--- ADMIN ON
segnalo:
Santa Graziella
http://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=790
restauro Graziella (Marinella, ...)
http://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=2917
elaborare una Graziella
http://www.bicipieghevoli.net/index.php?topic=217
--- ADMIN OFF Dopo aver inviato una foto della mia graziella modificata, vengo con questa mia a voler dare un più chiaro significato a quanto realizzato con l?intento di coinvolgere anche emotivamente tutti quanti coloro che in qualche modo si ?rivedranno? in questo scritto.
Io ho 55 anni, temporalmente mi colloco come post sessantottino, come post ?boom industriale?, come Post ?ricrescita?.
Correvano gli anni in cui eravamo sognatori, non presagivamo neanche lontanamente che con il passare degli anni avremmo preso coscienza di ?Essere tagliati fuori da tutto?; ascoltavamo gli zii che narravano le gesta di uomini che praticavano il ciclismo ancora legati a saldi ideali di lealtà, sofferenza, fatica.
L?italia era divisa tra i sostenitori di due indimenticabili campioni dei quali si narravano le epiche gesta ed ancora oggi riecheggia la frase ?c?è un uomo solo al comando, quest?uomo si chiama Coppi?, il ciclismo agonistico era pura competizione e noi trasognati immaginavamo le scene di questa epiche battaglie.
Abbiamo continuato a crescere finalmente vedendo altri puri ed indimenticabili campioni: Gimondi, Adorni, il battagliero Bitossi imbattibile negli sprint finali, Zandegù, il verace Tacconi, ma anche campioni stranieri sui quali svettò l?imbattibile Eddy Merckx il quale forse proprio a causa della sua indiscussa superiorità pagò personalmente a caro prezzo con l?accusa di ?doping? (ho ancora negli occhi il ricordo di quest?uomo sdraiato su un letto che piangeva disperatamente). Eravamo ancora lontani dai grandi successi che poi conseguì Franco Moser sotto la supervisione del ?Mago Conconi?.
E mentre le vicende sportive calamitavano l?attenzione nazionale, noi giovani ragazzi trascorrevamo le giornate utilizzando le bici che ci erano state regalate, appunto le ?grazielle?.
Avevo nove anni e, come regalo per la mia comunione ricevetti in regalo una bici tipo ?Graziella? (era la bici che imperversava in quegli anni); la mia era di marca LEGNANO, bici della quale accludo una foto con in sella il mio fratello minore.
Ho avuto questa bicicletta sino all?età di circa 24 anni poi dopo essermi sposato, mio fratello ha pensato bene di darla ad un suo collega di lavoro e dopo ciò di lei si sono perse le traccie.
Quando circa due anni or sono, preso da un momento di ?Nostalghia? ho tentato di cercare su internet (questo per noi sconosciuto) la voce Graziella mi sono imbattuto in vari siti ed immagini, e proprio un?immagine mi ha fato trasalire, ho visto una bici che mi ricordava in maniera inequivocabile la mia, solo che, poiché come tutti siamo ?esterofili dipendenti?, la mia bicicletta non si ?chiamava più LEGNANO ma aveva un altro nome e, veniva descritta come il frutto di accurati studi progettuali effettuati da tecnici specializzati, il suo nome ora è DAHON.
Sono trasalito, era la bici che io all?età di 11 anni, utilizzando il materiale che allora era disponibile (cambio Simplex, doppia guarnitura di una bici da corsa bianchi con asse tondo e bloccaggio dei pedali con ?ZEPPE?, comandi fissati sulla sommità del montante del manubrio fissati mediante fascetta metallica, smontaggio dei parafanghi e del portabagagli, montaggio di cinque rapporti sulla ruota posteriore, abolizione del carter paracatene ed altri adattamenti per renderla più performante.
Poiché anche se il tempo passa concettualmente in noi c?è il Peter Pan di sempre comunque se si smette di sognare è finita, mi sono subito messo all?opera e, trovata una Graziella in pessime condizioni da un rottamaio ho proceduto alla sua trasformazione effettuando un?esercitazione tecnico stilistica mantenendo comunque sempre saldo il concetto di trasformare senza modifiche irreversibili ed utilizzando quanto reperito in primis ?usato?, questo è il risultato:
Inaspettatamente dopo circa un anno di utilizzo, mentre nella mia mente frullavano nuove idee intese a migliorare il risultato ottenuto, un giorno sono stato fermato da un motociclista in sella ad una mitica BUELL il quale dopo avere conversato con me ed essersi mostrato felicemente meravigliato da quanto avessi realizzato mi ha ?costretto a vendergli la mia creatura; vedendo il suo sincero interesse alla cosa ho preteso che mi pagasse solo le spese sostenute per l?acquisto dei pezzi nuovi (120 euro) e lui strabiliato di così pochi soldi mi ha detto di aspettare perché sarebbe andato a prendere la sua auto e fatto ciò mi ha accompagnato a casa.
Ero di nuovo senza la mia ?Graziella?, ma non mi sono fermato un attimo e dopo pochi giorni e ricerche ero di nuovo all?opera con un nuovo telaio.
Se non ricordo male dovrebbe trattarsi o di una ROMEO oppure di una LIBERATI, comunque il telaio rispetto al precedente presenta alcune differenze che mi sono tornate utili, infatti i tubi che compongono il carro posteriore in prossimità dei due forcellini non hanno sezione circolare ma sono ?schiacciati all?interno consentendomi di ?guadagnare spazio a favore dell?istallazione del mozzo con battuta 135 mm.
