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Autore Topic: ciclisti contro resto del mondo? il lato oscuro della pedalata.  (Letto 184553 volte)

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Offline beaturbano

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Re:ciclisti contro resto del mondo? il lato oscuro della pedalata.
« Risposta #75 il: Agosto 28, 2012, 04:08:09 pm »
Io sospetto che certi articoli siano volutamente provocatori in modo da creare un dibattito attorno ad essi. In questo modo il passaparola allarga l'utenza (quanti di noi avevano letto articoli su GQ di recente?...?). Risultato finale: più contatti sulla relativa pagina di Facebook e sul sito, e spazi pubblicitari venduti a un prezzo più alto...
Mario

stessa idea quando ho letto questo articolo. pochezza e mancanza di stile, per una rivista di cui si sentiva certamente la mancanza.

http://www.salvaiciclisti.it/blog/2012/08/22/quando-decidiamo-di-non-falciarvi/#.UDzPCKDXHcw
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Offline beaturbano

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Re:ciclisti contro resto del mondo? il lato oscuro della pedalata.
« Risposta #76 il: Ottobre 15, 2012, 02:53:16 pm »
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segnalo

l'elenco delle discussioni legate al tema "bici e auto" recuperabile cliccando sul tag "auto_bici" in fondo a questa discussione

ciclisti contro resto del mondo? il lato oscuro della pedalata.
https://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=246.0

Perché gli automobilisti ci odiano - Mammifero Bipede / Marcopie
https://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=1659

--- ADMIN OFF


articolo interessantissimo, e senza neanche un'ovvietà  :)


http://www.biciebasta.com/index.php?option=com_content&view=article&id=548%3Aciclisti-e-share-modale-la-conflittualita-fra-ciclisti-pedoni-e-automobilisti-e-unidiozia&catid=37%3Anews&Itemid=61



Ciclisti e share modale. La conflittualità fra ciclisti , pedoni e automobilisti è un'idiozia

Citazione
Questa visione superficiale e distorta di contrapposizione fra utenti della strada venne annichilita da una cosa semplice (ma ci fosse un politico o un giornalista che avesse la pazienza di ragionarci su): lo share modale (o modal split).
Share modale significa percentuale di spostamento.
Semplificando, quel che un buon amministratore deve fare (come hanno fatto in Germania, cercando di replicare le politiche danesi e olandesi) è ragionare sui mezzi di trasporto e non sugli utenti (categorizzandoli).
L'obiettivo non è avere più ciclisti o inchinarsi al loro potere ma aumentare lo share modale degli spostamenti in bicicletta secondo la banale logica del "chiunque può essere ciclista" (come chiunque è o può essere automobilista, pedone o utente dei mezzi pubblici). 

Citazione
Sarebbe superfluo rispondere a chi chiede perché aumentare lo share modale ciclistico. Basti pensare ad una città come Copenaghen per rispondere.
A Copenaghen il 35% dello share modale è ciclistico ma il 99% dei cittadini è ciclista. Hanno a disposizione una città che accoglie qualunque mezzo e a seconda dell'utilità scelgono quello più opportuno.

Citazione
Per chi è interessato ad analizzare i dati di share modale...(Torino, naturalmente, ha uno share modale sbilanciatissimo verso l'uso dell'auto): http://www.epomm.eu/tems/index.phtml
« Ultima modifica: Agosto 17, 2013, 06:48:02 pm by occhio.nero »
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Re:ciclisti contro resto del mondo? il lato oscuro della pedalata.
« Risposta #77 il: Ottobre 15, 2012, 03:09:49 pm »
la mappa è interessantissima, grazie!

guardate bolzano e ferrara  ;)

povera parma però..75% di automobilisti...

Comunque, per precisare, i dati di ogni città fanno riferimento ad anni diversi, bologna e firenze registrano il dato del 2001 mentre altre in periodi più recenti..in più di 10 anni ne sono cambiate di cose..
« Ultima modifica: Ottobre 15, 2012, 03:17:43 pm by NessunConfine »
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Offline DJ

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Re:ciclisti contro resto del mondo? il lato oscuro della pedalata.
« Risposta #78 il: Ottobre 15, 2012, 06:48:36 pm »
Mi dispiace che Modena non sia segnata: arriva ad un 15% di ciclisti con i dati di due settimane fa..E Reggio dovrebbe essere aumentata rispetto a Modena. consoliamoci che non sono dati aggiornati, e teniamo conto che anche a Milano e Genova così come in altre città italiane il numero di ciclisti sta attualmente aumentando..
DJ
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Re:ciclisti contro resto del mondo? il lato oscuro della pedalata.
« Risposta #79 il: Ottobre 15, 2012, 10:29:43 pm »
Inserendo un filtro per scremare solo le città con n° di abitanti > 1 milione,
solo Berlino e Amburgo superano la soglia del 10%.

