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rassegna stampa => sulla mobilità in generale => Topic aperto da: Hopton - Giugno 18, 2012, 06:24:45 pm

Titolo: bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: Hopton - Giugno 18, 2012, 06:24:45 pm
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Segnalo questa iniziativa della provincia di Lecco, dal Giorno (ma la dolce metà già li aveva notati sulla provinciale per Oggiono):
http://www.ilgiorno.it/desktop/lecco/cronaca/2012/06/15/729773-lecco_cartelli_cicilisti.shtml
Tregua tra automobilisti e ciclisti: a Lecco c'è posto per tutti
Al via una campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza e il rispetto reciproco varato dall'assessore provinciale allo Sport Antonio Rossi: "E' necessaria la massima attenzione da parte di tutti"

 
Convivenza tra ciclisti ed automobilisti
Lecco, 15 giugno 2012 - C?è spazio per tutti: è questo lo slogan scelto dall?Amministrazione provinciale di Lecco per una campagna di sensibilizzazione sulla pacifica convivenza di tutti i mezzi di circolazione sulle strade lecchesi e a incentivare la mobilità dolce a beneficio dell?ambiente e della salute.  La campagna vuole favorire la cultura del rispetto delle regole della circolazione stradale, dando maggiore tutela e sicurezza a chi utilizza la mobilità ciclistica, in modo di favorirne la maggiore diffusione.
 
?Vogliamo porre l?attenzione al tema della sicurezza sulle strade in un?ottica di convivenza di tutti gli utenti - commenta il plurimedagliato olimpico assessore allo Sport Antonio Rossi -. Il nostro territorio, per caratteristiche morfologiche, favorisce un elevato afflusso di ciclisti, soprattutto in particolari periodi dell?anno. Pertanto è necessaria la massima attenzione da parte di tutti, automobilisti e ciclisti, per un utilizzo corretto e rispettoso delle nostre strade. E? nostra intenzione coinvolgere anche i Comuni, chiedendo loro di aderire alla nostra campagna, per posizionare così altri cartelli sulle nostre strade?.
Per questo sono stati posizionati venti cartelli che esortano automobilisti e ciclisti a rispettarsi reciprocamente, i primi stando attenti agli amanti delle due ruote, i secondi stando attenti a procedere ai margini delle carreggiate. I tabelloni sono stati installati lungo la Sp 72 a Colico località Piona e ad Abbadia Lariana, sulla Sr 583 a Limonta e Malgrate, sulla Sp 51 La Santa a Sala al Barro di Galbiate e Bevera, sulla 179 a Torre de? Busi e infine sulla Sp 62 a Ballabio Bellano e Moggio, nei luoghi preferiti dai cicloturisti.
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: Foldan - Giugno 18, 2012, 07:54:58 pm
Finalmente un po' di buonsenso. Ottima notizia.
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: sim1 - Giugno 19, 2012, 08:48:07 am
da circa un mese li avevo visti.

non avevo scritto nulla perché mi sembrava una cosa così tanto stupida che non meritava pubblicità. Un cartello idiota (ovviamente fatto da un i****a, ovvero Antonio Rossi il campione olimpico che ha vinto un decimo di quello vinto dalla Idem o Vezzali - il testimonial di quelli che vogliono la cava sul Cronizzolo a poche centinaia di metri da San Pietro al Monte una delle opere romaniche più importanti del mondo).

Sulla strada dove è stato messo (quella che da Galbiate va a Oggiono) quasi in corrispondenza di una rotonda, chiedi a quelli che ti sfrecciano da parte a 110 all'ora se è vero che c'è tutto sto spazio. Inoltre ci son punti in cui sono presenti svincoli e passaggi a livello. Quindi le macchine occupano lo spazio OLTRE la carreggiata. Ma c'è spazio per tutti, certo, infatti sui muri di cinta delle case c'è un sacco di spazio. Il limite di velocità su questa strada è 70 all'ora. Non mi pare una strada in cui tutti abbiano spazio. Potevano mettere il limite di 50 e soprattutto mettere quegli autovelox di plastica (tipo strade di Bergamo) se volevano veramente fare qualcosa.

Questa iniziativa è solo per pubblicità, da gente che vive di pubblicità.

Scusate lo sfogo, ma a me tutti sti amanti della bicicletta che li vedi andar in giro in autoblu mi fanno girare le scatole.

P.S. non so dove inserirlo. Sabato a Reggio Emilia, un signore in giacca e cravatta barba e capelli bianchi, aveva in bella mostra la spilla salvaiciclisti. Qualcuno sa se era un "capoccia" del  movimento?

Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: beaturbano - Giugno 19, 2012, 09:25:09 am
rimetto il link, quello postato non funziona
http://www.ilgiorno.it/lecco/cronaca/2012/06/15/729773-lecco_cartelli_cicilisti.shtml (http://www.ilgiorno.it/lecco/cronaca/2012/06/15/729773-lecco_cartelli_cicilisti.shtml)

(http://www.ilgiorno.it/lecco/cronaca/2012/06/15/729773/images/1315423-foto_de_salvo.JPG)

Spero che oltre ai cartelli ci sia stata una campagna informativa per spiegare gli stessi agli automobilisti (e a qualche ciclista).
Noto, ma non conoscendo la zona potrei sbagliarmi, che i cartelli sono posizionati su statali e comunque "nei luoghi preferiti dai cicloturisti", come si può leggere nell'articolo. La cosa mi lascia perplesso in quanto si parla di "incentivare la mobilità dolce a beneficio dell?ambiente e della salute" ma poi ci si riferisce ai ciclisti sportivi e non a chi vuole preferire la bici all'auto per spostarsi quotidianamente.
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: sim1 - Giugno 19, 2012, 10:07:20 am
broono ha inserito l'unico motivo valido di quella campagna. I politici che si fan la foto.

Questo è il punto migliore dove guardare il cartello.

(https://lh5.googleusercontent.com/-5OVwAI7C02U/T-AyaI7gOyI/AAAAAAAAANo/z5OJOFOkDzM/w497-h373/19062012231.jpg)

Guardando da dietro, si può notare che c'è la pista ciclabile (un tratto da cui non si può accedere, infatti non ci son strisce ne altro). Il cartello è da parte alla seconda macchina sullo sfondo.

(https://lh4.googleusercontent.com/-yXW4qP26tiI/T-Ay36cUH8I/AAAAAAAAAOA/55f9aEAADwI/w497-h373/19062012232.jpg)
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: Foldan - Giugno 19, 2012, 11:14:43 am
una cosa così tanto stupida che non meritava pubblicità. Un cartello idiota (ovviamente fatto da un i****a, ovvero Antonio Rossi il campione olimpico che ha vinto un decimo di quello vinto dalla Idem o Vezzali - il testimonial di quelli che vogliono la cava sul Cronizzolo a poche centinaia di metri da San Pietro al Monte una delle opere romaniche più importanti del mondo).
Secondo me è sbagliato bollare un'iniziativa come "stupida" solo perchè Antonio Rossi ha vinto meno della Idem o della Vezzali, o lo ritieni "idiota" per avere sostenuto anche altre campagne più discutibili. I giudizi sulla persona potremmo risparmiarceli. Il giudizio sull'iniziativa secondo me è apprezzabile.


Sulla strada dove è stato messo (quella che da Galbiate va a Oggiono) quasi in corrispondenza di una rotonda, chiedi a quelli che ti sfrecciano da parte a 110 all'ora se è vero che c'è tutto sto spazio. Inoltre ci son punti in cui sono presenti svincoli e passaggi a livello. Quindi le macchine occupano lo spazio OLTRE la carreggiata. Ma c'è spazio per tutti, certo, infatti sui muri di cinta delle case c'è un sacco di spazio. Il limite di velocità su questa strada è 70 all'ora. Non mi pare una strada in cui tutti abbiano spazio. Potevano mettere il limite di 50 e soprattutto mettere quegli autovelox di plastica (tipo strade di Bergamo) se volevano veramente fare qualcosa.
Proprio perchè ti sfrecciano a 110 o occupano tutta la carreggiata non è stupido mettere un cartello che segnala con una sola immagine la presenza di ciclisti, la necessità di reciproca attenzione, il buonsenso. Costa poco, e comunque male non fa di certo.  Se il cartello l'avessero messo in un sentiero sperduto del bosco magari sarebbe stato più stupido. Ma da quel che dici, l'hanno messo proprio dove se ne sentiva l'esigenza.
Quanto al limite di velocità, quello è un limite massimo che può essere tenuto in condizioni ottimali della strada, del traffico, della visibilità. Non autorizza ad andare sempre a 70 facendo il pelo al ciclista. E il cartello saggiamente invita all'attenzione e al buonsenso: è il metodo della prevenzione e della sensibilizzazione piuttosto che quello dell'autovelox, delle contravvenzioni o del conflitto fra utenti della strada.
Poi sì, si poteva fare di più. Ma aver fatto di meno è comunque meglio che aver fatto niente o sbagliato.

Scusate lo sfogo, ma a me tutti sti amanti della bicicletta che li vedi andar in giro in autoblu mi fanno girare le scatole.
Ma perchè non vuoi accogliere i contributi alla causa che possono venire da qualsiasi parte? Magari Rossi ama il kayak più della bicicletta e userà persino l'autoblu, ma quando fa la sua parte, senza gravare sul contribuente, senza danneggiare nessuno, ed anzi sollecitando il buonsenso e il rispetto reciproco fra gli utenti della strada, merita un plauso più che un insulto.

Obiettivamente, e senza pregiudizi o faziosità di sorta, io non mi sento di criticare l'iniziativa. Anzi.

Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: Foldan - Giugno 19, 2012, 11:41:13 am
Spero che oltre ai cartelli ci sia stata una campagna informativa per spiegare gli stessi agli automobilisti (e a qualche ciclista).
Sì certo... un po' come per tutti i cartelli stradali. C'è un vigile che raccoglie tutti i numeri di telefono degli automobilisti che passano di lì almeno una volta. Poi una gentile vigilessa telefona a ciascuno e gli spiega cosa significa il disegno del cartello. Lo stesso per informare qualche ciclista, potremmo raccogliere i numeri di telefono di tutti i ciclisti alle critical mass e poi li facciamo chiamare dalla vigilessa che gentilmente spiegherà cosa significa in fila per uno o per due, o "buonsenso", pacifica convivenza di tutti o "senza creare intralcio alla circolazione".  :P

Noto, ma non conoscendo la zona potrei sbagliarmi, che i cartelli sono posizionati su statali e comunque "nei luoghi preferiti dai cicloturisti", come si può leggere nell'articolo. La cosa mi lascia perplesso in quanto si parla di "incentivare la mobilità dolce a beneficio dell?ambiente e della salute" ma poi ci si riferisce ai ciclisti sportivi e non a chi vuole preferire la bici all'auto per spostarsi quotidianamente.
I cicloturisti non sono necessariamente ciclisti sportivi anche se poi lo stesso ciclista ha una bici per fare sport, una per fare turismo e un'auto...tutto nello stesso garage. Il cartello in ogni caso raffigura una bici e non una bici da corsa o da touring. Insomma il messaggio è chiaro e condivisibile. Non capisco le ragioni di ostilità o di cercare il pelo nell'uovo per bocciare un'iniziativa che con pochi soldi (il costo del cartello stradale!) lancia un messaggio di saggezza, rispetto reciproco e buonsenso, immediatamente comprensibile da tutti gli utenti della strada.
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: sim1 - Giugno 19, 2012, 12:49:50 pm
Primo. Pensavo di aver scritto in italiano.

Secondo. Antonio Rossi viene considerato (e si considera visto che ha accettato di fare il portabandiera alle olimpiadi) uno degli olimpionici più famosi nonostante abbia vinto un decimo se non meno di altri sportivi.

Terzo. Sostenere la cava del Monte Cornizzolo (forse indirettamente, ma essendo sponsor di Unicalce magari non è così indiretto. Se faccio il testimonial della Beretta o delle Fiocchi non è che poi posso dire di essere contrario alla caccia), a poche centinaia di metri da San Pietro al Monte (sito candidato all'Unesco) non mi sembra sto colpo di  genio.

Quarto. Non ho dato nessun giudizio sulla persona, ma su quello che fa.

Quinto. Uno che sfreccia a 110 su una strada in cui c'è il limite a 70 credi che guardi i cartelli? Forse non ha proprio tutto sto senso civico. Ma sicuramente quel cartello (quando lo guarderà) aumenterà il suo senso civico.

Sesto. Probabilmente vivi in un'isola felice. Io vivo in Italia e la gente pensa che, visto che entro i 40 km/h non ti ritirano la patente, se  c'è scritto 70 si ha il diritto di andare a 110 Km/h. Forse non lo sai, ma è quello il motivo per cui si mette limite 30 nelle zone ciclabili.

Settimo. Per un periodo sulle tangenziali milanesi son stati messi i cartelli 70 km/h (campagna di sensibilizzazione per l'inquinamento) lasciando gli autovelox con il limite 90 km/h. Sai quanti andavano a 70? Nessuno, dati alla mano. E nessuno penso sia come dire 100% di persone che se ne fregavano. Questa è la forza delle campagne di sensibilizzazione.

