diciamola tutta: voi che andate al lavoro in bici un po' strani lo siete! :-DEffettivamente mi sento assolutamente normale... ma allo stesso momento anche strano, appariscente, fuori luogo, come uno straniero proveniente da una terra lontana. Insomma, la mia normalità è diversa dalla normalità della maggioranza che mi circonda. Fuori luogo. Fuori tempo.
Non mi fraintendere! Credo che nessuno qui si senta una divinità e nemmeno superiore a nessun altro.Rispondo: per le ragioni che ho esposto nel post precedente. Condivisibili o meno, giuste o meno, fanno parte del modo di vivere contemporaneo, almeno alle nostre latitudini.
Siamo tutti automobilisti e le nostre biciclette finiscono spesso proprio nel baule di un auto, perciò non si tratta di una polemica manichea contro l'uso dell'auto, ma della difficoltà di cambiare il proprio modo di spostarsi per vivere meglio, tutti.
Oltre cinque mila morti all'anno sull'asfalto secondo me non sono una cosa normale e l'aria terribile che siamo costretti a respirare nelle grandi città - causa di una infinità di patologie più o meno gravi - non è nemmeno quella una cosa normale. La sedentarietà da cui sono afflitti gran parte dei nostri concittadini è causa di malattie cardiocircolatorie, di obesità e di tante altre problematiche che, a parte l'aspetto umano, sono anche un costo non indifferente per la Sanità. I nostri bambini sono costretti a vivere chiusi in casa senza socializzare fra loro e a farsi trasportare qua e là come sacchi di patate, come se non avessero la capacità - la necessità - di muoversi da sé...
Queste problematiche sono conosciute da tutti e proprio per questo in tanti simpatizzano con noi.
Quel che non riesco a capire (è questa la ragione del post) è perché date le premesse nessuno poi ne tragga le ovvie conseguenze pratiche. Tutto qui.
non sarà che la gente abbia una fottuta paura della libertà?Io mi sono convinto negli anni che gli italiani si comportano esattamente come un qualsiasi branco di pecore, cambieranno direzione solo quando interverrà il bastone del pastore o sentiranno da vicino l'abbaiare dei cani. >:(
Poi ci sono delle esigenze pratiche che non permettono l'uso della bici. Un papà che vive a 15 chilometri dalla scuola dei suoi figli e li deve accompagnare ogni mattina, non può farlo in bici.E chi gliel'ha fatto fare di andare ad abitare tanto lontano se non l'automobile?
Ma per favore, non sentiamoci delle divinità scese sulla terra.
La bici non crea traffico come l'auto e inquina sicuramente meno di una moto, ma a modo suo rompe le palle.
Immaginate di procedere con un'auto a 70 Km/h su una provinciale e dietro una curva trovate un bel trabiccolo su due ruote che va a 30 Km/h, magari un po' distante dal bordo della carreggiata. Non vi viene un mezzo infarto?
Immaginate che sia l'ora di punta, salite sul treno col vostro abito tutto bello stirato per affrontare il meeting delle 9 e nella calca c'è un tizio con 'sta bastardissima pieghevole che vi spiegazza il vestito a ogni scossone. Dite forse << Oh, che meraviglia>>?
Immaginate di essere sul tram preso al volo, state andando a un appuntamento importante quando il solito cicloimbranato infila la ruota nelle rotaie e rovina per terra fermando la corsa tranquilla del vostro bel mezzo pubblico finché non arriva l'autoambulanza.
Ecco, queste sono tre situazioni tipiche in cui mi rendo conto che [...] abbiamo anche noi i nostri "peccatucci".
Gli automobilisti sono soltanto un'altra espressione di un bisogno sentito da qualunque essere umano.
La ragione è un equilibrio variabile tra opposte posizioni.Noi pieghevolisti in realtà siamo gli unici al di sopra delle parti, in quanto ciclisti, ma anche pendolari in treno o metropolitana con bagaglio al seguito, pedoni con bici a mano, automobilisti con bici nel cofano.
Diciamo che il livello di insofferenza reciproca tra automobilisti, ciclisti, scooteristi, tassisti, camionisti, pedoni...sti e tutti gli isti che vogliamo (fuori e dentro la strada) sta aumentando.
