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Autore Topic: Nerviano - Randonnée della Merla (2015, 2016, 2017, ...)  (Letto 29397 volte)

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Offline Fabrizio_1

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Nerviano - Randonnée della Merla (2015, 2016, 2017, ...)
« Risposta #30 il: Febbraio 02, 2016, 01:06:30 pm »
Dove hai visto il tempo  ??? ?
Per la merla non lo pubblicano, dichiarano solo i brevettati.
Comunque per quanto mi riguarda prestazione incolore per non dire deludente.
Alla partenza ho perso il gruppo dei primi per colpa del fatto che la madre degli
imbecilli è sempre incinta...  :-\ vabeh...
Ho dovuto tirare come un asino per ribeccare il gruppo.
Al controllo a Mustonate i primi sono letteralmente schizzati via e, timbrando, il gruppo di testa
si è sfilacciato.
Da li un calvario, ho sbagliato strada una volta perdendo la possibilità di
agganciarmi ad una parte del gruppo di testa che si era ricompattata dietro di me dopo il controllo.
Fortunatamente ho poi incontrato uno che andava e ci siamo dati il cambio fino a 15 Km
dall'arrivo, dove, stanco, mi sono fatto tirare restando a ruota fino alla fine.
Come prevedevo una  prestazione tutt'altro che di rilievo, ma non ero certo al 100%
e tra l'altro mi è tornato il raffreddore  >:(
In pratica nessuna farina del mio sacco: solo l'abilità di stare a ruota.

P.S. comunque c'è chi è stato sotto le tre ore per il 100 km....
« Ultima modifica: Febbraio 02, 2016, 01:08:36 pm by Fabrizio_1 »
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Offline Vittorio

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« Risposta #31 il: Febbraio 02, 2016, 01:40:56 pm »
ciao Fabrizio,
lo trovi qui:

http://www.randonnee.it/130Km_Merla_2016/RISULTATI/MERLA_2016_totali_002.pdf

hai fatto 1 h 45' circa dalla partenza al controllo (tratto mediamente in salita) e 1 h 40' nel ritorno.
Da notare che quando tu timbravi al controllo del percorso di 100 km, io e veeg eravamo ancora ben lontani dal controllo del percorso di 70...

Vittorio
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« Risposta #32 il: Febbraio 02, 2016, 01:47:26 pm »
 :-\ mhhhhh... il garmin in realtà mi da 3:13, non 3:25
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Offline veeg

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« Risposta #33 il: Febbraio 02, 2016, 01:49:35 pm »
Fabri, tu che eri davanti, hai visto la coppia della nazionale vero?
Come pedalavano? Andavano a tutta o si sono impostati ad una media bassa?

Offline Vittorio

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« Risposta #34 il: Febbraio 02, 2016, 01:58:34 pm »
Fabrizio, mi sa che hai ragione tu: avevo l'impressione di non essere arrivato così tardi ma ora ho controllato: la mia timbratura risulta alle 13.31  :(  ma ho la traccia di una telefonata che ho fatto a veeg alle 13.20 mentre ero già in coda per la pappa, quindi è molto probabile che dai tempi di tutti vadano detratti 12 minuti di discrepanza fra le timbrature di partenza e arrivo.
La timbratura del controllo invece dovrebbe essere giusta, almeno per il percorso breve.

Vittorio
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Offline Fabrizio_1

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« Risposta #35 il: Febbraio 02, 2016, 02:02:03 pm »
Fabri, tu che eri davanti, hai visto la coppia della nazionale vero?
Come pedalavano? Andavano a tutta o si sono impostati ad una media bassa?

