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adesso pedala => sicurezza sulla strada => Topic aperto da: Toretto - Febbraio 07, 2012, 11:19:18 pm

Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: Toretto - Febbraio 07, 2012, 11:19:18 pm
--- ADMIN ON:

segnalo:

Consigli per la sicurezza di chi va in bicicletta
https://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=1437

incidenti con bici elettriche
https://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=5053

raccolta di incidenti
https://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=641

prevenzione e protezione stradale e ciclisti
https://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=10101


--- ADMIN OFF


Riporto articolo tratto da TGcom in data odierna

07 febbraio 2012

In 10 anni oltre 2.500 le vittime

Un?ecatombe su cui riflettere per invertire la triste e dolorosa tendenza. In 10 anni in Italia sono stati 2.556 i ciclisti vittime della strada. Nel 2010 il nostro è stato il terzo Paese europeo per numero di morti tra i ciclisti che percorrono le strade, 263 contro i 462 della Germania e i 280 della Polonia. Urge una campagna di sensibilizzazione, sulla quale sta lavorando la Fondaziona Ania.

Il modello è quello inglese, che pur vendo un numero di ciclisti vittime della strada nettamente inferiore all?Italia (1.275 in 10 anni, 104 nel 2010), ha lanciato tramite il Times una campagna civica a favore della sicurezza di questa utenza debole della strada. Nei giorni scorsi il famoso quotidiano londinese ha infatti aperto la prima pagina con un eloquente ?Save our cyclists?, invitando istituzioni, associazioni e media a lavorare per la prevenzione e per rafforzare la sicurezza di chi percorre le strade su due ruote. E l?Italia dovrebbe fare lo stesso, ha detto il segretario generale della Fondazione Ania Umberto Guidoni, considerato che sono più di 11 milioni i nostri concittadini che si servono della bicicletta per il loro spostamenti.

Favorire la cultura del rispetto delle regole della strada è il compito di chi lavora nel campo della comunicazione, ma le istituzioni dovrebbero supportare queste campagne con leggi nuove e più incisive. Come quella per l?introduzione del reato di omicidio stradale, il cui iter legislativo ha rallentato negli ultimi mesi. Speriamo solo che l?argomento non diventi pressante quando, di solito con l?arrivo dell?estate, il fronte dell?emergenza traffico e incidenti non riproporrà il tema sicurezza sulla base di drammatici fatti di cronaca.



Ultimo aggiornamento ore 07/02/12
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: styopa - Febbraio 08, 2012, 09:28:10 am
Basterebbe un po di linea dura e far rispettare le leggi che ci sono...
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: fuoripericolo - Febbraio 08, 2012, 09:59:25 am
In Italia, e questo non lo scopro certo io, il rispetto per il prossimo è cosa assai lontana dalla cultura civica.

Chi non sta al passo, è il debole, chi non corre e non sfreccia non è meritevole di rispetto. Questa è la nostra cultura odierna, e poco importa se nella storia abbiamo insegnato a molti che non si mangia a tavola con le mani.

La fuoriserie snobba il SUV che è si potente, ma non veloce, il SUV di fatto suo, fa il prepotente con le utilitarie, sicuro abili negli spazi stretti, ma meno sicure su terreni paludosi e fangosi (per altro le città ne sono piene di fondi del genere), e le tutti gli altri se la prendono col ciclista, che è troppo lento per la strada, e poi non potrebbe pedalare la domenica mattina all'alba o la notte fonda??

Con questa mentalità non si va da nessuna parte, la sensibilizzazione parte dal concetto che il debole, ed in questo caso il ciclista, deve essere rispettato, protetto, e ci vogliono leggi che impediscano ai prepotenti automobilisti, di passare incolumi su un torto stradale avuto con un essere umano pedalante.
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Inserito da: DJ - Febbraio 08, 2012, 06:49:51 pm
Anche su repubblica la notizia
http://www.repubblica.it/cronaca/2012/02/08/news/appello_salviamo_i_ciclisti-29546045/?ref=HREC1-62
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Inserito da: Jaaymz - Febbraio 14, 2012, 03:11:15 am
In Italia, e questo non lo scopro certo io, il rispetto per il prossimo è cosa assai lontana dalla cultura civica.

Chi non sta al passo, è il debole, chi non corre e non sfreccia non è meritevole di rispetto.

Giusto ieri sera succede questo: in un tratto abbastanza pericoloso vicino a San Donato (Milano) c'è una rotonda con attraversamenti pedonali poichè le auto la percorrono parecchio forte essendo uno svincolo di uscita/immissione dalla tangenziale.
Di sera, con il buio, per attraversarla uso anche io le striscie pedonali (percorrerla stando sulla carreggiata fidatevi sarebbe una follia) e scendo addirittura dalla bici per rendermi visibile, bè dopo qualche minuti di attesa a lato della strada un auto si ferma per farmi passare e subito dietro due macchinoni irritatissimi iniziano a suonare il clacson come a dire "ma che fai ti fermi con uno sulle strisce che deve attraversare???!!".
Io sono passato ma ecco il paese dove viviamo.
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Inserito da: styopa - Febbraio 15, 2012, 09:44:59 am
http://www.thetimes.co.uk/tto/public/cyclesafety/article3317831.ece

Secondo Scotland Yard le pene per chi uccide pedoni e ciclisti sulle strade devono essere inasprite, fino al carcere a vita.

Riporto alcune frasi significative (magari leggere roba così sui nostri giornali!!)

"Molti casi (di omicidio stradale) vengono considerati  "incidenti"erroneamente, in quanto sono conseguenze di decisioni umane"
"Un incidente stradale è il risultato delle decisioni prese dalle persone"
"I guidatori colpevoli di atti negligenti sulla strada devono ricevere pene più in linea con quelle per omicidio"
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Inserito da: occhio.nero - Febbraio 15, 2012, 12:24:23 pm
segnalo la discussione
?Salviamo i ciclisti?
https://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=842


(http://www.thetimes.co.uk/tto/multimedia/archive/00262/102232937_Cycle_01_262394c.jpg)
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Inserito da: Sbrindola - Marzo 16, 2012, 11:24:53 am


Le città meno adatte per pedalare sono Potenza al Sud e Torino al Nord

MILANO - Il posto ideale per pedalare in Italia ha confini strani: Aosta, Trento, Trieste, Genova, Campobasso e Ancona. Nel 2010, in questi capoluoghi di regione il rischio di morire sulle due ruote è stato pari a zero. Invece, come certifica un rapporto Aci/Istat, bisogna fare molta attenzione se si va in bici a Potenza (tasso di mortalità è di 16,83) L'Aquila (12,67), Torino (4,24), Napoli (3,92) e Palermo (3,71). Non molto meglio va a Firenze (3,52), Roma (3,46), Milano (2,71) e Bologna (2,59). I numeri negli ultimi 10 anni non sono confortanti. Sono morti 2.556 ciclisti e, nel 2010, hanno perso la vita 263 biker . Senza considerare i 14.655 feriti e un rischio medio di mortalità di 1,92. Un dato che desta ancora più preoccupazione se si confronta con le auto (0,77) e gli autobus (0,31).
Questa strage silenziosa non è passata inosservata in Rete che si è trasformata in un megafono al grido di «Salviamo i nostri ciclisti». Un appello alla sicurezza («Cities fit for cyclists») è stato lanciato dal quotidiano inglese Times dopo che una sua giornalista è stata travolta mentre pedalava a Londra per recarsi a lavoro. In Italia, il tam tam è iniziato grazie a una trentina di blogger. È però grazie ai social network che l'appello si diffonde. Specialmente grazie a Facebook (oltre 11.500 iscritti al gruppo «Salviamo i ciclisti») e Twitter (#salviamoiciclisti).

Le proposte spaziano dall'obbligo di installare sensori sonori per segnalare la svolta sui mezzi pesanti alla riduzione del limite di velocità (30 km/h) nelle aree residenziali sprovviste di piste ciclabili sino all'introduzione della materia di sicurezza stradale in bici agli esami di guida. Sul web il movimento non si ferma e si alternano proposte, segnalazioni e sfoghi.

«Vorrei tanto utilizzare la bici per il tragitto casa-lavoro, sono solo 15km - scrive Stefano Sciascia da Roma su Facebook - ma rischio di diventare una sottiletta sotto i camion che popolano la Portuense. Sudo e al lavoro non ho alcuna doccia aziendale. Non c'è un minimo percorso alternativo per evitare strade pericolosissime..». Su Twitter, invece, Lucia Bargione si rivolge al sindaco di Milano Giuliano Pisapia: «Devo andare ancora in bici come Brumotti di Striscia la notizia (ex campione mondiale di Bike trial, ndr ) o facciamo le pisteciclabili?». Intanto, gli appelli della Rete iniziano a trovare sponde istituzionali.

«Un movimento che parte dal basso - spiega Renato Di Rocco, presidente della Federciclo - è efficace più di qualsiasi campagna perché parte da gente motivata. Io sono certo che l'educazione stradale sia la migliore strategia insieme a soluzioni di buon senso come indossare il casco». Anche la Federciclo è impegnata nella prevenzione. «Abbiamo ideato 76 percorsi - prosegue Di Rocco - in spazi chiusi dove i ragazzi possono pedalare in sicurezza». Una speranza viene proprio dai giovani. Il 70 per cento degli acquisti di caschetti viene fatto da minorenni.

«Fanno bene - dice Piero Volpi, responsabile del reparto di traumatologia dell'Istituto Clinico Humanitas di Milano - perché mi occupo sempre di più di casi di ciclisti che subiscono traumi e moltissimi arrivano in ospedale con colpi gravi al cranio. Per questo consiglio di metterlo sempre, ben allacciato, e a qualsiasi età. È una forma di prevenzione importante e considerato il prezzo modesto è un rischio inutile». Il costo medio varia fra i 25 e i 30 euro. In Italia, però, i dati di vendita non sono confortanti. Secondo i dati forniti da Ancma Confindustria si vendono circa 1,8 milioni di biciclette l'anno mentre vengono stimati in 300mila il numero di caschetti comprati dai ciclisti.

Alessio Ribaudo

LINK (http://www.corriere.it/cronache/12_marzo_16/ciclisti-sicuri-da-aosta-campobasso-ribaudo_e8c51e62-6f33-11e1-8ee0-fb515f823613.shtml) all'articolo
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: beaturbano - Marzo 16, 2012, 11:41:31 am
ma non è ovvio che ci sia meno mortalità in città che per conformazione geografica sono meno attraversate da ciclisti urbani?
a campobasso, a genova, ad aosta è tutto un su e giù.
torino è piatta = più ciclisti = più morti.
sto sbagliando?
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Inserito da: alek78 - Marzo 16, 2012, 11:56:49 am
Sarebbe interessante sapere numeratore e denominatore di questi "tassi"...
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: Sbrindola - Marzo 16, 2012, 11:59:54 am
ma non è ovvio che ci sia meno mortalità in città che per conformazione geografica sono meno attraversate da ciclisti urbani?
a campobasso, a genova, ad aosta è tutto un su e giù.
torino è piatta = più ciclisti = più morti.
sto sbagliando?

sicuramente è un'osservazione sensata e non sei l'unico ad averla fatta: mi pare infatti ci sia qualche considerazione del genere anche nei commenti sotto all'articolo, dove si chiede anche di trovare la fonte dei dati. Come spesso accade questo genere di articoli risultano "poveri" in riferimento alla bibliografia.

Non posso fare a meno di notare però che io e te siamo già 2 pedalatori torinesi a cui qualcosa è già capitato.... sfiga nostra o effettiva maggiore incidenza di eventi spiacevoli?
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Inserito da: beaturbano - Marzo 16, 2012, 01:04:27 pm
ma non è ovvio che ci sia meno mortalità in città che per conformazione geografica sono meno attraversate da ciclisti urbani?
a campobasso, a genova, ad aosta è tutto un su e giù.
torino è piatta = più ciclisti = più morti.
sto sbagliando?

sicuramente è un'osservazione sensata e non sei l'unico ad averla fatta: mi pare infatti ci sia qualche considerazione del genere anche nei commenti sotto all'articolo, dove si chiede anche di trovare la fonte dei dati. Come spesso accade questo genere di articoli risultano "poveri" in riferimento alla bibliografia.