Noi, a differenza di chi sta ingabbiato nella sua lamiera, abbiamo uno strumento distensivo in più..... la nostra bici. Per fortuna c'è lei a raffreddare i nostri più o meno giusti-ficati bollenti spiriti. ;)
Per fortuna c'è lei a raffreddare i nostri più o meno giusti-ficati bollenti spiriti. ;)
nel mio ufficio siamo in 4. escludendo quello più anziano, degli altri miei colleghi uno già arrivava qualche volta in bici e da quando mi son fatto la pieghevole ne ha intensificato l'uso. l'altro è stato invogliato a comprarne una, una mtb, ma più in la dello studiarsi il percorso alternativo per venire al lavoro non è mai andato.a Torino ci sono sempre più bici, si nota l'aumento anche solo guardandosi intorno, è fichissimo!
dei miei amici di torino, parecchi, almeno d'estate si muovono principalmente in bici, ma anche io non sono riuscito a convincerli a farsi una pedalata d'inverno.
io cerco di far capire che la scelta non è solo intelligente ma anche divertente, ma si vede che non è sufficiente.
sto vivamente pensando di regalare per natale qualche bel libro sulla bici, ma chissà se sarà apprezzato...
sull'aumento della benzina, è così piccolo l'aumento che non farà da deterrente. è come quando aumentano le sigarette: i fumatori si lamentano per un paio di giorni e poi continuano a fumare, perché è un acquisto compulsivo in quanto fumare non è un bisogno ma un vizio.
ecco, anche usare la macchina è un vizio.
Hai ragione Bruno. Anche da me (io lavoro all'ospedale Sant'Anna) vedo d'inverno sempre più gente che viene al lavoro in bicicletta, tra l'altro decisamente attrezzata per la sicurezza (giubbetti, luci ecc. ecc.) e ne vado orgoglioso. Non penso di essere stato il primo ma sicuramente uno dei pochi che ha dimostrato che anche d'inverno la bicicletta può essere il mezzo di locomozione per eccellenza in luoghi come il polo ospedali, dove il parcheggio o è a pagamento o è a casa di Dio. In quest'ultimo caso, andando leggermente OT, quando per motivi imprescendibili devo utilizzare l'auto :'( infilo l'HopTown nel baule, parcheggio al Palazzo a Vela e l'ultimo tratto è in bicicletta. Tanto per non smentirmi! ;) :D ;DIo un paio di settimane fa ho visto una bici parcheggiata all'Ospedale San Luigi di Orbassano... al quarto piano!
al san luigi mi sa che la usano i medici o gli infermieri. una volta ci sono stato e ce ne era uno che c'era seduto sopra, in un corridoioHai ragione Bruno. Anche da me (io lavoro all'ospedale Sant'Anna) vedo d'inverno sempre più gente che viene al lavoro in bicicletta, tra l'altro decisamente attrezzata per la sicurezza (giubbetti, luci ecc. ecc.) e ne vado orgoglioso. Non penso di essere stato il primo ma sicuramente uno dei pochi che ha dimostrato che anche d'inverno la bicicletta può essere il mezzo di locomozione per eccellenza in luoghi come il polo ospedali, dove il parcheggio o è a pagamento o è a casa di Dio. In quest'ultimo caso, andando leggermente OT, quando per motivi imprescendibili devo utilizzare l'auto :'( infilo l'HopTown nel baule, parcheggio al Palazzo a Vela e l'ultimo tratto è in bicicletta. Tanto per non smentirmi! ;) :D ;DIo un paio di settimane fa ho visto una bici parcheggiata all'Ospedale San Luigi di Orbassano... al quarto piano!
.La bicicletta elevò l'automobilità dell'uomo a un nuovo ordine, oltre il quale è teoricamente impossibile progredire; al contrario, la capsula individuale di accelerazione fece sì che le società si dedicassero a un rituale di velocità progressivamente paralizzante.ecco un bel libro da regalare a natale!
L'impiego esclusivamente rituale di un congegno potenzialmente dotato di utilità non è certo un fatto nuovo. Migliaia di anni fa la ruota liberò dal suo fardello lo schiavo portatore, ma solo sul continente euroasiatico; in Messico la ruota si conosceva, ma non veniva mai adibita al trasporto: serviva esclusivamente alla costruzione di carrozze per delle divinità-giocattolo. Il tabù per le carriole vigente nell'America anteriore a Cortés non è più strano del tabù per le biciclette nel traffico d'oggi.
Ivan Illich, Energia ed equità