Io li ho visti solo alla partenza.
Poi sono schizzato via.
Non saprei proprio che ritmo hanno tenuto, so che non erano con noi.
Ma noi abbiamo tenuto, soprattutto fino a Mustonate, un ritmo piuttosto alto, più da gara che da randonnée.
Comunque si chiamano:
PAGANO CARMINE     e          FAVRO GIULIANA
puoi vedere sul PDF che tempo hanno fatto
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Offline Fabrizio_1

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« Risposta #36 il: Febbraio 02, 2016, 02:04:19 pm »
Fabrizio, mi sa che hai ragione tu: avevo l'impressione di non essere arrivato così tardi ma ora ho controllato: la mia timbratura risulta alle 13.31  :(  ma ho la traccia di una telefonata che ho fatto a veeg alle 13.20 mentre ero già in coda per la pappa, quindi è molto probabile che dai tempi di tutti vadano detratti 12 minuti di discrepanza fra le timbrature di partenza e arrivo.
La timbratura del controllo invece dovrebbe essere giusta, almeno per il percorso breve.

Vittorio

Per quanto riguarda il controllo a Mustonate non so...  >:( >:( >:( se magari regolassero gli orologi dei PC che timbrano.... bah....
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Offline Vittorio

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« Risposta #37 il: Febbraio 02, 2016, 09:07:59 pm »
Sabato sera non ho messo la sveglia e apro gli occhi alle 7.30. Oh, caspita, avevo deciso di partire da casa prima delle 8!
Rotolo giù dal letto, mi lavo come un gatto frettoloso e mi vesto. L’abbigliamento non è propriamente tecnico: maglietta termica a maniche lunghe (4,99€ in offerta al Decathlon), camicia leggera di flanella, jeans Levi’s 501 (quelli specifici per i ciclisti urbani), scarpe comode da città e la mia solita giacca a vento rossa, comprata in una delle ultime bancarelle non cinesi del mercato di Salò e che uso anch’essa praticamente solo per le uscite in bici.
Controllo di aver messo tutto quello che serve nello zainetto-legato-al-portapacchi, un paio di biscotti in più del solito per colazione, un bacio alla mia dolce metà e alle 8.10 sono già in auto, direzione Tangenziale Ovest e la Randonnée della Merla di Nerviano, percorso breve di 70 km (66,5 secondo il road book).


(il percorso è tracciato in verde sulla cartina)
Superati indenni gli allucinanti svincoli costruiti per l’Expo, la SS 33 si restringe a ogni km che passa e finalmente avvisto il centro commerciale Auchan che avevo preso come riferimento per svoltare a sinistra in direzione del campo sportivo di Nerviano. Non è neanche un quarto alle nove e il parcheggio del supermercato è già pieno, ma oggi non sono clienti, bensì ciclisti che scaricano le bici dalle auto, montano ruote, completano la vestizione…
Proseguo di poco per avvicinarmi al campo sportivo, un po’ ma non troppo (l’algoritmo del parcheggio: inutile insistere ad avvicinarsi troppo al punto di destinazione, a rischio di non trovare posto, meglio parcheggiare un po’ prima, ma non troppo prima per non dover fare troppa strada), poi svolto in una traversa e comincio a prepararmi.
Bici scaricata e aperta, manubrio un’idea più basso del solito, una bella gonfiata alle gomme col compressorino elettrico (4,5 bar, il massimo previsto per le Dahon Rotolo… ma prima o poi arriveranno anche le Marathon), monto le ultime luci e sistemo la Nilox sul manubrio; considerata la giornata lunga, non imposto lo scatto continuo: userò il telecomando fissato al manubrio (è incredibile come su quel manubrio si riesca a continuare a fissare cose sempre nuove…) per non riportarmi a casa 1500 scatti e per non rischiare di esaurire la batteria.
Nel frattempo una telefonata di veeg mi avverte che lui è già alla partenza. Casco allacciato, cerniera tirata su, guanti infilati, mi avvio verso la partenza ma dopo poche pedalate il dubbio: HO CHIUSO LA MACCHINA??? Torno indietro e controllo e naturalmente era più chiusa di un’ostrica.
Davanti al campo sportivo c’è una folla impressionante di pedalatori e bici di tutti i colori (ma di un’unica forma: da corsa)


ma riesco in pochi minuti a completare l’iscrizione e ritirare il badge. Cerco veeg ma è impossibile, allora mi fermo per qualche minuto a guardar sfilare i primi che partono e piano piano mi cresce dentro una sensazione strana, mi sembra di essere un po’ come lo spermatozoo nero di un vecchio film (*)
I partecipanti defluiscono regolarmente, passano il badge e si avviano


