L'appuntamento del November Porc è un punto fisso dell'anno ciclo-pieghevolistico-gastronomico, e anche se di anno in anno siamo sempre meno a ritrovarci, l'entusiasmo e la voglia di stare insieme in allegria non vengono meno.
Sempre di meno, dicevamo: infatti quest'anno eravamo solo in otto: Peo, l'organizzatore-che-non-vuole-essere-chiamato-organizzatore, Menegodado, Manfro, Peppe, Claudio e io da Milano, e poi Bruno e Alessandro venuti da Genova. Pochi ma buoni, come buono è il tempo, che ci regala una giornata fredda ma tersa e luminosa.
Primo appuntamento a Rogoredo con Peppe, Menegodado e Peo, che erano saliti in Centrale sul solito Regionale Veloce 2649 per Mantova. Prima carrozza, subito dietro la locomotiva, la meno affollata come in tutti i treni che partono dalla Centrale, per cui abbiamo gioco facile a incastrare le nostre bici in mezzo ai sedili, in mancanza di altri spazi più adatti. Le Brompton come sempre non hanno problemi, mentre per la mia Vitesse l'incastro è veramente millimetrico
tanto che non resisto a lamentarmene con Gip, che a suo tempo curò il progetto di queste carrozze (Vivalto):
«Però un po' di spazio in più lo potevi lasciare...» gli scrivo sotto la foto.
Mal me ne incoglie perchè vengo subito severamente redarguito:
«Tu comincia con lo spiegarmi perchè non sei sulla pilotina che ha gli spazi appositi!»E a poco vale dare la colpa a Peo che è salito in testa al treno anche se questo aveva la pilota in coda:
«Cartellino giallo per Peo! Ma tu inizia un corso di formazione sul tema: "Prendere un treno da Milano Centrale"» è l'inappellabile sentenza.
Doverosamente contrito, proseguo il viaggio chiacchierando (a caso) di bici e di prossimi giri in bici, primo fra tutti il "december pesc" del 1° dicembre.
A Cremona arriviamo puntuali alle 9.28 e troviamo ad aspettarci Manfro, Alessandro, Claudio e Bruno e subito ci trasferiamo a... far flanella davanti al bar pasticceria Dondeo per la prima pausa caffè della giornata,
durante la quale approfitto per montare la telecamerina posteriore con la quale scatterò la maggior parte delle immagini della giornata.
Si parte puntuali alle 10 e presto imbocchiamo la rumoreggiante passerella metallica del ponte sul Po e io ne approfitto per una carrellata dei miei compagni di viaggio:
Menegodado
Peppe (a sinistra) e Bruno
Claudio (rosso) e Alessandro (azzurro)
Peo (l'unico senza casco) e Manfro.
Subito dopo il ponte, imbocchiamo compatti il percorso ciclabile: il sole ancora basso allunga le nostre ombre e fa risaltare l'asfalto ruvido che non invoglia a sforzi velocistici.
Dopo qualche chilometro, poco prima di Soarza
da sinistra: Alessandro, Claudio, Menegodado e Bruno
A Soarza, breve conciliabolo e scegliamo unanimi di percorrere la "variante Vittorio" che ci permetterà di risparmiare 4 km: sul tratto inghiaiato il gruppo si sgrana
Peppe mi sta a ruota, più indietro Menegodado e Manfro
L'ultimo tratto è poco più di un sentiero in mezzo a un boschetto: dal ponte sull'Arda fotografo Manfro e Claudio
All'ultima curva, in leggera salita, una ghiaietta infida tradisce Bruno, alla sua prima uscita con la Brompton (ex Menegodado) e non ancora abituato al comportamento più nervoso delle ruote basse.
Per fortuna, nessun danno serio nè a lui nè alla bici. Dopo qualche chilometro, però, il nostro eroe si produrrà in un altro capitombolo, stavolta su uno scalino dell'asfalto, ponendo così una seria ipoteca sul ruolo di
stuntman ufficiale del gruppo.
Sono quasi le 11.30, è l'ora giusta per un secondo caffè o un aperitivo, e la trattoria Ongina ci accoglie con il suo calore e la simpatia della brava barrista (
*) Gloria che si prodiga a servirci vino bianco, grappini, Crodini, patatine e ottime e abbondanti scaglie di Parmigiano.
Convenientemente rinfrancati
è ora di ripartire per l'ultimo tratto di strada, dove incontriamo il famoso "asfalto coccodrillato"
che fa rimpiangere di non avere sotto il sedere una biammortizzata.
A dire il vero, uno di noi la biammortizzata ce l'ha...
Fa un po' strano vedere Menegodado in sella a qualcosa che non sia una Brompton: la sua Birdy, con freni a disco idraulici e sul manubrio una fanaleria da far invidia a un rallysta, è un recente acquisto, oggi alla prima uscita turistica. Ma gira voce che sia in arrivo un nuovo acquisto "importante" perchè, come saggiamente dice lui,
«non c'è gusto a essere il più ricco del cimitero».All'arrivo a Zibello, nonostante dobbiamo fare sì e no 200 m di strada fra le bancarelle prima di raggiungere il chiostro dove porremo il nostro quartier generale, la folla è così fitta che fenderla è un'impresa. Per l'anno prossimo urge trovare una strada più libera.
