bicipieghevoli

componenti => telaio pieghevole => Topic aperto da: occhio.nero - Luglio 26, 2011, 11:08:48 pm

Titolo: sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: occhio.nero - Luglio 26, 2011, 11:08:48 pm
### ETC1 Elenco Topic Correlati: cliccare sui TAG arancioni in cima ed in  fondo a questa discussione (altre info sui TAG  qui (https://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=6098))
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Neanche un mese fa un utente del forum aveva sollevato il problema della scelta del telaio: acciaio o alluminio?
(vedasi la discussione: "telaio: alluminio o acciaio?" (https://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=112)).
Ero intervenuto con una certa leggerezza rispondendo: Comunque sia, io la mia Dahon Mu p24 (https://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=80) in alluminio l'ho comprata nel 2008 ed ancora tiene. Ripetimi la domanda tra due anni e ti saprò dare maggiori elementi.

Il destino mi aspettava inesorabile al varco, perchè a distanza di pochi giorni, mentre facevo un controllo generale, sono rimasto pietrificato da un fatto sconvolgente: una evidente, drammatica, incontestabile, ingiustificabile frattura appena sotto la chiusura del canotto sellino.  :o

(https://www.bicipieghevoli.net/img/dahon_mup24_frattura_telaio_frame_crack.jpg)
la frattura del telaio da diverse angolazioni

La prima cosa che ho fatto, è cercare su internet fatti analoghi, digitando su google: dahon p24 frame crack
Il forum Dahon risulta ancora chiuso a nuove registrazioni, ma è comunque possibile leggere le discussioni del passato (anche se non ti permettono di vedere le immagini allegate  >:( )

In particolare ho trovato:
"Mu Xl Frame Crack, Seat Tube" (febbraio 2009) (http://forum.dahon.com/index.php?showtopic=6463&st=0&start=0) dove due utenti lamentano lo stesso problema, rispettivamente su una Mu Xl e una Mu P8:
La discussione va avanti per 6 pagine ed ovviamente si appellano alla garanzia sul telaio.

e ancora:
"Dahon Mu: Fatal Frame Crack Here Too, Users beware!" (febbraio 2009) (http://forum.dahon.com/index.php?showtopic=6487)
dove:

e infine:
"Curve Sl Frame Crack At Seatpost" (giugno 2009) (http://forum.dahon.com/index.php?showtopic=7281)
dove:


Inutile precisare che il mio peso (75kg) e la mia altezza (1.75mt) rientrano nel cliente tipo Dahon. Le cause del problema devono risiedere altrove. Che non abbiano testato a sufficienza il telaio?
In un mercato che impone ogni anno un nuovo modello, ho paura che questa eventualità  non sia poi così remota.  :(

In teoria si potrebbe rimandare indietro il telaio (nelle discussioni precedenti qualcuno ha avuto in cambio una bici nuova di zecca)... ma se lo avete comprato all'esterno... la vedo durissima.

Quindi: rispedirlo indietro (io l'ho comprata negli USA) o portarlo ad un rivenditore locale con la coda tra le gambe?
Ho scelto la terza via: affidarmi ad un carrozziere specializzato nella saldatura TIG (quella per l'alluminio). Cercando su internet, ho scoperto che sono molto richiesti per le motociclette.

(https://www.bicipieghevoli.net/img/dahon_mup24_frattura_telaio_frame_crack2.jpg)
la saldatura del telaio da diverse angolazioni

Spesa finale: 35 euro. Ora vediamo quanto dura  ???

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Stamattina, intorno alle 8 e 10, parto da un semaforo quasi di fronte al deposito dell'ATAC sulla Prenestina, quando sento un rumore di metallo tranciato, brevissimo, quindi il manubrio perde rapidamente autorità... peggio: si piega verso di me.

In qualche momento mi rendo conto che non sto più comandando la ruota anteriore. Come se la bici si stesse piegando sotto di me.

Zigzago qualche metro, con la residua resistenza dello sterzo cerco (e riesco) di evitare che la ruota anteriore si metta di traverso.

Per fortuna la velocità, bassissima, scema in maniera altrettanto rapida. Appoggio i piedi a terra e abbasso lo sguardo.

La rottura sulla cerniera
Mi tendo conto che lo steli del manubrio è tranciato appena al di sopra della chiusura.

(http://2.bp.blogspot.com/-IIMMTW9q4mM/UmbSrf5OPNI/AAAAAAAAJ7U/I1tsrhKbui8/s320/Hoptown+171.JPG)

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Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Lunadix - Luglio 27, 2011, 12:33:17 am
azz brutta storia. innanzitutto mi dispiace per il guaio. Tu lamenti il fatto che la garanzia non e' dovuta perche l'hai presa all'estero ma sinceramente ragionavo sul fatto che se dovesse capitarmi anche a me con tutte le modifiche fatte alla mia HT non so se decathlon mi riconoscerebbe la garanzia chissa...

cmq la saldatura al tig e' stata fatta alla grande, solo dagli una bella riverniciata a quella parte. Per il resto il consiglio di acquistare quel pezzo che fa da ammortizzatore non e' male, ma dovrebbe restare un consiglio (da parte della casa), non un compratelo altrimenti spaccate il telaio.

forse a volte la ricerca estrema della leggerezza....
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Ragadorn - Luglio 27, 2011, 12:54:14 am
Che delusione.... ma quanto si potrà mai risparmiare di peso sostituendo l'acciaio con l'alluminio.... speriamo che per il futuro provvedano!
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: occhio.nero - Luglio 27, 2011, 01:21:52 am
con tutte le modifiche fatte alla mia HT non so se decathlon mi riconoscerebbe la garanzia chissa...

un commerciante normale non credo proprio. forse Decathlon....

Per il resto il consiglio di acquistare quel pezzo che fa da ammortizzatore non e' male, ma dovrebbe restare un consiglio (da parte della casa), non un compratelo altrimenti spaccate il telaio.

Nel forum Dahon ognuno dice la sua. Sinceramente non ho capito se ci siano dei tecnici Dahon a disposizione degli avventori. Ma dal momento che è chiuso (e questa cosa mi lascia un po' perplesso) inutile domandarselo  :-\

Certo è che non deve essere facile per una azienda coprire un mercato mondiale. Chissà quante grane....
E' una situazione che rischia di sfuggire di mano.

Ho scoperto, ad esempio, che la Dahon nel 2008 ha fatto una campagna di richiamo relativamente ad una partita di "canotti manubrio" difettosi ("International: 2008 Handlepost Recall Action (http://notices.dahon.com/intl-info.htm)") per i seguenti modelli: "Ciao P8, Curve D3, Curve SL, Glide P8, Jetstream P8, Mariner D7, Mµ P8, Mµ P24, Mµ SL, Mµ XL Sport, Vitesse D7HG, Speed D7, Speed P8, Speed TR, Speed Pro TT"

(http://4.bp.blogspot.com/_AHnoMV2gNKA/Sh9LSdhdt_I/AAAAAAAAAEc/9poNwtSdSAY/s1600/DahonRecall001-1.jpg)
(trato da bikesatvienna.blogspot.com (http://bikesatvienna.blogspot.com/2009/05/2008-dahon-stem-recall-and-cookout.html))

Tra cui c'è anche la mia MuP24!!!!  :-\

In particolare, se non ho capito male ("The hinge on the handlepost can crack, posing a fall hazard"), potrebbe capitare una rottura della cerniera:
(https://www.bicipieghevoli.net/img/dahon_snodo_manubrio_difettoso.png)
(tratto da http://www.flickr.com/photos/woolner/5861011513/)

Ma se un rivenditore ha spedito una bici difettosa dall'altro capo del mondo.... ce lo vedi tu a rintracciare l'acquirente per farsi rispedire indietro il pezzo?  :(


e cosa dire della rottura dello sgancio sommitale manubrio? (è capitato anche ad un mio amico.. menomale che non è accaduto in movimento!  :o )
(http://pfm.no.sapo.pt/handlebar_latch_02.JPG)
(tratto dal forum Dahon (http://forum.dahon.com/index.php?showtopic=4072))

speriamo che per il futuro provvedano!

io spero che abbiano già provveduto!  :o
La mia Dahon risale al 2008.

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Immagino che spavento uecanaia, e spero che ti sia ripreso in fretta sia dalla botta che dallo spavento. Io ho una b_fold3 da un mesetto circa e credo che la mia monti il tuo stesso manubrio, io  l'ho messa molto sotto stress per far uscire eventuali difetti cosi' da farli ricadere in garanzia, dato che ho letto questo forum prima di acquistarla sapevo benissimo quali erano le parti piu' sogette ad usura/rottura, ma tra queste non ho mai letto nessuno che parlava dell'attacco pieghevole del manubrio. Anzi dal canto mio ti posso dire che per stressare la bici spesso nel mio tragitto casa/lavoro salgo e scendo da alcuni marciapiedi, percorro strade lievemente dissestate, san pietrini, tombini, insomma tutte cose da evitare ed evitabili sicuramente ma al fine di testare la bici fondamentali secondo me e non ho minimamente avvertito nessun cenno di rottura, nessuno scricchilio sinitro o quant'altro mi faccia sospettare un eventuale rottura. E non ho nemmeno una corporatura easy per cosi' dire...... passo i 100kg ed infatti ho gia' cambiato il movimento centrale si serie ma nei giunti nessun problema.
Ora credo che vista la produzione massiccia che fanno di questo tipo di bici abbastanza economica e quindi adatta ad un pubblico di massa, ci sia da mettere in conto qualche modello difettoso,e aime' forse tu sei incappato propio in quello.
Sono sicuro che con questa nuova non avrai problemi o quanto meno me lo auguro altrimenti una piccola benedizione, sotto lauta mancia, al parroco della tua chiesa non guasterebbe.
Buone "sicure" pedalate

Pigro volevo dirti che secondo me non fai molto bene a stressare la bici volontariamente con utilizzi della stessa non espressamente consigliati.
E' vero quello che dici per quanto riguarda il rodaggio all'inizio, ma considera che non è detto che un eventuale cedimento si debba verificare proprio nel momento dell'utilizzo "straordinario" (es. scalino e buche prese magari apposta). E' probabile che il guasto (se proprio deve essere, ma speriamo di no!) si verifichi successivamente, durante l'utilizzo "normale".
I traumi causati precedentemente vanno a sommarsi con quelli che si generano normalmente per "fatica" fino al raggiungimento del fine vita del componente. Non dico di non scendere più da uno scalino, ma vacci piano anche considerato che non sei proprio un peso piuma.
Saluto
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Ragadorn - Luglio 27, 2011, 09:28:48 am
Mah, è sempre più un problema per le compagnie, se non limano i costi cambiando la componentistica perdono quote di mercato e se lo fanno rischiano di ritrovarsi con una linea intera di bici da riguardare, con conseguenti gravi perdite....

Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: tanta - Luglio 27, 2011, 10:09:58 am
ehm... a me spiace molto per quanto successovi... spero di non aver portato jella io !  8)

purtroppo le considerazioni su tale situazione mi portano a rivedere in parte la mia ricerca della leggerezza "estrema" per i miei 4 piani di scale... o a cambiare condominio! :-P

proprio ora che sembra esserci un nuovo modello decathlon 20 pollici monomarcia in acciaio

http://www.decathlon.it/bici-pieghevole-b-fold-20-id_8186827.html
(peccato per i 14 kili)
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: occhio.nero - Luglio 27, 2011, 01:05:52 pm
spero di non aver portato jella io !  8)

verrai citata in giudizio per magia nera e scienze occulte!  ;)

proprio ora che sembra esserci un nuovo modello decathlon 20 pollici monomarcia in acciaio

io mi preoccuperei anche della monomarcia..  a meno che tu non viva nella pianura padana  :-\

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E' evidente l'attenzione dei progettisti nei riguardi del piantone al fine di allungarlo il piu' possibile e rinforzandolo allo stesso tempo, essendo uno degli elementi piu' stressati della bici.
Il piantone e' infatti piu' corto e di generosa sezione rispetto ad una bici normale. Il tubo reggisella e' inversamente molto piu' lungo rispetto al normale, rifinito elegantemente con una verniciatura nera lucida liscia ed una serigrafia bianca riportante una scala centimetrata, utile a regolare l'altezza sella ogni volta che si riapre la bici. La tolleranza tubo reggisella/piantone appare piuttosto stretta come e' logico aspettarsi, poiche' nella sua brevita' il piantone deve fornire il massimo supporto al reggisella limitando al massimo i giochi per prevenire cedimenti e rotture.
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La posizione ribassata dello snodo si rende necessaria al fine di ridurre l'ingombro dello sterzo quando ripiegato, ma lo sottopone a sollecitazioni  amplificate da un braccio di leva molto lungo quando il ciclista sotto sforzo tende a tirare a se' il manubrio o pedala in fuorisella.
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Come intuibile, il carro posteriore si dimostra piuttosto rigido e l'energia della pedalata viene trasmessa molto bene alla ruota.
Il carro anteriore pur rimanendo abbastanza rigido e preciso nella parte inferiore vede il lunghissimo tubo sterzo infulcrato molto in basso flettere sotto sforzo emettendo il caratteristico gemito.
I rimedi qui sono almeno tre: il primo e' di registrare al meglio i giochi. Il secondo e' quello suggerito da altri utenti, ovvero di lubrificare lo snodo con uno spray al teflon. Il terzo e' di tenere a mente quello che diceva Bernard Hinault, il quale avendo vinto in tempi non sospetti cinque Tour, tre Giri e due Vuelte era uno che probabilmente di bici se ne capiva abbastanza, ovvero: "Bisognerebbe poter suonare il piano andando in bici".