Non posso fare a meno di notare però che io e te siamo già 2 pedalatori torinesi a cui qualcosa è già capitato.... sfiga nostra o effettiva maggiore incidenza di eventi spiacevoli?
a me a torino è capitato 2 volte, se per questo  ;D
cmq mi capita di essere in situazioni di pericolo in bici molto più ora che quando usavo la bici solo la domenica. non so se mi spiego  ;)

c'è da dire a onor del vero che la velocità nei viali di torino è molto elevata e quindi è più difficile schivare un pedone o un ciclista (o un'altra auto).
anni fa avevo letto una statistica in cui si equiparavano i danni delle auto nelle varie città: a torino a causa della velocità i tamponamenti erano inferiori di numero ma superiori come entità del danno. a napoli ad esempio c'erano maggiormente microtamponamenti.
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Inserito da: beaturbano - Marzo 16, 2012, 01:10:43 pm
ho letto qualche commento. al corriere ci sono dei risponditori professionisti che appena si parla di più sicurezza per i ciclisti tirano fuori multe per i medesimi, e di conseguenza targhe e assicurazioni. è deprimente leggere che i ciclisti si credono padroni della strada. non lo sono? e se non lo sono chi lo è? la rivoluzione culturale è ben lontana e ho paura che la legge salvaiciclisti quando approderà in parlamento venga arricchita da un po' di emendamenti "salvaleautomobili" e "salvalelobbies"...
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Inserito da: beaturbano - Marzo 20, 2012, 09:53:19 am
a tale proposito segnalo che tale ricerca è nata sotto l'ala dell'ACI dove la A sta per Automobile e le Assicurazioni Generali.

qui l'articolo su Assinews (ppprrrrrr) dove si evince quanto sono buone e lungimiranti queste dame della carità
http://www.assinews.it/articolo.aspx?art_id=7915 (http://www.assinews.it/articolo.aspx?art_id=7915)
dicono di analizzare il problema e proporre la soluzione... che poi è la r-assicurazione che sarai pagato quando ti metteranno sotto, mica la sicurezza e la rieducazione stradale.

e qui un commentino pubblicato su cittainbici
http://cittainbici.it/notizie/444-laci-e-le-assicurazioni-si-interessano-dei-ciclisti.html (http://cittainbici.it/notizie/444-laci-e-le-assicurazioni-si-interessano-dei-ciclisti.html)

Citazione
L?ACI e le Assicurazioni si interessano dei ciclisti
Lunedì 19 Marzo 2012 14:55

Quando ad occuparsi di biciclette sono l?Aci e le assicurazioni c?è di che preoccuparsi. L?attenzione è infatti rivolta sempre al tema dell?incidentalità. Entrambi i rapporti forniscono classifiche, l?ACI su base comunale e le assicurazioni su base regionale.

(http://cittainbici.it/images/stories/acciiii.jpg)

Le città dove si può girare in bicicletta nel modo più sicuro sono, secondo la rilevazione dell?Aci su dati Istat: Aosta, Trento, Trieste, Campobasso, e persino Genova. Mentre per le Assicurazioni Generali le isole felici sono il Molise e l?Abruzzo. Secondo il rapporto Aci, invece, in relazione ai dati del 2010, la città più pericolosa per i ciclisti è Potenza, seguita da L?Aquila, Torino, Napoli e Palermo.

Se quello della strage di ciclisti è un problema serio e pochissimo considerato è altrettanto vero che classifiche di questo tipo, non tenendo conto della percentuale d?uso della bici in relazione all?estensione delle strade nel territorio, alla rete ciclabile e alle misure di ?traffic calming? adottate dalle Amministrazioni, non aggiungono nulla di significativo. Mentre a commento si sprecano frasi allarmistiche del tipo ?girare in bicicletta è più pericoloso che guidare un?automobile visto che i tassi di decesso sono quasi il triplo?.

Le assicurazioni pensano soprattutto a portare nel mercato nuovi prodotti assicurativi di tutela legale per la circolazione stradale. Il ?DAS?, che è una compagnia del gruppo Generali specializzata nella tutela legale, ha effettuato allo scopo lo studio sulla geografia degli incidenti ai ciclisti che rivela che ogni giorno nelle nostre città ci sono 38 incidenti che coinvolgono le bici e che ben dieci avvengono in Lombardia, cinque in Veneto e otto in Emilia Romagna, guarda caso le regioni dove l?uso della bicicletta è più diffuso.

L?Emilia Romagna è la regione con il maggior numero di incidenti in rapporto alla popolazione ( 1 ogni 1314). Il 2010 ha fatto registrare 3024 incidenti in cui sono stati coinvolti ciclisti (il picco, comunque, è stato toccato nel 2008 quando sono finite sull?asfalto 3117 persone). Segue il Veneto con 2008 incidenti nel 2010 (1 ogni 2261 abitanti) e la Lombardia, con 3785 incidenti ( 1 ogni 2194). Nelle regioni ad elevato utilizzo della bicicletta la crescita di incidenti nell?ultimo decennio, è stata particolarmente consistente: si va dal +29% del Veneto al +27% di Lombardia e Lazio, al +23% di Emilia Romagna e Trentino fino al +22% del Piemonte.

Lo studio DAS mostra come dal 2001 al 2010 gli incidenti siano aumentati notevolmente anche in alcune regioni del meridione: (+93%) in Campania (da 92 a 178), incrementati dell?83% in Puglia (da 202 a 369), del 71% in Sicilia (da 156 a 266) e del 52% in Calabria (da 31 a 47).

Si sarebbe tentati di credere che all?aumentare delle persone che scelgono la bici per spostarsi aumentino anche le opportunità di incidenti mentre le Amministrazioni Comunali siano impreparate o impossibilitate per motivi economici ad adeguare le infrastrutture al traffico ciclistico.
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Inserito da: NessunConfine - Giugno 15, 2012, 05:29:10 pm
Citazione
Da Nord a Sud la bici sembra aver catalizzato l’attenzione nazionale. Complice il “caro carburante”, l’arrivo della bella stagione e la voglia di migliorare il proprio stile di vita, oggi 25 milioni di italiani si spostano in città in bicicletta. E non è la bici intesa come svago della domenica, ma come mezzo quotidiano di trasporto.

Un recente studio condotto da Subito.it ha evidenziato come in tutta la penisola sia scoppiata una vera e propria bicicletta mania. Nell’ultimo mese, sul portale online si vende una bici ogni 22 minuti e l’acquisto non è casuale, ma ragionato: il numero medio di pagine consultate dagli utenti che cercano una due ruote equivale a quello di pagine consultate nelle categorie “offerte di lavoro” e “appartamenti”. I modelli più ricercati sono quelli da donna e in cima alla lista dei desideri ci sono le mountain bike seguite dalle bici da corsa (+15% lo scorso maggio). Un trend emergente è quello delle bici elettriche (+25%) in linea con i requisiti della mobilità dolce.

Triveneto ed Emilia Romagna sono le zone dove le persone sono più attive nella ricerca di una bicicletta. Ma proprio l’Emilia è la regione in cui si verificano più incidenti a livello nazionale (1 ogni 1.341 abitanti) e il Veneto è al secondo posto (1/2.261). A seguire c’è la Lombardia (1/2.410) dove Cremona si qualifica come la città più pericolosa (1/1.752) con un incidente ogni due giorni, per un totale di circa 16 al mese, e poi ci sono Lecco, Milano e Brescia (fonte: rielaborazione Das su dati Istat).

Insomma, l’Italia non è una paese per ciclisti. E questo lo si sapeva. Negli ultimi dieci anni ne sono morti 2.500 in strada e questo a causa di incroci pericolosi e della mancanza di piste ciclabili. La speranza è che con la nuova legge promossa dal senatore del Pd Francesco Ferrante sulla spinta della campagna Salvaiciclisti le cose possano - finalmente - cambiare. A beneficio dei ciclisti e della vivibilità urbana più in generale.
Fonte: http://gogreen.virgilio.it/news/green-trends/bici-boom-acquisti-incidenti-emilia-record_6855.html (http://gogreen.virgilio.it/news/green-trends/bici-boom-acquisti-incidenti-emilia-record_6855.html)
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Inserito da: catorcio - Luglio 25, 2012, 02:08:55 pm
come mai con tutti questi morti non ho mai sentito di una protesta seria dei ciclisti?(quella protesta a cui non si puo dire di nò,o fare finta di niente) cosa aspettimo? di battere il record?.
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Inserito da: Jimmy - Luglio 25, 2012, 02:38:58 pm
come mai con tutti questi morti non ho mai sentito di una protesta seria dei ciclisti?(quella protesta a cui non si puo dire di nò,o fare finta di niente) cosa aspettimo? di battere il record?.

Catorcio, una forma di protesta, se vuoi è l'atto di aderire alla Fiab, a #salvaciclisti e ogni qualvolta saliamo in sella, pedaliano e ci facciamo accorgere facendo sentire la nostra voce agli altri utenti della strada....aggiungi altre iniziative ovviamente^
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Inserito da: catorcio - Luglio 26, 2012, 11:22:01 am
come mai con tutti questi morti non ho mai sentito di una protesta seria dei ciclisti?(quella protesta a cui non si puo dire di nò,o fare finta di niente) cosa aspettimo? di battere il record?.

Catorcio, una forma di protesta, se vuoi è l'atto di aderire alla Fiab, a #salvaciclisti e ogni qualvolta saliamo in sella, pedaliano e ci facciamo accorgere facendo sentire la nostra voce agli altri utenti della strada....aggiungi altre iniziative ovviamente^
secondo mè facendo cosi battiamo ancora il record! io intendo una protesta da ricordare es. bloccare le strade,le autosstrade,ecc.
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Inserito da: beaturbano - Luglio 26, 2012, 12:59:55 pm

siamo un po' ot, comunque le azioni simboliche vengono già messe in atto ma i cambiamenti veri ci saranno quando ci sarà un'elevazione culturale. la direzione di lavoro dovrebbe essere questa, tutti i giorni, civilmente, in modo leggero ma inesorabile, dando il buon esempio e rispettando se stessi e gli altri e aspirando ad una società di qualità.
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Inserito da: occhio.nero - Luglio 26, 2012, 02:24:29 pm
rilassiamoci e utilizziamo gli smile.  ;)
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Inserito da: bikediablo - Luglio 26, 2012, 05:55:51 pm
come mai con tutti questi morti non ho mai sentito di una protesta seria dei ciclisti?(quella protesta a cui non si puo dire di nò,o fare finta di niente) cosa aspettimo? di battere il record?.

Veramente di proteste ne sono state fatte, non so di dove sei, ma a Roma ne sono state fatte tantissime (http://ciclomobilisti.forumfree.it/?t=43892660) anche in passato (https://picasaweb.google.com/magociclo/MobilityDai20092008) fu creato addirittura il coordinamento DTSM (http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&ved=0CFIQFjAA&url=http%3A%2F%2Fwww.ditrafficosimuore.org%2F&ei=tGgRULPvDIyMswbohICwAg&usg=AFQjCNExUlYOrwmm-JiTfukTuz3uzLP49Q), alcune hanno anche portato ad un maggior dialogo con l'amministrazione... ma il problema di fondo rimane la mentalità di chi guida, qualunque mezzo guidi se lo fai senza renderti conto non c'è nulla da fare. in questi giorni sono morti ciclisti, ma anche pedoni, scooteristi ed automobilisti...
Non c'è legge che tenga , oltre alle sanzioni,  ci vuole un grosso lavoro di recupero di consapevolezza individuale
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Inserito da: catorcio - Luglio 26, 2012, 08:17:23 pm
come mai con tutti questi morti non ho mai sentito di una protesta seria dei ciclisti?(quella protesta a cui non si puo dire di nò,o fare finta di niente) cosa aspettimo? di battere il record?.

Veramente di proteste ne sono state fatte, non so di dove sei, ma a Roma ne sono state fatte tantissime (http://ciclomobilisti.forumfree.it/?t=43892660) anche in passato (https://picasaweb.google.com/magociclo/MobilityDai20092008) fu creato addirittura il coordinamento DTSM (http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&ved=0CFIQFjAA&url=http%3A%2F%2Fwww.ditrafficosimuore.org%2F&ei=tGgRULPvDIyMswbohICwAg&usg=AFQjCNExUlYOrwmm-JiTfukTuz3uzLP49Q), alcune hanno anche portato ad un maggior dialogo con l'amministrazione... ma il problema di fondo rimane la mentalità di chi guida, qualunque mezzo guidi se lo fai senza renderti conto non c'è nulla da fare. in questi giorni sono morti ciclisti, ma anche pedoni, scooteristi ed automobilisti...
Non c'è legge che tenga , oltre alle sanzioni,  ci vuole un grosso lavoro di recupero di consapevolezza individuale
a mè non me ne frega di mentalitò, leggi ,ecc. può sempre capitare un errore,o una disattenzioni, io pretendo che le macchine ,mezzi pesanti,ecc, non entrino in contatto con le biciclette, pedoni, ecc.
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Inserito da: NessunConfine - Luglio 26, 2012, 09:48:37 pm
come mai con tutti questi morti non ho mai sentito di una protesta seria dei ciclisti?(quella protesta a cui non si puo dire di nò,o fare finta di niente) cosa aspettimo? di battere il record?.