Come già evidenziato da NessunConfine, sono anche io un po' perplesso rispetto
alla raccolta dati abbastanza eterogenea sia come organismi che come periodo di riferimento.

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Offline Hopton

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Re:ciclisti contro resto del mondo? il lato oscuro della pedalata.
« Risposta #80 il: Novembre 18, 2012, 04:05:40 pm »
Molti di voi conosceranno già il blog in questione, questo è il link:
http://vadainbicicazzo.wordpress.com/


Questo è l'articolo di Matteo Scarabelli apparso su wired.it:
http://blog.wired.it/labicicletta/2012/10/23/un-gentile-invito-a-usare-la-bicicletta.html
Non sapevo che anche i non torinesi possono inviare foto di simpaticoni che parcheggiano sulle ciclabili. La prossima volta che ne vedo uno so a chi poter inviare una foto.  :)

Mario

Stanco delle angherie quotidiane degli automobilisti (e del disinteresse dei vigili), un blogger torinese ha creato un sito per raccogliere le denunce fotografiche dei soprusi. E se ne vedono di tutti i colori...23 ottobre 2012 di Matteo Scarabelli

Vada in bici, cazzo! È questo l'invito piuttosto esplicito che Luca Caddeu ha deciso di rivolgere al sindaco della sua città, Torino (e idealmente a tutti i sindaci d'Italia), per fargli toccare con mano i disagi quotidiani dei ciclisti che si muovono per le città. Probabilmente è un pensiero che hanno avuto in molti. Luca però ha trovato un'idea originale per proporre il suo invito: attraverso un blog fotografico colleziona segnalazioni di soste selvagge e  altri soprusi automobilistici. E mi racconta: «Ho cominciato a marzo di quest'anno: in quel periodo ero incazzato nero perché ovunque andassi trovavo sempre qualcuno che occupava lo spazio riservato alle biciclette. E mai, dico mai, una multa. Allora mi è venuto in mente che forse i nostri amministratori e concittadini automobilisti non sanno cosa vuol dire muoversi in bici per la città, oppure lo sanno ma non prestano la giusta attenzione alla realtà delle cose». Così ha deciso di dar loro una mano! Quando Luca ha messo in piedi il suo blog, il tragico incidente della Costa Concordia era passato da poche settimane. Gli è tornata in mente la famosa frase «vada a bordo, cazzo», rivolta al comandante Schettino dalla capitaneria di porto. L'ha fatta sua e, in versione ciclistica, l'ha rigirata agli amministratori delle nostre città «perché si prendano le loro responsabilità. Perché si può parlare di tante cose ma la mia idea per risolvere il problema è semplice: vorrei vedere sindaco e assessori muoversi in città con la bici. Fino a quando avremo assessori all'ambiente e ai trasporti che non fanno un chilometro in sella non risolveremo nulla!» Dalle piste ciclabili l'attenzione si è allargata ad altri temi relativi alla mobilità leggera e sostenibile. Luca, infatti, riceve, segnala o produce anche contenuti diversi dalla denuncia fotografica di una violazione del codice della strada, anche se questo rimane l'obiettivo principale. Le segnalazioni pubblicate sono in media tre o quattro alla settimana e si possono mandare direttamente dalla pagina Contatti del blog oppure attraverso il gruppo Facebook. Anche se il blog di Luca ha radici torinesi, ci sono segnalazioni da ogni parte d'Italia. Quindi, la prossima volta che trovare il camioncino del corriere sulla pista ciclabile o l'auto di turno tra i parcheggi riservati al bike sharing, invece che arrabbiarvi e litigare, tirate fuori il cellulare e scattate un paio di foto. Adesso sapete dove mandarle!