Il che non significa che si dovrebbe agganciare una tastiera al manubrio e strimpellare solfeggi ma che la parte superiore del corpo deve essere mantenuta quanto piu' possibile rilassata, senza strangolare il manubrio e senza aggrapparvisi disperatamente cercando di svellerlo, ma usando le braccia e le mani solo per mantenere la direzione e per cambiare velocita' o per frenare, lasciando che tutta l'energia di cui si e' capaci venga lasciata disponibile alle gambe.

Inoltre con la Tern si deve ricorrere il meno possibile alla pedalata fuorisella e comunque calibrare bene le movenze, perche' se da un lato regala temporaneamente piu' potenza all'azione, dall'altro la pedalata in fuorisella con le ruote piccole tende a disunire il movimento e a stressare il manubrio.
In buona sostanza il cigolio diviene una sorta di cicalino d'allarme che significa "sei troppo contratto, ti muovi male e stai tirando il collo al manubrio per niente, molla e rilassati".


Questa bici costringe a rivedere il proprio modo di pedalare e molto probabilmente il minor senso di fatica che ho sperimentato nell'uso dipende anche da questo, oltre che dalla postura piu' eretta che, a prezzo della minor aerodinamicita', stressa meno la muscolatura del collo e della schiena e, consentendo un angolo piu' aperto tra busto e gambe, permette una migliore respirazione e quindi una maggiore ossigenazione dei muscoli.
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Fin qua non ho rilevato pecche gravi. La bici ha qualche difettuccio ma e' poca cosa, almeno per me.
E' fatta ed e' rifinita molto bene, e' solida, la componentistica e' di buona qualita', si guida bene, e' divertente da usare, la manutenzione e' semplice, da chiusa occupa poco spazio e grazie alla promozione di Trenitalia e' stato possibile acquistarla con un forte sconto sul prezzo di listino normale.
Per una pieghevole il punto cruciale sono ovviamente gli snodi. La tenuta e l'affidabilita' meccanica sono cose che si potranno stabilire solo col tempo, perche' al momento la bici e la casa produttrice non hanno praticamente storia alle spalle e meno di duecento chilometri in citta' sono troppo pochi perche' possano verificarsi magagne serie a meno di incappare in un esemplare nato male.
Le premesse lasciano ben sperare per un uso prolungato e felice a condizione di non forzare la bici a scopi per i quali non e' stata concepita. E se non si hanno velleita' particolari potrebbe essere l'unica bici di cui avere effettivamente bisogno. Non mi pare poco.
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: keyfaber - Luglio 27, 2011, 01:53:19 pm
.....quel pezzo che fa da ammortizzatore non e' male....
Mi viene da pensare che ha lo stesso funzionamento del Suntour ed ora sulla mia Hoptown starò un po' più attento.
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Marcopie - Luglio 27, 2011, 02:43:45 pm
Quel punto di fissaggio è sottoposto a sollecitazioni enormi, derivanti sia dalla lunghezza del tubo reggisella che fa da leva, sia dall'esigenza di avere solo una minima parte dello stesso tubo reggisella al di sotto del fissaggio, a bici aperta, per contenerne le dimensioni una volta richiusa...
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Lunadix - Luglio 27, 2011, 02:48:58 pm
keyfaber tu hai il suntour? come ti ci trovi?
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: occhio.nero - Luglio 27, 2011, 03:07:20 pm
keyfaber tu hai il suntour? come ti ci trovi?

considerata l'importanza strategica di questo argomento, e coerentemente con la linea editoriale (https://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=3.0),  ho aperto la discussione: "canotto sella ammortizzato"
https://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=268

dove prego tutti quanti di concentrare i propri contributi al riguardo.  ;)

Grazie per la collaborazione e la pazienza  :)
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: foldo - Luglio 28, 2011, 12:22:56 pm
Ehm ehm, sgrat sgrat.
Non vorrei essere considerato uno jettatore, ma la prima volta che ho visto una pieghevole "moderna" (credo si trattasse proprio di una mu), mi sono chiesto come facesse quel canotto sella così lungo a non rompersi. Una volta visto il suo diametro ragguardevole, mi sono domandato come facesse a non rompersi il telaio nel punto di inserimento del canotto. In particolare ricordo di aver pensato che se il canotto non fosse entrato nella parte bassa del suo inserimento (quella sotto il tubo orizzontale), il telaio avrebbe potuto cedere facilmente.
Il motivo di queste mie perplessità è presto detto: anni fa un amico alto amante delle bici compatte comprò un telaio di misura piccola e montò un canotto che entrava solo per pochi centimetri nel tubo verticale. Dopo tre uscite il mio amico ruppe il telaio proprio nel punto di giunzione fra i tubi orizzontale e verticale. Si trattava di una mtb ma il principio è lo stesso.
Per fortuna esistono ancora i cari vecchi saldatori :)

Diciamola tutta: probabilmente queste pieghevoli sono concepite per  UPT (Uso pedalatorio Tranquillo) e cittadino, su strade senza buche e per posizioni di pedalata con le ginocchia in bocca, ma  per pedalatori seri come voi (io non oso definirmi tale) probabilmente questa è un'eresia  ;D

Scherzi a parte, sulla jetstream di casa Dahon c'è un bel tubo di rinforzo. Non credo che sia un caso.
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: occhio.nero - Luglio 28, 2011, 12:31:49 pm
Scherzi a parte, sulla jetstream di casa Dahon c'è un bel tubo di rinforzo. Non credo che sia un caso.

già  ;)

(https://www.bicipieghevoli.net/img/jetstream_ex.jpg)
(dalla discussione sulla Jetstream XP 2008 (https://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=93))
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Gianni65 - Luglio 28, 2011, 01:54:13 pm
Molto dipende anche dalla statura e dal peso del ciclista.
50 Kg sono una cosa, 100 Km sono un'altra.
Le sollecitazioni sul canotto reggisella estratto a metà sono ben diverse da quelle che deve sopportare un canotto completamente estratto, seppure nei limiti.
Di conseguenza per un ciclista magro e alto 1,60 più o meno tutte le pieghevoli saranno affidabili. Per uno altro 1,90 e con un po' di pancetta ci sarà sicuramente qualche problema in più.
Scusate l'apparente banalità delle mie considerazioni, ma chi si accinge all'acquisto non sempre è consapevole di questo importante aspetto del problema.
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: tanta - Luglio 30, 2011, 06:53:06 pm
forse puo' interessare

http://www.ing.unitn.it/~colombo/telai/telaioall.htm
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: occhio.nero - Agosto 03, 2011, 07:11:54 pm
grazie

segnalata nella discussione "acciaio o alluminio"
https://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=112

a cui rigiro per un approccio più generale al problema del telaio
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: baro186 - Aprile 24, 2012, 03:38:21 pm
Ciao,

ho da poco comprato una Dahon Vitesse usata ( non appena faccio qualche foto ve la presento ). Anche io come molti di voi vive a Milano e mi sono accorto, il primo giorno che sono uscito, che il pavè è poco adatto alle nostre bici. Ho cercato, purtroppo di sfruttare il più possibile i marciapiedi per non sollecitare eccessivamente il telaio della bici.
Mi sembrerebbe interessante approfondire il tema di fare qualche elaborazione per ridurre al massimo le sollecitazioni.

Datemi qualche spunto

Grazie
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: occhio.nero - Aprile 24, 2012, 06:45:10 pm
io opterei per pneumatici maggiorati discussi nella  sezione:
ruote
https://www.bicipieghevoli.net/index.php?board=19.0

in particolare la discussione
i pneumatici: piccoli o grandi? (copertoni)
https://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=10.0

ma è solo la mia idea

segnalo la discussione:
regolazioni e controlli di bici appena comprate (su internet o sotto casa)
https://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=1425

da altra discussione:
Ciao, ti confermo quanto già detto da Mario. Anche il rivenditore di Firenze, con cui ho un rapporto di fiducia, mi ha sempre detto che con le Brompton non ha mai avuto un solo problema.  E ne vende parecchie. Mentre con le Dahon i problemini ci sono stati, in alcuni casi anche seri, tali da compromettere la sicurezza (tipo rottura del blocco che tiene fermo lo sterzo). Sarà che se vende Brompton ci guadagna di più, ma mi ha sempre detto che se uno può permetterselo lui le consiglia spassionatamente, mentre le Dahon le vede come buone bici di fascia intermedia, per chi non può permettersi una Brompton, o come bici con caratteristiche diverse nel caso in cui quelle della Brommie non facciano al caso tuo (vedi dover fare percorsi su sterrato).

e ancora:
Questo dopo aver visto quanto garantisce una spesa elevata, direi poco, a vedere dahonn di soli 3 anni (se ricordo bene) con crepe o ganci che si sfasciano, allentano cigolano ecc ecc
Non vorrei che avessi ricavato un'impressione sbagliata sulle Dahon magari dalla letture di casi anomali e decisamente rari. Questo forum, così il resto del pianeta, è pieno di gente che usa Dahon di vario tipo e prezzo, ma tutti accomunati da una grande soddisfazione e dall'aver avuto zero o quasi problemi. Magari qualcuno, particolarmente appassionato, negli anni passati e preso dall'entusiasmo può aver torturato la sua Dahon fino ai suoi limiti di resistenza e anche un po' oltre, e magari quello specifico modello di Dahon era meno resistente di altri, del resto in tanti anni la Dahon ha anche imparato dai suoi errori. Anche le Brompton all'inizio erano ottime bici ma con qualche difettuccio più o meno grave, che nel corso degli anni hanno eliminato. Comunque sia resta il fatto che in giro ci sono migliaia e migliaia di Dahon, spesso con diversi anni di vita alle spalle e che sono ancora come nuove, e questo vorrà pur dire qualcosa.
Tornando alla Torpado, ne vedo una tutti i giorni in treno e mi sembra robusta, tra l'altro il tipo che la usa non è proprio un mingherlino, e ce l'ha da circa un anno, ma dice che l'ha comprata usata e non gli ha dato mai problemi.
Mario
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Peo - Aprile 24, 2012, 07:29:28 pm
Ciao,

ho da poco comprato una Dahon Vitesse usata ( non appena faccio qualche foto ve la presento ). Anche io come molti di voi vive a Milano e mi sono accorto, il primo giorno che sono uscito, che il pavè è poco adatto alle nostre bici.
Grazie

Ciao Baro186 aspetto che apri un post dedicato  alla tua Vitesse (con tanto di foto promesse) per cercare di darti qualche consiglio. Io sono nella tua stessa identica situazione: Milano su Vitsse D7  ;)
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: baro186 - Aprile 26, 2012, 02:48:51 pm
Sono delle schwalbe crazy bob; mi sembrano belle maggiorate. Non credo bastino. Forse adottare un ammortizzatore sotto sella non sarebbe male, come suggerito nei precedenti post. Presenterò al più presto la mia Vitesse.

