TRASPORTO PASSIVO - CONSIDERAZIONI FINALI
Benvenuti nell’ultima fase descrittiva.
Ci occuperemo del trasporto passivo della Tilt 100 e di alcune considerazioni finali.
La Tilt 100 viene venduta con un solo punto predisposto per cercare di tenere in posizione la bici dopo che abbiamo fatto le operazioni di piega.
Si tratta di uno scomodissimo, grezzo e totalmente inefficace sistema di chiusura con una specie di forma a perno il quale si va a conficcare (ma la maggior parte delle volte non ci riesce) in una piccola cassettina metallica che nelle intenzioni del fabbricante dovrebbe tenere aderente la ruota anteriore al carro posteriore.
Se proviamo a spingere la Tilt 100 con questo unico sistema di chiusura la bici si apre quasi immediatamente, il telaio va per i fatti suoi e il manubrio penzola dove gli pare.
Si poteva cercare di migliorare sostituendo la chiusura a perno con un innesto a magnete ma non avremmo risolto granchè in quanto la trasportabilità della bici sarebbe rimasta inefficace al 70% .
Per avere un vero trasporto passivo si doveva necessariamente escogitare qualcosa di diverso in grado di tenere le ruote parallele tra esse durante la spinta della bici, di tenere il manubrio aderente alla ruota anteriore e di tenere il primo pezzo del telaio(manubrio e ruota anteriore) ben attaccato al secondo pezzo (tubo reggisella e ruota posteriore).
Il sistema di bloccaggio che ha raggiunto il 100% dell’efficienza è costituito da semplici fibbie a sgancio rapido e strisce in nylon opportunamente posizionate nei punti strategici.
Il materiale occorrente di facile reperibilità è il seguente:
1. Striscia in nylon
2. Fibbie in plastica a sgancio rapido
3. Filo in nylon e ago
4. Forbici
Prelevare una efficientissima fibbia a sgancio rapito da un vecchio casco da motociclista o, in alternativa, utilizzare una più comune fibbia di media grandezza.
Acquistate un cinghietto per gabbiette fermapiedi (al Decathlon vengono venduti a coppia)
Prima di continuare Vi elenco una serie di “se” che potrebbero farVi desistere:
se…… non avete dimestichezza nel fare cuciture tramite ago e robusto filo di nylon;
se…… il sistema di bloccaggio con fibbie e strisce non Vi piace a priori;
se……. il sistema di bloccaggio Vi sembra troppo laborioso e complicato;
se…… non avete il necessario tempo e la pazienza per realizzarlo;
se……. pensate che nel chiudere la bici con questo sistema potete impiegare troppo tempo;
allora potete saltare le fasi che seguono e passare alle considerazioni finali.
Se, invece, non avete problemi con i “se…..” (scusate il giro di parole) allora continuate a leggere.
I punti strategici nei quali sono stati cuciti in maniera permanente le strisce di nylon con le relative fibbie sono:
Il tubo reggisella (fibbia maschio)
Il tubo sulla serie di sterzo (fibbia lato femmina)
E’ questa fibbia che tiene ben saldo il primo pezzo del telaio al secondo.
Il fodero sinistro della forcella
Durante la marcia chiudere la fibbia
E’ questa fibbia che tiene ben unite le due ruote. Impossibile lo sgancio accidentale.
Il fodero destro della forcella
E’ questa fibbia che impedisce al manubrio di muoversi.
Durante la marcia chiudere la fibbia la quale opportunamente posizionata parallela alla ruota non interferirà con i raggi.
Il lato sinistro del manubrio.
La fibbia che tiene insieme il manubrio (lato sinistro – campanello) ed il telaio va fatta passare sotto al borsello.
E’ questa fibbia che svolge il compito principale di tenere, durante la spinta, parallele le ruote a bici chiusa.
Restando nell’ambito della trasportabilità ho notato che sulla Tilt 100 vi è un semi-invisibile ingombro laterale al quale non si presta quasi attenzione.
Si tratta dell’ingombro creato dai fili al manubrio che durante il trasporto possono impigliarsi e causare strattonamenti non desiderati.
Con un manicotto si incapsulano i fili.
Il manicotto si chiude con strisce interne di velcro.
Al manicotto bisogna cucire le strisce con la fibbia a sgancio rapido.