Sono passate da poco le 9 (e ormai Fabrizio1 dev’essere già almeno 1 km di distanza più avanti) quando mi intrufolo, mi faccio passare il badge e mi avvio anch’io. Mi spiace di non aver salutato veeg, ma se devo stare nel tempo massimo preferisco non sprecare minuti che poi mi sarebbero preziosi al ritorno, e poi tanto prima o poi mi raggiungerà…
Prime decine di metri


e la sensazione di “fuori posto” cresce, quando colgo una frase che mi rincuora: “Ecco, quello è il vero spirito randagio, con la Dahon…” … pronunciata naturalmente da uno in perfetta tenuta da corsa! Fate come dico, non come faccio, insomma…
Ed eccoci sulla SS 33 del Sempione, ancora a Nerviano.


Per un po’ non ci sono problemi di navigazione, d’ora in poi sempre dritto per 9 km; peccato che siano altri 9 km di città o amena periferia urbana con tombini, pezze e buche nell’asfalto, semafori e i malefici dossi rallentatori (ma ci vorrebbe tanto a lasciare 10 cm liberi a bordo strada, giusto per farci passare le nostre ruotine?).
La partenza da Nerviano avveniva a scaglioni dal semaforo (presidiato dalla Polizia Urbana) antistante il campo sportivo, e così a intervalli regolari un plotoncino di ciclisti mi supera viaggiando a occhio a 10 km/h più di me.


Io ho già deciso di prendermela con calma, stando sulle marce basse e lasciando girare le gambe senza spingere troppo, e infatti sto usando quarta e quinta.
Coi semafori mi va anche bene, ne prendo rossi solo un paio (al contrario di quando sono in auto, che non ne becco uno verde a pagarlo). Al riguardo, il regolamento della randonnée spiega chiaramente che i partecipanti si considerano in “libera escursione individuale”, che non hanno “alcun privilegio rispetto agli altri utenti della strada” e che sono tenuti allo scrupoloso rispetto del Codice della Strada.
Infatti…


Passati San Lorenzo di Parabiago e San Vittore Olona, si attraversa Legnano (e chi di noi da bambino non ha avuto una bici marca Legnano?), di cui però mi resta impresso solo uno dei palazzi di abitazione più brutti del mondo


Nove km sono andati, ne restano ancora solo 58…
Un po’ più avanti, al km 9,5 si abbandona la SS 33 svoltando a destra in via Locatelli, percorsa la quale al semaforo con la SS527 (rispettato da tutti per la notevole mole di traffico incrociante) nel gruppo davanti a me sorgono i primi dubbi: dritto leggermente a sinistra nella via coi cartelli di senso vietato (solo per gli autocarri) o a tutto sinistra?


Da notare la freccia gialla dipinta in terra dall’organizzazione che indica chiaramente la direzione. Io mi sono preparato facendo bene i compiti a casa: in mancanza di navigatore, mi sono stampato il road book che tengo a portata di mano in una tasca e ho percorso tutto l’itinerario in Street View memorizzando e annotando sulla stampata i punti caratteristici e le svolte potenzialmente a rischio di perdere la direzione. Questa è una di quelle.
Finalmente, intorno al km 11, dopo aver sottopassato l’A 8 e attraversato l’ex passaggio a livello della linea FNM Saronno-Novara, che qui corre interrata dopo il potenziamento per i servizi su Malpensa, il paesaggio si apre un po’ e si può dire di pedalare in campagna. Era ora…