Ciao
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: subconscio - Maggio 26, 2012, 01:55:10 pm
ciao, ho appena portato indietro la mia bfold 5 per farlmela sostituire  :( riportava una piccola crepa sul telaio subito sotto il manubrio, nessun problema con declathon visto il difetto e subito sostituita la bici.
Un consiglio a chi deve comprarla controllatela bene.
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Faster_Fox - Maggio 26, 2012, 07:22:38 pm
andiamo bene....
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: skybur400 - Giugno 12, 2012, 10:08:14 pm
AAAAARGHHHHHHHHHH. 8)
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: occhio.nero - Giugno 12, 2012, 11:34:42 pm
segnalato nella discussione:
regolazioni e controlli di bici comprate (su internet o sotto casa)
https://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=1425
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: foldingfan - Agosto 20, 2012, 04:48:13 am

--- ADMIN ON

segnalo la discussione

telaio in alluminio, acciaio, magnesio, carbonio, ....?
https://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=112.0

l'elenco delle discussioni legate a studi sulle pieghevoli, recuperabile cliccando sul tag "studi" in fondo a questa pagina

--- ADMIN OFF



Si ma secondo me il problema è che rispetto alla dahon il tubo del telaio dentro cui s'infila (e si appoggia col tuo peso in corsa) è molto più corto, a parte la questione acciaio/alluminio, io non lo sostituirei a cuor leggero con un canotto sellino studiato per un telaio diverso, con un tubo-guaina più lungo... qui è corto perché se vedo bene, sotto c'è l'ammortizzatore posteriore, no?

infatti la bici piegata si appoggia sul famoso piedino apposito... e il canotto sellino si lascia esteso...

magari mi sbaglio, e questa osservazione potrà far ridere chi se ne intende più di me, beh spero gli ingegneri del forum contribuiscano su questo (davvero) :) però mi son sentito di dirlo, visto che non si parla di ornamenti o optional, bensì del canotto sellino che se non è fatto per la pressione su un telaio diverso, e si spacca in corsa, magari nel traffico... son volatili per diabetici...  ;D

PS. scusate riguardando, io parlo dei canotti dahon normali (Vitesse, Speed, ecc.) - effettivamente quello dahon del modello equivalente, postato qui sopra, sembra più lungo e il modello è davvero simile... ma non mi fiderei comunque troppo... anche per esempio la chiusura del tubo manubrio mi sembra più solida (prevedibilmente) sulla dahon...
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Hopton - Agosto 20, 2012, 07:51:56 am
FF io non ne capisco molto, ma a occhio e croce la tua perplessità mi sembra fondata...
Mario
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: isd88 - Agosto 20, 2012, 07:56:26 am
questo sarebbe il mio mestiere, ma il problema è che non c è una risposta univoca. Bisognerebbe sapere come è stato progettato il telaio. Aumentando la lunghezza del canotto a parita di peso sulla sella aumenta il momento flettente alla base del tubo. Innanzitutto dovremmo usare una canotto che si infila almeno il minimo (quello segnato alla base come maximum insertion) indispensabile nel telaio della bici, e comunque andrebbe valutato lo stato delle saldature in quel punto, cosa pressoche impossibile...
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: foldingfan - Agosto 20, 2012, 03:25:42 pm
Si, per quanto posso intuire da profano, infatti... comunque da un breve giro online mi sembra che la dahon fox sia stata messa in commercio solo in cina, vedo bene?

Perche' onestamente, e escludendo operazioni di accorciamento tubi dahon normali, l'unica un po' meno pericolosa sarebbe metterci il tubo della Dahon Fox appunto, si trovasse come ricambio... anche se onestamente eviterei... alla fine mi terrei il tubo Ecosmo in dotazione e via, per il prezzo ci si puo' anche tenere la sella bassa, rischiando il minimo (cosa che cmq sulle supereconomiche non mi farebbe stare poi troppo tranquillo... scusate ma dopo che ho sentito di una Raleigh (che ora e' distributrice Dahon in UK!!!) che si e' aperta in due a un semaforo di un incrocio... la diffidenza non e' mai troppa!!!
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: isd88 - Agosto 20, 2012, 06:25:39 pm
il problema non e il tubo in se ma il telaio. il tubo va bene uno qualunque che si infili il giusto nel telaio
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: luca.p - Agosto 21, 2012, 11:52:34 am
quindi mi pare di capire che il punto debole sia quella saldatura che tiene quel pezzo di telaio dove si infila il tubo, e quindi il momento flettente che la sollecita. Ora però mi viene da pensare che queste bici in genere dichiarano un peso dell'utente di circa 100 kg. E da (quasi) ingegnere so che il momento in questo caso è proporzionale al peso dell'utente e alla distanza della sella rispetto alla saldatura. Io che peso 60 kg scarsi magari posso permettermi di alzare la sella di un paio di centimetri senza uscire dalle condizioni di progetto! no?  ::)
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: isd88 - Agosto 21, 2012, 12:47:05 pm
bene collega cosi si inizia a ragionare. Considera lo sforzo distribuito con due forze ad inizio e fine collare del canotto per i 100 kg e calcola l'equivalente flettente con braccio piu corto, dovrebbe essere un giochetto da ragazzi. Inoltre verifica anche la sollecitazione sul canotto reggisella. Cosi almeno procedi scientificamente e fai le cose sensate :D certo non è la soluzione corretta ma almeno un punto di partenza per fare qualche chiacchiera sull argomento. Terminati i conti vediamo quanto viene il risultato. Anche se io ti consiglio comunque di tenerlo come la ditta impone, se lo ficchi tutto fuori e ti si spacca oltre a probabilmente rimetterci le penne nessuno ti da una lira, mentre se fai come dicono le regole pedali scomodo ma almeno sei tutelato.
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: luca.p - Agosto 21, 2012, 01:33:41 pm
forse mi stai chiedendo troppo... intanto ho fatto qualcosa di più grossolano: considero una trave lunga dalla sella al centro della saldatura del telaio (28 cm, con la minima inserzione) inclinata di qualche grado rispetto alla verticale (non importa quanto). Applico una forza concentrata alla sella (che magari è più gravosa di un carico concentrato) pari alla forza peso con 100 kg e trovo il momento all'altra estremità, che dovrebbe essere il limite massimo. Se ora, esagerando, faccio diventare la lunghezza 32 cm e la massa 70 kg trovo che il nuovo momento è il 20% in meno (a parità di inclinazione)! Mi pare già un risultato, conti più dettagliati non sono il mio campo! ;D
Comunque se la saldatura non sembra soffrire, non si può dire altrettanto del canotto reggisella.. è vero però che con uno più lungo, studiato per uscire di più, il problema non dovrebbe esserci! :)
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: isd88 - Agosto 21, 2012, 02:40:42 pm
diciamo che importa molto l inclinazione della forza, visto che scomponendo le componenti l'unica che genera flettente è quella orizzontale. inoltre devi considerare la situazione piu gravosa, cioè 100 kg per la massima accelerazione verticale volendo fare i conti sensati. pero te la puoi cavare imponendo costanti le condizioni di carico. quindi metti un carico fittizio P orizzontale all aggancio del tubo sella e calcola il momento all incastro. Riporta questo momento a un carico 3/4P e considera un coefficiente di sicurezza altissimo e proporzionale alla parte di canotto che rimane dentro..... e questa è un idea di massima. Secondo me neanche i produttori di biciclette fanno sti calcoli...

per quanto riguarda il canotto basta quindi comprarne uno adeguato, ma chi te lo dice che la saldatura non soffre??

(https://www.bicipieghevoli.net/img/dahon_mup24_frattura_telaio_frame_crack.jpg)

https://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=266.0

dal canto mio odio le saldature, specialmente la sperficialita con sui si fanno e non si controllano e le tecniche semplicistiche che usano gli ingegneri per il calcolo
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: foldingfan - Agosto 21, 2012, 03:52:58 pm
Trovo meravigliosi ed esoterici questi calcoli, potessi dare io i premi Nobel!

Quindi a parte la vostra eroica e meritoria impresa, di cui aspetto (davvero) le prossime conquiste, non solo (come giustamente detto qui sopra da qualcuno di voi) mi sto convincendo sempre piu' che per 100 euro o quello che e', vale la pena di lasciare la bici com'e' stata pensata, anche se il prezzo e' di tenere il deretano un po' piu' basso... non solo, ma data un'occhiata ai modelli online (inclusa la Jetstream EX, or la Montague Paratrooper ecc.), e visto che le rotture come la dahon riportata in foto, sappiamo succedono anche senza cambiare niente, ma spesso per l'uso su sterrato ecc.,
beh mi sa che se voglio fare mountain biking, ricorrero' a un caro vecchio buon "rampichino" da combattimento, e se le nostre care pieghevoline non riescono ad arrivare sulla Luna come ET, beh non per questo vorro' loro meno bene di prima, anzi mi fanno anche piu' tenerezza...! ...povere!  ;)
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: occhio.nero - Ottobre 25, 2012, 11:24:01 am
da altra discussione:
Ieri sera alla stazione di Lecco ho incontrato il tizio in questione dopo un po' che non lo vedevo, non aveva smesso di fare treno + pieghevole ma semplicemente cambiato orario dei treni. Non siamo rimasti a parlare molto, era tardi ed eravamo tutti e due stanchi e desiderosi di tornare a casa.
In sostanza non ha più la Mu Uno, o meglio IN PARTE non ce l'ha più, ha creato una specie di mostro, un ibrido che l'Umanità ancora non conosceva.  :o  ;D  Mi ha spiegato che a furia di fare le mostruose salite di Lecco con la Uno, che è monomarcia, ha danneggiato un po' il telaio: quando era sotto sforzo si aggrappava al manubrio come un disperato, sollecitando gli snodi oltre misura. Io risultato è stato che la bici ha iniziato a cigolare e lui la sentiva meno stabile. Dopo averne discusso col rivenditore, che se non ricordo male è Equilibrio Urbano (chiederò conferma alla prossima occasione), ha comprato un telaio della Vitesse, ma solo il telaio. Su questo telaio ci ha montato (non lui, il rivenditore), i componenti della Uno, ma non proprio tutti, perché qualcuno l'ha cambiato, ad esempio ha messo un cambio, in modo da affrontare le suddette salitacce con meno affanno.
Mario

e ancora:
Questo dopo aver visto quanto garantisce una spesa elevata, direi poco, a vedere dahonn di soli 3 anni (se ricordo bene) con crepe o ganci che si sfasciano, allentano cigolano ecc ecc
Non vorrei che avessi ricavato un'impressione sbagliata sulle Dahon magari dalla letture di casi anomali e decisamente rari. Questo forum, così il resto del pianeta, è pieno di gente che usa Dahon di vario tipo e prezzo, ma tutti accomunati da una grande soddisfazione e dall'aver avuto zero o quasi problemi. Magari qualcuno, particolarmente appassionato, negli anni passati e preso dall'entusiasmo può aver torturato la sua Dahon fino ai suoi limiti di resistenza e anche un po' oltre, e magari quello specifico modello di Dahon era meno resistente di altri, del resto in tanti anni la Dahon ha anche imparato dai suoi errori. Anche le Brompton all'inizio erano ottime bici ma con qualche difettuccio più o meno grave, che nel corso degli anni hanno eliminato. Comunque sia resta il fatto che in giro ci sono migliaia e migliaia di Dahon, spesso con diversi anni di vita alle spalle e che sono ancora come nuove, e questo vorrà pur dire qualcosa.
Tornando alla Torpado, ne vedo una tutti i giorni in treno e mi sembra robusta, tra l'altro il tipo che la usa non è proprio un mingherlino, e ce l'ha da circa un anno, ma dice che l'ha comprata usata e non gli ha dato mai problemi.
Mario

Dunque... a ognuno la sua bici, così come a ogni cosa il suo posto.

Le resistenze strutturali di una Dahon, come di una Brompton, Montague, etc... sono fatte specificatamente per l'utilizzo per le quali sono pensate. Altrimenti, immagino, tali marchi che producono SOLO pieghevoli, nel tempo sarebbero morti (e Dahon ha 30 anni di storia, per partire da ciò che conosco).
Ovvio che non potrai chiedere loro la robustezza di una mtb da downhill, così come a quest'ultima non chiederai mia di essere comoda o versatile come una pieghevole: usi diversi, soluzioni diverse, inevitabilmente.

Detto questo, imho, starei attento a capire bene quel che cerco. Torpado, l'hai detto te, è specializzata in un certo tipo - professionale? - di biciclette, ma ha una sola pieghevole a catalogo. Certamente avrà esperienza dei prodotti specialistici che indicavi, ma ne avrà altrettanta con le pieghevoli? da quanto è in produzione quel modello? esistono pezzi di ricambio dedicati? etc...
In questo forum, mi pare di capire e pregherei di essere corretto, tra le caratteristiche che si cercano più spesso c'è leggerezza e portabilità: caratteristiche "minori" nella torpado rispetto ad altri modelli...

Alla prossima!!!
Jeeg


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Note sparse: non ho esperienza nella progettazione di biciclette, nè nelle strategia produttive e commerciali.
Ipotizzo però che ci siano diversi aspetti da bilanciare prima di arrivare ad un prodotto finito. Robustezza, leggerezza, ingombri, costi produttivi, etc etc.
Immagino quindi che ogni azienda individui il cliente tipo (quello che gli garantirà maggiori acquisti?) e su questo realizzi il/i modello/i.
Forse fino ad ora c'è stata una maggiore attenzione verso un utente "Light" (che il retaggio della bici da barca/camper possa aver influito?), sottovalutando le sollecitazioni inferte al mezzo.
In alcuni casi potrebbero aver influito anche le classiche strategie al ribasso che governano una consistente  parte del mercato (di bici e non).
Ognuno faccia le proprie  valutazioni. Nessuno ha la verità assoluta, ed un forum difficilmente potrà indicare "la Via".