Veramente di proteste ne sono state fatte, non so di dove sei, ma a Roma ne sono state fatte tantissime (http://ciclomobilisti.forumfree.it/?t=43892660) anche in passato (https://picasaweb.google.com/magociclo/MobilityDai20092008) fu creato addirittura il coordinamento DTSM (http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&ved=0CFIQFjAA&url=http%3A%2F%2Fwww.ditrafficosimuore.org%2F&ei=tGgRULPvDIyMswbohICwAg&usg=AFQjCNExUlYOrwmm-JiTfukTuz3uzLP49Q), alcune hanno anche portato ad un maggior dialogo con l'amministrazione... ma il problema di fondo rimane la mentalità di chi guida, qualunque mezzo guidi se lo fai senza renderti conto non c'è nulla da fare. in questi giorni sono morti ciclisti, ma anche pedoni, scooteristi ed automobilisti...
Non c'è legge che tenga , oltre alle sanzioni,  ci vuole un grosso lavoro di recupero di consapevolezza individuale
a mè non me ne frega di mentalitò, leggi ,ecc. può sempre capitare un errore,o una disattenzioni, io pretendo che le macchine ,mezzi pesanti,ecc, non entrino in contatto con le biciclette, pedoni, ecc.
Eppure dovrebbe fregartene della mentalità e delle leggi, per ottenere una separazione fra un veicolo a motore ed una bicicletta tale da non consentire pericolo per il ciclista e ne tanto meno per la carrozzeria del buon automobilista serve una mentalità ed una consapevolezza generale in grado di saper riconoscere il problema e secondariamente leggi che consentano di applicare le dovute separazioni.  ;)
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: catorcio - Luglio 26, 2012, 11:48:49 pm
come mai con tutti questi morti non ho mai sentito di una protesta seria dei ciclisti?(quella protesta a cui non si puo dire di nò,o fare finta di niente) cosa aspettimo? di battere il record?.

Veramente di proteste ne sono state fatte, non so di dove sei, ma a Roma ne sono state fatte tantissime (http://ciclomobilisti.forumfree.it/?t=43892660) anche in passato (https://picasaweb.google.com/magociclo/MobilityDai20092008) fu creato addirittura il coordinamento DTSM (http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&ved=0CFIQFjAA&url=http%3A%2F%2Fwww.ditrafficosimuore.org%2F&ei=tGgRULPvDIyMswbohICwAg&usg=AFQjCNExUlYOrwmm-JiTfukTuz3uzLP49Q), alcune hanno anche portato ad un maggior dialogo con l'amministrazione... ma il problema di fondo rimane la mentalità di chi guida, qualunque mezzo guidi se lo fai senza renderti conto non c'è nulla da fare. in questi giorni sono morti ciclisti, ma anche pedoni, scooteristi ed automobilisti...
Non c'è legge che tenga , oltre alle sanzioni,  ci vuole un grosso lavoro di recupero di consapevolezza individuale
a mè non me ne frega di mentalitò, leggi ,ecc. può sempre capitare un errore,o una disattenzioni, io pretendo che le macchine ,mezzi pesanti,ecc, non entrino in contatto con le biciclette, pedoni, ecc.
Eppure dovrebbe fregartene della mentalità e delle leggi, per ottenere una separazione fra un veicolo a motore ed una bicicletta tale da non consentire pericolo per il ciclista e ne tanto meno per la carrozzeria del buon automobilista serve una mentalità ed una consapevolezza generale in grado di saper riconoscere il problema e secondariamente leggi che consentano di applicare le dovute separazioni.  ;)
per fare delle strade per bici o separare le ciclabili con un rialzo non credo che servano leggi nuove, se aspetti che si cambi la mentalità senza essere costretti ti garantisco che non faremo in tempo a vederlo.
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: bikediablo - Luglio 31, 2012, 11:43:05 am
per fare delle strade per bici o separare le ciclabili con un rialzo non credo che servano leggi nuove, se aspetti che si cambi la mentalità senza essere costretti ti garantisco che non faremo in tempo a vederlo.

Per fare quello che dici tu ci vogliono soldi, soldi che non ci sono, quindi intanto dobbiamo preoccuparci (noi ma anche i pedoni ed gli altri utenti della strada) che si recuperi la coscienza della pericolosità. altrimenti visto quello che succede ai guardrail non ti salva nemmeno il rialzo.
Comunque ti dico la verità uno che prima chiede se sono state fatte azioni e poi risponde: "a mè non me ne frega di mentalitò, leggi" per me è uno che guarda solo al proprio orticello come fanno purtroppo tutti quelli che dicono: "dovete stare sulla ciclabile"
Mi spiace aver perso tempo a risponderti.
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: occhio.nero - Luglio 31, 2012, 07:05:48 pm
Mi spiace aver perso tempo a risponderti.

invece secondo me hai fatto benissimo.
Stimoliamo la discussione. Non c'è  niente di scontato.
L'importante è mantenere la disponibilità ad un  dialogo sereno.
 ;)
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: NessunConfine - Settembre 08, 2012, 11:17:02 am
Citazione
Bologna, 7 settembre 2012 - Si dice spesso che girare in bicicletta a Bologna sia pericoloso. E, in effetti, nel 2011 sono aumentati sia gli incidenti sia i feriti sulle due ruote. Ma nella maggioranza dei casi, la colpa e? di chi pedala. A metterlo in luce e? l?Ufficio statistica del Comune, nel report sull?incidentalita? stradale a Bologna nel 2011.

Rispetto ai veicoli coinvolti nei sinistri con infortunati, l?aumento piu? consistente riguarda il numero di biciclette incidentate (+33% ovvero 63 in piu? rispetto al 2010). In netta crescita anche il numero di feriti tra chi pedala, 60 in piu? rispetto al 2010 (+35%), cosi? come e? stato registrato un morto in piu? tra i ciclisti l?anno scorso. In totale, le biciclette coinvolte in incidenti stradali con lesioni nel 2011 sono state 252, ?in forte crescita rispetto al 2010?, segnala il Comune. Sempre da Palazzo D?Accursio sottolineano che ?dall?analisi delle circostanze? del sinistro, ?solo per il 35% degli incidenti si deduce un comportamento completamente corretto del ciclista. Negli altri casi invece ne viene evidenziata una scorrettezza?.

Ad esempio, sono 26 i casi di mancata precedenza, andatura contromano o di mancato rispetto dei divieti di transito, di accesso o del semaforo. ?Ma la circostanza piu? comune - si legge ancora nel report - e? la guida distratta o l?andamento indeciso che viene attribuita a ben 108 ciclisti, pari al 42,9%?. Il mese piu? critico per i ciclisti a Bologna e? stato maggio, con 33 incidenti, mentre gli orari peggiori si sono rivelati quelli (dalle 9 alle 12) con 61 incidenti e del pomeriggio (dalle 15 alle 18) con 49 incidenti. Il 66% dei ciclisti incidentati e? uomo, l?eta? media intorno ai 45 anni: 11 sono minorenni, 59 tra i 18 e i 29 anni; 116 tra i 30 e i 64 anni; 57 sono over65 e 12 gli ultraottantenni.

Un capitolo a parte lo meritano i pedoni coinvolti in incidenti stradali a Bologna nel 2011. In totale sono stati 344 (+1,8%) con un?eta? media di 47 anni: il 30% pero? ha piu? di 65 anni (104 persone, di cui 32 over 80) e l?11,6% sono minorenni. Sono quattro i pedoni che hanno perso la vita, ?il dato piu? basso registrato negli ultimi 20 anni?, segnala il Comune. Ma ben tre su quattro erano anziani con piu? di 70 anni.  I pedoni deceduti rappresentano nel 2011 il 20% dei morti per incidenti stradali a Bologna. Il mese in cui sono stati investiti piu? pedoni e? stato febbraio (39 incidenti), seguito da marzo (37), mentre la fascia oraria peggiore e? quella del rientro serale, dalle 18 alle 21 (82 investimenti). Stando alle circostanze degli incidenti, risulta che nel 54% dei casi il pedone ha avuto comportamenti corretti. Negli altri casi, il 31,5% degli investimenti e? invece avvenuto per l?attraversamento della strada fuori dalle strisce o senza rispettare i segnali.

Per quanto riguarda invece i veicoli che hanno investito i pedoni (nel 65% si tratta di auto), il comportamento scorretto del conducente e? stato riscontrato nel 55%. In particolare, il 40% degli investimenti e? avvenuto per non aver dato la precedenza al pedone sulle strisce. Tra l?altro, la maggior parte dei pedoni e? stata investita in un tratto rettilineo di strada. Per quanto riguarda gli altri mezzi, e? in crescita il numero di autobus (+8,5%) e di moto (+12,2% ovvero 88 in piu?) coinvolti in sinistri, mentre calano gli scooter (-12,8% ovvero 44 in meno). In aumento le persone rimaste ferite sugli autobus (+24,6%) e in crescita anche i feriti su ciclomotori o motocicli (+6,4%). Calano invece i feriti sulle auto (-1,5%). I morti su scooter e moto sono scesi da 11 a sei, cinque i deceduti in auto (uno in piu?).
fonte: http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/2012/09/07/768886-aumento-incidenti-biciclette.shtml

Da leggere in particolare i commenti sul sito linkato
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: DJ - Settembre 08, 2012, 12:06:59 pm
Ho visto i commenti sul sito..che dire, c'è chi difende a spada tratta i ciclisti e chi difende a spada tratta gli automobilisti e incolpa i ciclisti di essere dei vandali della strada e di non rispettare le regole.
Secondo me vale sempre la regola "in medio stat virtus": la colpa degli incidenti è dovuta in alcuni casi agli autmobilisti, e in altri ai ciclisti, e in altri ancora ad entrambi.
Mi spiego meglio: dove mancano le ciclabili ovvio che il ciclista dove va? o sulla strada rischiando di essere travolto o sul marciapiede prendendosi gli accidenti dei pedoni. Ovvio che sulla strada il ciclista deve fare i conti con le auto..e spesso guidare con auto che sfrecciano da ogni dove è rischioso..senza contare che le auto o non si accorgono dei ciclisti o li vedono tardi o non li considerano sprezzanti nella loro scatola di metallo. In più, la diseducazione di entrambi gli utenti della strada è tanta: vedo molti ciclisti non rispettare i semafori, zigzagare, andare troppo veloce e per di più quando sono sulla ciclabile molti li vedo sfrecciare contromano, e di sera senza segnalazioni luminose. Penso che se da una parte il comune cittadino debba ripensare la città a misura di pedoni e di ciclisti fornendo loro i mezzi per spostarsi incluse le ciclabili e i marciapiedi adeguati, dall'altra no debba venire meno il senso di responsabilità di chi esce in strada: che sia pedone, ciclista o autista. Quindi rispettare ciascuno le sue regole e ricordarsi degli altri: non si è soli in strada e non si è casa propria. Rispetto e altri sono due parole che ci si dimentica molto frequentemente..
p.s. un mese fa di sera ero sulla ciclabile (in bici) : una signora straniera guidava contromano senza luci e guardava le vetrine dei negozi; risultato: le ho suonato, mi sono spostata preventivamente per evitare l'impatto ma lei è caduta comunque a terra in quanto si è accorta all'ultimo che c'ero anche io e ha frenato di botto. mi son fermata e le ho chiesto se stava bene; nessuna risposta, anzi, tirava degli accidenti a destra e a manca. A questo punto le ho solo detto "lei guidava contromano, senza luci e guardava da un'altra parte; purtroppo se l'è cercata" e me ne sono andata.
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Inserito da: Jimmy - Settembre 08, 2012, 03:01:58 pm
...e non ti ha neanche ringraziato per la premura che le hai dimostrato essendoti fermata per assicurarti della sua incolumità?...io con gesto lento ma deciso, l'avrei aiutata d'alzarsi MA al contempo le avrei sgonfiato le gomme dalle valvole....buahahehehhahaa :P :-X
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Inserito da: DJ - Settembre 08, 2012, 03:12:55 pm
Le ho chiesto due volte come stava ma non mi ha considerato, ha solo tirato accidenti. A quel punto mi stava salendo l'incazzo, ed essendo dotata di bici proprio per sfuggire anche agli incazzi causati dal traffico, le ho detto quella frase e son venuta via.
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Inserito da: Madeira - Settembre 08, 2012, 07:13:56 pm
Ogni giorno mi convinco sempre di più che le nostre piste ciclabili sono come le strade  in India: ci trovi qualsiasi cosa, qualcuno va a destra, qualcuno a sinistra e tutto il resto al centro!
Ciao
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: Hopton - Settembre 08, 2012, 09:14:36 pm
Ogni giorno mi convinco sempre di più che le nostre piste ciclabili sono come le strade  in India: ci trovi qualsiasi cosa, qualcuno va a destra, qualcuno a sinistra e tutto il resto al centro!
Ciao
Qualcuno si mette anche simpaticamente di traverso fermo, ad esempio una macchina della polizia su una ciclabile di Monza. Peccato che non ho documentato con una foto...
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: Jimmy - Settembre 09, 2012, 11:45:48 am
questa la DEVO condividere: ieri sera stavo seguendo un itinerario ciclabile che ho trovato su di un libro e ad un certo punto sono sbucato sulla cilcabile fatta con sanpietrini (paticolare!) in zona Moscova a Milano, parallela a corso garibaldi...ebbene: davanti a me vedo 2 fanali rossi e non erano 2 bici che andavano parallele, ma una sola macchina che procedeva sull apista ciclabile :o
vabbè: volevo raggiungerlo x conoscere il pilota ma poi ha accelerato ed è tornato in strada....ho fatto dietrofront, perchè la strada che dovevo prendere l'avevo superata e cosa mi trovo davanti?...altre 2 fari bianchi (ora Sì che saranno 2 bici parallele)..no...1 altra macchina ceh andava sulla pista: questo non potevo farmelo sfuggire....gli vado incontro mi fermo e con gesto eloquente della mano gli faccio capire..ma dove stai andando?!?!...questo apre la portiera e dice: "eh...ho seguito l'altra macchina e mi son trovato quà...mi fai la multa ora?" con fare da bullo...al kè io: "questa è una ciclabile, e la multa x stasera non la prende xkè non sono in divisa...la prossima volta invece di seguire come una pecora, faccià ballà l'oech (x i non milanesi: fai ballare l'occhio, stai attento) ai cartelli e ai disegni sull'asfalto, la saluto"... e son stato costretoo a deviare sulla strada....ora penso che sarebbe opportuno mettere dei panettoni all'entrata di questa pista no?
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Inserito da: Ragadorn - Settembre 10, 2012, 11:26:43 am
Bello se da domani all'ingresso della pista trovi il cartello pista ciclabile e anche carrabile ::)
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Inserito da: Jimmy - Settembre 10, 2012, 12:19:24 pm
in tal caso....potrei lottare duramente con l'educazione impartitami dai miei genitori e contro il senso civiso: potrei porre fine alla vita di quel cartello!
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Inserito da: bromptonian - Ottobre 31, 2012, 11:24:03 am
Oggi sul sito di Repubblica ho buscato questo articolo allarmistico-allarmante dove si omette di calcolare l'aumento reale degli incidenti, ovvero la percentuale degli aumenti calcolata rispetto all'aumento della percentuale dei ciclisti (ovvero: se sulle strade sono raddoppiati i ciclisti è purtroppo fisiologico che salga anche il numero di incidenti visto che le condizioni in cui si pedala in città sono rimaste sostanzialmente invariate...):



