### ETC1 Elenco Topic Correlati: cliccare sui TAG arancioni in cima ed in fondo a questa discussione (altre info sui TAG qui (https://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=6098))
------------------------------------
Da casa al lavoro: è boom delle bici. Al nord in sella quasi 1 su 3
http://gogreen.virgilio.it/news/green-trends/casa-lavoro-boom-bici.html
Quadruplicati negli ultimi 10 anni in Italia i lavoratori che si spostano in bicicletta. Tra le cause, non tanto la crisi economica, quanto la voglia di migliorare la propria qualità della vita.
(http://images.virgilio.it/sg/gogreen2010/upload/bik/bike_to_work7.jpg)
Sono un esercito. Sempre più lavoratori, la mattina, invece di salire in macchina certi di imbottigliarsi nel traffico infernale dell?orario di punta, imbracciano il caschetto e montano in sella alle loro biciclette pronti a volare in ufficio.
Lo confermano i dati dell´Osservatorio Audimob di Isfort, relativi al 2010, che mostrano come il numero di italiani che vanno al lavoro o a scuola in bici sia più che quadruplicato negli ultimi 10 anni. Sei milioni e mezzo, dunque, gli irriducibili della bicicletta nei giorni feriali, ben 10,5 milioni i fruitori occasionali.
Da Bolzano a Siracusa, la rivoluzione green su due ruote coinvolge tutto lo Stivale: secondo i dati di Legambiente, infatti, gli utilizzatori abituali nel nord est sono passati dal 19,1% del 2005 al 30,6 del 2010, nel nord ovest dall´11,7 al 15,4, al centro dal 7,1 a 8,8 e a sud da 3,4 a 5,5%.
Un vero boom che rimanda al periodo antecedente alla motorizzazione di massa ? sottolinea Alberto Fiorillo di Legambiente a Repubblica, che specifica: «Al nord ci sono città dove andare in bicicletta è un gesto che fa parte della propria cultura ma oggi la novità è rappresentata dall´aumento di giovani. A Reggio Emilia, Ferrara, Padova, possiamo dire che è usata quotidianamente da un terzo degli abitanti. Un cambiamento che dimostra come se ci sono incentivi, dalle piste ciclabili alla riorganizzazione della mobilità, i risultati si vedono».
E sul podio nella top ten delle città ?più ciclabili? troviamo Reggio Emilia, seguita da Lodi e Modena. Subito dopo si piazzano Mantova, Vercelli e Cremona, per concludere con Forlì, Ravenna, Cuneo e Ferrara (con le sue 2,8 biciclette per abitante).
Ma anche le grandi città (Milano è al 72° posto, Roma al 66°) seguono la tendenza. Nel capoluogo lombardo, città ad alta densità di smog, si sta assistendo a un cambiamento importante: «Qui diverse cause hanno contribuito a diffondere la bicicletta», continua Fiorillo, «tra queste la moda della bici fissa, senza cambio né freni, un modello che dopo aver conquistato altre capitali è approdato a Milano. Poi l´ecopass, ma anche la voglia di migliorare la qualità della vita. Infatti non è tanto la crisi economica ma quella della mobilità a convincere tanti professionisti a spostarsi in bicicletta».
A Roma, la cultura del ?bike to work? ruota intorno al sito ciclomobilisti.it, punto di riferimento della comunità su due ruote ? rigorosamente non a motore ? da cui è possibile scaricare una guida (clicca qui per consultarla) che dimostra tutti i benefici, fisici e non solo, che si hanno ad abbandonare l´automobile.
E se la tendenza a preferire le due ruote è evidente, purtroppo gli ostacoli non mancano. Da una parte c?è «il codice della strada che non si è adeguato ? sottolinea Gianni Stefanati, bicycle manager di Ferrara e responsabile del coordinamento nazionale "Citta in bici" che raccoglie i comuni virtuosi e i 40 che hanno aperto un apposito "Ufficio biciclette? - Per esempio le bici devono avere le luci ma se non le hanno non sono sanzionabili. Hanno la possibilità del rimorchio ma non ci possono portare i bambini. Poi l´infortunio in itinere, tra casa e lavoro, è riconosciuto e risarcito per chi usa altri mezzi ma non a chi va in bicicletta. Ora poi con i tagli ci sarà anche un problema di soldi, l´ultima legge che finanziava le piste ciclabili risale al 1999».
Quanto a piste ciclabili, infatti, il nostro Paese non primeggia. In Italia la copertura totale è di 951 km, lontana dalla Germania con i suoi 35000 km, ma anche dall?Inghilterra con 17000 km, dalla Danimarca con 3600 km e da Olanda e Francia con 2000.
(http://i2.wp.com/blog.mytwinplace.com/wp-content/uploads/2013/07/paris-bike.jpg)
PARIGI - Un'indennità per chi va a lavorare in bicicletta. È questa l'ultima idea del Governo francese per sviluppare l'utilizzo di mezzi di trasporto alternativi all'automobile.
L'iniziativa, presentata lo scorso 5 marzo, diventa ora operativa – sia pure in via sperimentale - grazie all'adesione di 19 aziende con circa 10mila dipendenti complessivi, metà dei quali potrebbero essere coinvolti nell'operazione. La più grossa è il gruppo assicurativo mutualistico Mma di Le Mans, con i suoi 6.400 addetti. La più piccola è un'impresa artigianale che si occupa di sistemi di riscaldamento "naturali", Solairebois, con 2 dipendenti.
Per un periodo di prova di sei mesi, iniziato lunedì scorso, queste aziende verseranno ai dipendenti che hanno deciso di utilizzare la bicicletta per gli spostamenti tra casa e lavoro 0,25 centesimi per ogni chilometro percorso (anche se le imprese sono libere di pagare di meno). Per chi abita a cinque chilometri dal posto di lavoro si tratta di 50-60 euro al mese.
Versati dall'impresa. Trattandosi di un'iniziativa volontaria non c'è infatti alcuna agevolazione da parte dello Stato. Al termine di questo periodo di sperimentazione si valuteranno i risultati ed eventualmente il Governo solleciterà altre aziende a partecipare all'operazione. Ovviamente i lavoratori che decidono di aderire non avranno diritto ad altri rimborsi – per l'abbonamento a mezzi pubblici o per l'uso dell'auto – che spesso vengono concessi dalle imprese (e nel caso delle società più grandi sono esplicitamente previsti dai contratti aziendali).
La Francia non è certo il primo Paese a darsi da fare per promuovere l'uso delle due ruote. In Irlanda i datori di lavoro finanziano l'acquisto di biciclette a prezzo scontato. In Gran Bretagna, con il programma "cycle to work" nato addirittura nel 1999, acquistano direttamente le biciclette e le noleggiano ai dipendenti con una trattenuta mensile fino al raggiungimento del prezzo della bici, che poi diventa di proprietà del dipendente.
Parigi è però la più generosa nell'adottare il modello di Belgio e Olanda, che prevedono un rimborso chilometrico rispettivamente di 21 e 19 centesimi.
Anche se le aziende francesi hanno ben altre priorità, i numeri dicono che l'iniziativa ha ampi margini di sviluppo: il 28% dei percorsi casa-lavoro sono inferiori ai cinque chilometri (e quindi possono essere agevolmente effettuati con le due ruote anche da persone non sportive) mentre solo il 2% dei francesi va a lavorare in bicicletta (percorrendo una distanza media di 3,4 chilometri).
Fonte | Link (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-06-05/francia-rimborsi-chi-va-lavoro-bicicletta-091621.shtml?uuid=ABImIEOB)