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Dallo snodo si diparte anteriormente un unico tubo sovradimensionato a sezione ellittica molto stretta la cui dimensione dell'asse verticale e' di parecchio superiore rispetto a quella dell'asse trasversale per contrastare le flessioni verticali alle quali un telaio monotrave e' maggiormente soggetto rispetto alla piu' tradizionale struttura triangolare.
La sezione ellittica contribuisce a contenere la torsione angolare, costituendo un compromesso tra la sezione circolare (maggiore resistenza alla torsione ma minore resistenza alla flessione) e quella rettangolare (minore resistenza alla torsione ma maggiore resistenza alla flessione esercitata lungo l'asse maggiore).
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Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: isd88 - Ottobre 25, 2012, 01:30:19 pm
eh con dolore devo ammettere che sara la fine anche della mia pieghevole che rispetto a quando l ho comprata è molto piu cigolevole. Il fatto che sia d acciaio è un grande vantaggio in questo frangente
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: isd88 - Dicembre 05, 2012, 11:40:23 am
Brutte notizie raga, qualche settimana fa ho scoperto una critta in uno dei fori di scarico del tubo verticale del telaio, fiducioso ho sperato che fosse un difetto di verniciatura e invece si sta espandendo!

(http://img850.imageshack.us/img850/3359/img20121204220340.jpg)

Che dite chiedo subito la garanzia? L'ho acquistata a maggii ma ci ho messo su manubrio e copertoni nuovi, non vorrei dover smontare tutto. Avete esperienze con la garanzia deca?
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Sbrindola - Dicembre 05, 2012, 11:53:07 am
non ho esperienza diretta, ma secondo me le modifiche che hai fatto non possono essere collegate all'insorgere del difetto, quindi non dovrebbero farti storie.
Certo che per una bici presa a maggio, anche tralasciando la cricca, non è un bel vedere anche quella comparsa di aloni di ossidazione, sia nel collarino della sella che nell'attacco del portapacchi che si intravede sulla forcella posteriore: fossi in te lo farei notare e spingerei per una sostituzione telaio.
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: isd88 - Dicembre 05, 2012, 01:12:37 pm
si l'ossidazione procede molto spedita, e in posti che sinceramente non mi sarei aspettato! e ora ci mancava la cricca! il problema è che uso la bici come unico mezzo di locomozione quindi se dovessero sostituirmi loro i pezzi ci metterebbero giorni e non mi fiderei visto quanto l'ho pagati. Resta da capire come arrivare al deca senza copertone dietro pero se la porto la porto completa. Grazie mille per la risposta! ah gia che ci sono porto anche i pedali che hanno ceduto in 2 settimane
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: buga - Dicembre 05, 2012, 03:25:32 pm
si l'ossidazione procede molto spedita, e in posti che sinceramente non mi sarei aspettato! e ora ci mancava la cricca! il problema è che uso la bici come unico mezzo di locomozione quindi se dovessero sostituirmi loro i pezzi ci metterebbero giorni e non mi fiderei visto quanto l'ho pagati. Resta da capire come arrivare al deca senza copertone dietro pero se la porto la porto completa. Grazie mille per la risposta! ah gia che ci sono porto anche i pedali che hanno ceduto in 2 settimane

esticavoli ....  :o
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: isd88 - Dicembre 05, 2012, 03:56:17 pm
grazie la tua esperienza con la garanzia decathlon è stata utilissima!

cmq a parte gli scherzi mi hanno risposto di portarla in officina, quindi da domani si inizia a smontare tutto e a cercare il cavalletto che ho tolto praticamente subito perche impediva la chiusura della bici (ah si vell avevo detto? ho anche il manubrio difettato che non la fa chiudere bene)
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Fölle - Dicembre 05, 2012, 04:33:32 pm
Io anni fà mi feci cambiare un manubrio in garanzia perchè leggermente "storto".. Può capitare, e mi hanno sostituito il pezzo, io avevo tutto originale a parte pedali e copertoni.

Se sei in garanzia potresti cercare di avere una sostituzione del telaio facilmente, ti conviene però rimontarla il più possibile coi componenti originali ed evitare di fargli sapere che gli hai montato cose diverse (potrebbero usarle poi come scusa x la rottura, e negarti la copertura della garanzia).
Ovvio che se hai cambiato i copertoni o i pedali, o la sella, non ti dovresti preoccupare a mio parere; io risistemerei gli originali per quel che riguarda reggisella, le pedivelle, i cerchi, il manubrio  :-[ e quei componendi "strutturali" se li hai modificati.

Tentar non costa nulla, se hai il Deca lontano forse ti conviene chiamarli prima anche.. ::)
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: isd88 - Dicembre 09, 2012, 07:26:56 pm
oggi ho portato la bici al deca per i pedali e uno sguardo alla cricca e .... prima che ptoessi dire una parola mi hanno fatto il reso, peccato che avevo lasciato un big apple comprato una settimana fa montato, che tristezza andra al macero un pneumatico assolutamente nuovo speriamo che qualcuno se lo frega.

Ah col buono visto che non c'erano altre bfold 5 mi hono preso una hoptown 5, ergonomicamente mi pare anche peggio della bfold ma qualitativamente è sicuramente un passo avanti
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Fölle - Dicembre 11, 2012, 05:33:08 pm
Ottima notizia quella del reso!  ;)

La Hoptown dovrebbe avere saldature + robuste per un utilizzo intensivo giornaliero a differenza della B'Fold, vedrai che colmerà pienamente la perdita della tua Big Apple  ;D
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: gip - Gennaio 23, 2016, 03:16:11 pm
Vista l’entusiastica adesione alla mia proposta (2 risposte su 3264 iscritti al forum) aggiungo questo post per fare qualche riflessione sulla tecnica telaistica delle biciclette. Per mia cultura tempo fa ho provato ad addentrarmi nell’argomento e mi sono subito accorto di quanto sia difficile come soggetto. Vi assicuro che preferisco affrontare la progettazione di un treno.
Nella bici le forze agenti variano di pedalata in pedalata, basti pensare semplicemente al fatto di andare in salita o in discesa oppure semplicemente a come e dove si impugna il manubrio o si sta seduti in sella. Senza l’aiuto di moderni sistemi di calcolo è quasi impossibile arrivare a capire completamente quali siano gli stati tensionali di un telaio da bici. E anche con questi sistemi a disposizione i modelli di studio sono imperfetti a causa delle semplificazioni che vanno introdotte nei codici. Resta comunque il fatto che una buona analisi FEM arriva a una precisione di almeno l’85% su temi di questo tipo. La sperimentazione pratica e l’esercizio sul campo restano comunque fondamentali per il completamento delle indagini. Come sempre in questi casi il mondo delle competizioni insegna, vuoi perché è richiesta la massima performance alla bici in termini di peso e rigidità vuoi perchè alcuni telai, specialmente di MTB, sono soggetti a sollecitazioni violentissime che devono essere assorbite senza causare guai. Gli studi fatti su queste bici hanno poi ricadute anche sulle produzioni più generiche, costi permettendo.
Credo che per descrivere nel modo più semplice l’argomento sia necessario passare attraverso tre fasi:
-   Una informazione di cosa sono e come agiscono gli stati di tensione altrimenti noti come stati di stress.
-   Un esame delle geometrie dei telai e dei materiali di cui sono fatti.
-   Qualche considerazione sul fenomeno della ‘fatica’, nemico pubblico numero uno di tutti i progettisti al pari della ‘pancia’ del ciclista.
Detto questo ci si può addentrare nel misterioso mondo dell’ingegneria biciclettaria.

1)   Gli stati tensionali
Una qualsiasi struttura, sia essa un ponte, un’automobile o una bicicletta è soggetta a lavorare sotto l’azione di forze generate da forme di lavoro  e/o da cause naturali (attriti, vento, spinte idrauliche, etc.). Queste forze possono essere le più varie e, a volte, inaspettate. Alle forze di progetto si aggiungono poi sollecitazioni causate da eventi improvvisi e inattesi (come gli urti accidentali) o generate da usi impropri (quante volte da ragazzo ho portato sul portapacchi della Graziella un amico!).
La bontà di un progettista è data dalla capacità di prevedere il maggior numero possibile di queste sollecitazioni, e per questo è necessaria esperienza. Poichè è davvero impossibile identificarle tutte, nei progetti si introducono criteri di sicurezza tali da cautelarsi anche per situazioni non prevedibili a priori. Un progettista di una diga ad esempio dovrà introdurre provvedimenti per prevenire gli effetti dovuti a cause naturali come terremoti, onde anomale, vento, e non deve limitarsi a farla reggere solo alla spinta dell’acqua.
L’altra famiglia di forze fondamentali agenti sono quelle reattive, indotte dalle forze presenti nel sistema, che passano sotto il nome di ‘reazioni vincolari’. Tali forze appaiono solo sotto sollecitazione e rispondono all’assioma che, in un sistema in equilibrio, ad ogni azione corrisponde una reazione uguale ed opposta (terza legge di Newton). Nella bicicletta queste forze sono date dalle reazioni che restituisce la strada al peso del mezzo col suo ciclista. Affinchè la bici non sprofondi nel nulla bisogna che la via restituisca la forza peso in modo uguale e contrario. Più è alto il peso più forte sarà la reazione del vincolo (la strada è imparziale). Nei telai le reazioni vincolari sono applicate nei punti di fissaggio delle ruote sulle forcelle.
E veniamo agli stati di tensione. Una volta scovate e applicate le nostre forze alla bici bisogna capire che effetti esse hanno sul telaio soprattutto che tipo di tensione generano nel materiale. Spesso si confonde la forza con lo stato di tensione ma si tratta di cose assai diverse anche se dipendenti. E’ importante sapere dove vanno, come si distribuiscono e che intensità assumono. Lo stato di tensione è indipendente dal tipo di materiale di cui è costituito il telaio e dipende solo dalle forze applicate, dai vincoli e dalle geometrie. Per meglio capire cercherò di spiegare a chi non ne sa nulla due casi reali che sono i più semplici della Scienza delle Costruzioni.
a)    Caso della trazione/compressione semplice.
Immaginiamo un tubo quadro soggetto ad una forza che lo comprime come nella figura che segue.
                     (http://s15.postimg.cc/gl9eltozv/sig3.jpg) (http://postimage.org/)
free image upload (http://postimage.org/index.php?lang=italian)

Affettiamo il nostro tubo in un punto qualsiasi e vediamo cosa succede sulla sezione che si genera. Nel caso della trazione/compressione semplice la forza applicata si distribuisce uniformemente nella sezione con una legge data da:
                                                                             F = ? x A
dove ? rappresenta lo stato tensionale o stress agente nella superficie indagata, A è l’area della superficie e F la forza applicata. Se facciamo il confronto con l’acqua che scorre in una condotta che risponde alla legge:
                                                                          Q = v x A
dove Q è la portata, v la velocità del fluido e A è la superficie della sezione della condotta ci accorgiamo che è esattamente la stessa cosa. A parità di portata, maggiore è la sezione del condotto minore sarà la velocità del fluido e viceversa. Nel nostro caso maggiore è l’area di sezione del nostro profilo minore sarà lo stress perchè si distribuisce su una superficie maggiore. Più sottile sarà lo spessore del nostro tubo maggiore sarà lo stress indotto dalla forza agente.
Vi è un’altra cosa da far notare. Dimensionalmente lo stress, dato da una forza diviso una superficie, è a tutti gli effetti una pressione che si misura in Newton/mmq o in MPa (mega Pascal) che sono la stessa cosa.
Al progettista, nel dimensionamento del telaio, non interessano tanto le forze in se stesse quanto gli stati tensionali che egli dovrà limitare entro certi valori lavorando su sezioni e geometrie, ma questo lo vedremo più avanti. Per esercizio proviamo a calcolare lo stress del modello in figura ponendo F=100 N (circa 10 kg), a=40 mm e s=2 mm. La superficie di sezione è di 304 mmq. Quindi ?= 100/304 = 0,33 N/mmq.
Tutto facile quindi? Manco per idea! Gli stati di trazione e compressione sono i più elementari da studiare perchè interessano l’intera superficie di sezione ma esistono altri casi dove non è così.
b)    Caso della flessione semplice.
A titolo di esempio prendiamo il caso della flessione semplice. Per studiarlo riprendiamo il nostro tubo, lo appoggiamo su due vincoli e lo carichiamo al centro con una forza F.