Per chi pedala è ormai allarme rosso. E' questo infatti il dato più preoccupante sull'analisi degli incidenti stradali appena diffusi dall'Istat e dall'Aci: "il problema bici". In Italia, infatti, si muore più in bicicletta che sul ciclomotore: +7,2% rispetto al 2010 e + 11,7% di feriti. Il che significa che le biciclette rappresentano il terzo veicolo, dopo autovetture e motocicli, con il maggior numero di conducenti morti. Una situazione che non può più essere ignorata.

Così c'è poco di che essere ottimisti per il fatto che nel 2011 ci sono stati meno incidenti (-2,7%), morti (-5,6%) e feriti (-3,5%) o per il fatto che l'Italia fa meglio della media europea (14ma in UE:- 45,6%): fra l'altro l'obiettivo UE 2010 non è stato raggiunto nemmeno quest'anno. In numeri assoluti significa che nel 2011 ci sono stati 205.638 incidenti con 3.860 morti e 292.019 feriti.

Per quanto riguarda l'impressionante mole dei dati, rimandiamo al documento ufficiale, che qui pubblichiamo integralmente, ma è chiaro che molto (moltissimo nel caso delle biciclette) c'è ancora da fare. Come spiega lo stesso presidente dell'Automobile Club d'Italia, Angelo Sticchi Damiani: "I dati dimostrano come le nostre strade diventino ogni anno più sicure  ma c'è ancora tanto da fare: gli incidenti derivano da una scarsa cultura degli utenti della strada e ACI ha definito

  un sistema di formazione continua con nuovi programmi per il conseguimento della patente, corsi di guida sicura, attività di educazione dei genitori per l'uso dei seggiolini, servizi specifici per le utenze deboli. Va poi sottolineato che i sinistri sono diminuiti del 22% in 10 anni ma le tariffe rc-auto non hanno seguito lo stesso andamento. Per consentire un ribasso delle polizze, ACI ha presentato al Governo un progetto di legge in grado di ridurre del 40% i costi a carico delle famiglie, contrastando soprattutto il fenomeno delle frodi: speriamo veda presto la luce".

Dal punto di vista statistico poi va segnalato il rafforzamento dell'impegno dell'Istat che sta - finalmente - cercando di colmare il gap con gli altri Paesi Europei: "Quest'anno - dice il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini - ha visto il consolidamento del modello organizzativo decentrato istituito con il protocollo di intesa nazionale ed è stata rafforzata la collaborazione con tutti gli organi di rilevazione territoriali. Su queste basi costruiremo una nuova architettura di indagine che entro il 2015 dovrà portare alla realizzazione di un "sistema unico" di acquisizione dei dati in accordo con il processo di digitalizzazione già avviato".  Il miglioramento è tangibile, anche se c'è ancora molto da fare sul fronte della tempestività: siamo comunque dovuti arrivare a fine anno per vedere i dati degli incidenti del 2011.

Stesso discorso (sul non cullarci sugli allori) da parte di Aldo Minucci, Presidente della Fondazione ANIAper la Sicurezza Stradale: "Un anno fa l'Italia era l'unico paese dell'Europa a 27 in cui si registravano più di 4mila morti sulle strade. Il dato di 3.860 morti del 2011, che consente al nostro Paese di scendere al di sotto di questa "soglia psicologica", è sicuramente positivo, ma non possiamo ritenerci soddisfatti".

Mentre Giordano Biserni, presidente dell'Asaps, spiega che "Sul numero di feriti non si può più andare avanti a considerare allo stesso modo i feriti da colpi di frusta - peraltro spesso falsi... con quelli gravi che finiscono in ospedale in prognosi riservata". "E la stessa normativa europea prevede di fare una distinzione fra i due tipi di feriti - aggiunge Stefano Guarnieri, presidente della associazione Lorenzo Guarnieri - ma solo tre paesi non hanno recepito questa norma". Indovinate l'Italia in quale parte della lista sta...



Fonte: http://www.repubblica.it/motori/auto/sezioni/sicurezza/2012/10/31/news/incidenti_stradali-45603035/?ref=HREC1-11

Link interno al documento ufficiale sugli incidenti: http://download.repubblica.it/motori/pdf/rapportocompletoaci.pdf
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: NessunConfine - Novembre 15, 2012, 02:01:55 pm
(http://graphics8.nytimes.com/images/2009/08/04/nyregion/ghostbike1-480.jpg)

Articolo di: bicisnob

Il dibattito sulla sicurezza stradale di chi si sposta in bici è spesso parziale, ispirato da una lettura approssimativa delle statistiche e delle esperienze disponibili o, peggio, muove le mosse da pregiudizi fondati su una serie di luoghi comuni alimentati dai media o da scaltri e interessati addetti ai lavori.

Proviamo allora insieme a fare una macabra previsione: tra un mese esatto è il tuo turno, tocca a te morire in un incidente stradale mentre stai pedalando sulla tua bicicletta. Però sei fortunato. Prima del fattaccio ti viene data l’opportunità di cambiare le regole che governano la mobilità e, se fai le scelte giuste, se riesci almeno a dimezzare il rischio di incidentalità stradale nella tua città – puoi sperare di sopravvivere. Hai fatto tutti i riti apotropaici del caso? Bene, procediamo.

1) La tua scelta è la protezione passiva. Dunque da ora in poi indossi il casco. Risultato: sei morto! La specifica norma comunitaria che definisce i requisti degli elmetti per biciclette, skateboard e pattini (omologazione EN 1078) prevede che i caschi garantiscano un’apprezzabile protezione solo fino a velocità d’impatto di 25/30 chilometri orari.

2) La tua scelta è farti vedere. Dunque da ora in poi riempi te stesso e la bici di luci e catarifrangenti. Risultato: sei morto! La quasi totalità degli incidenti che coinvolgono i ciclisti avvengono di giorno, in condizioni di luminosità spesso ottimali. Degli ultimi dieci omicidi stradali di un ciclista, uno solo si è verificato al crepuscolo, gli altri sono avvenuti di mattina o nel primo pomeriggio.

3) La tua scelta è la tolleranza zero nei confronti di ubriachi e drogati. Risultato sei morto! Anzi sei morto due volte! Prima che gli effetti di pene più severe facciano sentire i loro effetti sulla sicurezza stradale, il tuo mese è passato e tu fai in tempo a partecipare al tuo funerale e pure a varie cerimonie annuali alla memoria. E poi il tuo obiettivo qual è? Vendicare la tua morte o sopravvivere? Inoltre, bisogna leggere con attenzione le cifre: l’ultima volta che Aci e Istat hanno analizzato statisticamente il fenomeno (nel 2008) è stato rilevato che gli incidenti con morti e feriti  imputabili a un alterato stato psico-fisico del conducente sono il 3,12 per cento del totale. Si tratta, approssimativamente, di 135 casi su 3.860. La quasi totalità delle vittime della strada è provocata da persone in pieno possesso delle proprie facoltà mentali.

(http://bicisnob.files.wordpress.com/2012/11/la-stampa-1966.jpg)
La Stampa, 14 Novembre 1966
4) La tua scelta è la sensibilizzazione e la promozione di un cambiamento culturale. Risultato: sei morto! Dal 1946 a oggi sono state uccise da incidenti stradali 481.000 persone, circa 40.000 in più rispetto alle vittime italiane della seconda Guerra Mondiale. E’ dagli anni Sessanta, dalla motorizzazione di massa, che si parla di promuovere campagne di educazione a partire dai più piccoli, dalle scuole. Non dico che non vada fatto, ma anche ammesso che partisse ora un progetto serio ed efficace, prima di vedere risultati apprezzabili serviranno diverse generazioni e altre migliaia di funerali oltre al tuo.

5) La tua scelta sono le piste ciclabili. Risultato: sei morto! La via infrastrutturale verso la sicurezza e la ciclabilità è impraticabile per tantissimi motivi.  A parte i soldi, è tecnicamente impossibile, ad esempio, realizzare una ciclabile in ognuno dei 68.267 chilometri che costituiscono la sola viabilità ordinaria all’interno dei comuni capoluogo. E anche se fosse possibile, considerando il ritmo di crescita delle ciclabili urbane nell’ultimo ventennio, servirebbero 649 anni e mezzo per assicurare  una rete completa di strade riservate alle due ruote. Se non t’ha ammazzato prima l’incidente, fai in tempo a morire tu e tutta la tua progenie prima di vedere qualcosa di decente.

6) La tua scelta è la messa in sicurezza delle strade, delle rotatorie, della pavimentazione stradale, dell’illuminazione notturna. Risultato: sei morto! Il pessimo stato delle infrastrutture o la loro inadeguatezza (buche, scarsa illuminazione, rotatorie malprogettate…), sempre secondo le statistiche, è responsabile di una percentuale di incidenti compresa tra lo 0,4 e il 2,3%.

7) La tua scelta è affidare il tuo destino agli amministratori pubblici, perché sono più competenti di te. Risultato: sei morto! Anzi, ma dove vivi? Tu chiedi sicurezza ai sindaci, agli amministratori pubblici, al Parlamento e al Governo e loro ti rispondono che il loro obiettivo al 2020 o al 2030 o al 2050 è… Ma tu hai un mese di tempo, mica puoi aspettare il 2020!
(http://bicisnob.files.wordpress.com/2012/11/comune-firenze.jpg?w=314&h=248)

Hai esaurito le tue sette vite da gatto e io devo ancora sgombrare il campo da alcuni potenziali equivoci. Bisogna usare il casco, utilissimo soprattutto se cadi da solo, girare al buio senza luci è istigazione a delinquere, è gravissimo che si possa ammazzare la gente guidando ubriachi e rischiando solo una sonora tirata d’orecchi, bisogna stimolare un cambiamento culturale in questo Paese ed esigere un’azione serie e concreta da parte della classe politica (e non solo rispetto al codice della strada), vanno fatte le ciclabili lungo quelle arterie dove proprio è impossibile garantire una convivenza armoniosa tra vari mezzi di trasporto, bisogna eliminare le trappole presenti nel manto stradale, nelle rotatorie ad alcuni incroci… Bisogna fare tutto questo, però… Però, osservando analiticamente e scientificamente le cause degli incidenti bisogna essere consapevoli che tutto questo può ottimisticamente portare a una riduzione del 6-8& della mortalità. I 282 ciclisti morti ogni ‘anno potrebbero cioè diventare 260. E tu, purtroppo, sei tra quei 260, perché quei 260 non sono vittime delle buche, del buio, di un alcolizzato, ma del mancato rispetto del semaforo o di una precedenza (20%), della guida pericolosa, di una distrazione o del sorpasso azzardato (25,3), di manovre irregolari, del mancato rispetto della distanza di sicurezza, di un’inversione a U (28,2%). E alla guida ci sono persone che nel 97% dei casi sono nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali.

