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Autore Topic: città e bici in Italia, in Europa e nel mondo (articoli, classifiche, esempi, problemi, .... )  (Letto 66917 volte)

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Offline occhio.nero

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Copenhagen: il regno degli spostamenti in bici
http://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=3529


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La mobilità immobile
I dati su come si muovono auto, bici e mezzi publici nelle nostre città e all'estero

dal Corriere della Sera



Se pensiamo alla bicicletta come a un mezzo di trasporto, qualsiasi ragionamento sulle due ruote non può che partire da un?analisi, anche veloce, della mobilità. Ossia dell?attuale immobilità della mobilità urbana. Il traffico è sempre più congestionato da un parco macchine che non ha pari in Europa, il trasporto pubblico è scarsamente attrattivo (gli abitanti dei capoluoghi, in media, fanno solo un viaggio e mezzo a settimana su autobus, tram e metropolitane), le isole pedonali sono praticamente immutate da un anno all?altro (0,35 mq per abitante), le zone a traffico limitato si sono rimpicciolite (da 2,38 mq per abitante dello scorso anno ai 2,08 attuali). E oramai nelle grandi città si passano (o meglio si buttano) due settimane all?anno in automobile a una velocità media che non supera mai i 25 chilometri orari.

Nonostante la situazione della mobilità sia in costante peggioramento, le contromisure prese dalle amministrazioni locali sono in massima parte insignificanti, quando non addirittura assenti. Si segnalano assai raramente interventi positivi (la riorganizzazione della mobilità a Bolzano a favore di pedoni e bici o le zone a traffico limitato senesi) o abbozzi di azioni significative, come l?Ecopass milanese che si è però fermato allo stato embrionale. Per il resto è il nulla. Anche la stragrande maggioranza dei cittadini sembra nuovamente assuefatta a smog, rumore, perdite di tempo. Sopporta remissiva l?abituale coda. Non vede nel trasporto pubblico un mezzo capace di garantire la flessibilità e la libertà di movimento dell?automobile. Non considera (almeno sulle brevi distanze) piedi e pedali una valida alternativa. Subisce come un male necessario quell?ora e passa che si perde negli spostamenti quotidiani e la lentezza con cui ci si muove. Di seguito una serie di dati sulla "mobilità" urbana, in Italia e all'estero, che forse possono aiutare a fare qualche riflessione su un modello che non funziona.

CONFRONTO CON L'EUROPA - In molte città europee ci si sta muovendo sui due fronti che consentono una mobilità più spedita, più pulita, più sicura, più attenta alla qualità della vita e dell?ambiente: il contenimento della domanda di trasporto individuale motorizzato e l?incentivo a forme di trasporto diverse dall?auto privata, favorendo i mezzi collettivi, elettrici e su rotaia, i trasporti a propulsione umana (bici, piedi) e lasciando alle macchine solo quegli spostamenti che non sono proprio realizzabili con altri veicoli, spingendo però su formule on demand o sul pay per use come il taxi, il noleggio o il car-sharing, il car-pooling. Nel nostro Paese, a dispetto di centri storici a misura di carrozza più che di Suv, c?è uno dei più alti indici di motorizzazione al mondo, che continua peraltro a crescere senza sosta: eravamo a 501 autovetture ogni 1.000 abitanti nel 1991, siamo a oltre 600 oggi. In tutto il mondo ci superano solo Stati Uniti (760), Lussemburgo (659), Malesia (640) e Australia (610), mentre la media Europea dei 27 Paesi dell?Unione si attesta a 463, con molte nazioni, non certo più povere della nostra, che hanno meno auto procapite: 463 ogni 1.000 abitanti nel Regno Unito, 429 in Olanda, 354 in Danimarca. Il dato del parco auto in circolazione è ancora più sconcertante se si restringe lo sguardo alle città: a New York ci sono 20 auto ogni 100 abitanti, a Tokio 27, a Londra 36, a Barcellona 41, a Parigi 45, a Los Angeles 57, a San Francisco 64. Nel comune di Roma, invece, sono 76!

L'INGOMBRO DELLE AUTO - Una semplice operazione matematica spiega bene l?insostenibilità della mobilità su quattro ruote: 2x5. Cos?è questa moltiplicazione? E? l?ingombro di un posto auto, che misura appunto 2x5 metri, ossia 10 mq. Ciò vuol dire, per esempio, che in una città come Milano per far posto alle 800mila auto che arrivano ogni giorno da fuori più le 820mila auto di proprietà dei residenti, si sacrificano alla sosta oltre 16 milioni di mq, 2250 campi da calcio, quasi il 10% del territorio cittadino. Spazio destinato ad abitacoli privati che rimangono fermi e inutilizzati per il 90% del tempo. E aumentare strade e parcheggi, come ormai è dimostrato, vuol dire solo attrarre più traffico.