(http://s9.postimg.cc/lbn06gfun/sig4.jpg) (http://postimage.org/)
url immagine (http://postimage.org/index.php?lang=italian)
In questo caso lo stato di stress è dato da:
                                                                          ? = (M * y) / J
Dove ? è lo stress, M è il momento agente nella sezione, y la distanza dall’asse neutro (asse x) e J il momento di inerzia della sezione.
In questo caso le cose sono più complicate che nel caso di trazione/compressione semplice. Non provo nemmeno a spiegare in termini analitici cos’è del momento di inerzia di una sezione, quello che importa sapere è che si tratta di un un parametro fondamentale che dipende dalla forma stessa della sezione. Per calcolarlo, a meno non si abbiano figure elementari, è necessario l’ausilio di un calcolatore. Per figure complesse farlo a mano richiede ore di lavoro e quasi sempre si ottiene un valore approssimato. In sostanza è un valore tipico di ciascuna geometria e più alto è il suo valore più resistente sarà il nostro profilo in regime di flessione e minori saranno le sue deformazioni. Lo stress dipende anche in modo direttamente proporzionale alla distanza y dall’asse neutro, dove è uguale a zero, aumentando all’avvicinarsi ai bordi superiore e inferiore. Nella figura la sezione dovrebbe spiegare (spero) quanto detto tenendo presente che i colori vanno dal blu al rosso con l’aumentare dello stress. Purtroppo non ho la possibilità di sfumarli come accade nella realtà alle tensioni.
Se si osserva la deformata si vede immediatamente che le fibre inferiori del nostro tubo sono sollecitate a trazione (tendono ad allungarsi) e quelle superiori a compressione. L’asse neutro, essendo a stress nullo resta invariato.
Proviamo ora un calcolino reale. Diamo i seguenti valori: F=100 N, a=40 mm, s=2 mm e l=500 mm. Il momento flettente massimo si trova in mezzeria asta ed è pari a 0,250 x 100/2=12,5 Nm = 1.250 Ncm. Il momento di inerzia Jx = 7,33 cm^4 (credetemi sulla fiducia). Come precedentemente visto, lo stress maggiore lo troviamo sui bordi superiore e inferiore della sezione dove y=2 cm. Applicando la formula dello stress risulta pertanto: 1.250  x 2/7,33 =  341 N/cmq  ?max = 3,41 N/mmq.
Come si può immediatamente notare la stessa forza (100 N) a flessione fa 10 volte più male che a compressione inducendo una tensione appunto 10 volte più elevata. Se ne ricava che se si vuol portare seduta sulla canna la ‘morosa’  ;) come facevano i nostri padri e nonni (immortalati nei film di De Sica), bisogna accertarsi che sia di un peso decente.
Tutto bello! Ma cosa ci fa poi il progettista con tutti questi numeri? Fra un po’ lo vedremo.
Fino ad ora abbiamo visto due situazioni che generano stress nei telai e qui ci fermiamo. Oltre la trazione/compressione e flessione semplice ne esistono però altre. Ne cito alcune fondamentali come la Torsione, il Taglio e la Flessione Composta o asimmetrica. Sono casi molto più complessi da studiare e spiegare e, ognuno di essi, ha le sue caratteristiche. Il progettista, quando lavora, li deve scovare ed esaminare tutti. Il risultato finale sarà la sommatoria vettoriale di tutti gli stress individuati in una unica ?eq (stress equivalente). E questo lavoro andrebbe fatto punto per punto del telaio. Fortunatamente oggi coi software FEM è tutto molto più facile con i risultati immediati e che non richiedono più settimane di lavoro. Il FEM per lavorare pretende però che siano definite anche le caratteristiche del materiale. Ho trovato questa immagine sul web che vale più di mille parole:

                                clicca qui:        http://postimg.cc/image/o4k7gco2r/full/ (http://postimg.cc/image/o4k7gco2r/full/)

Un'immagine che descrive benissimo la complessità del problema e il variare delle forze e delle tensioni a ogni singola pedalata.
Una volta ricavata ?eq resta una sola cosa da fare. Decidere quali siano le tensioni di riferimento con cui confrontare i dati ottenuti. Si introduce, in sostanza, il fondamentale concetto di ‘tensione ammissibile’ che viene indicata con ?am. La meccanica è zeppa di tensioni ammissibili ma qui citerò solo le fondamentali.
La prima e forse più nota è la tensione di rottura che come dice il nome definisce lo stress per cui un materiale si rompe. E’ di solito indicata con ?r o Rm.
Poi troviamo la tensione di snervamento che rappresenta la soglia superata la quale il materiale entra in fase plastica. Detto in parole povere resta deformato dopo averlo scaricato dalle forze applicate. Se la vostra bici prende una botta e trovate qualcosa di piegato è perché si è superato questo limite. Di solito si indica con ?s o Rs.
Esistono poi tutta una serie di tensioni che fanno capo al fenomeno della fatica. Ne parleremo diffusamente più avanti. Di solito si indica con ?n  dove n è 10 con un esponente variabile ed indica il numero minimo di cicli che si vuole prima di avere problemi. Ad esempio ?10^6 indica che la tensione considerata è la soglia da non superare per garantire una vita pari almeno a un milione di cicli. Queste tensioni si ricavano dai diagrammi di Wolher e ogni materiale ha il suo. Le tensioni ammissibili per fatica sono comunque codificate negli Eurocodici. Nella tabella qui sotto sono riportati alcuni casi di tensioni a rottura e snervamento di materiali comunemente usati per le bici.

(http://s2.postimg.cc/tipv2uo5l/Tab12.png) (http://postimage.org/)
image hosting (http://postimage.org/index.php?lang=italian)
E qui ci fermiamo, anche se esistono altre tensioni ammissibili che interessano le temperature, vibrazioni e chi più ne ha più ne metta.
Come detto le tensioni limite variano da materiale a materiale e ognuno di essi ha le sue tabelle di riferimento. Le leghe di acciaio sopportano tensioni molto alte e la cioccolata molto basse.
Nel progetto di una bici si usano le tensioni ammissibili a fatica, anche perchè sono imposte dalle norme. Tuttavia se si ipotizza un urto, che è evento casuale, possono essere prese in considerazione ancora quelle a snervamento o a rottura. Evidentemente entro a certi limitii perchè se la bici ti va sotto un treno e si rompe il progettista tende a non assumersi responsabilità.
Infine, dulcis in fundo, viene normalmente applicato un ulteriore coefficiente di sicurezza per dormire sonni tranquilli. Tale coefficiente non è sempre imposto dalle normative ma resta spesso arbitrio della sensibilità e bravura di chi esegue i calcoli. Il coefficiente di sicurezza è di solito un valore che parte da 1 a salire. Alla fine della favola il temine di confronto finale diventa: ?eq ? ?amm/K formula in cui si concentra tutto quanto detto sino ad ora.
Per riassumere:
-   nel telaio della bici è fondamentale studiare lo stato di tensione indotto dalle forze che vi agiscono.
-   La stessa forza può generare stati tensionali diversi a seconda delle geometrie adottate.
-   Indagato lo stato tensionale si confrontano i dati con quelli ammissibili.
-   In base alla destinazione d’uso e allo stato tensionale si scelgono i materiali di costruzione  e le geometrie più idonei.
Per adesso mi fermo consapevole che non è facile per tutti seguire queste cose. Spero sinceramente di non aver annoiato troppo e di essere riuscito a spiegarmi al meno un po’. Mi piacerebbe avere qualche feedback su questa pagina per capire se proseguire o finirla qui. Ciao a tutti. 
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Toret74 - Gennaio 23, 2016, 06:08:08 pm
Ciao,
complimenti per la chiarezza espositiva.
Trovo l'argomento molto interessante.
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: boccia - Gennaio 23, 2016, 10:39:30 pm
Oltre alla assoluta chiarezza dell'esposizione, applaudo l'intento divulgativo e l'immane sforzo di rendere accessibili a tutti gli interessati alcuni argomenti e concetti tutt'altro che intuitivi.
Si tenga presente che normalmente la trattazione teorica di questi temi fa uso di strumenti matematici avanzati, senza i quali per chi vuole spiegare certi fenomeni fisici il compito diventa inevitabilmente più complesso.

Gip, il risultato mi sembra ottimo, se vuoi continuare secondo me fai uno splendido regalo al forum! Grazie. :)

PS: Io continuo a leggere e a imparare... ;)
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Matt-o - Gennaio 24, 2016, 10:25:49 am
Ottimo lavoro Gip, te lo dico da ing. elettronico che di FEM ne sa abbastanza ma di scienza delle costruzioni non sa nulla, l'avevano tolta dall'ordinamento quando ho fatto io elettronica. Un vero peccato, è una materia che ogni ing. dovrebbe approfondire
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: gip - Gennaio 30, 2016, 02:36:33 pm
Bene! Mi fa piacere che il post sia stato apprezzato e urge un sentito ringraziamento a tutti quelli che me lo hanno manifestato.

@Matt-o. La Scienza delle Costruzioni fu resa facoltativa, nei piani di studio di Elettronica, negli anni 70 proprio quando ero studente io. Qualche mio coetaneo, in difficoltà con questa materia, ne approffittò. Allora sembrò una bestemmia ma se vediamo l’iper specializzazione richiesta oggi dal mondo della tecnologia, la trovo una scelta giusta, anche se questo ha prodotto un ‘buco’ nella cultura generale di alcuni ingegneri al punto di creare più categorie negli albi professionali.

Proseguiamo quindi nel nostro viaggio nella struttura di una bicicletta. Abbiamo visto che in un telaio di bicicletta non sono tanto le forze in se che interessano, ma le tensioni che queste forze generano. Abbiamo accennato anche che minori sono queste tensioni meglio è, e che esse non devono superare certi valori. Ma quali sono le armi che il progettista ha per controllarle al fine di garantire che nulla si rompa e che la struttura duri nel tempo?
2) Geometrie del telaio, materiali e metodi costruttivi.
Occupiamoci prima di tutto della geometria degli elementi componenti un telaio che fondamentalmente sono travi (o aste) connesse tra loro tramite saldature. Abbiamo visto che essi sono percorsi da stati tensionali. Ma è possibile, se ad un primo calcolo gli stress risultassero superiori a quelli ammissibili, ridurre le tensioni presenti? Vediamolo con degli esempi. Nella seguente tabella ho riassunto i dati principali di alcuni profili, assolutamente elementari, dei quali solo gli ultimi due hanno forse un senso nei telai di bici. Ricordo che lo scopo di questi post resta quello di far capire il principio e non di calcolare un telaio.

(http://s14.postimg.cc/ft8pqnaa9/prof.jpg) (http://postimage.org/)
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Nella tabella sono riportati 6 differenti profili dei quali vengono dati: l’area della sezione di ciascuno, il peso per metro considerandoli prima in acciaio poi in alluminio e i momenti di inerzia secondo gli assi x e y. Nelle ultime due righe della tabella (in grigio) ho riportato per ciascun profilo il valore degli stress massimi riscontrabili sotto i carichi di 100 N e 1000 N (circa 100 kg) applicati al modello visto nel post precedente, nel caso della flessione semplice. Quindi asta da 500 mm con forza applicata al centro. Tutto questo per avere riscontro veloce sull’effetto delle varie geometrie. E’ da notare che le tensioni aumentano linearmente con le forze applicate.
Osservando i valori di Jx e delle relative ? derivanti, risulta evidente che maggiore è il valore del momento d’inerzia più basse risultano le tensioni. Il compito dello strutturista è appunto trovare forme che aumentino l’inerzia senza penalizzare troppo i pesi. Le forme oblunghe (vedi profili 4 e 6) danno inerzie Jx più elevate e, se ben concepite, mantengono pesi decenti. Utilizzare profili ad alta inerzia è un provvedimento classico per abbassare i valori di stress rispetto a quelli riscontrabili in telai di egual geometria generale, costituiti da semplici tubi (tondi o quadri che siano). E questo spiega anche perché in molte bici, comprese tante delle nostre pieghevoli (specialmente in alluminio), il telaio è costituito spesso da profili ovali o ellittici.
E qui arriviamo a una legge fondamentale nella progettazione strutturale: ‘mettere il materiale dove serve!’ E’ inutile aumentare gli spessori dove le tensioni sono basse (vedi assi neutri). Occorre invece avere materiale la dove gli stress sono più alti in modo da distribuire meglio le tensioni. Vale la pena ricordare che processi produttivi come l’idroformatura e lo stampaggio, tipici rispettivamente dell’alluminio e della fibra di carbonio, consentono effettivamente di variare gli spessori ove serve. Il risultato finale sono telai più leggeri ed egualmente robusti di quelli composti con profili estrusi tradizionali, riuscendo talvolta anche ad evitare qualche saldatura che, come vedremo più avanti, rappresenta sempre una criticità.
Se vogliamo fare una critica ai profili di tabella vediamo che il profilo 1 è quello che presenta le tensioni più basse e il tubo rotondo (profilo 5) quelle più elevate. Se vediamo invece l’aspetto peso il profilo 1 è praticamente inaccettabile coi suoi 4,34 kg/m (in alluminio) mentre gli altri sono molto più leggeri. I profili 4 e 6 sono realizzabili solo in alluminio mentre tutti gli altri possono essere realizzati sia in acciaio che alluminio. Il più performante risulta il profilo 4 ma ha una forma inadatta all’uso su un telaio di bici. Il miglior compromesso è il profilo 6, sicuramente un po’ più pesante di altri ma molto resistente. E’ bene dire che con l’alluminio sarebbe auspicabile non andare oltre i 30/60 N/mmq mentre con l’acciaio questo limite può salire anche a 100/140 N/mmq e più, secondo le leghe utilizzate. Questi limiti sono dettati dalla fatica che vedremo in seguito. Il fatto che l’acciaio abbia poi valori ammissibili dalle 3 alle 5 volte superiori rivaluta il povero profilo 5 che, se fatto in acciaio o titanio, può reggere alla grande stress notevoli. I classici tubi Columbus usati per i telai hanno spessori inferiori al millimetro (0,7/0,8 mm), il che li fa anche particolarmente leggeri, e sono in grado di reggere stress anche fino a 200 N/mmq (Niobium), 4/7 volte in più dell’alluminio 6061. Va notato che con acciaio e titanio, con le tecnologie odierne, più in la del tubo tondo non si va. Il titanio ha un indubbio vantaggio sull’acciaio legato in termini di peso (4,5 contro 7,8 kg/dmc) ma paga un po’ come resistenza. Non scordiamo che prestigiosi marchi come Cinelli o Montante costruiscono splendidi telai in tubi di acciaio anche se ad uso amatoriale e non competitivo.
Ovviamente si può far molto meglio di ciò che ho mostrato con un’analisi più approfondita delle geometrie e, perché no, con un po’ di fantasia. Vi è da notare inoltre che se il telaio dovrà essere poi saldato è bene avere ‘ciccia’ nella zona di saldatura altrimenti il processo può essere difficile, se non impossibile, da eseguire.
E ora alcune osservazioni a corollario. Non ho praticamente parlato del modulo di inerzia Jy. In realtà anche lui ha la sua importanza. Seppure in misura molto inferiore rispetto i carichi verticali, esistono anche forze laterali che agiscono sul telaio e dovrà essere lui a farsene carico. Inoltre sono presenti forze che non lavorano sull’asse longitudinale del telaio come la forza più importante di tutte: quella trasmessa dalla gamba nella pedalata. Questi carichi generano momenti che torcono il telaio e, in questo caso, il buon Jy deve darsi da fare assieme al fratello.
Vale la pena spendere ora qualche parola per ragionare anche sulla conseguenza più attesa dall’applicazione di una forza: la deformazione. Anche i tacchini sanno che l’applicazione di una forza produce una deformazione più o meno visibile. La legge che lega lo stress alla deformazione è:
? = E x ?
dove ? è la deformazione ed E è il modulo di elasticità o modulo di Young (dal nome del medico/fisico/filosofo/naturalista/economista/geografo inglese Thomas Young). Il modulo di elasticità ha una importanza fondamentale nelle strutture ed è legato alla natura del materiale. Più è alto il suo valore minore sarà la deformazione a pari stress. Giusto per saperlo il valore del modulo di Young per l’acciaio è mediamente intorno a 210.000 N/mmq, per l’alluminio circa 70.000 N/mmq, per il titanio 103.000 N/mmq e per le fibre di carbonio classe IM circa 280.000 N/mmq. In sostanza l’alluminio deforma tre volte di più dell’acciaio a parità di tensione. Ma allora perchè i telai in alluminio passano per ‘molto rigidi’ quando la fisica dice il contrario?  La risposta sta nella tabella dei profili che vi ho mostrato prima. L’inerzia delle sezioni di profili in alluminio particolarmente studiati riesce ad essere anche sette volte più elevata di quella di un semplice tubo e questo permette di compensare e superare ampiamente i limiti di un modulo di elasticità tre volte inferiore. Il carbonio è invece intrinsecamente molto rigido e non richiede attenzioni particolari, per questo è riservato a bici da competizione e di altissima fascia (con quello che costa...!).
Altra considerazione da fare è che avere alti moduli elastici non è sempre e comunque la cosa migliore. Ad esempio per le forcelle e i carri posteriori non ammortizzati un minimo di elasticità non guasterebbe per assorbire le sollecitazioni indotte da buche ed ostacoli.
Terminiamo il nostro tour attraverso le geometrie dei telai di bici parlando della loro architettura generale.
La forma più conosciuta ed usata è quella a doppio triangolo.

