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Autore Topic: bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)  (Letto 50833 volte)

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Offline Blu-skY

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Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
« Risposta #60 il: Luglio 29, 2016, 11:46:54 am »
Quante volte, in ufficio, mi son sentita dire che son fortunata a poter usare la bici, perchè, evidentemente, non ho impegni urgenti o cose impellenti da fare

A tal proposito mi sembra utile portare il mio esempio: qualche anno fa dicevo che mai avrei rinunciato all'auto anche se ne vivevo quotidianamente i limiti. Mi sembrava che uscendo dall'ufficio ed avendo l'auto a disposizione il mio viaggio fosse più veloce.
Dopo qualche anno mi hanno "trasferito" per lavoro a Milano. Da NO TAV convinto mi sono sempre rifiutato di prendere il Freccia Rossa, per cui erano almeno 5 ore di viaggio quotidiane per lavorarne 8. Alienazione, ma mi ha aiutato a comprendere una grande verità. La vita va vissuta al tuo ritmo, non importa il tempo impiegato a fare una cosa, ma il piacere che si prova nel farla.
Ora lavoro a Torino, a 8 min a piedi dalla stazione, ho comprato una pieghevole, viaggio in treno e scendo ad una stazione prima. Faccio circa 12km in bici al giorno per scelta, perché mi piace e mi rilassa.
Ah, ho imparato ad organizzare la vita al giusto ritmo, tutto è fattibile in bici o a piedi se ti organizzi avendo come obiettivo il piacere di vivere al tuo ritmo e senza stress.
L'auto che ho sognato da anni e che mi sono comprato tre anni fa ha 18000km, fatti quasi tutti quando andavo a Milano.
Non corro tutto il giorno per ritagliarmi mezz'ora al giorno per fare spinning e scaricare lo stress.

Questione di punti di vista

Offline bitzo

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Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
« Risposta #61 il: Agosto 01, 2016, 08:12:17 am »
Parlo da ciclista urbano privo sia di auto che di patente. Mi rendo conto di andare un po' controcorrente ma pedalare non sempre e' possibile. Se si richiede un abito formale e varie tappe in citta' (accompagnare figli a scuola) sfido a non arrivare pezzati e in orario.
Concordo sull'analisi del ciclismo prettamente sportivo o ludico,  mezzi a propulsione umana per la media della popolazione italiana non sono veicoli di utilita' (anche se lentamente qualcosa sta cambiando). La due ruote classica ha sicuramente dei limiti di carico e si e' in balia degli elementi ma le velomobili superano i limiti descritti.
« Ultima modifica: Agosto 01, 2016, 05:42:48 pm by bitzo »

Offline TicioTIX

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Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
« Risposta #62 il: Agosto 24, 2016, 02:05:28 pm »
Ma per tornare a quella citazione, andare in bici sarebbe molto più sicuro se lo si facesse in tanti. E, inoltre, le città sarebbero meno caotiche, meno rumorose, più pulite e serene... E, smettendo di rimpinguare le multinazionali petrolifere, ci allontaneremmo un po' da ciò che, secondo me, costituisce il male numero uno di questo martoriato pianeta: la logica del profitto.

Ma pensa che bello, si potrebbe anche affermare il contrario: io vado in bicicletta proprio per la logica del profitto, da quando ho abbattuto i costi di trasporto in auto il mio conto in banca è aumentato in maniera considerevole. E dirò di più: ci hanno guadagnato moltissimo anche gli automobilisti, visto che adesso ne hanno uno in meno in mezzo ai piedi!
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Offline nino#

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Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
« Risposta #63 il: Agosto 24, 2016, 02:22:13 pm »
Ok TicioTIX (a proposito, complimenti per aver citato l'immenso Joyce in un altro topic), ma io non intendevo "logica del profitto" in senso soggettivo.
Io (lo ammetto) sono un po' complottista e sono fermamente convinto che tutto (non quasi, tutto) il male che affligge questo martoriato pianeta nasca dalla logica del mercato globale e da tutto ciò che ruota intorno (il sistema monetario internazionale, le lobby delle armi, quelle petrolifere, farmaceutiche, alimentari...); la criminalità e il terrorismo sono solo logiche conseguenze...

