PUNTATA 1
Tutto nasce dalla CURIOSITA' per le bici elettriche. Essendo un campo inesplorato decisi però di partire step-by-step dall'acquisto del kit di elettrificazione da montare momentaneamente sulla vecchia bici anni '90 dell'infanzia. Una mtb 26" vecchio stile in acciaio.
Per il kit comprai il motore della 9 Continent, 36V 250W, in regola con il CdS se utilizzato con sistema di assistenza automatica tramite PAS. Era il primo acquisto e per questo acquistai da un rivenditore italiano. Trovate questo motore montato su diversi raggi su wheelskit.it e electricbikes.it

E' un motore cosiddetto Gearless, ovvero privo di ingranaggi di riduzione, lo consiglio se volete un'assistenza importante ma causa peso lo sconsiglio per una 20". In pillole:
- PRO: maggiore efficienza che si traduce in maggiore potenza e coppia a parità di batteria
- PRO: possibilità di sfruttare la frenata rigenerativa se la centralina lo prevede
- CONTRO: peso, circa 6 kg solo il motore
- CONTRO: viene opposta una certa resistenza (magnetica) alla rotazione quando non viene richiesta alcuna assistenza
- PRO: robustezza e longevità a causa della semplicità meccanica
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Excursus su kit motore in generale con riferimento alle pieghevoli da 20":
Un famoso kit Gearless viene prodotto da BionX , made in Canada, decisamente più costoso. Su questo kit inoltre è compreso un sensore di sforzo che rende l'erogazione dell'assistenza molto più regolare e coerente con ciò quello che è il contributo muscolare. Forse esiste qualcuno che l'ha montato su una 20" pieghevole perché rispetto al 9 Continent risulta più leggero, tuttavia non ho mai fatto ricerche a riguardo.
Esistono i motori Geared, per i quali la presenza di ingranaggi di riduzione e ruota libera, vale il rovescio dei PRO e CONTRO dei Gearless. Famosi sono i motori 8FUN Bafang made in China. E' il motore più economico che si adatta ad una pieghevole da 20" in maniera efficace. Lo si trova sia per ruota anteriore che posteriore. Da fare attenzione alla distanza richiesta tra i due forcellini. Se montato sulla ruota anteriore può portare il beneficio di una distribuzione dei pesi migliore, immaginando la batteria sul portapacchi o sul tubo della sella. La soluzione al posteriore infatti su una 20" in cui si sta più seduti rispetto ad una mtb potrebbe portare a bici dalla impennata facile. Rimane il fatto che personalmente mi piange sempre il cuore a pensare una bici con trazione anteriore.
Da qualche tempo sono in commercio kit centrali (sostituiscono movimento centrale e guarnitura) per telai standard made in China by 8FUN Bafang. Il kit conforme al nostro CdS viene commercializzato sotto il nome di BBS01. Un kit centrale ha il gran vantaggio di liberare le ruote del peso del motore e abbassando e centrando invece il baricentro della bici. Inoltre la spinta del motore può usare la riduzione del cambio per essere efficace a diverse velocità. Niente frenata rigenerativa. Esiste un kit made in Japan Sunstar S03, che credo se la stia vedendo brutta con l'avvento del BBS01. Grande attesa c'è per il BBT, che aggiungerà un sensore di sforzo (sul BBS01 il PAS misura la cadenza). Sicuramente questi sono i kit che meglio di adattano alle pieghevoli da 20": compattezza, centralina integrata e leggerezza sono i punti di forza. Il prezzo rispetto ai geared è però più alto.
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La batteria l'ho acquistata direttamente dalla Cina. In questo modo si risparmia parecchio evitando il ricarico del rivenditore, a costo di dimenticarsi della garanzia. C'è da dire che si risparmia anche perché dalla Cina difficilmente arrivano batterie con pregiate celle made in Japan, spesso invece proposte da rivenditori nostrani. Se dovessi comprare una nuova batteria prenderei di sicuro una con celle Giapponesi potendo spendere. All'inizio però non avevo intenzione di spendere una tombola ed andò in questa maniera.

