Mi sembra di non essere mai sceso dalla sella da quel
9/8/2013 in cui tentai per la prima volta un viaggio pazzesco in bici. Questa volta sono più organizzato ma allo stesso tempo l'impresa è molto più ardua. Da casa c'è mio padre che mi segue dal pc su whatsapp con un emulatore android.
Oggi è il 9/8/2014.
Sveglia alle 3:30 e dopo qualche galletta con un thè caldo mi appresto a dare gli ultimi ritocchi al bagaglio. Metto gli oggetti da maneggiare nel marsupio e sono in strada alle 4:20 circa.

Pronti via! Il pacco da 8kg mi da inerzia in discesa e pianura, e non c'è nulla che non vada bene. In corso aurelio saffi sono sorpreso da una pioggerella leggera.
All'altezza del porto antico entro nel sottopasso e INVESTO UN MEGA-TOPO. Avete capito bene. Si è sentito un SQUEIK... Non sono caduto, non mi sono fermato neanche, sono quasi morto di paura.
Sembra che sia appena venuto giù un diluvio e la strada è un torrente in piena. Alle 5 sono già a Pegli...............

E poco dopo vedo le luci della Concordia attraccata davanti a Prà.

Eccomi al bivio che porta al Passo del Turchino, il primo vero test della giornata, che sarà durissima.

Imbocco la strada e dopo circa 15minuti inizia la salita. A parte il lontano rimbombo che proviene dall'autostrada Il silenzio è tombale e la luce viene dalla luna e da qualche lampione sparso.
Il tempo sembra dilatarsi e ogni minuto che passa sembra un quarto d'ora, tanto che spesso mi fermo e controllo l'ora sullo smartphone.
Dopo mezzora di buio totale si sente un gallo che canta e mi accorgo di un velo di luce che inizia ad affiorare.
Alle 6:20 sono quasi in cima ma sento un vuoto cosmico nello stomaco e sono costretto a fermarmi per dare qualche morso ad un panino che pensavo mi sarebbe servito almeno 4 ore dopo. Ora è giorno ma piove e c'è una fitta nebbia.

Eccomi al passo! E' la seconda volta che lo percorro con questa bici. Le sensazioni non sono buonissime, sono piuttosto affaticato.
Foto di rito e poi via con la discesa.

In discesa cerco di pedalare più che posso per mantenere una velocità di crociera alta.
Passo Ovada e mi ritrovo sulla provinciale verso Alessandria. Il risultato degli sforzi compiuti fino adesso si tramuta in una vera e propria crisi di fame che mi porta ad ingurgitare tutto il resto del panino, una barretta energetica e anche un bel pò di miele in tubetto. Ho già bevuto tutta l'acqua che avevo a disposizione e la recupero in un bar. Eccomi in una sosta.

Arrivato ad Alessandria tiro fuori lo smartphone per atraversare la città nel minor tempo possibile. Imposto addirittura tragitto a piedi e mi ritrovo a tagliare contromano passando sui marciapiedi.
Rendendomi conto di quanto sia complicato seguire le indicazioni vocali di Google Navigator decido di prendere la strada statale che porta a Casale Monferrato.
Inizialmente pensavo di tagliare verso Ivrea per i campi ma l'idea di seguire per ore e ore le indicazioni del cellulare sul braccio non mi convince. Al bivio per Quargento decido di tirare dritto.

La scelta si rivela abbastanza buona, infatti procedo senza particolari intoppi. Mi fermo a fare qualche foto ma so che devo spingere perchè il tempo è una spada di damocle sulla mia testa.


Dopo un paio d'ore sono sul Po evviva!! Faccio rifornimento di cibo e di acqua e riaccendo il navigatore per uscire velocemente verso Ivrea.

Impostando sempre l'itinerario a piedi succede che in teoria si percorre il tragitto più breve, ma spesso possono accadere cose tipo QUESTA.
5km a risalire il Po in una palude. Almeno è pieno di animali e uccelli da vedere... La bici ed il portapacchi tengono duro.

