Incredibilmente ci siamo riusciti.
Dopo una serie quasi interminabile di iniziative abortite per meteo schifido o disertate in massa, la gita in val Brembana è stata un successo. Per pochi, ma un successo. Abbiamo percorso quasi integralmente la ciclovia che risale la val Brembana utilizzando in gran parte la sede della ferrovia Bergamo-Piazza Brembana, aperta fra il 1906 e il 1926 e improvvidamente chiusa nel 1966.
Fino a pochi giorni prima gli unici sicuri eravano Veeg e io, poi a sorpresa si è aggiunto Hopton e alla fine ci siamo trovati in cinque, con anche Edo, il fratello di Veeg, e Menegodado, che ha sfidato le ire del suo capo (sì, proprio quello che gli dice il venerdì pomeriggio che dovrà lavorare anche di sabato...) per strappare un giorno di ferie. Per una favorevole combinazione del destino (o forse solo perchè gli oraristi di Trenord hanno fatto bene il loro lavoro) ci siamo trovati - Hopton da una parte e Menegodado e io dall'altra - ad arrivare in contemporanea e in perfetto orario a Bergamo, dove sul piazzale esterno ci attendevano Edo e Veeg con le loro performanti MTB.
Dopo un po' convenevoli e preparativi, ci immergiamo brevemente nel traffico cittadino

poi svoltiamo sul Sentierone dove è in corso una sagra di prodotti alimentari regionali e tra formaggi, dolciumi e prosciutti

è impossibile non pensare all'ormai prossimo November Porc. Anzi, c'è qualcuno, di cui non farò il nome, che propone di fermarci subito e approfittare di tanto ben di Dio...
Attraverso strade non troppo trafficate, tratti di ciclabile e scorciatoie attraverso il parco Suardi, in meno di un quarto d'ora arriviamo all'imbocco della Greenway del Morla

in via Baioni, non molto ben segnalata a dirla tutta. Il panorama cambia immediatamente: attraversato il torrente Morla si lascia la città alle nostre spalle e si pedala in mezzo a una specie di giardino

ai piedi della Città Alta. Il percorso però non è propriamente pianeggiante, ma presenta parecchi saliscendi

e al terzo strappetto in salita vengo amorevolmente mandato "a fare..." da Menegodado, che è un uomo da pianura come me e al quale avevo magnificato le modeste pendenza di un percorso ex ferroviario. Dopo un passaggio su una passerella a sbalzo sul fianco della riva e immersa nel verde,

alla fine della Greenway l'itinerario "ufficiale" prevederebbe di svoltare a sinistra e salire di quota per una cinquantina di metri per poi ridiscendere di altrettanti in un paio di km. Manco per idea: per evitarlo ho elaborato un percorso alternativo (
"ah, un'altra variante Vittorio" sento commentare dietro di me...) che in più ha dal mio punto di vista il vantaggio di percorrere un primo tratto di sede ex ferroviaria.

Dopo una breve sosta nell'ex stazione di Ponteranica-Sorisole, sede della Ciclofficina dei Colli, un breve tratto di scorrevole sterrato ci porta alla galleria della Morla, la prima delle tante che incontreremo nella nostra gita.

In breve ci riallacciamo al percorso "ufficiale" e percorriamo la Ciclabile del Quisa, immersa in una galleria di vegetazione quasi ininterrotta, con un fondo non perfetto ma tranquillamente percorribile anche con le nostre ruotine.

Un bivio ai piedi di una ripida salita (che non percorreremo) e un cartello artigianale che indica "ciclabile Felice Gimondi" ci portano a ritrovare la sede ferroviaria all'altezza dell'ex stazione di Paladina,

inizio dei famosi 8 km di ciclabile aperta a rate tra settembre 2018 e settembre 2019, che verrà dedicata al campione bergamasco nato e vissuto proprio qui vicino.
Il primo tratto attraversa il territorio di Almé e Villa d'Almé ma senza farci percepire l'intensa urbanizzazione circostante,

poi dopo la galleria Ventolosa ha inizio il tratto più bello, aggrappato al fianco della valle, con tante brevi gallerie tra cui quella del Ghisleno

scavata nella viva roccia. Poco più avanti, in fondo a una curva, appare l'ex stazione di Clanezzo,

completamente isolata (il paese eponimo si trova sulla sponda opposta del Brembo ed è raggiungibile da qui solo con un ponticello pedonale), dove ci fermiamo per qualche minuto a fotografare e commentare questo angolo di quiete.