« Ultima modifica: Novembre 18, 2012, 04:07:45 pm by Hopton »
"La città è fatta per le persone, non per scatole di metallo". (Ayfer Baykal, assessore all'ambiente, comune di Copenhagen)
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Offline beaturbano

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Re:ciclisti contro resto del mondo? il lato oscuro della pedalata.
« Risposta #81 il: Novembre 21, 2012, 04:37:31 pm »
Citazione
«La bicicletta è il veicolo più rapido nella via della delinquenza; perché la passione del pedale trascina al furto, alla truffa, alla grassazione»;
«Ogni nuovo meccanismo, che entri nei congegni della vita umana, aumenta le cifre e le cause della delinquenza come della pazzia»;
«Nessuno però dei nuovi congegni moderni ha assunto la straordinaria importanza del biciclo, sia come causa che come strumento del crimine».
Così scriveva Cesare Lombroso nel 1900



http://www.hypertextile.net/arteinbici/dokumenta/delitt.htm

Citazione
Il ciclismo nel delitto
Antropologia, cronaca nera e poesia
di quando la bici era troppo moderna
[/i]


Aumenta le cifre e le cause della criminalità.
Agevola le fughe e gli alibi di coloro che hanno violato la legge.
È motivo frequentissimo di furto e di appropriazioni indebite.
Può portare anche all'omicidio. [/b]
Questo pericolosissimo strumento generatore di delinquenza fu indicato da Cesare Lombroso, padre dell'antropologia criminale, nel biciclo ovvero nella bicicletta. Il saggio con tale tesi - intitolato Il ciclismo nel delitto - comparve sulla Nuova Antologia, volume ottantaseiesimo, nell'anno 1900 e suscitò commenti sotto alle Due Torri soprattutto in relazione alla statistica nazionale che aveva collocato Bologna fra le città "più a due ruote": ben quattromila ciclisti sui centomila di tutta Italia.

I seguaci del nuovo mezzo di locomozione (e di delitto?) erano spuntati come funghi dalla primavera del 1886 quando, il 30 maggio, alla Montagnola (Bologna), c'era stata la prima gara nella pista usata anche per i cavalli. Era stato un "lancio" che aveva subito creato una diffusa passione. Largo dunque alle due ruote con conseguente esposizione ai pericoli segnalati da Cesare Lombroso e particolarmente a quelli commessi dai "criminaloidi, anzi criminali d'occasione del biciclo": coloro che, secondo le parole del celebre antropologo, "non farebbero il male per il male, ma che avendo una facile occasione si lasciano trascinare".
La bici, infatti, può essere strumento di offesa ai cittadini e quando succede un incidente quasi tutti se la prendono immediatamente con quegli "irresponsabili" che usano il nuovo mezzo. "Se un fiaccheraio - scrive un giornale ovviamente partigiano dei ciclisti - mette sotto una generazione intera, appena lo dicono, se pur lo dicono: ma se un ciclista si scortica un dito o storpia un cane vagante, tutte le gazzette trasmettono il funesto avvenimento". Alcuni fogli hanno una rubrica fissa intitolata "Disgrazie del ciclismo". Il Carlino del 4 giugno 1893 sbotta in un "Imbecilli su due ruote", indubbiamente forte ma forse non del tutto estraneo al modo di pensare di alcuni suoi lettori. In questo contesto sono varati regolamenti severi: "ogni ciclo deve avere valido freno e non deve spingersi a corsa più veloce di quella di una persona di passo accelerato". Forlì consente la circolazione di alcuni tratti del centro solo con la bicicletta condotta a mano. A Faenza è vietata. Bologna, nel 1897, vede, all'ingresso della città, le guardie daziarie smontare le selle per rendere le bici meno "offensive". Contro questo provvedimento protesta vibratamente un ravennate di Sant'Alberto che da circa dieci anni si è trasferito a Bologna e possiede una villa a Gaibola. È Olindo Guerrini, uomo di cultura, poeta carducciano più di Carducci, polemista feroce, autore di burle memorabili, bibliotecario all'Università. Oggi è conosciuto prevalentemente dai romagnoli per i suoi Sonetti in vernacolo, ma allora era il nome più apprezzato della nuova poesia italiana. Nel 1877 infatti aveva pubblicato Postuma - una raccolta di poesie che aveva finto essere di un suo cugino, Lorenzo Stecchetti, morto per tisi - ed era stato un successo enorme che aveva largamente superato in vendite le contemporanee Odi Barbare di Carducci. Era divenuto il poeta più imitato d'Italia al punto da indurre l'editore Zanichelli ad adottare iniziative legali per tutelare "il vero Lorenzo Stecchetti".