Ottavo. A Milano da quando ci son i cartelloni luminosi salvaiciclisti ci son stati gli stessi incidenti di quando non c'erano. Altro esempio di campagna di sensibilizzazione.

Nono. Essendo io abitante nella Provincia di Lecco, e pagando le tasse in Provincia di Lecco, si, Antonio Rossi usa i miei soldi. e quindi grava su di me contribuente. Anche il suo stipendio grava su di me contribuente. Considerando il fatto che le province (continuano a dirlo un pò tutti) dovrebbero essere eliminate, mi pare rubino abbastanza soldi a tutti i contribuenti.

Decimo. Visto che i decaloghi son sempre visti di buon occhio. Non cerchiamo di trovare il giusto in iniziative stupide ed inutili che servono solo per la bella faccia dei politici. Se non capiamo questo non c'è nessuna speranza.

Saluti.



Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: Hopton - Giugno 19, 2012, 01:52:24 pm
Confesso che quando ho postato questa iniziativa ho immaginato che potesse generare discussioni. Forse perché io stesso mi sono sentito diviso tra un tiepido apprezzamento (della serie male non può fare, e comunque è a basso costo) ad argomentazioni decisamente più scettiche, per capirci vicine a quelle di Sim.
I cartelli sono posti credo su provinciali, del resto sono stati messi dalla provincia. Su strade insomma dove la gente va tranquillamente a 110/h, per cui quando vai in bici anche se non ti asfaltano ti fanno comunque barcollare per il semplice spostamento d'aria. Salvo poi ovviamente incolonnarsi alla successiva rotonda o semaforo... Purtroppo per quel genere di persone temo che valgano solo gli autovelox e il ritiro della patente, non è gente che perde tempo a leggere i cartelli.
OT Giusto perché se ne è accennato qui, fermo restando la mia perplessità sul politico Rossi, e premettendo che ne so poco di sport: ma non ha vinto 4 medaglie d'oro e una d'argento in 5 olimpiadi consecutive? Perché se è così non mi sembra tanto poco. Ripeto, questo nulla cambia su considerazioni di altro tipo come il discorso sulla cava a cui accennava Sim, o al giudizio su questa iniziativa.
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: Hopton - Giugno 19, 2012, 01:55:12 pm
rimetto il link, quello postato non funziona
http://www.ilgiorno.it/lecco/cronaca/2012/06/15/729773-lecco_cartelli_cicilisti.shtml (http://www.ilgiorno.it/lecco/cronaca/2012/06/15/729773-lecco_cartelli_cicilisti.shtml)
Credo che il link da me postato funzioni se navighi su safari, infatti ho scritto dal cell.
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: occhio.nero - Giugno 19, 2012, 02:00:43 pm
Plachiamo gli animi ed argomentiamo serenamente.  ;)
E se ogni tanto ci girano... annamo a pedalà!  ;D
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: sim1 - Giugno 19, 2012, 02:17:44 pm
OT Hop? Se controlli su wikipedia (c'è proprio la tabella) puoi notare che le medaglie d'oro sono tre. Ma indipendentemente da questo non è l'olimpionico per eccellenza. Ma quello non mi importa mica troppo. FINE OT


"I cartelli sono posti credo su provinciali, del resto sono stati messi dalla provincia. Su strade insomma dove la gente va tranquillamente a 110/h, per cui quando vai in bici anche se non ti asfaltano ti fanno comunque barcollare per il semplice spostamento d'aria. Salvo poi ovviamente incolonnarsi alla successiva rotonda o semaforo... Purtroppo per quel genere di persone temo che valgano solo gli autovelox e il ritiro della patente, non è gente che perde tempo a leggere i cartelli."

E' esattamente quello che penso io, e tu Hop, conosci bene di che strade si parla. Prendiamo per ipotesi che me ne frego della sicurezza dei ciclisti, ma possibile che in quella strada non c'è manco un passaggio pedonale che ti permetta di attraversare (anche in corrispondenza della fermata del treno)? E neanche un attraversamento ciclopedonale per immettersi nel pezzo di pista realizzata che ti eviterebbe di rischiare la vita nella zona rotonde? Questa, a mio modesto avviso, non è una campagna di sensibilizzazione. E' una presa per il culo. Allo stesso costo (se non qualcosina meno) si potevano infilare due cartelli lampeggianti ed un attraversamento. Però non avrebbe fatto "notizia".

Federico. E' proprio perchè pedalo in questa strada che mi girano  ;D ;D ;D Quindi il tuo consiglio non funziona in questo caso  ;D ;D ;D ;D Come quello che mi avevi dato per il movimento centrale...se sfogo la rabbia su li mi si rompe ancora!!  ;D

Il mio consiglio (mio, personale) è di diffidare dal dare pubblicità a delle iniziative che servono solo a chi le ha realizzate.

Ma questo è solo il mio parere  ;)

P.S. Sono in crisi d'astinenza da Karma negativo...sono fermo a -4. Help.
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: Foldan - Giugno 19, 2012, 03:18:10 pm
 
Primo. Pensavo di aver scritto in italiano.
Secondo. Antonio Rossi viene considerato (e si considera visto che ha accettato di fare il portabandiera alle olimpiadi) uno degli olimpionici più famosi nonostante abbia vinto un decimo se non meno di altri sportivi.
Terzo. Sostenere la cava del Monte Cornizzolo (forse indirettamente, ma essendo sponsor di Unicalce magari non è così indiretto. Se faccio il testimonial della Beretta o delle Fiocchi non è che poi posso dire di essere contrario alla caccia), a poche centinaia di metri da San Pietro al Monte (sito candidato all'Unesco) non mi sembra sto colpo di  genio.
Questi primi 3 punti del decalogo... che c'entrano? non è che se vinceva una medaglia in più l'iniziativa diventava migliore o peggiore. E nemmeno c'entrano le altre iniziative discutibili o meno. Ma perchè bisogna giudicare i fatti solo in base agli autori? I fatti sono che quella iniziativa può essere inutile ma non dannosa. Non genera ostilità, non alimenta conflitti, non costa molti soldi, non è alternativa a iniziative migliori e ulteriori... è un ottimo paretiano. Perchè bocciarla solo argomentando con pregiudizi sociopolitici sull'autore?

Quarto. Non ho dato nessun giudizio sulla persona, ma su quello che fa.
A Simò... e meno male che scrivi in italiano! Hai scritto testualmente il seguente giudizio incontinente proprio sulla persona:
Citazione
Ovviamente fatto da un i****a, ovvero Antonio Rossi il campione olimpico che ha vinto un decimo di quello vinto dalla Idem o Vezzali - il testimonial di quelli che vogliono la cava sul Cronizzolo a poche centinaia di metri da San Pietro al Monte una delle opere romaniche più importanti del mondo



Quinto. Uno che sfreccia a 110 su una strada in cui c'è il limite a 70 credi che guardi i cartelli? Forse non ha proprio tutto sto senso civico. Ma sicuramente quel cartello (quando lo guarderà) aumenterà il suo senso civico.

Sesto. Probabilmente vivi in un'isola felice. Io vivo in Italia e la gente pensa che, visto che entro i 40 km/h non ti ritirano la patente, se  c'è scritto 70 si ha il diritto di andare a 110 Km/h. Forse non lo sai, ma è quello il motivo per cui si mette limite 30 nelle zone ciclabili.

Settimo. Per un periodo sulle tangenziali milanesi son stati messi i cartelli 70 km/h (campagna di sensibilizzazione per l'inquinamento) lasciando gli autovelox con il limite 90 km/h. Sai quanti andavano a 70? Nessuno, dati alla mano. E nessuno penso sia come dire 100% di persone che se ne fregavano. Questa è la forza delle campagne di sensibilizzazione.

Ottavo. A Milano da quando ci son i cartelloni luminosi salvaiciclisti ci son stati gli stessi incidenti di quando non c'erano. Altro esempio di campagna di sensibilizzazione.
Ripeto: può essere inutile ma male non fa. Dunque perchè non farlo?


Nono. Essendo io abitante nella Provincia di Lecco, e pagando le tasse in Provincia di Lecco, si, Antonio Rossi usa i miei soldi. e quindi grava su di me contribuente. Anche il suo stipendio grava su di me contribuente. Considerando il fatto che le province (continuano a dirlo un pò tutti) dovrebbero essere eliminate, mi pare rubino abbastanza soldi a tutti i contribuenti.
Ma perchè la devi buttare in politica? La provincia è competente per la gestione delle strade. Non è che abolendola risparmi i soldi della gestione delle strade,  solo dovrai pagare (non è detto che si risparmi) per affidare quella competenza a qualcun altro. E comunque finchè non vengono abolite, mi pare siano organi elettivi previsti dalla Costituzione. E se hai notizia che Rossi stia "rubando" qualcosa denuncialo alla Procura ma non calunniarlo. (Comunque non aver vinto quanto la Idem non è reato e neppure un'aggravante)  ;D
Resta il fatto che spendere due soldi per 20 cartelli stradali che invitano alla pacifica convivenza stradale non mi pare possa scandalizzare nessuno.

Decimo. Visto che i decaloghi son sempre visti di buon occhio. Non cerchiamo di trovare il giusto in iniziative stupide ed inutili che servono solo per la bella faccia dei politici. Se non capiamo questo non c'è nessuna speranza.
Di iniziative stupide, persino controproducenti, dannose, al confine della legalità, con inutile sfoggio di simboli politici (ora ostentati, ora ipocritamente velati) se ne vedono fin troppe.
Però direi che quando non fanno danno, e non costano troppo, possiamo tollerare che Antonio Rossi faccia mettere dei cartelli stradali sulle strade provinciali, che Pizzarotti si faccia fotografare con la pieghevole del noto megastore francese, che il presidente del municipio I a Roma dichiari alla stampa che aprirà (un giorno) i sensi unici della circoscrizione... insomma. Direi che ci sta tutto. Poi ognuno vota quello gli pare. Anche nessuno di questi.

Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: sim1 - Giugno 19, 2012, 03:42:36 pm
Foldan...non è che mi nascondi che sei il figlio di Antonio Rossi?  ;D

i****a perché quelle azioni mi paiono degne di una persona senza intelletto.

Foldan, io son dell'idea che fare una cosa che non serve a nulla, cioè che non raggiunge neanche in minima parte il suo scopo, non va fatta. Fosse anche 100 euro, son soldi buttati nel cesso.

Io non la butto in politica (non so, ma magari non hai letto i miei commenti in cui dicevo di essere anarchico individualista e qui Jaaymz (tra l'altro, che fine ha fatto??? :o :o) potrebbe venire in mio soccorso) ma invece dei cartelli magari potevano tappare le buche presenti sulle strade, o rifare la segnaletica orizzontale (tutte cose presenti nella strada citata) o fare un attraversamento pedonale. Io assolutamente non calunnio Antonio Rossi. Io dico semplicemente la verità. I politici (tutti, suvvia evitiamo il politicamente corretto) rubano. Fosse anche il loro stipendio. Ma non è calunniare questo, è una considerazione personale. Considerando che un milione di persone aveva votato per il referendum, ovviamente non fatto, venendo meno alla Costituzione, allora posso dire anche che le Province non servono senza andare contro la Costituzione.

Il problema, ti ripeto, è che io non stavo assolutamente parlando di politica. Mentre penso che tu te la sia presa magari perché ho offeso il politico che è in te. E magari della stessa sponda di Rossi.

Jaaymz ti può dire (ri a proposito...dov'è finitooooooooooooo!!!) che ho criticato pisapia, fassino e altri che manco ricordo (non che sia un problema dimenticarli...).

Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: alek78 - Giugno 19, 2012, 03:44:35 pm
A me quel cartello piace (e sti cazzi direte voi :) ).

Chi non va in bici non ha idea di quanto sia pericoloso lo spostamento d'aria per un ciclista,
magari così può trovare uno spunto per capirlo.
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: Foldan - Giugno 19, 2012, 04:51:26 pm
Foldan...non è che mi nascondi che sei il figlio di Antonio Rossi?  ;D
Io no. Anche per questioni anagrafiche.  ;)
 
Citazione
Io non la butto in politica... dicevo di essere anarchico individualista
Vabbè allora smettila di buttarla in geografia.

Citazione
Io assolutamente non calunnio Antonio Rossi. Io dico semplicemente la verità. I politici (tutti, suvvia evitiamo il politicamente corretto) rubano. Fosse anche il loro stipendio. Ma non è calunniare questo, è una considerazione personale.
E questa cos'è? anti-geografia! :D

Citazione
Il problema, ti ripeto, è che io non stavo assolutamente parlando di politica
Allora è davvero geografia.

