Bravo Peo! Ora vi racconto la mia: dopo il ritrovo in piazza del Liberty e la breve pedalata fino al Castello (durante la quale per poco non investo un pedone molto distratto che pascolava sulla ciclabile, nonostante una lunga strombazzata di Orp…), l’iscrizione di chi doveva ancora iscriversi eccetera, al momento della partenza mi accorgo di non aver acceso la Nilox (cosa che richiede di estrarla dalla sua custodia sul manubrio), per cui mi fermo, la imposto sullo scatto continuo come macchina fotografica e ne approfitto per un’inquadratura della coda del gruppone mentre mi sfila davanti
e poi riparto raggiungendo subito un paio di ben noti pieghevolisti rimasti attardati rispetto al “gruppo Peo”
Si prosegue tranquillamente, mentre la Nilox continua a scattare una foto ogni 5 secondi, ed è solo quando ho riguardato le oltre 300 immagini che mi sono finalmente reso conto che, in una pedalata di gruppo come questa, puntare la telecamera verso l’avanti è controproducente perché si finisce col riprendere solo… dei sederi, che non sempre meritano di essere immortalati. Per le prossime uscite devo pensare a qualcosa di diverso.
Pescando nel mucchio sono riuscito a trovare ben poco che valesse la pena di non finire subito nel cestino.
Il Cyclopride è l’occasione di vedere qualche mezzo inconsueto:
Dopo solo qualche chilometro, nel tratto lungo i Bastioni, all’improvviso il supporto della Nilox pensa bene di spaccarsi senza preavviso, facendola finire per le terre, con il risultato se non altro di un’inquadratura originale:
Dopo una subitanea inchiodata per raccogliere i cocci verifico subito che per fortuna la Nilox funziona ancora e casualmente uno degli ultimi scatti prima che la spenga ritrae proprio il supporto spezzato:
La pedalata prosegue ma il gruppo comincia a sgranarsi: qui siamo in via Melchiorre Gioia, poco prima dell’inizio della ciclabile della Martesana (per fortuna avevo con me anche la compattina):
Dietro di me, un noto venditore di multitool (in realtà ne è più che altro un acquirente seriale…):
Il percorso (vedi la cartina nel messaggio di Peo) non mi ispira particolarmente, tanto che passano un po’ di chilometri prima che tiri fuori nuovamente la macchina fotografica, ben avanti nel tratto di ritorno lungo viale Monza.
Chi ha coniato l’espressione “vita da cani”?
Negli ultimi chilometri io e gli Hoptons riusciamo finalmente a ricongiungerci con gli altri e dopo le foto di gruppo e il meritato frugale spuntino, entrambi già ben documentati da Peo, un gruppetto comprendente gli amici genovesi e torinesi si dirige verso la Darsena.
Approfitto dell’occasione per scusarmi pubblicamente con Menegodado e Valeria per essermi tirato dietro il gruppo su una strada diversa da quella presa da loro e quando me ne sono accorto era troppo tardi per ritrovarci. Tutta colpa mia.
La rinnovata Darsena è stata apprezzata dagli amici non milanesi, anche se con la folla che c’era abbiamo potuto solo farne il periplo dall’esterno; ecco un colpo d’occhio generale
e una bella sorpresa: dimostrazioni della Shuttle Bike
di cui si era parlato qui:
www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=953.0.
Visto che il pomeriggio era ancora giovane, il gruppetto superstite si è diretto alla volta di una gelateria vicino al Naviglio Grande dalle parti di San Cristoforo; di questo purtroppo non ho riscontro, perché dovevo raggiungere mia moglie a Lodi e così mi sono dato all’intermodalità: pedalata fino alla fermata Romolo (un po’ a disagio, perché con i sobbalzi sul basolato di Porta Genova si era allentato il morsetto della sella e questa si era impennata dando origine a una seduta decisamente sgradevole), poi S9 fino a Lambrate, passando dalla nuovissima fermata Forlanini attivata solo il giorno prima, quindi Regionale Veloce per Mantova, sul quale ho avuto la sorpresa di incontrare un capotreno pieghevolista, lettore del forum e felice possessore di una Dahon SUV. E così, chiacchierando di treni e di bici, i 20 minuti di viaggio sono volati via in fretta e mi è rimasta solo l’ultima pedalata fino a casa di mia cognata, sacramentando contro la vite del morsetto della sella e ripromettendomi di serrarla appena possibile con qualcosa di più efficace della troppo corta brugolina da 6 contenuta nel mio mini-multitool Victorinox.
Bilancio della giornata: rivedere amici che non vedevo da mesi è stato come sempre un grande piacere e la cosa migliore della giornata, perché il percorso modificato (chissà perché, poi?) non si può certo dire che offrisse grandi attrattive. Se non altro nella prima metà non ci sono stati problemi di convivenza con gli altri utenti della strada, ma nel tratto di ritorno qualche momento di tensione c’è stato, soprattutto lungo viale Monza e in minor misura in corso Buenos Aires, complice anche l’ora più avanzata in cui c’erano più automobilisti in giro.
Niente ai livelli dell’anno scorso, però forse sarebbe stato opportuno compattare il gruppo anche prima di imboccare viale Monza (oltre che subito prima di piazzale Loreto come è stato fatto) e cercare di attraversare la zona più “sensibile” un po’ più velocemente e senza troppo sparpagliarsi. Credo che l’organizzazione ci abbia provato, ma dalla mia posizione in coda al gruppo non tutte le ciambelle sembravano venute col buco…
Per l’anno prossimo, mi auguro un percorso un po’ più gradevole, per quel che può valere, ma in fondo importa fino a un certo punto, visto che l’importante è ritrovarci in amicizia.
Ultima nota: strada facendo ho notato in più occasioni altri “pieghevolisti non organizzati”, con i quali è mancata l’occasione di attaccar bottone. Peccato, avremmo potuto farci qualche amico in più.
Vittorio