Pensierose e meditabonde queste mie giornate sulla strada, su vari fronti.
Se avete voglia vi racconto i motivi.
Strada che dapprima mi ha impegnato ad uscire da Istanbul, dalla metropoli.
Oltrepassato il Bosforo, e quindi geograficamente ormai in Asia, la mappa mi stava elencando lo scorrere di una lunga serie di altre città e cittadine indipendenti.
In realtà, ancor dopo aver percorso 100 km da Sultanhamet e dal Bosforo, da Hagia Sofia e dal Galata, la sensazione era sempre quella di una immensa periferia urbana, una disumana colata di cemento ed asfalto che ancora mi attanagliava tra palazzoni e grattacieli invece che accogliermi tra boschi e villaggi.
Vabbe', poi è passata!
Ma i pensieri erano altri, e principalmente riguardano la situazione politica in Medio Oriente.
Durante i preparativi di questo mio viaggio la preoccupazione era rivolta specialmente al conflitto tra Israele e Palestina, che qualche mese fa era entrato in una fase molto cruenta.
Nel frattempo che questa situazione sembra essersi un poco "raffreddata", ha invece preso una piega gravissima, esplosiva e per me inaspettata il contesto in Siria, che in particolare coinvolge molto la Turchia, sia per ovvie implicazioni di politica estera sia per altre gravi questioni di politica interna.
Riassumendo molto quello che ho capito stando qui, in Siria l'Isis sta conquistando una larga parte del paese massacrando la popolazione curda.
I curdi che vivono nel sud-est della Turchia, già in tensione con il governo centrale per questioni nuove ed antiche, come il Pkk ed Öcalan, chiedono un intervento armato immediato in difesa dei propri "fratelli", intervento che invece viene procrastinato.
Sui motivi si potrebbe parlarne per ore.
I fatti dicono che i curdi avevano dato un ultimatum già scaduto al governo, che per risposta li ha bombardati, in suolo turco.
Ho pensato: "E mo' so' cazzi…" :-O
Avevo ricevuto in regalo una bandierina Turca, subito attaccata alla bici:
un amico di qui mi ha scritto di levarla immediatamente…
Concludendo, adesso è impensabile avvicinarsi al confine con la Siria, con un margine di gran lunga maggiore rispetto a quanto fosse accettabile solo che un mese fa.
Quindi il programma di questo mio viaggio, com'era concepito, va cambiato.
Ho pensato a molte alternative.
La più semplice era fermarmi ad Istanbul, prendere un aereo e tornare a casa.
Un'altra opzione "semplice" era anche prendere un aereo da Istanbul diretto a Tel Aviv.
In alternativa seguire altre strade e destinazioni.
Alla fine ho deciso di proseguire in bicicletta fino ad Ankara, e da lì prendere l'aereo per casa o per Tel Aviv, a seconda degli sviluppi.
Raggiungere Ankara, appunto.
Avevo preparato un itinerario che attraversava una bellissima zona desertica, l'aspettavo da quando sono partito da casa, ma ieri già 3 persone mi hanno detto che in solitaria è troppo pericoloso, a meno di essere letteralmente armati.
Cani randagi.
Dapprima ho minimizzato il problema ed ho proseguito,ma poi ho avuto un assaggio ed ho capito di non poter procedere.
Cani selvatici ovunque, sempre di più, ieri per fortuna tranquilli.
Ma domani in quei posti isolati?
Quindi domani neanche il tanto atteso deserto, ma mi riporterò più velocemente possibile alla lunga corsia d'emergenza a lato dell'autostrada… :-/
Poche foto, molti pensieri e molta foschia.
A Gerusalemme,
a vista.
P.s.: nessun altro posto per dormire nel raggio di km, ieri sera soluzione fortunosa presso un ristorante in mezzo al nulla…