Gruppi di ciclisti più veloci di me (cioè tutti: finora ho superato solo un nonno che andava probabilmente a comprare il giornale su una bici coi freni a bacchetta) mi superano a intervalli e di tanto in tanto una lunga treccia o… un bel mandolino tradiscono una non trascurabile presenza del gentil sesso.
Quando sono particolarmente numerosi e veloci avverto distintamente per qualche secondo l’effetto di scia
   

ma non penso neanche per un istante ad approfittarne per aumentare l’andatura; anzi mi sto accorgendo – e un’occhiata ai muretti di cinta delle case me lo conferma – che questo tratto che pensavo pianeggiante lo è per modo di dire: i 20 km da Nerviano fin quasi a Cairate, che avevo imprudentemente classificato come “pianura”, sono in realtà un leggero falsopiano a salire; forse un centinaio di metri in tutto, ma si sentono e per non affaticare le gambe decido di rimanere a giocare fra quarta e quinta. Mi consolo pensando che al ritorno la leggera discesa sarà un vantaggio e intanto comincio a sgranocchiare la mia scorta di barrette al müsli acquistate nella nota catena di supermercati tedeschi. Almeno una ogni 10 km, decido. Non ho da bere ma con questa temperatura non dovrei avere bisogno di molta acqua, in ogni caso tengo d’occhio la strada per avvistare eventuali fontanelle. Sì, manco l’ombra…
A Gorla Maggiore mi trovo ad affrontare una rotonda insieme a un gruppo particolarmente numeroso

E non mi sento gran che a mio agio.


Trovate l’intruso…

Avanti ancora un po’ e ci si inoltra per un paio di km in un tratto di bosco
     

Al termine del quale si svolta a sinistra verso Cairate e il viadotto “della cartiera” che scavalca l’Olona e la ferrovia dismessa di Valmorea (una delle prossime gite?)



(continua)
« Ultima modifica: Febbraio 03, 2016, 09:31:01 pm by Vittorio »
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Offline Vittorio

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« Risposta #38 il: Febbraio 02, 2016, 09:32:38 pm »
(segue)

Stando al road book sono passati 20 km esatti dalla partenza e ora si comincia a fare un po’ più sul serio: sulla discesa verso il viadotto ho fatto lo sborone e innestato perfino la settima (!), ma a questo mondo dopo ogni discesa c’è sempre una risalita (lo cantava già Battisti quaranta e passa anni fa) (**) e infatti negli ultimi metri prima di entrare a Cairate per la prima volta metto piede a terra. Memore della crisi di Montisola, ho deciso non di “non strafare” sulle salite, ma di non farle proprio! Scalo le marce finchè ne ho e quando diventa dura anche la seconda proseguo a piedi.
Attraversiamo in gruppo le strette stradine di Cairate


e il paesaggio si fa interessante, in mezza collina fra prati e boschetti, ma anche con qualche strappetto come questo

(sono sceso anche qui).
Ad avere voglia di guardarsi intorno, questo è un tratto paesaggisticamente gradevole
     
e capita di incontrare gente simpatica come la squadra dei “Cicloturisti lenti e contenti”, che fedeli al loro motto viaggiano in ordine sparso, fermandosi ogni tanto ad aspettarsi, in pieno spirito randagio (questi sono Smilzo e Fanalino che mi sorpassano salutandomi)

ma io comincio a preoccuparmi delle prossime salite. E ne ho ben donde: tra Castelseprio e Carnago ce n’è una un po’ più lunga e ripida delle altre

e arrivato in cima decido di fermarmi qualche minuto a sgranocchiare un’altra barretta. Dall’altro lato della strada c’è il cimitero e, memore del consiglio di veeg (se non trovi una fontanella, cerca un cimitero, lì l’acqua c’è sempre) appoggio la bici al muro, accanto a una Pinarello da corsa il cui proprietario sta parlando al telefono, ed entro. Quattro rubinetti, tutti e quattro asciutti! L’eccezione che conferma la regola, evidentemente…
Prima di ripartire, scambio due parole con l’altro ciclista, e scopro che è rimasto appiedato dalla rottura del deragliatore; la catena penzola miserevolmente e non c’è verso di tentare una riparazione di fortuna, infatti stava telefonando a qualcuno che lo venisse a recuperare. Brutta mattinata per lui…
Uscendo da Carnago, mi accodo per un po’ a Fred, un altro dei “Lenti e Contenti”