Citazione
Mentre penso che tu te la sia presa magari perché ho offeso il politico che è in te
Hai offeso piuttosto l'intelligenza che è in me.  :P

Citazione
E magari della stessa sponda di Rossi
Ho remato sulle stesse (un tempo meravigliose) sponde geografiche. Se invece ti riferisci alla politica... allora dobbiamo cercare un posto più adatto che non il forum dedicato alle bici pieghevoli. Qui non ci dovrebbero interessare i pregiudizi sociopolitici. Dovremmo limitarci a valutare obbiettivamente le questioni attinenti il ciclismo pieghevole (turistico, sportivo o della ciclabilità intermodale) o riguardanti la sicurezza stradale, le leggi da rispettare in strada e non.
E comunque sempre nel rispetto degli altri, innanzitutto evitando gli insulti a chi non la pensa come noi (il giornalista della Stampa di cui non ricordo nemmeno il nome), o la pensa come noi sulla ciclabilità ma per qualche motivo non lo vorremmo dalla nostra parte (Antonio Rossi, Pisapia, Fassino, Rutelli, Alemanno, Pizzarotti...  e gli altri che manco ci ricordiamo).
 :)

Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: Hopton - Giugno 19, 2012, 06:43:30 pm
A me quel cartello piace (e sti cazzi direte voi :) ).

Chi non va in bici non ha idea di quanto sia pericoloso lo spostamento d'aria per un ciclista,
magari così può trovare uno spunto per capirlo.
Io alla fine di tutta questa discussione rimango mooolto scettico sull'utilità di questa iniziativa, ma se devo trovare un possibile aspetto favorevole è questo che cita Alek. Purtroppo molti automobilisti, specie quando guidano su alcune strade provinciali, non si ricordano nemmeno dell'esistenza di un'entità chiamata ciclista. Se un cartello dovesse riuscire a ricordarglielo per qualche attimo, facendo appello non a cose come prudenza, senso civico ecc. ma solo alla sua convenienza personale (perché investire un ciclista non conviene a nessuno, si rischia un processo e di dover pagare danni, e anche se si tratta di conseguenze ridicolmente lievi rispetto all'entità del danno causato, sono comunque cose che ognuno eviterebbe volentieri), e se infine tale cartello fosse stato pagato il giusto, cioè molto poco, allora direi che l'iniziativa forse non sarà utilissima ma nemmeno condannabile.
Per quanto riguarda stato delle strade etc, ricordo che Rossi è assessore allo sport e non alla viabilità, a prescindere da come la si pensi sulla sua giunta (che io non ho votato, ma questo non c'entra qui).
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: Hopton - Giugno 19, 2012, 06:44:37 pm
@Sim: comunque ho capito il tuo bieco gioco. Purtroppo per te temo che non funziona, e dovrai rimanere a -4. ;D
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: sim1 - Giugno 20, 2012, 09:24:44 am
@Hop: ovviamente quello è il mio scopo principale  ;)

Però tutto ciò che ho scritto sull'inutilità (mio parere) dell'iniziativa rimane valido. Compresi gli annessi e i connessi. Anzi...parliamo in politichese...senza se e senza ma.
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: occhio.nero - Giugno 20, 2012, 09:40:52 am
io mi prometto sempre di scrivere di meno e di parlare di più.... di persona.. magari davanti ad una fetta di cocomero.  ;)

tutta questa virtualità ho paura ci distolga dalla bici e dalla strada.... e questo non credo faccia bene ai nostri equilibri.   ???


 
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: sim1 - Giugno 20, 2012, 09:46:29 am
Sono perfettamente d'accordo con te Federico.

Infatti stavo ponderando la mia uscita dal forum e rimanere solo in "ascolto" per eventuali raduni e fette di cocomero.

Per me, che non son un utilizzatore di faccine, è complicato (non complesso) farmi capire.

Quindi, annuncio ufficialmente un silenzio stampa (e sti cazzi direte voi, come disse un profeta...), che interromperò solo nei casi più estremi.

Saluti a tutti.
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: occhio.nero - Giugno 20, 2012, 09:48:48 am
consiglio a tutti (me compreso) un sano periodo di disintossicazione da www.bicipieghevoli.net   ;D
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: Jimmy - Giugno 20, 2012, 09:52:59 am
più che cocomero....proporrei banane....noi ciclisti abbiamo bisogno di potassio nevvero?....è stato scritto anche un libro di cicloturismo che cade a "fagiuolo"....la mia bici và a potassio: consigliatissimo 8)
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: Hopton - Giugno 20, 2012, 08:24:47 pm
consiglio a tutti (me compreso) un sano periodo di disintossicazione da www.bicipieghevoli.net (https://www.bicipieghevoli.net)   ;D
Federico io non ho paura che il forum mi risucchi nella virtualità, anzi l'ho sempre trovato uno stimolo ad incrementare pedalate, vita all'aria aperta, incontri, esplorazioni ecc.  :)   È una delle (tante) cose che apprezzo di www.bicipieghevoli.net (https://www.bicipieghevoli.net). Sarà che lo visito quando sono in treno, o la sera prima di addormentarmi (grazie al tablet), o appena torno dal lavoro, cioè quando comunque sono un'ameba per una mezz'oretta. Insomma non mi priva di nulla che possa concernere la vita reale, e mi auguro che sia così anche per gli altri.


@Sim: sei pazzo che vuoi ritirarti dal forum!  :o  Se non ci fossi bisognerebbe inventarti! Basta solo che non ti fai invischiare in discussioni interminabili... Se vedi che qualcuno è in disaccordo con te, prendine atto e infischiatene, mica ci si può sempre trovare d'accordo su tutto con tutti.  :)
Ma NON abbandonare il forum, non puoi, sei probabilmente il primo ternista d'Italia, i giovani ternisti a chi mai possono chiedere consiglio se te ne vai? E quelli che hanno voglia di scatafasciarsi sulla neve in Alto Adige, a chi possono rivolgersi se non a te?  ;D  E i cori di benvenuto, chi può farli se non tu?  :)


P.S. Poco fa sono sceso dal treno tornando dal lavoro, mi attendeva la signora Hopton e abbiamo pedalato verso le tue parti, cioè a Malgrate, e abbiamo notato un altro di questi famigerati cartelli. ;)


Mario
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: giannib - Giugno 21, 2012, 10:52:24 pm
Dico la mia sperando di non attizzare il fuoco sotto la cenere...(bugia?)
Anche a me quei cartelli non dispiacciono, male non fanno...ma capisco e appoggio in pieno Sim1 quando si incxxxa (senza peraltro essere stato violento mi pare,la violenza secondo me è altro).Da utente di quella strada,mi pare di capire,ma comunque da da cicloutente di tutte le strade in generale ,come me,coglie il rischio che quotidianamente corriamo, un rischio serio,che "amerebbe"...fosse affrontato altrettanto seriamente da chi si occupa della politica;seriamente o... pè gnente!Già,dalla politica,non da altro.È difficile rimanere neutrali,parlare di bici,di leggi,di pneumatici...e non sfiorare mai la politica,quando la scelta di pedalare è prima di tutto una scelta politica.Forse non avrei detto le stesse cose,e forse non nello stesso modo,non lo so, ma il bello del rapporto interumano è tutto qui,nella diversità.Un pó di pepe non puó far male...La politica invece,se fatta male, ammazza.
A presto Sim1,e grazie ancora del coro dell'altro giorno.
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: beaturbano - Giugno 22, 2012, 09:44:10 am
La perplessità per un'iniziativa come questa, che non è inutile né dannosa viene dal fatto che è partita dall'assessorato allo sport e non da quello della viabilità. In alcune città le piste ciclabili sono assegnate all'assessore al verde pubblico!
Quando la mobilità leggera sarà equiparata a quella pesante e considerata affare di chi si occupa di strade, traffico, incroci, e marciapiedi allora indipendentemente da chi sarà l'assessore (perché in effetti non importa chi sia e da cosa sia spinto) si potranno analizzare con più serenità e in maniera asciutta e senza fronzoli personali, le intenzioni di un progetto e i suoi effetti presunti e reali.
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: NessunConfine - Settembre 14, 2012, 08:15:45 pm
Citazione
Il settore dell’industria della bicicletta nel nostro paese è un caso unico al mondo.

In Italia ci sono oltre 650 aziende che producono biciclette o accessori* e che danno lavoro a 3.500 persone, questo fa sì che il nostro paese sia il primo produttore europeo di biciclette (20% del mercato) e di accessori (35% del mercato). Ma non sono questi dati che rendono unica al mondo la nostra industria della bicicletta, piuttosto il fatto che l’Italia sia l’unico paese al mondo in cui le principali fiere di settore sono due, che si svolgono a una settimana una dall’altra e a soli 90 km di distanza.

Sto parlando dell’Esposizione Internazionale del Ciclo (EICA) che aprirà i battenti domani a Verona e di Expobici che si terrà dal 22 al 24 settembre alla Fiera di Padova.

Ci vorrebbero giorni e una buona dose di equilibrismo politico per spiegare perché uno dei settori di eccellenza dell’economia italiana sia arrivato a ridursi a una specie di guerra tra bande che, invece di perseguire la massima efficienza per tutti i propri membri, cercano di farsi sgambetti a vicenda. Quello che conta è che al momento i costruttori di biciclette si ritrovano costretti a litigarsi fette di una minuscola torta mentre potrebbero avere accesso ad una torta più grande con cui saziarsi tutti se solo decidessero di collaborare tra loro per ampliare il proprio mercato.

Negli ultimi 6 mesi la FIAB e il movimento #salvaiciclisti si sono impegnati al massimo per portare in evidenza sui media il tema della ciclabilità e per fare pressione sulle istituzioni allo scopo di strappare qualche piccolo risultato a favore di chi si muove in bici. Paradossalmente, mentre i giornali e la politica si dimostravano disponibili al dialogo al di là di qualunque ragionevole aspettativa, chi non ha dimostrato particolare apertura nei confronti di questo tentativo di modificare la nostra mobilità è stato proprio chi avrebbe tratto maggiore vantaggio da un aumento del numero di ciclisti: i costruttori stessi.

Se anche chi produce biciclette si impegnasse a fondo per la promozione della ciclabilità, in Italia si potrebbero ottenere grandi risultati e forse anche riuscire a colmare quel gap enorme che ci separa dai paesi del nord Europa dove la bicicletta viene già considerata un mezzo di trasporto a tutti gli effetti.

È per questo motivo che la Fiera di Padova ospiterà il 23 settembre una tavola rotonda dal titolo “Verso la creazione di un think tank della bicicletta in Italia: sinergie sociali, politiche ed economiche per la promozione dell’uso della bicicletta”. Qui la European Cyclists Federation, #salvaiciclisti e la FIAB lanceranno il progetto di una grande alleanza per trasformare il concetto di mobilità nel nostro paese. Sarà un incontro di preparazione in vista degli Stati Generali della Bicicletta e della Mobilità Nuova che si terranno a Reggio Emilia dal 5 al 7 ottobre.

Tutti i costruttori, i giornalisti e i curiosi sono caldamente invitati a partecipare.

L’appuntamento è alla fiera di Padova, alle ore 15:00 di domenica 23 settembre.

Ci vediamo lì.

*: http://www.finanzaitaliana.it/bene-il-mercato-delle-bici/

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/14/grande-alleanza-per-bicicletta/352108/

Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: NessunConfine - Settembre 17, 2012, 12:15:47 am
Un Paese è sviluppato non quando i poveri posseggono automobili, ma quando i ricchi usano mezzi pubblici e biciclette.

La frase, pronunciata recentemente dal sindaco della città di Bogotà Gustavo Petro, nella sua apparente forza provocatoria è in realtà molto concreta e moderna, e si presta a considerazioni sulle evoluzioni dello stile di vita nei Paesi più avanzati e sul cambiamento delle scale di valori che stiamo vivendo.

Nella metropoli di un Paese in fase di sviluppo, l?incremento del potere di acquisto dei cittadini si traduce fatalmente nel possesso di più automobili e porta con sé una drastica riduzione della qualità della vita : traffico, inquinamento, stress, tempi di percorrenza lunghi, vita sedentaria e conseguente crescita di obesità, problemi cardiovascolari e diabete?

Il sindaco Petro si è reso conto che lo sviluppo inteso solo come incremento del potere di acquisto, se non accompagnato da una crescita culturale e di senso civico nella popolazione provoca un peggioramento, non un miglioramento, della qualità della vita, della salute, della felicità dei cittadini. E un impatto negativo sulle casse dello stato.

Ma nei Paesi veramente avanzati la frase del sindaco colombiano non suona più come una provocazione, ma è davvero una realtà di fatto. Per esempio, consapevoli dell?importanza dell?esercizio fisico e dell?impatto ambientale delle loro automobili, ormai migliaia di cittadini delle città Scandinave, Svizzere, dei Paesi Bassi per il pendolarismo casa ufficio usano quotidianamente la bicicletta; si tratta di cittadini in tutti gli strati sociali, ma in particolare delle persone più colte, che lì sono in genere anche le più affluenti, per le quali l?uso ingiustificato dell?automobile inizia a diventare un comportamento biasimato.

Negli stessi Paesi l?amministrazione pubblica è veloce ad interpretare ed assecondare i bisogni e sta mettendo a disposizione le infrastrutture necessarie. Ad esempio a Copenhagen sono in costruzione 16 ?highway? per ciclisti (in italiano abbiamo solo il termine ?autostrade?, sintomatico), ovvero strade di collegamento del centro con le varie zone residenziali dedicati solo a ciclisti, con percorsi senza curve, senza pedoni né automobili, con pochi semafori e comunque sincronizzati con la velocità media delle biciclette, con barre per appoggiarsi e pompe a disposizione ad ogni chilometro.