OLTRE LA PISTA CICLABILE - Per la mobilità a pedali, l?infrastruttura principale è la pista ciclabile. Sono stati di recenti annunciati 12,5 km in più a Roma e 30 km a Milano (in entrambi i casi ancora da cantierare e chissà quando utilizzabili), 1,8 km in più a Bari. Gli spazi adibiti all?uso esclusivo dei ciclisti urbani, in sostanza, sono pochi, si sviluppano lentamente, mostrano la loro modestissima entità quando si azzarda un confronto con i mezzi a motore. Anche se c?è qualche località dove chi pedala può stare al passo degli automobilisti (a Padova, ad esempio, ci sono 133,2 km di ciclabile ogni 100 km2 e 286 km di viabilità per le auto) nel loro insieme i comuni capoluogo offrono 13,3 km di ciclabili per 100 km2 di superficie comunale, contro i 222 su cui può scorrazzare chi sta al volante .

La Capitale ha 4.800 chilometri di strade municipali e 123 chilometri di ciclabili. Aggiungendo una dozzina di chilometri pedalabili all?anno le due ruote avrebbero una rete viaria analoga a quella delle quattro ruote a motore soltanto dopo il 2410. La logica fino a oggi alla base della crescita della viabilità riservata alle biciclette è stata nella stragrande maggioranza dei casi propagandistica e quasi mai ha lavorato per trasformare questo veicolo in un mezzo di trasporto a tutti gli effetti. Tra il 2000 e oggi l?estensione delle piste ciclabili urbane italiane è triplicata, passando da 1.000 a 3.227 chilometri. Tuttavia nello stesso periodo la percentuale di spostamenti urbani in bicicletta - calcolata sul totale degli spostamenti - è rimasta identica: era il 3,8% nel 2000, è il 3,8% adesso. Insomma la realizzazione di infrastrutture dedicate, da sola, non produce particolari effetti positivi sulla mobilità leggera. Tant?è che in Italia alcune delle città dove si pedala di più (Bolzano, Parma, Ferrara?) non necessariamente sono quelle dove ci sono più ciclabili. Attenzione però. Quanto detto finora non vuole essere affatto un de profundis della ciclabile. Piuttosto si tratta di cominciare a fare una netta distinzione tra la stragrande maggioranza delle ciclabili urbane realizzate finora (scoordinate tra loro, inadeguate per le esigenze quotidiane degli abitanti o al più concepite con finalità ricreative) ponendo le basi affinché questa infrastruttura sia pensata e realizzata all?interno di piani complessivi della mobilità, che puntino a favorire il movimento a piedi, in bici o col trasporto pubblico e scoraggino invece l?uso dell?auto privata. In estrema sintesi: le ciclabili sono necessarie sui grandi assi urbani di scorrimento, dove effettivamente la convivenza tra auto e bici è difficile (e anche pericolosa per la categoria meno protetta da carrozzerie e airbag), mentre tutta la viabilità secondaria deve avere caratteristiche tali da rendere possibile una coabitazione di mezzi diversi: piedi, pedali, motori.

PERCHE' SI USA LA BICI - Un sondaggio realizzato da Isfort nel 2007 sottolinea infatti che le motivazioni che spingono i frequent biker urbani a preferire la bicicletta, nell?ordine, sono queste: evita traffico e code (29,3%); fa bene alla salute (29,1%); è il miglior mezzo per trascorrere il tempo libero (19,2%); è una modalità di trasporto economica (11,6%); riduce l?inquinamento (10,9%). Tanti di quelli che oggi non usano la bicicletta, viene sempre evidenziato dalle risposte al sondaggio Isfort, a determinate condizioni ci salirebbero su molto volentieri. Il 26,3% degli italiani lo farebbe a patto di poter disporre di una vera rete di percorsi ciclabili che attraversa le città; il 15,6% se ci fosse meno traffico e quindi una maggiore sicurezza per la viabilità ciclistica; un 13,7% se fosse meno scomodo a causa delle lunghe distanze da percorrere.