poi, sul lungo rettifilo nella brughiera dopo Stribiana, una voce alle mie spalle: “Vittorio! Ma sei avantissimo!”: è veeg che, partito quasi 20 minuti dopo di me insieme al suo amico Luca, mi ha finalmente raggiunto. Commentiamo un po’ la strada fatta finora e mi spiega che sono venuti su ad andatura molto blanda, fermandosi ad aiutare un ciclista vittima di una foratura e poi hanno anche rallentato per accompagnare per una decina di km una ragazza lasciata indietro dal suo gruppo e che si trovava un po’ in difficoltà sulle salite (come la capisco…). Insisto perché proseguano con il loro passo, senza attardarsi sul mio, e restiamo d’accordo di ritrovarci al controllo, al quale ormai dovrebbe mancare poco; eccoli allontanarsi mentre sullo sfondo si profila un’altra salitella (“è l’ultima, poi sei al culmine e dopo è tutta discesa” è il viatico con cui si congedano)


In cima alla salitella, che in effetti non era poi così terribile, c’è ancora uno strappetto sul quale scendo e fra gli altri mi supera una ragazza bionda che scoprirò poi essere Manuela, che dopo aver pedalato per un po’ con veeg e Aldo sta procedendo col suo passo (sempre migliore del mio…). La ritrovo poco più avanti, alle porte di Morazzone, ferma a un bivio che mi mette in crisi perché non riconosco punti di riferimento. Mi fermo e prima di fare in tempo a tirar fuori road book e cellulare, lei riparte sicura e decido di seguirla, fidando che sappia la strada meglio di me.


Scommessa vinta: poco più in là a un bivio due bei cartelli indicano “70” da una parte e “100” dall’altra: siamo a metà percorso, dove gli itinerari lungo e corto si separano. Secondo il road book il controllo dovrebbe essere fra soli 700 metri, proseguo ma a occhio ne passano ben di più; la ragazza si è già dileguata all’orizzonte, ma io non ho voglia di correre rischi e soprattutto di perdere quota: se ho sbagliato strada poi mi tocca rifarmela in salita… Un colpo di telefono a veeg mi rassicura: la strada è giusta, è sbagliato il road book, che indica il controllo dell’anno scorso; quest’anno è stato spostato avanti di quasi 3 km, oltre Castronno, poco dopo il punto in cui l’anno scorso veeg si era infortunato al ginocchio.
La sosta al controllo prende rapidamente l’andazzo di una merenda, con il tè e i biscotti offerti dall’organizzazione, mentre Luca e veeg riparano una foratura occorsa giusto pochi metri prima. Si chiacchiera con gli organizzatori e con gli altri ciclisti che via via si fermano. Alla fine, dopo più o meno un quarto d’ora, ci decidiamo a ripartire; veeg e Luca hanno voglia di ”rialzare un po’ la media”, per cui ci salutiamo subito


Giusto per decenza, aspetto che si siano allontanati e… scendo subito di sella per farmi a piedi la salita che a Caronno porta al prossimo bivio; mi accorgo subito che la sosta è stata un po’ troppo lunga e anche solo camminando i quadricipiti cominciano a farsi sentire, insieme ad altri muscoli di cui ignoravo l’esistenza… Con leggeri saliscendi (più sali che scendi, mi sono sembrati, a dirla tutta) affrontati mooolto blandamente e facendo frullare le gambe con le marce basse per cercare di ridurre l’acido lattico, si torna verso Stribiana dove si riprende in senso opposto il percorso dell’andata (l’anello superiore sulla cartina, percorso in senso antiorario). Al cimitero di Carnago si prosegue dritto verso Rovate (ed ecco il secondo anello disegnato dal percorso sulla mappa), dove mi tocca ancora un breve tratto a piedi all’inizio della circonvallazione di questo paesino, che se fossi meno stanco e meno preoccupato di riuscire a rientrare alla base mi fermerei volentieri a visitare perché sembra molto carino.
Dopo Peveranza e fino alle porte di Cairate la strada è fiancheggiata da una bellissima ciclopedonale che utilizzo subito, non solo e non tanto per ottemperare al regolamento (che specifica l’obbligo di utilizzare le ciclabili dove ci sono) ma anche perché l’asfalto è più nuovo e più liscio di quello della strada. Le chiappe ringraziano, anche perché per loro è un momento un po’ di crisi (il primo era stato un po’ prima dei 20 km, ma poi era passato senza strascichi).
Ma vedo che sono l’unico a pensarla così…


