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Autore Topic: Lombardia: pedalata al Ruotone di Cassano d’Adda – 7.5.2023  (Letto 352 volte)

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Offline Vittorio

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In origine avevo pensato di copiare Claudio Bisio e intitolare questo racconto “Martesana in corpore sano”, ma considerando quello che abbiamo mangiato (e soprattutto bevuto), non mi è parso il caso…
L’idea era partita da Peo un paio di settimane prima: pedalata in scioltezza lungo il Naviglio della Martesana (con metropolitana di riserva per il ritorno) fino a un agriturismo da qualche parte fra Gorgonzola e Cambiago, che però si è rivelato straprenotato (è stagione di cresime…), ma con un rapido giro di telefonate Peo ha individuato una trattoria in zona, vicino alla celebre ruota idraulica (il Ruotone, appunto) di Cassano d’Adda.
https://www.komoot.com/it-it/tour/1109814236?ref=wtd
A quel punto è subentrata l’incognita meteo, che però, dopo aver segnato per giorni pioggia senza remissione, alla fine ci ha dato qualche speranza, spingendomi a mettere da parte l’ignobile piano B (se piove vado in auto, con la bici nel baule) e rischiare, giusto con uno zainetto tattico per poncho e felpa di ricambio da agganciare al portapacchi della Espresso.
L’appuntamento era fissato alle 10 all’intersezione fra la Martesana e viale Monza e per una volta ero anche uscito di casa per tempo; alle 9 alzo la basculante del garage e trovo la bici accasciata contro la parete con la gomma posteriore completamente a terra. Devo ammettere che il giorno prima avevo trascurato la Legge Fondamentale (“Mai effettuare lavori di manutenzione di qualsiasi tipo il giorno prima di una gita”), ma va anche detto che le gomme erano sì e no a 1,5 quindi una gonfiata era indispensabile. Una foratura non è, perché la bici era ferma da settimane e ieri era gonfia, quindi dev’essere colpa della valvola. Per scrupolo provo a rigonfiare, ma appena superati i 4 bar la valvola comincia a soffiare come un gatto aggressivo dal punto in cui si unisce alla camera d’aria: niente da fare.
E qui un sentito ringraziamento va alla previdenza e generosità di Boccia, che vendendomi la Espresso mi ha omaggiato di un paio di camere d’aria di riserva, per cui via le borse, giù la ruota e mano ai levacopertoni; al box Ferrari ci mettono molto meno, io in una ventina di minuti o poco più sono di nuovo pronto a partire. Però non ci siamo più coi tempi, quindi faccio un tentativo e punto su Rogoredo per vedere se caso mai ci fosse un treno per la Centrale in arrivo, che mi farebbe recuperare una decina di minuti. Niente da fare, per cui metropolitana e quando riemergo in piazza Duca d’Aosta sono già le 10; un messaggio a Peo (“Partite pure, vi raggiungo strada facendo”), avvio Komoot e salto in sella. Il navigatore però è rimasto impostato per l’inizio della ciclabile, in fondo a via Gioia, per cui comincia a darmi indicazioni incoerenti ma non è un problema: basta costeggiare la ferrovia fino in fondo, svoltare a destra fino a incocciare viale Monza e poi sempre dritto fino alla Martesana.
Imboccata la ciclabile, un breve scambio di messaggi con Peo mi conferma che il distacco non è abissale per cui non spingo più di tanto: 22-24 km/h, compatibilmente con il traffico perché già a quest’ora la ciclabile è piuttosto affollata di pedoni e altri ciclisti.
Il ricongiungimento avviene davanti a un bar a Cernusco sul Naviglio

(foto Peppe)
per una sempre gradita seconda colazione. Gradita o quasi: c’è chi dice che il muffin gigante sarebbe stato da chiusura immediata del locale…
Al momento di ripartire mi attardo a trafficare con la luce posteriore che non ne vuol sapere di assumere le impostazioni desiderate (scoprirò poi a casa che si stava scaricando e quindi si era messa in modalità risparmio; a volte un controllo il giorno prima servirebbe…) e gli altri si fermano ad attendermi (da sinistra, Peppe, Menegodado, Peo e Riccardo).