LA BICICLETTA IN ITALIA - Fino a non molti anni fa, prima di essere rimpiazzata da un ingorgo pressoché costante, la bicicletta era il mezzo di trasporto urbano per eccellenza. In Italia si pedala ancora moltissimo, ma per sport e non per soddisfare l?esigenza di mobilità. Lo dimostrano, indirettamente, i numeri del parco circolante: nel nostro Paese ci sono circa 30 milioni di biciclette. In numeri assoluti siamo sesti al mondo, dopo Cina (450 milioni), Usa (100 milioni), Giappone (75 milioni), Germania e India (63 milioni). Ma nel traffico questa massa di manubri e catene (che pure non è lontana dal numero di 35 milioni di autoveicoli) non si vede. La capacità di riconquistare le strade alla ciclopedonalità, anche in comuni che sembrano essersi completamente convertiti agli spostamenti motorizzati, appare senza dubbio possibile quando si fa un giro nelle città dei Paesi Bassi o della Danimarca o - rimanendo in Italia - dell?Emilia Romagna. Il fatto che alcune regioni siano più pedalabili di altre non deriva certo dalle condizioni meteo, dall?orografia e nemmeno da una più spiccata predisposizione culturale della popolazione. L?abitudine alla mobilità ecologica deriva, molto più semplicemente, dalle scelte della politica locale. Anche per consentire all?automobile di tornare in possesso delle sue qualità, c?è bisogno di meno automobili. In Europa il 30% dei tragitti in automobile è più corto di 3 km e il 50% è inferiore a 5 km. Gli italiani, quotidianamente, effettuano 5 milioni di spostamenti in auto solo per accompagnare a scuola i figli, sebbene l?86% delle famiglie abiti a non più di un quarto d?ora a piedi da asilo, elementari, medie o superiori (in Gran Bretagna il programma bike it per la promozione della bicicletta come mezzo per raggiungere la scuola ha fatto salire in un solo anno il numero degli studenti che si spostano in bici dal 10% al 27%). Sempre nel nostro Paese gli spostamenti motorizzati nel raggio di 2 chilometri sono il 30,8% del totale, quelli tra 2 e 5 chilometri (sono il 22%), quelli tra 5 e 10 chilometri sono il 20,6%. Insomma, in oltre il 50% dei casi, una macchina non percorre tragitti superiori ai 5 chilometri. Su queste distanze le biciclette (come anche i piedi e il trasporto pubblico) sono assolutamente concorrenziali.
« Ultima modifica: Marzo 21, 2017, 02:05:34 pm by occhio.nero »
Federico
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Offline sim1

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Ma scusami Federico. L'articolo, secondo me, già parte male: "Se pensiamo alla bicicletta come a un mezzo di trasporto". Perchè cosa sarebbe? Un alimento? Un televisore? Cosa ca22o è la bicicletta se non un mezzo di trasporto?  >:(
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Offline raoul8

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L'altra sera ho visto lo speciale di Report del 2009, oggi leggo quest' articolo...... stanotte non dormirò per l'ulcera. :(

Offline DJ

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Dal sito di cittainbici, i risultati di uno studio sulla ciclabilita' in alcune città' italiane.
http://www.cittainbici.it/notizie/439-la-bici-corre-meglio-a-bolzano-mestre-e-ferrara.html
DJ
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Offline beaturbano

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http://www.ecodallecitta.it/notizie.php?id=111106&fb=1
La tendenza degli spostamenti in bicicletta e a piedi: analisi dei dati europei

Citazione
L?Europa in bicicletta: come è cambiato il modal split nelle città europee?

Se è vero che in Italia gli spostamenti a piedi e in bicicletta sono in calo da dieci anni, come sostiene il rapporto Isfort 2011 - sarà così anche nel resto d?Europa? Analizzando il database dell?European Cyclists? Federation si direbbe invece il contrario: la mobilità dolce sembrerebbe in leggero aumento almeno nel centro-nord dell?Europa, dove è più facile reperire dati storici continuativi

di Elena Donà
mercoledì 14 marzo 2012 14:31
citizen cyclist [utente leggero della strada]
non possiamo pretendere di risolvere i problemi pensando allo stesso modo di quando li abbiamo creati - albert einstein ||| è una questione di qualità - cccp