Visto che qualunque sia la causa di un incidente è la velocità (nel 100% dei casi) a determinare la gravità delle conseguenze bisogna per prima cosa agire sulla velocità dei veicoli. Bisogna spiegare agli amministratori pubblici che va ridotta a 30 kmh la velocità nei centri abitati e che va fatto adesso, nell’interesse dei ciclisti, dei pedoni, dei motociclisti, degli automobilisti. Ma non basta. Bisogna capire che gli standard attuali della mobilità non sono la normalità, che è assurdo che il 72% della popolazione si sposti in automobile per fare percorsi che nel 70% dei casi oscillano tra i 1000 metri e i 7 chilometri.

Un’ultima cosa. E’ ovvio, mi auguro che non sia tu a lasciarci le penne. Però io e te dobbiamo sapere, dobbiamo saperlo tutti, che nei 30 giorni che avevi a disposizione per cambiare le regole del gioco 23 persone in bici moriranno davvero, uccise dall’impatto con un veicolo a motore.

fonte: http://bicisnob.wordpress.com/2012/11/15/se-domani-tocca-a-te-morire-in-un-incidente-stradale/
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Inserito da: sim1 - Novembre 15, 2012, 02:08:10 pm
E' un'analisi fantastica.

La matematica non è un'opinione, ma la matematica è un'opinione pubblica quando leggi articoli di vario genere del tipo: "Fiume Killer" o cose così.

Saluti.
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: bromptonian - Novembre 15, 2012, 06:19:01 pm
Si potrebbe proporre lo stesso articolo, con la stessa forma (ma cifre diverse) parlando di: morti di autisti o occupanti di un veicolo, morti perché si è pedoni, morti di casalinghe fulminate da elettrodomestici o cadute da scale per pulire i vetri, morti di infarto tra chi ha i trigliceridi alti, morti di sonno, e la lista potrebbe essere infinita...
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: NessunConfine - Dicembre 08, 2012, 08:20:33 pm
Uno studio della University College London (UCL ) dimostra che muoversi in bicicletta è quasi cinque volte più sicuro che guidare, almeno per i ragazzi sotto i ventun anni.

I ricercatori hanno esaminato i ricoveri ospedalieri e i decessi in Inghilterra di pedoni, ciclisti e conducenti, su un periodo di due anni, valutandoli per gruppi di età e sesso. Lo studio ha evidenziato che i rischi sono simili per gli uomini dai 21 ai 49 anni, a prescindere dal mezzo scelto, mentre per i giovani dai 17 ai 20 anni la bici è più sicura di un’auto. I gruppi più a rischio negli spostamenti risultano gli autisti maschi dai 17 ai 20 anni, i ciclisti maschi con più di 70 anni e le donne con più di 70 anni che si spostano a piedi.

I ricercatori hanno utilizzato i dati del National Transport Survey ma esaminando, per la prima volta, la sicurezza dei trasporti in base al tempo trascorso usando un veicolo e non alle distanze percorse. La squadra ha anche confrontato i dati inglesi con quelli dei Paesi Bassi, notoriamente bike-friendly, riscontrando risultati simili.

Jennifer Mindell, principale autrice dello studio, si augura che la ricerca sfati l’idea che i rischi d’incidente siano maggiori per i ciclisti che per conducenti e pedoni, incoraggiando invece l’uso della bicicletta, mezzo salutare ed ecologico.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Plos One e si affianca a un recente studio pubblicato da Lancet sull’uso della bicicletta e il camminare, che individua invece un altro beneficio: quello economico. La scelta della bici, infatti, fa risparmiare alla sanità pubblica inglese circa 17 miliardi di sterline l’anno.

Studio della UCL sulla rivista Plos One: http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0050606

fonte: http://oggiscienza.wordpress.com/2012/12/07/bici-piu-sicura-per-i-piu-giovani/
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: NessunConfine - Febbraio 05, 2013, 02:42:56 pm
Bici-moto, sorpasso storico: La bicicletta è più pericolosa

(http://static.guim.co.uk/sys-images/Environment/Pix/columnists/2010/3/23/1269349045637/Bike-Blog--Warning-road-s-002.jpg)

Colpo di scena: la bici diventerà nel 2013 il mezzo più pericoloso di tutti, più della moto, visto che già oggi (fonte Istat) ha superato i motorini. I dati arrivano da una ricerca dell'Asaps, associazione amici polizia stradale, realizzata in esclusiva per Repubblica. it, e dimostrano quello che tutti gli esperti di mobilità e tutte le associazioni di ciclisti temevano da tempo: l'incuria e la scarsa attenzione ai problemi di chi pedale porterà, entro l'anno, a una situazione paradossale.
 
IL COMMENTO - di ANGELO MELONE

Secondo l'Osservatotorio il Centauro-ASAPS sulla pirateria stradale  nel 2012  al 20 dicembre (unici dati esistenti per l'anno corrente) su 925 episodi gravi di pirateria, 134 hanno coinvolto le bici  nei quali 22 ciclisti sono stati ammazzati e 126 hanno riportato serie ferite
 
Nell'intero 2011 gli episodi di pirateria nei quali sono stati travolti dei ciclisti erano stati: 107 e in tutto ed avevano causato 16 morti a 100 feriti. Se ne desume che nel 2012 l'incremento delle piraterie fra i soli ciclisti (al 20 dicembre 2012, poi si vedrà a fine anno ) è del 25,5%, quello dei morti è del +37,5%, e dei feriti è +26%
 
Sempre secondo l'Osservatorio il Centauro-ASAPS sugli incidenti ai bambini nel 2012 (sempre al 20 dicembre)  su 771 incidenti che hanno causato 57 morti e 896 feriti, 4 bimbi
sono morti con la bici e 93 hanno riportato lesioni importanti. E nel 2011 i bambini che hanno perso la vita in bici erano  stati 5 (uno in più) e quelli feriti erano stati 76, 17 in meno rispetto al 2012.
 
Non solo: secondo una campionatura di 1.268 incidenti gravi con coinvolti stranieri, al 20 dicembre 2012,  secondo l'Osservatoriio il Centauro-ASAPS nel gruppone delle vittime ci sono già 34 (trentaquattro)  morti  solo fra i ciclisti stranieri!! E anche 84 feriti seri. Per il 2011 non esisteva ancora il dato disaggregato dei ciclisti  stranieri deceduti. Insomma gli stranieri vanno in bici quanto gli italiani, ma rischiano molto di più
 
Insomma, avete presente il numero dei ciclisti che partecipano al Giro d'Italia e quelli che fanno il Tour De France? Immaginate un maxi incidente in cui muoiano tutti di colpo. E' questa la tragedia che ogni anno si consuma sulle strade italiane dove la mancanza di rispetto per chi va in bici da parte di automobilisti e soci (e il poco rispetto del codice da parte di chi pedala) sta assumendo dimensioni preoccupanti.
 
Ogni giorno infatti in Italia perde la vita un ciclista e 40 finiscono in ospedale per ferite più o meno gravi. I numeri parlano di una vera emergenza perché secondo le statistiche parliamo di quasi 1000 morti negli ultimi 3 anni. E chi obietta che rispetto ai 4000 morti l'anno per incidenti stradali le vittime che pedalano sono poca cosa sbaglia di grosso: il rischio di mortalità, calcolando come valore medio 1, per i ciclisti è 2,18, più del doppio rispetto al valore base. Si pensi che per le autovetture il tasso di mortalità è pari a 0,78, per i camion è 0,67, per i pullman 0,48, per i ciclomotori 1,06. Solo le moto fanno peggio. Per ora...

fonte: http://www.asaps.it/40119-Bici_moto,_sorpasso_storicoLa_bicicletta_%C3%A8_pi%C3%B9_pericolosaEntro_l&_39;anno_chi_pedala_sar%C3%A0_in_sella_al_veicolo_pi%C3%B9_pericoloso_di_tutti.Pi%C3%B9_dello_scooter,_...html
fonte repubblica.it: http://www.repubblica.it/motori/auto/sezioni/sicurezza/2013/02/05/news/inchiesta_bici-51727061/
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: NessunConfine - Febbraio 05, 2013, 03:06:13 pm
Pericolosità della bicicletta: statistiche vere o strumentali?

Sergio Signanini, esperto di mobilità sostenibile per greenreport.it

Periodicamente compaiano articoli che raccontano la pericolosità nell'uso della bicicletta, facendo anche proiezioni, un po' faziose, sull'evoluzione del rischio.

Sono statistiche che vanno prese con beneficio di inventario, perché - come diceva Winston Churchill: «Mi fido soltanto delle statistiche che ho personalmente manipolato».

Lanciando queste notizie allarmanti si disincentiva l'uso della bicicletta e quindi si aumenta il rischio di quelli che usano la bicicletta.

Perché se un dato è certo, questo è sicuramente che più le biciclette sono usate, minore è il pericolo di incidenti per i ciclisti.

Quindi i messaggi che denunciano il pericolo di uso della bicicletta sono molto dannosi.

A volte si ha l'impressione che queste notizie facciano parte di una campagna mediatica ben organizzata per promuovere l'uso di mezzi a motore, non è un caso che l'articolo in questione compaia sull'inserto "Motori" di un noto quotidiano, e che avvenga proprio in un periodo in cui l'uso della bicicletta sta crescendo.

Sarebbe il caso di ricordare che il rischio di morte per malattie dovute alla mancanza di attività motoria è oltre 100 volte maggiore di quello degli incidenti.

Quello che è certo è che l'aggressività del traffico dei mezzi a motore è la causa principale degli incidenti che riguardano non solo i ciclisti, ma tutti gli utenti deboli della strada (a partire dai pedoni).

La verità che l'articolo contiene la denuncia dell'incuria e della scarsa attenzione ai problemi di chi pedala, che non si risolve però dicendo che la bicicletta è più pericolosa, ma incentivando l'uso della bicicletta, spiegando che quel 38% di persone che non fa moto, soprattutto perché non ha tempo, se usasse la bicicletta, starebbe molto meglio di salute, riducendo il rischio di infarto e di altre malattie legate alla mancanza di attività fisica, quale ad esempio l'andare in bicicletta.

Inoltre l'incremento di ciclisti farebbe diminuire il rischio di incidenti non solo per i ciclisti, ma per tutti gli utenti della strada: perché un'altra verità statistica è che più le strade sono sicure per i ciclisti, più lo sono per tutti.

E qui entra in gioco la velocità e l'aggressività dei mezzi a motore: si tratta di promuovere, preparare e realizzare diffuse zone a moderazione del traffico "Zone 30", in cui la velocità sia tale da ridurre in modo notevole il rischio di incidenti e la loro pericolosità.

fonte: http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=20236&lang=it&utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter

segnalo la sezione: sicurezza sulla strada https://www.bicipieghevoli.net/index.php?board=74.0
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: veeg - Febbraio 05, 2013, 04:02:15 pm
Siamo proprio un paese in crisi: non ho mai letto così tanti articoli circa la bicicletta come negli ultimi tempi!  ;D
Bene, ottimo!

Mi allaccio ad entrambi i post:
sono convinto (e come non esserlo?!?) che esista una forte lobby del petrolio che esercita un grandissimo potere che, nella sua coniugazione finale, arriva fino al controllo delle politiche locali.
Noi, gente comune, in questo periodo globale 2.0 stiamo forse maturando e la bicicletta inizia ad affiancarci.
Il flusso del cambiamento è in atto e i poteri forti non lo possono permettere, quindi via al boicottaggio della bicicletta.

Ma.....
noi siamo i ribelli del sistema-petrolio e anche solo la nostra presenza su un mezzo pubblico farà nascere nuovi desideri di mobilità a chi ci guarda sognando una pedalata e non una mezz'ora bloccati in auto nel traffico.
Insistiamo perchè noi siamo il cambiamento!

E quando saremo mille, diecimila, milioni, quando la benzina costerà 5 euro al litro, quando le nuove imprese saranno ciclofficine e non ipermercati, allora forse anche la politica e i comuni si accorgeranno che una nuova classe di cittadini sta rivoluzionando il sistema, allora avremo ciclabili e aree a nostro uso esclusivo.

Un sogno?
Chissà.... io in fondo, nonostante i lati terribili, confido nella crisi perchè da secoli è realtà che l'uomo vede bene solo attraverso le lacrime.
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: DJ - Febbraio 05, 2013, 06:35:38 pm
Bici, verso il record di incidenti
Se le città non seguono i cittadini


I dati forniti dalla polizia stradale sulla più alta pericolosità delle biciclette sono la dimostrazione che la struttura di molte metropoli e il modo di pensarle dei loro amministratori è in netto ritardo con il cambiamento sociale e di modo di vita di chi le abita di ANGELO MELONE

Bici-moto, sorpasso storico
La bicicletta è più pericolosa Campidoglio, #salvaiciclisti lancia il TwitBattito
"Aspiranti sindaci, che fate per la mobilità nuova?"
C'era un particolare nuovo nella sfilata che sulla Pennsylvania Avenue, lo scorso 21 gennaio a Washington, ha portato per la seconda volta Obama e Michelle a prendere possesso della Casa Bianca: la coppia presidenziale, a un certo punto, camminava su una pista ciclabile, proprio al centro di una delle strade simbolo d'America. Quattro anni prima non c'era.

