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Autore Topic: Lombardia: da Desenzano a Salò - 15.6.2023  (Letto 498 volte)

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Offline Vittorio

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Lombardia: da Desenzano a Salò - 15.6.2023
« il: Giugno 17, 2023, 04:18:50 pm »
Un percorso che avevo studiato e programmato da anni, e che ora ho potuto fare grazie all’arrivo della biciclettona.
Questo l’itinerario programmato
https://www.komoot.com/it-it/tour/1166681162?ref=wtd
e questo quello effettivo (vedremo poi perché di questa distinzione)
https://www.komoot.com/it-it/tour/1168951947?ref=wtd
Come già l’anno scorso, per il trasferimento a Desenzano ho utilizzato la navetta S204 Salò-Desenzano, confermata “sperimentalmente” anche quest’anno.
Proprio alla partenza dell’autobus un contrattempo: mi presento con ragionevole anticipo all’unico bar dei dintorni che vende i biglietti, dove la gentilissima proprietaria prima si dichiara sprovvista del biglietto a tariffa più bassa destinato alla bici e poi non trova la chiave del cassetto in cui sono chiusi i biglietti! Affannosa telefonata a chi dovrebbe sapere dov'è la chiave e nel frattempo… vedo la corriera che parte!
Non me la prendo, perché la prossima è fra 30 minuti e soprattutto perché a Desenzano non devo prendere un treno; faccio un tentativo in una vicina agenzia di viaggi che si proclama anche biglietteria… ma solo ferroviaria! Niente da fare, ma rimedio due suggerimenti perfettamente inutili: andare a Desenzano in battello (ho già guardato e gli orari non mi convengono) e prova in un altro bar… che da almeno un anno non tiene più i biglietti delle corriere!
Riprovo al bar di prima, dove nel frattempo la chiave fantasma è saltata fuori e, sorpresa, i biglietti per la bici ci sono, in compenso sono finiti quelli per Desenzano! Devo essere particolarmente santo stamattina, perché la prendo col sorriso e risolvo il problema acquistando una combinazione di due biglietti equivalente a quello mancante (come mi confermerà l’autista della corriera).
Novità rispetto all’anno scorso: il servizio è svolto non più con autobus gran turismo (pavimento alto e bagagli in stiva) ma con normali autobus di linea,
[EDIT] Per il trasporto della bici nessun problema: l'autobus é attrezzato per il trasporto di persone a mobilità ridotta, quindi con ingresso basso e spazio attrezzato per sedia a rotelle, che permette di gestire autonomamente carico e scarico della bici senza importunare il conducente. La biciona si incastra perfettamente nello spazio disponibile e giusto per ulteriore precauzione la assicuro con la cintura di sicurezza, ma non si muoverà di un dito sulle 20 e passa rotatorie che si incontrano durante il viaggio.

Altra novità, altrettanto piacevole, rispetto all’anno scorso gli orari sono stati limati di una decina di minuti, eliminando l’angosciante sensazione di seguire un funerale.
In leggera crescita rispetto all’anno scorso la frequentazione: sette passeggeri in tutto (sei l’anno scorso; sembra poco ma è pur sempre +16%, dipende sempre da come si leggono i dati…) e io sono l’unico a effettuare il percorso intero. Speriamo bene per il futuro…
A Desenzano faccio una capatina nella nuova sede del negozio Il Biciclettaio Matto
https://biciclettaiomatto.it
con la scusa di chiedere un paio di prezzi e di gonfiare la ruota davanti. Bella struttura, ma non è il mio mondo, perché è un negozio monomarca Cube, quindi abbondanza di MTB, ibride e gravel ma di pieghevoli non c’è neanche l’ombra; abbastanza ricca l’offerta di accessori, abbigliamento, lucine e lucette, i prezzi mi sembrano un po’ alti (per turisti tedeschi?). Per fortuna la mia dotazione di luci è completa…
Costeggiato il grande viadotto della ferrovia e attraversata il sempre ingorgatissimo viale Marconi (ex SS 11), ecco subito le dolenti note, con un bello strappo in salita

che porta abbastanza in fretta (e con parecchio fiatone) al livello dei binari, una trentina di metri più in alto.

Poco più avanti, sottopassata la ferrovia, una stradina secondaria senza traffico

in mezzo alle colline

porta… fuori dal mondo (eppure dietro la collina a destra il caos del traffico di Desenzano è a meno di 1 km in linea d’aria), su uno sterrato agevole

poi un po’ più… selvatico.

Loro invece sono domestici.

Ritrovato l’asfalto, fra gli alberi fa capolino la quattrocentesca abbazia benedettina di Maguzzano
     
Dopo tanto falsopiano in discesa, un breve strappetto (fatto a piedi) porta all’ingresso dell’abbazia, di fronte al quale una provvidenziale fontanella mi permette di reintegrare la scorta d’acqua che cominciava a scarseggiare

e da dove si gode di un bel panorama sul basso lago e il Lido di Padenghe.