Costa? Certo, ma prima di deliberare l?investimento è stata effettuata una analisi economica mettendo in conto l?effetto benefico sulla salute dei cittadini. E? risultato che l?opera consentirà a 15000 cittadini in più di rinunciare all?automobile ed alla conseguente sedentarietà, quindi calcolando su basi statistiche la riduzione di incidenti cardiovascolari indotta da tale incremento di esercizio fisico, il risparmio diretto in costi sanitari è stato valutato in 60 milioni all?anno, pari al costo di realizzazione di 60 chilometri di ciclo-highway.

E considerando che in Danimarca il sistema sanitario è gestito direttamente dalle municipalità locali, ecco che il costo dell?infrastruttura ed il conseguente risparmio sono partite dello stesso bilancio del Comune di Copenhagen, per il quale pertanto l?intera operazione diventa una semplice partita di giro.


fonte: http://marcobaccanti.nova100.ilsole24ore.com/2012/09/un-paese-%C3%A8-sviluppato-non-quando-i-poveri-posseggono-automobili-ma-quando-i-ricchi-usano-mezzi-pubblici-e-biciclette.html
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: beaturbano - Settembre 17, 2012, 01:27:17 pm
interessante analisi. è bello sapere che c'è qualcuno che fa delle scelte per la collettività e per la salute con lungimiranza e non solo per il pil immediato.

ps: se le autostrade sono per le auto, le strade senza alcun prefisso per chi sono?
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: Hopton - Settembre 17, 2012, 06:24:12 pm
Il sindaco di Bogotà sembra non essere nuovo a iniziative in favore della mobilità dolce nella sua città, almeno questa era l'impressione che ne avevo ricavato notando che veniva citato ad esempio da www.copenhagenize.com, che monitora costantemente iniziative interessanti in tutto il mondo. Basta andare sulla home page del sito e digitare nella finestra di ricerca in basso Colombia e appariranno diversi articoli al riguardo. :)
Mario
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: NessunConfine - Ottobre 04, 2012, 02:48:24 pm
Di Jacopo Fo:

La crisi è mentale, i politici onesti non bastano a salvarci.
Serve un nuovo modo di vivere.

Necessitano idee nuove, opporsi allo sfacelo non basta.
Mentre lo scandalo della regione Lazio aggiunge una bella patacca sulla camicia bianca della Casta, sono a recitare a Putignano, vicino a Bari. Ieri sera ho partecipato alla presentazione del libro “Salva i ciclisti” di Pietro Pani  (pseudonimo di Paolo Pinzuti) e mi sono trovato di fronte il sindaco Angelini De Miccolis. E l’assessore regionale alla mobilità, Minervini. Il primo stupore è stato sentire due politici che parlano come persone normali e affrontano problemi concreti. La seconda piacevole sorpresa è stata di trovarsi insieme a disegnare una strategia per il movimento progressista fuori dai soliti schemi mentali.

Il discorso è partito da un tema apparentemente vanesio (ma quant’è bello andare in bicicletta…) arrivando a dimostrare che lo sviluppo delle piste ciclabili ha un impatto globale sulla società.
La sto sparando grossa. So che i miei cari detrattori, tra i lettori di questo blog, già gongoleranno, pregustando il piacere di distruggermi facilmente.
Mi espongo a questo certo discredito perché penso che sia necessario sviluppare un nuovo modo di ragionare sui cambiamenti sociali.
La politica corrotta è il frutto di un albero. Se vogliamo fermare la corruzione una legge più severa non basta. Bisogna cambiare la qualità del terreno dove l’albero cresce.
Servono nuovi comportamenti che producano idee e emozioni diverse.

Viviamo nella cultura dell’auto. Che non è solo un mezzo di trasporto, è anche un feticcio. L’auto è una bolla privata, un simbolo di libertà e potere.
Pinzuti racconta che l’italiano spende mediamente 6mila euro all’anno per l’auto, l’assicurazione, la benzina… una cifra enorme rapportata a un reddito medio. L’auto quindi è una scelta che ha un impatto fondamentale sull’economia familiare. L’auto si porta dietro comportamenti come la spesa all’ipermercato e il turismo di massa (con i centri turistici ingorgati come le città).
Inoltre l’industria automobilistica è la prima acquirente di pubblicità, quindi gode di grande considerazione nei media. E influenzando i media le case automobilistiche hanno grande peso politico. E la corruzione ha grufolato negli appalti per costruire le autostrade.

In Italia la lobby della Fiat ha determinato scelte strategiche: costruire autostrade invece di ferrovie, lasciar languire il trasporto fluviale e marittimo.
E c’è pure un danno derivato dai costi di un sistema trasporti basato sulle autostrade. Spedire, in Italia, costa un’enormità proprio per questo.
Il sistema auto comporta pure immensi costi umani e sanitari visto che l’auto rende l’aria irrespirabile. Anni fa Rubbia colcolò che per ogni litro di combustibile bruciato in città si provocavano spese sanitarie per 1.600 lire.
E gli incidenti d’auto costano 30 miliardi di euro all’anno.
Pinzuti aggiunge che l’enorme numero di auto provoca anche un traffico urbano congestionato e quindi un’enorme perdita di tempo e di competitività che calcolata in 45 miliardi all’anno nella sola Italia.
Infine il sistema auto è strutturalmente aggressivo: i ciclisti rischiano grosso anche fisicamente (firma la petizione “Salva i ciclisti” che richiede la riduzione a 30 kmh dei limiti di velocità urbani).

Ma quando si parla di cambiamenti strutturali si accenna raramente agli utili sinergici dell’innovazione.
L’economia italiana è come un atleta che corre con le catene ai piedi e coperto di sanguisughe (una cosa disgustosa). Gli economisti ci dicono quanto denaro queste sanguisughe succhiano. Quanto rallentano le catene… Si parla di 500 miliardi all’anno, tra burocrazia, dissesto della giustizia, spreco, irrazionalità, evasione fiscale, corruzione e mafie. Ma nessun economista  è in grado di dire che cosa succederebbe se il nostro atleta potesse correre liberamente.
Sicuramente potrebbe correre più veloce, ma potrebbe anche vincere.

Se vogliamo un’Italia decente dobbiamo partire dalla critica strutturale al sistema e dai particolari “secondari”.
La politica tradizionale considera questioni di contorno la mobilità sostenibile, le case ecologiche, i gruppi di acquisto, le banche del tempo, la formazione professionale, la cooperazione, il riciclo e il riuso (www.reoose.it) e la razionalizzazione del sistema.
Per fortuna sempre più persone decidono di impegnarsi su questo terreno. Milioni di persone.
E se l’Italia ancora regge e uscirà dalla crisi lo dobbiamo più a questa enorme massa di volontari e alla loro rete di economia alternativa che alle timide (ma necessarie) riforme del governo Monti.
Pedalare sempre, pedalare tutti!

fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/29/l%E2%80%99orgia-del-potere-e-biciclette/367888/
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: NessunConfine - Novembre 25, 2012, 11:43:03 pm
Solo negli ultimi 40 anni la produzione di biciclette nel mondo è cresciuta del 300%, molto più velocemente di quella dell’automobile (www.worldometers.info). Oggi nella sola Parigi l’esperimento del bike sharing Vélib già non è più un esperimento: 100.000 persone al giorno utilizzano il servizio. E così a Boston, come in altre città del mondo: Montgomery, Vancouver, Philadelphia, per fare riferimento a realtà oltreoceano.

Il concetto di bici in duecento anni non è cambiato molto, ma oggi il mondo comincia a rendersi conto che la bicicletta può essere messa al centro di nuovi modelli di sviluppo della città e della sua mobilità. E i motivi sono differenti.

Partiamo dalla riduzione del costo delle infrastrutture. L’incremento della densità abitativa delle città, il traffico, il sovraffollamento riducono gli spazi fisici di movimento dei cittadini. La bicicletta permette di lasciare praticamente invariata la rete stradale, più che sufficiente ad un traffico poco ingombrante, leggero e silenzioso.

Passiamo all’enorme costo dei carburanti, o in generale di energia. I costi di gestione ridottissimi per chi utilizza bici e mezzi pubblici in modo intelligente ed integrato consentono grandi capacità di spostamento ai cittadini. E la possibilità di risparmiare denaro altrimenti speso, giorno dopo giorno, per restare imbottigliati nel traffico.

Rilevante anche la riduzione dell’impatto ambientale. Perché la bici non consuma carburante, non brucia oli e sostanze nocive, contribuendo alla riduzione delle emissioni in atmosfera. Emissioni che prima di tutto ci respiriamo in città.

Il benessere fisico fa la sua parte: la bicicletta fa bene ai muscoli. Movimento e attività fisica sono per l’uomo alla base di un buon quadro clinico. L’obesità è infatti uno dei disturbi più diffusi nella società contemporanea, dovuto soprattutto ad errata alimentazione e vita sedentaria. Ecco, in questo caso la bici aiuta a bruciare anche le peggiori abitudini alimentari.

E poi intervengono moda, tecnologia, design che nel mondo contemporaneo fanno spesso la parte del “leone”. Personalizzazioni estreme e “cool”, interventi estetici di grande bellezza, materiali leggeri ed ultraresistenti. Andare oggi in bicicletta non significa cavalcare 30 chili di ferro. Oggi pedalare una bicicletta affatica molto meno e ce n’è un modello per tutte le esigenze, anche negli accessori, nella comodità delle selle, nelle scelte di design e colore.

Anche l’adattamento delle infrastrutture fa la sua parte. L’integrazione bici-trasporto pubblico è oramai partita da tempo. L’esperimento è diventato un modello di crescita e molte città si stanno adeguando - in Europa motivate anche da pronunce ufficiali dell’Unione. E dove non arriva ancora il proprio Comune, arriva l’astuzia di chi compra la bici pieghevole, pratica, leggera, trasportabile in treno, autobus e metro. Se non bastasse esiste già la bici zaino (www.bergmoench.com/En/), fate un po’ voi.

C’è una bici anche per i pigroni. Le nuovissime e-bike costano sempre meno e sono ogni anno più efficienti. La predisposizione per la ricarica pubblica dei veicoli elettrici è anche questa in corso d’opera in molte città europee.

Lasciamo per ultimi i patiti. Perché per loro si sa, la bici è un cult. C’è un esercito crescente di entusiasti della bicicletta che sta facendo diventare tendenza un veicolo quasi dimenticato da intere generazioni di giovani. La cosiddetta customizzazione della propria bicicletta è più che una moda: contest, gare, esposizioni, meeting internazioni, festival cinematografici sulle due ruote più diffuse nel mondo sono all’ordine del giorno.

“Si, ok…” mi dice un amico. “Ma devo trasportare degli scatoloni, mi serve per forza la macchina, anche per fare solo un chilometro…”. Le cargo bike sono utilizzate come veicolo merci nei centri storici, a Roma e in altre città italiane ed europee, o americane, o cinesi, proprio per risolvere problemi logistici legati a consumi, parcheggi, multe, tempi di trasporto e non solo.

Con una cargo bike, oggi, si può fare un piccolo trasloco; con una pieghevole e i mezzi pubblici si può attraversare la città in tempi inferiori ad un’auto. Con la bici si può innescare un grande cambiamento per il futuro. Pedalare! (Vincenzo Nizza)

fonte: http://mobilita.ecoseven.net/bici/la-bicicletta-e-il-futuro-della-mobilita-ecco-il-perche

ci sono dei passaggi riguardanti la pieghevole, per cui Hopton deciderà la sezione giusta dove inserirla.

dal sito worldometers.com alcuni dati interessanti aggiornati naturalmente alla data ed orario attuale:

Current World Population 7,081,297,010

Cars produced this year 55,093,015

Bicycles produced this year 123,269,496

CO2 emissions this year (tons) 30,334,893,366
   
      
   


Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: Hopton - Novembre 26, 2012, 08:12:00 pm
Lorenzo come riesci a scovare tu articoli su mobilità, bici e pieghevoli non ci riesce nessuno!  ;)
Direi che visto che le pieghevoli sono menzionate ben due volte in questo articolo possiamo spostarlo nella sezione sulle pieghevoli.
Mario
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: NessunConfine - Febbraio 07, 2013, 11:34:34 am
Biciclette in cambio di armi, accade in Uruguay

(http://3.bp.blogspot.com/-4WbkpFZ48v8/T1V5NAiPGBI/AAAAAAAAAf4/SPRAjjW7g2Y/s400/bike.jpg)

La piaga della diffusione delle armi ha ormai infestato l’intera America. Dato che la pericolosità è ben nota ed ormai le stragi sono all’ordine del giorno, in alcuni Paesi hanno deciso di passare al contrattacco. La mossa dell’Uruguay è decisamente di colore verde: donare una bicicletta a chiunque consegni le proprie armi. Lo ha deciso il governo del Paese sudamericano che ha già ricevuto molti complimenti per essere in grado di trovare soluzioni creative ai problemi interni.