Quasi un timbro sulla rivoluzione che in questi ultimi anni è in atto nelle città statunitensi, a partire dalle centinaia di chilometri di piste ciclabili con cui il sindaco Bloomberg ha ricoperto New York. Un cambiamento che sta coinvolgendo tutte le città, anche in Europa e ormai visibilmente in Italia, e con il quale però molte non riescono a fare i conti. Insomma Bloomberg (che certo non è un apostolo dell'ambientalismo) ha semplicemente risposto a un bisogno crescente tra i suoi cittadini e pensato alla loro sicurezza.
Ecco, qui veniamo alla nota dolente dei nuovi dati sugli incidenti diffusi dall'Asaps, associazione amici della Polizia Stradale: nel 2013 la bici diverrà il mezzo più a rischio.

Già quasi ogni giorno una persona in bicicletta muore e 40 finiscono in ospedale. Basta incrociare questi dati con quelli commerciali della fine dello scorso anno per avere la conferma della rivoluzione in atto: la bicicletta è stato  -  di nuovo dopo il boom dell'auto di massa - il mezzo più venduto in assoluto, e insieme il pericolo per chi la usa nei suoi spostamenti è il più elevato. Solo una certificazione.

In molti ricorderanno l'ondata dei movimenti per la sicurezza di ciclisti e pedoni - #Salvaiciclisti in Italia - nato lo scorso anno dal quotidiano britannico Times dopo che una sua redattrice rimase in coma irreversibile per essere stata investita a pochi passi dal suo arrivo al lavoro. La richiesta di quella campagna agli amministratori delle città era (ed è) semplicemente: sicurezza.

Questi dati sono solo la dimostrazione in cifre che la struttura di molte città (europee, non solo italiane) e il modo di pensarle dei loro amministratori è in netto ritardo con il cambiamento sociale e di modo di vita che al loro interno si sta verificando. Gli stessi esperti di mercato sostengono che questo è alla base del clamoroso aumento di vendite, non solo una necessità di risparmiare per la crisi. La risposta inizia ad arrivare, spesso con affanno, dalle capitali di mezzo mondo. Si ripensa al modo di organizzare i trasporti, a regolamentare l'uso dell'auto nei centri cittadini (in questo siamo in clamoroso ritardo) per favorire tutti gli scambi possibili per pedoni e bici sui mezzi pubblici e poi nelle vie a loro riservate, molti sindaci spingono sul "bike-sharing". E' evidente che ormai lo sviluppo dei centri urbani non ha più le automobili al suo centro. D'altra parte ormai pochi si meravigliano quando vedono ad esempio che nelle città tedesche le prime cose ad essere rapidamente ripulite dopo una nevicata sono marciapiedi e piste ciclabili. E molti si meravigliano - invece - quando scoprono che negli anni Sessanta-Settanta le città olandesi erano tra le più congestionate di traffico in Europa: semplicemente scelsero un altro modo di organizzarle e viverle, e lo fecero.

Londra e il governo inglese - sotto la spinta del suo principale giornale - hanno iniziato a stanziare fondi e a muoversi. Si stanno muovendo alcune città italiane, con fatica. Questo nuovo allarme dimostra - se ce ne fosse bisogno - che la riorganizzazione delle nostre città non può attendere. Assieme al benessere di chi le abita.
 
Fonte:
http://www.repubblica.it/motori/auto/sezioni/sicurezza/2013/02/05/news/incidenti_bici-51949886/?ref=HREC2-6


05 FEBBRAIO 2013
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: NessunConfine - Febbraio 07, 2013, 12:34:28 am
Bici più pericolosa della moto? FIAB: "Falso. Dati forniti con leggerezza"

mercoledì 06 febbraio 2013 17:47

Abbiamo chiesto ad Edoardo Galatola, Responsabile sicurezza FIAB, di commentare la notizia data da Repubblica.it sulla ricerca commissionata ad Asaps relativa alla sicurezza stradale.

"Leggendo l’articolo (che dipinge la bicicletta, come il mezzo più pericoloso in circolazione) mi viene in mente un famoso aneddoto in voga tra gli studenti universitari di materie scientifiche, nel quale si cerca di identificare la sostanza più pericolosa al mondo, ovvero il Monossido di Diidrogeno: prodotto non regolamentato, che reagisce violentemente con alcuni metalli come il sodio e il potassio; è il componente principale delle piogge acide, contribuisce all’effetto serra, all’erosione del suolo, è ampiamente usato negli impianti nucleari, trovato nelle cellule tumorali di pazienti terminali, può causare ustioni anche di terzo grado, etc. Ovvero l’acqua. (Facile trovare in rete ulteriori fantastiche proprietà cercando “killer invisibile”).

Quando la divulgazione cerca solo il sensazionalismo, è possibile imbattersi in infortuni come quello sopra citato. I dati forniti da Asaps cercano di dare colore alle ultime statistiche ISTAT. In base a queste nel 2011 sono stati registrati 3860 morti di cui 1889 su quattro ruote, 923 motocicli, 165 ciclomotori, 282 biciclette e 589 pedoni. Complessivamente il fenomeno è in riduzione. Anche per la bicicletta negli ultimi 10 anni i morti si sono ridotti del 13%, a fronte di una percezione consolidata di aumento della mobilità ciclistica. L’incremento citato dall’articolo è riferito puramente a quello relativo al 2010, anno di minimo, nel quale erano stati registrati 19 morti in meno. Poiché le biciclette sono aumentate, è anche diminuito il rischio per ogni singolo ciclista (vale matematicamente ovunque l’equazione più bici=più sicurezza).

Il sorpasso delle bici sui motorini è invece dovuto al fatto che i ciclomotori stanno di fatto sparendo (si sono dimezzati negli ultimi dieci anni a fronte di un raddoppio dei motocicli, fonte ANCMA) per cui il confronto è del tutto improprio. Più rilevante è invece notare che negli ultimi 10 anni i morti in auto sono calati del 56%. È evidente pertanto l’urgenza, come richiesto dall’Unione Europea (4° programma quadro 2011-2020), di attuare provvedimenti per la protezione dell’utenza debole e per una profonda rivisitazione del sistema mobilità dei nostri centri urbani, partendo da campagne come quella di salvaiciclisti o quella sulla diffusione delle zone30.

Il problema della sicurezza stradale è quindi argomento serio da affrontare in modo razionale, ad esempio monitorando i km percorsi, la sicurezza urbana, le politiche di mobilità, i costi per la salute e molto altro (purtroppo la pianificazione non è uno dei punti di forza del nostro paese). Ad esempio è possibile partire da una modifica organica al Codice della Strada, per il quale FIAB ha presentato un pacchetto organico di proposte.

Se si cercano invece i record si potrebbe dedurre che visti i 589 morti tra i pedoni (sempre dato ISTAT 2011) sia meglio smettere di camminare. Un ulteriore esempio della leggerezza con cui vengono forniti i dati è l’ultimo esempio fornito, per cui la bicicletta risulta essere il mezzo più pericoloso in quanto è più elevato l’indice di mortalità (rapporto tra numero dei morti su un mezzo rispetto al numero degli incidenti in cui quel mezzo è coinvolto), ovvero (sempre da fonte Istat 2011) 1,6 per le bici e 0,7 per le auto. Traducendo: a parità di incidente se si scontrano un’auto e una bici la bici (o il pedone) hanno la peggio. Non ci voleva un genio per scoprirlo. Quello che va evitato è l’incidente.

Per concludere andare in bicicletta e a piedi è il modo più sicuro e salutare di muoversi (chi va in bici vive 2 anni di più rispetto a chi si muove solo in auto). Il pericolo è dato dalle quattro ruote che non rispettano i limiti. Quello che va garantita è quindi la sicurezza e vivibilità dei nostri centri urbani".

fonte: http://www.ecodallecitta.it/notizie.php?id=114963
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: NessunConfine - Aprile 30, 2013, 05:54:21 pm
[Uk] I parlamentari a Cameron: “Iniziamo la rivoluzione ciclabile”

(http://www.thetimes.co.uk/tto/multimedia/archive/00352/115860557__352620c.jpg)

Pochi giorni fa il Times ha pubblicato in prima pagina un articolo sulla proposta che sta per portare in parlamento Cameron e che riguarda nuove misure per la salvaguardia dei ciclisti. Si tratta di una "riforma" sollecitata dall'opinione pubblica e, in particolare, proprio dal Times che 14 mesi fa diede vita al movimento #salvaiciclisti, sostituendo le notizie di prima pagina con un unico, gigante, titolo: "Save our cyclists".

(http://cdn3.coresites.mpora.com/rcuk/wp-content/uploads/2012/02/thetimes.jpg)

La cosa interessante è che qualche giorno fa, sempre sul Times, oltre all'articolo di pura cronaca, c'era un editoriale in cui si parlava dell'importanza di questa riforma: "I ciclisti sono stati una buona cosa per Cameron...adesso è tempo che lui sia una buona cosa per i ciclisti". Leggendo c'è una precisa disamina di quanto questa riforma sia importante per lo Stato, di come possa rendere migliore l'Inghilterra e di quanto l'impatto dei ciclisti sia importante per la salute di tutti e per le casse dello Stato.

E’ certamente un segnale importante che un giornale autorevole come il Times spenda tante risorse intellettuali su una battaglia come questa e, soprattutto, che sia riuscito davvero ad influire sull'agenda politica di un Paese.

Le associazioni di automobilisti, i responsabili della sicurezza stradale e i membri dell'opposizione hanno accolto con favore le proposte, che a loro giudizio salverebbero vite umane, migliorerebbero la salute pubblica e l'ambiente e farebbero risparmiare milioni di sterline spese per curare malattie che possono essere prevenute.


Le sollecitazioni sono arrivate al termine di un'inchiesta parlamentare durata quattro mesi, ispirata dalla campagna “Cities fit for Cycling”, promossa dal giornale britannico, su come incentivare l'uso della bicicletta e proteggere le persone sulle strade. Le proposte prevedevano: limite fisso di 20 miglia orarie (32 chilometri l'ora) sulle strade residenziali; accesso per tutti gli studenti all'addestramento sulla bici; manto stradale e incroci migliori; piste ciclabili riservate e diffuse; applicazione più rigida del codice della strada.

“La tutela degli utenti deboli – spiega Umberto Guidoni, segretario generale della Fondazione Ania - rappresenta una priorità nella lotta all’incidentalità stradale. Per aumentare i livelli di sicurezza di questi soggetti è fondamentale la sensibilizzazione attraverso i media e, in tal senso, ritengo che ciò che è accaduto in Gran Bretagna rappresenti un caso esemplare. Il prestigioso quotidiano The Times 14 mesi fa lanciò una campagna a favore dei ciclisti, dando il via ad un movimento di opinione che ha portato il tema della tutela dei ciclisti nell’agenda delle priorità delle forze politiche britanniche. In questi giorni il premier David Cameron proporrà delle riforme per aumentare i livelli di sicurezza dei ciclisti in Inghilterra, un paese in cui, dal 2000 al 2010, sono morti 1.275 ciclisti, 104 nel solo 2010. Nello stesso periodo, in Italia, sono morti 2.556 ciclisti, ovvero più del doppio, e nel 2010 ne sono morti 263. Eppure il problema non è all'attenzione”.

Oggi in Italia circolano oltre 11milioni di biciclette. A livello europeo, nel 2010, il nostro Paese si colloca al terzo posto per la mortalità stradale dei ciclisti, preceduto solo dalla Germania (462 morti) e dalla Polonia (280). Situazione migliore in Romania (182), Francia (147), Olanda (138) e Gran Bretagna (104). (Fonte: CARE 2011 con dati al 2010).

“Questi dati – continua Guidoni - dimostrano che nel nostro Paese, gli utenti deboli della strada continuano ad essere molto vulnerabili perchè poco o niente si è fatto in termini di prevenzione, comunicazione e sensibilizzazione. La Fondazione Ania come ha fatto 14 mesi fa, anche oggi rivolge un plauso ai giornalisti e al direttore del Times per il grande impegno che hanno profuso nella battaglia in favore dei ciclisti. Allo stesso modo, ci auguriamo che la tutela degli utenti deboli e, più in generale, il tema della sicurezza stradale diventi prioritario nell’agenda del prossimo Governo italiano”.