Il nuovo assetto di carico, con lo zainetto Decathlon da 10 litri fissato al portapacchi, è frutto di una dimenticanza: quando ho spostato la biciclettona da un box all’altro, ho scordato di prendere la borsa laterale con gli accessori, quindi mi sono dovuto arrangiare con un po’ di attrezzi doppi che avevo qui.
Da Maguzzano a Padenghe il percorso è in parte asfaltato e in parte sterrato, quasi sempre all’ombra
     
fino ad avvistare il castello di Padenghe.

Si attraversa Padenghe su percorso protetto e ben segnalato

dove ci scappa una pausa caffè e barretta.

Uscendo da Padenghe

si ritrova ben presto lo sterrato

con scorci affascinanti

di ogni genere.

Ancora sterrato e pace campestre…

… ma dietro la collina a destra, a 2-300 m in linea d’aria, c’è Moniga, con la Strada Provinciale 572 da attraversare

e costeggiare brevemente; per fortuna c’è un marciapiede attrezzato, anche se un po’ infrascato.

I contrasti continuano: qui ho abbandonato la strada principale da pochi metri e sono già in uno scorcio agreste...

… e invece qui "un tempo era tutta campagna”

In effetti Moniga è uno di quei paesi completamente stravolti dalle seconde case, dove d’inverno quasi non vedi anima viva mentre nella stagione turistica si trasformano in succursali dei sobborghi di Monaco di Baviera.
Per un attimo perdo il percorso tracciato, ma un cartello blu sembra indicare la strada.

Però, che strana ciclabile…

Opsss...

In realtà la strada da seguire era questa…

… e poi questa,

complessivamente pianeggiante fino alle porte di Manerba,

oltrepassata la quale il paesaggio ritorna ondulato
     
fino al guado del rio d’Avigo; per chi non volesse bagnarsi i piedi c’è anche un ponticello (sulla destra)

praticabile anche in bici, con un po’ di cautela.

Da qui comincia il tratto più altimetricamente tormentato del percorso: dopo il guado una salita porta a questo punto panoramico, con sullo sfondo l’Isola del Garda e il campanile della Pieve Vecchia di San Felice, risalente all’undicesimo secolo.

E qui mi sono messo nei guai, perché invece di seguire il percorso alternativo che mi ero tracciato, che con un tornante a sinistra mi avrebbe portato in una zona pianeggiante seppur poco panoramica (capannoni industrial-artigianali), ho pensato bene di seguire quello ufficiale che scende fino alla Pieve Vecchia

e poi, inevitabilmente, risale, dapprima fra le case del borgo...

… poi lungo le seconde case (e qui sono ….zi; scendo e spingo) ...

… e infine su una ripida pietraia dove vengo colto da una delle mie solite crisi di bassa pressione; dopo aver spinto e spinto fermandomi ogni 20-30 metri, riesco a sedermi, per fortuna all’ombra, giusto in tempo per evitare di misura lo svenimento.

Passata la crisi e finita la salita, mi fermo a rifiatare ancora un po’ in un punto panoramico che domina il golfo di San Felice, con la Rocca di Manerba (detta anche “naso di Dante” per la forma caratteristica), l’Isola dei Conigli resa famosa qualche settimana fa dall’emersione della secca che la collega alla terraferma e, sullo sfondo, la sponda veneta.

L’ultimo tratto, fino a Cunettone dove comincia la discesa a tornanti (“le Zette”) che porta a Salò, è ancora un continuo saliscendi (più sali, direi), misto di sterrato non particolarmente liscio

e di asfalto che permette di accelerare un po’, visto che ormai si sta facendo “una certa” e a casa mi aspettano a pranzo.

Nel frattempo la batteria della Nilox pensa bene di scendere in sciopero e, tra la stanchezza accumulata e la preoccupazione per l’orario, non mi viene in mente di scattare con la compattina o il telefono, così faccio appello a Street View per l’arrivo alla rotonda di Cunettone

e per la discesa delle Zette con il panorama sul golfo di Salò.

L’ultima foto della giornata è per documentare la nuova e direi definitiva sistemazione dello specchietto; più funzionale della precedente verso il basso ma un po’ risicata, devo riuscire a recuperare ancora un mezzo centimetro spostando verso l’interno la leva del freno e il campanello; per fortuna non ho le mani grandi…


Riassumendo, un giro assolutamente non da ruotine, che richiede gamba e fiato (infatti la biciona mi ha chiesto “che mi hai comprata a fare, se non sei capace di utilizzarmi come si deve?”), ma regala angoli di pace e panorami veramente notevoli a due passi dalle folle turistiche estive; non a caso una buona metà degli altri ciclisti incontrati lungo la strada erano tedeschi...

Vittorio
« Ultima modifica: Giugno 18, 2023, 03:33:49 pm by Vittorio »
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