Ed i risultati non sono mancati. L’iniziativa è stata denominata “Weapons for Life”, armi per la vita, ed è stata lanciata la scorsa settimana per contrastare il dilagare delle armi detenute in modo illegale ed i conseguenti omicidi che stanno aumentando su tutto il territorio nazionale. Nonostante si tratti di un Paese notoriamente tranquillo, di certo non è visto come uno dei pericolosi dell’area, è al nono posto nella classifica mondiale della detenzione di armi pro-capite. Una graduatoria che vede ovviamente gli Stati Uniti al primo posto (l’88,8% della popolazione detiene un’arma), mentre l’Italia è 53a. In pratica su una popolazione di 3,3 milioni di persone si contano circa un milione di armi da fuoco, metà delle quali non registrate.

Iniziative simili sono state intraprese, senza successo, anche negli USA ed in Australia, ma lì non ha tanto funzionato perché alle persone che consegnavano le armi erano stati dati soldi. In Uruguay invece si può scegliere tra una bicicletta o un computer di fascia bassa. Contropartite che sembra siano state apprezzate dalla gente.

Siamo lieti che il ministero stia finalmente intervenendo sulla questione ed avviando una campagna per scoraggiare il possesso delle armi. Effettuare questo scambio utilizzando un computer o una bicicletta non ha precedenti, ma è il benvenuto

ha affermato Gustavo Guidobono, presidente dell’Associazione per il disarmo dei civili. Un’iniziativa che fa bene due volte visto che un computer crea lavoro ed una bicicletta riduce lo smog e ne fa guadagnare in salute. Vedremo se anche in altre parti del mondo la penseranno allo stesso modo.

fonte foto: http://360degrees360days.blogspot.it/2012/03/uruguay-no-youre-guay.html
fonte: http://www.ecologiae.com/biciclette-armi-uruguay/64797/
fonte "rottasudovest": http://rottasudovest.typepad.com/rotta_a_sud_ovest/2013/01/uruguay-biciclette-e-computer-in-cambio-della-consegna-delle-armi.html
fonte ENG: http://www.treehugger.com/bikes/uruguayan-government-offers-bikes-exchange-guns.html
fonte ESP: http://www.telesurtv.net/articulos/2013/01/29/gobierno-de-uruguay-canjea-armas-por-computadoras-y-bicicletas-9642.html
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: NessunConfine - Marzo 08, 2013, 10:23:13 am
[Padova] Bici e vestiti? Con i pezzi di scarto è boom dell’upcycling

(http://magazine.liquida.it/wp-content/uploads/2012/10/creative-diy-repurposing-reusing-upcycling-14.jpg)

PADOVA — Il termine inglese significa «scarto utilizzabile». L’acronimo, invece, sta per «Socializzare il cambiamento: riuso e arte nei parchi ». Sono queste le due facce di «Scrap», il progetto ecosostenibile lanciato dall’associazione La Mente Comune, che strizza l’occhio al recupero creativo di materiali esausti e danneggiati, attraverso la manualità e l’autocostruzione. Parole d’ordine insolite, eppure sempre più condivise: complice la crisi, molti giovani si avvicinano alla realtà dell’upcycling, il movimento culturale che impiega pezzi di scarto per realizzare oggetti di uso quotidiano come elementi di arredo, vestiti e bijoux. E da semplice passatempo, spesso, le loro attività si trasformano in occupazioni più o meno stabili. A Padova, La Mente Comune è ormai l’alfiere di questa nuova tendenza: l’associazione, nata nel 2009, conta oltre duecento iscritti, gestisce uno spazio all’ex Macello (comprensivo di officina e sartoria), e i sei membri del direttivo hanno un’età compresa tra i 25 e i 32 anni.

«Dal 2008 ad oggi, molte persone che hanno perso il posto di lavoro hanno deciso di dedicarsi all’arte e all’artigianato - conferma Matteo Lenzi, presidente dell’associazione -. Il nostro desiderio è quello di tutelare l’ambiente, favorire la partecipazione dei ragazzi, ridurre i rifiuti destinati alla discarica e riscoprire le capacità manuali. Finora, abbiamo organizzato soprattutto laboratori per oggetti di arredo da rifiuti: le attività sono alla portata di tutti, non solo degli specialisti ». Il progetto «Scrap», finanziato da Fondazione Cariparo e dal Settore verde di Palazzo Moroni, si appresta ad entrare nel vivo, con una serie di iniziative dedicate al parco Europa in via Venezia e all’ex Macello in via Cornaro. La prima fase, intitolata «Scrapedia», è scattata nel dicembre del 2012 e si conclude in questi giorni, con una serie di interviste a chi (come ex operai ed ex sindacalisti) ha assistito ai mutamenti più significativi dei due luoghi, dove un tempo sorgevano diverse attività di stampo industriale: le testimonianze serviranno per progettare adeguati interventi di recupero, e a settembre verranno raccolte in un libro di fumetti edito da Becco Giallo. «Vogliamo condurre un’indagine storica, per capire che tipo di intervento realizzare - spiega Matteo Lenzi -. Così potremo colmare le lacune della memoria storica cittadina, e divulgarle attraverso uno strumento serio ma accessibile».

In questi giorni parte anche la seconda fase del progetto («Scrapreduzione »), con tre workshop dedicati alla riqualificazione e alla produzione di eco arredi urbani per l’area dell’ex Macello, che risale al 1909: l’obiettivo è quello di rivitalizzare il parco didattico, realizzato negli anni ’70 dalla Comunità per le libere attività culturali (Clac). «Si tratta di un percorso naturalistico per bambini, che attraversa alcuni stagni e il mulino per lavorare la farina - afferma Melissa Morandin, segretaria dell’associazione -. Il recupero dei materiali esistenti verrà eseguito dai ragazzi che parteciperanno al workshop, tra cui ci sono anche molti studenti e laureati in Scienze naturali». Il 23 giugno, i riflettori si spostano sul parco Europa, dove si svolgeranno i primi campionati di «ciclomeccanica » del Veneto, aperti a venti squadre di esperti e principianti. Nel giro di quattro ore, i concorrenti dovranno riparare alcune carcasse di biciclette, che verranno poi valutate da un’apposita giuria: al termine della manutenzione dovranno essere non solo funzionanti, ma anche esteticamente accattivanti. Durante la giornata verrà anche realizzata un’installazione collettiva, che resterà in dotazione al parco, e le bici ricreate verranno messe all’asta per finanziare alcuni progetti di sviluppo locale nel sud del mondo, sostenuti dalla cooperativa Mani Tese. Dall’11 al 28 luglio, la «cattedrale» dell’ex Macello ospiterà «Scarpout», un’expo collettiva aperta ad artisti, artigiani, designer e creativi di ogni genere, chiamati ad esporre due opere a testa: il filo conduttore, ovviamente, sarà l’upcycling.

Alessandro Macciò

fonte: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2013/7-marzo-2013/bici-vestiti-pezzi-scarto-padova-boom-dell-upcycling-21265997073.shtml

Link: http://www.lamentecomune.it/
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: NessunConfine - Marzo 10, 2013, 07:11:07 pm
Radiobici, seimila chilometri  in cerca di business compatibile

Parte domenica da Milano la seconda edizione di «Radiobici», il programma di inchiesta itinerante che trasmette le sue interviste da un tandem multimediale. L'idea è del giornalista di Radio 105 Maurizio Guagnetti, che già l'anno scorso ha girato l'Italia per cinque mesi chiacchierando a bordo della sua bici con 160 ospiti tra sindaci e persone comuni. Le interviste sono state trasmesse via radio e sul web (da Corriere.it e Gazzetta.it).

Quest'anno il tour sarà tematico: Guagnetti andrà a caccia di «storie di sostenibilità». Cercherà imprenditori che hanno inventato modi di fare business compatibili con il rispetto dell'ambiente, stili di vita a impatto zero adottati dai cittadini, idee per uscire dalla crisi legate alla tecnologia e all'ecologia. Sul sito Radiobici.it ci saranno dei video racconti settimanali con i risultati dell'inchiesta. Sullo sfondo non manca l'occhio per i percorsi ciclabili più interessanti: Guagnetti li scoverà e li filmerà. Quest'anno ci saranno anche ospiti vip: musicisti e attori pronti a esibirsi pedalando. L'esperto d'arte Philippe Daverio, poi, farà da guida speciale per alcune visite a siti culturali e a monumenti. «E chissà che il modello del turismo slow in bicicletta possa ispirare anche qualche iniziativa per Expo», provoca. Il tour di seimila chilometri di «Radiobici» durerà fino a luglio: il rientro è previsto sempre su Milano. «Prendo un impegno: la città sarà ancora più ciclabile entro quella data», promette l'assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran, presente ieri al lancio del progetto a Palazzo Marino (guarda il video della conferenza).

Intanto sono arrivati i numeri del «contabici» installato il 21 febbraio a Porta Venezia per monitorare gli spostamenti sulle due ruote dei milanesi: 10.367 passaggi verso il centro e 9.631 in direzione opposta. «Uno strumento che ci è utile per capire il flusso dei tragitti casa-lavoro in bici». Un tema fondamentale, quello della ciclabilità: «Il trasporto in auto nelle città è ancora l'aspetto che in Italia incide per un quarto sull'inquinamento dell'aria - avverte Daniele Meregalli di Wwf - Perciò qualsiasi iniziativa che favorisca l'uso di mezzi più sostenibili è positiva». Radiobici collaborerà anche con la Federazione italiana amici della bicicletta per raccogliere fondi utili alla costruzione di tre piste ciclabili nelle zone colpite dal terremoto del 29 maggio.

Alessandra Dal Monte
8 marzo 2013 | 16:36

fonte: http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_marzo_8/radiobici-inchieste-itineranti-seimila-chilometri-21287271832.shtml
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: NessunConfine - Marzo 27, 2013, 09:45:10 am
[Londra] La bici è per uomini

(http://static.guim.co.uk/sys-images/Guardian/Pix/pictures/2013/1/20/1358687792216/Woman-cycles-in-London-tr-010.jpg)

Sull’onda del successo ciclistico del Paese all’Olimpiade 2012, in Gran Bretagna è iniziata una campagna a favore degli spostamenti su due ruote, preannunciata come una vera e propria rivoluzione dei trasporti verso l’eco-friendly.
INCENTIVARE L'USO DELLA BICICLETTA. Accanto al progetto decennale presentato a Londra dal sindaco Boris Johnson, dal valore di oltre 1 miliardo di euro e per un totale di 25 chilometri di piste ciclabili da costruire, alcune associazioni hanno avviato programmi per l’incentivazione dell’uso della bicicletta, rivolte soprattutto alla popolazione femminile.
Lunedì 25 marzo l’organizzazione governativa British Cycling ha accolto la sfida di portare in sella a una bici un milione di donne inglesi in più entro il 2020.
70 MLN DI STERILNE IN QUATTRO ANNI. L’iniziativa, con un budget di circa 70 milioni di sterline spalmato su quattro anni, è supportata dalle campionesse olimpiche del ciclismo Jess Varish e Becky James e ha l’obiettivo di estendere la cultura a due ruote nell’universo femminile.
DONNA SOLO UN QUARTO DEI CICLISTI. L’uso della bicicletta è in costante crescita in Inghilterra. La Bbc ha evidenziato però che secondo i dati di British Cycling solo un quarto delle persone che inforcano la bici almeno una volta a settimana in Inghilterra è composto da donne (525 mila su un totale di 1 milione e 962 mila).
Questo non significa che il gentil sesso non gradisca spostarsi in questo modo: per l’associazione ci sono almeno 1 milione di donne inglesi che vorrebbero pedalare quotidianamente in giro per città e campagne, e usare sempre meno mezzi pubblici, taxi o automobili.
LA PAURA DI INCIDENTI STRADALI. Tuttavia il British Cycling ha spiegato anche che quando si parla di spostamenti su due ruote la popolazione femminile inglese, molto più di quella maschile, si dichiara spesso spaventata, in particolare per paura di incidenti stradali.
Inforcare la bici? Anche una questione di stile


L'uso della bici è in costante crescita in Inghilterra.