Questa è la batteria al Litio-ioni che ho acquistato, sembra un thermos ma non lo è, è invece una 36V 8Ah. E' un modello difficile da adattare su una pieghevole da 20" perché necessita di un tubo dritto dove avvitare il telaio che la sostiene e la assicura alla bici. Per una 20" pieghevole consiglio una batteria su portapacchi che non altera la possibilità di piegare la bici.
Scelta della tensione e della capacità: sulla tensione diciamo in prima approssimazione che viene imposta dalla tensione richiesta dal motore. Tensione non significa né potenza né energia (capacità). D'altra parte la capacità espressa in Ah della batteria non fornisce neanche essa una misura dell'energia utile. Essa è data infatti dalla moltiplicazione tra Ah e tensione (che da i Wh). Quindi in poche parole una batteria da 36V con 8Ah ha più energia di una 24V a 10Ah e quindi fornisce un'autonomia maggiore. D'altra parte, specie se prendete batterie cinesi, bisognerebbe capire come sono stati misurati questi Ah (molto spesso in condizioni lontane dall'uso che se ne fa in bici). Prendetelo come dato relativo nel confronto all'interno di uno stesso catalogo, ma state sicuri che una Giapponense vi darà molto più di una Cinese con stessi dati di targa. Purtroppo queste cose vanno provate e dipendono dal ciclista. Infine la potenza della batteria: è data dal prodotto tra massima corrente erogabile in A e tensione in V: risultato in Watt (W). A volte la corrente massima viene espressa in C-rate: un C-rate pari a 2 significa che una batteria da 10Ah ha come corrente massima 20A.
Le pedelec hanno due fondamentali problemi: il peso e il costo. Come vedete non c'è tra di essi l'autonomia. Difatti anche con una schifo batteria cinese è difficile avere autonomie inferiori ai 30 km (ripeto tutto dipende da come si guida e dal peso) e si sale facilmente aumentando la qualità della batteria. Questo è spiegato dal fatto che, per assicurare una potenza adeguata della batteria nel complesso, usando delle celle non di qualità eccelsa si richiede a parità di tensione (che fissa il numero S di celle in serie) il parallelo di un numero P di celle (che moltiplica il peso di P-volte) con P spesso pari a 4. Celle schifose hanno C-rate basso, C-rate basso significa poca corrente A a parità di Ah e quindi necessità di un cetto numero di celle in parallelo per avere una corrente massima adeguata. Raggiunta quindi la potenza di 250W o giù di lì, considerando un ragionevole C-rate pari a 1, si hanno 250 onestissimi Wh.
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Un po' di siti dove CURIOSARE:
2fast2green.it , greengobikes.com e alcedoitalia.it professionisti che ti confezionano una pedelec dalla A alla Z per chi vuole un lavoro come si deve senza stare a sporcarsi troppo le mani
bmsbattery.com e greenbikekit.com siti cinesi da cui importare direttamente. alla ricezione del pacco si pagano IVA e dazi doganali al corriere
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Bando alle ciance, ecco il motivo numero uno che mi ha fatto entrare nel modo delle pieghevoli:

Si chiama Curiosity Ride One, ora è tornata ad essere la mia vecchia mtb perché ho traslato il kit sulla nuova.
Non l'ho mai pesata, ma 30 kg li faceva sicuramente.
Una pena trasportarla in auto.
Dentro alla scatola di derivazione oltre alla centralina del motore avevo Arduino in un'altra configurazione: misuravo tensione, corrente della batteria, velocità della bici e inclinazione della strada e con quei dati mi sono fatto un'idea del comportamento della bici (diciamo che mi sono divertito a vedere come andava la batteria e la bici).
Si capisce che non poteva andare avanti così a lungo, tuttavia una lacrimuccia scende pensando alla fedele biciclettona che mi ha fatto strada nel mondo delle pedelec prima e indicato quelle delle pieghevoli poi.
RYC
ride your curiosity
Vabbè dai tanto che ho fatto il sentimentale posto anche le altre tre Curiosity, nell'ordine:
Curiosity Ride II: si cresce e le scatole diminuiscono di volume

Pinkcuriosity: frog battery e geared rear motor che nemmeno si nota dietro il pacco pignoni

Curiosity Leonardo, 20" pieghevole su base Capri 015, in questa foto in uno stadio ancora prototipale

RYC