Il manicotto viene tenuto in posizione facendo passare la fibbia a sgancio rapido dietro il tubo manubrio (all’altezza della fibbia del casco da motociclista) e i fili restano aderenti al tubo manubrio.
I fili incapsulati nel manicotto rimarranno aderenti al tubo manubrio.
Oltre ad avere compattato la larghezza dei fili si nota che la larghezza grazie al fatto che le fibbie fanno rimanere in ogni condizione di spinta le ruote parallele e ravvicinate è di circa 42 cm, comprensiva anche della sporgenza del carterino proteggi cambio e dell’attacco al manubrio Ortlieb.
Come giustamente mi è stato fatto notare l’altezza complessiva della bici chiusa in descrizione Decathlon è di 66 cm ma dopo l’installazione del supporto KlickFix l’altezza da terra della sella si è attestata a circa 76 cm.
Si potrebbe spostare più in alto la fascetta del KlickFix “CK 810” in modo da ripristinare l’altezza minima ottenibile pari a 66 cm.
Io non alzerò ulteriormente la fascetta del “CK 810” (e per precauzione non fatelo nenche Voi) sia per evitare la criticità di un possibile maggiore stress del tubo reggisella e sia per non andare a coprire con il telaietto “Vario Rack” la luce posteriore Lupine “Rotlicht”.
In ogni caso, il portapacchi “Vario Rack” non va sovraccaricato con un peso maggiore di quello consigliato dal produttore.
Anche con l’altezza da terra a 76 cm la Tilt 100 può essere inserita comodamente in una robustissima borsa di trasporto con manici e cuciture pensate per sostenere il peso delle pieghevoli.
In alternativa, se non vogliamo portarci appresso i 1.197 grammi della borsa chiusa possiamo optare per la più leggera custodia aperta della Decathlon
E’ possibile usare la custodia Decathlon e portare a spalla con apposita cinghia la Tilt 100.
In prossimità del V-Brake posteriore ho cucito un gancio a mezzaluna che funge da attacco per la cinghia a tracolla
CONSIDERAZIONI FINALI
In queste sette fasi descrittive ho voluto che i pezzi sostituiti avessero le caratteristiche di robustezza, affidabilità e una buona qualità.
Non è stata elencata la specifica attrezzatura necessaria al montaggio dei nuovi elementi ed allo smontaggio dei vecchi.
Vorrei mettere in risalto solo una parte delle accortezze tecniche che hanno portato ad avere una bici pieghevole perfettamente fluida nel funzionamento e dal punto di vista meccanico assemblata in modo corretto oltre che, si spera, resa il più affidabile possibile grazie all’esame quasi maniacale di ogni minimo particolare.
Nell’ intraprendere i lavori di assemblaggio dei nuovi pezzi è stato necessario procedere alla creazione, su mia personale interpretazione, di un nuovo centra-ruote con caratteristiche adatte a ospitare i cerchi ruota da 16/20 pollici.
Di solito quasi tutti i normali centra ruote in commercio hanno misure che non consentono di raggiungere i bordi (piste per i pattini freno) dei cerchi più piccoli da 16/20 pollici .
Forse ci riesce, ma non l’ho mai avuto e non ne sono sicuro, il costoso centra ruote della Park Tool “TS-2.3” e pochi altri dalla forma similare.
Io non posso elencarli tutti, ammesso che ve ne siano, in quanto ho sempre usato i centra ruote da me auto-costruiti che potrete vedere nelle foto seguenti.
Park Tool “TS-2.3”
Di seguito è visualizzato uno tra i più diffusi modelli di centra-ruote di cui ho ricreato le dimensioni auto-costruendolo, ma che non consente di lavorare sui piccoli cerchi da 16/20 pollici
Di seguito inserisco le foto del centra-ruote da me creato ex-novo nella mia officina ciclistica.
Ogni pezzo è stato sagomato e piegato con le giuste misure per ospitare i cerchi da 16/20 pollici (oltre ovviamente alle comuni ruote da 24/26/28 pollici) .
Tutti gli snodi consentono ai braccetti laterali ad “U” di raggiungere e di svolgere agevolmente il lavoro sui piccoli cerchi da 16/20 pollici.