Torno sulla strada e scelgo di avviarmi verso Ivrea passando per i campi coltivati ed evitando il traffico principale.
Questa scelta mi porta a vedere dei gran bei panorami ma ha due inconvenienti. Prima di tutto mi ritrovo a percorrere strade sulle quali per chilometri e chilometri non si incontra NESSUNO.
Per fortuna non mi capita nulla, ma non è il massimo...
Secondo inconveniente, dipendo completamente dal navigatore di google. Il mio cellulare ha lo schermo praticamente invisibile a causa del sole e ogni tanto la voce dice cose tipo "dopo la rotonda prendi la sp11". Potete capire come sia abbastanza complicato scegliere la direzione giusta a volte. In ogni caso procedo più o meno e arrivo nel comune di Livorno Ferraris, dove vengo preso per il culo da un cartello di benvenuto.

Mi fermo ad un bar a fare nuovamente il pieno di cibo e acqua ed il tempo scorre via inesorabile.
Procedo un pò stancamente verso paesini che hanno nomi tipo Borgomasino, Vestignè, Tina.
Mi ritrovo più di una volta davanti salite "ammazzagambe" che dopo 170km mi spolpano soprattutto la testa.
In questo stato di trance mentale arrivo verso le 16:45 a Ivrea. Faccio rifornimento di cibo e acqua per l'ennesima volta e mi fermo a pensare a come risolvere la situazione.
Dei circa 300km da percorrere me ne mancano un 110 praticamente tutti in salita.
Mi sento con mio padre e con la mia ragazza, che mi seguono da casa, e cerco di elaborare una strategia per risolvere questa situazione.
Se procedessi in bici, con la media oraria arriverei al campeggio ad orari tipo 1:00 di notte e non potrei essere accolto. Arriverei tra l'altro a 1500m di altitudine in uno stato in cui difficilmente potrei trovare un posto per allestire la tenda e non so neanche che riuscirei a montarla al buio e al gelo totale.
Un'altra possibilltà sarebbe stata pernottare in qualche ostello, ma non ci sono più stanze libere da nessuna parte essendo pure sabato.
Per dover campeggiare, decido allora di arrivare in campeggio. Ma per poter arrivare ad un orario ammissibile devo per forza prendere il treno.
Sto un'ora seduto su una panchina a pensare ad una strategia. Alle 17:45 parte il regionale per Aosta.
Una foto veloce della Dora che passa nel centro di Ivrea e via verso la stazione a bomba.

Prendo il treno al volo e non ho neanche il tempo di fare il biglietto. Eccomi spaparanzato deciso ad affrontare il "mostro finale" dell'avventura....
Guardate che bella foto e che bel posto c'è per la mia biciclettina!

Alle 19 sono ad Aosta e sono determinato a terminare la missione ad ogni costo. Mancano circa 42km e circa 1000m di dislivello positivo, un'enormità dopo 14 ore in bicicletta.
Parto a bomba e non devo neanche seguire le indicazioni del navigatore. L'unica cosa che devo fare è PEDALARE.
Ad Aosta c'è tantissimo traffico di gente che si appresta a passare la serata, ma dopo qualche km riesco a fermarmi per fare qualche foto.

In questa bella foto si vede un piccolo castello col sole al tramonto nelle montagne. Bisogna fare presto....................

Vado veramente a bumbazza e percorro qualcosa come 15km in 45 minuti, di cui la metà in salita seppur abbastanza leggera.
Trovo pure il tempo di scattare questa foto equivoca con una scatoletta emersa da un cespuglio.... Sembra che qualcuno, come me ora, abbia avuto bisogno di un boost.....

Da qui in poi mancano circa 20km di salita seria ed inizio a frullare, stanchissimo ma conscio che la missione è quasi completata.
Inizia a scendere nuovamente la notte... Ri-inizio ad entrare in stati di semi-disperazione e l'unica cosa che posso fare è pedalare.
Questa foto è un tributo a questo eroico tubetto di miele che mi ha letteralmente trainato dall'inizio alla fine.. Purtroppo è appena finito.