30 aprile 2013  di SARA FICOCELLI

Fonte | http://www.repubblica.it/motori/auto/sezioni/attualita/2013/04/30/news/iniziamo_la_rivoluzione_ciclabile-57738556/?rss
Fonte ENG | http://www.thetimes.co.uk/tto/public/cyclesafety/article3747215.ece
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: occhio.nero - Agosto 10, 2013, 12:21:18 pm
Gb, altro passo verso un paese di ciclisti: "Negli incidenti, auto presunte colpevoli"

http://www.repubblica.it/ambiente/2013/08/09/news/gb_altro_passo_verso_un_paese_di_ciclisti_negli_incidenti_le_auto_avranno_sempre_torto-64540003/?ref=HREC2-6

La proposta dei LibDem, il terzo partito del Paese e alleato di governo dei conservatori, per riformare il codice della strada: saranno gli automobilisti a dover dimostrare che avevano ragione. Lo stesso varrà per i ciclisti che investono i pedoni. La platea di chi va sulle due ruote è diventato un bacino elettorale che fa gola
dal nostro inviato VINCENZO NIGRO

Lo leggo dopo
LONDRA - In Gran Bretagna la campagna per favorire, sostenere e diffondere il verbo del "Ciclismo Uber Alles" non conosce soste. E' qualcosa che sta diventando virale, che vede sfrecciare ovunque nelle strade della capitale orde di ciclisti che rinunciano ad auto, metro e bus per abbracciare le due ruote. Siti internet in crescita. Social network impazziti. Importazioni selvagge di bici, selle e manubri a migliaia, soprattutto dalla bella Italia.

Una campagna che ormai anche i politici provano ad intercettare: hanno capito che, certo, molti odiano i ciclisti, le due ruote fra le quattro ruote sono un problema che polarizza favorevoli e contrari. Ma se tu scegli il polo giusto magari guadagni un bel po' voti.

E' quello che fanno i LibDem, il terzo partito inglese, oggi alleato dei Tory nel governo nazionale. Al prossimo congresso di inizio autunno i LibDem sosteranno la proposta di un loro giovane deputato, Julian Huppert: un automobilista che abbia un incidente con un ciclista sarà considerato responsabile a meno che non sia in grado di provare il contrario. Una presunzione di colpevolezza, "presumed guilty",  che i ciclisti sconteranno però nei confronti dei pedoni che dovessero mettere sotto la loro bicicletta. Il più debole messo in condizioni di difesa favorevole.

Il congresso dei LibDem avrà una delle sue "tesi" (pensate...) dedicata alla "Cycling Reform", una revisione delle regole che aiutano i ciclisti nel Regno Unito. Verrà chiesta al governo maggiore repressione contro le auto che invadono le piste ciclabili ormai in crescita esponenziale. Ma rafforza le ingiunzioni ai ciclisti a rispettare fedelmente le regole del codice della strada: sarete più protetti e favoriti, ma non potete saltare sui marciapiedi e sfuggire ai semafori rossi come vi pare.

In parlamento è nato un gruppo interpartitico a favore della bicicletta; in mezzo c'è anche Chris Boardman, campione olimpico nel 1992, che suggerisce al premier Cameron di prendere esempio dal (rivale) sindaco di Londra Boris Johnson: "Cameron farebbe bene a guardare a quello che ha fatto Johnson a Londra: nella capitale ormai abbiano un cycling action plan, abbiamo risorse sempre maggiori e un responsabile per il ciclismo che spinge perché le politiche per la bicicletta vengano rispettate. Questo impegno da Londra si deve diffondere in tutto il paese".

Il Times, che è il giornale che per primo ha sostenuto la causa dei ciclisti, ha trovato nuovi lettori e nuovo sostegno alla causa che ha deciso di difendere. Alla fine anche Edmund King, il presidente della AA, l'Aci britannica, ha dovuto ammettere: "Se siamo seri sulla rivoluzione delle biciclette allora c'è bisogno dell'impegno diretto del primo ministro, e tutti noi lo seguiremo: più biciclette, più piste ciclabili".
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TAG Ciclisti,  Gran Bretagna,  libdem
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Inserito da: occhio.nero - Agosto 29, 2013, 06:57:42 pm
Dalla Scozia la nuova campagna per la sicurezza stradale
(27 agosto 2013, Paolo Pinzuti, BikeItalia (http://www.bikeitalia.it/2013/08/27/dalla-scozia-la-nuova-campagna-per-la-sicurezza-stradale/))

È simpatica, ironica, divertente e colorata.

È la nuova campagna scozzese sulla sicurezza stradale e si chiama Nice Way Code (codice di carina condotta) lanciata e promossa da un’alleanza di soggetti a diverso livello: ne fanno parte tutte le associazioni ciclistiche, la federazione dei tassisti, la polizia, il ministero dei trasporti, l’azienda dei trasporti di Edimburgo, etc, etc.

(http://www.bikeitalia.it/wp-content/uploads/2013/08/nice-code-way2.jpg)

L’obiettivo è quello di stimolare la gentilezza tra tutti gli utenti della strada, per abbassare il livello di conflitto e migliorare la sicurezza. La campagna dice ai ciclisti di non passare con il semaforo rosso, non per una questione di sicurezza, ma perché questo atteggiamento rovina l’immagine dei ciclisti stessi e fa arrabbiare gli automobilisti, viceversa dice agli automobilisti di non occupare gli spazi riservati ai ciclisti per la stessa ragione di controllare ad ogni incrocio se ci sono ciclisti nascosti. Dice ai ciclisti di vestirsi in modo visibile, perché questo piace agli automobilisti e ricorda a tutti che i pedoni sono fragili, che si rompono facilmente.


 (http://www.bikeitalia.it/wp-content/uploads/2013/08/nice-code-way1.jpg)

Le campagne per la sicurezza stradale sono spesso associate ad elementi che evocano il timore della morte e del dolore. Nice Way Code invece stravolge la porspettiva ricordandoci che le strade possono essere luoghi piacevoli, ma a condizione di mettere in atto una serie di comportamenti virtuosi.

nice code way2

Esattamente il contrario di quanto fatto l’anno scorso in  Italia da parte da ANIA che, pur affidando la creatività a Oliviero Toscani, non è riuscita a proporre nulla di meglio di un “nel circo della strada puoi piangere e puoi far piangere”.

La campagna Nice Way Code riprende lo spirito del film “NO” del 2012, regia di Pablo Larrain, e che racconta di come la dittatura cilena fu messa alla porta della storia attraverso un referendum popolare senza alcuna possibilità di vittoria. La campagna di sostegno alla fine della dittatura, invece di puntare il dito contro le mostruosità commesse da Pinochet, mostrava lo spirito spumeggiante del futuro. Colori, humor, felicità sono gli ingredienti che hanno portato alla fine di una delle più sanguinarie dittature del dopoguerra.

Un film la cui visione suggerisco vivamente ai signori che lavorano nella comunicazione dell’Associazione Nazionale delle Imprese Assicurative, nella speranza che quest’anno ci possano riservare qualcosa di decente.

http://www.youtube.com/watch?v=84T2i5PCMxw&feature=share&list=UUbb8VcuVMDFPyDZC1Zk2F8w
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Inserito da: bromptonian - Ottobre 23, 2013, 09:44:33 pm
Tanto per riflettere sulla viabilità di Roma e di molte città italiane:

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_ottobre_23/roma-capitale-europea-incidenti-strade-dissestate-troppe-automobili-b77213bc-3ba9-11e3-ac98-5d5614d1875c.shtml
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: j.am - Ottobre 24, 2013, 11:18:19 am
incredibile... :-\

p.s. 
Citazione
Quelli più pericolosi? «La via Palmiro Togliatti all’altezza di via della Serenissima...>>

ma se sono parallele tra di loro!!  :o

pessimo esempio per un professore di “Strade, ferrovie e aeroporti” o pessima trascrizione del giornalista. ::)
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: bromptonian - Ottobre 24, 2013, 11:30:34 am
Se interpreto bene, forse l'articolo voleva indicare solo a che altezza della Togliatti (visto che è lunga quanto mezza Roma!) e non un incrocio tra le due strade. Resta il fatto che il quadro non è affatto edificante.
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: Gallus - Ottobre 29, 2013, 08:32:49 pm
35 morti all'anno a Parigi (2.3 milioni di abitanti) contro 200 morti all'anno a Roma (2.7 milioni). A Roma esistono 15 incroci con 50-60 incidenti all'anno, e nessuno muove un dito. Le nostre vite non valgono nulla per i nostri amministratori. E nemmeno per noi stessi visto che tolleriamo tutto ciò.
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: bromptonian - Ottobre 29, 2013, 10:46:04 pm
Siamo una popolazione davvero strana
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: yt - Marzo 06, 2014, 03:38:22 pm
(http://www.mit.gov.it/mit/images/intesta.png) (http://www.mit.gov.it/mit/site.php?p=cm&o=vd&id=3090)


DOCUMENTO PNSS Orizzonte 2020 : http://www.mit.gov.it/mit/mop_all.php?p_id=17834 (http://www.mit.gov.it/mit/mop_all.php?p_id=17834)

1.1   Riferimento
Piano Nazionale della Sicurezza Stradale (PNSS) Orizzonte 2020


1.2   Periodo di Consultazione
La durata della consultazione è di 4 settimane: da 03/03/2014 a 31/03/2014. Non saranno presi in considerazione i contributi inviati dopo il termine del periodo di consultazione.


1.3   Oggetto e finalità della Consultazione
Il Piano Nazionale della Sicurezza Stradale con orizzonte 2020 (PNSS Orizzonte 2020), accogliendo gli obiettivi e gli indirizzi della Commissione Europea, da questa definiti negli Orientamenti programmatici sulla sicurezza stradale per il periodo 2011-2020 , prosegue l'azione del precedente Piano 2001-2010 e ne costituisce un aggiornamento. I riferimenti normativi sulla base dei quali il Piano è adottato sono: l'art. 1 del D.lgs. 30 aprile 1992, n. 285 e l'art. 32 della Legge 144 del 17 maggio del 1999.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha elaborato una prima versione del PNSS Orizzonte 2020, oggetto della consultazione. Il documento è accessibile al seguente link: PNSS Orizzonte 2020
La consultazione è volta a coinvolgere i cittadini, le parti sociali, le imprese, gli Enti pubblici o privati, associazioni o altri soggetti interessati, alla predisposizione del Piano attraverso gli spunti, i suggerimenti e le osservazioni che questi vorranno formulare.


1.4   Indicazioni per partecipare alla Consultazione
Per partecipare alla consultazione del PNSS Orizzonte 2020 è sufficiente inviare una e-mail con allegato il contributo al seguente indirizzo di posta elettronica: consultazionepubblica@pnss.it   
I contributi potranno essere di carattere generale o interessare specifiche sezioni del documento e dovranno essere inviati utilizzando esclusivamente il format scaricabile: Format Questionario
Inviando l'e-mail, l'indirizzo di posta elettronica sarà inserito in una mailing list per eventuali comunicazioni e/o richieste di chiarimento sul contributo inviato. I dati saranno trattati nel pieno rispetto della legge sulla privacy (Decreto legislativo n. 196 del 30 giugno 2003).
Non saranno accettati contributi inviati in formati diversi da quello specificato.


1.5   Risultati della Consultazione
Gli esiti della consultazione saranno resi pubblici attraverso la predisposizione di un apposito documento di sintesi delle osservazioni ricevute.
Contestualmente l'Amministrazione valuterà gli elementi da integrare/aggiornare rispetto al documento oggetto della consultazione.
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: yt - Marzo 06, 2014, 04:05:32 pm
Secondo me c'è un fondamentale problema di prospettiva per quanto riguarda le "Linee strategiche"
Inoltre il capitolo "Piani e strategie di riferimento" mi sembra piuttosto vago
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: yt - Marzo 07, 2014, 12:03:04 pm
http://www.ecf.com/news/eu-launches-horizon-2020-the-worlds-biggest-ever-open-research-budget-whats-in-it-for-cycling/ (http://www.ecf.com/news/eu-launches-horizon-2020-the-worlds-biggest-ever-open-research-budget-whats-in-it-for-cycling/)

EU Launches Horizon 2020, the World’s Biggest Ever Open Research Budget; What’s in it for Cycling?
(http://www.ecf.com/wp-content/uploads/pedelec-660x438.jpg)
Pedelecs are innovative two-wheelers – and the EU might fund them.