Mi sono avvalso di un inedito foglio di calcolo in formato “Excel” per la determinazione della lunghezza dei raggi da me creato molti anni fa al fine di consentire la precisa costruzione delle ruote, ma questa è un'altra storia e forse ne parlerò in in apposito topic.
Ho creato un particolare adattatore da inserire nell’attrezzo ad arco della Campagnolo per consentire allo stesso di effettuare la campanatura delle ruote da 16/20 pollici;
Le dimensioni dell’attrezzo ad arco della CAMPAGNOLO per la campanatura delle ruote sono troppo grandi e non consentono il posizionamento sui cerchi da 16/20 pollici
Pertanto, si è resa necessaria una modifica e/o variante per potere inserire correttamente l’arco sul cerchio da 20 pollici
Ho creato uno spessore fresando un bullone.
Il bullone va inserito tra la parte centrale dell’arco CAMPAGNOLO e l’asse cavo del mozzo ruota.
Ai lati dell’arco bisogna inserire delle piattine di prolungamento (tenute con fascette in plastica da elettricista) verso la parte interna per consentire all’attrezzo CAMPAGNOLO di appoggiarsi sul canale del cerchio da 20 pollici.
Si è resa necessaria la modifica della lunghezza delle viti di tenuta sulla scatola del movimento centrale del cavalletto di appoggio al suolo del telaio.
Il cavalletto di appoggio a terra del telaio è tenuto in posizione da due viti filettate sulla scatola del movimento centrale
Le viti che fissano questo cavalletto sporgono all’interno della scatola di circa tre millimetri.
Questa sporgenza non crea ostacolo all’inserimento del sottile asse del movimento centrale di primo equipaggiamento ma non consente l’inserimento di un asse a cartuccia.
Il problema è stato risolto rimuovendo le viti del cavalletto ed accorciandole di due millimetri per consentire l’inserimento dell’asse a cartuccia.
Si è reso necessario l’allineamento con l’apposito specifico strumento del forcellino del cambio poiché in quel punto il telaio forse aveva preso qualche colpo anomalo.
Al momento del montaggio del deragliatore posteriore la gabbia non risultava parallela alla ruota.
La causa è stata individuata nel forcellino posteriore del telaio che risultava leggermente piegato.
Questa bici, pur avendo il forcellino predisposto per l’inserimento del cambio, è stata commercializzata senza.
Presumo che per tale motivo prima della vendita sia stata immagazzinata senza curarsi troppo di eventuali urti al forcellino che è risultato leggermente piegato.
Niente di grave.
Sulla Tilt 100 siamo avvantaggiati dall’avere il telaio in acciaio e abbiamo un certo margine di manovra per ripristinare il corretto allineamento del forcellino con l’apposito strumento.
Forse ai meno addentrati nella meccanica ciclistica il montaggio e lo smontaggio potrà sembrare una banale cosa da niente.
Vi assicuro che non è così.
E’ ovvio che dal punto di vista della difficoltà non stiamo assemblando un macchinario particolarmente complesso ma sicuramente non bastano poche conoscenze teoriche come non bastano un martello, uno scalpello ed un giravite per potere effettuare il montaggio e la manutenzione della bici, soprattutto di quelle pieghevoli che agli occhi dei meno esperti possono sembrare dei giocattolini ma che in realtà sono ben più complicate e complesse delle bici tradizionali.
E’ stato proprio l’avere assaporato questa maggiore complessità meccanica, insita alle pieghevoli, a farmi avvicinare ad esse dopo avere trascorso un trentennio ad assemblare, fare la manutenzione e rimettere a nuovo a volte con minuziosi e profondi restauri le bici da corsa.
Saluto tutti quelli che hanno pazientemente seguito queste sette fasi descrittive.
Spero che per Voi visualizzare questo topic sia stato un piacere come lo è stato per me.
A fine lavori il risultato che si voleva ottenere era pure quello di avere una bici pieghevole sobria e funzionale.
Da questo punto di partenza che fin da subito si è rivelato essere economico, scadente, inaffidabile e poco duraturo
siano arrivati a questo risultato, con buona pace per il portafoglio ma con la consapevolezza di essere stato appagato da immensa soddisfazione.
Penso di non avere tralasciato nulla.
Se ci saranno eventuali domande potremo cercare di arricchire il topic.