(http://s18.postimg.cc/ab4kz5li1/tel1.jpg) (http://postimg.cc/image/5ch2kmhp1/full/)
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Il triangolo in ingegneria passa per una delle forme più democratiche e robuste. Ha la capacità di distribuire, più o meno equamente nelle sue tre aste, quasi tutte le forze col risultato di ridurre gli stress e le deformazioni (basta pensare alle travi reticolari, come quelle delle gru). Ancora oggi è la forma più usata e diffusa e se osservate attentamente anche i telai più strani alla fine sono riconducibili ad assiemi di triangoli collegati.

Un cenno lo meritano anche i telai con travi ad arco, usate nelle bici pieghevoli e non solo.

(http://s8.postimg.cc/uoaoeetv5/tel2.jpg) (http://postimg.cc/image/uoaoeetv5/) (http://s23.postimg.cc/h3ybkf1af/tel4.jpg) (http://postimg.cc/image/h3ybkf1af/) (http://s7.postimg.cc/cz8n6rmg7/tel5.jpg) (http://postimg.cc/image/cz8n6rmg7/)

E’ stato introdotto abbastanza recentemente e rispolvera un concetto scoperto solo un paio di migliaia di anni fa dagli ingegneri romani. Quello di trasformare forze flettenti in stati di compressione (molto meno critici). E’ una forma particolarmente adatta ai processi di idroformatura e di stampaggio e ha ottime caratteristiche di resistenza. Può essere utilizzato anche con gli estrusi di alluminio ed i tubi in acciaio sagomando i pezzi con calandre per profili o presse. Per la sua robustezza intrinseca questa forma permette anche di risparmiare qualche etto.
Nelle bici pieghevoli tanti telai sono di questo altro tipo:

(http://s17.postimg.cc/nfaby9u67/tel9.jpg) (http://postimage.org/)
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Doppio triangolo, posteriore e sul movimento centrale, e monotrave a partire dal giunto centrale.
Questi telai rappresentano un buon compromesso nell’uso pratico e per i costi della bici. Dal punto di vista strutturale non sono il meglio e richiedono molta attenzione nel dimensionamento dei profili e nell’esecuzione delle saldature. In particolare la parte anteriore del giunto centrale è la zona più critica. In generale per le bici pieghevoli l’ideale sarebbe avere soluzioni senza giunto centrale (Birdy, Montague, Swift, Tikit,...) ma quasi sempre sono soluzioni costose e che aumentano gli ingombri da piegate.
A mio parere uno dei migliori telai nel settore pieghevoli resta quello della Brompton che presenta dettagli costruttivi assai interessanti. Sfrutta la robustezza dei tubi Hi-ten ed ha una struttura del trave principale ad arco. La configurazione del carro posteriore non trasmette momenti flettenti al telaio nella parte bassa, per la presenza della cerniera, e scarica le forze indotte dalla strada direttamente sulla trave principale sotto forma di forze di compressione smorzate da un bumper. L’unico lato discutibile, secondo me, è dato dal giunto centrale posto molto vicino allo sterzo in una zona molto sollecitata. Ma credo che Mr. Ritchie abbia fatto bene i conti a suo tempo e non credo si possa fare diversamente.
Altro telaio che colpisce è quello della Moulton (che non è una pieghevole). Dal punto di vista estetico è spettacolare. Lo è meno dal punto di vista pratico se osserviamo che queste bici alla fine pesano come tutte le altre se non di più (12/13 kg). La costruzione fa pensare ad una struttura molto rigida sia in senso verticale che laterale, ma va a sapere cosa voleva fare a suo tempo l’inneffabile e geniale Sir Moulton.
Ultimamente progettisti e designers si sono espressi con telai innovativi e molto belli esteticamente.

(http://s23.postimg.cc/3s54b7y9z/tel18.jpg) (http://postimg.cc/image/3s54b7y9z/) (http://s7.postimg.cc/8fwel94kn/tel6.jpg) (http://postimg.cc/image/8fwel94kn/) (http://s30.postimg.cc/b5t5d3ayl/tel7.jpg) (http://postimg.cc/image/b5t5d3ayl/)

Non mi azzardo a fare critiche di tipo tecnico perchè non so cosa passasse nella testa di chi ha concepito questi oggetti. Vantaggi e svantaggi possono essere descritti solo da chi li ha progettati. Confesso però di restare diffidente verso soluzioni che presentano forti sbalzi e questi esempi ne hanno a iosa.
Per concludere mi sento di dare qualche consiglio ai possessori di bici (specialmente quelle in alluminio ma non solo):
-   Controllare ogni tanto i tre punti indicati dalle frecce rosse nella figura seguente.

(http://s14.postimg.cc/l3i9vojwx/tel10.jpg) (http://postimage.org/)
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Cannotto dello sterzo, giunto centrale e cannotto del reggisella sono attraversati da stress impegnativi in qualsiasi bici. In particolare vanno tenute sotto controllo le saldature, ai margini delle quali possono partire cricche.
-   Non modificare mai la bici cambiandone caratteristiche essenziali a meno che non sia previsto dal costruttore. Mi riferisco in particolare al rise della forcella e alla lunghezza del tubo reggisella. Non tagliate mai parti della bici che non siano di dettaglio. Cambiare i bracci e la direzione delle forze cambia anche gli stress e i calcoli fatti dai progettisti non valgono più.
-   Se leggendo queste righe qualcuno arriva alla conclusione che il telaio della propria bici sia addirittura pericoloso (magari perchè è in tubi rotondi di alluminio), se lo tolga subito dalla mente. Dietro ogni telaio di marche serie c’è uno studio attento dei progettisti e la sua bici ha subito i test previsti dalla EN 14764 (purchè sia marcata) in fase di omologazione.
-   Mantenersi informati sulle campagne di richiamo che le case serie mettono in atto se riscontrano qualche problema sistematico. Far sostituire subito i componenti indicati come a rischio (vedi ultimamente il caso Tern).

E con questo termina la disamina tecnica della geometria dei telai delle bici. Non resta che affrontare un ultimo argomento per avere il quadro completo: l’esame dei ‘nemici’ principali delle nostre biciclette. In particolare mi riferisco agli effetti della ‘fatica’ e delle saldature. Lo vedremo al prossimo e ultimo post. Ciao a tutti.
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: gip - Febbraio 06, 2016, 01:33:19 pm
E veniamo all’ultimo appuntamento del viaggio nel telaio della bicicletta. Parleremo di saldatura e di ‘fatica’ che, pur essendo argomenti diversi, hanno aspetti in comune.
3)   Le saldature.
Abbiamo visto che i telai di bici sono costituiti da aste di varia forma unite tra loro con saldature. La saldatura è un “processo speciale”, definizione tipica delle lavorazioni che non possono essere verificate dopo l’esecuzione, se non con metodi distruttivi o parziali. Questi tipi di processo richiedono un’esecuzione molto attenta, che avvenga in condizioni ottimali e utilizzando stabilmente parametri uguali a quelli di omologazione. La saldatura rappresenta sempre una criticità in una struttura complessa perché, se eseguita a regola d’arte, fa si che vi sia una corretta continuità tra i vari pezzi, ma se introduce difetti, crea punti di debolezza nell’insieme. Ed è statisticamente certo che, alla lunga, qualche difetto può arrivare. Vediamo com’è fatta una saldatura eseguita bene:

                                 (http://s17.postimg.cc/4fpt36wvz/asal1.jpg) (http://postimage.org/)
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Si possono distinguere tre zone:
-   Il materiale base, costituente gli elementi da unire (marcata in azzurro).
-   Il cordone di saldatura, in cui si vede il materiale d’apporto dell’elettrodo (in rosso).
-   Una zona detta ‘termicamente alterata’, appartenente al materiale base, posta sul confine con il cordone di saldatura. E’ l’area dove la fusione ha procurato una mutazione della natura cristallina dovuta al forte riscaldamento e al successivo rapido raffreddamento, con inevitabile effetto di tempra (in giallo).
E proprio questa terza zona è la più delicata, dove il materiale è più fragile e soggetto a cricche (combinazione assai poco raccomandabile) per motivi che vedremo dopo. Questo fa già intuire perché in tanti casi le rotture partono proprio dai margini delle saldature. Ecco un paio di esempi di saldature non riuscite benissimo.

(http://s23.postimg.cc/53wtgm513/asal2.jpg) (http://postimg.cc/image/53wtgm513/)  (http://s23.postimg.cc/kygb48j5j/asal3.jpg) (http://postimg.cc/image/kygb48j5j/)

Si vedrà poi quando parleremo di fatica quali effetti hanno questi bug. L’esperienza ci insegna che, molte volte, questo è ciò che segue:

(http://s8.postimg.cc/yp0xqgaox/asal4.jpg) (http://postimg.cc/image/yp0xqgaox/)  (http://s15.postimg.cc/hi3nlj9fb/asal5.jpg) (http://postimg.cc/image/hi3nlj9fb/)

Inizialmente è una cricchetta che col tempo diventa una criccona, dopo di che c’è il crash e, quando accade in bici, c’è solo da augurarsi di avere il casco e un po’ di fortuna.
Non voglio però spaventare nessuno! Sono casi rarissimi. Comunque quanto visto dovrebbe insegnare a fare qualche controllo ogni tanto. Va precisato che la cricca vista nella penultima foto non è visibile a occhio nudo e anche quella dell’ultima foto, che sembra enorme, può vedersi poco su strutture verniciate, in particolare con colori scuri. Il nero lucido poi è una iattura. L’unico modo per trovarle, se si sono formate subito dopo saldatura, è usare i liquidi penetranti quando il telaio non è ancora stato verniciato. Nella foto seguente si può vedere come appare un’indagine LP su un provino, e dove si vedono chiaramente i difetti, evidenziati dal liquido rosso.