La spinosa questione è stata analizzata sul Telegraph da Cathy Bussey, appassionata ciclista e autrice del libro: The Girl’s guide on Life on Two Weel.
Sono molte le ragioni per cui una donna rinuncia a sedersi in sella.
Anzitutto è una questione di stile: è più difficile che una ragazza con trucco, piega ai capelli e tacchi vertiginosi, decida di andare al lavoro in bici, pena l’arrivare in uno stato impresentabile al meeting delle nove di mattina.
IN CONTRASTO CON LE ABITUDINI. Non che le affollate sedute in metropolitana giovino a rossetto e mascara ma secondo Bussey in molte decidono di non pedalare perché non riescono a incastrare la bicicletta all’interno del proprio stile di vita.
Una tendenza che secondo l’esperta deve cambiare e che comunque non è la prima causa della poca diffusione delle due ruote nell’universo femminile. 
La paura principale è infatti quella della sicurezza: pedalare in città, in mezzo al traffico, può essere pericoloso, ragione che pare sufficiente a tante donne per evitare di usare una bici.
UN MONDO A MISURA D'UOMO. Il vero problema però, ha spiegato Cathy Bussey, è quando si fa di questa accortezza un pretesto di esclusione: «L’industria ciclistica è più che altro un mondo a misura d’uomo. Basta andare in un negozio di biciclette per rendersene conto: quelle femminili sono quasi tutte rosa e con voluminosi cestini porta-borse». La scelta d’acquisto in Inghilterra per una ragazza che voglia cavalcare una mountain-bike, ha aggiunto  Bussey, «è davvero ridotta».
RENDERE IL TRASPORTO PIÙ SICURO. L’intero universo che gira attorno alle due ruote pare quindi essere maschio-centrico: «È ora che anche i club per ciclisti decidano di aprire le braccia alle donne e che l’industria comprenda appieno le diverse esigenze dei due sessi».
Lo stesso vale per le famiglie. «Possiamo incoraggiare le madri a spostarsi in bicicletta insieme ai propri figli soltanto rendendo il trasporto il meno pericoloso e più semplice possibile».
IL PIANO DI PISTE CICLABILI A LONDRA. In questo senso il piano di piste ciclabili programmato a Londra non potrà altro che aiutare.
Ancora più importante secondo l’esperta è tuttavia che gli inglesi di ogni sesso cambino approccio quando vedono una donna in sella a una bicicletta: «Sbagliato giudicare una madre come ‘irresponsabile’ per la sua scelta di portare i bambini a scuola in bici», ha concluso Bussey. «Ed è anche tempo di tacere certi commenti tipici dell’ambiente: ‘Va veloce, per essere una donna’. Certi sottintesi e luoghi comuni sulle donne devono sparire».

fonte foto: http://www.guardian.co.uk/
fonte: http://www.lettera43.it/stili-vita/londra-la-bici-e-per-uomini_4367589046.htm
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: pierfa78 - Marzo 27, 2013, 11:43:48 am
...sara' anche per questo che le pieghevoli hanno tanto successo ?! sono "asessuate" non fanno discriminazioni e sono sempre pronte a spiegarsi e a lanciarsi per e con tutti ;) !!

... a quando in Italia degli amministratori che invece di fare promesse metteranno in pratica degli interventi e incentivi seri alla mobilita' ... con Olimpiadi e Mondiali abbiamo gia' dato... dobbiamo aspettare l'invasione dei marziani ?!

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Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: Fero - Marzo 27, 2013, 02:28:04 pm
Bhe, anche il piccolo mondo di Bici Pieghevoli Punto Net è molto maschile (non maschilista).

Rappresentanti femminili ce ne sono, ma molto poche rispetto a signori maschi.

Magari l'admin ci può dire, giusto come statistica, dei 1315 utenti registrati quanti
hanno indicato M. F o si sono astenuti?
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: yt - Marzo 27, 2013, 03:13:06 pm
c'è da dire che c'è stato un bel incremento negli ultimi anni in UK
http://www.britishcycling.org.uk/zuvvi/media/bc_files/corporate/BC_VISION_FOR_WOMEN_CYCLING.pdf (http://www.britishcycling.org.uk/zuvvi/media/bc_files/corporate/BC_VISION_FOR_WOMEN_CYCLING.pdf)
è sicuramente un mercato in crescita anche grazie alle pieghevoli, leggere ed alla moda (vedi brompton)
tanti soldi però non vengono elargiti a caso se qualcuno non ha visto un business dietro (ma meglio così ;))

IN CONTRASTO CON LE ABITUDINI. Non che le affollate sedute in metropolitana giovino a rossetto e mascara ma secondo Bussey in molte decidono di non pedalare perché non riescono a incastrare la bicicletta all’interno del proprio stile di vita.
Una tendenza che secondo l’esperta deve cambiare e che comunque non è la prima causa della poca diffusione delle due ruote nell’universo femminile. 
«Possiamo incoraggiare le madri a spostarsi in bicicletta insieme ai propri figli soltanto rendendo il trasporto il meno pericoloso e più semplice possibile».
Difficile incastrare il ciclismo all'interno della quotidianità familiare, soprattutto senza adeguate infrastrutture. :(

«Sbagliato giudicare una madre come ‘irresponsabile’ per la sua scelta di portare i bambini a scuola in bici», ha concluso Bussey.
Io ci ho pensato, ma sinceramente per ora non me la sento.
Troppo apprensivo? Non so.  :-\
Torniamo sempre alle infrastrutture ed alla sicurezza.


Vi vorrei però far notare una cosa.  ???
Le donne sono madri.
Le donne sono curate ed eleganti.
Forse è una semplice constatazione dello status quo, però la mia impressione è che la stessa Bussey sia per prima schiava di una consuetudine e di un pensiero conformista, benché dica che «certi sottintesi e luoghi comuni sulle donne devono sparire».
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: pierfa78 - Marzo 27, 2013, 03:44:46 pm
Beh, magari in realtà ci sono ma sono timide ;D !!
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: DJ - Marzo 27, 2013, 08:57:30 pm
Bè da utente femminile posso dire che la pieghevole è una bici sicuramente unisex, adatta sia a uomini che a donne. Il fatto poi che si possa fare anche un discreto trasporto passivo senza bisogno di sollevarla di continuo e di fare eccessiva fatica (almeno per alcune marche) avvicina le donne a questo mezzo.
La maggioranza delle mie colleghe vengono al lavoro in bici in quanto lavoriamo in centro dove le auto non arrivano, e alcune di queste usano la bici anche se vestite in modo non sportivo (io ammetto che per deformazione professionale e per stile mi vesto decisamente sportiva) ma discretamente elegante.
Secondo me è una questione anche culturale e non solo del fatto che le donne ci tengono di più a risultare impeccabili..In Danimarca tante belle signore vanno in giro con cargo bike e bambini al seguito :)..e comunque tutte le signore e le donne che vedo in giro in centro in bici vanno molto a gusti: alcune girano disinvolte in gonna con un vestito alla moda, altre sono più sportive, altre girano in tuta, ecc..Non è detto che per forza la donna sia obbligata ad andare in giro in tailleur..Ma nemmeno gli uomini in bici sono il top dell'eleganza sempre e comunque..
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: NessunConfine - Luglio 07, 2013, 09:36:58 am
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In Belgio nasce un nuovo cartello stradale: "Living end road"

(http://enricobronzo.blog.ilsole24ore.com/.a/6a01348905a310970c01901e25ec23970b-pi)

È stato approvato in Belgio il disegno di legge che prevede l'installazione di un nuovo segnale stradale pensato appositamente per ciclisti e pedoni. "Living end road", questo il nome del cartello, sostituirà alcuni segnali di strada chiusa in cui è stato verificato che esiste un sentiero percorribile da parte delle biciclette e, di conseguenza, dei pedoni.  A realizzare il campionamento dei vicoli ciechi è stato il movimento dei pedoni, secondo cui nel 75% delle strade monitorate esiste un passaggio agevole ed è possibile installare la nuova segnaletica.

Fonte | http://enricobronzo.blog.ilsole24ore.com/nido/2013/07/in-belgio-nasce-un-nuovo-cartello-stradale-strada-chiusa-alle-auto-ma-aperta-a-bici-e-pedoni.html
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: occhio.nero - Luglio 23, 2013, 01:15:59 pm
[STAFF: questi contributi vengono da un'altra discussione ]

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Ignazio Marino sindaco: mobilità a Roma
https://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=5314

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da BikeItalia
http://www.bikeitalia.it/2013/07/23/perche-abbiamo-urgente-bisogno-di-una-battaglia-culturale/



Perché abbiamo urgente bisogno di una battaglia culturale
23 luglio 2013
di Marco Pierfranceschi


Sono reduce da un incontro con i tecnici comunali romani che stanno seguendo i lavori di adeguamento della viabilità stradale intorno all’area dei Fori Imperiali. La principale preoccupazione, da parte loro, è che gli interventi portino al collasso una situazione già ora problematica. Ai problemi di traffico già ventilati si sovrappone l’esigenza, ormai matura, di strutturare una efficiente percorrenza ciclabile su una direttrice preferenziale (via Labicana) che da agosto in poi diverrà a singolo senso di marcia. Il contributo dei referenti del movimento #Salvaiciclisti è stato sottolineare i problemi derivanti da una sistemazione stradale raffazzonata e gravemente inadeguata come quella proposta, che finirebbe con l’indurre ciclisti indisciplinati e frettolosi ad effettuare manovre poco ortodosse, e di fatto rischiose. Alla fine dell’incontro non si è riusciti ad individuare una soluzione che fosse soddisfacente per tutti.

Quello che a mio parere è mancato, a monte, è una concertazione sugli effetti reali da produrre, sulle intenzioni complessive, cui l’analisi metro per metro della sede stradale non ha potuto sopperire. Dalla parte dei tecnici è stata rappresentata l’esigenza di incidere il meno possibile sull’esistente, e di operare uno spostamento dei flussi di traffico motorizzato tale da non creare ingorghi ingestibili e disagi alla cittadinanza. Da parte nostra ha prevalso l’intenzione di disegnare una viabilità di livello europeo, che attraverso la distribuzione di spazi sulla sede stradale finisse col concedere pari dignità alle modalità leggere di spostamento, in modo da promuovere quel trasferimento modale dal mezzo motorizzato privato al trasporto pubblico ed alla mobilità leggera di cui abbiamo tanta necessità.

Il persistere di questi due orientamenti contrapposti, l’intoccabilità dei flussi veicolari da un lato, l’esigenza di trasformazione della mobilità cittadina dall’altro, testimonia un vuoto di idealità e di politica nell’agire condiviso. Un vuoto che va colmato prima che si riproducano, ad libitum, le scelte sbagliate portate avanti negli ultimi decenni.

Prima ancora degli interventi, prima ancora delle sistemazioni stradali, sono le idee a dover camminare, a muoversi nelle teste delle persone, a spingere determinazioni e volontà. Mettere una cittadinanza distratta ed inconsapevole di fronte a scelte che non è culturalmente in grado di comprendere e metabolizzare comporta già da se il rischio di un insuccesso. Per questo mi permetto di fare un appunto al sindaco Marino ed ai suoi collaboratori: rendete più chiare le vostre intenzioni, supportatele da fatti e logica inoppugnabile prima di agire, perché le esperienze di altri paesi non mancano e tutti noi abbiamo bisogno di ricominciare a sognare e desiderare.

L’unica strategia posta in atto a Roma negli scorsi decenni, in controtendenza rispetto alle esperienze europee, è stata quella della “fluidificazione” del traffico: il tentativo, destinato a fallire, di far scorrere più in fretta gli autoveicoli per ridurre gli ingorghi. L’esperienza degli altri paesi, al contrario, ci insegna che rendere le direttrici più veloci ed efficienti per le auto ottiene soltanto di renderle più appetibili, ed aumentare il traffico che vi scorre, anziché ridurlo. Per dirlo con le parole di Fred Kent: “If you plan cities for cars and traffic, you get cars and traffic. If you plan for people and places, you get people and places.” (Se progetti le città per le automobili ed il traffico, ottieni automobili e traffico. Se progetti pensando a persone e luoghi, ottieni persone e luoghi)

I romani, e gli italiani più in generale, soffrono paure inconsce prodotte proprio da questo modello di organizzazione urbana. Temono di non potersi spostare se privati dell’automobile, temono un ulteriore peggioramento della qualità della propria vita. Temono a ragione, i residenti, (che paradossalmente sono i primi a non voler limiti nell’uso del veicolo privato) che l’eccesso di traffico li danneggi. Temono a torto, i commercianti, che la riduzione del traffico finisca col penalizzarli.


 
Al contrario, tutte le esperienze degli altri paesi sconfessano questi timori: la limitazione del traffico veicolare comporta un aumento negli spostamenti a piedi ed in bicicletta, rende efficienti e puntuali i mezzi pubblici, aumenta la predisposizione allo shopping e gli affari del commercio di prossimità, migliora la salute delle persone grazie all’abbattimento delle sostanze inquinanti ed all’aumentato esercizio fisico, accresce la vita di relazione, la socialità e la piacevolezza dei quartieri.

Tutto questo, noi che andiamo in bicicletta lo sappiamo già, vuoi per averlo sperimentato sulla nostra pelle, vuoi perché parte integrante del nostro bagaglio culturale. Ma al di fuori della ristretta cerchia di pochi innovatori/sperimentatori approdati spontaneamente all’utilizzo della bicicletta, nella cultura italiana diffusa di questa consapevolezza non v’è traccia. Per di più, i mezzi di comunicazione di massa, soggetti a logiche conservatrici, continuano a perpetrare una narrazione dell’esistente in cui non c’è spazio per possibili trasformazioni sociali. Il risultato è che abbiamo collettivamente perso di vista l’idea stessa di futuro, di trasformazione, limitandoci a subire passivamente un presente all’apparenza immodificabile.

Che ciò sia il portato di riluttanze ataviche o la consapevolezza di aver raggiunto un punto di non ritorno nell’accumulo di beni materiali, fatto sta che lo status quo, il possesso e l’accumulo compulsivo di oggetti, è ormai diventato un totem indiscutibile, da difendere a costo della vita. È questo il moloch che va combattuto e sconfitto, perché da esso discendono tutte le scelte sbagliate che ci mantengono nell’impasse.