A questo punto è di nuovo buio totale. Il tragitto prevede gallerie non illuminate e sono costretto a procedere in alcuni punti completamente attaccato al muro.
Chiaramente indosso di nuovo la pettorina catarifrangente.
La gente che mi incrocia in macchina capisce di stare vedendo qualcosa di veramente pazzesco e non si contano i colpi di clacson e le urla.
Sono di nuovo in una stato di disperazione. Ogni 10 minuti guardo l'orologio e inizio a pensare che non arriverò mai a Courmayeur.
Nonostante tutto si iniziano a vedere i cartelli di arrivo ed alle 21:45 circa arrivo a Courma. Prendo il bivio per Val Veny e a questo punto mi mancano ancora 3km e 250m di dislivello per arrivare al campeggio.

Dire che qui sono morto non rende bene l'idea. Entro nella valle attraversando la Dora ed inizio a sentire un vero e proprio gelo totale, una cosa che non mi ero immaginato.
Mi fermo un attimo e considerando la situazione decido che è troppo pericoloso continuare in bicicletta considerando la temperatura ed il mio stato fisico.
Nascondo la bici dalla visuale e per mezzora provo l'autostop ma non si ferma nessuno purtroppo. Devo avere un aspetto orribile.
Dopo un pò consultandomi nuovamente con mio padre e la mia ragazza decidiamo di chiamare il campeggio La Sorgente.
Risponde Luca Pellin che per fortuna viene giù a prendermi con un pick up. Suo fratello Matteo anni fa è andato a Pechino in bicicletta.
Parliamo un pò del perchè del mio viaggio e che cavolo pensavo di fare.
Arriviamo in cima e vengo accolto da qualche avventore storico del campeggio che mi approccia con un misto di incredulità e presa in giro.
Ci sono già stato nel 2012 e qualcuno mi conosce. Mi offrono un thè caldo.
Eccomi nella foto con Valeria: sembro un cadavere segato a metà e ricomposto col superattack.

Luca mi offre gentilmente di passare la notte in una casetta bivacco invece che in tenda, vista l'ora tarda e la pioggia.
Accetto di buon grado, è stato molto gentile.

A questo punto sono sveglio da 20 ore di cui circa 16 passate in sella ad una bicicletta pieghevole.
Mi chiudo nel sacco a pelo e mi addormento praticamente in tempo zero. THE END
Ecco qualche info sull'itinerario da me percorso il 9 agosto. Si tratta di un percorso di circa 230-235km con un dislivello positivo di circa 2100m.



Considerazioni sul viaggio... Direi che è andato bene, non c'è minimamente paragone con l'anno scorso in cui avevo bucato, avevo sbagliato strada 10 volte, ero finito in tangenziale, etc.
Con l'esperienza di ora, avrei sicuramente potuto completare la missione di arrivare a Venezia sul percorso pianeggiante.
La bici si è dimostrata ancora una volta favolosa, non c'è stato un minimo momento in cui mi abbia ostacolato o dato problemi in un qualche modo.
Il portapacchi anche da 10/10, veramente di una solidità imbarazzante considerato che sono passato su tutte le superfici possibili immaginabili.
Durante il viaggio credo di avere bevuto qualcosa come 4L di acqua ed aver mangiato una quantità di cibo imbarazzante - come 3 panini, 2 barrette, 2 buste di noci, ed un tubo di miele (mi ha salvato la vita).
Il navigatore di google promosso con riserva, spesso si impallava e dava indicazioni senza senso, e cmq richiede sempre di essere connesso ad internet.
Il bagaglio che ho portato è stato fin troppo, a posteriori avrei potuto risparmiare 2kg di tenda ma avrei rischiato troppo....
Il giorno dopo mi sono sentito abbastanza male, come se avessi bevuto un litro di rum o come una febbre leggera... Il secondo giorno ero già recuperato quasi al 100% e andavo a bomba sui monti.
Sono soddisfatto dell'esperienza e della performance.
Avrei potuto fare più km se non avessi preso il treno ad ivrea ma questo avrebbe comportato di non poter arrivare in tempo al campeggio, quindi tutto sommato mi va bene così.
Più avanti posterò qualche foto della vacanza, grazie dell'attenzione!