Viaggiamo tutta la notte ed alle 10 del mattino siamo a Vienna dove ci rechiamo subito al mini alloggio che abbiamo prenotato con
Airbnb.
Poco dopo siamo nuovamente in strada e pedaliamo alla scoperta della città, di cui ho già salvato sul navigatore del cell i punti più interessanti (per chi utilizza cellulari Nokia consiglio vivamente di sfruttare il portale
here.com per creare delle raccolte di POI ).
Tralascio anche qui i luoghi classici e noti come l’
Hofburg, per mostrarvi quello che per noi è stata la scoperta più interessante, ossia le opere di
Hundertwasser che considero l’omologo austriaco di Gaudì.
La
Hundertwasserhaus
e l'
inceneritore di Spittelau, che raggiungiamo pedalando per la prima volta lungo il Danubio e le tante ciclabili che attraversano Vienna


(foto da web)
qui potete vedere come si presentava la stessa struttura prima del suo intervento

Il giorno successivo lasciamo le bici a casa e ci muoviamo a piedi e con gli efficientissimi mezzi pubblici per andare al castello di
Shönbrunn e l’
Albertina.
La sera ci rechiamo al famoso Prater e ceniamo in uno dei suoi bier garten (dove è d’obbligo fare molta attenzione ai resti quando pagate per non prendervi delle fregature….. nota dolente di Vienna insieme alla scarsa propensione a parlare inglese anche nelle strutture più turistiche).
L’ultimo giorno lo trascorriamo visitando il
museo di Hundertwasser ed il
Belvedere.
Prima però ci trasferiamo nel primo albergo incluso nel pacchetto, dove ci viene fornito il road book del percorso che seguiremo ed altro materiale informativo vario (depliants dei successivi alberghi, targhette per il bagaglio, mappa di Budapest..)
Torniamo nuovamente al Prater per cena dove riesco a trascinare una moglie combattuta tra vertigini e voglia di emozioni forti sulla
Prater Turm, una sorta di enorme “calcinculo” che ti porta a girare alla rispettabile altezza di 97m da terra

(foto da web)

(foto da web: è vietato portare cell e macchine foto a quell'altezza per ovvi motivi)
Arriva così la mattina dell’11 agosto, giorno della partenza alla volta di Budapest. Come ripeteremo sistematicamente nei giorni successivi, dopo aver lasciato entro le 9.00 lo zaino alla reception per il trasporto, ci fiondiamo a fare un’abbondante colazione durante la quale prepariamo anche dei panini per il pranzo. Eccoci pronti per partire

L’albergo si trova già vicino al Danubio, quindi siamo subito sul percorso ciclabile che lo costeggia e che proseguirà per molti km su entrambe i lati ed anche sull’isola centrale che divide il corso del fiume in 2 per più di 20 km. Il canale di sinistra è interdetto alla navigazione ed è balneabile: ne approfittiamo infatti per un bagno rinfrescante durante l’ennesima giornata di sole che fortunatamente continua ad accompagnarci da inizio vacanza e ci obbliga ad usare creme per non restare scottati.


Ripartiamo con calma e ci ritroviamo in breve in quello che sarà il paesaggio che ci accompagnerà per una quarantina di km. La ciclabile è situata sull’argine secondario del Danubio ed attraversa campi o foresta nel più completo silenzio.
Abituati a pedalare tutto l’anno guardandoci le spalle dal traffico, siamo estaticamente accompagnati solo dal fruscio del vento e dal canto degli uccelli, incrociando saltuariamente altri cicloturisti.
A volte si passa vicino a paludi ricche di vita e vediamo molte gru e cicogne; ci sono poi tratti in cui la strada scompare all’orizzonte e siamo piacevolmente immersi nella più completa solitudine.


Seguendo le indicazioni della guida effettuiamo delle deviazioni dal tragitto principale che ci permettono di ammirare altri scorci del maestoso fiume che continua a scomparire e riapparire al nostro fianco.

Sotto un cielo che si riempie di nuvole ma ci grazia dalla pioggia raggiungiamo la fine della prima tappa a Petronell-Carnuntum, cittadina che sorge nei pressi di un’area occupata fin dai tempi dei romani da un accampamento da cui prende il nome.
La mattina successiva, prima di riprendere il percorso indicato, curiosiamo un po’ tra i resti sparsi nei dintorni: niente di eclatante per noi italiani ma già che siamo qui…


Durante la giornata sarà un continuo mettere e togliere i ponchos per via della pioggerellina che va e viene ma che non ci impedisce di apprezzare il centro storico di Bratislava e salire fino al castello.


Rimontiamo in sella per raggiungere la meta della giornata dopo poco più di 80 km di cui l’ultima ventina su strade provinciale, l’impronunciabile Mosonmagyaròvàr.
Attraversando il centro del paese c’è la “carrambata”: incontro casualmente Fabio, bromptoniano milanese che non sapevo assolutamente fosse impegnato sullo stesso percorso con la compagna Lucia se pur con bici standard noleggiate. E’ lui a scattarci questa foto ma poi ci salutiamo frettolosamente perché non vediamo l’ora di fare una doccia e riposare un po’.

Il giorno dopo la tappa è più leggera, solo 47 km a ci porta a Gyor lasciandoci un po’ di tempo per visitarla con calma durante il pomeriggio e cenare insieme a Fabio e Lucia con cui avevamo preso accordi il giorno prima. Il centro storico è piacevole e curato, l’ideale per una piacevole passeggiata con i nostri amici.


(foto da web)
Durante la notte inizia a piovere e l’acqua ci accompagnerà per tutti i 60 km della quarta tappa fino a Tata. Dopo alcuni km su ciclabili ci ritroviamo su un tratto dapprima asfaltato ma conciato come un colabrodo, poi direttamente sterrato e soprattutto allagato. L'immagine che segue vale più di tante parole e non è stata nemmeno la parte peggiore… ma era un momento in cui pioveva poco e siamo riusciti a scattare una foto.

Alcuni dei guadi raggiungono quasi i mozzi della Brompton ma riusciamo sempre ad evitare di piantarci nel bel mezzo con i piedi a mollo, sotto gli occhi stupiti di cicloturisti su mezzi sicuramente più adatti dei nostri.
Le bici sono in condizioni pietose e con le trasmissioni che macinano sabbia; “fortunatamente” prendiamo ancora così tanta acqua nei restanti 40 km che vengono lavate a sufficienza da essere presentabili in hotel dopo una sommaria asciugatura.
Con nostro immenso piacere l’albergo che ci ospita si rivela il più stiloso di tutto il viaggio, nonché dotato di area benessere inclusa nel pernottamento.
Non ci facciamo pregare e ci fiondiamo subito in sauna a togliere umido e freddo dalle ossa, benedicendo il tour operator per la scelta.
Passo anche una mezz’ora a ripulire meglio le bici a colpi di salviette per le mani e poi lubrifico nuovamente le trasmissioni in modo che siano in condizioni meccaniche decenti per continuare il viaggio senza preoccupazioni.