Ad andare in bici, è vero che risparmio nel mio piccolo, ma non è quello il mio fine primario...
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Offline TicioTIX

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Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
« Risposta #64 il: Agosto 24, 2016, 02:40:39 pm »
No, no, Nino, fermo! Sono assolutamente con te!
Se mi parli di assurdità della legge di mercato, di un sistema economico che ci fa arrabattare per il bene non di noi stessi (intesi come uomini) ma di società sovranazionali (anzi, sovrumane), sappi che sfondi una porta talmente aperta che ci passa una Cargo Bike, altro che una pieghevole.
La mia era una battuta/provocazione che intendeva dire: a volte, per quanto possa sembrare assurdo, pensare al nostro piccolo interesse (invece che agli interessi delle multinazionali) fa un favore al mondo. Talvolta facendo qualcosa che pare assurdo (andare in bicicletta nella società del petrolio) fa bene a noi (in salute, risparmio, tempo, stress risparmiato) ma fa anche il bene di chi (ciecamente) ci ostacola. E'questo il grottesco della nostra assurda società.
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Offline nino#

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Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
« Risposta #65 il: Agosto 24, 2016, 02:57:48 pm »
 :)
Avevo frainteso. I beg your pardon.
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Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
« Risposta #66 il: Agosto 24, 2016, 03:15:08 pm »
No need to pardon, my friend...
Chissà solo se riusciremo, nel piano per la mobilità ciclistica in creazione presso il Comune di Bologna, a far inserire la frase "Questa Città considera la bicicletta un mezzo di importanza strategica nel trasporto urbano ed una delle principali risorse utilizzabili per la soluzione degli attuali problemi di traffico".
Sarebbe una gran bella vittoria e un buon grimaldello per scardinare la teoria che vuole la bicicletta solo come uno strumento per le passeggiate estive domenicali.
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Offline occhio.nero

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Re:bici e rivoluzione culturale (riflessioni, campagne, segnaletica, ....)
« Risposta #67 il: Marzo 23, 2017, 01:19:16 pm »
una pubblicità interessante, che a mio avviso sottolinea l'aspetto gentile della bicicletta (oltre ai processi di emancipazione dei figli e di rinnovamento generazionale)



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Offline occhio.nero

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« Risposta #68 il: Marzo 28, 2017, 07:31:21 pm »
da BikeItalia
27 marzo 2017

Per sfatare tutti i falsi miti sulla bici la Cycling Embassy of Great Britain ha realizzato un portale multilingue, disponibile anche in italiano, che dà una risposta chiara e concisa alle affermazioni errate che nascono dalla scarsa conoscenza della fenomenologia ciclistica: “andare in bici rallenta il traffico”, “ci sono troppe salite”, “nessuno usa le piste ciclabili esistenti” sono solo tre esempi dei 29 presenti, ma la lista è in continuo aggiornamento.....

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da altra discussione:

Un futuro senza auto?
da Internazionale del 29 marzo 2017

“Vogliamo rimettere l’auto al posto giusto”: è così che Najdovski spiega la politica in corso a Parigi, che non passerà senza resistenze e polemiche in quanto prevede la chiusura al traffico automobilistico di una parte di strada sulla riva destra della Senna, provvedimento entrato in vigore dall’estate del 2016.

Parigi non è la prima grande città a lanciarsi nella limitazione delle automobili. In Europa – dal piccolo centro urbano alla grande metropoli – sempre più città stanno proponendo disposizioni antiauto: divieto di transito nel centro storico, pedaggi per entrare, zone riservate ai veicoli elettrici. Questi sono solo alcuni degli esempi: Oslo vieterà l’ingresso alle automobili nel centro storico a partire dal 2019; Pontevedra, una città costiera della Galizia, in Spagna, ha fatto praticamente sparire le auto dal suo perimetro urbano; Stoccarda vieterà le auto diesel dall’anno prossimo; Parigi farà lo stesso entro il 2020. La tendenza è forte, a livello mondiale.

« Ultima modifica: Aprile 04, 2017, 06:03:32 pm by occhio.nero »
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« Risposta #69 il: Settembre 13, 2017, 01:41:02 pm »
Dopo Olanda e Spagna, anche in Italia la Dichiarazione dei diritti del ciclista urbano
ADNkronos 11 settembre  2017
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Tags: auto_bici cultura