Tratti a mezza costa e gallerie continuano a susseguirsi,

poi all'altezza delle frazioni Campana e Botta di Sedrina il panorama si apre e ci offre la poco gradevole visione dei viadotti dell'ex SS 470.

Dal sottostante ponte in curva sul Giongo

lo sguardo spazia invece verso Clanezzo e sul fondovalle.

Si riparte, sempre a mezza costa sul fianco della valle, con altre gallerie ottimamente conservate, che sono state dotate di un impianto di illuminazione con sensori di presenza che fanno accendere una seconda serie di luci al nostro passaggio,

e dopo un'ultimo tratto immerso nel verde

ci si para davanti lo stabilimento Unicalce di Lisso di Sedrina,

testimonianza dell'intensa industrializzazione di questa vallata, che una volta si appoggiava proprio alla ferrovia per i suoi trasporti (la tettoia presso cui stanno passando Edo e Veeg copriva con ogni probabilità il punto di carico di un binario di raccordo) e oggi invece intasa le strade di autotreni...
Dopo un tratto abbastanza impressionante sotto il viadotto dell'ex SS 470 e l'edificio un po' degradato dell'ex stazione di Sedrina, eccoci finalmente al punto più iconico di tutta la ferrovia: i ponti di Sedrina, che scavalcano un'ansa del Brembo intrecciandosi in tutte le direzioni e a tutte le quote e culminano con il curioso portale della galleria Brembilla che sembra infilarsi dritta... nella cantina della casa sovrastante.

Da notare la soluzione adottata su questo come sugli altri ponti dell'ex ferrovia: gli originali parapetti metallici, che probabilmente non garantivano più la necessaria sicurezza, sono stati lasciati in opera ma la ciclabile è stata protetta con nuove barriere di non eccessivo impatto visivo. Anche qui ci fermiamo e scateniamo a fotografare in tutte le direzioni
(foto Hopton).

Il nuovo e spettacolare tratto di ciclabile termina poco oltre la galleria Brembilla e ci tocca affrontare un paio di km di strada abbastanza trafficata ma per fortuna all'interno dell'abitato di Zogno, fino all'ex stazione, oggi deposito delle autolinee, di fronte alla quale un bar ci accoglie per un caffè e uno "scalo tecnico". A questo punto il programma dell'ala "diversamente atletica" (io, Menegodado e Hopton) del gruppo avrebbe previsto di salire in corriera fino a Piazza Brembana e poi percorrere in discesa la tratta alta della ciclabile ma, un po' perchè ancora relativamente freschi e un po' trascinati dall'esempio di Veeg, alla fine decidiamo di proseguire pedalando "almeno fino a San Pellegrino". La sosta ha influito però pesantemente sulla tabella di marcia e quando ripartiamo

manca poco a mezzogiorno: per raggiungere la nostra meta, l'agriturismo Ferdy di Lenna, ci aspetta ancora una quindicina di kilometri, quindi è ora di aumentare un po' il ritmo e ridurre le soste; tra l'altro la batteria della mia Nilox ha già reso gli ultimi, mentre la compattina ha qualche problema al pulsante e scatta quando ne ha voglia lei, per cui mi limito a documentare il transito di Menegodado e degli altri sulla nuova passerella ciclopedonale di Ambria, costruita pochissimi anni fa per evitare il transito su un ponte stradale più trafficato.

Da Zogno percorriamo il tratto "storico" della ciclabile, che avevo già visitato cinque anni fa
http://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=8114.0 ma stavolta mi sembra un po' più in salita di come me lo ricordavo: voglio illudermi che ne sia responsabile solamente la ventina di km già percorsi e non... l'anagrafe. Sta di fatto che in un paio di raccordi fra strada ed ex ferrovia, più ripidi del resto, mi vedo costretto a mettere piede a terra e di fotografare non mi viene nemmeno l'idea. Per fortuna potete vedere le mie foto dell'altra volta...
Strada facendo un dubbio ci attanaglia: ma l'agriturismo sarà aperto anche oggi che è venerdì? Una telefonata di Edo ci conferma che è aperto, ma che la cucina chiuderà alle 13.30. Non servono altre parole: il ritmo aumenta, i denti si stringono e alle 13 in punto varchiamo le soglie dell'agriturismo, dove siamo quasi gli unici ospiti. Al momento di scendere di sella, Hopton si accorge che il suo GPS indica una percorrenza di 39 km e rotti, quasi 40, e per cancellare quel "quasi" decide di fare un giro nel parco dell'agriturismo, finendo però con le ruote nella terra smossa di fresco e inzaccherando ben bene la sua Brompton. Per non perdere tempo a sfogliare il menù optiamo come un sol uomo per il "menù degustazione", di cui vi presento qui il tagliere degli antipasti.