Il punto è che non si trasforma una società ridisegnando strade, la si trasforma ridisegnando sogni, idee e desideri, e questa è una cosa che da tempo immemorabile abbiamo delegato alle campagne pubblicitarie, col solo esito di riempire le nostre esistenze di oggetti prevalentemente inutili, se non decisamente dannosi. Dobbiamo riappropriarci della capacità di sognare, immaginare, desiderare, e non solo, una volta riconquistata per noi stessi dobbiamo essere capaci di restituirla ai nostri vicini e concittadini.

Questo, come ciclisti, chiediamo al sindaco Ignazio Marino: di farsi carico in prima persona di quella trasformazione culturale che sola potrà avallare le coraggiose scelte urbanistiche che ci sta promettendo. Di invadere televisione e giornali di comunicazioni dirette e facilmente comprensibili sugli inoppugnabili vantaggi che ne verranno ai cittadini. Di scrollare di dosso, alla città che amministra, la cappa di inerzia e passiva accettazione in cui è vissuta già troppo a lungo.

Da parte nostra, come ciclisti e cicloattivisti, questa battaglia la stiamo conducendo da tempo, con risultati incoraggianti ed evidenti, ma senza quegli strumenti di pervasività ad oggi esclusivo appannaggio di stampa e televisione. Possediamo competenze ed esperienze, possediamo idealità, possediamo una chiara visione degli obiettivi e dei vantaggi per l’intera collettività di un diverso modello di convivenza urbana, ma non ancora la capillarità per arrivare a chi ostentatamente ci ignora.

L’istanza di trasformazione urbanistica della città non potrà procedere senza il supporto di una adeguata campagna di comunicazione che restituisca ai suoi abitanti l’opportunità di desiderare, sognare e partecipare a realizzare una totale riorganizzazione, in positivo, delle proprie vite ed abitudini consolidate. Come ciclisti urbani siamo pronti a sostenere questa trasformazione con ogni mezzo necessario, ma sentiamo la necessità di un maggior coordinamento con le istituzioni, cui domandiamo una totale trasparenza e condivisione d’intenti.
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: maurelio79 - Luglio 23, 2013, 04:12:13 pm
Ciao, tutto molto bello e anche scritto bene: quindi complimenti a bikeitalia e a Marco.
Quando però leggo di prendere ad esempio gli altri paesi, mi trovo perfettamente d'accordo. ma un pò mi viene da sorridere: se penso all'italiano che per fare 700/800 metri per andare a lavoro, prende la macchina (amici e colleghi...); se penso ad alcuni commenti buttati lì per scherzo, ma con un fondo di verità, del tipo "quando sono in ritardo e mi trovo il ciclista davanti mi vien da prenderlo sotto"; quando vedo le piste ciclabili coperte di macchine parcheggiate e il funzionario pubblico preposto alle multe, fregarsene; mi accorgo che forse la "battaglia culturale" bisogna "imporla".

Per imporla intendo: “If you plan cities for cars and traffic, you get cars and traffic. If you plan for people and places, you get people and places.”  Iniziare a chiudere il traffico in alcune zone e strade.
Ad esempio per Verona (città in cui vivo e quindi conosco) sarebbe una cosa tanto bella quanto utopica, iniziare chiudendo al traffico tutta la zona interna alle mura.

(http://dapersico.synology.me/photoshare/centro_storico.png)

Quale sindaco mai avrà il coraggio di fare una cosa del genere?

Ciauz
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: Hopton - Luglio 23, 2013, 05:55:06 pm
Secondo me può farlo solo un sindaco che sia ad inizio mandato, così ha abbastanza tempo per sperimentare e far sì che la cittadinanza noti gli effetti a lungo termine di certe decisioni. Invece un sindaco a fine mandato di solito evita misure che a breve termine possano essere a rischio di impopolarità, altrimenti se è a fine primo mandato può giocarsi la rielezione, e se a fine secondo mandato può giocarsi la vittoria del suo schieramento.
Io sono curioso di vedere gli effetti a lungo termine a Napoli delle pedonalizzazioni volute dal sindaco, e fortemente osteggiate da una fetta considerevole di popolazione: chissà se alla fine cambieranno idea...
Mario
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: occhio.nero - Settembre 19, 2015, 08:21:03 pm
Riuscito, non so fino a che punto, almeno secondo l'impressione che ha avuto gip:

.....
L’Expo aveva anche l’intento di aprire una finestra sulla mobilità cittadina e di promuovere l’uso della bici come mezzo di spostamento quotidiano ma mi pare che tale buon intendimento sia stato effimero e poco incisivo. Ho potuto assistere a un paio di discussioni in merito ma più delle solite parole di circostanza non ho sentito. Atteggiamenti talebani del tipo: ‘nessun’auto in città’, ‘o bici o a piedi!’. E poi pianti greci sul fatto che non ci sono soldi e il tema è praticamente impossibile da sviluppare vista la conformazione delle città. Personalmente penso che possa esserci anche una via di mezzo, fatta di politica di piccoli passi che però deve avere un progetto d’insieme iniziale e gente capace di svilupparlo. La sensazione è purtroppo che con questa classe politica e con questo tipo di promotori della causa non andremo lontano.
......

C'è anche da dire che spesso in queste occasioni i veri passi avanti si fanno fuori dalle luci della ribalta, anche solo per la fortuita combinazione che mette in contatto le persone "giuste" dietro a un apertivo.
Trattandosi, come giustamente è stato detto, di una prima edizione, cercherò di vedere il bicchiere mezzo pieno (o la gomma mezza gonfia...).

Vittorio
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: boccia - Luglio 25, 2016, 10:57:19 am
--- ADMIN ON


riporto dall'articolo:

"Uno degli ostacoli alla crescita dell’uso della bicicletta come mezzo di trasporto è che viene considerata come una forma di esercizio fisico e non come un mezzo di trasporto.  [...] Nelle città europee dove la bici viene utilizzata massicciamente, anche per andare ad una serata di gala all'Opera, niente docce e armadietti in nessun posto! Per i danesi, gli olandesi, svedesi o tedeschi nelle città completamente ciclabili, la bicicletta non è un modo per "bruciare calorie", ma semplicemente una modalità di muoversi più veloce dell’andare a piedi, comunque più veloce per andare da un punto all’ altro della città, quasi altrettanto economico del camminare. E' una questione di convenienza, pratica e concreta, non è una questione astratta di salute personale o di riscaldamento globale. [...]"

e segnalo:

l'elenco delle discussioni legate al tema "bici e auto" recuperabile cliccando sul tag "auto_bici" in fondo a questa discussione

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Ho trovato interessante questo articolo sul sito della FIAB, che distingue tra sport ciclistico e bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano.

Buona lettura...

;)

http://fiab-onlus.it/bici/notizie/a-ruotalibera-opinioni-e-commenti/item/944-bici-non-ciclismo.html
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: nino# - Luglio 25, 2016, 02:01:12 pm
Molto interessante.
Una blasfema convinzione, purtroppo radicata nella maggior parte degli automobilisti, è quella secondo la quale un ciclista non è considerato alla pari con un automobilista, quasi come non avesse il sacrosanto diritto di stare in strada (e con "stare in strada" intendo "farlo nel rispetto delle regole"). E' così complicato rendersi conto che si tratta di due persone uguali, ma con mezzi di trasporto diversi?
Ormai, purtropp, la discriminazione, sotto tutti i punti di vista, è di moda: nessuno guarda (e vuole farlo) al di fuori del proprio "orticello"...  :(
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: catorcio - Luglio 27, 2016, 10:49:23 am
Citazione
Una blasfema convinzione, purtroppo radicata nella maggior parte degli automobilisti, è quella secondo la quale un ciclista non è considerato alla pari con un automobilista, quasi come non avesse il sacrosanto diritto di stare in strada
io sono anche automobilista(sempre meno) quando usavo solo la macchina questa blasfema convinzione non l'ho mai avuta!mi è venuta da quando vado in bici, le automobili e le bici devono stare separati,non sono compatibili, come il leone e la gazzella si devono incontrare solo in due casi, leone e la gazzella quando il leone deve mangiare, l'auto e la bici quando si deve fare un trasferimento con la bici in macchina.
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: boccia - Luglio 27, 2016, 11:51:02 am
Pur apprezzando le vostre considerazioni, mi sembra che si stia uscendo dal tema centrale di discussione proposto dall'articolo, a meno che non ne abbia frainteso io il significato.
L'attenzione infatti non mi sembra rivolta al dualismo evidente tra bici ed auto, tra ciclisti ed automobilisti, dualismo per altro a mio modesto parere superabile con un bel po' di attenzione e rispetto in più da parte di tutti gli utenti della strada...
L'articolo esamina a mio parere il diverso approccio alla bicicletta, tra paesi del nord Europa, che considerano principalmente la bici un bene di utilità, ed i paesi come il nostro, che faticano ad affermare l'utilizzo della bici come mezzo di trasporto urbano, essendo fortemente radicata nella popolazione l'immagine della bici come mezzo per fare sport, o al massimo per lo svago domenicale, in contrapposizione al "vero" mezzo di trasporto individuale, cioè l'auto privata.
Diciamocelo francamente, nel nostro paese chi afferma di muoversi usualmente in bici per i propri spostamenti viene guardato come una sorta di temerario eccentrico atletico... ;D

Segnalo questa discussione:
Perché in Italia siamo così indietro?
https://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=7624.0

Nella quale ricordo di aver fatto notare come l'approccio "sportivo-svagato" alla bici si riscontra persino nel nome che i nostri produttori scelgono per le loro pieghevoli...  ;)
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: nino# - Luglio 27, 2016, 02:18:52 pm
@boccia

Hai ragione. Io però mi riferivo soprattutto all'inciso del primo capoverso...
Citazione
Gran parte della popolazione in Paesi come il nostro, legati alla cultura dell’automobile,  percepisce coloro che vanno in bicicletta quasi come atleti estremi, vestiti in abiti sintetici, casco e scarpe speciali, sfreccianti ad alta velocità tra le automobili, sempre al limite dell’incidente fatale.
... poi un po' ripreso nel quinto.

@catorcio
Te l'ho già detto che sei un po' pessimista?  ;) ;D

Per quanto mi riguarda, la mia bici costituisce il principale mezzo di trasporto. Prendo la macchina solo quando proprio non posso fare a meno (spese pesanti, ad esempio) il che significa, al massimo, una volta la settimana.
Tempo fa mia figlia (23 anni) mi ha detto una cosa che (inutile negarlo) mi ha fatto immensamente piacere: "Per i miei amici sei un mito: mangi sano, vai in bici, ascolti buona musica...". :)
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: boccia - Luglio 28, 2016, 08:54:25 am
@boccia

Hai ragione. Io però mi riferivo soprattutto all'inciso del primo capoverso... (...)

In effetti l'elemento auto-bici e' presente, anche se a mio avviso non è l'argomento centrale dell'articolo. In ogni caso, forse ho sbagliato a cercare di dare una direzione troppo precisa alla discussione, prendiamo spunto da tutti i temi offerti dall'articolo e vediamo dove ci portano...  ;D

(...) "Per i miei amici sei un mito: mangi sano, vai in bici, ascolti buona musica...". :)

Davvero un ottimo esempio da seguire...  ;)
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: catorcio - Luglio 28, 2016, 01:23:28 pm
Citazione
Uno degli ostacoli alla crescita dell’uso della bicicletta come mezzo di trasporto è che viene considerata come una forma di esercizio fisico e non come un mezzo di trasporto. 
me me pare una strunzata, c'è chi la usa come mezzo di trasporto e chi la usa come esercizio fisico e chi come me per entrambi i motivi,ma una cosa non ostacola l'altra anzi!secondo me l'unico ostacolo sono le strade.
Citazione
Tempo fa mia figlia (23 anni) mi ha detto una cosa che (inutile negarlo) mi ha fatto immensamente piacere: "Per i miei amici sei un mito: mangi sano, vai in bici, ascolti buona musica...".
quante palle raccontano i figli per far piacere ai padri.
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: nino# - Luglio 28, 2016, 05:30:03 pm
Mia figlia non è tipo che racconta palle per farmi piacere, anzi: se deve infierire, infierisce (e lo fa molto spesso)!

Comunque, catorcio, ti consiglio un po' di bicarbonato ogni tanto...  ;)
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: Norma - Luglio 28, 2016, 08:22:58 pm
catorcio, mi sei molto simpatico, ma mi sento di contraddirti: certo, c'è chi usa la bici come mezzo di trasporto, chi per fare movimento e chi per entrambi i motivi, però è vero che spesso, agli occhi di chi la bici non la usa per nessun motivo, la bici è un mezzo di trasporto domenicale, da usare con lentezza e scioltezza e magari senza regole, tant'è che, spesso e volentieri, le ciclabili, oltre che sporche e pericolose, sono anche invase da pedoni, che sciamano senza nessun riguardo per i ciclisti, che magari hanno anche fretta.

