggi ha indetto la seconda Critical Mass Digitale.
proprio come aveva cominciato mesi fa, molti blog hanno postato, tutti dalla stessa ora, lo stesso messaggio, con un invito rivolto anche a noi.

http://www.salvaiciclisti.it/blog/2012/06/14/salvaiciclisti-dagli-infortuni-in-itinere/

Citazione
#salvaiciclisti in itinere

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, Prof. Mario Monti,

Abbiamo molto apprezzato la nota con cui Lei il 14 maggio scorso ha dato sostegno alle istanze della campagna #salvaiciclisti sottolineando i vantaggi economici derivanti dall?uso della bicicletta in ambito urbano e definendo la bicicletta come ?mezzo di trasporto ?intelligente?, sia dal punto di vista dell?impatto ambientale, sia a livello economico, dato che riduce sensibilmente i costi legati alla mobilità urbana, sia, aspetto non meno rilevante, per la salute degli individui.?
Infatti, in questo periodo di crisi economica, per ridurre i costi derivanti dalla mobilità, molte persone fanno sempre più ricorso all?uso della bici, anche per andare al lavoro.

Purtroppo nel nostro Paese coloro che decidono di utilizzare la bici per recarsi al lavoro, si trovano a confrontarsi con una legislazione che, non solo non incentiva, ma addirittura penalizza chi utilizza questo mezzo di trasporto. In Italia, in caso di sinistro durante il percorso casa-lavoro effettuato in bicicletta, l?INAIL riconosce al lavoratore lo status di ?infortunio in itinere? ?purché avvenga su piste ciclabili o su strade protette; in caso contrario, quando ci si immette in strade aperte al traffico bisognerà verificare se l`utilizzo era davvero necessario? [nota INAIL].
Mentre nel resto d?Europa l?uso della bicicletta come mezzo di trasporto per recarsi al lavoro è sistematicamente incentivato e promosso, in Italia il lavoratore che decide di spostarsi senza inquinare e senza creare traffico, non solo non riceve alcun incentivo, ma deve farlo a proprio rischio e pericolo e senza tutele.

Allo scopo di mettere fine a questo anacronismo è in corso una campagna promossa dalla Federazione Italiana Amici della Bicicletta (FIAB) che chiede la modifica dell?art. 12 del D.Lgs. 38/2000 e di aggiungere al testo attuale la frase: ?L?uso della bicicletta è comunque coperto da assicurazione, anche nel caso di percorsi brevi o di possibile utilizzo del mezzo pubblico?, esattamente come previsto per il lavoratore che si reca al lavoro a piedi.

La proposta della FIAB ha già raccolto oltre diecimila firme e ricevuto parere favorevole da parte di ben tre Regioni, tre Province e sedici Comuni tra cui Milano, Bologna e Venezia che ravvisano grande imbarazzo nel chiedere ai concittadini e ai propri dipendenti di usare la bicicletta senza poter garantire nel contempo adeguate tutele.

Con la presente chiediamo a Lei, al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e ai Presidenti di Camera e Senato di voler intervenire al più presto per porre fine a questa discriminazione che non ha eguali in Europa e di accogliere questa proposta di modifica legislativa.

Per ulteriori informazioni sul tema dell?infortunio in itinere per il pendolare in bicicletta, Le segnaliamo il sito internet www.bici-initinere.info che è stato predisposto allo scopo di diffondere consapevolezza rispetto a questa campagna.

Confidando in una sua pronta risposta e auspicandoci condivisione nel merito,

cogliamo l?occasione per salutarla cordialmente

 

#salvaiciclisti

 

?????????

Se anche tu ritieni che chi si reca al lavoro in bicicletta non debba essere vittima di discriminazioni invia questa lettera direttamente al Presidente del Consiglio, al Ministro competente e ai Presidenti di Camera e Senato:
e.olivi@governo.it
gabinettoministro@mailcert.lavoro.gov.it
fini_g@camera.it
schifani_r@posta.senato.it

Inoltre puoi contribuire alla diffusione di questa iniziativa attraverso il tuo blog, il tuo sito internet oppure attraverso il tuo account di Facebook o di Twitter.
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Foldan