Una foto ricordo prima di lanciarci all'assalto dei primi. Da sinistra: Hopton, Menegodado, Edo, io e Veeg.

Sazi e satolli, si affronta la questione di fondo: e ora che si fa? Veeg è fermamente intenzionato a proseguire per gli ultimi kilometri fino a Piazza Brembana, tratto paesaggisticamente molto gradevole ma anche più acclive di quello percorso fin qui; Edo sceglie di fermarsi a digerire in tranquillità su una panchina al sole, in attesa del ritorno del fratello, Hopton vorrebe rientrare al più presto approfittando della linea di corriere che percorre la valle, mentre io e Menegodado valutiamo l'idea di farci ancora un pezzetto di ciclabile in discesa e poi prendere la corriera anche noi. Non conoscendo però l'ubicazione di tutte le fermate (scoprirò in seguito che ce n'era una a meno di 100 m dall'agriturismo...) decidiamo di partire alla volta di Lenna (2 km più a monte) attraversando, con le bici condotte a mano, l'antico Ponte delle Capre.

A Lenna salutiamo Veeg che prosegue verso Piazza Brembana mentre noi aspetteremo la corriera discendente. Non senza qualche patema d'animo: anche qui, la fermata sarebbe a 50 m dal punto in cui abbiamo abbandonato la ciclabile, ma noi molto astutamente ci dirigiamo dalla parte opposta, con crescente ansietà di Hopton che teme di perdere la corriera, finchè non mi decido a chiedere informazioni in un bar lungo la strada.
"Dovete tornare indietro fino alla piazza del monumento, non potete sbagliare" è la risposta. Di solito,
"non può sbagliare" detto da un locale a un foresto che chiede informazioni è la garanzia di ritrovarsi a vagare senza meta, ma in questo caso l'informazione è corretta e precisa e non ci resta che piegare le nostre bici e aspettare qualche minuto. La corriera è mezza vuota e dotata di spazio ribassato per persone a mobilità ridotta, che si presta perfettamente ad accogliere le nostre bici. Mentre ridiscendiamo la valle, un po' sballottati dalla guida decisamente garibaldina del nostro autista che sta cercando di recuperare qualche minuto di ritardo, un scambio di sguardi fra me e Menegodado fa rapidamente finire nel cestino delle buone intenzioni l'idea di scendere a San Pellegrino per farci un giro, bere qualcosa e poi prendere la corriera successiva: già che siamo comodamente seduti, ci restiamo fino alla stazione di Bergamo, dove arriviamo giusto in tempo per prendere i nostri treni senza doverci troppo affrettare. A Lambrate anche io e Menegodado ci salutiamo e rincasiamo. All'arrivo davanti al portone di casa il contakilometri segna un valore assolutamente inaccettabile.

Per non essere da meno di Hopton faccio un giro del cortile, giusto per far scattare la cifra tonda...

In definitiva, è stata una bella gita, abbiamo visto una delle ciclabili più belle che io conosca e saggiato i nostri limiti, di gamba... e di stomaco. Per chi volesse ripeterla ma non si sentisse in grado di pedalarsela tutta, suggerisco l'intermodalità spinta, magari sfruttando il biglietto giornaliero "Io Viaggio Ovunque in Lombardia" (IVOL) che con 16,50€ permette la libera circolazione per tutto il giorno su treni, autobus e metropolitane. Queste le tappe:
- treno fino a Bergamo (da Milano sarebbero 5,50+5,50€ euro)
- corriera (linea B) fino a Ponteranica bivio via Ramera (5 km, solo se si vuole evitare i saliscendi della Greenway del Morla)
- bici sulla ciclabile del Quisa e sulla ciclabile Felice Gimondi fino a Zogno (circa 15 km)
- corriera da Zogno a Piazza Brembana
- bici sulla ciclabile fino a Zogno (circa 21 km, tutta discesa tranne minime e brevi contropendenze)
- corriera fino alla stazione di Bergamo
Nel frattempo vedo che Veeg ha già inserito sul suo blog una completa descrizione del percorso:
https://90rpm.blogspot.com/2019/10/pista-ciclabile-valle-brembana-da.htmlE adesso aspettiamo i contributi degli altri!
Vittorio