    Olindo Guerrini, a Bologna, non era solo verseggiatore di fama ma anche ciclista entusiasta e pure "impegnato" avendo assunto la presidenza del Touring Club Italiano, nato nel 1894 a Milano come Touring Club Ciclistico Italiano (per questa origine porta ancora oggi la ruota di bicicletta nel suo simbolo grafico). Ha dunque un ruolo anche "istituzionale" per ergersi a difensore pubblico dei "ciclisti criminali". Protesta contro la castrazione delle selle a Bologna e inizia un'accesa polemica con il sindaco di Monte Donato che ha dichiarato guerra ai ciclisti. Lo biasima, lo prende garbatamente in giro, ma non riesce a portarlo dalla sua .Il pubblico amministratore infatti replica sui giornali vantando (perché evidentemente sa di avere dalla sua una consistente parte dell'opinione pubblica) la sua "avversione per questo nuovo mezzo di locomozione usato troppo spesso da "una classe di persone pericolose" e addita all'ignominia due episodi " uno di scelleratezza e uno di viltà". Una mendicante di 70 anni, sorda, non ha sentito il campanello del ciclista e il "manigoldo" l'ha investita. Un trovatello di 8 anni, ritardato, è caduto in preda alla paura perché spaventato da "un infame ciclista".

    E se questa criminalità fosse una specie di "vizio momentaneo di mente", indotto dall'estenuante fatica di pigiare sui pedali? È un'ipotesi alla quale Olindo Guerrini, da buon positivista, cerca di dare una risposta sperimentale. Così alle 3,40 di un 1° luglio parte in bici, lungo la via per Rimini, per tentare quello che alcuni reputano impossibile: spingere le ruote a più non posso e al tempo stesso lavorare di fino con la mente, componendo un sonetto. Il figlio lo accompagna, pure lui in bici, col compito di annotare su un foglio il lavoro letterario. Verso San Lazzaro nasce il primo verso, al ponte sull'Idice, a Maggio, la seconda quartina. A Maggione la lirica è praticamente tutta imbastita e ci sarà tempo e capacità per limarla fino a Rimini. Il ciclista allora non si beve il cervello quando pedala, tuttavia "la mente costretta al lavoro durante lo sforzo fisico del correre in bicicletta - annota Guerrini con una punta di rammarico - fatica molto e lavora male". Questo esperimento stecchettiano potrebbe oggi essere catalogato nell'ambito delle sue celebri burle. Ma allora non fu così e suscitò dibattiti impegnati. Forse anche perché diversi letterati, soprattutto in Emilia Romagna, si erano fatti prendere dalla passione per la bicicletta, a cominciare dal faentino Alfredo Oriani che negli ultimi tre anni dell'Ottocento prima aveva fatto un raid ciclistico appenninico di quasi mille chilometri poi su questo viaggio aveva scritto un libro (per la verità di scarso successo) diviso in tre parti: dissertazione sulla bicicletta, quattro novelle, "Sul pedale".
    In questo periodo le due ruote dunque alimentano la letteratura. Ma anche il fisco con il pagamento di una tassa, certificata da bolli che talora - come si legge nelle rubriche di cronaca nera - sono sottratti per essere usati dagli evasori. Ed eccoci un'altra volta alla tematica della criminalità indotta dalla bicicletta. Cesare Lombroso, nel saggio più volte citato, racconta quanto è accaduto a una malcapitata signora "del gran mondo" mentre, in pieno giorno, saliva le scale di una casa del Boulevard Saint-Germain. "Un biciclista elegantissimo, deposto il suo strumento alla porta, la segue, la oltrepassa e con un manrovescio la getta a terra, la deruba, e prima che essa si rialzi, rimonta sulla sua bicicletta, sicché non fu più possibile raggiungerlo". Questo a Parigi negli ultimi anni dell'Ottocento, come si desume dalla data di pubblicazione del riferimento cronachistico.
    A Bologna si prospetterà alcuni anni dopo, nel 1908, come si ricava dalla lettura dei giornali locali dell'epoca. La mattina del 15 giugno, in via del Macello, lungo l'argine artificiale del Porto del Navile, è trovato morto, strangolato, un cameriere di 16 anni. Il cadavere ha un fazzoletto stretto attorno al collo e questo particolare induce i giornali a mettere in risalto una tecnica criminale della malavita bolognese. Si chiama "da apache", ma il riferimento non è alla tribù bellicosa di pellirossa. Indica invece un tipo di teppista francese, messo in risalto, con tale definizione, da una serie di articoli sulla malavita parigina, scritti nel 1902, dal giornalista Victor Moris sul Matin. Lo stereotipo di questo delinquente porta al collo un fazzoletto di seta: ma non per ornamento bensì come arma impropria per aggredire i passanti a scopo di rapina. Li raggiunge alle spalle, stringe loro il fazzoletto attorno al collo, li tramortisce e porta via tutto. Poi, spessissimo, come ha raccontato Lombroso, fa perdere le tracce allontanandosi in bicicletta. Questa tecnica criminale è evidenziata dai cronisti petroniani perché la vittima del Macello è stretta al collo da un fazzoletto e perché alcuni testimoni dicono di aver notato dei giovani che, alla vigilia del delitto, "si esercitavano a fare gli apaches". È una delle prime descrizioni di quegli scippi con stretta al collo che funestano tuttora la vita bolognese. Oggi la fuga è spesso in motorino. Allora in bicicletta. Bicicletta che - nell'ottica del tempo del quale parliamo - è vista anche come portatrice di effetti sociali positivi ("diminuisce l'isolamento dei piccoli centri" e promette, con l'esercizio fisico, "di migliorare sostanzialmente la nostra razza", ammette lo stesso Lombroso) ma rimane sempre potenziale "strumento del male". Così la Curia ne vieta l'uso ai sacerdoti e farà passare molti anni prima di concedere le prime dispense. Accadrà quando le due ruote, su impulso dei futuristi, saranno "benedette dalla Patria" con la costituzione dei primi reparti militari ciclistici in partenza per la prima guerra mondiale.

