Dopo un po' di settimane, torno con l'ultima puntata degli interventi di perfezionamento di Bianchina: come avevo anticipato, mi ero incaponito sull'idea di montare i magneti di chiusura, anche se finora non sono indispensabili perchè la cerniera centrale è ancora abbastanza dura da non far aprire la bici durante il trasporto passivo.
Vi racconto come è andata: per non dover realizzare staffe su misura, ho voluto sfrutttare i fori e gli attacchi già presenti sul telaio e questo mi ha portato a invertire la disposizione dei due componenti, che normalmente vede il magnete fissato al carro posteriore e il piattello alla forcella.
Per il piattello, il cui gambo filettato ha un diametro di 6 mm, l'unica soluzione possibile era di utilizzare la piccola finestra sopra il forcellino, poichè i due fori filettati (previsti come attacco del portapacchi e/o di un eventuale parafango più solido di quello di serie) sono da 5 mm e comunque avrebbero portato il piattello troppo in alto; due rondelle 8x23 e due dadi autobloccanti e il gioco è fatto

Per fissare il magnete sulla forcella, la prima idea è stata di sfruttare il foro da 6 mm sopra il perno della ruota, che avrebbe lasciato al magnete il molleggio del quale è dotato (il gambo del magnete scorre attraverso la rondella e la forcella, richiamato in posizione dalla molla).

Non è stato semplicissimo, perchè serrare la vite con la chiave a brugola da 2 mm passando attraverso i raggi e la flangia del mozzo è un'operazione che richiede la tenacia di un mastino e la pazienza di Giobbe.
Magnete e piattello combaciavano bene, ma purtroppo mi sono accorto troppo tardi che durante la chiusura il manubrio andava a toccare il magnete, graffiandone in fretta la delicata verniciatura nera.

Inoltre la manopola sinistra andava a interferire con i raggi della ruota anteriore, ostacolando il trasporto passivo.

Pensando che il problema fosse la chiusura troppo "stretta" dei due semitelai, ho provato a distanziarli un po' "allungando" il piattello con un dado distanziatore lungo 30 mm.

Soluzione abbastanza antiestetica (sembrava il rostro estensibile della Aston Martin DB5 di 007 o, per chi ha reminiscenze classiche, il carro greco di Messala) e che comunque non ha risolto il problema; il manubrio aveva un po' più spazio

ma il resto dei problemi rimaneva uguale.
Dopo qualche settimana di sconforto (e devo ancora cercare come ritoccare i graffi sul manubrio...), stavo per rinunciare ai magneti, anzi li avevo già smontati e stavo ricominciando a pensare a un paio di staffe, per abbassare magnete e piattello di quel tanto che bastasse a eliminare l'interferenza col manubrio, ma non mi andava l'idea in sè, perchè due pezzi di ferro visibilmente posticci (caso mai non si fosse notato, io non sono gip) di certo non sarebbero stati apprezzati dalla mia signora.
L'idea giusta finalmente è stata di montare il magnete sul foro filettato da 5 mm previsto per l'attacco del parafango;

in questo modo si è perso il molleggio (la molla l'ho messa lì giusto per non perderla), però quella manciata di millimetri ha fatto la differenza: adesso niente più interferenza con il manubrio

e, sia pure con un discreto disassamento fra magnete e piattello, la bici si chiude perfettamente;

nella foto si vede anche come, grazie alla fascetta di gomma recuperata da un fanalino Infini andato perduto tanto tempo fa (mai buttare niente: tutto può tornare utile), il manubrio rimanga bloccato fra i due semitelai senza sfregamenti dannosi per le fragili verniciature. Nel frattempo ho scoperto che a spingere la manopola sinistra contro i raggi era la leva del freno destra che andava a toccare contro il freno posteriore. Dopo averla ruotata un altro po' verso il basso (in posizione non proprio comodissima, devo ammettere), anche questo problema si è risolto. L'ultimo millimetro ancora mancante l'ho recuperato spostando il catarifrangente sui raggi del lato opposto.
Poichè nel frattempo avevo montato anche il campanello Knog Oi,

credo di poter dichiarare ufficialmente che Bianchina ha raggiunto il suo assetto definitivo.
Tutto bene, dunque?
Quasi: mi sono dovuto arrendere all'evidenza che con i magneti montati il trasporto passivo è peggiorato, perchè questi costringono le ruote in una posizione convergente, così che quando viene trascinata per il naso della sella la bici tende a serpeggiare, come la maggior parte delle bici a piega centrale, mentre prima le ruote rimanevano parallele e il trasporto era agevolissimo. Adesso conviene non abbassare la sella e impugnarla per spingere davanti a sè la bici impennata, a mo' di carrello della spesa.

Poco male: in questo modo si fa anche meno fatica e poi, alle brutte, per smontare i magneti basterà allentare due viti...
Inoltre, siccome la guarnitura ha il disco paracatena da entrambi i lati, anche doverci appoggiare sopra la bici (invece che sul piede del tubo reggisella) non è un problema, perché denti e catena restano comunque protetti, quanto meno su pavimentazioni rigide; su sabbia e fango, ovviamente, sarebbe da evitare come la peste.
Tirando le somme, la spesa per gli accessori ha raggiunto la bella cifra di oltre 65 euro, così ripartiti (in ordine di acquisto):
fanalino posteriore 5,90
catarifrangenti 2,30
cestino 12,90
fanalino anteriore 9,99 (per memoria; in realtà l'avevo già in casa)
magneti 15,00 (non indispensabili)
campanello 20,00 (il rapporto qualità/prezzo peggiore di tutti)
senza contare i vari gommini, piedini, raccoglicavo, dadi e rondelle, difficili da quantificare perchè in parte li avevo già in casa e in parte me ne sono avanzati.
Se mi fossi limitato solo agli interventi indispensabili (luci, catarifrangenti e un campanello normale) credo che me la sarei cavata con una ventina di euro, ma in fondo chissenefrega: anche se non sono soddisfatto al 100% del risultato, mi sono comunque divertito a pasticciare un po'.
Salvo un eventuale (ma improbabile: mia moglie dichiara di trovarsi bene con il rapporto di trasmissione attuale, che peraltro le permette di affrontare con tranquillità ogni cavalcavia) allungamento della trasmissione con un pignone da 16 denti per arrivare a 4 m di svilupppo metrico (lo so, sarebbe carino uno SRAM Automatix, che permetterebbe di aggiungere un rapporto lungo da 4,85 m, forse perfino troppo lungo, ma non esageriamo...), d'ora in poi solo manutenzione ordinaria, a partire dal controllo della tensione dei raggi, perchè ho già notato che il cerchione della ruota anteriore non gira perfettamente dritto. Ma sono quasi quarant'anni che non prendo in mano un tiraraggi, e anche allora non era il mio forte...
Vittorio