Offline keyfaber

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Se in Italia gli spostamenti per così dire alternativi sono in ribasso ben venga l'innalzamento del prezzo della benzina. Ogni mattina nella via che porta all'ospedale dove lavoro, c'è una fila interminabile di veicoli regolarmente fermi o che si muovono a passo d'uomo. Io stimo per difetto che circa il 60% di questi accodati potrebbe tranquillamente servirsi di altri mezzi di trasporto, ma non lo fa. Indi per cui: viva la "verde"  :-X a 2 ? o più!!
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Offline DJ

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anche io voto per l'aumento benzina, nel senso che se gli italiani non sono obbligati dal portafoglio a cambiare abitudine, di rado sono così furbi da anticipare i tempi e muoversi prima seguendo una strada diversa. Siamo veramente diventati capre e pure pigre! Forza e coraggio, via in bici!p.s. continuo a vedere gente che quando passo in pieghevole mi guarda stranita e continuo pure a sentire complimenti sulla scelta del mezzo, ma poi è tanto bello parlare, ma in quanto a fare siamo un paese lentissimo.
DJ
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Offline raoul8

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Non credo che l'aumento sia una soluzione, come l'aumento delle sigarette non ha portato la gente a smettere di fumare. :(

Offline beaturbano

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Non credo che l'aumento sia una soluzione, come l'aumento delle sigarette non ha portato la gente a smettere di fumare. :(
perché il fumo è un vizio e l'aumento piccolo piccolo non influenza l'acquisto che non è ragionato.
per la benzina sono già in aumento le persone che condividono l'auto. ora basta poco per passare alla bici o al tram.
il problema è che, se le amministrazioni non ne approfittano per incentivare la bici, appena la benzina costerà meno e la crisi sarà passata (fallendo?) tornerà tutto come prima. gli italiani non imparano e appena avranno la possibilità torneranno alla loro auto puzzolente.
citizen cyclist [utente leggero della strada]
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Offline NessunConfine

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Giretto d?Italia, Roma ultima classificata per l?uso della bici

Citazione
Il Giretto d?Italia, giunto ormai alla sua seconda edizione, si configura come un vero e proprio campionato della ciclabilità urbana, portato avanti da Legambiente, Fiab e Cittainbici. Tre sono state le città vincitrici: Venezia, Trento e Schio. In queste città ci sono state almeno 3 persone su 10 che hanno utilizzato la bicicletta per spostarsi. Roma invece detiene da questo punto di vista il record negativo: solo il 3,8% dei cittadini hanno usato la bici per spostarsi all?insegna della mobilità sostenibile.
Il Giretto si è svolto il 10 e l?11 maggio, interessando differenti città. Il riconoscimento è stato dato a tre diverse categorie: città grandi, medie e piccole. L?effettiva premiazione sarà tenuta giorno 25 a Ferrara: il premio è costituito da una bicicletta in alluminio costruita completamente con materiali riciclati.
Il risultato del Giretto è stato evidente: è emerso che la bicicletta può essere considerato il primo mezzo di trasporto soprattutto nei centri medi e piccoli, in cui si pensa alla mobilità green. Un aspetto che si tiene in conto nell?ottica di una più diffusa sensibilizzazione alla salvaguardia ambientale.
Spiegano gli organizzatori del Giretto d?Italia: ?Nelle città dove s?investe sulla ciclabilità e la sicurezza è possibile ottenere risultati straordinari come quelli delle città vincitrici: un segnale importante per gli amministratori che hanno il compito di ridisegnare la mobilità urbana e che possono, favorendo l?uso delle bicicletta, liberare le nostre città da ingorghi e inquinamento.?
A Roma invece non sono stati presi tutti i necessari provvedimenti che possano favorire la ciclabilità urbana. Sarebbe importante che anche in questo senso venissero predisposte delle specifiche misure per favorire la mobilità ecologica attraverso la bicicletta, specialmente in una grande città come Roma che vive in maniera pesante il problema dell?inquinamento ambientale.
In generale comunque, come ha dimostrato il Giretto, il nostro Paese è pronto per predisporre tutte le condizioni adatte a fare in modo che si possa portare avanti la mobilità sostenibile. In occasione del Giretto sono state infatti 15 le città, in cui il 30% dei veicoli è stato rappresentato dalle biciclette. A Trento, Ferrara, Schio, Pesaro, Grosseto e Pordenone le biciclette hanno superato il 50% dei veicoli in circolazione, battendo i mezzi a motore.
Adesso che la volontà in molti centri urbani c?è, bisogna semplicemente trasformare le intenzioni in provvedimenti concreti, cominciando a varare appositi piani per le piste ciclabili, molto importanti, se si vuole favorire l?uso delle bici in vista della sostenibilità ambientale.