                              (http://s14.postimg.cc/n47j5l89t/asal6.jpg) (http://postimage.org/)
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Le saldature possono essere eseguite con diversi metodi. Le foto viste prima mostrano saldature ad arco (nelle bici si usa prevalentemente il metodo TIG - ‘Tungsten Inert Gas’) fatte con temperature del bagno di fusione intorno ai 3000/4000°C, ma sui telai delle bici è comune trovare anche brasature fatte col cannello ossiacetilenico.
La brasatura è una saldatura ‘gentile’ che si esegue scaldando i materiali alle stesse temperature dell’arco (circa 3000°C) ma in modo più lento. Dopo brasatura le zone termicamente alterate si presentano meno temprate di quelle dell’arco. Di solito si esegue con materiali di riporto ‘deboli’, come argentana, stagno, etc., o forti, come leghe particolari di ottone e come lo stesso materiale base. L’alluminio non si brasa, anche se sarebbe in teoria possibile, e sul titanio è proprio meglio evitarlo. Quando si usa materiale di riporto debole, non gli si può affidare compiti strutturali impegnativi. Gli stati di stress sotto sforzo devono perciò essere di livello contenuto. Se i giunti tra aste dovessero presentare stress elevati per usare la brasatura è necessario avere degli incastri tra i vari pezzi, tipo questo movimento centrale Columbus predisposto per ricevere i tubi del telaio.

(http://s11.postimg.cc/ojo2tg7dr/asal7.jpg) (http://postimg.cc/image/ojo2tg7dr/)

Questo sistema si fa carico del passaggio delle tensioni e in questo caso la brasatura ha funzione più da ‘collante’ che strutturale. I giunti brasati hanno anche un altro vantaggio: sono meno soggetti a difetti e quindi più sicuri agli effetti della fatica.
Esiste infine un altro fenomeno legato alla saldatura che non tutti conoscono. Come abbiamo visto nelle zone termicamente alterate il metallo cambia forma cristallina. Questo cambiamento provoca una contrazione del volume. In parole povere, dopo saldatura, il pezzo si accorcia (in gergo: “ritira”). Questo ritiro, in un elemento mediamente saldato, vale empiricamente circa l’1‰ della sua lunghezza. Se il nostro pezzo non è libero di scorrere durante il raffreddamento il ritiro provoca uno stato di tensione interno spontaneo. Questo avviene nelle strutture chiuse, come quelle triangolari. Le tensioni interne createsi possono essere anche abbastanza forti da generare microcricche nella zona termicamente alterata durante il raffreddamento, come si era detto prima. Se mettiamo la nostra bici nuova sul marciapiede, appoggiata al cavalletto e senza alcun carico, non sarà quindi completamente priva di stress. Col tempo questo stato di tensione scompare spontaneamente a causa di un altro fenomeno chiamato ‘rilassamento’, comune a molti materiali. Per spiegarlo faccio il solito esempio. Immaginiamo di tendere un normale elastico tra due chiodi. L’elastico assumerà uno stato di tensione. Se lo togliamo da questa posizione, ritornerà alla sua forma originale scaricandosi. Se però aspettiamo un anno a farlo lo troveremo allungato, privo di stress interno e avrà perso, in tutto o in parte, le sue proprietà elastiche. Lo stesso avviene con i metalli. Lo stato di tensione interno provoca micro deformazioni plastiche che lentamente lo attenuano sino a farlo sparire (sono necessari mesi dal momento della saldatura). Volendo si possono eliminare gli stati di tensione interni (almeno nell’acciaio) con un processo di ‘normalizzazione’ che consiste nel riscaldare il materiale a temperature precise (fino a 850°C circa) ed eseguire poi un lento e controllato raffreddamento ripristinando lo stato cristallino originale. Nei carrelli ferroviari ad esempio, i telai sono sistematicamente normalizzati, dopo essere stati saldati, per eliminare le tensioni interne spontanee che altrimenti si sommerebbero poi a quelle di esercizio. Con i telai di bici d’acciaio non mi risulta che qualcuno lo faccia, anche perché le saldature sono poche, piccole e il processo è costoso (può durare ore).

4)   Il fenomeno della fatica
E veniamo a parlare di questo benedetto fenomeno noto come ‘fatica dei materiali’. E’ un qualcosa che interessa tutti i materiali: metalli, cemento, rocce, etc. Per spiegarlo e forse è meglio passare anche qui attraverso un esempio. Immaginiamo che per casa giri una vecchia poltrona comprata dai nonni, poi usata dai genitori e dove oggi ci sediamo a guardare la televisione. Sembra nuova perché è sempre stata usata da tutti con la massima cura. Nessun figlio che a tre mesi d’età ci abbia vomitato sopra e a cinque anni si divertisse a saltarci su e giù.  Se però avessimo un’immagine di quando era stata comprata, noteremmo una differenza notevole. Cuscini deformati, legno più scuro, rivestimenti consumati e scoloriti, qualche cucitura frustra. Sono cose che non vedremmo senza un confronto con quando era nuova. In sostanza è ‘invecchiata’ e questo accade anche alle strutture metalliche messe sotto stress dinamici. L’unica differenza è che queste ultime non lo danno a vedere e appaiono sempre uguali a quando erano state costruite.
Il fenomeno della fatica fu identificato alla fine dell’800. In Inghilterra giravano ormai regolarmente i treni per uso commerciale merci e passeggeri. Capitava, con frequenza poco rassicurante, che si registrassero rotture degli assi dei carri, causando incidenti dalle conseguenze facilmente immaginabili. Il fatto era misterioso perché i calcoli statici erano corretti e i valori di stress sempre lontani dai limiti di snervamento.
Fu l’ingegnere tedesco August Wohler a dare la spiegazione. Dopo aver massacrato tonnellate di ferro in laboratorio, egli intuì che questi crash dipendevano dalla degenerazione dei materiali dovuta alle difettosità che essi inevitabilmente contenevano. Capì inoltre che l’invecchiamento era non causato dalle tensioni statiche ma da quelle di natura pulsante e/o dinamica d’intensità ben inferiore ai normali valori di snervamento e rottura. Tra i difetti causa della fatica individuati da Wohler, e in seguito dai sui discepoli, mi limito a descrivere i seguenti:

-   Difetti molecolari (e qui si entra nella chimica). La figura seguente mostra un aspetto caratteristico dei metalli: la presenza di ‘dislocazioni’ o ‘vacanze’ insinuate nel reticolo atomico.

                                                   (http://s14.postimg.cc/h0ujzf7dt/fat0.jpg) (http://postimage.org/)
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In sostanza nel reticolo ogni tanto manca una fila di atomi lasciando un buchetto di dimensioni atomiche che, sotto stress, è destinato a muoversi e crescere. Questo tipo di difetto è inevitabile e non visibile con alcuno strumento.

-   Difetti granulari. Un’altra caratteristica dei metalli è di avere la struttura formata da ‘grani’ i quali aderiscono l’uno all’altro con un legame energetico superficiale molto forte. Con l’affaticamento accade quanto descritto dalle seguenti fotografie.

(http://s15.postimg.cc/y0reecwvr/fat1.jpg) (http://postimg.cc/image/y0reecwvr/)  (http://s12.postimg.cc/msm622ngp/fat2.jpg) (http://postimg.cc/image/msm622ngp/)  (http://s30.postimg.cc/rouy8fiel/fat3.jpg) (http://postimg.cc/image/rouy8fiel/)

La prima mostra una struttura granulare integra, la seconda una stressata e la terza fa vedere una cricca interna ormai formata. In buona sostanza il materiale tende a degradare nel tempo assumendo un aspetto sfibrato. Tali difetti sono visibili solo con un microscopio. E’ importante dire che le cricche avanzano sempre tra i grani ed è difficile che riescano a romperli. Tutto questo introduce un elemento fondamentale nella fatica che è appunto l’energia di legame e più questa è elevata più è stabile il materiale e difficile da rompere.

-   Difetti superficiali. Una superficie metallica apparentemente liscia al microscopio si presenta in realtà come una catena montuosa vista da lontano. Con creste e valli. Le valli in particolare possono avere forma a U, a V e la temutissima forma a cuspide ?. Qui sotto due foto che mostrano una micrografia di una superficie metallica e una macrografia di come si è sviluppata una cricca partita da un difetto di questo tipo.

(http://s9.postimg.cc/fu7b2lwgr/fat4.jpg) (http://postimg.cc/image/fu7b2lwgr/)  (http://s10.postimg.cc/bkzew72t1/fat5.jpg) (http://postimg.cc/image/bkzew72t1/)

E’ facile intuire come il nemico numero uno delle superfici d’acciaio sia la ruggine. L’ossidazione asporta atomi di ferro superficiali per legarli all’ossigeno. Se l’ossidazione è lasciata progredire finirà col mangiarsi letteralmente il ferro disponibile lasciando le superfici butterate da crateri. Per chi non lo sapesse, nemmeno l’alluminio è completamente esente da corrosione (almeno per certe leghe). Nell’alluminio però non si tratta normalmente di processi chimici naturali ma di tipo elettrolitico. Il titanio e l’acciaio inox non hanno questo tipo di problema.

-   Difetti macro. Di solito questi non sono difetti ‘naturali’ del materiale come i precedenti. Sono quelli di grandi dimensioni (per modo di dire perché non sempre sono visibili a occhio nudo) presenti nelle fusioni come pori e inclusioni estranee al materiale, o introdotti dalle lavorazioni. Ne abbiamo visti alcuni parlando di saldatura, ma possono essere generati anche dalle lavorazioni di macchina utensile.
 
Molte difettosità messe sotto stress pulsante e/o dinamico tendono a progredire nel tempo ingrandendosi sino a formare cavità via via più grandi. Perché questo accada, è comunque indispensabile che la tensione che interessa il difetto sia di trazione e agisca in modo ortogonale all’asse più lungo del difetto stesso. Le tensioni di compressione tendono invece a chiudere i difetti e non sono dannose. Proviamo a fare un esperimento. Prendiamo un foglio di carta e pratichiamo un taglietto a V con la forbice su uno dei lati. Poi cominciamo a tenderlo come in figura tirandolo per i margini come indicato dalle frecce rosse.

                                            (http://s22.postimg.cc/4dwxqawf5/fat7.jpg) (http://postimage.org/)
url immagine (http://postimage.org/index.php?lang=italian)

Se tiriamo piano i lembi del foglio, non accade niente ma se tiriamo con forza, lo spacchiamo subito in due. Se le linee di forza passano lontano dal taglio, la cricca non procede, ma se passano attraverso il taglio questo, si aprirà inesorabilmente con poco sforzo. Nella figura le linee di forza pericolose sono quelle rosse che si accumulano proprio al vertice. Se invece tiriamo il nostro foglio come indicano le frecce verdi, il taglio non progredirà (sforzo parallelo all’asse del difetto).
Altre condizioni necessarie allo sviluppo delle fratture sono:
- Che gli stress raggiungano una certa intensità, perché il legame metallico è forte e non è facile vincerlo (non conosco persona capace di stracciare una lamiera, anche sottile, a mani nude!).
- Che il difetto abbia una forma favorevole alla propagazione. Va detto che una cricca nel suo sviluppo può cambiare la sua forma passando da pericolosa a innocua, o viceversa. Uno dei metodi per bloccare le cricche, se visibili, è quello di forare le loro estremità eliminando le cuspidi estreme per fare in modo che gli stress aggirino il punto ‘malato’ e togliere la tensione dai vertici. E’ però un provvedimento tampone che prelude a una riparazione.  L’ho visto fare addirittura sulle lamiere di elicotteri quando la manutenzione non era imminente.