Ormai i ciclisti che mi sorpassano sono tutti reduci dal percorso di 100 km: un paio mi salutano, uno mi chiede se ho fatto il percorso di 70 km (lo ringrazio per la stima, se anche solo per un momento ha pensato che fossi in grado di fare quello da 100…).
A Cairate il percorso si ricongiunge definitivamente con quello dell’andata e so già che mi aspetta l’ultimo scoglio, la risalita dopo il viadotto della cartiera, prima di quegli ultimi 20 km di falsopiano in discesa che sto vedendo ormai come la Terra Promessa…
Attraversando il viadotto

cerco con gli occhi il binario della ferrovia abbandonata; niente da fare, dovrò tornarci un’altra volta… La risalita sulle prime non sembra durissima (pendenza fra 5 e 7 %) ma non sembrava neanche così lunga e così dopo aver finito le marce da scalare mi fermo un’altra volta; mi massaggio un po’ le cosce mentre mangio un’ennesima barretta e dò fondo alla mezza borraccia d’acqua che avevo preso al controllo. Passano ciclisti in flusso quasi continuo e saluto per far capire che sto bene e non mi serve aiuto, poi dopo qualche minuto risalgo in sella per l’ultima tirata.
A questo bivio,

l’ultima tentazione: tirando dritto potrei raggiungere la stazione di Abbiate Guazzone, sulla linea Saronno-Varese delle Nord, ma poi dovrei risalire a Varese, cambiare stazione e treno per scendere a Parabiago con la S5 e da lì andare a recuperare l’auto a Nerviano. Troppo complicato, e anche se le gambe sono un po’ indolenzite non sono ancora così cotto. E poi che cosa vuoi che siano 20 km di falsopiano a scendere?
Eh, qualcosa sono: un paio di volte riesco a infilare la sesta (la settima l’ho usata solo su qualche discesa prima di Cairate) ma devo fare i conti con la resistenza aerodinamica che notoriamente cresce col quadrato della velocità e si mangia subito tutto il beneficio della teorica discesa (regola del falsopiano: in un verso ti frega la salita, nell’altro la velocità… e la stanchezza), per cui mi riduco subito a più miti consigli e torno a quinta e ogni tanto quarta. Mi concentro sul pedalare più agile che posso e magari schivare qualche tombino, e così mi dimentico di scattare altre foto. Non che il paesaggio sia imperdibile, e poi sono quasi controsole, quindi uscirebbero delle ciofeche.
Al rientro in territorio urbano, a Castellanza, si sfiora il botto; un gruppo numeroso e ben agguerrito mi supera in tromba e gli ultimi si allargano un po’ troppo sulla corsia opposta mentre sopraggiunge un’auto che, sì, magari stava andando un po’ più veloce del necessario, ma era comunque sulla propria corsia. Lampeggiamento di fari, frenata, colpetto di claxon e coro di insulti irripetibili da parte dei ciclisti alle mie spalle. Ecco, esattamente le cose che ci fanno amare dal resto del mondo… Ed effetto branco, direi anche.
Da Castellanza a Nerviano non dico che sia stato un calvario, ma insomma, diciamo che non sono stati certo i 10 km più piacevoli della giornata, specie per i sobbalzi che dalla scassata pavimentazione stradale si ripercuotevano sulle mie terga. Onore comunque alla mia sella SMP, che ha confermato in pieno la propria validità.
L’insegna dell’Auchan che segnava l’ultima curva prima dell’ultimo km devo dire che la stavo aspettando da un po’… Percorse a passo di lumaca le ultime centinaia di metri (me lo ricordavo più breve all’andata, questo tratto…), sono andato a passare il badge e – sorpresa – l’incaricato della distribuzione dei buoni pasto era uno dei quattro che io Gigi avevamo incontrato nel ritorno dal November Porc! A volte il mondo è piccolo…
Seduto sulle gradinate del campo sportivo a spazzolare via un piatto di bruscitt e chiacchierare con veeg e Luca, non sembrava quasi di aver fatto tutta quella strada e infatti si è cominciato subito a parlare di possibili uscite da organizzare col forum: Valmorea, “il diagonalone”, Piacenza per il prossimo pranzo di Natale (ho già tre o quattro indirizzi da as…saggiare). Veeg, ancora più entusiasta di me della mia prestazione, ha già buttato lì che ai primi di marzo c’è un’altra randonnée di 120 km nel parco del Ticino. “Parco del Ticino” mi suona abbastanza rassicurante (fiume=pianura), ma 120 km decisamente no; sono quasi il doppio di quelli che ho appena fatto e in questo momento credo che per farmi risalire in sella mi dovrebbero pagare molto bene.
No, veeg, amico mio, credo proprio che a marzo non verrò. Oggi è stato bello, mi sono cavato uno sfizio e me ne torno a casa con la soddisfazione di avercela fatta a completare il percorso in un tempo che per un vecchietto non allenato come me non è neanche troppo disprezzabile, ma – per finire con un ultima citazione – “ogni uomo dovrebbe conoscere i propri limiti” (***)