    Claudio Santini
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Re:ciclisti contro resto del mondo? il lato oscuro della pedalata.
« Risposta #82 il: Novembre 21, 2012, 05:24:29 pm »
Ennesima prova delle fesserie che ha raccontato Lombroso.
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Re:ciclisti contro resto del mondo? il lato oscuro della pedalata.
« Risposta #83 il: Novembre 22, 2012, 08:31:46 am »
Fesserie ne ha dette tantissime, ma è anche vero che certi tipini che a volte capitano sulle prime pagine dei giornali si vede al volo che se non si potevano mettere in galera in via preventiva, quantomeno andavano tenuti d'occhio con particolare attenzione... :-\
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« Risposta #84 il: Novembre 22, 2012, 09:54:19 am »
Ennesima prova delle fesserie che ha raccontato Lombroso.

non lo so sai... meridionale so' meridionale, la barba ce l'ho.... la bici pure... quasi quasi mi procuro un fazzoletto per il collo e risolvo i miei problemi di pecunia!  ;D

Fesserie ne ha dette tantissime, ma è anche vero che certi tipini che a volte capitano sulle prime pagine dei giornali si vede al volo che se non si potevano mettere in galera in via preventiva, quantomeno andavano tenuti d'occhio con particolare attenzione... :-\

sui giornali (e pure in giro) se ne vede anche tanti che non lo diresti mai  ;D e invece...
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Re:ciclisti contro resto del mondo? il lato oscuro della pedalata.
« Risposta #85 il: Novembre 22, 2012, 11:35:39 am »
Da un libretto che leggevo alle mie bambine (Sembra questo, sembra quello):

L'occhio blu del signor Ivo che par buono...


ma è cattivo

 
al contrario il signor Tono par cattivo...


invece è buono!



Broono, tu sei come il signor Tono  ;D
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Re:ciclisti contro resto del mondo? il lato oscuro della pedalata.
« Risposta #86 il: Novembre 22, 2012, 12:10:26 pm »
Il signor Toono  ;D
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« Risposta #87 il: Novembre 22, 2012, 01:14:58 pm »
e giro esclusivamente in broonTON  ;D
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« Risposta #88 il: Novembre 22, 2012, 01:25:27 pm »
Lombroso aveva perfettamente ragione e voi tutti siete un branco di (tipici) criminali ciclisti, e la prossima volta che vedo un tizio con una Tern bianco/arancio che stantuffa sulla strada per Oggiono lo stiro con il mio suv. Ma non lo stiro in un punto qualsiasi, altrimenti non c'è gusto: lo stiro in corrispondenza di uno di quei cartelli che lui ama tanto, dove c'è scritto "c'è spazio per tutti". Così avrò compiuto il mio dovere di bravo cittadino eliminando uno di voi ciclodelinquenti dalle strade.
E adesso smetto di dire fesserie prima che il moderatore mi stronchi. ;D
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Re:ciclisti contro resto del mondo? il lato oscuro della pedalata.
« Risposta #89 il: Novembre 22, 2012, 01:44:34 pm »
Porca miseriaccia il tizio con la Tern bianco/arancio ha una faccia lombrosiana.

P.S. Ricordati la CM il 30 Novembre in Piazza Garibaldi a Lecco!!!
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