Questa operazione è stata resa possibile mediante l?adozione di una barra filettata dello stesso diametro dell?asse posteriore e grazie all?uso di rondelle e dadi ho proceduto a divaricare in maniera simmetrica i due forcellini sino al raggiungimento della misura sopra indicata; poi sovrapponendo altri due forcellini tagliati da un telaio di bici da corsa e dotati di viti per la regolazione del fine corsa dell?asse posteriore, ho proceduto alla saldatura degli stessi in parallelo con gli originali, rinforzando in tal modo il posteriore, nel contempo ho preparato con dei pezzi di lamiera metallica dello spessore di 3 mm circa delle staffe coincidenti con il profilo esterno dei tubi del carro posteriore in corrispondenza delle due piastre esistenti una per il fissaggio del freno e quella per il fissaggio del cavalletto e le ho saldate .
In questo modo quando ho tolto la barra filettata la distanza dei forcellini del carro posteriore non si è ristretta ed è rimasta a 135mm.
Si è poi proceduto alla realizzazione del tubo piantone dello sterzo ottenuto tagliando quasi mezza curva del tubo originale e saldandogli alla sommità previa regolazione della misura tenendo conto della lunghezza delle mie braccia di un tubo del reggisella posteriore al quale è stata tolta la parte che si restringe per consentire il montaggio della sella, stessa cosa per il tubo reggisella costituito da due tubi incastrati uno nell?altro in corrispondenza del pezzo più stretto che entra perfettamente nella parte larga dell?altro e poi saldatura, rettificatura nonché verniciatura galvanica nera dei due pezzi; montato il tubo dello sterzo ho proceduto all?inserimento di un attacco manubrio dotato del sistema di regolazione a rotazione dell?altezza.
Per quanto riguarda le ruote sono state cannibalizzate da una bici da bambino dotata di cambio ed è stato montato un gruppo di sette pignoni a vite mentre all?anteriore, mediante il montaggio di un perno quadro è stato possibile istallale una tripla guarnitura Campagnolo Champ 30-42-52 (Preciso che a dispetto dell?attuale tendenza al montaggio della doppia guarnitura 39-52 proposta dai ?puristi? della bicicletta, poiché di cognome non mi chiamo ?Contador? ho preferito avere la possibilità di poter eventualmente utilizzare anche rapporti che possono far ridere ma che comunque non mi fanno scendere di sella in quanto ritengo che andare in bici deve essere un piacere, piacere di poter sentirsi sfiorare il viso dall?aria in una bella giornata di sole magari percorrendo anche un tracciato dagli incantevoli scorci panoramici); ora il problema al posteriore non esisteva in quanto già presente l?attacco filettato per il cambio prelevato da una vecchia mountain bike (shimano 300 lx), mentre per quanto riguarda il deragliatore anteriore, dopo aver letto i più disparati pareri in merito, non ultimo quanto pubblicato sul sito Friday, ho optato per un deragliatore Shimano Tiagra per tripla, il cui montaggio è stato reso possibile previa realizzazione di una apposita fascetta creata partendo da uno di quei morsetti utilizzati per i l fissaggio dei tubi idraulici a mezzo stop sui muri, successivamente saldando sulla stessa una cerniera presa in ferramenta e bloccando il tutto sulla curva inferiore del telaio in corrispondenza della guarnitura cui mi sono avvicinato mediante l?utilizzo di staffe create da quelle originariamente utilizzate per il montaggio dei bastoni delle tende, infine passaggio guaine, montaggio leve freno e comandi manubrio, nonchè freni modolo corsa opportunamente modificati con l?adozione di prolunghe per consentire il corretto posizionamento dei pattini freno.
Per i copertoni si tratta dei Primo Comet ordinati in Inghilterra da Evan?cycle che possono essere gonfiati a 110 P.S.I , consentendo quindi una scorrevolezza del mezzo fuori dal comune (anche se a dire il vero dopo l?acquisto delle gomme ho trovato le ?Arnimal?) che, anche se possono essere gonfiate alla stessa pressione delle Primo Comet a me sembrano migliori anche perché hanno l?indicatore di consumo sul battistrada. La bici è stata anche dotata di un ciclocomputer Sigma sempre recuperato usato il quale è stato montato con il captatore posizionato in corrispondenza dell?attacco originale per la dinamo ed ora sto realizzando un tubo all?interno del quale posizionare l?antiestetico filo elettrico di collegamento con il ciclocomputer, poi seguiranno le gabbiette per i pedali di tipo in resina acquistate da decatholn, mentre la sella è sempre per rimanere in tema una Fondriest rigorosamente usata.
Spero di non essere stato troppo nostalgico e vi invio tutte le foto della mia creazione, a proposito, purtroppo a causa di quel fenomeno per cui tutto ciò che viene dall?estero risulta di notevole impatto attrattivo ho scelto lo pseudonimo di ?FRANCK? e la bici si chiama inequivocabilmente ?ONE?, in quanto pur se suscettibile di ulteriori modifiche (Stimano Capreo nove rapporti 9-26 montato su ruota con sgancio prelevata da una Legnano, pardon da una Dahon) confermo che rimarrà unico esemplare realizzato dal sottoscritto.
Un saluto a tutti ed a presto.