L'ora è quella giusta, l'offerta di cibarie pone solo l'imbarazzo della scelta; basta organizzarsi. Decidiamo di fare cassa comune e inviare un paio di "volontari" a fare la spesa per tutti. Tocca aspettare un po' ma ne vale la pena: con 10€ a testa arrivano pane, salumi, formaggi, dolce e vino a volontà, che scioriniamo su una mensa improvvisata e ci affrettiamo a fotografare, a beneficio degli ignavi che hanno disertato l’uscita accampando scuse risibili.
Intanto che stiamo affettando a tutto spiano veniamo brevemente raggiunti da Emanuela e famiglia, che quest'anno sono arrivati da Chieri fino a Zibello in auto, lasciando a casa le Brompton. In effetti i suoi due splendidi figli sono ancora un po' giovani per la lunga pedalata da Cremona, ma chissà, magari l'anno prossimo...
Alla venturaQuest'anno ho deciso di esplorare un nuovo itinerario di rientro, totalmente diverso dall'andata, prendendo il treno non più a Cremona bensì a Fidenza, cioè quasi dalla parte opposta. Il percorso, più breve (21 km) dell'andata, è descritto nelle cartine che ho pubblicato un paio di messaggi prima di questo, per cui non mi dilungherò troppo in descrizioni, ma dirò subito che tutto sommato non ne valeva la pena: il paesaggio è abbastanza noioso, l'asfalto in condizioni quasi sempre deplorevoli
e - cosa a cui non avevo dato abbastanza peso - è in leggera costante salita, dai 30 m/slm di Zibello ai 75 di Fidenza.
Ok, un 2 e qualcosa per mille non si può classificare "salita" in senso stretto, quindi sarà stata colpa di una bava di vento, dell'asfalto per nulla scorrevole, del mix di anolini, ciccioli, salumi e formaggi che impegnano non poco la digestione, o in ultima analisi della mia scarsezza, sta di fatto che non è stata una passeggiata rilassante; quasi subito ho dovuto scalare dalla quinta alla quarta e a un certo punto mi sembrava che il 15° km non arrivasse mai...
Qui di seguito solo qualche immagine:
Frescarolo
Roncole Verdi, dove c'è perfino qualche decina di metri di ciclabile separata
Bastelli
La navigazione è quasi "a prova di stupido" e il traffico automobilistico pressochè inesistente, ma nonostante le molte case sparse sembra di viaggiare in un deserto.
All'ultimo bivio non c'è neanche un cane... ma un gatto sì! (freccia)
Ed ecco il ponte sul torrente Stirone della cui praticabilità non ero certo
in effetti in caso di piena non c'è da farci molto conto...
E finalmente...
Coming home...Avevo preso la mira, senza troppo contarci, sul treno Regionale Veloce RV 2132 da Rimini delle 16,37, che con un cambio al volo a Piacenza mi avrebbe permesso di arrivare a Milano Rogoredo alle 18 in punto. Scoprendo di essere arrivato a Fidenza alle 16.08, stavo già gongolando, ma una volta in biglietteria la sorpresa: il treno è annunciato con 80 (!) minuti di ritardo, che presto diventano 90, poi 100 e infine 110. Motivo: accertamenti tecnici sulla linea Bologna-Rimini a causa del terremoto che poco prima delle 14 ha colpito l'entroterra riminese. Per fortuna il successivo RV 2284 per Milano delle 17.17 ha origine da Bologna e quindi viaggia in orario. Dopo essermi annoiato un po' in sala d'attesa, tento la sorte al bar di stazione per qualcosa che mi riscaldi un po': appena entro, in una sala completamente vuota, vengo apostrofato da più di 10 m di distanza con:
«ehi, signore, la bici no!». Meno male che l'Emilia è terra di biciclette...
Miglior sorte al bar appena fuori dalla stazione, gestito da due cordiali fanciulle, dove la cioccolata calda con panna mi viene gratuitamente integrata da due pezzetti di due torte diverse che coronano degnamente una ben meritata merenda.
Tornato in stazione, il treno, che ha dovuto raccogliere anche i passeggeri del 2132 ritardato dal terremoto, si rivela pieno come un uovo e con la bici è impossibile andare oltre il vestibolo in cui sono salito. Ma ogni pieghevolista sa come ingegnarsi e così approfittando del fatto che nelle bici a piega centrale il tubo reggisella fa da piede e terzo punto d'appoggio, la utilizzo come sgabello per quasi tutto il viaggio. Arrivato a Fidenza con 8 minuti di ritardo, il macchinista si impegna a recuperare, tanto da arrivare a Piacenza e a Lodi con 4 minuti di anticipo e con 3 a Rogoredo, dove scopro che mi è andata anche bene: il RV 2660 da Mantova che normalmente avrei preso a Cremona alle 17.30 è annunciato con 40' di ritardo!
Cinque minuti di pedalata fino a casa, il tempo di rimettere in ordine le varie carabattole che mi sono portato appresso, e la cena è in tavola.
Minestrina...
Vittorio
(
*) solito karma + in palio