On 10th December, the European Union launched Horizon 2020. Described as the biggest research and innovation programme in the world, it  has an eye-watering budget of nearly €80 billion over 7 years (2014 to 2020), in addition to the private investment that this money will attract. It promises more breakthroughs, discoveries and world-firsts by taking great ideas from the lab to the market.
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: occhio.nero - Marzo 07, 2014, 07:49:36 pm
le consultazioni in Italia? :D
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: occhio.nero - Marzo 06, 2017, 07:07:59 pm
LIMITI DI VELOCITA' GRAZIE A UN PHON

da VMotori (http://motori.virgilio.it/notizie/scozia-rispettano-limiti-velocita-grazie-phon/92480/?ref=virgilio) del 3-3-2017

In Scozia rispettano i limiti di velocità grazie a un phon
Ad Hopeman i cittadini, stanchi delle violazioni dei limiti della velocità, sono riusciti ad azzerare le infrazioni con un asciugacapelli


(https://motorlifeit.files.wordpress.com/2017/03/rispetto-limiti-phon.jpg?w=300&h=171)
Titolo: sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: occhio.nero - Marzo 13, 2017, 02:25:37 pm
La ricetta inglese per far aumentare le biciclette

bikeitalia (http://www.bikeitalia.it/2017/01/26/la-ricetta-inglese-far-aumentare-le-biciclette/)
26-1-2017

(http://www.bikeitalia.it/wp-content/uploads/2017/01/sicurezza-sorpasso-bici-550x366.jpg)

[...] Un poliziotto in borghese, su una normale bici, pedala per le strade della zona. Quando un’automobile lo sorpassa senza lasciare sufficiente spazio, il poliziotto comunica ai suoi colleghi i dati dell’auto, che viene fermata; nella maggior parte dei casi i poliziotti si sono per ora limitati a far notare all’autista il suo comportamento pericoloso, senza comminare multe. A detta della polizia, dopo poco tempo i ciclisti della zona hanno notato che i sorpassi pericolosi sono diventati “una rarità”, mentre prima erano molto diffusi. [...]
Titolo: Re:sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: occhio.nero - Aprile 20, 2017, 02:06:41 pm
Sicurezza in bici: dal Brasile e dall’Italia due iniziative per tutelare i ciclisti
da ehabitat del 6 aprile 2017 (http://www.ehabitat.it/2017/04/06/sicurezza-in-bici/)

1) la campagna unconventional di Porto Alegre
Per le strade cittadine sono circolate biciclette sulle quali è stato fissato una sorta di grosso righello per indicare la distanza minima di un metro e mezzo .............. L’azione è stata realizzata dal Detran-RS (Departamento Estadual de Trânsito do Rio Grande do Sul)

(http://www.ehabitat.it/wp-content/uploads/2017/04/respeitometro.jpg)

2) L’Italia e il DDL “salvaciclisti”
il Senatore Michelino Davico ha proposto la modifica all’Art. 148 del Codice della Strada, fissando a un metro e mezzo la distanza laterale in caso di sorpasso un ciclista.


Titolo: Re:sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: valerio_vanni - Aprile 20, 2017, 03:28:25 pm
Secondo me è eccessiva questa distanza, come valore universale.
Bisogna vedere la velocità: ai 70-80 è anche doveroso stare a un metro e mezzo, ai 20-30 si rischia di paralizzare inutilmente il traffico e aumentare gli attriti tra le categorie.

Nella foto si vedono i ciclisti che occupano praticamente una corsia: se una bicicletta nel traffico cittadino deve contare come una macchina, si annullano parecchio i vantaggi che il traffico ciclistico porta alla circolazione in generale.
Titolo: Re:sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: alex - Aprile 20, 2017, 04:53:42 pm
nelle città italiane secondo me il metro è mezzo è impossibile da rispettare anche perchè manca lo spazio certe volte in alcune strade per via di cambi di circolazione è dificile anche per 2 macchine passare insieme e sull'extraurbano dovremmo allargare le corsie altrimenti i ciclisti sarebbero insuperabili in determinati periodi dell'anno, sono un ciclita ma anche uno che giuda la macchina e cerco di mettermi nei panni di entrambi
Titolo: Re:sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: occhio.nero - Aprile 24, 2017, 03:41:43 pm
Ciclisti, strage infinita sulle strade italiane: un morto ogni 35 ore
da laRepubblica del 22 aprile 2017 (http://www.repubblica.it/cronaca/2017/04/22/news/ciclisti_strage_infinita_un_morto_ogni_35_ore-163627361/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P2-S1.8-T1)

Siamo un paese "nemico" della bicicletta e chi pedala per lavoro (come i professionisti) o per andare al lavoro (come i ciclisti urbani) continua a farlo a rischio e pericolo quotidiano schivando buche o incroci mal segnalati, pedalando nel traffico dei motori o su piste ciclabili al limite della praticabilità. Pochi giorni fa il sottosegretario ai Trasporti Riccardo Nencini, a margine della presentazione del Gran Premio della Liberazione, aveva ribadito l’urgenza di una legge "salvaciclisti"
Titolo: Re:sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: nino# - Aprile 24, 2017, 04:29:17 pm
È di pochi giorni fa, infatti, la tragica fine di Michele Scarponi, vincitore del Giro d'Italia 2011:
http://www.repubblica.it/sport/ciclismo/2017/04/22/news/ciclismo_travolto_da_un_auto_mentre_si_allena_muore_michele_scarponi-163607568/amp/
 :(
Titolo: Re:sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: Leonets - Aprile 26, 2017, 08:53:57 am
Mi sembra strano leggere anche su siti di ciclisti che il limite di 1,5mt sia troppo ...

Ma è a voi non capita periodicamente di essere stretto a lato strada dalla macchina camion o anche autobus che vi ha sorpassato ?!?

È corretto che chi vi sorpassi poi vi stringa a lato strada perché deve rientrare in corsia ?!?

A me proprio per niente !!!
E se riesco li mando proprio a fare in .....

Se non c'è spazio per passare .... Aspetti e sorpassi come se fosse una macchina

Che poi non dovrebbe essere difficile visto che una bici va a 20

Quindi facciamo sta legge!!!
L'asfalto e la lamiera sono duri!!!
Titolo: Re:sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: boccia - Aprile 26, 2017, 10:39:29 am
Sono d'accordo con Leonets.

La distanza di 1.5 m mi sembra ragionevole, dal momento che i ciclisti potrebbero avere necessità di scartare un ostacolo improvviso, una buca, o semplicemente potrebbero cadere durante il sorpasso per cause indipendenti dal dall'auto che sta sorpassando.
In questi casi, se l'auto ha lasciato un margine di sicurezza sufficiente, può evitare facilmente l'impatto.

;)
Titolo: Re:sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: rossi6468 - Aprile 26, 2017, 11:41:27 am
Il CDS di norme riguardo la sicurezza degli utenti della strada ne contiene già molte.
Il problema è che non vengono rispettate e quindi temo che l'introduzione di altre misure, per quanto utili ed auspicabili, poco potrà contro la maleducazione imperante.
E si, di questo si tratta, in fondo; di educazione.
Capisco che parlo di un termine desueto e vecchio come me, ma non serve una norma per rispettare il prossimo, per rallentare quando piove e ci sono pozzanghere e pedoni, quando un pedone, specie se anziano, s'avvicina alle strisce pedonali, per non parcheggiare dove capita, per non viaggiare sui marciapiedi, per non andare contromano a luci spente, per non................. potrei continuare all'infinito; serve soltanto un po d'educazione e rispetto, oramai rarissimi da trovare.
Nel frattempo: casco in testa, specchietto retrovisore, luci, giubbotto ad alta visibilità ed occhi sempre bene aperti.
Saluti a tutti,
rv
Titolo: Re:sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: Vittorio - Aprile 26, 2017, 11:46:12 am
..........
La distanza di 1.5 m mi sembra ragionevole, ..............

Ragionevole sì, ma anche difficile da praticare (premetto che da automobilista io lo faccio già da tempo, per la serie "non fare agli altri..."), e soprattutto impossibile da verificare e sanzionare. Temo che, se mai la norma andasse in vigore, avrebbe il medesimo effetto delle famose "grida" di manzoniana memoria: un gran bel proclama di intenti (e voglio sperare che non sia solo questo l'intento di chi lo ha proposto, farsi un po' di pubblicità gratis) e nessun effetto pratico.
Per par condicio, però, andrebbero ugualmente sanzionati i ciclisti che occupano più spazio del necessario viaggiando affiancati o peggio in gruppo alla faccia di tutto e di tutti (*). Cito un esempio pratico: provinciale Salò-Desenzano, stretta, con una media di una rotonda al km e traffico intenso in entrambe le direzioni, quindi sorpassi pressochè impossibili. Gruppo di una dozzina di ciclisti "sportivi", giovani, tutti in divisa uguale, per cui presumo una squadra in allenamento, che viaggiano a 30-35 km/h, quindi neanche fermi. Risultato: coda per alcuni km, senza che neanche per sbaglio accennassero a disporsi in fila per lasciar passare. Non mi vergogno di dire che quando finalmente ho trovato un varco per passare senza fare danni, un colpetto di claxon di protesta l'ho dato.

Per l'incidente che è costato la vita a Michele Scarponi, da qual che ho visto e capito, si è trattato di una circostanza e una meccanica totalmente diverse. Lui viaggiava sulla strada principale, che in quel punto curvava a sinistra, e in direzione opposta proveniva il furgone che ha svoltato a sinistra in una strada secondaria (quindi aveva l'obbligo di dare precedenza) e l'ha preso in pieno con lo spigolo anteriore destro del muso. Forse aveva il sole contro, forse ha sottovalutato la velocità del ciclista, forse stava guardando da un'altra parte, non importa, il risultato purtroppo è stato quello che sappiamo (ma guai che in un qualsiasi TG abbia sentito anche un'analisi dei fatti oltre alle belle parole di rito). Però col metro e mezzo non c'entra.

Vittorio


(*) esattamente come oltre a chi viola i limiti di velocità andrebbe multato (per intralcio al traffico: la fattispecie esiste già) chi viaggia a passo di lumaca senza guardare nello specchietto per vedere che sta creando la fila.
Titolo: Re:sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: nino# - Aprile 26, 2017, 11:52:49 am
I peggiori, per quanto riguarda le mie esperienze, sono gli autisti degli autobus: prima ti sorpassano a filo e poi ti tagliano la strada perché hanno la fermata. Mi è successo un paio di volte: ogni volta ho dovuto fare il giro attorno all'autobus, ma, passando accanto al finestrino dell'autista, un "Imbecille, potevi aspettare due secondi che passavo!" m'è uscito proprio da solo! Considerate che io di solito sono molto educato ed accomodante, ma in quei casi è stato proprio più forte di me...
Titolo: Re:sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: Vittorio - Aprile 26, 2017, 11:57:13 am
Sì, è la forma mentale del "io sto lavorando, per cui non ho tempo da perdere".
Vittorio
Titolo: Re:sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: Leonets - Aprile 26, 2017, 02:25:27 pm
L'autobus lo fa abbastanza spesso questo gioco

Proprio lui che non dovrebbe farlo

Che fretta ha mediamente un autista ? Forse a fine turno ma durante ?

Eppure sorpassare quando sei una macchina lunga 4mt è ben diverso dal farlo quando sei un bus di 12

E invece lo fanno
Titolo: Re:sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: valerio_vanni - Aprile 27, 2017, 10:28:59 pm
Mi sembra strano leggere anche su siti di ciclisti che il limite di 1,5mt sia troppo ...

Io dico che è troppo come misura minima, indipendente dalla velocità.

Citazione
Ma è a voi non capita periodicamente di essere stretto a lato strada dalla macchina camion o anche autobus che vi ha sorpassato ?!?

Qualche volta capita, ma se uno ti stringe a 10 cm è spericolato... non è mettendo limiti eccessivi che risolvi il problema.
Mettimo che ci sia una strada col limite a 80. Arriva un matto ai 160 e fa un incidente. E' sbagliato il limite e lo mettiamo a 60?

Citazione
Se non c'è spazio per passare .... Aspetti e sorpassi come se fosse una macchina
Se una bicicletta occupa una corsia intera come se fosse una macchina, il volume di traffico urbano diventa eccessivo.
Un vantaggio delle biciclette (anche per chi non le usa) è proprio la riduzione del traffico

Poi... nella vita c'è sempre un però. (cit. Bersani)
E ripeto che c'è anche il fattore del venirsi incontro.
Se la bici è "come una macchina" allora si incolonna con le macchine al semaforo.
Se invece superiamo tutti, grazie alla nostra dimensione ridotta, non possiamo poi pretendere che in ripartenza si faccia la coda perché la bici prima era piccola e ora è grande.

Io dico: superiamo pur tutti, ma lasciamo che in ripartenza i mezzi più veloci ci superino.
Titolo: Re:sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: Hopton - Aprile 28, 2017, 05:55:10 pm
Se la bici è "come una macchina" allora si incolonna con le macchine al semaforo.
Se invece superiamo tutti, grazie alla nostra dimensione ridotta, non possiamo poi pretendere che in ripartenza si faccia la coda perché la bici prima era piccola e ora è grande.

Io dico: superiamo pur tutti, ma lasciamo che in ripartenza i mezzi più veloci ci superino.
Concordo. Così come concordo con Vittorio che sarebbe difficile se non impossibile da mettere in pratica, verificare e sanzionare. Ed è sicuramente vero che il grande problema di questo paese non è nella mancanza di norme su questo o quello, quanto piuttosto che quelle che già ci sono non vengono mai fatte rispettare.
E dico questo nonostante sia piuttosto imbufalito per il fatto che poco fa, mentre pedalavo nei pressi della stazione di Monza, un idiota di autista di bus mi ha sorpassato tenendosi a meno di 20 cm di distanza dal mio braccio, e questo nonostante avesse spazio libero alla sua sinistra per potersi tenere più largo. Un mezzo metro circa di spazio in più tra me e lui sarebbe stato sufficiente per evitarmi una sincope...
Titolo: Re:sicurezza in strada (articoli, campagne, ...)
Inserito da: occhio.nero - Settembre 14, 2017, 01:58:30 pm
Six measures to make European roads safer for cyclists
12 settembre 2017
https://ecf.com/news-and-events/news/six-measures-make-european-roads-safer-cyclists