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« Risposta #147 il: Giugno 14, 2012, 01:08:01 pm »
C'è una differenza enorme tra fare qualcosa deliberatamente e trovarcisi in mezzo, di malgrado, per negligenza, imprudenza, imperizia, o inosservanza delle regole.
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anche a rischio di apparire noioso e pedante: Foldan per me la differenza, in quel passaggio che citi, non c'è per niente!
Ho citato il caso Grillo e l'attentato di Genova ad Adinolfi proprio per dimostrare la differenza. Paradossalmente, se ci limitiamo a considerare l'effetto, Grillo ha ucciso tre persone, fra cui un bambino di 8 anni. Gli attentatori di Genova ne hanno "solo" ferito uno.
E' evidente che limitarci a considerare l'effetto non ci porta da nessuna parte.
La differenza fra un uomo e una bestia è la volontà consapevole. E' per questo che non puniamo un bambino come un adulto, un pazzo come un sano di mente, e non puniamo il dolo come la colpa.
Noi uomini non possiamo limitarci a giudicare gli effetti. E' anche, ma direi soprattutto, la volontà consapevole che qualifica la gravità di un atto, non solo l'effetto che ne consegue.
Grillo non avrebbe mai voluto che la sua imprudenza avesse l'effetto che ha avuto, degenerando in una tragedia. Gli attentatori di Genova invece, hanno deliberatamente compiuto un atto di violenza terroristica, senza nemmeno uccidere.
Non so se riesco a spiegarmi.


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salvaiciclisti (Salviamo i ciclisti)
« Risposta #148 il: Giugno 14, 2012, 01:34:17 pm »
Sara' anche come dici tu ma io non me la sento piu' di derubricare a "incidenti" quelli che sono comunque degli omicidi. Ai parenti delle vittime importa assai che l'investitore "non l'abbia fatto apposta": il risultato per loro e i loro cari non cambia.
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La rivoluzione industriale ha comportato un'infinità di omicidi colposi. Concordo. Da quando l'uomo ha cominciato a circondarsi di macchine per qualsiasi funzione, lavare, stirare, cucinare, telefonare, muoversi... il pericolo che una distrazione sfoci in tragedia è sempre più elevato. Dunque la soglia di responsabilizzazione di produttori ed utilizzatori di macchine non può essere la stessa delle società preindustriali. Ed ovviamente bisogna anche punire di più l'omicidio colposo.
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con tutto il rispetto ma i telefoni non producono solo in italia 2185 morti in un anno, poi magari verranno fatti studi in seguito che correleranno tumori e cancro alle radiazioni emesse dai cellulari e da tutti gli altri dispositivi, ma per il momento è tutto incerto, ciò che è certo, provato e pur -scontato-, visto con i nostri occhi, sono le bare contate una ad una di chi è morto in strada senza un motivo, morti senz'altro evitabili. Ed in questo sono complici chi si mette alla guida, chi amministra una città, i produttori di automobili, chi ha capito e non parla, chi ha capito ed aspetta ignavo qualche "segnale" dall'alto, etc. Non togliamo la responsabilità individuale.
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salvaiciclisti (Salviamo i ciclisti)
« Risposta #149 il: Giugno 14, 2012, 02:07:38 pm »
...
Noi uomini non possiamo limitarci a giudicare gli effetti. E' anche, ma direi soprattutto, la volontà consapevole che qualifica la gravità di un atto, non solo l'effetto che ne consegue.

condivido questo pensiero, ma purtroppo ho vissuto direttamente l'esperienza che, per la legge italiana, non è così che funziona.
Chi mi ha deliberatamente investito qualche mese fa se l'è cavata con un risarcimento assicurativo per danni, nonostante testimoni verbalizzati che hanno dichiarato la volontarietà dell'incidente e la successiva fuga del colpevole.
L'evidenza, per le forze dell'ordine è che c'era solo una bici rotta, a meno di non fare il furbo e dire di essersi fatti male, dichiarando il falso (e qui via i casini con l'Inail e d il lavoro... altro argomento caldo del giorno).
Ovviamente semplificare la situazione riducendola a questo unico esempio è fuori luogo e non costituisce fortunatamente la normalità.... però non mi sembra giusto che casi analoghi vengano considerati equivalenti a chi ha bollato un'auto uscendo dal parcheggio.
Contemporaneamente mi rendo conto di quanto sia difficile valutare le intenzioni da un punto di vista legislativo e da parti di chi deve valutare i fatti a posteriori.
Auspico però anche io un inasprimento delle pene anche per chi ha gravi incidenti colposi: deve essere sempre chiaro che un mezzo di trasporto può arrecare conseguenze sul prossimo e si è pienamente responsabili delle conseguenze per quanto involontarie.
« Ultima modifica: Giugno 14, 2012, 02:11:32 pm by Sbrindola »

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