(foto Manfro)
Riprendiamo la marcia ad andatura da passeggiata e, nonostante una deviazione dalle parti di Villa Pompea per un’interruzione (che probabilmente siamo stati i soli a rispettare), in poco più di mezzora siamo a Gorgonzola (da sinistra, Manfro, Peppe, Peo e Menegodado).

In corrispondenza del caratteristico ponte di legno coperto c’è un tratto particolarmente stretto da percorrere con la bici a mano, ma quasi nessuno di noi si accorge del cartello…

Onore al merito per Riccardo, quindi, che procede disciplinatamente a piedi.

Scorcio caratteristico con la chiesa Prepositurale dei Santissimi Martiri Protaso e Germano.

A Bellinzago facciamo una “pausa chiappe” e Peppe ne approfitta per un selfie (sullo sfondo Manfro, più vicino, da sinistra Peo, io e Menegodado).

(foto Peppe)
C’è vita nel Naviglio…

Nonostante l’andatura rilassata, siamo perfettamente in tempo sulla tabella di marcia; a Cassano d’Adda il Naviglio, finora orientato prevalentemente est-ovest, svolta seccamente verso nord e poco dopo il Ruotone

preannuncia l’arrivo alla trattoria, cinque minuti prima dell’orario prenotato. Peo entra ad annunciare il nostro arrivo, io e Manfro aspettiamo di sapere dove sistemare le bici.

(foto Peppe)
Prendiamo posto, con le Brompton di Manfro, Peppe e Peo che quasi scompaiono tra le fioriere, insieme alla Tern di Riccardo.

(foto Peppe)
Io e Menegodado, invece, per pura pigrizia appoggiamo la mia Espresso e la sua Birdy all’ingresso senza chiuderle, in piena vista e legate con un cavetto poco più che simbolico, giusto per dire.
Un brindisi agli amici assenti, alle mogli e alle fidanzate (possano non incontrarsi mai…); da sinistra Manfro, Peppe, Riccardo, io, Menegodado e Peo.

(foto Peo)
E poi si comincia a fare sul serio...
     
(foto Peppe)
Varie brocche di vino bianco (e qualche grappa) dopo, arriva l’ora del ritorno; in origine avevo programmato di puntare a sud per 4 km fino alla stazione di Cassano d’Adda e da lì rientrare con un treno della linea S5, ma le gambe girano bene, le chiappe non protestano (merito dell’ottima sella Moonsaddle) e soprattutto il meteo è ancora favorevole, per cui resto col gruppo (da sinistra, Menegodado, Riccardo, io, Peo e Manfro).

(foto Peppe)
Sulla via del ritorno si mantiene un’andatura più che rilassata, anche perché qualcuno comincia ad accusare un po’ di stanchezza; qui siamo a Villa Fornaci, con Menegodado, Riccardo e Peo, più un intruso finito per caso nell’inquadratura.

Poco prima di Gorgonzola, un’ultima “pausa chiappe” (da sinistra Riccardo, Menegodado, Peo e Peppe)

(foto Manfro)
poi il gruppo comincia a sgranarsi per differenti esigenze: Manfro e Peppe, che hanno dei treni da prendere a Milano, allungano il passo, Riccardo prende la metropolitana a Cassina de’Pecchi e noi ultimi tre passeggiamo tranquillamente fino a Milano: all’incrocio di via Adriano ci salutiamo con la promessa di organizzare un’altra uscita prima dell’estate e ci dirigiamo tutti verso casa.
« Ultima modifica: Maggio 09, 2023, 05:55:13 pm by Vittorio »
Dahon Vitesse D7 (ex "Due Calzini") - Dahon Espresso D24 ex Boccia

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