Fonte: http://www.ecoo.it/articolo/giretto-d-italia-roma-ultima-classificata-per-l-uso-della-bici/20553/

Pieghevolisti di roma che fate battete la fiacca?  ::)
Lorenzo - Tern Link P9

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Andare in bici, fa bene all?ambiente, alla salute e al portafoglio, proprio e dello Stato. Una ricerca effettuata in Danimarca ha dimostrato gli effetti positivi dell?andare in bici, scoprendo, attraverso complessi calcoli incrociati, che ogni chilometro percorso in bici porta un guadagno economico netto di 42 centesimi alla società. Mentre se si percorre in auto lo stesso km genera una perdita di 3 centesimi per tutta la comunità.

Che andare in bici porta un guadagno alla società lo afferma una complessa equazione, che include la sicurezza, la salute e i trasporti per tutti i cittadini. L?utilizzo della bici fa bene al nostro corpo e alla nostra salute, che non avendo bisogno di tante permette alla Sanità di risparmiare. Le abitudini sane inciderebbero notevolmente, quindi, sul Pil e sulla spesa sanitaria.

Tra le cittadine della Danimarca in cui si la bici si usa tanto vi è certamente la capitale, Copenaghen, una città con 1 milione e mezzo di abitanti, di cui l?80% preferisce la bicicletta come mezzo di trasporto. In termini economici ciò significa 200 milioni di euro di risparmio, 150 euro pro-capite. Copenaghen è una delle città più green d?Europa.

Fonte: http://mobilita.ecoseven.net/bici/bici-per-ogni-chilometro-lo-stato-guadagna-42-centesimi
Lorenzo - Tern Link P9

Offline beaturbano

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risparmiare? la preoccupazione è quella di spendere di più! più spese = più pil!

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Offline NessunConfine

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dovremmo essere contenti! noi facciamo guadagnare lo stato che a sua volta elargisce incentivi per i ci..per le macchine  :)
Lorenzo - Tern Link P9

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(Image removed from quote.)

È notizia di questi giorni che in Cina il governo vuole introdurre nuovamente in maniera massiccia l’uso della bicicletta per i cittadini perché i livelli di smog sono così alti da essere diventati insostenibili, anche perché in Cina sono vendute oltre un milione di automobili al mese.

A questo punto però mi chiedo perché ritornare alla bicicletta.

Non dovevano arricchirsi tutti, nuovo credo del Partito Comunista Cinese? Non dovevano tutti andare con automobili, camion e ogni altro mezzo a motore, assai velocemente proposto dall’occidente che sta facendo affari d’oro con la Cina? Mezzi a motore dove uno dei settori più in crescita è quello delle auto di lusso. Il famoso 'comunista in Ferrari', nuova specie geneticamente modificata e mai vista prima di ora.

Ritornare alla bicicletta sarebbe una sconfitta del progresso che certo non si può fermare di fronte alla mancanza di ossigeno. Perché non proporre a chi vende automobili di investire parallelamente nel settore di maschere antigas e comode bombole di ossigeno da vendere ai cittadini? Un doppio e interessante business: da una parte si asfissia, dall’altra si dona aria preziosa, due piccioni con una fava e due profitti in un colpo solo! In questo modo il Pil crescerà ancora e avremo un'altra vittoria del progresso e della modernità. Ma quali biciclette! Si fa anche fatica, non si può mica tornare indietro e poi se ci si arrende alla bicicletta chissà che fine si fa, magari si ritorna alle carrozze a cavallo e poi all’età della pietra! Ma siamo matti?

Non scherziamo per favore, niente biciclette, viva l’automobile, viva lo smog, viva il profitto.
Articolo di Paolo Ermani - 29-06-2012
Fonte: http://www.ilcambiamento.it/pensare_come_montagne/bici_cina_inevitabile_ritorno_futuro.html
« Ultima modifica: Giugno 30, 2012, 03:07:32 pm by NessunConfine »
Lorenzo - Tern Link P9

Offline Hopton

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Simpatico articolo, e interessante anche il sito con le sue recensioni di viaggi in tutte le regioni italiane, all'insegna della mobilità dolce. Grazie della segnalazione. :)
Mario
"La città è fatta per le persone, non per scatole di metallo". (Ayfer Baykal, assessore all'ambiente, comune di Copenhagen)
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Tags: cultura