Vittorio

(*) questa non è facilissima da indovinare
(**) questa è facile, dai…
(***) e pure questa, anche perché è appena passato in televisione


P.S. in chiusura, due delle pochissime foto scattate con la compattina Canon: un bel tandem che ha fatto il percorso lungo ma che non ho avuto la presenza di spirito di fotografare le due volte che mi ha sorpassato


E la mia brava Due Calzini “parcheggiata” in qualche maniera mentre facevo la coda per il piatto di bruscitt

« Ultima modifica: Febbraio 05, 2016, 05:57:56 pm by Vittorio »
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« Risposta #39 il: Febbraio 02, 2016, 11:52:52 pm »
(*) Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere (Woody Allen 72).
(**) Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi... (Lucio Battisti 72)
(***) Una 44 Magnum per l'ispettore Callaghan (Ted Post 73 con C.Eastwood)
...Vittorio sono più vecchio di te!
Solo chi pedala va avanti!

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« Risposta #40 il: Febbraio 03, 2016, 01:09:04 am »
Gip, sei un grande! Peccato che non possa darti tre karma in un colpo solo, in memoria dei nostri anni verdi... (mannaggia se passa il tempo)

Vittorio
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Offline gip

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« Risposta #41 il: Febbraio 03, 2016, 07:39:47 am »
i... (mannaggia se passa il tempo)

... Eeeeh...già...! :'(
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« Risposta #42 il: Febbraio 03, 2016, 09:23:28 am »
Complimenti Vittorio!!

Mi sono sganasciato dalle risate, sempre un piacere leggere i tuoi racconti.


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Nerviano - Randonnée della Merla (2015, 2016, 2017, ...)
« Risposta #43 il: Febbraio 04, 2016, 11:57:12 pm »
Ho scritto anche io qualcosa sulla mini-rando:

http://90rpm.blogspot.it/2016/02/randonnee-della-merla-2016.html

PS: Vittorio mi sono permesso di prendere un paio di tue foto citando la fonte.

Offline Vittorio

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Nerviano - Randonnée della Merla (2015, 2016, 2017, ...)
« Risposta #44 il: Febbraio 05, 2016, 01:37:23 am »
Ottimo lavoro, veeg; hai fatto bene a prendere le foto. A parte, mi manderesti quella che mi hai fatto al controllo?

Vittorio



P.S. Adesso aspettiamo un resoconto dettagliato da Fabrizio1
Dahon Vitesse D7 (ex "Due Calzini") - Dahon Espresso D24 ex Boccia

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