                                (http://s30.postimg.cc/52pmvp4oh/fat6.jpg) (http://postimage.org/)
upload (http://postimage.org/index.php?lang=italian)

(continua)
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: gip - Febbraio 06, 2016, 01:35:10 pm
(continua)
E dopo tutte queste apocalittiche descrizioni sulle cause e le conseguenze della fatica veniamo alle conclusioni di Wohler, che si riassumono benissimo in questo diagramma:

(http://s2.postimg.cc/if3ulhd49/fat8.jpg) (http://postimage.org/)
upload immagini gratis (http://postimage.org/index.php?lang=italian)

Sono qui rappresentate le durate nel tempo (espresse in cicli di carico) in funzione degli stati di tensione nell’acciaio e nelle leghe non ferrose come quelle di alluminio.
 Questo diagramma ha solo un valore qualitativo perché in realtà ogni lega metallica ha la sua curva specifica. Come si può vedere l’acciaio ha una soglia di tensione sotto la quale la fatica non progredisce perché non si arriva mai a vincere il legame metallico, e le strutture interessate da stress inferiori a questo valore sono considerate a ‘vita infinita’. Con l’alluminio non vi è invece un limite inferiore per avere una vita infinita ma si può però arrivare a durate considerevoli. Ma quanto considerevoli?
Proviamo a ragionare prendendo a riferimento la norma EN 14764 (che non distingue i tipi di materiale) dove il nostro telaio è provato in varie condizioni tra le quali riporto:
-   Carico di 100 kg applicato a una sella montata con uno sbalzo posteriore di 70 mm rispetto il cannotto, per 100.000 cicli.
-   Carico alternato di 100 kg per 50.000 cicli su ciascun pedale.
Queste prove simulano gli stress di un esercizio pesante della bici per circa dieci anni di lavoro e questo è il minimo che chiede la normativa. Alla fine delle prove non devono essere presenti cricche e/o deformazioni. In condizioni più normali, e con il peso del ciclista di 80 kg o meno, possiamo tranquillamente raddoppiare il valore minimo della durata teorica. In particolare osservando i 100 kg per pedale richiesti dalla normativa, sappiamo che la forza reale che può esercitare la gamba di un ciclista normale, e non competitivo, è stimata da 9 a 35 kg che è un valore molto più basso delle condizioni di prova.
Fanno invece male le buche che troviamo per strada dove possiamo riscontrare accelerazioni verticali pari a 1,5/2 g (buca profonda circa 10 cm). In sostanza il nostro peso per un breve transitorio arriva da 1,5 a 2 volte il suo valore reale. Non sono però situazioni che si dovrebbero riscontrare molto spesso. In sostanza una bici trattata ‘normalmente’ (buche comprese) i suoi venti anni li fa tutti e può arrivare molto più in là. Per una bici in alluminio poco usata parliamo di decenni. La durata cala ovviamente se il peso del ciclista è notevole, l’uso è particolarmente intenso e se le strade frequentate sono infami. Se la bici non ha difetti strutturali congeniti dieci anni comunque sono garantiti anche nelle peggiori condizioni, a meno di non fare numeri da circo equestre che possono portare a rotture molto precoci sul serio. Se ci fate caso un po’ tutti i costruttori danno 100/110 kg come limite di peso del ciclista. E guarda il caso è un valore allineato a quello previsto dalla norma EN 14764. Vi è da aggiungere che il progettista solitamente sta sempre dalla parte della ragione e, anche se non è dato saperlo, usa coefficienti di sicurezza adeguati. Fare un telaio in alluminio da 2,2 kg costa 1 € in più che farlo da 2 kg e le garanzie di durata aumentano notevolmente lasciando dormire tranquilli.
Le teorie sulla fatica sono comunque molto più complesse di come qui descritto e, ancora oggi, stanno progredendo. Non si tratta di un fenomeno risolvibile con equazioni esatte (se non per materiali ideali) ma ci si lavora quasi esclusivamente per via sperimentale. Tutti gli anni i Politecnici sfornano decine di tesi per quest’argomento. Nel dettaglio analitico, gli algoritmi del calcolo a fatica sono difficili da capire e da spiegare, per cui mi guardo bene dal farlo. Il progettista, durante il suo lavoro, deve passare attraverso calcoli complessi eseguiti sui diagrammi di Goodman-Smith, e meno male che oggi gli elaboratori danno un grosso aiuto. Come già detto i livelli di tensione ammissibile in regime di fatica, sono dettati negli eurocodici che hanno valenza di normativa.
Da parte nostra quello che possiamo fare, oltre che pedalare, è trattare bene le nostre bici risparmiando loro strapazzi inutili, usandole per quello per cui sono fatte, tenendole pulite, evitando loro fenomeni come la ruggine e facendo una corretta manutenzione periodica. Non sto dicendo alcuna cosa che non sia ovvia.
E con questo ho finito il mio viaggio nel telaio della bicicletta. Mi auguro che per qualcuno sia stato interessante e di aver fatto addormentare solo pochi tra i quattro che sono arrivati sin qui. Se ci sono domande sono qui. Per adesso, ciao a tutti.
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Matt-o - Febbraio 07, 2016, 11:22:34 am
Solo questo: GRAZIE!
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: gip - Febbraio 07, 2016, 01:10:25 pm
Grazie a te Matt-o e a tutti quelli che hanno manifestato apprezzamento. Fa piacere che questi post, non facilissimi da leggere, siano piaciuti a qualcuno. :)
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Andre@ - Febbraio 07, 2016, 03:14:12 pm
Il lavoro maggiore è il tuo, per cercare di rendere il tutto comprensibile....sappi che, comunque, leggendo il tutto e ritenendolo molto tecnico, qualche cosa di nuovo rimane dentro ognuno di noi....il che non fa che rendere questo forum fiero di utenti come te :):)

A.
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: boccia - Febbraio 07, 2016, 07:03:53 pm
Da oggi chi vorrà approfondire l'argomento troverà pane per i suoi denti. Grazie Gip! ;)
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Andre@ - Settembre 22, 2017, 11:21:23 am
Questo e' successo oggi al mio collega....come comportarsi ??

FTGLR
(https://www.bicipieghevoli.net/img/gallery/thumb_1_23_09_17_9_08_11.jpeg) (https://www.bicipieghevoli.net/img/gallery/1_23_09_17_9_08_11.jpeg)
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Sbrindola - Settembre 22, 2017, 12:17:54 pm
Contattare il rivenditore e far valere la garanzia, sempre che sia ancora valida.
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Andre@ - Settembre 22, 2017, 12:26:45 pm
nel caso non ci fosse piu'....vi fidereste a farlo saldare (da uno che salda a mestiere l'alluminio ?
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Sbrindola - Settembre 22, 2017, 12:34:29 pm
personalmente no.
Anche qui, come nel caso di Tern non è la saldatura ad avere ceduto ma il tubo nelle immediate vicinanze, segno che ha patito lo stress termico della saldatura originale. Aggiungerne una nuova IMHO non migliorerebbe la situazione ed il telaio dovrebbe essere poi sottoposto a trattamento termico per essere un po' più tranquilli. Questo passaggio però è altamente improbabile.
Anche in caso di garanzia scaduta comunque proverei a sondare il terreno: vista la gravità del problema, le possibili implicazioni di sicurezza e la cattiva pubblicità, dovrebbe esserci comunque interesse a risolverlo.
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: veeg - Settembre 22, 2017, 01:17:34 pm
Azz brutta roba!
Andrea ma è lo stesso che aveva rotto il piantone sterzo?
E in quale situazione si è rotto il telaio?
Peso utilizzatore?

PS: il peso è per una mia personale indagine tecnica
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Andre@ - Settembre 22, 2017, 01:23:28 pm
no, un altro collega, e questa e' dahon...non supermercato. lui pesera' 70 km piu o meno, dove stava non lo so, ma so di sicuro che non le maltratta, in questo periodo la alternava a quella elettrica...non so.
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: occhio.nero - Novembre 25, 2017, 04:08:13 pm
per non dimenticare... di fare la manutenzione e tenere sotto controllo il telaio...  :-\

FTGLR
(https://www.bicipieghevoli.net/img/gallery/thumb_1_31_10_17_8_01_40.jpeg)  (https://www.bicipieghevoli.net/img/gallery/1_31_10_17_8_01_40.jpeg)

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da altra discussione:

Scusate: ecco la foto della rottura, della saldatura e della saldatura spezzata.

(https://i.postimg.cc/0KsmML6z/20191117-161555.jpg) (https://postimg.cc/0KsmML6z)

(https://i.postimg.cc/G9FvwhNG/20200307-131346.jpg) (https://postimg.cc/G9FvwhNG)

(https://i.postimg.cc/QKJ7p050/20210108-084246.jpg) (https://postimg.cc/QKJ7p050)
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: isd88 - Novembre 26, 2017, 05:26:07 pm
Ciao, non solo quel telaio non è assolutamente riparabile ma io scriverei proprio al produttore (O l'importatore locale se sai chi è). Una cricca da zona termicamente alterata, e se non sbaglio non è la prima si quel tipo di biciclette. Deriva da un errore di progettazione o dalla mancata progettazione del tutto di quella saldatura. Contattando il produttore (Importatore) hai la certezza che il problema sia preso in considerazione.
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: occhio.nero - Novembre 27, 2017, 08:42:16 am
avere un dialogo con il produttore è spesso assai arduo... talvolta è difficile pure avere una risposta dal distributore nazionale!  :-\

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da altra discussione:

FTGLRY
(https://www.bicipieghevoli.net/img/gallery/thumb_1_14_12_19_6_01_52.jpeg) (https://www.bicipieghevoli.net/img/gallery/1_14_12_19_6_01_52.jpeg)

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buon giorno a tutti:
e si, questa volta me la sono proprio "tirata".
solo pochi giorni fa, decantavo le doti di semplicità, economicità e robustezza della biciclina 16'
Robustezza, appunto; ed ieri mattina: TRAGEDIA!
Stavo andando al lavoro quando, ad un certo punto, sento un "tac" e l'Atalina inizia ad ondeggiare.
Mi fermo immediatamente, stava piovigginando e quindi andavo più piano del solito, e verifico quello che temevo.
Il tubo verticale dove s'innesta il reggi sella, s'è spezzato all'altezza della saldatura che l'unisce al trave del telaio.
La bici è stata acquistata nel febbraio 2016, ha percorso circa quattromila kM ed è sempre stata usata in modo "conservativo".
Mai uno scalino o marciapiede, mai buche od acrobazie.
Io peso circa 75 kG e sono alto 1,78 m ed il tubo reggisella è sempre stato estratto entro il limite di sicurezza indicato dal produttore.
Sono sgomento.
.........................................
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Andre@ - Maggio 15, 2018, 04:38:10 pm
ecco la flebi...alluminio..meno di un anno.....li sto contattando (e' lo stesso proprietario della dahon piu sopra :-(
(https://s9.postimg.cc/4s2q6cwzv/IMG_8404.jpg) (https://postimg.cc/image/4s2q6cwzv/)

(https://s9.postimg.cc/5ucwoxq3v/IMG_8402.jpg) (https://postimg.cc/image/5ucwoxq3v/)
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: boccia - Maggio 15, 2018, 08:49:39 pm
Non sono sicuro di aver capito bene... Stai dicendo che la stessa persona ha rotto due telai di bicicletta? :o
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Andre@ - Maggio 16, 2018, 10:30:39 am
Si, ieri siamo andati da ziobici.....basta alluminio....brompton mr6 ....vediamo se spacca anche questa :-)
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: veeg - Maggio 16, 2018, 11:40:56 am
Al secondo telaio rotto dalla stessa persona, l'ipotesi che la bici venga usata impropriamente mi sembra verosimile.
(nonostante lui possa giurarti che la tratti coi guanti...)
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: Andre@ - Maggio 16, 2018, 12:22:55 pm
si, più che impropriamente (conoscendo il ragazzo) direi con troppa potenza muscolare....ieri ho controllato la flebi, e secondo me e' una saldatura difettosa....c'e' un buco da dove parte la crepa, vuol dire che la saldatura al tig ha fatto una bolla d'aria, che sotto stress ha ceduto. Se quando saldi non mantieni la stessa velocita di avanzamento succedono queste cose...a mio parere in quel punto ha accellerato leggermente l'andatura, si vede la saldatura essere differente dal centimetro precedente.

Quando feci saldare la mia, il tipo mi ha spiegato un po di cose....la saldatura intorno ad un tubo va fatta tutta d'un fiato, se interrompi e riprendi combini un casino...l'alluminio si surriscalda in tutta la zona, se lo fai raffreddare e poi ricominci a saldare puoi provocare traumi...stessa cosa per il movimento, deve essere uniforme e continuo.

se spacca anche la brompton si deve comprare un ciao della piaggio !!
A.
Titolo: Re:sollecitazioni del telaio (stress, fratture, ...)
Inserito da: occhio.nero - Ottobre 09, 2020, 05:01:19 pm
da altra discussione:

buon pomeriggio a tutti: è passato tantissimo tempo dall'ultima volta che mi son fatto vivo su questo forum. Come tutti, purtroppo, ho avuto ed ho a che fare con questa disastrosa pandemia e non appena è iniziata la quarantena, il treno che prendo al mattino per andare al lavoro, Trenitalia l'ha cancellato e quindi m'è toccato ricorrere all'auto. Nel frattempo ho fatto riparare la mia biciclina con la quale ho poi ripreso l'intemodalità non appena ripristinato il "mio" treno. Certo, la saldatura esteticamente non è bellissima, ma pare resistere e da parte mia cerco d'usarla con ancor più cautele di prima.


(https://i.postimg.cc/9RZwNrqW/20200307-131346.jpg) (https://postimg.cc/9RZwNrqW)

Buon giorno a tutti: ho fatto riparare la bicicina. Questo è il risultato. Spero proprio che la riparazione sia duratura. Vi terrò aggiornati. Grazie dei consigli. rossi6468.
(https://i.postimg.cc/JsM1FnKb/nuova-saldatura-1.jpg) (https://postimg.cc/JsM1FnKb)

(https://i.postimg.cc/Mn5WJSrg/nuova-saldatura.jpg) (https://postimg.cc/Mn5WJSrg)