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turismo pieghevole => racconti di viaggio pieghevole => Topic aperto da: Vittorio - Febbraio 18, 2023, 07:25:18 pm

Titolo: Lombardia: ciclabile del dorso del drago
Inserito da: Vittorio - Febbraio 18, 2023, 07:25:18 pm
Da qualche anno, transitando in auto sulla BreBeMi, avevo notato un ponticello chiaramente ciclopedonale su una collinetta artificiale poco prima di Treviglio; cerca ed esplora, alla fino ho trovato l’indicazione su Komoot
https://www.komoot.com/it-it/plan/@45.5088041,9.5411870,14.487z?sport=touringbicycle&waypoint=hl:4013386
e da lì sono partito per pianificare un giro non troppo breve né troppo lungo,
https://www.komoot.com/it-it/tour/663787696?share_token=aqFpRDZTSnWeuAhsRXP3jmH0ZRtn5whsYy4iGbwzBf0nUk7oEa&ref=wtd
che insieme ad altri percorsi su sterrato è il principale motivo del mio acquisto della Espresso.
In realtà è venuto fuori questo:
https://www.komoot.com/it-it/tour/1033513557?ref=wtd
ma andiamo con ordine.
Avvicinamento in treno, con l’accoppiata S1 fino a Porta Vittoria e S5 fino a Cassano d’Adda, dove arrivo poco prima delle 10. Dato l’orario morto, il treno è praticamente vuoto, per cui non c’è da tribolare per sistemare la biciclettona.
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Treno vuoto sì, ma non così tanto da abbandonare la bici durante la preliminare visita alla ritirata; poco male, penso, provvederò all’arrivo a Cassano, e anche a riempire la borraccia.
Ottimista…
La stazione di Cassano d’Adda ha conservato il tranquillo aspetto di una volta,
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ma è desolatamente chiusa, impresenziata e disabitata.
Seconda delusione, la caratteristica passerella pedonale accanto ai ponti sulla Muzza e sull’Adda, un altro degli obiettivi della mia gita, è chiusa da un robusto cancello e da un ancor più robusto lucchetto.
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Per fortuna la nuova tangenziale di Cassano d’Adda, che passa immediatamente fuori dalla stazione  tagliandola fuori dal paese, è dotata di un’ampia e comoda ciclabile
(https://i.postimg.cc/RNg7ZLcm/IMG-4131.jpg) (https://postimg.cc/RNg7ZLcm)
da dove ci si riallaccia al percorso che avevo tracciato. Dopo aver sottopassato la ferrovia ad alta velocità e l’autostrada, ecco finalmente il famoso “dorso del drago”, un piacevole percorso tutto saliscendi e curve
(https://i.postimg.cc/qhcnVsk9/IMG-4134.jpg) (https://postimg.cc/qhcnVsk9)
che la collinetta scherma dal rumore dell’autostrada. Ed ecco il famoso ponticello
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dietro il quale spicca il viadotto dell’interconnessione tra la linea AV e quella tradizionale.
Presto l’asfalto finisce e dopo essere ripassato sotto l’autostrada arriva un tratto di sterrato abbastanza duro, con parecchie pietre affioranti.
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Sicuramente con la Vitesse sarebbe stato necessario scendere e proseguire a piedi; invece l’Espresso se la cava abbastanza bene, anche se devo ridurre parecchio la velocità e i sobbalzi sono tanti e poco piacevoli. Komoot indica questo tratto con la sigla S0, cioè singletrack facile; non oso immaginare che cosa sono quelli indicati con le sigle più alte…
Tornato sull'asfalto incontro qualche scorcio bucolico e rilassante
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e in breve arrivo a Treviglio, dove vado un po’ a zonzo per le stradine del centro, ricche di scorci molto gradevoli
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Sono sì e no le 11; per tornare a casa a pranzo è tardi, per cercare una trattoria è presto, per cui decido di proseguire come previsto fino a Caravaggio: lungo la strada mi fermo (anche per rifiatare un po’) sul lungo e alto cavalcavia che sovrappassa la ferrovia ad alta velocità proprio nel punto in cui questa viene sottopassata dall’autostrada.
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Il traffico su questa linea è abbastanza rado e non ho gli orari dei treni, per cui non mi fermo più di tanto.
Caravaggio si rivela meno attraente di Treviglio, nonostante qualche scorcio gradevole
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per cui decido di rinunciare alla puntata fino al santuario per tornare a Treviglio, anche perché mi è venuta la curiosità di andare a curiosare alla concessionaria Moto Guzzi per vedere se c’è la nuova V100 Mandello.
Non c’era, ma nel frattempo si è fatto un orario ragionevole per mettere le gambe sotto il tavolo e qualcosa sotto i denti. In generale in queste occasioni cerco sempre la cucina locale, ma qui sembra che non ci sia verso: piadineria, hamburgheria, cucina messicana, pokeria, specialità di mare… Alla fine mi decido per un piccolo locale dall’aria alternativa e il nome Hungry Boys, che annuncia sull’insegna “cucina romana”. Meglio di niente, e un piacevole ricordo della gita a Roma per comprare la Espresso…
Visto che il ritorno è già programmato in treno, e la stazione dista 800 metri, non mi faccio troppe riserve: un bel piattone di gricia
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e “leggerissime” patate al forno cacio e pepe.
(https://i.postimg.cc/JyLYbQdF/IMG-2584.jpg) (https://postimg.cc/JyLYbQdF)
Il viaggio di ritorno non ha storia e molto prima delle 16 sono già a casa, con 30 km sul computerino e pronto a spalmarmi sul divano con la TV accesa per finire la digestione.

Vittorio