Insomma, credo che in Italia siamo indietro perchè la bici non è assolutamente vista come mezzo alternativo all'auto, è vista come un divertimento, e quindi da non prendere sul serio. Partendo da questo ragionamento, non si vede la necessità di fare piste ciclabili decenti in città o incoraggiare l'intermodalità.
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: catorcio - Luglio 28, 2016, 09:41:34 pm
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Partendo da questo ragionamento, non si vede la necessità di fare piste ciclabili decenti in città o incoraggiare l'intermodalità.
secondo mè è tutto il contrario!si usa poco la bici come mezzo di trasporto perchè non ci sono piste decenti e sicure,p.s. dimenticavo, un altra cosa che frena pesantemente l'uso della bici come mezzo di trasporto sono i furti,a volte rinuncio anch'io(non avendo un burqa a portata di mano)o un posto sicuro dove metterla .
Citazione
Comunque, catorcio, ti consiglio un po' di bicarbonato ogni tanto
comunque per la figlia scherzavo,una domanda perchè mi consigli il bicarbonato?è buono?.
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: nino# - Luglio 28, 2016, 10:29:32 pm
No, scherzo anch'io, ma ogni tanto mi sembra che tu abbia come... qualcosa sullo stomaco!   ;D

Per tornare un po' in topic, la situazione è così disagiata proprio perché siamo in pochi ad aver scelto la bici come principale mezzo di trasporto. Dovremmo cercare di coinvolgere gli altri: io ci provo, ma è davvero arduo. Sono riuscito a convincere un collega (che già era ciclista solo per diletto), ma la strada che deve fare è bella lunga, per cui la bici la prende saltuariamente.

In un altro forum, ho questa firma:
"Proviamo a considerare quelle persone che, per gli spostamenti quotidiani, si trovano nelle condizioni di poter sostituire l'auto con la bici. Se anche solo la metà di loro lo facesse veramente, quanto più vivibili sarebbero le nostre città? E se poi lo facessero tutti, che paradisi diverrebbero!?"
Nel mio ufficio, per esempio, su 40 persone, almeno 25 (per tenermi basso) potremmo muoverci in bici; e invece siamo 1 e mezzo (nel senso che ci sono io costante e il collega di cui parlavo che la usa ogni tanto...). Se si pensa che abbiamo problemi seri di parcheggio...!  ::)
Ci sarebbero cento motivi per preferire la bici (per citarne qualcuno "secondario", ma per me molto importante, il fatto che con la bici riesco anche ad andare a casa in pausa pranzo, mentre, con la macchina, col traffico dell'ora di punta, forse riuscirei ad arrivare a casa, ma non potrei neanche fermarmi e dovrei tornare a bomba al lavoro...).
Molti mi chiedono: "Ma non hai paura delle macchine?". Io rispondo: "Sì, ma in fondo la bici è un mezzo molto reattivo, con cui generalmente si riesce a sfuggire all'incidente.". Forse sono effettivamente un po' incosciente, ma spesso un briciolo di incoscienza aiuta nella vita... Come dicevo in un altro topic, ho fatto una piccola assicurazione sulla vita, tanto per non lasciare la famiglia nei guai.
Ma per tornare a quella citazione, andare in bici sarebbe molto più sicuro se lo si facesse in tanti. E, inoltre, le città sarebbero meno caotiche, meno rumorose, più pulite e serene... E, smettendo di rimpinguare le multinazionali petrolifere, ci allontaneremmo un po' da ciò che, secondo me, costituisce il male numero uno di questo martoriato pianeta: la logica del profitto.
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: occhio.nero - Luglio 29, 2016, 08:00:22 am
Dovremmo cercare di coinvolgere gli altri: io ci provo, ma è davvero arduo. Sono riuscito a convincere un collega (che già era ciclista solo per diletto), ma la strada che deve fare è bella lunga, per cui la bici la prende saltuariamente.

per fortuna ci pensa la nostra bici a farlo per noi. Ogni volta che la porto con me in  metro, in  treno,  alle poste, ....  ;)
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: Norma - Luglio 29, 2016, 08:31:24 am

per fortuna ci pensa la nostra bici a farlo per noi. Ogni volta che la porto con me in  metro, in  treno,  alle poste, ....  ;)

A volte ci aiuta fin troppo: avendo l'abitudine di fare giretti in campagne desolate, attraverso paesi dove non succede mai niente e non passa nessuno, attiro fin troppo l'attenzione degli abitanti ormai resi zombie dalla noia e la monotonia. L'altro giorno ero ferma a mangiare su una panchina, con la Brompton accovacciata di fianco a me, e un signore è addirittura uscito di casa per venire a vederla  :o

Scherzi a parte, dovrebbe proprio cambiare la mentalità degli italiani, chi va in bici viene visto come un Peter Pan senza impegni. Quante volte, in ufficio, mi son sentita dire che son fortunata a poter usare la bici, perchè, evidentemente, non ho impegni urgenti o cose impellenti da fare, visto che in bici vado piano. Peccato che sia il contrario, visto che io non perdo ore ferma al semaforo o a girare in cerca di un parcheggio.
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: Blu-skY - Luglio 29, 2016, 11:46:54 am
Quante volte, in ufficio, mi son sentita dire che son fortunata a poter usare la bici, perchè, evidentemente, non ho impegni urgenti o cose impellenti da fare

A tal proposito mi sembra utile portare il mio esempio: qualche anno fa dicevo che mai avrei rinunciato all'auto anche se ne vivevo quotidianamente i limiti. Mi sembrava che uscendo dall'ufficio ed avendo l'auto a disposizione il mio viaggio fosse più veloce.
Dopo qualche anno mi hanno "trasferito" per lavoro a Milano. Da NO TAV convinto mi sono sempre rifiutato di prendere il Freccia Rossa, per cui erano almeno 5 ore di viaggio quotidiane per lavorarne 8. Alienazione, ma mi ha aiutato a comprendere una grande verità. La vita va vissuta al tuo ritmo, non importa il tempo impiegato a fare una cosa, ma il piacere che si prova nel farla.
Ora lavoro a Torino, a 8 min a piedi dalla stazione, ho comprato una pieghevole, viaggio in treno e scendo ad una stazione prima. Faccio circa 12km in bici al giorno per scelta, perché mi piace e mi rilassa.
Ah, ho imparato ad organizzare la vita al giusto ritmo, tutto è fattibile in bici o a piedi se ti organizzi avendo come obiettivo il piacere di vivere al tuo ritmo e senza stress.
L'auto che ho sognato da anni e che mi sono comprato tre anni fa ha 18000km, fatti quasi tutti quando andavo a Milano.
Non corro tutto il giorno per ritagliarmi mezz'ora al giorno per fare spinning e scaricare lo stress.

Questione di punti di vista
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: bitzo - Agosto 01, 2016, 08:12:17 am
Parlo da ciclista urbano privo sia di auto che di patente. Mi rendo conto di andare un po' controcorrente ma pedalare non sempre e' possibile. Se si richiede un abito formale e varie tappe in citta' (accompagnare figli a scuola) sfido a non arrivare pezzati e in orario.
Concordo sull'analisi del ciclismo prettamente sportivo o ludico,  mezzi a propulsione umana per la media della popolazione italiana non sono veicoli di utilita' (anche se lentamente qualcosa sta cambiando). La due ruote classica ha sicuramente dei limiti di carico e si e' in balia degli elementi ma le velomobili superano i limiti descritti.
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: TicioTIX - Agosto 24, 2016, 02:05:28 pm
Ma per tornare a quella citazione, andare in bici sarebbe molto più sicuro se lo si facesse in tanti. E, inoltre, le città sarebbero meno caotiche, meno rumorose, più pulite e serene... E, smettendo di rimpinguare le multinazionali petrolifere, ci allontaneremmo un po' da ciò che, secondo me, costituisce il male numero uno di questo martoriato pianeta: la logica del profitto.

Ma pensa che bello, si potrebbe anche affermare il contrario: io vado in bicicletta proprio per la logica del profitto, da quando ho abbattuto i costi di trasporto in auto il mio conto in banca è aumentato in maniera considerevole. E dirò di più: ci hanno guadagnato moltissimo anche gli automobilisti, visto che adesso ne hanno uno in meno in mezzo ai piedi!
CiaoCiao
TT:
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: nino# - Agosto 24, 2016, 02:22:13 pm
Ok TicioTIX (a proposito, complimenti per aver citato l'immenso Joyce in un altro topic), ma io non intendevo "logica del profitto" in senso soggettivo.
Io (lo ammetto) sono un po' complottista e sono fermamente convinto che tutto (non quasi, tutto) il male che affligge questo martoriato pianeta nasca dalla logica del mercato globale e da tutto ciò che ruota intorno (il sistema monetario internazionale, le lobby delle armi, quelle petrolifere, farmaceutiche, alimentari...); la criminalità e il terrorismo sono solo logiche conseguenze...

Ad andare in bici, è vero che risparmio nel mio piccolo, ma non è quello il mio fine primario...
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: TicioTIX - Agosto 24, 2016, 02:40:39 pm
No, no, Nino, fermo! Sono assolutamente con te!
Se mi parli di assurdità della legge di mercato, di un sistema economico che ci fa arrabattare per il bene non di noi stessi (intesi come uomini) ma di società sovranazionali (anzi, sovrumane), sappi che sfondi una porta talmente aperta che ci passa una Cargo Bike, altro che una pieghevole.
La mia era una battuta/provocazione che intendeva dire: a volte, per quanto possa sembrare assurdo, pensare al nostro piccolo interesse (invece che agli interessi delle multinazionali) fa un favore al mondo. Talvolta facendo qualcosa che pare assurdo (andare in bicicletta nella società del petrolio) fa bene a noi (in salute, risparmio, tempo, stress risparmiato) ma fa anche il bene di chi (ciecamente) ci ostacola. E'questo il grottesco della nostra assurda società.
CiaoCiao
TT:
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: nino# - Agosto 24, 2016, 02:57:48 pm
 :)
Avevo frainteso. I beg your pardon.
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: TicioTIX - Agosto 24, 2016, 03:15:08 pm
No need to pardon, my friend...
Chissà solo se riusciremo, nel piano per la mobilità ciclistica in creazione presso il Comune di Bologna, a far inserire la frase "Questa Città considera la bicicletta un mezzo di importanza strategica nel trasporto urbano ed una delle principali risorse utilizzabili per la soluzione degli attuali problemi di traffico".
Sarebbe una gran bella vittoria e un buon grimaldello per scardinare la teoria che vuole la bicicletta solo come uno strumento per le passeggiate estive domenicali.
CiaoCiao
TT:
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: occhio.nero - Marzo 23, 2017, 01:19:16 pm
una pubblicità interessante, che a mio avviso sottolinea l'aspetto gentile della bicicletta (oltre ai processi di emancipazione dei figli e di rinnovamento generazionale)

https://www.youtube.com/watch?v=vuJ075LeYsk

Vigorsol EASY - secret yoga 40"
Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: occhio.nero - Marzo 28, 2017, 07:31:21 pm
da BikeItalia (http://www.bikeitalia.it/2017/03/27/tutti-i-falsi-miti-sulla-bici-e-come-liberarsene/)
27 marzo 2017

Per sfatare tutti i falsi miti sulla bici la Cycling Embassy of Great Britain ha realizzato un portale multilingue, disponibile anche in italiano, che dà una risposta chiara e concisa alle affermazioni errate che nascono dalla scarsa conoscenza della fenomenologia ciclistica: “andare in bici rallenta il traffico”, “ci sono troppe salite”, “nessuno usa le piste ciclabili esistenti” sono solo tre esempi dei 29 presenti, ma la lista è in continuo aggiornamento.....

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da altra discussione:

Un futuro senza auto?
da Internazionale (http://www.internazionale.it/notizie/ric-beziat/2017/03/29/futuro-senza-auto) del 29 marzo 2017

“Vogliamo rimettere l’auto al posto giusto”: è così che Najdovski spiega la politica in corso a Parigi, che non passerà senza resistenze e polemiche in quanto prevede la chiusura al traffico automobilistico di una parte di strada sulla riva destra della Senna, provvedimento entrato in vigore dall’estate del 2016.

Parigi non è la prima grande città a lanciarsi nella limitazione delle automobili. In Europa – dal piccolo centro urbano alla grande metropoli – sempre più città stanno proponendo disposizioni antiauto: divieto di transito nel centro storico, pedaggi per entrare, zone riservate ai veicoli elettrici. Questi sono solo alcuni degli esempi: Oslo vieterà l’ingresso alle automobili nel centro storico a partire dal 2019; Pontevedra, una città costiera della Galizia, in Spagna, ha fatto praticamente sparire le auto dal suo perimetro urbano; Stoccarda vieterà le auto diesel dall’anno prossimo; Parigi farà lo stesso entro il 2020. La tendenza è forte, a livello mondiale.

Titolo: Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
Inserito da: occhio.nero - Settembre 13, 2017, 01:41:02 pm
Dopo Olanda e Spagna, anche in Italia la Dichiarazione dei diritti del ciclista urbano
ADNkronos 11 settembre  2017 (http://www.adnkronos.com/sostenibilita/best-practices/2017/09/11/dopo-olanda-spagna-anche-italia-dichiarazione-dei-diritti-del-ciclista-urbano_pXRqe9ePIFH5JmUjiPiSGM.html?refresh_ce)